La Questione Monti
Re: La Questione Monti
GIARDA: «OGNI MINISTRO AVRÀ UN MESE PER STENDERE UN PIANO. EVITEREMO L'AUMENTO DELL'IVA»
Spending review al via, tagli per 4,2 miliardi
Monti: «E' stato un errore cancellare l'Ici»
«Necessario rivedere enti e società, compresa la Rai»
Enrico Bondi commissario per la gestione delle spese
MILANO - «Tutti invocano la riduzione delle tasse», ma «ci sono responsabilità del passato che causano l'attuale pressione fiscale». Il governo «non si diverte» ad alzare imposte e tributi ed è ormai assodato che una diminuzione «è possibile solo se tutti paghiamo e se le tasse e se tutti riconoscono che l'illegalità è immorale». In questo contesto, «chi vuole diminuire le tasse sa che è necessario rivedere enti e società, compresa la Rai, dove la logica della trasparenza, del merito, dell'indipendenza dalla politica non è garantita». E' un Mario Monti determinato come non mai quello che affronta la conferenza stampa seguita al consiglio dei ministri che ha varato la cosiddetta «spending review». Alla quale non erano presenti solo esponenti del governo: alla destra del premier c'era anche Enrico Bondi, forse la principale delle novità emerse dalla riunione dell'esecutivo. Il risanatore dei conti Parmalat, che ha rimesso in sesto l'azienda di Colleccio dopo il crac consentendone il passaggio ai francesi della Lactalis, avrà il compito di «definire il livello di spesa per l'acquisto di beni e servizi»
«Monti: Abbiamo problemi ereditati dal passato»
IL FRONTE FISCALE - La conferenza stampa era iniziata con una replica indiretta a Beppe Grillo, con Monti che ha espresso «sdegno» nei confronti di chi «vuole candidarsi alla guida di un Paese e giustifica l'evasione fiscale», riferendosi alle uscite del comico genovese che aveva difeso la scelta di non pagare le tasse. E poi una stoccata al suo predecessore, Silvio Berlusconi, mai nominato esplicitamente: «L'Ici non andava abolita, non c'erano le condizioni per farlo. E oggi c'è necessità di recuperare il tempo perduto». «Se all'Imu si preferisce una patrimoniale il governo è pronto a valutare un'alternativa», ha proseguito Monti facendo intendere che esistono poche strade per ridurre il debito pubblico .
LA SPENDING REVIEW - «Il consiglio dei ministri si è dedicato alla spending review - ha aggiunto il premier - che è opera personale del ministro Giarda. L'importo complessivo di riduzione della spesa pubblica è di 4,2 miliardi di euro, importo che dovrà servire per evitare l'aumento dell'Iva di due punti percentuali previsto per il prossimo ottobre, anche se per il momento la misura prevista nel decreto Salva Italia non è scongiurata». Monti ha poi annunciato incarichi «speciali» anche per Giuliano Amato (sulla spesa relativa al finanziamento pubblico ai partiti) e per il professore Francesco Giavazzi, chiamato ad analizzare il sistema dei contributi pubblici alle imprese. Entrambi presteranno la loro opera a titolo gratuito, mentre Bondi - ha detto Monti - «rifiuta qualsiasi remunerazione, ma speriamo almeno di imporgli il rimborso spese» (in realtà effettuando attività non di studio, come gli altri due, ma gestionale l'esecutivo dovrà comunque corrispondergli gli emolumenti da alto dirigente, nonostante il rifiuto del diretto interessato).
UN MESE E MEZZO DI TEMPO - Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Pietro Giarda, ha poi sottolineato che «l'obiettivo strategico» della spending review è quello di «cambiare la dinamica dei costi di produzione dei servizi pubblici, che oggi valgono circa 300 miliardi». E ha annunciato che ogni ministro avrà «circa un mese e mezzo per elaborare un piano di riorganizzazione del proprio ministero», con l'obiettivo di arrivare ad una riduzione significativa delle spese. Quanto alle cifre complessive, la spesa pubblica «rivedibile» nel medio periodo - ha puntualizzato il ministro - è pari a circa 295 miliardi di euro».
IMPRESE E STATO - Il presidente del Consiglio ha poi rivolto una critica anche al principale partito della maggioranza che lo sostiene, il Pdl, sul tema dei crediti delle imprese nei confronti dello Stato: «Non si possono istituire personali e arbitrarie compensazioni tra crediti e debiti verso lo Stato», ha detto Monti, provocando l'immediata levata di scudi di Gaetano Quagliarello (Pdl), che gli ha replicato: «Il problema della sperequazione tra debiti non onorati e crediti imposti sempre più duramente da parte dello Stato, che in un momento di grave crisi può portare le imprese al fallimento - prosegue -, non può essere nascosto come polvere sotto il tappeto, ed è grave che il governo non si renda conto appieno che si tratta di una priorità assoluta».
