Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 24/11/2012, 3:27
Sotto le macerie – 3
Nero su bianco - 1
Nero su bianco, il tema emerge ancora una volta dal fastidiosissimo IFQ che si permettete inopinatamente di pubblicare notizie. I quotidiani nazionali a grande tiratura nazionale preferiscono tacere.
Perché nessuno parla? Perché nessuno s’indigna? Perché nessun leader politico lo dice chiaramente: “La nostra è legalità praticata e non enunciata”. “Noi non candideremo persone colluse e vicine alle mafie. La sola fedina penale pulita non basta”. C’è un silenzio imbarazzante. C’è un silenzio che inquieta. C’è un silenzio che fa male.
Quello però che Arnaldo Capezzuto, autore dell’articolo, non fa presente, è che negli ultimi 100 anni la emerita azienda Mafia SpA per la quarta volta si trova a dover ricercare i suoi referenti politici, o in alternativa, come nel 1993 per la Mafia Spa, fondare direttamente un proprio partito alla luce del sole.
Dobbiamo anche osservare che mentre con le famiglie della cupola siciliana esiste una certa attenzione da parte dei pm di Palermo, per l’organizzazione che da almeno 8 anni è al vertice mondiale della criminalità organizzata, la ‘Ndrangheta SpA, che ha trasferito la sua sede principale a Milano da Reggio Calabria, nel cuore della città più mitteleuropea del Bel Paese, tra l’altro sede della Borsa, non esiste la stessa attenzione e tensione investigativa.
In prima battuta, se si fa osservare che ancora in questo momento ha ragione l’ex ministro delle Infrastrutture Lunardi quando affermava : <<Con la mafia bisogna convivere>> , l’interlocutore occasionale (ofeso,…direbbe Totò) s’indigna.
Pietro Lunardi Con la mafia bisogna convivere 22 Agosto 2001
http://www.youtube.com/watch?v=mkXPOhCn5Dg
*
I pm: regalo ai boss. Violante: se ne vada
E a Palermo esplode la rabbia delle vittime
"Convivere con la mafia"
Lunardi nella bufera
di FRANCESCO VIVIANO e ALESSANDRA ZINITI
________________________________________
PALERMO - Un ministro della Repubblica afferma pubblicamente che "con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole" e a Palermo esplode la rivolta di familiari delle vittime e magistrati.
A poco serve, in serata, la correzione di tiro di Pietro Lunardi: "La mia battuta è stata forse imprecisa o infelice.
Lo Stato combatterà la malavita organizzata con impegno sempre crescente ma non è onesto illudere i cittadini sulla possibilità di sanare dall'oggi al domani questi mali profondi della nostra società".
Il centrosinistra chiede le dimissioni di Lunardi.
Dice Violante: "Un ministro che dice queste cose non può restare al suo posto.
Non era mai accaduto che si lasciasse intendere un patto così esplicito tra potere politico e mafia". La maggioranza si schiera compatta al suo fianco.
Spiega Gianfranco Miccichè: "Nessuno pensa di non lottare contro la mafia, tuttavia Lunardi ha sostanzialmente ragione: non si ferma la mafia con il blocco degli appalti"
http://www.repubblica.it/online/politic ... mafia.html
*
Eppure non è chiaro il perché l’indignados Violantes nel febbraio del 2002, alla Camera si prodiga in una ennesima recita dell’” ammuina”.
Dichiarazione integrale di Violante alla Camera sul conflitto di interessi 28 Febbraio 2002
http://www.youtube.com/watch?v=sZaIgDBrrZk
Occorre tenere presente che :
Luciano Violante
Wikipedia
Luciano Violante (Dire Daua, 25 settembre 1941) è un docente epolitico italiano. È stato presidente della Commissione parlamentare antimafia (1992-1994)
E quindi non poteva non sapere qual’era la realtà di quei giorni della trattativa Pds - FI.
