From Sicily with love
Re: From Sicily with love
Ragusa - La prima produzione di biodiesel in provincia di Ragusa, grazie al progetto “Energie Naturali”, sarà disponibile dal prossimo mese di giugno, quando si procederà alla raccolta di colza e lino e alla successiva spremitura dei semi. E' quanto è stato annunciato stamani nel corso del convegno sullo stato di attuazione del progetto che è stato promosso nell'ambito del Psr Sicilia 2007-2013 misura 124 – prima sottofase.
Numerose aziende agricole dell'area iblea hanno aderito al progetto che ha come obiettivo il collaudo, il trasferimento e la diffusione di ricerche sul biocombustibile mediante la coltivazione di oleaginose per l'ottenimento di biodiesel e di alcuni sottoprodotti. Il convegno, che si è svolto presso “La Cuccagna In” a Ragusa, ha visto l'intervento di alcuni esperti e le relazioni tecniche del coordinatore scientifico prof. Orazio Sortino e dell'agronomo Giorgio Gurrieri.
Le conclusioni sono state affidate all'agronomo Franco Celestre, di Prosea, organismo capofila del progetto. Lungo gli altipiani iblei sono state attivate delle piattaforme dimostrative e grazie all'adesione di varie aziende si è riusciti a sviluppare il progetto su ben 8 ettari di terreno. A breve si procederà alla raccolta e dunque alla spremitura.
“Da ogni ettaro di terreno coltivato a colza e lino – ha spiegato il coordinatore scientifico Sortino durante il partecipato convegno – è possibile prevedere una resa di circa 450 litri. Come si può ben capire è un'ottima possibilità per rendere più remunerativo il settore dell'agricoltura che oggi soffre la crisi. Inoltre nel futuro il prezzo del carburante andrà sempre a crescere e il biocombustibile potrà rappresentare un’alternativa più economica e assolutamente meno inquinante”. Con il progetto “Energie Naturali” si sta dunque operando per la concreta applicazione di ricerche condotte in precedenza da Università, in particolare la Facoltà di Agraria di Catania e altri enti come il Consorzio Ballatore e l’Ites di Palermo. “Siamo soddisfatti dei risultati finora raggiunti dal progetto – ha spiegato l’agronomo Franco Celestre – perché con l’applicazione delle ricerche sviluppate da varie Università ed Enti, saremo in grado di dimostrare che vi sono colture alternative che possono dare nuovo reddito, oltre a poter contare su una diversificazione colturale che porterà ad un beneficio al nostro territorio perché sviluppare energie naturali da colza e lino, sicuramente è positivo per il futuro sviluppo, pensando ad una terra più pulita e meno inquinata”. Sullo stato di attuazione del progetto ha sviluppato la sua relazione l’agronomo Giorgio Gurrieri: “Tra ottobre e novembre sono state effettuate le semine in alcune aziende che hanno aderito al progetto e che sono tutte site sugli altipiani iblei. A giugno spremeremo i semi di colza e di lino, riuscendo così a produrre il biodiesel. Avremo però anche dei sottoprodotti molto interessanti come il panello di colza da usare come concime biocida nella serricoltura, il panello di lino da utilizzare nell’alimentazione zootecnica e dei pellet di paglia da utilizzare come biocombustibile. Uno degli obiettivi è dunque quello di creare un reddito alternativo o aggiuntivo a quello aziendale, cercando di tutelare maggiormente l’ambiente”. Come si sta verificando dalle varie fasi del progetto, le agroenergie hanno delle grosse potenzialità, superiori perfino ad eolico e fotovoltaico.
Numerose aziende agricole dell'area iblea hanno aderito al progetto che ha come obiettivo il collaudo, il trasferimento e la diffusione di ricerche sul biocombustibile mediante la coltivazione di oleaginose per l'ottenimento di biodiesel e di alcuni sottoprodotti. Il convegno, che si è svolto presso “La Cuccagna In” a Ragusa, ha visto l'intervento di alcuni esperti e le relazioni tecniche del coordinatore scientifico prof. Orazio Sortino e dell'agronomo Giorgio Gurrieri.
Le conclusioni sono state affidate all'agronomo Franco Celestre, di Prosea, organismo capofila del progetto. Lungo gli altipiani iblei sono state attivate delle piattaforme dimostrative e grazie all'adesione di varie aziende si è riusciti a sviluppare il progetto su ben 8 ettari di terreno. A breve si procederà alla raccolta e dunque alla spremitura.
“Da ogni ettaro di terreno coltivato a colza e lino – ha spiegato il coordinatore scientifico Sortino durante il partecipato convegno – è possibile prevedere una resa di circa 450 litri. Come si può ben capire è un'ottima possibilità per rendere più remunerativo il settore dell'agricoltura che oggi soffre la crisi. Inoltre nel futuro il prezzo del carburante andrà sempre a crescere e il biocombustibile potrà rappresentare un’alternativa più economica e assolutamente meno inquinante”. Con il progetto “Energie Naturali” si sta dunque operando per la concreta applicazione di ricerche condotte in precedenza da Università, in particolare la Facoltà di Agraria di Catania e altri enti come il Consorzio Ballatore e l’Ites di Palermo. “Siamo soddisfatti dei risultati finora raggiunti dal progetto – ha spiegato l’agronomo Franco Celestre – perché con l’applicazione delle ricerche sviluppate da varie Università ed Enti, saremo in grado di dimostrare che vi sono colture alternative che possono dare nuovo reddito, oltre a poter contare su una diversificazione colturale che porterà ad un beneficio al nostro territorio perché sviluppare energie naturali da colza e lino, sicuramente è positivo per il futuro sviluppo, pensando ad una terra più pulita e meno inquinata”. Sullo stato di attuazione del progetto ha sviluppato la sua relazione l’agronomo Giorgio Gurrieri: “Tra ottobre e novembre sono state effettuate le semine in alcune aziende che hanno aderito al progetto e che sono tutte site sugli altipiani iblei. A giugno spremeremo i semi di colza e di lino, riuscendo così a produrre il biodiesel. Avremo però anche dei sottoprodotti molto interessanti come il panello di colza da usare come concime biocida nella serricoltura, il panello di lino da utilizzare nell’alimentazione zootecnica e dei pellet di paglia da utilizzare come biocombustibile. Uno degli obiettivi è dunque quello di creare un reddito alternativo o aggiuntivo a quello aziendale, cercando di tutelare maggiormente l’ambiente”. Come si sta verificando dalle varie fasi del progetto, le agroenergie hanno delle grosse potenzialità, superiori perfino ad eolico e fotovoltaico.
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Re: From Sicily with love
Un'ottima cosa.
Stop alle trivelle petrolifere.
