quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
I RETROSCENA - VELTRONI AL ROTTAMATORE: INTERESSATI ANCHE DEL PARTITO
Democratici, tutti contro tutti
Il sindaco Renzi: «Sperano che vada via»
E non esclude di candidarsi alla segreteria pd. Alessandra Moretti: «Un ruolo per Renzi? Il partito è pieno di primedonne»
Matteo Renzi (LaPresse)
ROMA - Uno che di Pd se ne intende, l'ex deputato Peppino Caldarola, ha notato un particolare che a tutti è sfuggito: da qualche tempo in qua Pier Luigi Bersani «ha un tic al naso quando è nervoso, cioè sempre». È dai piccoli dettagli, alle volte, che si afferra quello che sta succedendo. Il segretario del Pd è sotto pressione. E ne ha ben donde: «Rischiamo l'implosione», avverte Beppe Fioroni.
Già nel Partito democratico è ormai il tutti contro tutti: la presidente Bindi attacca il segretario, il segretario tenta di mettere sotto tiro Renzi, l'ex capogruppo Franceschini ventila la possibilità di una scissione. E il sindaco di Firenze si è convinto che qualcuno dentro il Pd stia lavorando, di provocazione in provocazione (l'ultima è la vicenda che riguarda i grandi elettori del Quirinale), per costringerlo a uscire dal partito. Lo ha spiegato ieri a qualche fedelissimo: «Ho la certezza che i bersaniani vogliono che io me ne vada. Questo è il loro obiettivo. Ma io rimango».
Renzi a Mentana: "'Da Obama a Fioroni? Devo riprendermi coi sali"
http://video.corriere.it/renzi-mentana- ... aeac9fffd0
Eccome se rimane. Anzi rilancia: adesso non esclude più di candidarsi alla segreteria del Pd. E a Porta a Porta annuncia: «Non metto nessun niet all'ipotesi di candidarmi al congresso». Renzi è talmente convinto di voler lanciare l'Opa sul partito che in questi ultimi tempi ha incontrato i due Grandi Rottamati: Walter Veltroni e Massimo D'Alema. Il primo colloquio, tenuto segreto, è avvenuto a Roma, a casa dell'ex segretario, alla vigilia della Direzione che si è tenuta dopo le elezioni. «Io voglio tornare allo spirito originario del Pd», ha spiegato Renzi a Veltroni. Che, soddisfatto per il riconoscimento, gli ha dato questo consiglio per il suo futuro da leader: «Devi entrare nell'ottica che ti devi interessare del partito, non puoi pensare solo al governo: nel Pd leader e premier coincidono». E il sindaco, come si è visto, ha seguito il suggerimento. Cominciando a tessere la sua tela anche nel Pd.
Renzi, stoccate a Bersani da Vespa
http://video.corriere.it/renzi-stoccate ... aeac9fffd0
Il secondo colloquio, come si sa, è di ieri. Chissà se D'Alema ha fatto a Renzi la profferta che ha in animo di fargli da giorni, secondo quanto scrive su «Panorama», con lo pseudonimo di Keyser Söze, un noto parlamentare. E cioè di assumere la guida di un governo di salvezza nazionale.
Non c'è quindi da stupirsi se la tensione tra Renzi e Bersani (che ieri ha cercato di rabbonire il sindaco) è altissima. La si palpa con mano, al centro come in periferia. Spiega Angelo Rughetti, deputato renziano: «La verità è che il partito è gestito come se le primarie non fossero mai avvenute e non vi fosse un 40 per cento del nostro elettorato che ha votato Matteo». Rughetti racconta anche alcuni episodi che lo hanno molto colpito: «Nelle sezioni se accompagni un cittadino o un amministratore locale a fare una tessera del Pd, se è renziano non gliela fanno».
Ma il malessere è generalizzato. Anche gli ex ppi sono a disagio: si sentono esclusi dai giochi. Questo spiega il nervosismo di Franceschini, per esempio. Che si è acuito con l'avvicinarsi dell'elezione del Presidente. «Se non ci sarà un cattolico al Colle vuol dire che è finita una stagione», afferma Fioroni. Sì il Quirinale fa fibrillare ancora di più la situazione. Secondo il direttore di Europa Stefano Menichini il Pd si sta avviando alla partita del Colle come la Dc: «Diviso in correnti». E un autorevole esponente di Largo del Nazaremo aggiunge questa chiosa: «Come la Democrazia Cristiana del 92, che elesse Scalfaro e poi esplose».
