Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sotto le macerie - 23

Gioco al massacro - 2


Da sempre la politica in Italia si fa a suon di dossier. Il maestro di dossier della prima Repubblica è stato senza alcun dubbio Giulio Andreotti.

Il maestro della seconda Repubblica è fuori dubbio proprio lui,……Sciagura.


Berlusconi è andato da Putin per farsi dare documenti su Giorgio Napolitano dell’epoca in cui esistevano il Pcus, l’Urss e il Kgb?

da Pino Nicotri

Uso il punto interrogativo SOLO perché sono una persona educata e prudente, ma non riesco a crederci. Mi è stato detto che il misterioso e improvviso viaggio di Silvio Berlsuconi in Russia dall’amico Putin aveva uno scopo ben preciso: prendere visione – e farne copia – dei documenti esistenti nei capaci archivi russi sul nostro attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il periodo in cui lui era comunista ed esistavano ancora l’Urss, cioè l’Unione Sovietica, il Pcus, cioè il Partito comunista sovietico, e il Kgb, cioè gli invasivi servizi segreti dell’Unione Sovietica.
In Italia c’è già stato il tentativo di travolgere molti dirigenti e giornalisti comunisti italiani per mezzo del famoso “rapporto Mitrokhin”, dal nome dell’agente del Kgb che per anni copiò pazientemente documenti segreti per poi venderli all’Inghilterra. Il contenuto del “rapporto Mitrokhin” provocò, tra l’altro, la creazione di una apposita commissione parlamentare che cercasse di capire cosa ci fosse di vero. Alla fine la montagna partorì il topolino, e tutto finì italianamente a tarallucci e vino.
Se è vero che Berlusconi è volato dall’amico Putin per procurarsi direttamente dagli archivi ex sovietici documenti, che si presume non si riferiscano ad attività da suffragette o di carità alla S. Vincenzo, riguardanti Giorgio Napolitano e magari anche qualche ancora attuale big ex comunista di ciò che sopravvive della sinistra, allora è possibile che stiamo per assistere a scossoni molto più violenti del caso Boffo e del caso Marrazzo messi assieme e moltiplicati per cento. Un caso Boffo e Marrazo al Quirinale, e per motivi ben diversi da quelli da quattro soldi che hanno travolto l’ex direttore de L’Avvenire d’Italia e l’ancora per poco governatore del Lazio? Da un ex direttore del quotidiano dei vescovi italiani e da un prossimo ex governatore del Lazio si sta per passare a un ex presidente della Repubblica italiana? O ci saranno “solo” manovre e pressioni silenziose, che qualche cinico irriverente forse chiamerebbe ricatti inconfessabili? Magari per evitare altri “tradimenti” di Napolitano come quello denunciato in televisione, alla Rai, da Berlusconi in persona riguardo le mancate pressioni sulla Corte costituzionale per farle approvare l’indecente Lodo Alfano?
Temo che la politica italiana stia per vivere una stagione ancor più fogniaria di quella che già sta vivendo da troppi anni. E che l’inverno in arrivo sarà molto ma molto freddo. Un inverno….. russo. Scaldato dal gas graziosamente concesso dal caro Putin…
Termino perciò ponendo a Silvio Berlusconi un’altra domanda, una sola, rinunciando per ora alle altre due o tre che ho sulla punta della lingua:
“Egregio signor primo ministro, può dirci per cortesia se è vero quanto alcune malelingue mi hanno ventilato, e cioè che lei è volato improvvisamente in Russia, accampando un torcicolo e bidonando anche il re e la regina di Giordania, per farsi regalare dal caro amico Putin documenti dei servizi segreti dell’era sovietica sul nostro attuale presidente della Repubblica? Vale a dire, sull’ex dirigente del Partito comunista italiano Giorgio Napolitano”.
Certi che lei non risponderà, e in attesa di nuove imprese di Vittorio Feltri, le ricordiamo un noto proverbio: “Chi tace acconsente”.


*

Sciagura, negli ultimi tre mesi ha tentato in tutti i modi di coinvolgere MM a guidare la destra con lui dietro le quinte a tirare i fili. Ma non ce la fatta e in questi giorni se ne esce con parole di fuoco nei confronti del Professore. Sciagura è una persona vendicativa.


Padellaro nel suo editoriale di ieri raccoglie alcune voci e mette in guardia :

Ma Berlusconi che gioco sta facendo? Attenti a non farsi ingannare dal solito teatrino televisivo condito di balle stratosferiche e di improbabili fidanzatine. I denti del Caimano sono come sempre affilati e come sempre pronti ad azzannare l’avversario di turno.