Stop al MUOS.
Si alle rinnovabili.
Si all'agricoltura con il km zero e vendita diretta delle derrate alimentari da parte dei produttori.
Bye
Stop alle trivelle petrolifere.
Stop al MUOS.
Si alle rinnovabili.
Si all'agricoltura con il km zero e vendita diretta delle derrate alimentari da parte dei produttori.
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
Re: From Sicily with love
Sicilia: presentato ddl registro anagrafico per unioni civiliPalermo, 8 feb. - (Adnkronos) - "Un disegno di legge che ci permettera' di guardare alla Sicilia con gli occhi del 2013. Un ddl scritto a piu' mani e che sancisce un approccio politico differente. Parliamo di una politica partecipativa che parte dal basso: non e' il legislatore che impone le norme, ma sono i cittadini che insieme decidono le norme da seguire". Commenta cosi' Fabrizio Ferrandelli, deputato Pd all'Ars e promotore del ddl "Norme contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale o dall'identita' di genere. Istituzione del registro anagrafico per le unioni civili", firmato anche dai deputati Gucciardi, Alloro, Anselmo, Arancio, Cirone, Cracolici, Digiacomo, Maggio, Marziano, Panarello, Panepinto e Raia. "Abbiamo voluto dar seguito all'art. 3 della Costituzione e al decreto del Presidente della Repubblica del 30 maggio 1989 - precisa Ferrandelli - per abbattere una volta e per tutte le barriere discriminatorie che attanagliano la nostra societa'. Il nostro obiettivo e' quello di garantire a tutti pari diritti e pari opportunita'. Le famiglie tradizionali sono ormai solo il 40%, noi dobbiamo pensare al restante 60% che vive situazioni al limite del paradossale. Penso anche alla nostra 'fuitina' e ai figli che spesso nascono al di fuori dei matrimoni tradizionali. Il ddl propone infatti misure concrete, come ad esempio l'accesso ai servizi sanitari". "E' una battaglia che dobbiamo intestarci con forza - dichiara Mariella Maggio - per garantire il welfare a tutti, senza diversita' di genere. Penso soprattutto ai figli nati in una famiglia non tradizionale, e' giusto garantire a loro gli stessi diritti di cui gia' godono gli altri ragazzi". Fra le novita' introdotte dal disegno di legge, che a breve approdera' in commissione Affari istituzionali, c'e' l'istituzione di un coordinamento regionale sulle discriminazioni sessuali. Una nuova figura istituzionale, interna all?assessorato alla Famiglia, che si occupera' di vigilare e promuovere ogni forma di intervento prevista dalla legge. "Sono lieta che questo testo approdi in aula - aggiunge Titti De Simone, coordinatrice del Palermo Pride - e che contemporaneamente, per la prima volta, Palermo sara' sede del Pride nazionale. E' una svolta epocale contro le discriminazioni e ci consente di portare avanti idee e progetti in tutti i settori, soprattutto in quello lavorativo, dove l'identita' di genere e' ancora soggetta a discriminazioni".
(08 febbraio 2013 ore 20.48)
(08 febbraio 2013 ore 20.48)
Re: From Sicily with love
( repubblica)
PALERMO - "Più uno", mormora soddisfatto Salvo Alicata attraversando lentamente il mercato di Partanna con il suo mazzo di volantini in mano, mentre un vento gelido diffonde nell'aria il profumo delle bancarelle di mandarini. Più uno: un altro voto conquistato per la sfida decisiva, una pensionata che voterà Cinque Stelle alla Camera e Pd al Senato, "perché non ne può più di questi politici, ma vuole essere sicura che non torni Berlusconi".
Salvo ha 41 anni e s'è fatto le ultime cinque campagne elettorali sulla strada, tra i mercatini e il porta a porta. Vede poco la tv, ma di gente ne incontra tanta. "La rabbia è forte e il malumore è alto" avverte. Eppure oggi, per la prima volta dopo tanti anni, è ottimista. "Ex democristiani, berlusconiani delusi, seguaci di Ingroia: hanno capito che la partita si vince o si perde al Senato, e non getteranno via il loro voto. I più duri sono i grillini, incavolatissimi, per loro Pd e Pdl sono la stessa cosa, ma ogni tanto qualcuno riusciamo a convincerlo. Eravamo già a otto. Più uno: nove".
Mai come stavolta è scattata la caccia al singolo voto, in Sicilia. Perché questa è una delle regioni in bilico, tra centrosinistra e berlusconiani, e chi dei due prenderà anche un solo voto più dell'altro si aggiudicherà il premio, anzi il superpremio. Giuseppe Lupo, il segretario regionale dei democratici, fa i conti su un foglio a quadretti: "Se vincono loro, noi prendiamo al massimo quattro senatori su venticinque. Se vinciamo noi, ce ne toccano quattordici. E sarà una manciata di voti, a stabilire a chi andranno quei dieci seggi che a Palazzo Madama faranno la differenza".
La stagione del sessantuno a zero, quando nel 2001 Berlusconi si aggiudicò tutti i collegi dell'isola, senza lasciarne neanche uno a Rutelli e ai suoi, oggi sembra lontana quanto il paleolitico. Divisi da una insanabile rivalità che si è rapidamente trasformata in odio viscerale, i viceré berlusconiani hanno ormai dilapidato il patrimonio elettorale di dodici anni fa, e l'uscita del Cavaliere da tutti i palazzi del potere ha dato il via alla Grande Fuga, un esodo tanto massiccio quanto imbarazzante. Dopo Francesco Musotto, icona forzista dell'errore giudiziario, non si contano più i parlamentari, i deputati regionali, gli ex assessori regionali, i sindaci e i grandi elettori che hanno lasciato il centrodestra.
Solo negli ultimi tre mesi sono stati in sedici a mollare Alfano o i suoi alleati di ritorno, Micciché e Lombardo. Il penultimo è stato l'ex vicepresidente della Regione Michele Cimino, potente signore delle preferenze dell'agrigentino, fino a ieri numero due di Grande Sud: "Voto e faccio votare il Pd alla Camera e il Megafono di Crocetta al Senato" ha annunciato. L'ultimo è stato Franco Mineo, candidato alle regionali nonostante un processo in corso, che se n'è andato sbattendo la porta: "Micciché è una pallina da flipper impazzita, ormai non ha più nemmeno un voto". L'ex viceministro, furibondo, finge sollievo per mascherare l'ira: "Sono solo rincalzi, abituati a rovinare lo spogliatoio".
