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Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 28/03/2017, 14:29
da UncleTom
28 mar 2017 11:27
1. DIETRO AL POTERE E ALL’INTOCCABILITÀ DEL ‘CECATO’ CARMINATI C’ERA LA FAMOSA RAPINA AL CAVEAU DEL TRIBUNALE DI ROMA ('99). L’OBIETTIVO ERA UN NASTRO CON UN AUDIO PREZIOSO
2. SU 900 CASSETTE DI SICUREZZA, PIENE DI SOLDI, GIOIELLI, ORO E SOPRATTUTTO FALDONI SEGRETI DI GIUDICI E AVVOCATI, SOLO 147 SONO STATE DEPREDATE, PER LA RABBIA DEI COMPLICI
3. CARMINATI FERMA LA RAPINA DOPO AVER TROVATO QUELLO CHE CERCAVA. DA ALLORA, IL SUO RUOLO CAMBIA: NON PIÙ UN TEMUTO ESECUTORE TRA TERRORISMO E MALAVITA, MA IL REGISTA DEGLI AFFARI ILLECITI ROMANI. LIRIO ABBATE IN UN LIBRO SVELA DI CHI ERANO LE CASSETTE
Gianluca Di Feo per la Repubblica
Era considerato il luogo più protetto di Roma: la banca interna al palazzo di giustizia, sorvegliata notte e giorno.
Cassette di massima sicurezza, a cui avvocati e magistrati affidavano i loro tesori, che si trattasse di gioielli, contratti o altro.
Ma su cosa esattamente custodisse quel caveau l' impressione è che molti abbiano mentito. E che lì dentro potessero esserci dei veri segreti di Stato lo aveva messo nero su bianco Domenico Sica, ex magistrato ma soprattutto ex Commissario Nazionale Antimafia dagli ampi e discrezionali poteri di indagine, uno dei tanti derubati eccellenti nella razzia del luglio 1999. Tutto è confuso, pure l' entità del bottino che oscilla da pochi miliardi di lire fino a 50 miliardi, con storie leggendarie di borse colme di lingotti sotterrate e di "collanone d' oro da zingaro" destinate alla fusione.
L' unica certezza è il capo della banda riunita per il colpo: Massimo Carminati, l' imputato chiave di Mafia Capitale, che finora ha preso la parola nel processo solo per parlare proprio di questa razzia e che da domani per due udienze potrebbe trasformare il dibattimento in uno show personale.
I misteri del caveau vengono ricostruiti per la prima volta da un saggio di Lirio Abbate, l' inviato de l' Espresso che con un' inchiesta giornalistica nel dicembre 2012 ha rivelato la rete criminale dell' ultimo re di Roma: "La Lista" (Rizzoli, 18 euro, 240 pagine). Un libro basato sulla documentazione dei processi, riletta alla luce di quello che è accaduto dopo l' irruzione nel caveau: perché quando all' alba di sabato 17 luglio 1999 Carminati esce dalla banca, comincia una nuova storia.
«Quelli sono anni in cui Carminati agisce su impulso esterno, non viaggia sempre in autonomia, è come un service e i fatti delittuosi di cui è imputato in quel periodo lo dimostrano. Anche in questo caso potrebbe essere stato soltanto lo strumento, la longa manus. E se anche in questo caso fosse stato il braccio operativo di un' organizzazione? Di certo da quel furto Carminati ne esce decisamente un uomo diverso, come diverse, rispetto al passato, saranno le azioni criminali che, dopo il caveau, traghetterà nella Capitale ».
In questa trama le liste che contano sono due. Quella dei derubati, che oltre a Sica contiene nomi di primissimo piano. Come Claudio Vitalone, magistrato e uomo di governo legatissimo a Giulio Andreotti e in quel momento assieme a lui sotto processo per l' omicidio di Mino Pecorelli: uno dei tanti delitti per cui è stato incriminato e assolto Carminati.
O come Guido Calvi, penalista di sinistra, senatore e avvocato dell' allora premier Massimo D' Alema. E una moltitudine di toghe, più o meno immacolate, avvocati o giudici, alcune arrivate negli anni successivi fino ai vertici delle istituzioni, come Giorgio Lattanzi, poi vicepresidente della Consulta; Vito Giustiniani, presidente di Cassazione, Aurelio Galasso, pg della Suprema Corte.