Redazione Online
30 aprile 2012 | 23:28
http://www.corriere.it/politica/12_apri ... 7e85.shtml
Spending review al via, tagli per 4,2 miliardi
Monti: «E' stato un errore cancellare l'Ici»
«Necessario rivedere enti e società, compresa la Rai»
Enrico Bondi commissario per la gestione delle spese
MILANO - «Tutti invocano la riduzione delle tasse», ma «ci sono responsabilità del passato che causano l'attuale pressione fiscale». Il governo «non si diverte» ad alzare imposte e tributi ed è ormai assodato che una diminuzione «è possibile solo se tutti paghiamo e se le tasse e se tutti riconoscono che l'illegalità è immorale». In questo contesto, «chi vuole diminuire le tasse sa che è necessario rivedere enti e società, compresa la Rai, dove la logica della trasparenza, del merito, dell'indipendenza dalla politica non è garantita». E' un Mario Monti determinato come non mai quello che affronta la conferenza stampa seguita al consiglio dei ministri che ha varato la cosiddetta «spending review». Alla quale non erano presenti solo esponenti del governo: alla destra del premier c'era anche Enrico Bondi, forse la principale delle novità emerse dalla riunione dell'esecutivo. Il risanatore dei conti Parmalat, che ha rimesso in sesto l'azienda di Colleccio dopo il crac consentendone il passaggio ai francesi della Lactalis, avrà il compito di «definire il livello di spesa per l'acquisto di beni e servizi»
«Monti: Abbiamo problemi ereditati dal passato»
IL FRONTE FISCALE - La conferenza stampa era iniziata con una replica indiretta a Beppe Grillo, con Monti che ha espresso «sdegno» nei confronti di chi «vuole candidarsi alla guida di un Paese e giustifica l'evasione fiscale», riferendosi alle uscite del comico genovese che aveva difeso la scelta di non pagare le tasse. E poi una stoccata al suo predecessore, Silvio Berlusconi, mai nominato esplicitamente: «L'Ici non andava abolita, non c'erano le condizioni per farlo. E oggi c'è necessità di recuperare il tempo perduto». «Se all'Imu si preferisce una patrimoniale il governo è pronto a valutare un'alternativa», ha proseguito Monti facendo intendere che esistono poche strade per ridurre il debito pubblico .
LA SPENDING REVIEW - «Il consiglio dei ministri si è dedicato alla spending review - ha aggiunto il premier - che è opera personale del ministro Giarda. L'importo complessivo di riduzione della spesa pubblica è di 4,2 miliardi di euro, importo che dovrà servire per evitare l'aumento dell'Iva di due punti percentuali previsto per il prossimo ottobre, anche se per il momento la misura prevista nel decreto Salva Italia non è scongiurata». Monti ha poi annunciato incarichi «speciali» anche per Giuliano Amato (sulla spesa relativa al finanziamento pubblico ai partiti) e per il professore Francesco Giavazzi, chiamato ad analizzare il sistema dei contributi pubblici alle imprese. Entrambi presteranno la loro opera a titolo gratuito, mentre Bondi - ha detto Monti - «rifiuta qualsiasi remunerazione, ma speriamo almeno di imporgli il rimborso spese» (in realtà effettuando attività non di studio, come gli altri due, ma gestionale l'esecutivo dovrà comunque corrispondergli gli emolumenti da alto dirigente, nonostante il rifiuto del diretto interessato).
UN MESE E MEZZO DI TEMPO - Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Pietro Giarda, ha poi sottolineato che «l'obiettivo strategico» della spending review è quello di «cambiare la dinamica dei costi di produzione dei servizi pubblici, che oggi valgono circa 300 miliardi». E ha annunciato che ogni ministro avrà «circa un mese e mezzo per elaborare un piano di riorganizzazione del proprio ministero», con l'obiettivo di arrivare ad una riduzione significativa delle spese. Quanto alle cifre complessive, la spesa pubblica «rivedibile» nel medio periodo - ha puntualizzato il ministro - è pari a circa 295 miliardi di euro».
IMPRESE E STATO - Il presidente del Consiglio ha poi rivolto una critica anche al principale partito della maggioranza che lo sostiene, il Pdl, sul tema dei crediti delle imprese nei confronti dello Stato: «Non si possono istituire personali e arbitrarie compensazioni tra crediti e debiti verso lo Stato», ha detto Monti, provocando l'immediata levata di scudi di Gaetano Quagliarello (Pdl), che gli ha replicato: «Il problema della sperequazione tra debiti non onorati e crediti imposti sempre più duramente da parte dello Stato, che in un momento di grave crisi può portare le imprese al fallimento - prosegue -, non può essere nascosto come polvere sotto il tappeto, ed è grave che il governo non si renda conto appieno che si tratta di una priorità assoluta».
Redazione Online
30 aprile 2012 | 23:28
http://www.corriere.it/politica/12_apri ... 7e85.shtml
Re: La Questione Monti
CAPITALI SVIZZERI, ORA MONTI DICE Sì
Sui 150 miliardi evasi il premier pronto a trattare con Berna. Tutti i partiti d’accordo sulla proposta rilanciata dal Fatto per portare in cassa fino a 50 miliardi. Il Prof polemico con B: non ci sarebbe l’Imu se non avessero abolito l’Ici
E che è successo? Ha avuto un'illuminazione o chi doveva ha provveduto a trasferire i suoi soldi da qualche altra parte?
Sui 150 miliardi evasi il premier pronto a trattare con Berna. Tutti i partiti d’accordo sulla proposta rilanciata dal Fatto per portare in cassa fino a 50 miliardi. Il Prof polemico con B: non ci sarebbe l’Imu se non avessero abolito l’Ici
E che è successo? Ha avuto un'illuminazione o chi doveva ha provveduto a trasferire i suoi soldi da qualche altra parte?