Ancora più spettacolare, per la sua fulminea velocità, è stata la transumanza delle truppe di Raffaele Lombardo, l'ex governatore che aveva costruito la sua piramide del potere strappando a suon di nomine i portatori di voti agli alleati. Il primo ad andarsene è stato il suo numero due, Lino Leanza. Poi uno dopo l'altro gli hanno detto addio il segretario del movimento, Pistorio, il capogruppo all'Assemblea regionale, D'Agostino, e persino il fratello Angelo ("Il mio dovere personale verso l'Mpa può considerarsi nullo, già a partire da oggi"), e anche se adesso l'ex governatore giura pubblicamente che "la polemica è strarisolta" l'uomo che appena cinque anni fa confidava spavaldamente di puntare "al 51 per cento dei voti dei siciliani" non sa neanche se riuscirà a superare la soglia minima del 3 per cento che gli permetterà di assicurarsi uno scranno a Palazzo Madama.
E siccome i siciliani hanno sempre avuto un fiuto imbattibile per il potere, chi lascia Berlusconi, Micchiché o Lombardo punta direttamente su Crocetta, e pazienza se è un ex comunista, pazienza se è un gay orgoglioso di esserlo, pazienza se dice che vuole castigare chi ha sfasciato la Sicilia: è lui il nuovo uomo forte, ed è alla sua porta che bisogna bussare.
Crocetta, che ha capito tutto questo prima degli altri, ha steso un tappeto rosso davanti alla sua porta e ogni volta che l'Assemblea regionale si riunisce vede crescere la sua coalizione: era partito in minoranza, 39 seggi su 90, e adesso ha appena conquistato il deputato numero 46 che gli garantirà, almeno sulla carta, la maggioranza in aula. E ogni deputato regionale, ogni sindaco, ogni assessore che arriva sulla sua sponda si porta dietro - come Cimino - il suo pacchetto di voti. Suscitando l'ira del luogotenente di Lombardo, Rino Piscitello (ex Pdup, ex Dp, ex Rete, ex Margherita, ex Ulivo: al momento Mpa) che minaccia di andare in Procura per denunciare, dice, "questo mercato delle vacche".
I traghettatori sono due. Il primo è l'ex presidente dell'Antimafia Beppe Lumia, che è poi il grande suggeritore di Crocetta, oltre che il numero uno della sua lista al Senato, "Il Megafono". E' proprio su questa lista, collegata con il Pd, che Bersani conta per conquistare quei preziosissimi dieci seggi in più. E nella vittoria dell'alleato, Crocetta cerca il suo successo personale: "Saremo il più grande movimento autonomista dell'isola, la prima forza politica in Sicilia". Il secondo è l'ex ministro Salvatore Cardinale, inventore del gruppo-omnibus "Democratici popolari e riformisti" dove confluiscono i transfughi, e che confida agli amici di ricevere ogni mattina una telefonata da Roma: "Oggi quanti ne abbiamo conquistati?".
Nella terra dei gattopardi, la politica è sempre stata alimentata da questi fiumi carsici di voti controllati uno per uno dai signori delle preferenze, anche se oggi il segretario del Pd Lupo non crede ai miracoli: "Chiunque può spostare un voto ben venga. Ma il voto organizzato che si sposta da una parte all'altra all'ultimo momento è solo una chimera".
E allora, chi e cosa deciderà la vittoria? Tra Bersani e Berlusconi qui c'è soprattutto Grillo, che è l'unico a riempire le piazze anche quando piove perché riesce a intercettare perfettamente la rabbia dei siciliani contro la politica. Poi c'è l'incognita Monti, che candida l'imprenditrice Gea Schirò Planeta e il costruttore antiracket Andrea Vecchio ma non ha un partito alle spalle. Alla fine, quasi sicuramente, risulterà determinante il voto disgiunto. Come quelli che Salvo Alicata conquista al mercato di Partanna. O come quelli che il leader della Fiom di Termini Imerese, Roberto Mastrosimone, suggerisce ai suoi compagni del sindacato: "Ingroia alla Camera e Pd al Senato: non possiamo consegnare la Sicilia a Berlusconi".
Quanto a lui, a "Belluscone" come lo chiamano alla Vucciria, il suo mito è stato schiacciato dalla crisi e frantumato dagli scandali, anche se la senatrice Simona Vicari assicura che "da quando lui è tornato in campo, nei mercati e nei quartieri popolari lo invocano in tanti". Sarà. Nel dubbio, il Pdl ha adottato la tecnica delle liste a grappolo: più voti portano, più il premio si avvicina. Il capolavoro è stata la lista della Lega Nord depositata dal sindaco di Alimena, Giuseppe Scrivano, già sicilianista, già nazionalista.
A corto di proseliti leghisti, il sindaco ha messo in lista la moglie Mirella, il cugino Giacomo, la cognata Liboria e la zia Maria. Non bastavano. Così il suo assessore Gaspare D'Amico ha portato la moglie Maria Rosa, il padre Calogero, la madre Carmela e la sorella Giuseppina. In tutto, tra congiunti, consanguinei e imparentati, alla fine tra Camera e Senato ne hanno contati 18. "Tanti parenti - ha ammesso il sindaco, serafico - ma nessuna amante".
(12 febbraio 2013) © RIPRODUZIONE RISERVATA
PALERMO - "Più uno", mormora soddisfatto Salvo Alicata attraversando lentamente il mercato di Partanna con il suo mazzo di volantini in mano, mentre un vento gelido diffonde nell'aria il profumo delle bancarelle di mandarini. Più uno: un altro voto conquistato per la sfida decisiva, una pensionata che voterà Cinque Stelle alla Camera e Pd al Senato, "perché non ne può più di questi politici, ma vuole essere sicura che non torni Berlusconi".
Salvo ha 41 anni e s'è fatto le ultime cinque campagne elettorali sulla strada, tra i mercatini e il porta a porta. Vede poco la tv, ma di gente ne incontra tanta. "La rabbia è forte e il malumore è alto" avverte. Eppure oggi, per la prima volta dopo tanti anni, è ottimista. "Ex democristiani, berlusconiani delusi, seguaci di Ingroia: hanno capito che la partita si vince o si perde al Senato, e non getteranno via il loro voto. I più duri sono i grillini, incavolatissimi, per loro Pd e Pdl sono la stessa cosa, ma ogni tanto qualcuno riusciamo a convincerlo. Eravamo già a otto. Più uno: nove".
Mai come stavolta è scattata la caccia al singolo voto, in Sicilia. Perché questa è una delle regioni in bilico, tra centrosinistra e berlusconiani, e chi dei due prenderà anche un solo voto più dell'altro si aggiudicherà il premio, anzi il superpremio. Giuseppe Lupo, il segretario regionale dei democratici, fa i conti su un foglio a quadretti: "Se vincono loro, noi prendiamo al massimo quattro senatori su venticinque. Se vinciamo noi, ce ne toccano quattordici. E sarà una manciata di voti, a stabilire a chi andranno quei dieci seggi che a Palazzo Madama faranno la differenza".