Ma c' è anche una lista più enigmatica, di cui parlano gli altri rapinatori: un elenco dettagliato delle cassette da aprire, che Carminati scrutava per dare indicazioni ai professionisti dello scasso. Soltanto 147 su 900 vengono depredate, molte sono vuote e l' operazione si interrompe nonostante ci siano ancora parecchie ore utili per incrementare il malloppo.
Bersagli che non sembrano scelti in base alla ricchezza, visto che molti dei complici resteranno delusi per il bottino: sono personaggi della malavita romana dai soprannomi eloquenti come er Gnappa, Mostro, il Mago delle vedove, Sbirulino, er Prete, er Mollica in compagnia di ben quattro carabinieri corrotti che li hanno fatti entrare nella cittadella giudiziaria. Imputati pronti a parlare di tutto, tranne che di Carminati. «Questa domanda mi mette la testa sotto la ghigliottina », risponde uno dei "cassettari" al pm.
«Lasciate perdere il Fascista», ribadisce agli inquirenti il faccendiere di camorra Giuseppe Cillari. Lui è voluto essere presente, forse perché c' era qualcosa che doveva prendere di persona. Qualcosa per cui - nonostante in quel momento fosse in attesa di sentenze importantissime - valeva la pena di rischiare l' arresto. Durante le sue ricerche giornalistiche, una fonte confidenziale ha spiegato ad Abbate che l' obiettivo era una registrazione audio: un nastro, così prezioso da giustificare il raid criminale nel palazzo di giustizia.
L' obiettivo deve essere stato raggiunto. Perché stando agli atti, dopo il blitz il profilo di Carminati cambia. Non è più un temuto esecutore che agisce nella zona nera tra terrorismo e malavita, ma diventa - secondo l' imputazione di Mafia Capitale - il regista degli affari illeciti romani: l' unico garante dei rapporti tra la Terra di Mezzo e i piani alti del potere.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 28/03/2017, 21:57
da UncleTom
...........ORA ET SEMPER:.....................DEMOCRAZIA CRISTIANA..............
Un listone unico e niente simbolo sulle schede
A Palermo il Pd si fonde con Angelino Alfano
Sosterrà Orlando alle prossime amministrative ed ha uno stemma che è la sintesi esatta dei tre partiti
Politica
Erano tutti o quasi d’accordo: con Angelino non andremo mai più, dicevano. E invece non solo il Pd torna ad allearsi con Alfano, ma addirittura è costretto a occultare il suo simbolo per fondersi con Alternativa Popolare, il neonato partito del ministro degli Esteri. Succede in Sicilia, infaticabile laboratorio politico nazionale, dove lunedì gli esponenti dem hanno presentato la loro lista in vista delle amministrative di Palermo. Un’occhiata al simbolo vale più di qualsiasi manuale di trasformismo politico
di Giuseppe Pipitone
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 28/03/2017, 23:03
da UncleTom
La cronaca nera del primo dopoguerra, annovera;
1946 – Rina Fort
1948 – Bellentani
1953 – Montesi
1962 – Fenaroli.
Dopo 5 anni di guerra, la società italiana ne aveva le scuffie piene di morti e ammazzamenti.
Tra il 1946 e il 1962, finirono sulle prime pagine solo i delitti sopra riportati.
Ma il tempo è passato, e per una ragione o per l’altra, la vita umana non ha più valore.
E’ il segno dei tempi. E’il segno che questa società è marcita. O imputridita, come dice Augias.
Gli omicidi si susseguono al ritmo di quasi uno al giorno.
Cronaca Nera | Di F. Q.
Emanuele Morganti, 2 fratelli fermati
per l’omicidio del 20enne. Procuratore
“Futili motivi, pestato con manganello”
^^^^^^^
1.
Trento, uccide i figli e si suicida: l’ex carabiniere ...
http://www.corriere.it/cronache/17_marz ... broker-che...
^^^^^^^
di F. Q. | 28 marzo 2017
Cronaca Nera | Di F. Q.
Vercelli, sperona l’auto dell’ex moglie
e poi l’accoltella: lei è in fin di vita
Su facebook scriveva: “Donne di merda”
^^^^^^^^
Martedì 28 Marzo 2017, 14:06
Roma, chiama 112: «Ho ucciso mia madre». Corpo trovato in intercapedine
Nel pomeriggio di oggi:
Pinerolo, uomo di 65 anni uccide la moglie a coltellate poi si consegna ai carabinieri
http://www.msn.com/it-it/notizie/italia ... spartanntp
Possiamo anche far finta di niente, ma questa società non esiste più.