Perché gli ex Pci-Pds si sono sentiti in dovere di garantire al “mafioso di Hardcore” che le sue aziende non sarebbero stato toccate?
A Milano, anche i sassi e “Quel che mena el ges” di sinistra, sapevano chi era il caimano e i suoi amici. Se ne erano accorti del fatto che la mafia aveva spostato la sua attenzione dai democristiani ai socialisti, anche perché La Repubblica, più attenta a queste problematiche le notizie le faceva filtrare.
Solo nell’ultimo mese il collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo conferma :
Elezioni Sicilia, parla il pentito Mutolo: “Messaggio della mafia per Pdl e Udc”
di Silvia Truzzi | 4 novembre 2012
:
………………..Se torniamo indietro, sappiamo perfettamente che la mafia si muove sempre per un interesse vitale. Il primo segnale c’era stato nell’87, quando la mafia smise di votare per la Democrazia cristiana e scelse i socialisti: nell’84 era nato il maxi-processo, e dopo tre anni erano ancora tutti dentro. Quello era un messaggio alla Dc che perdeva tempo, diceva ai boss di avere pazienza…………………………
http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/gaspare-mutolo/
Il solito duca conte marchese del Grillo, Max, tenta poi di convincere uno scafato Diego Bianchi, …ma il duca conte oggi può essere in grado solo di convincere i gatti di marmo.
D'Alema e il conflitto di interessi - Orzo
http://www.youtube.com/watch?v=mZxJ_0Hb ... re=related
*
Essendo da qualche mese il tema diventato attuale con lo sfascio del Pdl, partito fondato a suo tempo dal cucchiaio delle cosche, Marcellino Dell’Utri, che per la prima volta esce allo scoperto e fonda un suo partito invece di trovarsi un referente politico come avvenuto in precedenza con i fasci di combattimento, la Dc e il Psi, mi capita sovente di spingere i miei interlocutori che si interessano di politica a trovare una soluzione, ma spesso la loro conclusione finale è quella di ammettere che Lunardi aveva ragione.
“Con la mafia (le mafie), bisogna convivere.”
Allora è lecito chiedersi chi le mafie hanno scelto nel primo Parlamento della Terza Repubblica come loro interlocutore.
Anche se tutti tacciono e fanno finta di niente come se il problema non esistesse.
****
Primarie, berluschini e grillismo nessuno parla delle mafie
di Arnaldo Capezzuto | 23 novembre 2012
Commenti (75
“Il paese ha bisogno della politica”.
“La gente è stanca dei partiti”.
“Ringraziamo i tecnici, ma il popolo è sovrano”.
“Dobbiamo rispettare gli impegni europei”.
“Berlusconi è il nostro padre nobile” ( e la Santanché la madre nobile--ndt)
“Occorre sviluppare politiche di sostegno alle aziende”.
“La sfida è sui diritti e su un nuovo welfare”.
“Hanno paura. Sono già morti e non lo sanno”.
“Ci chiamano antipolitica perchè sanno che perderanno la poltrona. Via i ladroni”.
“Basta con i privilegi, basta con la casta”.
“Rottamiamo i politici e le idee vecchie”.
E’ un diluvio di dichiarazioni e propositi. Provi ad aprire l’ombrello e a ragionare. Ti abitui a quelle litanie. Ti fanno compagnia. Ti sostengono. E pensi: tutto sommato almeno i ghiacciai si stanno sciogliendo.
C’è competizione, reattività. E’ un paese in movimento. E sembrano passati secoli da quando bastava allestire un set attentamente studiato con luce soffusa, mettere una calza su di una telecamera, avere un sorriso impostato, un po’ di trucco, una scrivania addobbata con le foto della moglie, dei figli, qualche libro chiuso, tanto non importa leggerlo, e dire solenne : “L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica…”.
Brividi percorrono la schiena e qualche dolore all’addome mette in preallarme. Il virus si è debellato da solo e non per lo svilupparsi di anticorpi come ottimisticamente immaginava il compianto Indro Montanelli.