La stagione del sessantuno a zero, quando nel 2001 Berlusconi si aggiudicò tutti i collegi dell'isola, senza lasciarne neanche uno a Rutelli e ai suoi, oggi sembra lontana quanto il paleolitico. Divisi da una insanabile rivalità che si è rapidamente trasformata in odio viscerale, i viceré berlusconiani hanno ormai dilapidato il patrimonio elettorale di dodici anni fa, e l'uscita del Cavaliere da tutti i palazzi del potere ha dato il via alla Grande Fuga, un esodo tanto massiccio quanto imbarazzante. Dopo Francesco Musotto, icona forzista dell'errore giudiziario, non si contano più i parlamentari, i deputati regionali, gli ex assessori regionali, i sindaci e i grandi elettori che hanno lasciato il centrodestra.
Solo negli ultimi tre mesi sono stati in sedici a mollare Alfano o i suoi alleati di ritorno, Micciché e Lombardo. Il penultimo è stato l'ex vicepresidente della Regione Michele Cimino, potente signore delle preferenze dell'agrigentino, fino a ieri numero due di Grande Sud: "Voto e faccio votare il Pd alla Camera e il Megafono di Crocetta al Senato" ha annunciato. L'ultimo è stato Franco Mineo, candidato alle regionali nonostante un processo in corso, che se n'è andato sbattendo la porta: "Micciché è una pallina da flipper impazzita, ormai non ha più nemmeno un voto". L'ex viceministro, furibondo, finge sollievo per mascherare l'ira: "Sono solo rincalzi, abituati a rovinare lo spogliatoio".
Ancora più spettacolare, per la sua fulminea velocità, è stata la transumanza delle truppe di Raffaele Lombardo, l'ex governatore che aveva costruito la sua piramide del potere strappando a suon di nomine i portatori di voti agli alleati. Il primo ad andarsene è stato il suo numero due, Lino Leanza. Poi uno dopo l'altro gli hanno detto addio il segretario del movimento, Pistorio, il capogruppo all'Assemblea regionale, D'Agostino, e persino il fratello Angelo ("Il mio dovere personale verso l'Mpa può considerarsi nullo, già a partire da oggi"), e anche se adesso l'ex governatore giura pubblicamente che "la polemica è strarisolta" l'uomo che appena cinque anni fa confidava spavaldamente di puntare "al 51 per cento dei voti dei siciliani" non sa neanche se riuscirà a superare la soglia minima del 3 per cento che gli permetterà di assicurarsi uno scranno a Palazzo Madama.
E siccome i siciliani hanno sempre avuto un fiuto imbattibile per il potere, chi lascia Berlusconi, Micchiché o Lombardo punta direttamente su Crocetta, e pazienza se è un ex comunista, pazienza se è un gay orgoglioso di esserlo, pazienza se dice che vuole castigare chi ha sfasciato la Sicilia: è lui il nuovo uomo forte, ed è alla sua porta che bisogna bussare.
Crocetta, che ha capito tutto questo prima degli altri, ha steso un tappeto rosso davanti alla sua porta e ogni volta che l'Assemblea regionale si riunisce vede crescere la sua coalizione: era partito in minoranza, 39 seggi su 90, e adesso ha appena conquistato il deputato numero 46 che gli garantirà, almeno sulla carta, la maggioranza in aula. E ogni deputato regionale, ogni sindaco, ogni assessore che arriva sulla sua sponda si porta dietro - come Cimino - il suo pacchetto di voti. Suscitando l'ira del luogotenente di Lombardo, Rino Piscitello (ex Pdup, ex Dp, ex Rete, ex Margherita, ex Ulivo: al momento Mpa) che minaccia di andare in Procura per denunciare, dice, "questo mercato delle vacche".
I traghettatori sono due. Il primo è l'ex presidente dell'Antimafia Beppe Lumia, che è poi il grande suggeritore di Crocetta, oltre che il numero uno della sua lista al Senato, "Il Megafono". E' proprio su questa lista, collegata con il Pd, che Bersani conta per conquistare quei preziosissimi dieci seggi in più. E nella vittoria dell'alleato, Crocetta cerca il suo successo personale: "Saremo il più grande movimento autonomista dell'isola, la prima forza politica in Sicilia". Il secondo è l'ex ministro Salvatore Cardinale, inventore del gruppo-omnibus "Democratici popolari e riformisti" dove confluiscono i transfughi, e che confida agli amici di ricevere ogni mattina una telefonata da Roma: "Oggi quanti ne abbiamo conquistati?".
Nella terra dei gattopardi, la politica è sempre stata alimentata da questi fiumi carsici di voti controllati uno per uno dai signori delle preferenze, anche se oggi il segretario del Pd Lupo non crede ai miracoli: "Chiunque può spostare un voto ben venga. Ma il voto organizzato che si sposta da una parte all'altra all'ultimo momento è solo una chimera".
E allora, chi e cosa deciderà la vittoria? Tra Bersani e Berlusconi qui c'è soprattutto Grillo, che è l'unico a riempire le piazze anche quando piove perché riesce a intercettare perfettamente la rabbia dei siciliani contro la politica. Poi c'è l'incognita Monti, che candida l'imprenditrice Gea Schirò Planeta e il costruttore antiracket Andrea Vecchio ma non ha un partito alle spalle. Alla fine, quasi sicuramente, risulterà determinante il voto disgiunto. Come quelli che Salvo Alicata conquista al mercato di Partanna. O come quelli che il leader della Fiom di Termini Imerese, Roberto Mastrosimone, suggerisce ai suoi compagni del sindacato: "Ingroia alla Camera e Pd al Senato: non possiamo consegnare la Sicilia a Berlusconi".
Quanto a lui, a "Belluscone" come lo chiamano alla Vucciria, il suo mito è stato schiacciato dalla crisi e frantumato dagli scandali, anche se la senatrice Simona Vicari assicura che "da quando lui è tornato in campo, nei mercati e nei quartieri popolari lo invocano in tanti". Sarà. Nel dubbio, il Pdl ha adottato la tecnica delle liste a grappolo: più voti portano, più il premio si avvicina. Il capolavoro è stata la lista della Lega Nord depositata dal sindaco di Alimena, Giuseppe Scrivano, già sicilianista, già nazionalista.
