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GELLI LICIO
Camorra e appalti truccati in Campania, 69 arresti. Anche sui beni culturali un sistema favoriva i Casalesi
Mafie
Indagine condotta dalla Dda: tra le persone coinvolte il consigliere regionale Sommese (Ncd), il sindaco di Aversa e gli ex primi cittadini di Pompei e San Giorgio a Cremano. Ai domiciliari la sovrintendente ai Beni culturali di Napoli Adele Campanelli
di Pierluigi G. Cardone e Vincenzo Iurillo | 15 marzo 2017
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Le mani della camorra sugli appalti pubblici in Campania grazie alla complicità di un gruppo di colletti bianchi in grado di truccare le gare. Sono almeno 18 i bandi modificati dal 2013 al 2015, per un valore complessivo di 20 milioni di euro, alcuni dei quali per favorire imprenditori ritenuti vicini ai Casalesi, nella fattispecie il clan Zagaria. Tra questi quello per i lavori alla Mostra d’Oltremare di Napoli, per una scuola in provincia di Caserta, per l’Azienda regionale diritto allo studio (Adisu), per la seconda università di Napoli, per un impianto di cremazione al cimitero di Pompei e – sono la stragrande maggioranza – per mostre, musei, castelli e monumenti in tutta la regione. Insomma: la camorra ha messo le mani anche sulla cultura e sui relativi, ricchi finanziamenti. Per questo motivo la Guardia di Finanza ha eseguito 69 ordinanze di custodia cautelare, nell’ambito di un’inchiesta condotta da un pool di cinque pm della Dda (Catello Maresca, Maurizio Giordano, Luigi Landolfi, Gloria Sanseverino, Sandro D’Alessio, a cui va aggiunta la pm Ida Frongillo, specializzata in reati di pubblica amministrazione) e coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Tra i destinatari dei provvedimenti anche imprenditori e molti politici.
IL RUOLO DEL CONSIGLIERE REGIONALE PASQUALE SOMMESE
Tra questi il nome più noto è quello del consigliere regionale del Nuovo centrodestra Pasquale Sommese, ex assessore alle Risorse umane, al Turismo e ai Beni Culturali durante la Giunta Caldoro. Il suo nome era stato iscritto nel registro degli indagati nel luglio del 2015 insieme ad altre 17 persone, tra cui alcuni sindaci del casertano. L’inchiesta è la stessa che oggi ha portato all’arresto di Sommese, accusato per cinque episodi di corruzione, tra cui l’appalto per il restauro della torre civica mediavale del comune di Cerreto Sannita. Per gli inquirenti, l’ex assessore è colui che garantiva l’erogazione dei fondi regionali: nella fattispecie, si è impegnato a garantire il finanziamento di alcuni lavori in cambio di somme di denaro o sostegno elettorale. In alcune circostanze, inoltre, Sommese ha indicato espressamente il nome dell’imprenditore che doveva eseguire i lavori, attivandosi poi per l’erogazione dei finanziamenti. Secondo l’accusa, poi, nelle commissioni di gara sono state inserite persone vicine all’ingegnere Guglielmo La Regina (indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e considerato personaggio centrale nell’inchiesta), che poi veicolavano gli appalti alle ditte segnalate in cambio di promesse di denaro da corrispondere a sindaci e funzionari degli enti appaltanti.
GLI ALTRI POLITICI COINVOLTI
Sommese, come detto, non è l’unico politico coinvolto: in carcere anche l’ex consigliere regionale Udc Angelo Giancarmine Consoli (attuale coordinatore del partito di Casini a Caserta) e vari amministratori. Tra questi il sindaco di Aversa (Caserta) Enrico De Cristofaro (ex presidente dell’ordine degli architetti di Caserta) e Nicola D’Ovidio, sindaco di Riardo; ai domiciliari sono finiti l’ex sindaco di Pompei Claudio D’Alessio (Pd), l’ex primo cittadino di San Giorgio a Cremano Domenico Giorgiano, Raffaele De Rosa (Pd), fratello del sindaco di Casapesenna (che a novembre scorso attaccò Il Fatto Quotidiano per le inchieste sui parenti dei casalesi), l’ex primo cittadino di Casapulla (Caserta) Ferdinando Bosco, l’ex sindaco di Alife Giuseppe Avecone. Le 69 persone destinatarie di misure cautelari dovranno rispondere – a vario titolo – di accuse gravissime: si va dalla corruzione alla turbativa d’asta, fino al concorso esterno in associazione mafiosa. Nell’operazione del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, sono coinvolti non solo politici locali, ma anche funzionari pubblici, imprenditori, professori universitari, commercialisti, ingegneri e “faccendieri”, coinvolti con vari ruoli e responsabilità nelle gare di appalto pubblico realizzate in varie province campane, talvolta anche al fine di agevolare organizzazioni criminali di tipo camorristico.