Sia Renzi che gli ex ppi (che, va detto per inciso, non vanno spesso d'accordo) guardano con sospetto anche ai movimenti a sinistra del Pd. E si chiedono che cosa significhi questo tentativo di matrimonio con Sel. O che rappresenti l'improvviso attivismo di Barca, che l'altro ieri si è incontrato addirittura con il leader Fiom Maurizio Landini in un bar dal nome evocativo: «Ritorno al passato». Renziani ed ex ppi avrebbero potuto avere qualche indizio di ciò che si muove a sinistra se avessero ascoltato ieri in Transatlantico uno dei luogotenenti di Vendola, Gennaro Migliore, che diceva a un amico: «Renzi potrebbe farsi il suo partito e arrivare anche al 20 per cento». Insomma sembrerebbe che nel centrosinistra ci sia chi ritiene che la somma non faccia il totale. E che se ex Ds (con l'innesto di Sel) ed ex margheritini si dividessero per poi allearsi alle elezioni prenderebbero più voti del Pd. «Una solenne stupidaggine», l'ha definita Veltroni nel suo colloquio con il sindaco di Firenze. E Matteo Renzi ha concordato con lui.
Maria Teresa Meli
12 aprile 2013 | 19:35
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/13_apri ... ffd0.shtml
Democratici, tutti contro tutti
Il sindaco Renzi: «Sperano che vada via»
E non esclude di candidarsi alla segreteria pd. Alessandra Moretti: «Un ruolo per Renzi? Il partito è pieno di primedonne»
Matteo Renzi (LaPresse)
ROMA - Uno che di Pd se ne intende, l'ex deputato Peppino Caldarola, ha notato un particolare che a tutti è sfuggito: da qualche tempo in qua Pier Luigi Bersani «ha un tic al naso quando è nervoso, cioè sempre». È dai piccoli dettagli, alle volte, che si afferra quello che sta succedendo. Il segretario del Pd è sotto pressione. E ne ha ben donde: «Rischiamo l'implosione», avverte Beppe Fioroni.
Già nel Partito democratico è ormai il tutti contro tutti: la presidente Bindi attacca il segretario, il segretario tenta di mettere sotto tiro Renzi, l'ex capogruppo Franceschini ventila la possibilità di una scissione. E il sindaco di Firenze si è convinto che qualcuno dentro il Pd stia lavorando, di provocazione in provocazione (l'ultima è la vicenda che riguarda i grandi elettori del Quirinale), per costringerlo a uscire dal partito. Lo ha spiegato ieri a qualche fedelissimo: «Ho la certezza che i bersaniani vogliono che io me ne vada. Questo è il loro obiettivo. Ma io rimango».
Renzi a Mentana: "'Da Obama a Fioroni? Devo riprendermi coi sali"
http://video.corriere.it/renzi-mentana- ... aeac9fffd0
Eccome se rimane. Anzi rilancia: adesso non esclude più di candidarsi alla segreteria del Pd. E a Porta a Porta annuncia: «Non metto nessun niet all'ipotesi di candidarmi al congresso». Renzi è talmente convinto di voler lanciare l'Opa sul partito che in questi ultimi tempi ha incontrato i due Grandi Rottamati: Walter Veltroni e Massimo D'Alema. Il primo colloquio, tenuto segreto, è avvenuto a Roma, a casa dell'ex segretario, alla vigilia della Direzione che si è tenuta dopo le elezioni. «Io voglio tornare allo spirito originario del Pd», ha spiegato Renzi a Veltroni. Che, soddisfatto per il riconoscimento, gli ha dato questo consiglio per il suo futuro da leader: «Devi entrare nell'ottica che ti devi interessare del partito, non puoi pensare solo al governo: nel Pd leader e premier coincidono». E il sindaco, come si è visto, ha seguito il suggerimento. Cominciando a tessere la sua tela anche nel Pd.
Renzi, stoccate a Bersani da Vespa
http://video.corriere.it/renzi-stoccate ... aeac9fffd0
Il secondo colloquio, come si sa, è di ieri. Chissà se D'Alema ha fatto a Renzi la profferta che ha in animo di fargli da giorni, secondo quanto scrive su «Panorama», con lo pseudonimo di Keyser Söze, un noto parlamentare. E cioè di assumere la guida di un governo di salvezza nazionale.
