That's why !
15/08/2013 06:06
Lega in naftalina Così Tosi scalerà l’area moderata
Primarie e ragazzi al comando per sfondare in tutta Italia
( mmhhh ...qualcuno copia di brutto dai dem.... )
Flavio Tosi scende in campo. Succede d’agosto, mentre tutti attendono la candidatura di Marina Berlusconi ma lei dice no, "basta con queste voci", mai pensato alla politica. È la tecnica del dribbling, tu aspetti la finta a destra ed invece arriva il tunnel, da Verona, su al Nord est che fu modello di successi economici ed oggi fatica per la crisi. Un tunnel con la faccia appunto di Flavio Tosi. Il sindaco della città di Romeo e Giulietta ha creato una fondazione che avrà il compito di lavorare al programma. Nel suo pedigree, oltre la Lega, c’è l’esperienza della Lista Tosi, già due performance agonistiche alle spalle. La prima nel 2007, con Flavio candidato sindaco e la seconda nel 2012 ancora con lui frontman. Due partite, due vittorie, entrambe a Verona, uno score niente male ed un laboratorio aperto. Nel 2012, anno della sua riconferma a sindaco, Tosi trionfa al primo turno con il 57,35% dei consensi, grazie soprattutto alla Lista Civica col suo nome che, con il 37,32% dei voti, si attesta quale prima forza politica a Verona. "Ha vinto una squadra di amici" dice Tosi che non nasconde la soddisfazione per aver intensificato la sua distanza dai partiti in crisi, a cominciare dalla Lega.
Tosi però una musa ispiratrice c’è l’ha: la Dc "che era un modo limpido e bello di fare politica, con spirito di servizio e che tanto ha fatto per lo sviluppo del territorio". Si sa il Veneto e la Dc hanno una lunga storia di affiatamento, quasi di simbiosi, interrotta soltanto dal cortocircuito di Tangentopoli ma chissà, forse pronta a ricominciare. Nelle parole chiave dell’impegno politico di Tosi - tra l'altro leader più che telegenico, che nei talk funziona e si vede spesso - ci sono "meritocrazia, lavoro, impegno". E uno snodo chiave per conquistare la leadership del centrodestra: le primarie. Su questo il sindaco di Verona aveva anticipato le proprie intenzioni già un mese e mezzo fa.
"La candidatura non l’ho esclusa - disse Tosi agli inizi di luglio, in un’intervista al Tg di Telenuovo, tv locale - però il punto fondamentale è che anche il centro-destra deve porsi la questione della leadership, guardando a quello che ha fatto il centro-sinistra. Con le primarie ha fatto il massimo consenso e aveva individuato una figura, come quella di Renzi, che li avrebbe portati a vincere. Renzi è una figura nuova, giovane rispetto alla politica tradizionale, e quindi aveva i requisiti che forse dovrebbe individuare il centro-destra, in un'altra figura". Secondo il sindaco di Verona, infatti, "nel momento in cui ci sarà, e ci sarà, il rinnovamento nel centro-sinistra, anche il centro-destra dovrà porsi la stessa questione. E le primarie potrebbero essere un metodo di coinvolgimento degli elettori di centro-destra che oggi sono assolutamente disamorati". La sua simpatia per il modello primarie e le citazioni di Renzi sono valse a Tosi, nelle settimane scorse, le battute di un altro politico veneto, irriducibile berlusconiano, l'ex ministro Galan: "Flavio Tosi con l'idea delle primarie nel centrodestra si sta preparando a sopravvivere". Secondo l'ex governatore del Veneto il sindaco di Verona "non ha più un partito perché sa benissimo che il partito di cui è segretario nazionale non esiste più. E allora come fa? Dato che conosco la dose di cinismo di cui è dotato, sta cercando di costruirsi un’alternativa con la quale alla fine confluirà da qualche parte. E secondo me Tosi confluirà con Matteo Renzi, vedrete se sbaglio. È di sicuro la cosa che gli conviene di più». Ed invece Tosi più che a confluire con qualcuno sembra mirare a scalare il centrodestra, cogliendo in pieno la crisi del berlusconismo: Silvio condannato, la stanchezza degli altri, il no di Marina Berlusconi ad una discesa in campo (ma vi immaginate, nel caso cambiasse in futuro idea, una sfida alle primarie di centrodestra tra Tosi e Marina Berlusconi? Altro che Renzi e Bersani, sarebbero scintille e linfa vitale per un elettorato stanco, per le troppe illusioni perdute, come quello dei moderati) e puntando sulla svolta generazionale. In questo si, probabilmente Tosi vede delle analogie con Renzi che sul rinnovamento anagrafico e sulla rottamazione della vecchia nomenclatura del Pd ha costruito un pezzo della propria identità politica e del proprio successo. Ecco allora annunciare che "a settembre farà il punto" sulla sua fondazione e "lancerà la convention che si terrà dopo poche settimane". Quel che serve, prima di mettersi in campo senza poter tornare indietro, il sindaco lo spiega.
"Ci vorrebbe una nuova legge elettorale per non rischiare di ritrovarsi con lo stesso risultato di febbraio scorso e poi c'è da vedere cosa farà Enrico Letta". Nel frattempo però lui le idee sui compagni di viaggio le ha chiare. Niente vecchi boiardi del fu centrodestra ma giovani, quelli si, come Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia con cui dice di avere "un buon rapporto, vado sempre alla festa di Atreyu". E la Lega? Lui da leghista spiega che sarà in campo "perché non vede perché la Lega debba essere esclusa dalla competizione". Anche se poi Tosi stesso nota come lui, sindaco di Verona, "la Lega non sia il partito più forte" in città. Quello è la sua Lista. E qui arriva lo snodo cruciale. A differenza di Renzi che ha un partito ingombrante da scalare, Tosi ha un partito regionalista, la Lega appunto, che difficilmente potrà - per ragioni politiche ma anche di consenso necessario a vincere, da Trento a Palermo - condurlo a diventare leader del centrodestra nazionale.
Ecco allora la necessità di darsi da fare per ampliare al massimo le possibilità di consenso ed uscire dalla nicchia leghista che al nord, in un pezzo almeno, ancora funziona ma già in Emilia accusa il colpo di un programma politico più macroregionale che nazionale. Tosi questo deficit politico lo ha pure evidenziato. "Dopo le elezioni - disse alla vigilia del voto di febbraio scorso - sarà necessaria un'ulteriore evoluzione positiva della Lega che sia in grado di allargare il suo consenso sul territorio anche all'elettorato che tradizionalmente non votava Lega ma che la pensa allo stesso modo". La partita, dunque, è appena cominciata.
Massimiliamo Lenzi
... bei tempi quando c'era la Diccì....
...Galan dimostra oltre ogni ragionevole dubbio la tesi contraria rispetto a quella che lo Zio riporta spesso : " spostati da quella poltrona che mi ci devo sedere io" .
Diciamo che questa tesi è vera quanto è vero che è frutto di presenze asfissianti oltre ogni limite di mandato e di alzheimer .
diciamo anche che c'è un cortocircuito fra vita e sopravvivenza . Galan accusa Tosi di voler sopravvivere , se fosse in cura da uno bravo gli direbbe che sta parlando di un suo - di Galan- problema .
"statti buonino a cuccia che ancora sono al comando io"
Quando devono emergere i giovani ? a 50 anni? e che giovani sono?
l'anagrafe non può essere una discriminante. sacrosanto.
ma allora quando e perchè si devono fare da parte i dinosauri? si possono usare le batoste elettorali come prova?
la manifesta incapacità e inadeguatezza è democraticamente dimostrabile?
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