AI DOMICILIARI IL SOVRINTENDENTE DEI BENI CULTURALI DI NAPOLI
La portata dell’operazione non è testimoniata solo dai numeri e dai nomi degli amministratori locali coinvolti, ma anche e sopratutto dall’arresto di altre figure di peso nonché di personalità stimate a Napoli e provincia. Tra queste c’è sicuramente Adele Campanelli, direttrice della sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli. Altri esempi: Salvatore Visone (ex presidente dell’Ordine degli architetti di Napoli e provincia), Claudio Borrelli (direttore amministrativo dell’azienda per il Diritto allo studio all’università di Caserta), Andrea Rea e Paolo Stabile (rispettivamente ex presidente ed ex dg della Mostra d’Oltremare di Napoli). L’operazione ‘Queen’ della Guardia di Finanza, inoltre, ha portato all’arresto anche di numerosi docenti universitari: 5 dell’università Federico II di Napoli, uno del Suor Orsola Benincasa (sempre a Napoli) e due della Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli – Seconda Università di Napoli (uno, come detto, è il presidente dell’Adisu, Claudio Borrelli). Ai domiciliari anche il presidente della Fondazione Banco di Napoli, il professor Daniele Marrama, 43 anni. Il suo coinvolgimento è legato alla sua attività professionale – è docente di diritto amministrativo – e non avrebbe alcun legame con la presidenza della Fondazione.
LA FIGURA DI GUGLIELMO LA REGINA E IL SISTEMA CHE PORTA IL SUO NOME
L’ordinanza del Gip Federica Colucci lo definisce ‘Il sistema La Regina’, dal nome di Guglielmo La Regina, deus ex machina del versante tecnico progettuale della colossale macchina corruttiva messa in piedi per spartirsi gli appalti pubblici in Campania. Il ‘sistema La Regina’ è lo studio tecnico Archicons “che si fa Comune, che diventa Comune”, ovvero che rimpiazza in tutto e per tutto i passaggi che competerebbero alla pubblica amministrazione obbligata ai doveri dell’imparzialità e correttezza. La testimonianza plastica di quanto sostengono gli inquirenti in una intercettazione del 27 luglio 2014. La Regina è al telefono con un altro indagato, Alessandro Albano.
Albano: “Però … per l’accelerazione di spesa loro avrebbero bisogno di una grande mano … di una buona struttura di supporto al RUP (Responsabile Unico del Progetto, ndr)….”
NDG. (Guglielmo commenta che tali cose derivano dal dissesto dei comuni che non hanno in sede la competenza e le capacità per fare le cose e pertanto si arriva al paradosso che si perdono i finanziamenti perché non vengono presentati i progetti mentre sarebbe più corretto fare una legge che permettesse di chiedere a terzi se fossero interessati a fare un progetto gratis e seguirsi tutta la procedura politica fino al finanziamento e poi dopo gli verrebbe dato l’incarico).
La Regina: “No, tu fai questo, li aiuti, gli fai di tutto, vai tu e scrivi le determine, gli scrivi le delibere, fai tutto il lavoro dei Comuni, e cioè diventi Comune, dopodiché, dopo che hai fatto questo, hai fatto il passaggio politico che devi fare, gli fai cioè hanno avuto il finanziamento, dopodiché ae eh ae mò dobbiamo fare la gara, cioè ti stressi talmente tanto che dici, ma tutto sto lavoro, dici sì ho avuto l’incarico. Ma, se se non vengo arrestato, aspetta, se non vengo arrestato e magari non hai fatto ancora niente, se praticamente, anzi gli hai fatto pure avere i soldi a questa gente”
Albano: “E’ un paese incartato … ma incartato seriamente …”
Il sistema illecito, secondo gli inquirenti, vede Guglielmo La Regina in diretto contatto con sindaci del Casertano e del Napoletano che gli vengono presentati da vari imprenditori. E’ un meccanismo che si autoalimenta, e che finisce per coinvolgere professionisti di grido. E’ all’Archicons che si stipulano i patti e si concludono gli affari. Nei loro computer gli investigatori della Finanza ritroveranno le bozze degli appalti e dei progetti che dovevano essere ancora messi a gara.
VIDEO - N° 2:
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