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Re: La Questione Monti
Buona la seconda.....
Re: La Questione Monti
Il Monti che mi piace
di Marco Lillo | 1 maggio 2012
Il nuovo Monti mi piace. Il premier, dopo cinque mesi di letargo tecnico, ieri ha messo da parte i sorrisini verso i partiti che lo sostengono e si è accorto di che pasta è fatta la sua coalizione, a partire dal Pdl. “Vorrei cominciare con una parola di sdegno”, ha detto ieri in conferenza stampa prima di attaccare: “chi ha governato (come Berlusconi ndr) e si candida a governare non può giustificare l’evasione fiscale”. Poi ha cominciato a enunciare il programma della fase due del Governo, un programma fatto apposta per fare imbestialire Berlusconi e i suoi scherani ma anche gli altri partiti che lo sostengono.
Il nuovo Monti mi piace perché vuole riformare il finanziamento di partiti e sindacati e vuole mettere mano ai contributi alle imprese. Il premier vuole persino incidere sulla Rai perché “l’indipendenza dalla politica non è garantita” e perché latitano “merito e trasparenza”.
Il nuovo Monti mi piace anche perché dice chiaro che “se oggi c’è l’Imu bisogna accettare la verità e cioè che l’Ici sulla prima casa era stata abolita (da Berlusconi ndr) senza valutarne le conseguenze” e che la vera “tassa occulta” da combattere è la corruzione.
Il nuovo Monti mi piace tranne che per un piccolo particolare che lo accomuna al vecchio Monti: senza il Pdl, il Governo non vivrebbe un solo minuto. E il Pdl non è stato fondato da un antesignano della lotta ai corrotti e agli evasori ma da Silvio Berlusconi. Come si può conciliare la riforma della Rai, la trasparenza e l’indipendenza del servizio pubblico, la lotta alla corruzione e all’evasione con una maggioranza guidata dal Pdl? E come si può pensare di riformare il sistema del finanziamento a partiti e dei sindacati con una maggioranza puntellata dal Pd? E’ questa la domanda alla quale il nuovo Monti dovrebbe rispondere.
Secondo i resoconti dei quotidiani, il premier vorrebbe risolvere la contraddizione così: “non mi farò imbrigliare dai partiti”. Purtroppo in un sistema democratico le cose vanno diversamente: se la maggioranza non segue il premier, la soluzione non è un Governo di autocrati illuminati che se ne infischia del Parlamento, ma la crisi e le elezioni anticipate.
Monti potrà nominare decine di Amato, Giavazzi e Bondi ma nessuno gli darà mai la maggioranza finora garantita dai vari Napoli, Cicchitto, Rutelli e Cesa. La verità è che non esiste alcun margine di manovra per riformare la Rai e i partiti con questa maggioranza. O Monti è un illuso oppure ha calcolato perfettamente le conseguenze del cambio di marcia.
Ci piace pensare che quello di ieri non sia stato lo sfogo del tecnico ma il primo discorso politico di un potenziale leader dell’area moderata. Se Monti avesse il coraggio di portare alle estreme conseguenze il suo ragionamento, il premier – una volta constatata l’inconciliabilità del suo programma con la sua coalizione – dovrebbe dimettersi.
Monti a quel punto potrebbe candidarsi alle elezioni anticipate di ottobre per realizzare il suo programma (moderato) su lavoro, spesa pubblica e fisco con i suoi voti e non con quelli di Berlusconi, Casini e Bersani.
A questo partito sostenuto dalle lobby bancarie e confindustriali, cattoliche e atlantiche, che potrebbe raccogliere in una grande coalizione di centrodestra ma antiberlusconiana i vari Fini, Casini, Montezemolo, Marcegaglia, Rutelli e Pisanu si dovrebbe contrapporre una vera alternativa di centrosinistra. Sarebbe uno scenario rischioso per il senatore a vita Mario Monti e forse, nel breve periodo, anche l’equilibrio finanziario del paese ne sarebbe scosso. Nel lungo periodo però una simile scelta chiarirebbe il quadro politico e potrebbe segnare un primo passo verso la normalizzazione e la deberlusconizzazione del nostro paese. Anche per questo il nuovo Mario Monti mi piace.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... ce/214918/
di Marco Lillo | 1 maggio 2012
Il nuovo Monti mi piace. Il premier, dopo cinque mesi di letargo tecnico, ieri ha messo da parte i sorrisini verso i partiti che lo sostengono e si è accorto di che pasta è fatta la sua coalizione, a partire dal Pdl. “Vorrei cominciare con una parola di sdegno”, ha detto ieri in conferenza stampa prima di attaccare: “chi ha governato (come Berlusconi ndr) e si candida a governare non può giustificare l’evasione fiscale”. Poi ha cominciato a enunciare il programma della fase due del Governo, un programma fatto apposta per fare imbestialire Berlusconi e i suoi scherani ma anche gli altri partiti che lo sostengono.
Il nuovo Monti mi piace perché vuole riformare il finanziamento di partiti e sindacati e vuole mettere mano ai contributi alle imprese. Il premier vuole persino incidere sulla Rai perché “l’indipendenza dalla politica non è garantita” e perché latitano “merito e trasparenza”.