Nell’entusiasmo c’è qualche nota stonata. Questa nuova primavera non profuma. I fiori sono appassiti. Le rose hanno più spine che boccioli. Sputo il rospo. Eccolo.
Dalle primarie, ai Noè dell’arca Pdl fino al grillismo passando per i nostalgici della Balena bianca in Ferrari nessuno parla della camorra, di mafia, di ndrangheta, di sacra corona unita, di stidda.
I programmi dei partiti non contemplano l’argomento.
Sembra che il problema non esista.
Sembra che l’Italia sia un paese “normale”.
Sembra appunto che sembra.
Tra spending review, crisi economica, prosciugamento della liquidità, famiglie in affanno, banche insolventi, collasso del credito le mafieSpa garantiscono la cassa di continuità.
Un “sistema” rodato che approfittando e contribuendo alla destrutturazione dei gangli dello Stato ha sviluppato una sua potenza finanziaria che acquista vigore e potenza attraverso le grandi operazioni di riciclaggio.
Non lo dico io. Ci sono le inchieste che lo certificano e anche diverse sentenze.
Quei figli e nipoti di camorristi e mafiosi indossano vestiti puliti, parlando di legalità, educano i loro piccoli alle regole: in silenzio sono a disposizione.
Oggi sono 32 anni dal terremoto del 23 novembre ma pare che quel sisma non sia mai finito.
Cantieri, lavori per somma urgenza, movimento terra, fornitura di calcestruzzo, sub-appalti, amici degli amici sono sempre li a fare affari in giro per l’Italia.
Veniamo al caso Campania: ci sono una dozzina di parlamentari in amicizia e comunione d’intenti con i camorristi.
Nonostante siano sotto processo, indagati in altri gravi procedimenti, e già al quarto mandato parlamentare: sono pronti a ricandidarsi.
Un nome per tutti, l’ex sottosegretario all’Economia con delega al Cipe Nicola Cosentino.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... ie/424443/
Nero su bianco - 1
Nero su bianco, il tema emerge ancora una volta dal fastidiosissimo IFQ che si permettete inopinatamente di pubblicare notizie. I quotidiani nazionali a grande tiratura nazionale preferiscono tacere.
Perché nessuno parla? Perché nessuno s’indigna? Perché nessun leader politico lo dice chiaramente: “La nostra è legalità praticata e non enunciata”. “Noi non candideremo persone colluse e vicine alle mafie. La sola fedina penale pulita non basta”. C’è un silenzio imbarazzante. C’è un silenzio che inquieta. C’è un silenzio che fa male.
Quello però che Arnaldo Capezzuto, autore dell’articolo, non fa presente, è che negli ultimi 100 anni la emerita azienda Mafia SpA per la quarta volta si trova a dover ricercare i suoi referenti politici, o in alternativa, come nel 1993 per la Mafia Spa, fondare direttamente un proprio partito alla luce del sole.
Dobbiamo anche osservare che mentre con le famiglie della cupola siciliana esiste una certa attenzione da parte dei pm di Palermo, per l’organizzazione che da almeno 8 anni è al vertice mondiale della criminalità organizzata, la ‘Ndrangheta SpA, che ha trasferito la sua sede principale a Milano da Reggio Calabria, nel cuore della città più mitteleuropea del Bel Paese, tra l’altro sede della Borsa, non esiste la stessa attenzione e tensione investigativa.
In prima battuta, se si fa osservare che ancora in questo momento ha ragione l’ex ministro delle Infrastrutture Lunardi quando affermava : <<Con la mafia bisogna convivere>> , l’interlocutore occasionale (ofeso,…direbbe Totò) s’indigna.