Quella pista che porta ad Arcore

di Antonio Padellaro | 23 dicembre 2012


Chi minaccia Mario Monti? Perché il premier uscente, che doveva federare lo schieramento che va da Casini a Montezemolo e ricostruire il suo sollecito ritorno a Palazzo Chigi, è stato colto da improvvisa incertezza?
Come mai, ieri, il presidente Napolitano, nell’annunciare lo scontato scioglimento delle Camere, ha sentito il bisogno di lanciare una sorta di monito al Professore raccogliendo i timori che alcuni partiti, e segnatamente il Pdl, gli hanno espresso sul ruolo non super partes di Monti in campagna elettorale? E i veleni calunniosi che hanno preso a circolare sulla figura del prestigioso supertecnico chiamato a salvare dal fallimento l’Italia, cosa hanno a che fare con questi amletici dubbi?
Ma, anche se nessuno minacciasse nessuno, cosa ha frenato improvvisamente Mario Monti? Di che cosa ha paura? Abbiamo messo in fila alcune domande che ieri mattina sono rimbalzate sulle prime pagine dei giornali. E altre ne abbiamo aggiunte, perché nessuno può convincerci della normalità politica di comportamenti che normali non sono.
Possiamo comprendere la contrarietà del capo dello Stato davanti alla discesa nell’arena elettorale dell’ex preside della Bocconi che il Quirinale, con la nomina a senatore a vita, aveva collocato nei piani alti delle istituzioni e dunque fuori dalla mischia. Anche Bersani non ha tutti i torti se prende le misure dal Monti elettorale dopo che il Pd non ha fatto altro che donare sangue alle misure altamente impopolari del Monti tecnico.
Ma Berlusconi che gioco sta facendo? Attenti a non farsi ingannare dal solito teatrino televisivo condito di balle stratosferiche e di improbabili fidanzatine. I denti del Caimano sono come sempre affilati e come sempre pronti ad azzannare l’avversario di turno.
Che questa volta non è più la sinistra “comunista”, ma va collocato nello nello stesso centrodestra dove è tornato a cercare voti il moroso della Pascale. Invecchiato e bollito quanto si vuole, Berlusconi intravede la possibilità di riprendersi una parte dei consensi che Alfano ha dilapidato in poco tempo. Non per vincere le elezioni, ma almeno per non perderle. Prima ha cercato di annettersi Monti, che però lo ha disdegnato (“neanche una telefonata mi ha fatto”). Poi gli ha fatto balenare il Colle come, si fa per dire, premio di consolazione. E ora gli dichiara guerra, accusandolo di concorrenza sleale. Chissà che Monti non debba ricercare l’origine dei suoi problemi in quella villa di Arcore da un ventennio deposito di dossier e pugnali.

Il Fatto Quotidiano, 23 Dicembre 2012


In un altro articolo IFQ tratta il nuovo caso dal titolo:

METODO BOFFO? Voci targate Pdl sul suo conto in Svizzera.


Il dossier “Zurigo 11” veleni contro il Prof

Di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 dicembre 2012
Nei corridori di Montecitorio si parla di undici milioni oltre frontiera. Ma Palazzo Chigi smentisce tutto. È solo l’antipasto di una campagna elettorale che si annuncia senza esclusione di colpi d’Esposito pag. 5

*

Mario Monti e la bufala del conto da 11 milioni in Svizzera
23/12/2012 - Zurigo 11. Una macchina del fango in azione a Palazzo Chigi. Targata PdL

di Dario Ferri
La sigla sembra quella di un taxi: Zurigo 11. La storia la racconta Fabrizio D’Esposito sul Fatto Quotidiano, avvertendo sin dalle prime righe che trattasi di bufala. Ed è un aneddoto che viene raccontato in giro dal Popolo delle LIbertà e da alcuni suoi esponenti per infangare Mario Monti alla vigilia di una campagna elettorale che si preannuncia difficile per il centrodestra:
Il fango scorre tra i banchi del Pdl. Da lì rimbalza la voce (calunniosa, almeno fino a prova contraria) che vari peones riferiscono, con la presunta garanzia di autorevolissimi ex ministri berlusconiani: “Monti ha un conto di undici milioni di euro in Svizzera”. Si aggiunge il nome della città: Zurigo. La sintesi che va di bocca in bocca è sarcastica: “Chiamate Zurigo 11”. La sigla di un taxi. Quello su cui il premier alla fine sarebbe salito per scappare dalle offerte di centristi vecchi e nuovi. E giù sorrisi di compiacimento per questo veleno che ammorba l’ultimo giorno di una legislatura pessima, tra ricatti, compravendite di parlamentari e arresti (Alfonso Papa e Luigi Lusi). C’era da aspettarselo.
La storia calunniosa di Zurigo 11, a detta di vari deputati del centrodestra, nasce dalla complessa trattativa tra il governo tecnico e la Svizzera per i capitali italiani, tra i 120 e i 150 miliardi di euro, depositati nel paradiso fiscale più famoso del mondo:

Non solo. Nel gioco dei veleni incrociati c’è anche chi, nel Pdl, addebita questa voce ai nemici del Pd, anche per depistare. Il risultato è una nube tossica che vomita fango ovunque: “Zurigo 11 fa parte del pacchetto di minacce del centrosinistra a Monti. L’amba sciatore è Tizio”. “Tizio” (lo chiamiamo noi così) è un esperto deputato democratico, che ha ricoperto delicati incarichi nel partito. C’è anche un’altra versione in cui Tizio viene citato: “Tizio e Caio passeggiano a braccetto e stanno avvertendo i deputati dell’Udc: Berlusconi sta accumulando un’ampia documentazione su Monti”. Si ritorna al metodo Boffo. Dossier su dossier. “Caio”, invece, è un ex leader di primo piano del Pd. Palazzo Chigi smentisce nettamente qualunque voce su conti esteri del Professore.