Non c'è quindi da stupirsi se la tensione tra Renzi e Bersani (che ieri ha cercato di rabbonire il sindaco) è altissima. La si palpa con mano, al centro come in periferia. Spiega Angelo Rughetti, deputato renziano: «La verità è che il partito è gestito come se le primarie non fossero mai avvenute e non vi fosse un 40 per cento del nostro elettorato che ha votato Matteo». Rughetti racconta anche alcuni episodi che lo hanno molto colpito: «Nelle sezioni se accompagni un cittadino o un amministratore locale a fare una tessera del Pd, se è renziano non gliela fanno».
Ma il malessere è generalizzato. Anche gli ex ppi sono a disagio: si sentono esclusi dai giochi. Questo spiega il nervosismo di Franceschini, per esempio. Che si è acuito con l'avvicinarsi dell'elezione del Presidente. «Se non ci sarà un cattolico al Colle vuol dire che è finita una stagione», afferma Fioroni. Sì il Quirinale fa fibrillare ancora di più la situazione. Secondo il direttore di Europa Stefano Menichini il Pd si sta avviando alla partita del Colle come la Dc: «Diviso in correnti». E un autorevole esponente di Largo del Nazaremo aggiunge questa chiosa: «Come la Democrazia Cristiana del 92, che elesse Scalfaro e poi esplose».
Sia Renzi che gli ex ppi (che, va detto per inciso, non vanno spesso d'accordo) guardano con sospetto anche ai movimenti a sinistra del Pd. E si chiedono che cosa significhi questo tentativo di matrimonio con Sel. O che rappresenti l'improvviso attivismo di Barca, che l'altro ieri si è incontrato addirittura con il leader Fiom Maurizio Landini in un bar dal nome evocativo: «Ritorno al passato». Renziani ed ex ppi avrebbero potuto avere qualche indizio di ciò che si muove a sinistra se avessero ascoltato ieri in Transatlantico uno dei luogotenenti di Vendola, Gennaro Migliore, che diceva a un amico: «Renzi potrebbe farsi il suo partito e arrivare anche al 20 per cento». Insomma sembrerebbe che nel centrosinistra ci sia chi ritiene che la somma non faccia il totale. E che se ex Ds (con l'innesto di Sel) ed ex margheritini si dividessero per poi allearsi alle elezioni prenderebbero più voti del Pd. «Una solenne stupidaggine», l'ha definita Veltroni nel suo colloquio con il sindaco di Firenze. E Matteo Renzi ha concordato con lui.
Maria Teresa Meli
12 aprile 2013 | 19:35
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http://www.corriere.it/politica/13_apri ... ffd0.shtml
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Re: quo vadis PD ????
l Fatto 12.4.13
Caltagirone e Casini si giocano la carta Matteo
di Caterina Perniconi
In casa Caltagirone-Casini si parla di lui. Matteo Renzi è la speranza di un new deal, un nuovo inizio, che piace sia al politico che all’imprenditore.
Pier Ferdinando ha guardato Matteo come “l’anticristo” per molto tempo: troppo cattolico, bipartisan e sorridente per non essere una sua copia ringiovanita. Una rottamazione indiretta che ha scatenato la crisi, sommata alla sconfitta politica. Non c’è stata partita questa volta, figuriamoci la prossima. A meno di non giocare nella stessa squadra.
Archiviata la liaison con Monti, che ha cannibalizzato l’Udc, ora ci sono da recuperare gli amministratori locali più giovani (alcuni governano già con il Pd) per riprovare a dare linfa, e consensi, allo scudo crociato.
O per marciare uniti alla truppa renziana in cambio di una nuova legittimazione personale e magari un futuro incarico. Certo, il sogno sarebbe una bella scissione di Matteo dal partito d’origine, ma anche in caso contrario bisogna aprire uno spiraglio.
Un’idea che dicono non dispiacere affatto a Francesco Gaetano Caltagirone. Che avrebbe già scelto il suo cavallo vincente, Matteo da Firenze. Il Messaggero, giornale di proprietà, lo marca a uomo. L’imprenditore sa di trovare un valido interlocutore: Renzi è l’anti “ammucchiata” a sinistra, un moderato che guarda con più interesse ai voti di Berlusconi che a quelli di Vendola.