Pietro Lunardi Con la mafia bisogna convivere 22 Agosto 2001
http://www.youtube.com/watch?v=mkXPOhCn5Dg
*
I pm: regalo ai boss. Violante: se ne vada
E a Palermo esplode la rabbia delle vittime
"Convivere con la mafia"
Lunardi nella bufera
di FRANCESCO VIVIANO e ALESSANDRA ZINITI
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PALERMO - Un ministro della Repubblica afferma pubblicamente che "con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole" e a Palermo esplode la rivolta di familiari delle vittime e magistrati.
A poco serve, in serata, la correzione di tiro di Pietro Lunardi: "La mia battuta è stata forse imprecisa o infelice.
Lo Stato combatterà la malavita organizzata con impegno sempre crescente ma non è onesto illudere i cittadini sulla possibilità di sanare dall'oggi al domani questi mali profondi della nostra società".
Il centrosinistra chiede le dimissioni di Lunardi.
Dice Violante: "Un ministro che dice queste cose non può restare al suo posto.
Non era mai accaduto che si lasciasse intendere un patto così esplicito tra potere politico e mafia". La maggioranza si schiera compatta al suo fianco.
Spiega Gianfranco Miccichè: "Nessuno pensa di non lottare contro la mafia, tuttavia Lunardi ha sostanzialmente ragione: non si ferma la mafia con il blocco degli appalti"
http://www.repubblica.it/online/politic ... mafia.html
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Eppure non è chiaro il perché l’indignados Violantes nel febbraio del 2002, alla Camera si prodiga in una ennesima recita dell’” ammuina”.
Dichiarazione integrale di Violante alla Camera sul conflitto di interessi 28 Febbraio 2002
http://www.youtube.com/watch?v=sZaIgDBrrZk
Occorre tenere presente che :
Luciano Violante
Wikipedia
Luciano Violante (Dire Daua, 25 settembre 1941) è un docente epolitico italiano. È stato presidente della Commissione parlamentare antimafia (1992-1994)
E quindi non poteva non sapere qual’era la realtà di quei giorni della trattativa Pds - FI.
Perché gli ex Pci-Pds si sono sentiti in dovere di garantire al “mafioso di Hardcore” che le sue aziende non sarebbero stato toccate?
A Milano, anche i sassi e “Quel che mena el ges” di sinistra, sapevano chi era il caimano e i suoi amici. Se ne erano accorti del fatto che la mafia aveva spostato la sua attenzione dai democristiani ai socialisti, anche perché La Repubblica, più attenta a queste problematiche le notizie le faceva filtrare.
Solo nell’ultimo mese il collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo conferma :
Elezioni Sicilia, parla il pentito Mutolo: “Messaggio della mafia per Pdl e Udc”
di Silvia Truzzi | 4 novembre 2012
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………………..Se torniamo indietro, sappiamo perfettamente che la mafia si muove sempre per un interesse vitale. Il primo segnale c’era stato nell’87, quando la mafia smise di votare per la Democrazia cristiana e scelse i socialisti: nell’84 era nato il maxi-processo, e dopo tre anni erano ancora tutti dentro. Quello era un messaggio alla Dc che perdeva tempo, diceva ai boss di avere pazienza…………………………
http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/gaspare-mutolo/
Il solito duca conte marchese del Grillo, Max, tenta poi di convincere uno scafato Diego Bianchi, …ma il duca conte oggi può essere in grado solo di convincere i gatti di marmo.
D'Alema e il conflitto di interessi - Orzo
http://www.youtube.com/watch?v=mZxJ_0Hb ... re=related
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Essendo da qualche mese il tema diventato attuale con lo sfascio del Pdl, partito fondato a suo tempo dal cucchiaio delle cosche, Marcellino Dell’Utri, che per la prima volta esce allo scoperto e fonda un suo partito invece di trovarsi un referente politico come avvenuto in precedenza con i fasci di combattimento, la Dc e il Psi, mi capita sovente di spingere i miei interlocutori che si interessano di politica a trovare una soluzione, ma spesso la loro conclusione finale è quella di ammettere che Lunardi aveva ragione.