A corto di proseliti leghisti, il sindaco ha messo in lista la moglie Mirella, il cugino Giacomo, la cognata Liboria e la zia Maria. Non bastavano. Così il suo assessore Gaspare D'Amico ha portato la moglie Maria Rosa, il padre Calogero, la madre Carmela e la sorella Giuseppina. In tutto, tra congiunti, consanguinei e imparentati, alla fine tra Camera e Senato ne hanno contati 18. "Tanti parenti - ha ammesso il sindaco, serafico - ma nessuna amante".
(12 febbraio 2013) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Re: From Sicily with love
Daje Crocè !!!!
(AGI) - Palermo, 13 feb. - Un'altra maxi rotazione di dipendenti regionali in Sicilia, questa volta nel dipartimento del Turismo. Lo comunica il presidente della Regione, Rosario Crocetta. "Dopo le accuse dell'assessore Battiato sugli sperperi all'interno dell'assessorato, parte grande la rotazione del personale che interessa per il momento 5 dirigenti e 27 funzionari". In particolare viene azzerato il servizio Sesto, che si occupa da anni di manifestazioni ed eventi, e cambiano i dirigenti e una parte dei funzionari che curavano la rassegna Circuito del mito. "Nessuna questione personale con i singoli lavoratori, con il vicepresidente, ma il modo in cui si e' lavorato per troppi anni all'interno del turismo e' totalmente inaccettabile", afferma Crocetta. Tra le disfunzioni rilevate, il presidente elenca: "Impegni di spesa assunti senza la necessaria copertura finanziaria; eventi inseriti all' interno della programmazione europea che non possono essere certificabili poiche' non ammissibili all'interno dei fondi europei in quanto non hanno la caratteristica di rilevanza europea; diverse procedure di affidamento, spesso senza gare, dirette in nome di emergenze incomprensibili; assenza di programmazione vera".
Al Turismo, afferma Crocetta, c'era "in pratica un sistema che ha prodotto diversi buchi di bilancio negli anni, senza assicurare un livello adeguato di promozione turistica e culturale della Regione siciliana. Ci sono alcune societa', inoltre, che lavorano per la produzione di eventi, con informative antimafia atipiche, delle quali non si accorgeva nessuno. La rotazione, nella seconda fase, interessera' altre decine di lavoratori attraverso la mobilita' interna". Il presidente della Regione conferma la linea di trasparenza e di recupero di efficienza della macchina regionale e annuncia gia' che dopo il Turismo i funzionari di altri settori della pubblica amministrazione dovranno ruotare prevedendo un sistema di mobilita' complessiva che non riguardera' meno di mille persone. "La rotazione -sottolinea Crocetta- deve avvenire necessariamente in fasi diverse al fine di non bloccare macchina regionale, ma il progetto non si ferma poiche' e' necessario dare ai lavoratori, ai funzionari e ai dirigenti nuove opportunita' e sopratutto eliminare posizioni di cristallizzazione in alcuni posti chiave che sono alla base del funzionamento della macchina regionale". (AGI) .
(AGI) - Palermo, 13 feb. - Un'altra maxi rotazione di dipendenti regionali in Sicilia, questa volta nel dipartimento del Turismo. Lo comunica il presidente della Regione, Rosario Crocetta. "Dopo le accuse dell'assessore Battiato sugli sperperi all'interno dell'assessorato, parte grande la rotazione del personale che interessa per il momento 5 dirigenti e 27 funzionari". In particolare viene azzerato il servizio Sesto, che si occupa da anni di manifestazioni ed eventi, e cambiano i dirigenti e una parte dei funzionari che curavano la rassegna Circuito del mito. "Nessuna questione personale con i singoli lavoratori, con il vicepresidente, ma il modo in cui si e' lavorato per troppi anni all'interno del turismo e' totalmente inaccettabile", afferma Crocetta. Tra le disfunzioni rilevate, il presidente elenca: "Impegni di spesa assunti senza la necessaria copertura finanziaria; eventi inseriti all' interno della programmazione europea che non possono essere certificabili poiche' non ammissibili all'interno dei fondi europei in quanto non hanno la caratteristica di rilevanza europea; diverse procedure di affidamento, spesso senza gare, dirette in nome di emergenze incomprensibili; assenza di programmazione vera".
Al Turismo, afferma Crocetta, c'era "in pratica un sistema che ha prodotto diversi buchi di bilancio negli anni, senza assicurare un livello adeguato di promozione turistica e culturale della Regione siciliana. Ci sono alcune societa', inoltre, che lavorano per la produzione di eventi, con informative antimafia atipiche, delle quali non si accorgeva nessuno. La rotazione, nella seconda fase, interessera' altre decine di lavoratori attraverso la mobilita' interna". Il presidente della Regione conferma la linea di trasparenza e di recupero di efficienza della macchina regionale e annuncia gia' che dopo il Turismo i funzionari di altri settori della pubblica amministrazione dovranno ruotare prevedendo un sistema di mobilita' complessiva che non riguardera' meno di mille persone. "La rotazione -sottolinea Crocetta- deve avvenire necessariamente in fasi diverse al fine di non bloccare macchina regionale, ma il progetto non si ferma poiche' e' necessario dare ai lavoratori, ai funzionari e ai dirigenti nuove opportunita' e sopratutto eliminare posizioni di cristallizzazione in alcuni posti chiave che sono alla base del funzionamento della macchina regionale". (AGI) .
Re: From Sicily with love
Daje Crocè !!!!
(AGI) - Palermo, 13 feb. - Un'altra maxi rotazione di dipendenti regionali in Sicilia, questa volta nel dipartimento del Turismo. Lo comunica il presidente della Regione, Rosario Crocetta. "Dopo le accuse dell'assessore Battiato sugli sperperi all'interno dell'assessorato, parte grande la rotazione del personale che interessa per il momento 5 dirigenti e 27 funzionari". In particolare viene azzerato il servizio Sesto, che si occupa da anni di manifestazioni ed eventi, e cambiano i dirigenti e una parte dei funzionari che curavano la rassegna Circuito del mito. "Nessuna questione personale con i singoli lavoratori, con il vicepresidente, ma il modo in cui si e' lavorato per troppi anni all'interno del turismo e' totalmente inaccettabile", afferma Crocetta. Tra le disfunzioni rilevate, il presidente elenca: "Impegni di spesa assunti senza la necessaria copertura finanziaria; eventi inseriti all' interno della programmazione europea che non possono essere certificabili poiche' non ammissibili all'interno dei fondi europei in quanto non hanno la caratteristica di rilevanza europea; diverse procedure di affidamento, spesso senza gare, dirette in nome di emergenze incomprensibili; assenza di programmazione vera".