All’attivo anche un amico comune, Davide Serra, che di economia e finanza se ne intende. Quelle che Caltagirone spera di veder ripartire, grazie a una politica più spregiudicata di Renzi una volta insediato a Palazzo Chigi. Del resto le cose a Roma non si sono messe bene. Ignazio Marino, il candidato sindaco di centrosinistra, è quello più lontano dai sogni dell’imprenditore, che puntava su David Sassoli. Il mercato immobiliare della Capitale è fermo e le case in-vendute sono tassate dall’Imu. Dilagano le occupazioni dei nuovi palazzi, vero incubo dei costruttori, come ricordato da un editoriale ieri in prima pagina sul Messaggero. Se a vincere poi fosse il grillino, gli uomini forti dell’edilizia sarebbero le prime vittime del nuovo sistema.
Non resta che sperare in una novità: all’orizzonte c’è solo Matteo.
Caltagirone e Casini si giocano la carta Matteo
di Caterina Perniconi
In casa Caltagirone-Casini si parla di lui. Matteo Renzi è la speranza di un new deal, un nuovo inizio, che piace sia al politico che all’imprenditore.
Pier Ferdinando ha guardato Matteo come “l’anticristo” per molto tempo: troppo cattolico, bipartisan e sorridente per non essere una sua copia ringiovanita. Una rottamazione indiretta che ha scatenato la crisi, sommata alla sconfitta politica. Non c’è stata partita questa volta, figuriamoci la prossima. A meno di non giocare nella stessa squadra.
Archiviata la liaison con Monti, che ha cannibalizzato l’Udc, ora ci sono da recuperare gli amministratori locali più giovani (alcuni governano già con il Pd) per riprovare a dare linfa, e consensi, allo scudo crociato.
O per marciare uniti alla truppa renziana in cambio di una nuova legittimazione personale e magari un futuro incarico. Certo, il sogno sarebbe una bella scissione di Matteo dal partito d’origine, ma anche in caso contrario bisogna aprire uno spiraglio.
Un’idea che dicono non dispiacere affatto a Francesco Gaetano Caltagirone. Che avrebbe già scelto il suo cavallo vincente, Matteo da Firenze. Il Messaggero, giornale di proprietà, lo marca a uomo. L’imprenditore sa di trovare un valido interlocutore: Renzi è l’anti “ammucchiata” a sinistra, un moderato che guarda con più interesse ai voti di Berlusconi che a quelli di Vendola.
All’attivo anche un amico comune, Davide Serra, che di economia e finanza se ne intende. Quelle che Caltagirone spera di veder ripartire, grazie a una politica più spregiudicata di Renzi una volta insediato a Palazzo Chigi. Del resto le cose a Roma non si sono messe bene. Ignazio Marino, il candidato sindaco di centrosinistra, è quello più lontano dai sogni dell’imprenditore, che puntava su David Sassoli. Il mercato immobiliare della Capitale è fermo e le case in-vendute sono tassate dall’Imu. Dilagano le occupazioni dei nuovi palazzi, vero incubo dei costruttori, come ricordato da un editoriale ieri in prima pagina sul Messaggero. Se a vincere poi fosse il grillino, gli uomini forti dell’edilizia sarebbero le prime vittime del nuovo sistema.
Non resta che sperare in una novità: all’orizzonte c’è solo Matteo.
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Re: quo vadis PD ????
Corriere 12.4.13
Ichino: con Matteo leader è naturale una convergenza
Il senatore eletto con Scelta civica: ora punti a guidare i democratici anche se il rischio di rottura è reale
di Enrico Marro
Senatore Ichino, Renzi appare sempre più in difficoltà nel Pd. Un altro segno dell'impossibilità di essere riformisti nel Pd oppure c'è un eccesso di protagonismo?
«A dire il vero — risponde Pietro Ichino (ex Pd, ora in Scelta civica) — mi sembra che Renzi non sia affatto in difficoltà. Per lo meno, non più di quanto lo fosse all'indomani delle primarie. Il risultato elettorale gli ha dato clamorosamente ragione, facendogli guadagnare una posizione centralissima».
È polemica sull'esclusione dai grandi elettori. Il Pd sta isolando Renzi?
«Non il Pd, ma la dirigenza e l'apparato centrale del partito. Nel bacino elettorale a cui il Pd può rivolgersi Renzi oggi è molto più centrale di ieri. È proprio questo scollamento tra apparato ed elettorato che fa stare in un'ansia terribile la struttura bersaniana».
Anche lei ha avuto vita difficile nel Pd e alla fine ne è uscito. Renzi farebbe bene a seguire il suo esempio o è meglio che faccia la battaglia interna?