Il nuovo Monti mi piace anche perché dice chiaro che “se oggi c’è l’Imu bisogna accettare la verità e cioè che l’Ici sulla prima casa era stata abolita (da Berlusconi ndr) senza valutarne le conseguenze” e che la vera “tassa occulta” da combattere è la corruzione.
Il nuovo Monti mi piace tranne che per un piccolo particolare che lo accomuna al vecchio Monti: senza il Pdl, il Governo non vivrebbe un solo minuto. E il Pdl non è stato fondato da un antesignano della lotta ai corrotti e agli evasori ma da Silvio Berlusconi. Come si può conciliare la riforma della Rai, la trasparenza e l’indipendenza del servizio pubblico, la lotta alla corruzione e all’evasione con una maggioranza guidata dal Pdl? E come si può pensare di riformare il sistema del finanziamento a partiti e dei sindacati con una maggioranza puntellata dal Pd? E’ questa la domanda alla quale il nuovo Monti dovrebbe rispondere.
Secondo i resoconti dei quotidiani, il premier vorrebbe risolvere la contraddizione così: “non mi farò imbrigliare dai partiti”. Purtroppo in un sistema democratico le cose vanno diversamente: se la maggioranza non segue il premier, la soluzione non è un Governo di autocrati illuminati che se ne infischia del Parlamento, ma la crisi e le elezioni anticipate.
Monti potrà nominare decine di Amato, Giavazzi e Bondi ma nessuno gli darà mai la maggioranza finora garantita dai vari Napoli, Cicchitto, Rutelli e Cesa. La verità è che non esiste alcun margine di manovra per riformare la Rai e i partiti con questa maggioranza. O Monti è un illuso oppure ha calcolato perfettamente le conseguenze del cambio di marcia.
Ci piace pensare che quello di ieri non sia stato lo sfogo del tecnico ma il primo discorso politico di un potenziale leader dell’area moderata. Se Monti avesse il coraggio di portare alle estreme conseguenze il suo ragionamento, il premier – una volta constatata l’inconciliabilità del suo programma con la sua coalizione – dovrebbe dimettersi.
Monti a quel punto potrebbe candidarsi alle elezioni anticipate di ottobre per realizzare il suo programma (moderato) su lavoro, spesa pubblica e fisco con i suoi voti e non con quelli di Berlusconi, Casini e Bersani.
A questo partito sostenuto dalle lobby bancarie e confindustriali, cattoliche e atlantiche, che potrebbe raccogliere in una grande coalizione di centrodestra ma antiberlusconiana i vari Fini, Casini, Montezemolo, Marcegaglia, Rutelli e Pisanu si dovrebbe contrapporre una vera alternativa di centrosinistra. Sarebbe uno scenario rischioso per il senatore a vita Mario Monti e forse, nel breve periodo, anche l’equilibrio finanziario del paese ne sarebbe scosso. Nel lungo periodo però una simile scelta chiarirebbe il quadro politico e potrebbe segnare un primo passo verso la normalizzazione e la deberlusconizzazione del nostro paese. Anche per questo il nuovo Mario Monti mi piace.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... ce/214918/
Re: La Questione Monti
Capitali svizzeri, ora Monti dice sì
Sui 150 miliardi evasi il premier pronto a trattare con Berna come già fatto da Germani e Inghilterra. Tutti i partiti d’accordo per portare in cassa fino a 50 miliardi
di Stefano Feltri | 1 maggio 2012
Mario Monti è pronto a trattare con la Svizzera per tassare i capitali nascosti dagli evasori italiani nei forzieri di Lugano e Ginevra: “Considereremo ex novo l’intera materia”, annuncia ieri sera in conferenza stampa. Come anticipato dal Fatto, il via libera della Commissione europea agli accordi bilaterali di Gran Bretaglia, Germania e Austria con Berna, ha cambiato tutto. Ora si può discuterne, anzi, si sta già trattando, Monti fissa la prima condizione: il rispetto dei trattati sulla tassazione dei lavoratori frontalieri che “il Canton Ticino ha sospeso unilateralmente”. Il negoziato comincia .
“Come Pd chiederemo al governo una stima sull’ammontare e la composizione dei capitali italiani in Svizzera, poi servirà con urgenza un accordo bilaterale e un vincolo chiaro per l’utilizzo del gettito ottenuto. Se arrivassero subito 3 miliardi, per esempio, si potrebbero destinare subito a credito di imposta per le imprese che assumono”, spiega Sandro Gozi, deputato del Pd che segue da tempo il dossier dell’accordo fiscale. Nel 2008 la Commissione europea aveva iniziato a ragionare su un accordo comunitario con la Svizzera, per tassare in loco i capitali sottratti al fisco, “ma per cambiare le regole in materia fiscale ci vuole l’unanimità e l’Italia si opponeva, formalmente Giulio Tremonti chiedeva un accordo più duro, ma in pratica ha bloccato i negoziati”, ricorda Gozi.
La Commissione aveva comunque fatto alcuni conti: la metà dei capitali depositati in Svizzera, 3.300 miliardi, sarebbe di origine straniera: 180 miliardi tedeschi, 120-150 italiani, 70 inglesi. A metà 2011 Gran Bretagna e Germania, vista la paralisi della normativa comunitaria e la necessità di fare cassa, stipulano un accordo bilaterale con la Svizzera. La Commissione all’inizio è scettica poi, dopo alcune modifiche, concede formalmente il via libera a metà aprile. Nel frattempo all’elenco si è aggiunta anche l’Austria.
