Re: G R E C I A
Inviato: 22/03/2015, 0:19
camillobenso ha scritto:
Dal punto di vista della grande imprenditoria, siamo rasi al suolo.
Il caso della finanza speculativa si è verificato poi anche in Europa.
Non riesco a capire cosa si sostiene.
La ChemCina compra la Pirelli. Sono all'estero anche Parmalat, Bulgari,Indesit, Lucchini, Edison, Loro Piana, Versace, Star, Carapelli, Richard Ginori, Ansaldo Breda, Fiat Avio....
Chi ha più possibilità investe, si espande, compra anche all'estero. O dall'estero compra in Italia. Con l'apertura dei mercati e con le grandi dimensioni sono cresciuti BRICS. Comprano loro.
La dimensione prevalente in Italia è quella delle MPI, aziende che però sono leader mondiali nel settore, come la Nice S.p.A., la La Rosa mannequins, la Ema, la Adler. Può darsi che in futuro anche queste saranno comprate da realtà più grandi. Ma parliamo di realtà industriali.
Certo che per comprare occorrono soldi. Servono per tutto, i soldi, anche per fare la spesa alimentare al supermercato. Fa gestione dei soldi anche la casalinga; fa finanza quando decide quanto spendere per comprare cosa.
Così come fa finanza speculativa il risparmiatore che investe in borsa, ipotizzando il rialzo del valore delle azioni comprate invece che investire in titoli a rendimento prefissato.
http://www.repubblica.it/economia/finan ... -27490188/
"Un pugno di società controlla il mondo - Ecco la rete globale del potere finanziario"
-147 imprese nel mondo sono in grado di controllare il 40% di tutto il potere finanziario.-
D'accordo, questa è una realtà. Come ci sono le concentrazioni nel settore della produzione o della distribuzione, ci sono anche nella gestione del denaro.
Ma cosa c'è di strano in questo, non capisco.
http://www.bancaditalia.it/pubblicazion ... EF_119.pdf
La grande distribuzione ha sostituito il negozietto. E si è andata sempre più concentrando in pochi centri di gestione.
Gli autori, con la Siae, sono riusciti ad ottenere una 'tassa' a monte sul diritto d'autore applicata al prezzo delle memorie di massa (hard disk, chiavette cd vergini). Cos'è? La spectre degli autori o solo una difesa dei propri interessi?
Anche le banche sono impresa, e fanno i loro interessi. Ed anche nella gestione del denaro si è verificata una concentrazione.
C'è pure l'imprenditore che fa più finanza che impresa, accumula denaro e non investe nell'azienda in ricerca e sviluppo ma compra azioni che gli rendono di più.
Oppure l'ad che taglia i minuti di intervallo agli operai ma incassa 330 mln in azioni, come Marchionne. Fa più finanza lui di un banchiere.
L'alternativa è la frantumazione in tutti i settori?
In Italia ci sono grandi capitani d'azienda (Benetton) e grandi realtà nel settore finanziario (Unicredit). Non ce ne sono abbastanza, tanto che non c'è stato uno che rilevasse l'Alitalia e quindi questa va all'estero.
Questa è la realtà, ma non riesco a vederci una Mente Globale che tenderebbe a dominare il Mondo attraverso la finanza.
Se questa si allarga è solo perché la politica è debole, i politici o sono ignoranti o si vendono. Come dimostra, appunto, il caso Incalza.
Almeno così mi pare.
cardif
Dal punto di vista della grande imprenditoria, siamo rasi al suolo.
Il caso della finanza speculativa si è verificato poi anche in Europa.
Non riesco a capire cosa si sostiene.
La ChemCina compra la Pirelli. Sono all'estero anche Parmalat, Bulgari,Indesit, Lucchini, Edison, Loro Piana, Versace, Star, Carapelli, Richard Ginori, Ansaldo Breda, Fiat Avio....
Chi ha più possibilità investe, si espande, compra anche all'estero. O dall'estero compra in Italia. Con l'apertura dei mercati e con le grandi dimensioni sono cresciuti BRICS. Comprano loro.
La dimensione prevalente in Italia è quella delle MPI, aziende che però sono leader mondiali nel settore, come la Nice S.p.A., la La Rosa mannequins, la Ema, la Adler. Può darsi che in futuro anche queste saranno comprate da realtà più grandi. Ma parliamo di realtà industriali.
Certo che per comprare occorrono soldi. Servono per tutto, i soldi, anche per fare la spesa alimentare al supermercato. Fa gestione dei soldi anche la casalinga; fa finanza quando decide quanto spendere per comprare cosa.
Così come fa finanza speculativa il risparmiatore che investe in borsa, ipotizzando il rialzo del valore delle azioni comprate invece che investire in titoli a rendimento prefissato.
http://www.repubblica.it/economia/finan ... -27490188/
"Un pugno di società controlla il mondo - Ecco la rete globale del potere finanziario"
-147 imprese nel mondo sono in grado di controllare il 40% di tutto il potere finanziario.-
D'accordo, questa è una realtà. Come ci sono le concentrazioni nel settore della produzione o della distribuzione, ci sono anche nella gestione del denaro.
Ma cosa c'è di strano in questo, non capisco.
http://www.bancaditalia.it/pubblicazion ... EF_119.pdf
La grande distribuzione ha sostituito il negozietto. E si è andata sempre più concentrando in pochi centri di gestione.
Gli autori, con la Siae, sono riusciti ad ottenere una 'tassa' a monte sul diritto d'autore applicata al prezzo delle memorie di massa (hard disk, chiavette cd vergini). Cos'è? La spectre degli autori o solo una difesa dei propri interessi?
Anche le banche sono impresa, e fanno i loro interessi. Ed anche nella gestione del denaro si è verificata una concentrazione.
C'è pure l'imprenditore che fa più finanza che impresa, accumula denaro e non investe nell'azienda in ricerca e sviluppo ma compra azioni che gli rendono di più.
Oppure l'ad che taglia i minuti di intervallo agli operai ma incassa 330 mln in azioni, come Marchionne. Fa più finanza lui di un banchiere.
L'alternativa è la frantumazione in tutti i settori?
In Italia ci sono grandi capitani d'azienda (Benetton) e grandi realtà nel settore finanziario (Unicredit). Non ce ne sono abbastanza, tanto che non c'è stato uno che rilevasse l'Alitalia e quindi questa va all'estero.
Questa è la realtà, ma non riesco a vederci una Mente Globale che tenderebbe a dominare il Mondo attraverso la finanza.
Se questa si allarga è solo perché la politica è debole, i politici o sono ignoranti o si vendono. Come dimostra, appunto, il caso Incalza.
Almeno così mi pare.
cardif