«La mia scelta del dicembre scorso nasceva innanzitutto da anni di amicizia personale e da mesi di collaborazione con Mario Monti nell'elaborazione e promozione della sua agenda, quella che lui ha proposto come agenda per il Paese. È la scelta che mi consente oggi di coltivare e promuovere i progetti di riforma incisiva di cui il Paese ha bisogno, in materia di lavoro, di amministrazioni pubbliche, di scuola e università, molto meglio e più liberamente di quanto avrei potuto fare nel Pd. Renzi, invece, è un politico puro, profondamente radicato nel tessuto del Pd. Lui può e deve puntare a conquistarne la guida, per riproporne il disegno originario, che si è perso per strada. Certo, il rischio che questo produca una scissione è reale».
In quel caso potrebbe trovare una nuova casa in Scelta civica o, al contrario, potrebbe attrarre a sé una parte dello stesso partito di Monti?
«Scelta civica vuole unire coloro che sono convinti della necessità della “riforma europea” del Paese. Renzi si propone, in sostanza, la stessa cosa. Il giorno in cui intorno a lui nascesse una nuova forza politica che ponesse questo obiettivo davvero al centro del proprio programma e della propria azione, la convergenza tra quella forza e Scelta civica sarebbe naturale».
E con un Renzi leader del Pd e candidato premier sarebbe più facile un'alleanza Pd-Scelta civica?
«Sicuramente sì, per lo stesso motivo».
Si farà un governo oppure andiamo verso nuove elezioni?
Credo e spero che l'elezione del Capo dello Stato, nei prossimi giorni, apra una fase in cui prevalgano gli spiriti migliori del Paese. Se riusciamo a realizzare una grande convergenza su di una figura in cui davvero una larghissima maggioranza degli italiani possano riporre la loro fiducia, come è stato con Giorgio Napolitano, a quel punto sarà facile che quella persona assuma il ruolo di arbitro politico per la formazione di un “Governo del Presidente” capace di fare le cose essenziali di cui il Paese ha bisogno.
Ha un nome per il Quirinale?
In questa fase più che fare nomi occorre accordarsi sull'identikit: una figura apprezzata sul piano internazionale; che non sia troppo identificata con una della parti politiche e non sia faziosa; ma anche una persona che conosca bene la politica dal di dentro. Meglio se donna, per rompere un monopolio maschile sul Colle, che sta diventando sempre più insopportabile.
Ichino: con Matteo leader è naturale una convergenza
Il senatore eletto con Scelta civica: ora punti a guidare i democratici anche se il rischio di rottura è reale
di Enrico Marro
Senatore Ichino, Renzi appare sempre più in difficoltà nel Pd. Un altro segno dell'impossibilità di essere riformisti nel Pd oppure c'è un eccesso di protagonismo?
«A dire il vero — risponde Pietro Ichino (ex Pd, ora in Scelta civica) — mi sembra che Renzi non sia affatto in difficoltà. Per lo meno, non più di quanto lo fosse all'indomani delle primarie. Il risultato elettorale gli ha dato clamorosamente ragione, facendogli guadagnare una posizione centralissima».
È polemica sull'esclusione dai grandi elettori. Il Pd sta isolando Renzi?
«Non il Pd, ma la dirigenza e l'apparato centrale del partito. Nel bacino elettorale a cui il Pd può rivolgersi Renzi oggi è molto più centrale di ieri. È proprio questo scollamento tra apparato ed elettorato che fa stare in un'ansia terribile la struttura bersaniana».
Anche lei ha avuto vita difficile nel Pd e alla fine ne è uscito. Renzi farebbe bene a seguire il suo esempio o è meglio che faccia la battaglia interna?
«La mia scelta del dicembre scorso nasceva innanzitutto da anni di amicizia personale e da mesi di collaborazione con Mario Monti nell'elaborazione e promozione della sua agenda, quella che lui ha proposto come agenda per il Paese. È la scelta che mi consente oggi di coltivare e promuovere i progetti di riforma incisiva di cui il Paese ha bisogno, in materia di lavoro, di amministrazioni pubbliche, di scuola e università, molto meglio e più liberamente di quanto avrei potuto fare nel Pd. Renzi, invece, è un politico puro, profondamente radicato nel tessuto del Pd. Lui può e deve puntare a conquistarne la guida, per riproporne il disegno originario, che si è perso per strada. Certo, il rischio che questo produca una scissione è reale».
In quel caso potrebbe trovare una nuova casa in Scelta civica o, al contrario, potrebbe attrarre a sé una parte dello stesso partito di Monti?