Gli effetti si sentiranno dal 2013, quando entrano in vigore gli accordi. “Germania e Gran Bretagna hanno concordato che Berna paghi subito un acconto sulle somme che riscuoterà dalle banche, per l’Italia potrebbe essere oltre un miliardo di euro”, stima Gozi.
Da quando è caduto il veto di Bruxelles, evasori, consulenti, avvocati e banchieri stanno studiando la documentazione ufficiale per capire cosa li aspetta. Questi accordi si compongono di due parti: la prima è una sanatoria del passato, la seconda una tassa annuale sui redditi prodotti dalle attività detenute in Svizzera. Dal primo gennaio 2013, un tedesco o un inglese che hanno un conto a Lugano avranno tre scelte. La prima: chiudere il conto e trasferire i capitali in un altro paradiso fiscale (le autorità elvetiche faranno di tutto per scoraggiare questa opzione). Seconda scelta: il correntista dichiara per iscritto alla banca di voler uscire allo scoperto , la banca poi informa il governo svizzero che informa il Paese di appartenenza che poi si rifarà sul malcapitato correntista facendogli pagare sanzioni, penali e tasse non pagate per tutti gli anni passati (ovviamente questa ipotesi è concepita in modo così poco allettante da non spingere nessuno a sceglierla). Terza opzione, quella che tutte le parti interessate caldeggiano: il pagamento anonimo della tassa. La banca verifica la nazionalità del beneficiario delle attività che detiene (anche se si tratta di un trust o di altri tipi di schermi giuridici), poi preleva dal conto la penale prevista dalle formule contenute negli accordi bilaterali – tra il 21 e il 41 per cento per i tedeschi, tra il 19 e il 34 per gli inglesi, tra il 15 e il 38 per gli austriaci – e versa la somma al governo di Berna che, a sua volta, la passerà allo Stato interessato.
In teoria tutto questo sarebbe già previsto dalla direttiva 2003/48, in vigore dal 2005, ma non ha mai funzionato: la Svizzera si impegnava ad applicare una ritenuta del 35 per cento sui rendimenti maturati nei suoi confini da cittadini dell’Unione europea, poi versava il 75 per cento del gettito ai Paesi di competenza. Le somme raccolte sono state ridicole, perché era troppo facile aggirare i vincoli. Per questo sono arrivati gli accordi bilaterali. Dopo la sanatoria sul passato, un condono fiscale molto costoso (l’aliquota chiesta da Tremonti agli evasori che usavano lo scudo fiscale per rimpatriare denaro era solo del 5 per cento, qui sui grossi capitali si arriva al 40) in teoria non dovrebbero più esserci situazioni ambigue: chi non è uscito allo scoperto o non ha chiuso il conto fuggendo a Saint Lucia o alle isole del Canale sarà noto al governo e, di fatto, al Paese di provenienza che sa quale gettito aspettarsi. Nella fase due, dopo la “regolarizzazione”, al dentista o al piccolo imprenditore italiano che ha il conto a Lugano resteranno due alternative: o emerge allo scoperto o, se vuole mantenere l’anonimato, paga un’aliquota sui rendimenti ottenuti dalle attività che è abbastanza salata: 26,375 per i tedeschi, tra il 27 e il 48 per gli inglesi , 25 per gli austriaci. “Proteggere la privacy dei clienti delle banche è e rimarrà uno dei pilastri del settore finanziario svizzero. L’accordo rispetta questo impegno: solo i pagamenti delle tasse saranno trasmessi alle autorità fiscali, non i nomi dei clienti”, rassicura la documentazione del governo di Berna. Ma è chiaro che uno dei principali benefici della segretezza, cioè l’elusione fiscale, sarà caduto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... ce/214951/
Sui 150 miliardi evasi il premier pronto a trattare con Berna come già fatto da Germani e Inghilterra. Tutti i partiti d’accordo per portare in cassa fino a 50 miliardi
di Stefano Feltri | 1 maggio 2012
Mario Monti è pronto a trattare con la Svizzera per tassare i capitali nascosti dagli evasori italiani nei forzieri di Lugano e Ginevra: “Considereremo ex novo l’intera materia”, annuncia ieri sera in conferenza stampa. Come anticipato dal Fatto, il via libera della Commissione europea agli accordi bilaterali di Gran Bretaglia, Germania e Austria con Berna, ha cambiato tutto. Ora si può discuterne, anzi, si sta già trattando, Monti fissa la prima condizione: il rispetto dei trattati sulla tassazione dei lavoratori frontalieri che “il Canton Ticino ha sospeso unilateralmente”. Il negoziato comincia .
“Come Pd chiederemo al governo una stima sull’ammontare e la composizione dei capitali italiani in Svizzera, poi servirà con urgenza un accordo bilaterale e un vincolo chiaro per l’utilizzo del gettito ottenuto. Se arrivassero subito 3 miliardi, per esempio, si potrebbero destinare subito a credito di imposta per le imprese che assumono”, spiega Sandro Gozi, deputato del Pd che segue da tempo il dossier dell’accordo fiscale. Nel 2008 la Commissione europea aveva iniziato a ragionare su un accordo comunitario con la Svizzera, per tassare in loco i capitali sottratti al fisco, “ma per cambiare le regole in materia fiscale ci vuole l’unanimità e l’Italia si opponeva, formalmente Giulio Tremonti chiedeva un accordo più duro, ma in pratica ha bloccato i negoziati”, ricorda Gozi.