http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -svizzera/
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Lo Stato Montificio - 1

Gli effetti dell'agenda di Morti - 1

‘Avvenire’ e Bertone, sì al sostegno a Monti. “Stimiamo il suo pensiero”
Il segretario di Stato ai microfoni del Tg1, pur senza far riferimento esplicito al Professore, ha ricordato l'urgenza della "volontà di fare il bene comune". Marco Tarquinio, direttore del quotidiano della Cei, ha invece scritto di condividere "molte delle impegnative cose" del premier uscente, definito "centrista radicale"

di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 24 dicembre 2012Commenti (577)


Prende sempre più forma il centro che si schiera a sostegno del Professore e dopo l’endorsement di Pierferdinando Casini, arriva quello dei vescovi italiani.

A parlare è stato il cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano che, senza fare un’esplicita allusione a Monti, ha ricordato che “non basta parlare, non basta fare promesse, non basta nemmeno proferire denunce sulle stridenti ingiustizie se invece non c’è una presa di coscienza più viva sulle proprie responsabilità e se non c’e accanto a questa responsabilità la volontà di fare e di fare il bene comune“.

Un ‘bene comune’ che Mario Monti ha nominato anche nella conferenza stampa di fine anno, in cui ha parlato di politica a servizio dei cittadini. Alle dichiarazioni di Bertone si è aggiunto poi l’editoriale di Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, che ha esplicitamente espresso il sostegno al premier uscente: “Stimiamo, non da oggi, la linearità di pensiero e di condotta di Mario Monti”, ha scritto sul giornale della Cei, che invita “chi ha idee, energie, umiltà e responsabilità sufficienti per aiutare il ‘centrista radicale’, il moderato e riformista Monti che in questi mesi ha lavorato a Palazzo Chigi a rendere esplicita la propria rinnovata disponibilità di servizio, chi sogna un’altra politica e un’altro bipolarismo rispetto a quello degli ultimi 18 anni, chi è disposto ad aiutare l’Italia a incamminarsi su una via nuova e ben tracciata ha occasione e motivi per farsi sentire. E, a sua volta, farsi apprezzare”.

Insomma, un cambio di rotta rispetto ai due decenni in cui il dibattito politico è ruotato intorno alla figura di Silvio Berlusconi.

Ai microfoni del Tg1, Bertone ha inoltre commentato la situazione del Paese e di questo Natale, diviso tra crisi economica e campagna elettorale: ”E’ un momento molto difficile – ha detto-, lo sento anche dalle molte famiglie che chiedono aiuto, io vorrei sottolineare subito una cosa, se il tessuto sociale delle nostre comunità non si è ancora lacerato inesorabilmente questo è merito soprattutto del valore portante delle famiglie”.

Il quotidiano dei vescovi, invece, pone l’accento su ”serietà e chiarezza, oltre ogni convenienza” e Tarquinio dice di “condividere” “molte delle impegnative cose” dette dal premier dimissionario e di “apprezzare specialmente le pressanti sottolineature sulla grande questione dell”inverno demografico’ di un’Italia sempre più vecchia”, che “non riesce a mettere al mondo figli”, e sulla questione “del ruolo da protagonista che la donna (…) deve poter svolgere”.

“Non sapremmo dire, oggi, a caldo – scrive il direttore del giornale dei vescovi – quanto sarà raccolto dell’esigente appello che il professor Monti ha rivolto alle forze e ai soggetti sociali e politici”, ma “pensiamo che sia un appello serio e utile. E sappiamo che il ragionamento di Monti somiglia ai pensieri, alla fatica e alle attese di tanti italiani”.

Quanto a un possibile impegno diretto di Monti “nell’agone politico”, “ci pare di capire – afferma Tarquinio – che, in cuor suo, Mario Monti una scelta l’abbia già fatta: tra una convenienza personale e una scelta moralmente motivata un uomo che, come lui, ha un’idea alta e popolare – in ogni possibile senso – della convivenza civile e della politica non può avere troppi dubbi.

Ma, come noi, anche il professore sa che nessuno può compiere da solo un’impresa comunitaria.

E che ci sono fasi della vita dei Paesi (…) nelle quali forze alternative coniugano i propri sforzi anche solo su temi ben definiti nel nome dell’interesse nazionale.

Ma perché questo accada, in Italia, occorre che ci siano almeno due buoni e grandi pilastri in un quadro politico rinnovato”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... ro/454500/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Vox populi


MartelloneUsato Poco fa
"Santi subito!".

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nano malefico Poco fa
Servono i parire tecnici di uno stato estero come il vaticano e si si perchè quelli del Burundi No?

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Roberto Rizzolo Poco fa in risposta a grivola
La Chiesa pensa solo a forme di assistenza come la caritas e le varie comunita' assistenziali. Ma ha sempre respinto con tutte le sue forze i concetto di giustizia sociale.