Quando le società marciscono succedono anche queste cose.
Psss,…….parlate piano. Non ditelo a Gentiloni anche perché lui è intenzionato a tirare diritto.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 29/03/2017, 18:32
da UncleTom
CERCANDO IN RETE SE UNA NOTIZIA E' RIPORTATA ANCHE DAGLI ALTRI QUOTIDIANI OLTRE ALLA VOCE UFFICIALE DEGLI STRUMPTRUPPEN:
Cronaca | Di F. Q.
Caserta, 80enne uccide la moglie con
un’ascia e poi si getta dal balcone di casa
•A Parma un altro caso di omicidio-suicidio: coniugi 75enni trovati senza vita. Lui non accettava la malattia della compagna
NEPPURE CHI HA I GIORNI CONTATI E' IMMUNE DALLO STILLICIDIO.
E QUESTO DEVE FAR PENSARE.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 29/03/2017, 19:22
da UncleTom
ALLE 18,27 SE NE OCCUPA ANCHE DAGOSPIA, CHE LA METTE COSI':
29 mar 2017 18:27
ITALIA UNITA DALL’OMICIDIO-SUICIDIO
- A CASERTA UN 80ENNE MASSACRA LA MOGLIE CON UN'ASCIA E POI SI UCCIDE BUTTANDOSI DAL BALCONE
– A PARMA UN 75ENNE AMMAZZA LA MOGLIE MALATA A COLTELLATE E POI SI TOGLIE LA VITA
Da www.ilmessaggero.it
Potrebbe essere stato un improvviso raptus di follia, alimentato forse da uno stato depressivo, a spingere l'80enne Gennaro Merola ad uccidere la scorsa notte, probabilmente con un'ascia, la moglie Gerarda Di Pietro, di 77 anni, e a togliersi poi la vita lanciandosi dal balcone.
La tragedia è avvenuta in via Della Valle a Santa Maria Capua Vetere, dove i due coniugi, entrambi pensionati, vivevano una vita ordinaria. Avevano due figli adulti che da anni non vivevano più a casa, e venivano descritti dai vicini come una coppia tranquilla; nulla lasciava insomma presagire lo scoppio di follia.
I carabinieri hanno rinvenuto nell'abitazione un'ascia con cui Merola ha colpito ripetutamente la moglie al volto. Un commerciante che aveva il negozio al pian terreno del palazzo dove è avvenuta la tragedia, ha spiegato di conoscere i due coniugi ma di non aver mai udito urla provenire dalla casa della coppia, né di aver mai sentito litigi.
Era depresso ma anche geloso della moglie 77enne. Ci sarebbe questo dietro la tragedia. Una gelosia della quale l'uomo aveva parlato con la figlia dicendole che poteva essere un motivo per compiere un atto grave.
La figlia, intervenuta poco dopo, ha ricostruito il contesto in cui è avvenuta la tragedia. Ha riferito agli inquirenti che il padre depresso era solito vedere sulle reti televisive nazionali le trasmissioni in cui si raccontano fatti di cronaca, specie quelli che vedono le donne come vittime della gelosia maschile, che sono molto numerosi soprattutto negli ultimi giorni.
L'anziano genitore, pur senza manifestare alcuna intenzione violenta verso la moglie, aveva detto che la gelosia poteva determinare atti gravi; parole cui non era stato dato alcun peso, ma che purtroppo si sono trasformate in azione concreta. I vicini, ascoltati dai carabinieri, hanno riferito di una coppia solida e senza problemi.
2. PARMA, UCCIDE LA MOGLIE MALATA
Dal www.ilmessaggero.it
Tragedia questa mattina a Felegara, in provincia di Parma, dove sono stati ritrovati senza vita due coniugi di 75 anni. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe ucciso la moglie con alcune coltellate, poi si sarebbe tolto la vita.
Le indagini sulla coppia trovata morta a Felegara, nel Parmense, confermano l'ipotesi dell'omicidio-suicidio. Le vittime sono i coniugi Gianfranco Carpana, conosciuto da tutti come Romano, e Wilma Paletti, entrambi di 75 anni. Sono stati trovati l'uno accanto all'altro nella loro abitazione. Per uccidere la moglie, Carpana avrebbe usato un coltello da cucina con cui l'ha colpita alla gola. Poi avrebbe rivolto l'arma verso di lui colpendosi allo stesso modo.