La Commissione aveva comunque fatto alcuni conti: la metà dei capitali depositati in Svizzera, 3.300 miliardi, sarebbe di origine straniera: 180 miliardi tedeschi, 120-150 italiani, 70 inglesi. A metà 2011 Gran Bretagna e Germania, vista la paralisi della normativa comunitaria e la necessità di fare cassa, stipulano un accordo bilaterale con la Svizzera. La Commissione all’inizio è scettica poi, dopo alcune modifiche, concede formalmente il via libera a metà aprile. Nel frattempo all’elenco si è aggiunta anche l’Austria.
Gli effetti si sentiranno dal 2013, quando entrano in vigore gli accordi. “Germania e Gran Bretagna hanno concordato che Berna paghi subito un acconto sulle somme che riscuoterà dalle banche, per l’Italia potrebbe essere oltre un miliardo di euro”, stima Gozi.
Da quando è caduto il veto di Bruxelles, evasori, consulenti, avvocati e banchieri stanno studiando la documentazione ufficiale per capire cosa li aspetta. Questi accordi si compongono di due parti: la prima è una sanatoria del passato, la seconda una tassa annuale sui redditi prodotti dalle attività detenute in Svizzera. Dal primo gennaio 2013, un tedesco o un inglese che hanno un conto a Lugano avranno tre scelte. La prima: chiudere il conto e trasferire i capitali in un altro paradiso fiscale (le autorità elvetiche faranno di tutto per scoraggiare questa opzione). Seconda scelta: il correntista dichiara per iscritto alla banca di voler uscire allo scoperto , la banca poi informa il governo svizzero che informa il Paese di appartenenza che poi si rifarà sul malcapitato correntista facendogli pagare sanzioni, penali e tasse non pagate per tutti gli anni passati (ovviamente questa ipotesi è concepita in modo così poco allettante da non spingere nessuno a sceglierla). Terza opzione, quella che tutte le parti interessate caldeggiano: il pagamento anonimo della tassa. La banca verifica la nazionalità del beneficiario delle attività che detiene (anche se si tratta di un trust o di altri tipi di schermi giuridici), poi preleva dal conto la penale prevista dalle formule contenute negli accordi bilaterali – tra il 21 e il 41 per cento per i tedeschi, tra il 19 e il 34 per gli inglesi, tra il 15 e il 38 per gli austriaci – e versa la somma al governo di Berna che, a sua volta, la passerà allo Stato interessato.
In teoria tutto questo sarebbe già previsto dalla direttiva 2003/48, in vigore dal 2005, ma non ha mai funzionato: la Svizzera si impegnava ad applicare una ritenuta del 35 per cento sui rendimenti maturati nei suoi confini da cittadini dell’Unione europea, poi versava il 75 per cento del gettito ai Paesi di competenza. Le somme raccolte sono state ridicole, perché era troppo facile aggirare i vincoli. Per questo sono arrivati gli accordi bilaterali. Dopo la sanatoria sul passato, un condono fiscale molto costoso (l’aliquota chiesta da Tremonti agli evasori che usavano lo scudo fiscale per rimpatriare denaro era solo del 5 per cento, qui sui grossi capitali si arriva al 40) in teoria non dovrebbero più esserci situazioni ambigue: chi non è uscito allo scoperto o non ha chiuso il conto fuggendo a Saint Lucia o alle isole del Canale sarà noto al governo e, di fatto, al Paese di provenienza che sa quale gettito aspettarsi. Nella fase due, dopo la “regolarizzazione”, al dentista o al piccolo imprenditore italiano che ha il conto a Lugano resteranno due alternative: o emerge allo scoperto o, se vuole mantenere l’anonimato, paga un’aliquota sui rendimenti ottenuti dalle attività che è abbastanza salata: 26,375 per i tedeschi, tra il 27 e il 48 per gli inglesi , 25 per gli austriaci. “Proteggere la privacy dei clienti delle banche è e rimarrà uno dei pilastri del settore finanziario svizzero. L’accordo rispetta questo impegno: solo i pagamenti delle tasse saranno trasmessi alle autorità fiscali, non i nomi dei clienti”, rassicura la documentazione del governo di Berna. Ma è chiaro che uno dei principali benefici della segretezza, cioè l’elusione fiscale, sarà caduto.
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Re: La Questione Monti
mariok ha scritto:GIARDA: «OGNI MINISTRO AVRÀ UN MESE PER STENDERE UN PIANO. EVITEREMO L'AUMENTO DELL'IVA»
Spending review al via, tagli per 4,2 miliardi
Monti: «E' stato un errore cancellare l'Ici»
«Necessario rivedere enti e società, compresa la Rai»
Enrico Bondi commissario per la gestione delle spese
poche strade per ridurre il debito pubblico .
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30 aprile 2012 | 23:28
http://www.corriere.it/politica/12_apri ... 7e85.shtml
...omisss...Niente tagli al Parlamento.
Da questa "sforbiciata", secondo quanto previsto dalla bozza di decreto legge,
sono esclusi la Presidenza della Repubblica,
la Corte costituzionale e il Parlamento.