«Scelta civica vuole unire coloro che sono convinti della necessità della “riforma europea” del Paese. Renzi si propone, in sostanza, la stessa cosa. Il giorno in cui intorno a lui nascesse una nuova forza politica che ponesse questo obiettivo davvero al centro del proprio programma e della propria azione, la convergenza tra quella forza e Scelta civica sarebbe naturale».
E con un Renzi leader del Pd e candidato premier sarebbe più facile un'alleanza Pd-Scelta civica?
«Sicuramente sì, per lo stesso motivo».
Si farà un governo oppure andiamo verso nuove elezioni?
Credo e spero che l'elezione del Capo dello Stato, nei prossimi giorni, apra una fase in cui prevalgano gli spiriti migliori del Paese. Se riusciamo a realizzare una grande convergenza su di una figura in cui davvero una larghissima maggioranza degli italiani possano riporre la loro fiducia, come è stato con Giorgio Napolitano, a quel punto sarà facile che quella persona assuma il ruolo di arbitro politico per la formazione di un “Governo del Presidente” capace di fare le cose essenziali di cui il Paese ha bisogno.
Ha un nome per il Quirinale?
In questa fase più che fare nomi occorre accordarsi sull'identikit: una figura apprezzata sul piano internazionale; che non sia troppo identificata con una della parti politiche e non sia faziosa; ma anche una persona che conosca bene la politica dal di dentro. Meglio se donna, per rompere un monopolio maschile sul Colle, che sta diventando sempre più insopportabile.
Re: quo vadis PD ????
mah, più leggo tutti 'sti "copiaincolla" ..... fra i giornalisti e i rappresentanti del pd non so chi sia più schizofrenico .... propendo per i primi.
posso anche capire le grandi manovre nel partito, i nervosismi fra vecchi , giovani, rottamatori e tirannosauri , la confusione c'è, ma quella dei giornalisti come si giustifica se non con il " scrivi scrivi, futtatinni, tanto... vero,verosimile,verificato, preso da qui e incollato lì, voci di corridoio, gole profonde ... tutto lo stesso è , tutto sullo stesso livello viene messo .... tanto nessuno capisce niente lo stesso " ...
bella roba.
posso anche capire le grandi manovre nel partito, i nervosismi fra vecchi , giovani, rottamatori e tirannosauri , la confusione c'è, ma quella dei giornalisti come si giustifica se non con il " scrivi scrivi, futtatinni, tanto... vero,verosimile,verificato, preso da qui e incollato lì, voci di corridoio, gole profonde ... tutto lo stesso è , tutto sullo stesso livello viene messo .... tanto nessuno capisce niente lo stesso " ...
bella roba.
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Re: quo vadis PD ????
Amadeus ha scritto:mah, più leggo tutti 'sti "copiaincolla" ..... fra i giornalisti e i rappresentanti del pd non so chi sia più schizofrenico .... propendo per i primi.
posso anche capire le grandi manovre nel partito, i nervosismi fra vecchi , giovani, rottamatori e tirannosauri , la confusione c'è, ma quella dei giornalisti come si giustifica se non con il " scrivi scrivi, futtatinni, tanto... vero,verosimile,verificato, preso da qui e incollato lì, voci di corridoio, gole profonde ... tutto lo stesso è , tutto sullo stesso livello viene messo .... tanto nessuno capisce niente lo stesso " ...
bella roba.
Perché queste osservazioni non le ho mai lette per gli avversari?
Eppure le informazioni sono state copiose e della stessa natura e modalità.
Re: quo vadis PD ????
ma gli avversari chi?
ce ne è stato sempre solo uno, e ti risulta che l'anno scorso la stampa si sia accanita smontando la pdl pezzo per pezzo, a cominciare dal motore ? a fare le pulci a verdini, cicchitto, alfano e compagnia cantante? nessuno scheletro? nessuna segreta macchinazione ai danni dei colleghi? nessun complotto per prendere posti avanti? tutti santi, tutti leali e onesti, votati alla mission del partito . qualcosina si era mossa per le primarie quando Crosetto ( ei fu) e la Meloni sollevarono un pò di pruvulazzu ( polverone), abortite le primarie si è ripreso a parlare di mignotte e processi.... tutta qua la stampa per gli avversari.
......