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Elio La Chiesa Poco fa
I vescovi avveduti come sono in materie economiche, prima di abbandonare Berlusconi, avranno certamente concordato con Monti la rigorosa conservazione di benefici, favori e privilegi per santa romana chiesa.


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jacomo Poco fa
Come la chiesa si muove sempre in coppia,il Monti può contare sul sostegno dell'aspersorio e della lupara,ed il Senato sarà probabilmente controllato da Berlusconi.Il scenario politico 2013 inizia nel miglior dei modi.Pace e Salute a tutti.Altri auguri sarebbe una presa in giro

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Enzo Perrucci Poco fa in risposta a K_r_i_o_s
autoscomunicato sarai te e tutti i vescovi...ma chi ce li a messi tu o gente come te dio o cristo sicuramente nooooo,e poi ricordati che il nostro cristo e morto in croce poverooooooo.
non con palazzi e oro ricordaloooooo sempreeeeeee

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rudy49 Poco fa
preghiera modello del vaticano e dei mascherati:beati voi(del popolino) che mangiate verdura ,invece noi poveri preti e mascherati costretti a mangiare un pollo al giorno

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Antonio Trande Poco fa
Monti mutant, la mutazione è iniziata.

Da banchiere fidato della politica a politico fidato delle banche. Chi si salverà ?

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K_r_i_o_s Poco fa in risposta a Enzo Perrucci
Un cattolico non puo' dire che i vescovi sono corrotti, se un eretico e teoricamente ti sei autoscomunicato :D

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lucciolo71 Poco fa
io devo ancora capire quale religione professano, i vescovi

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rosa1963 Poco fa
FIGURATEVI CHE QUESTI PARRUCCONI HANNO SOSTENUTO PER 20ANNI I GOVERNI BERLUSCONI.QUESTI VANNO SOLO DOVE C'E' DA TIRAR SU SOLDI ALTRO CHE RELIGIONE

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Spadellato Poco fa
Pero' ragazzi, diciamolo pure, senza Berlusconi saremmo nessuno...

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nessuno Poco fa
e io che ero sicuro sostenessero sel.

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Enzo Perrucci Poco fa
a natale pregate il vostro dio per voi e i vostri figli,non pregate per queste chiese scomunicate dal dio stesso...

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il solito ignoto Poco fa in risposta a faust
Ci vorrebbe Garibaldi, che aveva le idee molto chiare su cosa fare del vaticano.lo hanno fermato alle porte di roma e da allora " giovinezza giovinezza primavera di bellezza...."

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Reddoctor's Son Jacopo Poco fa
Monti quando morira',speriamo presto,sicuramente sara' sepolto vicino a renatino de pedis,la chiesa non dimentica i suoi benefattori,renatino rapinava le banche,il ragioniere rapina i poveri per portare i soldi a chi spaccia l'oppio della religione tra i poveri.

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faust Poco fa in risposta a irreverent
Facciamo una class section.

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Rheno Poco fa
… ma una volta ogni tanto … parliamo di cose serie!
Io, adesso, non ricordo bene, ma sarei molto grato a chi - informato - mi confermasse se quest’anno il sangue di San Gennaro s’è sciolto o no?

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peppefer Poco fa
Avete notato? Che clima elettorale laico: da invidiare!
Il cardinal Bertone ha ricordato "l'urgenza di fare il bene comune". Parole sante, che Monti nel suo anno di governo ha già onorato facendo il bene comune si, ma dei poteri forti e della chiesa. Poi Il direttore di Avvenire, tale Marco Tarquinio, ha definito Monti: "un centrista radicale". Per loro baciapile, sarà pure un complimento, ma per una persona normale, ci sarebbe da offendersi. I centristi sono coloro che si spostano agevolmente, a seconda della convenienza, sia a destra che a sinistra, senza imbarazzo, perché, geometricamente, le loro distanze sono apposta più corte. Figurarsi poi quando sono radicali. Con questi, addio temi per la vita, addio diritti della gente, addio modernizzazione. Solo sofferenza. Ma che riguardi rigorosamente gli altri, non loro! Un passo avanti per loro, un passo indietro per l'umanità (italiana).

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antonia 46 Poco fa
buon natale!

nella mia agenda ho segnato h.14 pisolino, h 21 cenone di vigilia..ci si rileggerà...

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leisenmario Poco fa
ORAMAI noi cittadini e popolo italiano dobbiamo pararci il c..o perfino dai lanzichenecchi perchè l'impressione è che il nostro paese oramai e diventato terra di conquista di varie cordate di cui la piu pericolosa per noi e per i nostri figli e quella del dittatore MARIO MONTI.