Si tratta infatti di organi che hanno una autonomia, che si estende anche agli aspetti economici, riconosciuta a livello costituzionale...omissis...
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HRER1-1
--------------------------
maremmassassina,
ma saranno fantastici questi della fairy band del mago Monti do Nascimiento ???
niente tagli al parlamento...proprio dove si dovrebbe tagliare di più !!!
ma questi si sono imparati a memoria "il Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa...
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Re: La Questione Monti
Cosè,…..una nuova forma di presa per i fondelli?????????????
Dal Corriere.it
SPENDING REVIEW
Tagli, il governo si mobilita sul web:
«Italiani, segnalateci gli sprechi»
****
Il varesino Monti è naturalizzato milanese…..e quindi…sa bene cosa vuol dire: ..le sa anca quel che mena el gess…
Sembra polvere negli occhi per i soliti merloni giganti.
Il Governo Monti Spa conosce molte bene quali sono gli sprechi nell’ambito della PA.
Da Il fatto Quotidiano di ieri : Enti inutili tutti li cancellano ma sono sempre lì. – la prima legge di riordino è del 1956. Ne hanno fatte altre sette. Ma i risparmi sono pari a zero.
PS. Sandro Pertini, nel suo settennato, 1978-1985, ritenne che il Quirinale fosse solo la sede degli uffici del presidente della Repubblica.
Ha sempre vissuto nella sua casa di Piazza Fontana di Trevi
Quindi i costi di gestione al Quirinale furono decisamente inferiori.
I viaggi, privati se li pagava con i suoi soldi.
Non gravava neppure sulle casse dello Stato per quanto riguarda l’acquisto quotidiano dei giornali. E in quel periodo non c’era la crisi di queste dimensioni.
Ergo, oggi si dovrebbe essere ancora più austeri,…….solo che di Sandro Pertini ce né stato uno solo………
Dal Corriere.it
SPENDING REVIEW
Tagli, il governo si mobilita sul web:
«Italiani, segnalateci gli sprechi»
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Il varesino Monti è naturalizzato milanese…..e quindi…sa bene cosa vuol dire: ..le sa anca quel che mena el gess…
Sembra polvere negli occhi per i soliti merloni giganti.
Il Governo Monti Spa conosce molte bene quali sono gli sprechi nell’ambito della PA.
Da Il fatto Quotidiano di ieri : Enti inutili tutti li cancellano ma sono sempre lì. – la prima legge di riordino è del 1956. Ne hanno fatte altre sette. Ma i risparmi sono pari a zero.
PS. Sandro Pertini, nel suo settennato, 1978-1985, ritenne che il Quirinale fosse solo la sede degli uffici del presidente della Repubblica.
Ha sempre vissuto nella sua casa di Piazza Fontana di Trevi
Quindi i costi di gestione al Quirinale furono decisamente inferiori.
I viaggi, privati se li pagava con i suoi soldi.
Non gravava neppure sulle casse dello Stato per quanto riguarda l’acquisto quotidiano dei giornali. E in quel periodo non c’era la crisi di queste dimensioni.
Ergo, oggi si dovrebbe essere ancora più austeri,…….solo che di Sandro Pertini ce né stato uno solo………
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Re: La Questione Monti
L'ammucchiata e il governo non funzionano,.......quanto tempo potremo andare avanti in questo modo?
LA SITUAZIONE
di ANNALISA CUZZOCREA
Monti chiama i cittadini
Un altro segnale
di difficoltà
Il Pdl è arrabbiato e ha tutta l'intenzione di farlo notare. Lo sdegno di Mario Monti nei confronti dell'abolizione dell'Ici per mano del precedente governo, e per l'idea di Alfano di compensare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti degli imprenditori con la possibilità di scalarli dalle tasse, ha mandato su tutte le furie il partito di Silvio Berlusconi. Il vicepresidente vicario dei deputati pdl Massimo Corsaro, stamattina a Omnibus, ha usato parole di fuoco: "Monti parla come il peggiore dei politici, sull'Imu è stato scientemente bugiardo".
Altrettanto sferzante il vicepresidente dei senatori Gaetano Quagliariello: "Sulla compensazione dei debiti il governo aveva già detto sì a un ordine del giorno del Senato. Noi andiamo avanti". Non è certo un caso, che proprio a Palazzo Madama l'esecutivo sia stato battuto per mano di Idv e Lega, aiutate dal Pdl. E' passato così un emendamento che cancella dal decreto di modifica delle commissioni bancarie una norma che consentiva ai manager pubblici - da poco sottoposti al tetto dei 294mila euro - di mantenere i vantaggi previdenziali acquisiti. E' il primo segnale, e potrebbe non essere l'ultimo.
LA SITUAZIONE
di ANNALISA CUZZOCREA
Monti chiama i cittadini
Un altro segnale
di difficoltà
Il Pdl è arrabbiato e ha tutta l'intenzione di farlo notare. Lo sdegno di Mario Monti nei confronti dell'abolizione dell'Ici per mano del precedente governo, e per l'idea di Alfano di compensare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti degli imprenditori con la possibilità di scalarli dalle tasse, ha mandato su tutte le furie il partito di Silvio Berlusconi. Il vicepresidente vicario dei deputati pdl Massimo Corsaro, stamattina a Omnibus, ha usato parole di fuoco: "Monti parla come il peggiore dei politici, sull'Imu è stato scientemente bugiardo".