è di qualche giorno fa l'intervista con Casini ,mi pare del Corriere, dove di tutto si è parlato tranne del fatto che politicamente era morto, anzi era tutto un " ripartiamo da qui" , " è tempo della rivincita", dispensava consigli su renzi, grillo, monti...... sembrava che l'intervistatore stesse parlando con uno che aveva vinto le elezioni, non con uno che ha preso un treno in faccia.
non c'è gusto a sparare sui cadaveri , siccome l'unico soggetto politicamente vivo rimane il pd : puntare, mirare , fuoco .
ce ne è stato sempre solo uno, e ti risulta che l'anno scorso la stampa si sia accanita smontando la pdl pezzo per pezzo, a cominciare dal motore ? a fare le pulci a verdini, cicchitto, alfano e compagnia cantante? nessuno scheletro? nessuna segreta macchinazione ai danni dei colleghi? nessun complotto per prendere posti avanti? tutti santi, tutti leali e onesti, votati alla mission del partito . qualcosina si era mossa per le primarie quando Crosetto ( ei fu) e la Meloni sollevarono un pò di pruvulazzu ( polverone), abortite le primarie si è ripreso a parlare di mignotte e processi.... tutta qua la stampa per gli avversari.
......
è di qualche giorno fa l'intervista con Casini ,mi pare del Corriere, dove di tutto si è parlato tranne del fatto che politicamente era morto, anzi era tutto un " ripartiamo da qui" , " è tempo della rivincita", dispensava consigli su renzi, grillo, monti...... sembrava che l'intervistatore stesse parlando con uno che aveva vinto le elezioni, non con uno che ha preso un treno in faccia.
non c'è gusto a sparare sui cadaveri , siccome l'unico soggetto politicamente vivo rimane il pd : puntare, mirare , fuoco .
Re: quo vadis PD ????
Probabilmente senza volerlo, con le quirinarie Grillo ha reso ancor più evidente la chiave del rebus governo.
Sarebbe bastato che il PD avesse indicato al pdr uno dei nomi usciti dalla consultazione (tranne Grillo) per affidargli l'incarico e di colpo tutte le obiezioni del M5S sarebbero franate.
Perché non lo ha fatto Bersani? E possiamo sperare che lo farà?
Non credo, finché continuerà ad anteporre gli interessi della sua sopravvivenza politica.
Sarebbe bastato che il PD avesse indicato al pdr uno dei nomi usciti dalla consultazione (tranne Grillo) per affidargli l'incarico e di colpo tutte le obiezioni del M5S sarebbero franate.
Perché non lo ha fatto Bersani? E possiamo sperare che lo farà?
Non credo, finché continuerà ad anteporre gli interessi della sua sopravvivenza politica.
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Re: quo vadis PD ????
Renzi: ''Vorrei sfidare Berlusconi al voto''
*********************
massì dai,adesso rimandiamo il paese al voto giusto giusto per capire chi tra Renzi e Berlusconi ce l'ha più lungo.
roba da matti...
bisognerebbe prendere peppekrillo,la mummia cinese e Matteino e farci il remake di :
"l'insostenibile leggerezza dell'essere 2.0."
che razza di immaturità....e che pena.
ma perché Matteo ha tutta questa fretta?
Di cosa ha paura?
Tutti, Bersani compreso, danno ( davano?... ) per scontato che sarebbe stato lui il prossimo candidato leader del csx:
ed allora perché scalpitare così?
Pensa davvero che si andrà ad elezioni a giugno?
e con QUESTA legge elettorale ?
Se lo pensa è, quanto meno, ingenuo:
non si andrà ad elezioni nè a giugno nè ( parere mio... ) a breve scadenza.
Ed allora?
Non è che è di questo che ha paura, che, alla fine, in un modo o nell'altro, un PdR eletto con i voti del pd e del Movimento 5s possa favorire la formazione di un governo magari non a guida Bersani, ma che nasca con la sua benedizione, diretto da uno di quei personaggi di cui tanto si parla (Zagrebelski, Rodotà... ) e che tale governo, hai visto mai, operi bene facendo quelle due o tre cose che tutti si aspettano?
E che, alla fine, sia proprio questo PDC ipotetico a fargli ombra?
Perché se questa è la spiegazione, mi spiace, ma mi pare stia prendendo anche lui ( come qualcuno che ben conosciamo... ) l'abitudine di accusare gli altri per comportamenti propri.
In questo caso mi riferisco all'accusa a Bersani di pensare più al proprio destino individuale che al bene del Paese:
cosa che, invece, mi pare sia ciò che LUI sta facendo in questi giorni.
*********************
massì dai,adesso rimandiamo il paese al voto giusto giusto per capire chi tra Renzi e Berlusconi ce l'ha più lungo.
roba da matti...
bisognerebbe prendere peppekrillo,la mummia cinese e Matteino e farci il remake di :
"l'insostenibile leggerezza dell'essere 2.0."
che razza di immaturità....e che pena.
ma perché Matteo ha tutta questa fretta?