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morte al Nuovo Ordine Poco fa in risposta a Enigma54
Secondo i mass media italiani : Il successo e' fallimento ( ma non qui ) e il fallimento e' successo ( vedere le politiche fallimentari di Monti )

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Enzo Perrucci Poco fa
a sostegno di monti anche i vescovi corrotti e pedo..i,e dimostratemi il contrario.
visto che monti non fa pagare l'imu ai beni della casta cattolica,con tutto l'oro che a il vaticano vi sembra giusto che l'imu la paghino i poveri????
ma la chiesa non e per i poveri????...
io sono cattolicissimo,ma credo nel dio dei poveri,non i questa chiesa sfarzosa e scomunicata,che non a niente a che vedere con chi non arriva alla fine del mese....
ripetero all'infinito fino allo sfinimento,chiedendo in ginocchio al popolo italiano:
per favore per il bene della nostra nazione e dei nostri figli,NON VOTATE PIU' QUESTI MA.F.I.O.S.I.,
solo chi e cieco non vuol vedere e solo chi e sordo non vuol sentire,ma anche uno scemo a capito che questa gente pensa solo al loro benessere e non gli frega niente della gente che non puo mangiare...
mandiamoli tutti a casa votiamo il cambiamentoe per il bene dei nostri figli.........buon natale a tutti..

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Kalimero Poco fa
Penso che tutto questo movimento in atto sia solo un riposizionamento dei soliti noti, pronti a salire sul carro del vincitore.

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Fabrizio Ferrucci Poco fa
Sono quasi 1.700 anni che subiamo il supplizio della chiesa...............Forse la Democrazia Cristiana pensava di avere la stessa durata e per quello ha apposto il nome di Cristo? Se qualcuno mi spiega cosa c' è di appartenenza tra il vaticano ed l' ideologia "vera" di Gesu' domani vado a confessarmi. ( Non da un prete, il quale vuole solo trarre informazioni................).

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fibbialla 1 minuto fa
Questa ingerenza, non nuova, ha fatto sì che, pur catolico mi sia aontanato dalla chiesa come isituzione dal 1992.

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K_r_i_o_s 0 minuto fa in risposta a fibbialla
Quindi sei cattolico ma non istituito, interessante :D

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faust 1 minuto fa
Perchè non denunciarli al giudice Ingroia per "abuso della credulità popolare" e "sostituzione di persona"?

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MartelloneUsato 2 minuto fa
Queste ingerenze ,nemmeno tanto mascherate, dei Vescovi nella vita politica italiana, sono inaccettabili
ed inopportune : Pensino più a Cristo e meno al centro. Non sono io quello che deve fare il vescovo.:
Sta scritto: " A Cesare quello che è di Cesare":

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il solito ignoto 3 minuto fa
Ci voleva tanto a capire che le decisioni le prende il sig. Vaticano Dell'Utri?
E adesso? Adesso come sempre, caro Fantozzi, cara merdaccia, "vuolsi cosi colá dove si pote ció che si vuole e piu non dimandare".

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Michele Fraddosio 3 minuto fa
Vedi che è utile per Monti agevolare la chiesa a non pagare le tasse?

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Von Richthofen 3 minuto fa
Il Pappa, ei suini Vescovi, Lacchèsa non possono entrare nella politica dell'Italia.

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Rheno 4 minuto fa
Ogni singola persona è libera di esprimere la propria idea, però - in un momento di crisi come questo - quando certi consensi, giudizi e approvazioni vengono da personalità dello Stato Vaticano è legittimo sospettare “qualche” interesse di carattere finanziario … e francamente non sono certo che sia solo un sospetto!

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Roberto Rizzolo 5 minuto fa
Chissa' come la pensa Comunione e Liberazione, in passato ferocemente berlusconiana!

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grivola 6 minuto fa
La Chiesa prospera dove c'è miseria e disperazione.Non mi meraviglia che appoggi spudoratamente il professor Monti. Un "produttore" di miserabili e disperati più abile di lui dove lo trovi?

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scutmai 7 minuto fa
scusate,ma sono quegli stessi vescovi che hanno appoggiato fino all'altro giorno Berlusconi???
...e daltronde,dopo tutto quello che Silvio ha fatto per loro (cit. Berlusconi Silvio),hanno bisogno di uno che mantenga lo status quo,come ha dimostrato di saper fare benissimo il professore,anche in barba alle condanne europee contro la nostra legislazione in termini di IMU a favore della Chiesa...

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fabiosov 8 minuto fa
a rigormontis mancava solo il bacio della morte
amen

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NoVat 8 minuto fa
La grande truffa che sta alla base sistema politico italiano, ma direi di quasi tutti gli Stati, è indicare quale momento democratico la scelta del candidato politico, mentre la verità è che scegliamo il candidato fra quelli che ci propongono e non fra quelli che vorremmo.

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LEDyna 8 minuto fa
Gli italiani: solo polli d'allevamento, vivono per essere usati, spennati e mangiati.

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andrea2741970 8 minuto fa
Se i vescovi avessero ricevuto la mia stratassata tredicesima, Monti lo stimerebbero un po' meno ...

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salvo777 6 minuto fa in risposta a andrea2741970
bel nome andrea342345t6445324553q77fefswfcv
io sono 777 prima DI RAGGIUNGERTI devo fare molta strada

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Reddoctor's Son Jacopo 9 minuto fa
Fino a ieri il riferimento di questi banditi con la tonaca era l'escortiere di arcore,la mafia ora perdente;ora i nuovi corleonesi sono quelli che hanno il covo in banca e siccome i preti sono degli idealisti si sono adeguati,andreotti ora bacerebbe non toto' riina ma monti.

