Re: From Sicily with love
Inviato: 08/02/2013, 8:17
Ragusa - La prima produzione di biodiesel in provincia di Ragusa, grazie al progetto “Energie Naturali”, sarà disponibile dal prossimo mese di giugno, quando si procederà alla raccolta di colza e lino e alla successiva spremitura dei semi. E' quanto è stato annunciato stamani nel corso del convegno sullo stato di attuazione del progetto che è stato promosso nell'ambito del Psr Sicilia 2007-2013 misura 124 – prima sottofase.
Numerose aziende agricole dell'area iblea hanno aderito al progetto che ha come obiettivo il collaudo, il trasferimento e la diffusione di ricerche sul biocombustibile mediante la coltivazione di oleaginose per l'ottenimento di biodiesel e di alcuni sottoprodotti. Il convegno, che si è svolto presso “La Cuccagna In” a Ragusa, ha visto l'intervento di alcuni esperti e le relazioni tecniche del coordinatore scientifico prof. Orazio Sortino e dell'agronomo Giorgio Gurrieri.
Le conclusioni sono state affidate all'agronomo Franco Celestre, di Prosea, organismo capofila del progetto. Lungo gli altipiani iblei sono state attivate delle piattaforme dimostrative e grazie all'adesione di varie aziende si è riusciti a sviluppare il progetto su ben 8 ettari di terreno. A breve si procederà alla raccolta e dunque alla spremitura.
“Da ogni ettaro di terreno coltivato a colza e lino – ha spiegato il coordinatore scientifico Sortino durante il partecipato convegno – è possibile prevedere una resa di circa 450 litri. Come si può ben capire è un'ottima possibilità per rendere più remunerativo il settore dell'agricoltura che oggi soffre la crisi. Inoltre nel futuro il prezzo del carburante andrà sempre a crescere e il biocombustibile potrà rappresentare un’alternativa più economica e assolutamente meno inquinante”. Con il progetto “Energie Naturali” si sta dunque operando per la concreta applicazione di ricerche condotte in precedenza da Università, in particolare la Facoltà di Agraria di Catania e altri enti come il Consorzio Ballatore e l’Ites di Palermo. “Siamo soddisfatti dei risultati finora raggiunti dal progetto – ha spiegato l’agronomo Franco Celestre – perché con l’applicazione delle ricerche sviluppate da varie Università ed Enti, saremo in grado di dimostrare che vi sono colture alternative che possono dare nuovo reddito, oltre a poter contare su una diversificazione colturale che porterà ad un beneficio al nostro territorio perché sviluppare energie naturali da colza e lino, sicuramente è positivo per il futuro sviluppo, pensando ad una terra più pulita e meno inquinata”. Sullo stato di attuazione del progetto ha sviluppato la sua relazione l’agronomo Giorgio Gurrieri: “Tra ottobre e novembre sono state effettuate le semine in alcune aziende che hanno aderito al progetto e che sono tutte site sugli altipiani iblei. A giugno spremeremo i semi di colza e di lino, riuscendo così a produrre il biodiesel. Avremo però anche dei sottoprodotti molto interessanti come il panello di colza da usare come concime biocida nella serricoltura, il panello di lino da utilizzare nell’alimentazione zootecnica e dei pellet di paglia da utilizzare come biocombustibile. Uno degli obiettivi è dunque quello di creare un reddito alternativo o aggiuntivo a quello aziendale, cercando di tutelare maggiormente l’ambiente”. Come si sta verificando dalle varie fasi del progetto, le agroenergie hanno delle grosse potenzialità, superiori perfino ad eolico e fotovoltaico.
Numerose aziende agricole dell'area iblea hanno aderito al progetto che ha come obiettivo il collaudo, il trasferimento e la diffusione di ricerche sul biocombustibile mediante la coltivazione di oleaginose per l'ottenimento di biodiesel e di alcuni sottoprodotti. Il convegno, che si è svolto presso “La Cuccagna In” a Ragusa, ha visto l'intervento di alcuni esperti e le relazioni tecniche del coordinatore scientifico prof. Orazio Sortino e dell'agronomo Giorgio Gurrieri.
Le conclusioni sono state affidate all'agronomo Franco Celestre, di Prosea, organismo capofila del progetto. Lungo gli altipiani iblei sono state attivate delle piattaforme dimostrative e grazie all'adesione di varie aziende si è riusciti a sviluppare il progetto su ben 8 ettari di terreno. A breve si procederà alla raccolta e dunque alla spremitura.
“Da ogni ettaro di terreno coltivato a colza e lino – ha spiegato il coordinatore scientifico Sortino durante il partecipato convegno – è possibile prevedere una resa di circa 450 litri. Come si può ben capire è un'ottima possibilità per rendere più remunerativo il settore dell'agricoltura che oggi soffre la crisi. Inoltre nel futuro il prezzo del carburante andrà sempre a crescere e il biocombustibile potrà rappresentare un’alternativa più economica e assolutamente meno inquinante”. Con il progetto “Energie Naturali” si sta dunque operando per la concreta applicazione di ricerche condotte in precedenza da Università, in particolare la Facoltà di Agraria di Catania e altri enti come il Consorzio Ballatore e l’Ites di Palermo. “Siamo soddisfatti dei risultati finora raggiunti dal progetto – ha spiegato l’agronomo Franco Celestre – perché con l’applicazione delle ricerche sviluppate da varie Università ed Enti, saremo in grado di dimostrare che vi sono colture alternative che possono dare nuovo reddito, oltre a poter contare su una diversificazione colturale che porterà ad un beneficio al nostro territorio perché sviluppare energie naturali da colza e lino, sicuramente è positivo per il futuro sviluppo, pensando ad una terra più pulita e meno inquinata”. Sullo stato di attuazione del progetto ha sviluppato la sua relazione l’agronomo Giorgio Gurrieri: “Tra ottobre e novembre sono state effettuate le semine in alcune aziende che hanno aderito al progetto e che sono tutte site sugli altipiani iblei. A giugno spremeremo i semi di colza e di lino, riuscendo così a produrre il biodiesel. Avremo però anche dei sottoprodotti molto interessanti come il panello di colza da usare come concime biocida nella serricoltura, il panello di lino da utilizzare nell’alimentazione zootecnica e dei pellet di paglia da utilizzare come biocombustibile. Uno degli obiettivi è dunque quello di creare un reddito alternativo o aggiuntivo a quello aziendale, cercando di tutelare maggiormente l’ambiente”. Come si sta verificando dalle varie fasi del progetto, le agroenergie hanno delle grosse potenzialità, superiori perfino ad eolico e fotovoltaico.