Al Turismo, afferma Crocetta, c'era "in pratica un sistema che ha prodotto diversi buchi di bilancio negli anni, senza assicurare un livello adeguato di promozione turistica e culturale della Regione siciliana. Ci sono alcune societa', inoltre, che lavorano per la produzione di eventi, con informative antimafia atipiche, delle quali non si accorgeva nessuno. La rotazione, nella seconda fase, interessera' altre decine di lavoratori attraverso la mobilita' interna". Il presidente della Regione conferma la linea di trasparenza e di recupero di efficienza della macchina regionale e annuncia gia' che dopo il Turismo i funzionari di altri settori della pubblica amministrazione dovranno ruotare prevedendo un sistema di mobilita' complessiva che non riguardera' meno di mille persone. "La rotazione -sottolinea Crocetta- deve avvenire necessariamente in fasi diverse al fine di non bloccare macchina regionale, ma il progetto non si ferma poiche' e' necessario dare ai lavoratori, ai funzionari e ai dirigenti nuove opportunita' e sopratutto eliminare posizioni di cristallizzazione in alcuni posti chiave che sono alla base del funzionamento della macchina regionale". (AGI) .
(AGI) - Palermo, 13 feb. - Un'altra maxi rotazione di dipendenti regionali in Sicilia, questa volta nel dipartimento del Turismo. Lo comunica il presidente della Regione, Rosario Crocetta. "Dopo le accuse dell'assessore Battiato sugli sperperi all'interno dell'assessorato, parte grande la rotazione del personale che interessa per il momento 5 dirigenti e 27 funzionari". In particolare viene azzerato il servizio Sesto, che si occupa da anni di manifestazioni ed eventi, e cambiano i dirigenti e una parte dei funzionari che curavano la rassegna Circuito del mito. "Nessuna questione personale con i singoli lavoratori, con il vicepresidente, ma il modo in cui si e' lavorato per troppi anni all'interno del turismo e' totalmente inaccettabile", afferma Crocetta. Tra le disfunzioni rilevate, il presidente elenca: "Impegni di spesa assunti senza la necessaria copertura finanziaria; eventi inseriti all' interno della programmazione europea che non possono essere certificabili poiche' non ammissibili all'interno dei fondi europei in quanto non hanno la caratteristica di rilevanza europea; diverse procedure di affidamento, spesso senza gare, dirette in nome di emergenze incomprensibili; assenza di programmazione vera".
Al Turismo, afferma Crocetta, c'era "in pratica un sistema che ha prodotto diversi buchi di bilancio negli anni, senza assicurare un livello adeguato di promozione turistica e culturale della Regione siciliana. Ci sono alcune societa', inoltre, che lavorano per la produzione di eventi, con informative antimafia atipiche, delle quali non si accorgeva nessuno. La rotazione, nella seconda fase, interessera' altre decine di lavoratori attraverso la mobilita' interna". Il presidente della Regione conferma la linea di trasparenza e di recupero di efficienza della macchina regionale e annuncia gia' che dopo il Turismo i funzionari di altri settori della pubblica amministrazione dovranno ruotare prevedendo un sistema di mobilita' complessiva che non riguardera' meno di mille persone. "La rotazione -sottolinea Crocetta- deve avvenire necessariamente in fasi diverse al fine di non bloccare macchina regionale, ma il progetto non si ferma poiche' e' necessario dare ai lavoratori, ai funzionari e ai dirigenti nuove opportunita' e sopratutto eliminare posizioni di cristallizzazione in alcuni posti chiave che sono alla base del funzionamento della macchina regionale". (AGI) .
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Re: From Sicily with love
Continuare così si può.
Adesso bisogna che i nuovi parlamentari siciliani eletti, di tutti i partiti, diano aiuto e supporto al governatore Crocetta.
Non bisogna lasciarlo solo.
Vai .....
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Non bisogna lasciarlo solo.
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: From Sicily with love
Sicilia: educazione antimafia nelle scuole
(ANSA) - PALERMO, 15 FEB - Dal prossimo anno scolastico l'educazione antimafia tra le materie di insegnamento delle scuole siciliane medie e superiori. Lo prevede un disegno di legge del gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle, presentato all'Assemblea regionale siciliana. Il Ddl, primo firmatario il deputato Gianina Ciancio, mira a introdurre per la prima volta in maniera sistematica nelle scuole dell'isola l'''Educazione allo sviluppo della coscienza democratica contro le mafie e i poteri occulti'' e nasce in risposta alle sollecitazioni avanzate da centinaia di scuole della Sicilia e da migliaia di docenti e alla condizione di inadeguatezza da essi avvertita rispetto al diffondersi in tutto il paese delle organizzazioni mafiose e antidemocratiche. Il Ddl - cui hanno collaborato la professoressa Maria Pia Fiumara, docente di lettere da anni impegnata in progetti di educazione alla legalita', i dirigenti scolastici Alfredo Pappalardo e Giuseppe Di Stefano e vari attivisti del MoVimento 5 Stelle, tra cui Nunzia Catalfo e Giuseppe Scarcella - riempirebbe parte dei vuoti della quota oraria della dotazione scolastica riservata dalle leggi nazionali alle regioni e da queste, finora, largamente inutilizzata.
''Le mafie - si legge nell'introduzione del ddl - strangolano il tessuto sociale e culturale del Paese e l'economia sottraendole ingenti risorse: esse sono in grado, infatti, di muovere un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi di euro all'anno, con un utile che supera i 100 miliardi di euro netti e una liquidita' di circa 65 miliardi''. Per l'insegnamento della disciplina sono previsti specifici moduli didattici, suddivisi in unita' teoriche e di laboratorio, caratterizzati da itinerari di carattere storico-sociale e artistico-culturale, atti ad illustrare i fenomeni delle mafie, delle organizzazioni criminali, dei poteri occulti e delle azioni politiche e sociali di contrasto. Il ddl prevede l'insegnamento della nuova materia per una durata non inferiore alla due ore settimanali.
''Il ddl - afferma Gianina Ciancio - prevede la creazione di un fondo nel quale potranno confluire, oltre a finanziamenti regionali, statali o donazioni volontarie, anche i proventi dei beni confiscati alla mafia. E' un modo di restituire alla societa', sotto forma di educazione e cultura, quanto dalle organizzazioni criminali le e' stato sottratto''.(ANSA).