A trovare i corpi senza vita dei due sono stati questa mattina i figli, che attorno alle 8 si sono recati nella casa per sincerarsi delle loro condizioni. A causare la tragedia le condizioni di salute della donna, malata da tempo: negli ultimi tempi aveva avuto un sensibile aggravamento delle proprie condizioni, ed era appena tornata a casa dopo un periodo di ricovero in ospedale.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 29/03/2017, 22:21
da UncleTom
CAMMINARE IN PUNTA DI PIEDI NELLO STAGNO IMPUTRIDITO CHE SI CHIAMA ITALIA, PER EVITARE L’ONDA, E’ DIVENTATO ASSAI DIFFICOLTOSO.
DISTINGUERE IL VERO DAL FALSO, LA PROPAGANDA DALLA BUFALA E’ DIVENTATO COMPLICATO.
PER IL MOMENTO SOLO L’ORGANO UFFICIALE DEGLI STRUMPTRUPPEN PUBBLICA QUESTA NOTIZIA:
Alatri, gli animalisti: "Emanuele era cacciatore, meritata la morte"
Dai profili Facebook emerge la dura sentenza degli animalisti italiani: "Il ragazzo di Alatri ucciso merita la morte, perchè cacciatore"
Marco Vassallo - Mer, 29/03/2017 - 18:49
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Emanuele Morganti è il ragazzo di 20 anni brutalmente ucciso da un gruppo di coetanei ad Alatri nella notte tra venerdì 24 e sabato 25 marzo.
Un ragazzo come tanti, che non meritava di morire. Nessuno lo merita, non in quel modo. Ma qualcuno non la pensa così: gli animalisti e i vegani più estremisti.
La cattiveria degli animalisti
Nelle molte fotografie che ritraggono Emanuele in vita, ce n'è una che lo vede con in mano un pesce. La pesca era la sua passione, come la caccia. Per gli animalisti però questo è un peccato, punibile con la morte. Lo scrivono su Facebook come una sentenza. Dura e violenta, come i colpi che hanno straziato il corpo del giovane 20enne.
"Il ragazzo ucciso era un cacciatore, morte chiama morte, non mi tocca" scrive un utente animalista. E ancora: "La ruota gira, Emanuele è morto perché era un cacciatore" tuona un altro. Insomma, il verdetto degli animalisti è chiaro. Senza pietà, perchè Emanuele uccideva gli animali e perciò non merita rispetto nemmeno da morto.
È questa la lezione che ci impartiscono gli animalisti, cruda come il mondo animale che difendono, ma chiaramente disumana, come loro.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 30/03/2017, 14:33
da UncleTom
Da stamani in edicola:
SEBASTIANO ARDITA
PIERCAMILLO DAVIGO
GIUSTIZIALISTI
COSI’ LA POLITICA ITALIANA LEGA LE MANI ALLA MAGISTRATURA
Commento sul primo fronte interno
<<Noi con le nostre forze di Polizia li abbiamo
arrestati. I giudici li hanno liberati. L’opinione
pubblica deciderà>>. Così l’ex ministro
dell’Interno Angelino Alfano all’indomani
dei disordini degli antagonisti avvenuti a
Bologna nel novembre del 2015. Come se
i giudici avessero deciso deliberatamente, senza
applicare le leggi in materia che il Parlamento
aveva varato in precedenza. Alfano, ma non
solo, sa che un magistrato spesso ha l’obbligo
di scarcerare qualcuno, pur riconoscendo
che la norma impone una scelta che egli stesso
ritiene sbagliata. Lasciandolo in galera, infatti,
incorrerebbe in una severa misura disciplinare.
Questo, al contrario, non vale per i politici
che se votano una legge iniqua o ad personam
sono indenni da rischi perché agiscono
nell’<<esercizio dell’attività parlamentare>>.