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mrgibo1980 9 minuto fa
La Chiesa mi fa schifo, sempre comodamente al servizio del potere, infischiandosene delle sofferenze degli operai e di chi non c'e la fa a fine mese. A loro interessa qualcuno che curi i loro interessi e adesso lo hanno trovato in Monti, prima sono stati un ingrediente fondamentale per l'ascesa del berlusconismo.

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irreverent 7 minuto fa in risposta a mrgibo1980
E' cosi' da quasi 2000 anni e non vedo chi possa cambiare le cose

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salvo777 5 minuto fa in risposta a irreverent
ciao gesù

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Enigma54 10 minuto fa
LA VANGA
SUI PIEDI



Quasi tutti i
commentatori più attenti sono concordi nel ritenere che la politica neoliberista
di Monti sia stata profondamente iniqua ed abbia aggravato la recessione in
atto, senza incidere minimamente sui privilegi delle caste. Non si comprende,
allora, perché Monti possa godere ancora di un ampio consenso popolare,
rifuggendo, peraltro, da una vera competizione elettorale. Evidentemente tra i
poveri e la c.d. classe media (o meglio medio/bassa) è diffuso un notevole
spirito autolesionistico dovuto essenzialmente all'incapacità di identificare e
valutare i propri interessi. Un esempio può chiarire meglio il concetto: se un
operaio sostiene Monti come e più di quanto faccia Montezemolo o un qualsiasi
banchiere, qualcuno di loro sbaglia (e probabilmente non è Montezemolo né il banchiere). Cari poveri e classe media, insieme sareste la maggioranza (da sempre).
Come mai, allora, non siete mai al governo? La risposta è semplice: obnubilati
dalle TV e dagli altri media di regime fate costantemente scelte sbagliate,
tirandovi sistematicamente la vanga sui piedi.

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K_r_i_o_s 4 minuto fa in risposta a Enigma54
Quando devi pensare a pagare i debiti, le tasse e riempire la pancia, non hai il tempo o la forza per nutrire la mente.
Quindi chi e' povero economicamente e' anche povero di spirito.

Le classi meno abbienti , quelle che portano piu' voti saranno sempre raggirate.
Il popolino lo si illude col sogno democratico, poi a regnare sono i soliti potenti.

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Aldo 10 minuto fa
sorridete ! gli spari sopra, sono per noi...

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salvo777 10 minuto fa
monti non mi piace
ma tra lui e berlusconi
c'è un mondo
si sono tutti e due schiavi dei poteri forti
ma almeno monti credile

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ezio88 10 minuto fa
ciao

sotto una cupola stellata
Margherita si confronta con Marco

Dialogo su scienza ed etica

buona lettura a tutti

alla prossima

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niro faroli 11 minuto fa
AMICI E NEMICI IN RETE,Per oggi e domani diamoci un piccolo break ,AUGURO A TUTTI VOI IN RETE ,UN CORDIALE E SERENO NATALE,ed a chi non lo vuole essere augurato,in tono dimesso e umile dico REQUIESCANT IN PACE.AMEN.

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Gianmario Pelizzoli 13 minuto fa
Spero solo che il PD,non si lasci INFINOCCHIARE (come sempre) da questi PRETI,i quali sono MOLTO + attaccati a BENI TERRESTRI,rispetto a quelli DIVINI !!!!!!!!!!!!

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K_r_i_o_s 11 minuto fa in risposta a Gianmario Pelizzoli
Il chierichetto bersani , s'e' gia' fatto infinocchiare da piccolo.

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Angelo Solinas 14 minuto fa

La chiesa
ha amato Berlusconi,
ora ama Monti.

Amerebbe anche un Cetto Laqualunque se facesse pagare ai poveri le tasse dei ricchi, col nobile scopo di portarli in paradiso.


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ALBERTO 6 minuto fa in risposta a Angelo Solinas
Più che altro un Laqualunque che li protegga per non pagarle loro le tasse.....

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faust 12 minuto fa in risposta a Angelo Solinas
La chiesa ha amato anche Mussolini. Ci vorrebbe Napoleone o almeno Cavour.

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irreverent 1 minuto fa in risposta a faust
Ti devi accontentare di scegliere fra berlusconi, bersani, monti e grillo. i quali sono lo specchio esatto dei tempi e del popolo she rappresentano.
Con un popolo bue come il nostro, la chiesa puo' dormire sonni tranquilli

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K_r_i_o_s 14 minuto fa
Dopo aver sorretto berlusconi per decenni , questi hanno ancora la faccia tosta di parlare ?
Compatisco vi continua ad ascoltarvi, poveracci.

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Enigma54 14 minuto fa
Nonostante vari tentativi non riesco a pubblicare un commento (sobrio e moderato) dal titolo "LA ZAPPA SUI PIEDI". Ne deduco che il termine "zappa" è inappropriato. Lo cambierò con "vanga".

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Massimo 15 minuto fa
Il Vaticano pensasse ad aiutare i poveri invece di fare politica. Vergognatevi!