“Con la mafia (le mafie), bisogna convivere.”
Allora è lecito chiedersi chi le mafie hanno scelto nel primo Parlamento della Terza Repubblica come loro interlocutore.
Anche se tutti tacciono e fanno finta di niente come se il problema non esistesse.
****
Primarie, berluschini e grillismo nessuno parla delle mafie
di Arnaldo Capezzuto | 23 novembre 2012
Commenti (75
“Il paese ha bisogno della politica”.
“La gente è stanca dei partiti”.
“Ringraziamo i tecnici, ma il popolo è sovrano”.
“Dobbiamo rispettare gli impegni europei”.
“Berlusconi è il nostro padre nobile” ( e la Santanché la madre nobile--ndt)
“Occorre sviluppare politiche di sostegno alle aziende”.
“La sfida è sui diritti e su un nuovo welfare”.
“Hanno paura. Sono già morti e non lo sanno”.
“Ci chiamano antipolitica perchè sanno che perderanno la poltrona. Via i ladroni”.
“Basta con i privilegi, basta con la casta”.
“Rottamiamo i politici e le idee vecchie”.
E’ un diluvio di dichiarazioni e propositi. Provi ad aprire l’ombrello e a ragionare. Ti abitui a quelle litanie. Ti fanno compagnia. Ti sostengono. E pensi: tutto sommato almeno i ghiacciai si stanno sciogliendo.
C’è competizione, reattività. E’ un paese in movimento. E sembrano passati secoli da quando bastava allestire un set attentamente studiato con luce soffusa, mettere una calza su di una telecamera, avere un sorriso impostato, un po’ di trucco, una scrivania addobbata con le foto della moglie, dei figli, qualche libro chiuso, tanto non importa leggerlo, e dire solenne : “L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica…”.
Brividi percorrono la schiena e qualche dolore all’addome mette in preallarme. Il virus si è debellato da solo e non per lo svilupparsi di anticorpi come ottimisticamente immaginava il compianto Indro Montanelli.
Nell’entusiasmo c’è qualche nota stonata. Questa nuova primavera non profuma. I fiori sono appassiti. Le rose hanno più spine che boccioli. Sputo il rospo. Eccolo.
Dalle primarie, ai Noè dell’arca Pdl fino al grillismo passando per i nostalgici della Balena bianca in Ferrari nessuno parla della camorra, di mafia, di ndrangheta, di sacra corona unita, di stidda.
I programmi dei partiti non contemplano l’argomento.
Sembra che il problema non esista.
Sembra che l’Italia sia un paese “normale”.
Sembra appunto che sembra.
Tra spending review, crisi economica, prosciugamento della liquidità, famiglie in affanno, banche insolventi, collasso del credito le mafieSpa garantiscono la cassa di continuità.
Un “sistema” rodato che approfittando e contribuendo alla destrutturazione dei gangli dello Stato ha sviluppato una sua potenza finanziaria che acquista vigore e potenza attraverso le grandi operazioni di riciclaggio.
Non lo dico io. Ci sono le inchieste che lo certificano e anche diverse sentenze.
Quei figli e nipoti di camorristi e mafiosi indossano vestiti puliti, parlando di legalità, educano i loro piccoli alle regole: in silenzio sono a disposizione.
Oggi sono 32 anni dal terremoto del 23 novembre ma pare che quel sisma non sia mai finito.
Cantieri, lavori per somma urgenza, movimento terra, fornitura di calcestruzzo, sub-appalti, amici degli amici sono sempre li a fare affari in giro per l’Italia.
Veniamo al caso Campania: ci sono una dozzina di parlamentari in amicizia e comunione d’intenti con i camorristi.
Nonostante siano sotto processo, indagati in altri gravi procedimenti, e già al quarto mandato parlamentare: sono pronti a ricandidarsi.
Un nome per tutti, l’ex sottosegretario all’Economia con delega al Cipe Nicola Cosentino.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... ie/424443/