Un libro duro, sull’eterno scontro
tra magistratura e politica. Un viaggio
nelle aule dei tribunali, nelle Procure e nelle
carceri dove i paradossi della legislazione
nostrana implicano decisioni al limite
della decenza e dove la giustizia diventa spesso
ingiustizia.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 31/03/2017, 9:40
da UncleTom
GIUSTIZIALISTI
NELLA COPERTINA DI FONDO:
<<Non abbiamo molti criminali, o comunque non molti
di più di quanti ne abbiate voi. Solo che i nostri
preferiscono venire a delinquere nel vostro Paese, perché
in Romania chi sbaglia paga: le leggi sono molto più severe
e le carceri parecchio dure. E non siamo soliti a concedere
a gratis sconti di pena ai criminali>>
Il capo della delegazione rumena in una riunione
al ministero di Giustizia sul problema
della “ criminalità d’importazione” in Italia.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 31/03/2017, 10:18
da UncleTom
GIUSTIZIALISTI
Prefazione
Marco Travaglio
Questo era il sogno di Montanelli
di Marco Travaglio
Verso la fine della sua lunghissima e bellissima vita, Indro Montanelli mi commissionò un libro: << Marco, tu devi scrivere il Codice penale tradotto in italiano.
Te lo chiedo perché sarei il primo lettore.
Ho una vecchia laurea in Giurisprudenza, presa ancora ai tempi del codice Zanardelli, ma non mi era servita a niente: io nei meandri, nei meccanismi e nei linguaggi del processo penale mi perdo.
E vorrei capirci qualcosa, anche perché ormai tutto passa da lì: è impossibile distinguere la cronaca politica da quella giudiziaria>>.
Ci ho provato diverse volte a scrivere un libro, ma né prima né dopo la morte di Montanelli ci sono riuscito: c’era sempre qualche argomento che prendeva il sopravvento.
Poi, per fortuna, senza che ci parlassimo, la stessa idea è venuta a Sebastiano Ardita e Piercamillo Davigo, due magistrati valorosi e benemeriti.
Non solo per le indagini e i processi che hanno condotto.
Ma anche e soprattutto per un’altra virtù, tanto rara quanto preziosa: quella di parlare e scrivere in italiano chiaro, diretto e comprensibile, al contrario di tanti loro colleghi che si esprimono in sanscrito del giudichese e impiegano un quarto d’ora solo per dire <<buongiorno>>.
Giustizialisti è proprio quel Codice penale (e anche di procedura penale) tradotto in italiano che sognava Montanelli e che io non sono mai riuscito a scrivere: un libro semplice e stuzzicante, provocatorio al punto giusto, che spiega a tutti i non addetti ai lavori i perché e i percome della giustizia italiana allo sfascio.
Una giustizia-paradosso che macina montagne di processi e partorisce solo topolini.
Una giustizia spaventa passeri, che vista da lontano fa paura a tutti e, da vicino, fa ridere anche i polli.
Una giustizia accusata di non funzionare per colpa dei giudici e invece programmata dagli altri poteri apposta per non funzionare.
Parlando e scrivendo come mangiano, Ardita e Davigo illuminano questioni che a noi semplici mortali risultano intelleggibili e invece hanno tutte una spiegazione semplice, spesso banale.
Fanno parlare i dati, le cifre, le norme, gli episodi di vita vissuta sviscerando le questioni di più bruciante attualità lumeggiandone le cause e le possibili soluzioni.
E, al contempo, smontano uno ad uno gli slogan, le dicerie, i luoghi comuni, e le menzogne diffusi a piene mani dall’eterno Partito dell’Impunità che in Italia si ammanta ipocritamente di alti principi e sacri valori come “il garantismo”, la “presunzione di innocenza”, la “separazione dei poteri”, il “primato della politica”.
Tutte imposture divenute il rifugio dei peggiori mascalzoni in guanti gialli.
Il Paese dell’Impunità
Si sente sproloquiare di sovraffollamenti delle carceri, poi si scopre che ogni anno entrano nelle patrie galere 90 mila persone e ne escono 80 mila, con una permanenza media in cella di appena 90 giorni.
Si sente cianciare di abusi della custodia cautelare, poi si scopre che è quasi possibile arrestare un incensurato salvo che si metta a sparare (e spesso neppure questo basta): così si crea la figura unica al mondo dell’”incensurato a vita” che delinque serialmente.
Si sente vaneggiare di colletti bianchi perseguitati dalla giustizia, poi si scopre che solo lo 0,3% dei detenuti in espiazione della pena appartengono alla categoria Vip, mentre tutti gli altri sono condannati per reati di strada, di solito infinitamente meno gravi e socialmente meno dannosi di quelli commessi dai ricchi e dai potenti( in controtendenza con Paesi portati a esempio di virtù dai nostri “”garantisti”, come gli Stati Uniti, dove la giustizia non ha alcun riguardo per ricchi e potenti, come dimostrano i casi di Dominique Strauss-Kahn, Paris Hilton, Mel Gibson, Hugh Grant, Bernie Madoff e così via).