Di cosa ha paura?
Tutti, Bersani compreso, danno ( davano?... ) per scontato che sarebbe stato lui il prossimo candidato leader del csx:
ed allora perché scalpitare così?
Pensa davvero che si andrà ad elezioni a giugno?
e con QUESTA legge elettorale ?
Se lo pensa è, quanto meno, ingenuo:
non si andrà ad elezioni nè a giugno nè ( parere mio... ) a breve scadenza.
Ed allora?
Non è che è di questo che ha paura, che, alla fine, in un modo o nell'altro, un PdR eletto con i voti del pd e del Movimento 5s possa favorire la formazione di un governo magari non a guida Bersani, ma che nasca con la sua benedizione, diretto da uno di quei personaggi di cui tanto si parla (Zagrebelski, Rodotà... ) e che tale governo, hai visto mai, operi bene facendo quelle due o tre cose che tutti si aspettano?
E che, alla fine, sia proprio questo PDC ipotetico a fargli ombra?
Perché se questa è la spiegazione, mi spiace, ma mi pare stia prendendo anche lui ( come qualcuno che ben conosciamo... ) l'abitudine di accusare gli altri per comportamenti propri.
In questo caso mi riferisco all'accusa a Bersani di pensare più al proprio destino individuale che al bene del Paese:
cosa che, invece, mi pare sia ciò che LUI sta facendo in questi giorni.
Re: quo vadis PD ????
Siamo realisti. Bersani dove ci porta? Ad una specie di non-accordo con Berlusconi per andare comunque alle elezioni dopo un altro pasticcio?
Una proposta per un governo Rodotà o simili avrebbe potuto farla a Napolitano alla fine del suo mandato esplorativo. Ma non l'ha fatta. Perché se non per la preoccupazione del suo destino politico?
Le strade sono due. O si riesce a fare un governo che possa andar bene a Grillo (cosa alquanto difficile). O si va alle elezioni dopo aver tentato, se ci si riesce, di rifare la legge elettorale.
Entrambe le strade implicano che Bersani si rassegni al fatto che la sua stagione è finita e che non è possibile andar bene come leader del "cambiamento" dopo essere stato quello "dell'usato sicuro".
Poi vediamo se Barca o chi altri può andar meglio di Renzi per sconfiggere il caimano.
Altrimenti, teniamoci i bananas per altri cinque anni ed amen!
Speriamo nel frattempo di non rimetterci il presidente della repubblica per far stare bersande per qualche mese a palazzo chigi.
P.S. Capisco che Renzi possa star sulle scatole a molti. Intanto è un fatto che se non ci ritroveremo Marini o Finocchiaro alla presidenza della repubblica, lo dovremo a lui.
Una proposta per un governo Rodotà o simili avrebbe potuto farla a Napolitano alla fine del suo mandato esplorativo. Ma non l'ha fatta. Perché se non per la preoccupazione del suo destino politico?
Le strade sono due. O si riesce a fare un governo che possa andar bene a Grillo (cosa alquanto difficile). O si va alle elezioni dopo aver tentato, se ci si riesce, di rifare la legge elettorale.
Entrambe le strade implicano che Bersani si rassegni al fatto che la sua stagione è finita e che non è possibile andar bene come leader del "cambiamento" dopo essere stato quello "dell'usato sicuro".
Poi vediamo se Barca o chi altri può andar meglio di Renzi per sconfiggere il caimano.
Altrimenti, teniamoci i bananas per altri cinque anni ed amen!
Speriamo nel frattempo di non rimetterci il presidente della repubblica per far stare bersande per qualche mese a palazzo chigi.
P.S. Capisco che Renzi possa star sulle scatole a molti. Intanto è un fatto che se non ci ritroveremo Marini o Finocchiaro alla presidenza della repubblica, lo dovremo a lui.
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- Iscritto il: 21/02/2012, 17:56
Re: quo vadis PD ????
@mariok,
L'unico che ha parlato di urne senza se e senza ma è Bersani.
Ha detto:
o noi o il voto.
Senza inciuci o governi con Razzi e Scilipoti.
presto vedremo quanto vale la sua parola...
L'unico che ha parlato di urne senza se e senza ma è Bersani.
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o noi o il voto.
Senza inciuci o governi con Razzi e Scilipoti.
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