(ANSA) - PALERMO, 15 FEB - Dal prossimo anno scolastico l'educazione antimafia tra le materie di insegnamento delle scuole siciliane medie e superiori. Lo prevede un disegno di legge del gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle, presentato all'Assemblea regionale siciliana. Il Ddl, primo firmatario il deputato Gianina Ciancio, mira a introdurre per la prima volta in maniera sistematica nelle scuole dell'isola l'''Educazione allo sviluppo della coscienza democratica contro le mafie e i poteri occulti'' e nasce in risposta alle sollecitazioni avanzate da centinaia di scuole della Sicilia e da migliaia di docenti e alla condizione di inadeguatezza da essi avvertita rispetto al diffondersi in tutto il paese delle organizzazioni mafiose e antidemocratiche. Il Ddl - cui hanno collaborato la professoressa Maria Pia Fiumara, docente di lettere da anni impegnata in progetti di educazione alla legalita', i dirigenti scolastici Alfredo Pappalardo e Giuseppe Di Stefano e vari attivisti del MoVimento 5 Stelle, tra cui Nunzia Catalfo e Giuseppe Scarcella - riempirebbe parte dei vuoti della quota oraria della dotazione scolastica riservata dalle leggi nazionali alle regioni e da queste, finora, largamente inutilizzata.
''Le mafie - si legge nell'introduzione del ddl - strangolano il tessuto sociale e culturale del Paese e l'economia sottraendole ingenti risorse: esse sono in grado, infatti, di muovere un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi di euro all'anno, con un utile che supera i 100 miliardi di euro netti e una liquidita' di circa 65 miliardi''. Per l'insegnamento della disciplina sono previsti specifici moduli didattici, suddivisi in unita' teoriche e di laboratorio, caratterizzati da itinerari di carattere storico-sociale e artistico-culturale, atti ad illustrare i fenomeni delle mafie, delle organizzazioni criminali, dei poteri occulti e delle azioni politiche e sociali di contrasto. Il ddl prevede l'insegnamento della nuova materia per una durata non inferiore alla due ore settimanali.
''Il ddl - afferma Gianina Ciancio - prevede la creazione di un fondo nel quale potranno confluire, oltre a finanziamenti regionali, statali o donazioni volontarie, anche i proventi dei beni confiscati alla mafia. E' un modo di restituire alla societa', sotto forma di educazione e cultura, quanto dalle organizzazioni criminali le e' stato sottratto''.(ANSA).
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Re: From Sicily with love
La Stampa 21.2.13
Sicilia, il geometra 5 stelle spaventa Bersani
Cancelleri: ora si meravigliano, ma andremo oltre le regionali
di Federico Geremicca
«Ora si meravigliano, ah, ah, ah... Ma di che si meravigliano? ».
L’auto del giovane geometra prova a uscire da Palermo - cercando un varco dentro un ingorgo che sembra Il Cairo - proprio mentre Bersani e Renzi fanno capolino sul grande palco montato affianco al Teatro Massimo.
«Si meravigliano - ripete -. Ma di che si meravigliano? ».
Il geometra - poi diremo chi è - insiste a chiedere: sapendo che una risposta onesta alla sua domanda purtroppo non c’è.
Infatti, che senso ha - oggi - sorprendersi se è proprio nel luogo della peggior politica che Beppe Grillo sembra a un passo da un trionfo senza pari in Italia?
Eccola, dunque, la Sicilia: l’Isola, la regione che per il Movimento Cinque Stelle sta diventando quello che fu l’«Emilia rossa» per il Pci e il «Veneto bianco» per la Dc.
Gli ultimi e impubblicabili sondaggi danno Grillo a un passo dalla vittoria sia alla Camera che al Senato.
Gli istituti di ricerca dicono: il M5S certamente primo partito dell’Isola e forse - da solo più forte delle più forti coalizioni, quelle faticosamente costruite intorno a Pd e Pdl.
La sfida per il primo posto - e per il decisivo premio in seggi al Senato - si gioca dunque sul filo: e se alla fine vincesse Grillo - questo vuol dire il geometra «cos’hanno da meravigliarsi? ».
Giancarlo Cancelleri ha 38 anni, faceva il geometra, appunto, ma da tre mesi veste i gradi di capo dei grillini siciliani: o, almeno, quelli di presidente dei 15 consiglieri eletti in Regione col voto dell’ottobre scorso.
«Non mi chieda quanto - dice - ma andremo certamente oltre quel risultato: molto oltre, credo».
La folta pattuglia che guida all’Assemblea regionale siciliana si sta infatti muovendo con accortezza: non avendo imbarazzi, per di più, a farlo seguendo le regole della politica più tradizionale...
Per dirne una: Rosario Crocetta - il governatore dell’Isola - ha bisogno di voti per far passare questo o quel provvedimento? Bene: i grillini ci sono, e sono pronti a votarlo. Ma non in cambio di niente.
E così, un voto oggi e un altro domani, si sono accaparrati la poltrona di vicepresidente dell’Assemblea regionale e quella di presidente della Commissione Ambiente.
«Questa ci serve - dice Cancelleri - per fare la nostra battaglia sull’acqua pubblica e sul verde».
E l’altra? «L’altra è per far capire che non siamo entrati nelle istituzioni per girarci i pollici... ».
Dal palco, intanto, Bersani e Renzi ci danno dentro, magari entrambi un poco stufi: il primo di mostrarsi in giro col giovane sindaco, il secondo di replicare quasi il ruolo di «bravo presentatore».
Ma la Sicilia è in bilico, la campagna quasi finita e un ultimo sforzo si deve fare.
In piazza, tra i tanti altri, anche Carlo Vizzini, ex segretario del vecchio Psdi e habitué delle sfide elettorali sull’Isola.
In mattinata, nel suo studio di piazzetta Bagnasco, confidava: «Siamo tutti lì, centrosinistra, centrodestra e Grillo.
Ma l’istituto di sondaggi di cui mi servo qui a Palermo giura che i grillini sono avanti, e che cresceranno ancora».
L’avanzata sembra inarrestabile, e non solo in Sicilia.
Il Movimento cresce e sgretola luoghi comuni che sembravano solidissimi: che Grillo si sarebbe «sgonfiato» alle prime elezioni vere (quelle politiche, cioè), che in Sicilia vince sempre il voto di chi comanda e ha clientela...
«Stiamo scoprendo che non è così», ammette Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd. Che alza il velo su un altro fenomeno inquietante come mai...
Beppe Grillo comincia a far breccia in mondi che non erano suoi. «La buona borghesia, l’alta borghesia - dice Lupo -.
L’altra sera ero ad una cena e sono rimasto impressionato.
Un importante imprenditore mi dice che voterà Grillo, la figlia - che gestisce una boutique - idem, ed anche il notaio di cui si servono darà il suo voto a Grillo.
Non sono più solo gli arrabbiati dei quartieri popolari, i disoccupati e i giovani senza lavoro a protestare votando M5S.
Ora ci si mette anche gente benestante, che pure dovrebbe esser in grado di capire che con Grillo non si va da nessuna parte».
Va invece lontano l’auto del geometra Cancelleri: «Comizio in provincia», dice.
Conferma che il Movimento allarga la sua influenza e che cresce ancora. Nomi di siciliani importanti che voteranno Grillo, però, non ne fa o non ne sa.