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effimero0664 15 minuto fa
e' finito il potere ... o meglio l'alleanza mafia-destra economica/vaticano cominciata negli anni 70/80 ... come prenderla?
... che prima c'erano 2 cancri ora uno?
... che stato quasi debellato il più recente ed ora rimano quello "storico"?

... ma vediamo di fare piazza pulita, alle prossime elezioni .... fuori tutti, poi si vedrà, perchè poi quando e se ci liberiamo dei problemi interni bisognerà affrontare quelli "esterni" ... e finora la mixata, a confronto con altri "concorrenti" ci fa stare ancora al neo-medioevo.

.... porci.

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Joseph57 16 minuto fa
la chiesa sentitamente ringrazia per tutti i benefici fiscali che l'ex governo monti gli ha assicurato a spese dell'insignificante popolino italiano

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Mattia Ledda 16 minuto fa
Ecco qua, un'altra imbeccata. Continua la delusione, FQ, non ho più parole.

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aldopx 17 minuto fa
hanno grossi interessi economici in comune.... mi sembra naturale che fra banditi ci si ritrovi...

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aloa 17 minuto fa
vabbheè facciamo l'ultimo scritto, poi chi riesce si faccia un buon Natale in famiglia, Leggere qui ti fa accorciare la voglia di festeggiare. Se Berlu vede questa pagina si rovina il Natale. Pensava di avere in tasca i voti dei mangia pane a tradimento, Gonna cappellino & sottana. si chiederà. Ma come, io che ho rifatto a spese degli Italiani, strade case impianti idrici riscaldamento al vatticano, mi tocca vedere che daranno i voti a Monti? E si ! Chi ha dato a dato chi a avuto a avuto, Monti non chiede ai caschi viola alcun pagamento, pero? Ha chiesto l'IMU ad enti di cura che non avevano cappelle votive all'interno. Meditate gente.. Auguri, nella speranza del solito asteroide sul vatticano.

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Lo Stato Montificio - 2

Gli effetti dell'agenda di Morti - 2

L'ora del topo - 1




Elezioni 2013, Frattini lascia il Pdl e Ichino si schiera con Monti
L'ex ministro degli Esteri non condivide il ritorno in campo di Silvio Berlusconi e si dichiara favorevole a un Ppe italiano annunciando che continuerà il suo impegno in Europa. Il senatore del centrosinistra lascia Bersani e si dice pronto a guidare la lista del premier in Lombardia

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 24 dicembre 2012Commenti (141)


Franco Frattini e Pietro Ichino lasciano Pdl e Pd dichiarando il loro sostegno all’Agenda Monti. L’ex ministro degli Esteri si chiama fuori, è contrario alla ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi e si dice interessato “a un Ppe italiano” assicurando il suo impegno in Europa.

Anche il senatore del Pd si dice pronto a supportare il premier chiedendo chiarezza all’interno del suo partito da dove emergono posizioni nettamente diverse sulla politica di Monti.

”La mia esperienza politica nel Pdl si conclude qui”. Franco Frattini, in un’intervista sulla Stampa, annuncia di voler lasciare il suo partito: ”E’ una scelta che deriva anche dal vedere come in queste ultime settimane di incertezza ci siano stati e ci sono tentativi e movimenti di persone che come me, e anzi più di me, hanno criticato le scelte di Berlusconi, ma oggi, invece, sono tornati ad essere i più grandi sostenitori della sua candidatura a premiership”. Non è d’accordo con il ritorno in politica di Silvio Berlusconi, ma assicura: “Nessuna infedeltà, Silvio Berlusconi mi ha portato in Parlamento e non voterò mai contro di lui. Un gesto di lealtà nei suoi confronti mi pare giusto”. Frattini si chiama quindi fuori dal Parlamento, “ma non fuori dalla politica. Resterò nella grande casa del Ppe in Europa ad occuparmi di politica estera. Non cerco case né casette politiche per rientrare ad ogni costo in Parlamento. Anche se non nego – prosegue – che una proposta di una squadra o di una lista ‘Monti per l’Italia’, insomma, di un Ppe italiano possa interessarmi, ma se quella proposta non c’è resto fuori”.

Anche Pietro Ichino del Pd annuncia dalle colonne del quotidiano torinese il suo sostegno al premier: “La risposta negativa di Bersani al bellissimo discorso di Monti è per me decisiva. La campagna elettorale la farò a sostegno dell’Agenda Monti, attorno a cui si aggregherà una forza politica nuova, fuori dagli schemi tradizionali della politica italiana”. Il senatore sottolinea le contraddizioni interne al suo partito, riferendosi in particolare a quanto dichiarato da Bersani, favorevole alla linea politica tracciata da Monti, in contrasto con quanto detto da Fassina, che invece ha definito la strategia del premier “rovinosa per il Paese”. Secondo Ichino si tratta di “due posizioni inconciliabili. Mi chiedo come posso chiedere il voto degli elettori per il Pd senza che questa contraddizione sia stata risolta in modo chiaro”. “Qui in Lombardia – spiega ancora Ichino – si sta formando una lista che è espressione di tutta quella grande parte della società civile che rifiuta il populismo antieuropeo di Berlusconi e che allo stesso tempo vede le contraddizioni del Pd, sono pronto a lavorare per il successo di questa lista e anche a guidarla se mi sarà chiesto”.