Anche fra i reati di strada, poi, le infinite scappatoie infilate nei Codici da una classe dirigente con il culo sporco hanno creato un sistema demenziale che punisce più severamente condotte più lievi rispetto a quelle più pericolose: un condannato per rapina a mano armata trascorre in prigione 635 giorni, contro i 761 di uno spacciatore di droga.
In compenso chi ha sottratto alla collettività decine o centinaia di milioni con una bancarotta fraudolenta non supera di solito i 190 giorni effettivi di detenzione(poi ottiene una pena alternativa, cioè torna in libertà con una ridicola restrizione), mentre chi è condannato per furto di soldi o beni di valore infinitamente più lievi, le pene alternative se le scorda e sconta in cella 256 giorni.
Il che basta e avanza per spiegare come mai l’Italia esporta cervelli in fuga e importa criminali da tutto il mondo.
Fantastico il racconto della riunione al ministero della Giustizia fra le delegazioni del governo italiano e di quello romeno per il rimpatrio di cittadini della Romania condannati per delitti commessi nel nostro Paese.
Gli italiani rinfacciano ai romeni gli altissimi tassi di devianza dei loro concittadini, i romeni rispondono che i due Paesi hanno più o meno la stessa percentuale di delinquenti, senonchè quelli romeni preferiscono delinquere in Italia perché da loro chi sbaglia paga e da noi no.
Re: Diario della caduta di un regime.
Inviato: 31/03/2017, 11:28
da UncleTom
SCRIVE MARCO TRAVAGLIO:
……Giustizialisti è proprio quel Codice penale (e anche di procedura penale) tradotto in italiano che sognava Montanelli e che io non sono mai riuscito a scrivere: un libro semplice e stuzzicante, provocatorio al punto giusto, che spiega a tutti i non addetti ai lavori i perché e i percome della giustizia italiana allo sfascio…….
Colonna vertebrale
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La colonna vertebrale, detta anche rachide o "spina dorsale", è il principale sostegno del corpo umano e di quello di molti animali: i vertebrati.
Oltre alla funzione di sostegno, la colonna vertebrale assolve altre importanti funzioni; una protettiva e una motoria
IN UNO STATO CIVILE LA COLONNA VERTEBRALE E’ RAPPRESENTATA DALLA GIUSTIZIA.
SE LA GIUSTIZIA REGGE ANCHE LO STATO REGGE.
SOSTIENE CORRADO AUGIAS:
Ormai è “il sistema ad essere irriformabile perché imputridito.
E’ appena uscito l’ultimo libro di Giampaolo Pansa:
L'Italia che non c'è più
Giampaolo Pansa
Il racconto di un Paese che sembra pronto per un golpe “dolce” dal fallimento di Grillo e dei suoi colonnelli alle difficoltà del renzismo. Il gran Ganassa sta annaspando. Ma anche gli altri non se la passano bene. Se un marziano sbarcasse in Italia resterebbe senza parole nel constatare i tanti guai del nostro Paese. A cominciare dalla capitale che di fatto non esiste più, da quando si è insediata la sindaca dalla giunta inesistente.
Immaginate di avere di fronte i due protagonisti di questo libro Il primo è un giornalista anziano, Paolo L’altro è una ragazza sui vent’anni, Carlotta, bella, sfrontata e ignorante Che cosa credete stiano facendo? Se pensate all’inizio di un rapporto a luci rosse, vi sbagliate In realtà Carlotta, figlia di un amico, ha accettato di assistere Paolo nella stesura delle proprie memorie Ecco, avete tra le mani il diario del loro lavoro Un racconto dell’Italia com’era qualche decennio fa e una previsione dell’Italia che sta cambiando sotto i nostri occhi Cambia in meglio?
"Seguo e racconto la politica da più di 50 anni" scrive Pansa "ma non avevo mai assistito a un fatto tanto strabiliante: la Repubblica italiana sta diventando un territorio pronto a qualsiasi scorribanda. Presto verremo governati dai carabinieri e dalla Guardia di Finanza. Non si tratterà di un colpo di stato bensì di un semplice passaggio di consegne tra un potere morente e uno ben saldo nelle sue tante caserme."
http://www.laprovinciacr.it/cultura/cul ... pansa.html
QUESTA E’ L’AMARA REALTA' IN DATA 31 MARZO 2017