Altrettanto sferzante il vicepresidente dei senatori Gaetano Quagliariello: "Sulla compensazione dei debiti il governo aveva già detto sì a un ordine del giorno del Senato. Noi andiamo avanti". Non è certo un caso, che proprio a Palazzo Madama l'esecutivo sia stato battuto per mano di Idv e Lega, aiutate dal Pdl. E' passato così un emendamento che cancella dal decreto di modifica delle commissioni bancarie una norma che consentiva ai manager pubblici - da poco sottoposti al tetto dei 294mila euro - di mantenere i vantaggi previdenziali acquisiti. E' il primo segnale, e potrebbe non essere l'ultimo.
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Re: La Questione Monti
E ALFANO REPLICA A MONTI: «TOGLIERE ICI SCELTA CHE RIFAREMMO DOMANI»
Il governo: segnalate sprechi via web
Il modulo «Esprimi la tua opinione». Catricalà: «Entro 15 giorni il piano di Bondi». Fassina: «Nomine senza senso»
MILANO - Boom di suggerimenti al governo da parte dei cittadini per tagliare la spesa pubblica. Sono oltre 40mila i messaggi inviati, secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, al sito del governo, sul quale è stata attivata una sezione con un modulo con il quale inviare le segnalazioni.
UNA MAIL AL SECONDO - Solo nella giornata di mercoledì, quando è stato attivato il link, sono arrivati 18.820 messaggi, con una media di uno ogni 4 secondi. Un'attività che si è intensificata giovedì quando alle 18.00 sono giunte 21.540 mail, una al secondo. C'è quindi un grande interesse, fanno notare da Palazzo Chigi, da parte dei cittadini a partecipare con proposte costruttive alla revisione delle spese della pubblica amministrazione. I tecnici del governo sono già all'opera nella lettura delle mail.
I TAGLI - L'iniziativa è stata decisa sulla scia della bozza del decreto legge sulla spending review (revisione di spesa) che prevede un risparmio di 4,2 miliardi nel 2012 teso a evitare l’aumento di due punti dell’Iva previsto per gli ultimi tre mesi del 2012. «Nel complesso, - scrive Palazzo Chigi - la spesa pubblica rivedibile nel medio periodo è pari a circa 295 miliardi di euro. A breve termine, la spesa rivedibile è notevolmente inferiore, stimabile in circa 80 miliardi». Il provvedimento prevede l'eliminazione di spese di rappresentanza e spese per convegni, ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti, riduzione anche mediante accorpamento degli enti strumentali e vigilati e delle società pubbliche. Ma non solo. Nella direttiva, contenuta in quattro pagine, Monti indica le 11 attività per la revisione della spesa.
Redazione Online
3 maggio 2012 | 20:07
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
Il governo: segnalate sprechi via web
Il modulo «Esprimi la tua opinione». Catricalà: «Entro 15 giorni il piano di Bondi». Fassina: «Nomine senza senso»
MILANO - Boom di suggerimenti al governo da parte dei cittadini per tagliare la spesa pubblica. Sono oltre 40mila i messaggi inviati, secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, al sito del governo, sul quale è stata attivata una sezione con un modulo con il quale inviare le segnalazioni.
UNA MAIL AL SECONDO - Solo nella giornata di mercoledì, quando è stato attivato il link, sono arrivati 18.820 messaggi, con una media di uno ogni 4 secondi. Un'attività che si è intensificata giovedì quando alle 18.00 sono giunte 21.540 mail, una al secondo. C'è quindi un grande interesse, fanno notare da Palazzo Chigi, da parte dei cittadini a partecipare con proposte costruttive alla revisione delle spese della pubblica amministrazione. I tecnici del governo sono già all'opera nella lettura delle mail.
I TAGLI - L'iniziativa è stata decisa sulla scia della bozza del decreto legge sulla spending review (revisione di spesa) che prevede un risparmio di 4,2 miliardi nel 2012 teso a evitare l’aumento di due punti dell’Iva previsto per gli ultimi tre mesi del 2012. «Nel complesso, - scrive Palazzo Chigi - la spesa pubblica rivedibile nel medio periodo è pari a circa 295 miliardi di euro. A breve termine, la spesa rivedibile è notevolmente inferiore, stimabile in circa 80 miliardi». Il provvedimento prevede l'eliminazione di spese di rappresentanza e spese per convegni, ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti, riduzione anche mediante accorpamento degli enti strumentali e vigilati e delle società pubbliche. Ma non solo. Nella direttiva, contenuta in quattro pagine, Monti indica le 11 attività per la revisione della spesa.
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3 maggio 2012 | 20:07
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Re: La Questione Monti
Qualcuno che ragione in Italia c'è.
Vaciago a Servizio pubblico.
Ci vuole una potenza per tagliare 4,2 miliardi di euro. C'è gente che aspetta quei soldi e non li avrà.
Infatti Mr Forbice taglierà gli acquisti e qualcuno chiuderà le fabbriche.
Vaciago a Servizio pubblico.
Ci vuole una potenza per tagliare 4,2 miliardi di euro. C'è gente che aspetta quei soldi e non li avrà.
Infatti Mr Forbice taglierà gli acquisti e qualcuno chiuderà le fabbriche.
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