Ma ad un tratto gli si illumina lo sguardo: «Ecco, per noi voterà Claudio Gioè, l’attore. Ci aiutò molto anche alle regionali... ». Gioè, l’attore.
Ha recitato nella fiction «Il capo dei capi». Interpretava Totò Riina. Ma non è aria che in Sicilia Beppe Grillo possa perdere dei voti solo per questo...
Sicilia, il geometra 5 stelle spaventa Bersani
Cancelleri: ora si meravigliano, ma andremo oltre le regionali
di Federico Geremicca
«Ora si meravigliano, ah, ah, ah... Ma di che si meravigliano? ».
L’auto del giovane geometra prova a uscire da Palermo - cercando un varco dentro un ingorgo che sembra Il Cairo - proprio mentre Bersani e Renzi fanno capolino sul grande palco montato affianco al Teatro Massimo.
«Si meravigliano - ripete -. Ma di che si meravigliano? ».
Il geometra - poi diremo chi è - insiste a chiedere: sapendo che una risposta onesta alla sua domanda purtroppo non c’è.
Infatti, che senso ha - oggi - sorprendersi se è proprio nel luogo della peggior politica che Beppe Grillo sembra a un passo da un trionfo senza pari in Italia?
Eccola, dunque, la Sicilia: l’Isola, la regione che per il Movimento Cinque Stelle sta diventando quello che fu l’«Emilia rossa» per il Pci e il «Veneto bianco» per la Dc.
Gli ultimi e impubblicabili sondaggi danno Grillo a un passo dalla vittoria sia alla Camera che al Senato.
Gli istituti di ricerca dicono: il M5S certamente primo partito dell’Isola e forse - da solo più forte delle più forti coalizioni, quelle faticosamente costruite intorno a Pd e Pdl.
La sfida per il primo posto - e per il decisivo premio in seggi al Senato - si gioca dunque sul filo: e se alla fine vincesse Grillo - questo vuol dire il geometra «cos’hanno da meravigliarsi? ».
Giancarlo Cancelleri ha 38 anni, faceva il geometra, appunto, ma da tre mesi veste i gradi di capo dei grillini siciliani: o, almeno, quelli di presidente dei 15 consiglieri eletti in Regione col voto dell’ottobre scorso.
«Non mi chieda quanto - dice - ma andremo certamente oltre quel risultato: molto oltre, credo».
La folta pattuglia che guida all’Assemblea regionale siciliana si sta infatti muovendo con accortezza: non avendo imbarazzi, per di più, a farlo seguendo le regole della politica più tradizionale...
Per dirne una: Rosario Crocetta - il governatore dell’Isola - ha bisogno di voti per far passare questo o quel provvedimento? Bene: i grillini ci sono, e sono pronti a votarlo. Ma non in cambio di niente.
E così, un voto oggi e un altro domani, si sono accaparrati la poltrona di vicepresidente dell’Assemblea regionale e quella di presidente della Commissione Ambiente.
«Questa ci serve - dice Cancelleri - per fare la nostra battaglia sull’acqua pubblica e sul verde».
E l’altra? «L’altra è per far capire che non siamo entrati nelle istituzioni per girarci i pollici... ».
Dal palco, intanto, Bersani e Renzi ci danno dentro, magari entrambi un poco stufi: il primo di mostrarsi in giro col giovane sindaco, il secondo di replicare quasi il ruolo di «bravo presentatore».
Ma la Sicilia è in bilico, la campagna quasi finita e un ultimo sforzo si deve fare.
In piazza, tra i tanti altri, anche Carlo Vizzini, ex segretario del vecchio Psdi e habitué delle sfide elettorali sull’Isola.
In mattinata, nel suo studio di piazzetta Bagnasco, confidava: «Siamo tutti lì, centrosinistra, centrodestra e Grillo.
Ma l’istituto di sondaggi di cui mi servo qui a Palermo giura che i grillini sono avanti, e che cresceranno ancora».
L’avanzata sembra inarrestabile, e non solo in Sicilia.
Il Movimento cresce e sgretola luoghi comuni che sembravano solidissimi: che Grillo si sarebbe «sgonfiato» alle prime elezioni vere (quelle politiche, cioè), che in Sicilia vince sempre il voto di chi comanda e ha clientela...
«Stiamo scoprendo che non è così», ammette Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd. Che alza il velo su un altro fenomeno inquietante come mai...
Beppe Grillo comincia a far breccia in mondi che non erano suoi. «La buona borghesia, l’alta borghesia - dice Lupo -.
L’altra sera ero ad una cena e sono rimasto impressionato.
Un importante imprenditore mi dice che voterà Grillo, la figlia - che gestisce una boutique - idem, ed anche il notaio di cui si servono darà il suo voto a Grillo.
Non sono più solo gli arrabbiati dei quartieri popolari, i disoccupati e i giovani senza lavoro a protestare votando M5S.
Ora ci si mette anche gente benestante, che pure dovrebbe esser in grado di capire che con Grillo non si va da nessuna parte».
Va invece lontano l’auto del geometra Cancelleri: «Comizio in provincia», dice.
Conferma che il Movimento allarga la sua influenza e che cresce ancora. Nomi di siciliani importanti che voteranno Grillo, però, non ne fa o non ne sa.
Ma ad un tratto gli si illumina lo sguardo: «Ecco, per noi voterà Claudio Gioè, l’attore. Ci aiutò molto anche alle regionali... ». Gioè, l’attore.
Ha recitato nella fiction «Il capo dei capi». Interpretava Totò Riina. Ma non è aria che in Sicilia Beppe Grillo possa perdere dei voti solo per questo...
Re: From Sicily with love
confermo che molti DICONO che voteranno Grillo.
sui giornali locali on line volano stracci ad ogni intervento dei vecchi politicanti , più o meno riciclati.
Il Pd ..udite udite ...IERI si è spaccato in due , , tra poco si vota per il sindaco )
( La lista Monti , che è la "novità" è scarsa assai, non ha espresso nessuno di veramente interessante )
c'è aria di balls definitivamente rotte.
vedremo.
p.s.
c'è stato un grosso nubifragio su Catania, sembra una cosa pesante .
sui giornali locali on line volano stracci ad ogni intervento dei vecchi politicanti , più o meno riciclati.
Il Pd ..udite udite ...IERI si è spaccato in due , , tra poco si vota per il sindaco )
( La lista Monti , che è la "novità" è scarsa assai, non ha espresso nessuno di veramente interessante )
c'è aria di balls definitivamente rotte.
vedremo.
p.s.
c'è stato un grosso nubifragio su Catania, sembra una cosa pesante .
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