E intanto il parlamentare Pdl, Alfredo Mantovano, ha dichiarato che revocare la fiducia al governo Monti è stato un errore e che “questa esperienza dovrebbe far mitigare la durezza delle reazioni del vertice del Pdl alla esposizione dell’agenda per l’Italia da parte del presidente Monti: magari fra breve ci si potrebbe convincere che si è commesso un nuovo errore”. Secondo Mantovano “darsi un paio di giorni per una riflessione più attenta, legata soprattutto ai contenuti dell’agenda e al futuro dell’Italia dopo il voto, potrebbe solo giovare”. E anche lui ha minacciato di andarsene: “Sarebbe un peccato per il Pdl se si continuasse su una linea di immotivata chiusura. Se così fosse, per me personalmente questa sarebbe l’ultima nota firmata come deputato del Pdl”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... ti/454520/
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Lo Stato Montificio - 3

Gli effetti dell'agenda di Morti - 3

L'ora del topo - 2


L'articolo de IFQ:

GIULIANO
SUPER/CAZZOLA

"Alemanno scelga : è il solo
a poter far convergere nel nuovo
progetto un pezzo di Pdl"

Non è disponibile nel formato normale. Lo si può leggere in pdf :

http://www.pdlsenato.it/sites/default/f ... llo_24.pdf

****

Filastrocche italiane


Da :

Apelle Figlio di Apollo
Apelle, figlio di Apollo
Fece una palla di pelle di pollo
Tutti i pesci vennero a galla
Per vedere la palla di pelle di pollo
Fatta da Apelle figlio di Apollo

a:

Apelle Figlio di Apollo
Apelle, figlio di Apollo
Fece una palla di pelle di pollo
Tutti i ( i topi ) vennero a galla
Per vedere la palla di pelle di pollo
Fatta da Apelle figlio di Apollo
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Sotto le macerie - 24

Crisi, aumenta la spesa all’hard discount. Non solo per le famiglie a basso reddito
Negli ultimi sei anni sono raddoppiati gli utenti "storici" dei supermercati low cost, cioè quelli con poche disponibilità economiche. A cui si aggiunge un 10% di famiglie con reddito medio-alto. Il sociologo dei consumi Vanni Codeluppi: "I benestanti non si vergognano più a frequentarli. E' l'effetto di un nuovo modello di consumo stimolato dal web: nessuno è più disposto a comprare se non al miglior prezzo"

di Vincenzo Iurillo
| 25 dicembre 2012Commenti (556)



“Negli ultimi anni con l’avanzare della crisi economica e la crescente diffusione del web, si è sviluppato un nuovo modello di consumo, nato col fenomeno dei low cost, con i consumatori sempre più attenti a navigare in rete per informarsi, comparare i prezzi sui volantini, cercare gli outlet, i mercatini dell’usato, e a chiedersi perché spendere tanto quando si può avere lo stesso a meno”.

Con questa premessa Vanni Codeluppi, docente di sociologia dei consumi a Reggio Emilia e tra i massimi esperti in materia, commenta il successo degli hard discount alimentari. Che, in tempo di crisi, hanno conosciuto un vero e proprio boom.

Le cifre parlano da sole. Gli hard discount movimentano un giro di affari di circa 6 miliardi di euro, ripartito tra 4300 punti vendita e fra quasi venti insegne, prevalentemente diffusi nel centro e nel sud Italia.

Un’espansione che appare anche nei rilevamenti Istat, per ora relativi al 2011. Negli ultimi sei anni la quota di famiglie a basso reddito che fa la spesa negli hard discount è quasi raddoppiata, arrivando al 20%.

E’ cresciuta anche la percentuale delle famiglie a reddito medio-alto: quasi una su dieci vi ricorre per i propri acquisti.

In generale, il numero di famiglie che li preferiscono ai supermercati tradizionali è aumentata di due punti percentuali a livello nazionale, superando abbondantemente il 10%.

Una rimonta importante, considerati i decenni di ritardo degli hd italiani rispetto al resto d’Europa e il rapporto ‘uno a quindici’ coi punti vendita della grande distribuzione.

L’incremento più evidente è nel Mezzogiorno, dove si passa dall’11,2% del 2010 al 13,1% del 2011, mentre la grande distribuzione tradizionale scende dal 69 al 67%.

La spesa low cost, quindi, non è appannaggio solo di chi fa fatica a tirare la fine del mese, ma è praticata anche da chi ha un reddito medio.

Confusi tra il proletariato di badanti ucraine, camerieri e cameriere stagionali, padri e madri di famiglie numerose, ci sono ora anche professionisti, dirigenti e impiegati.

Tutti in coda per portare a casa mezzo chilo di pasta a 29 centesimi, un litro di latte a lunga conservazione a 49 centesimi, un pacco di caffè a 85 centesimi, la bottiglia di passata di pomodoro a 39 centesimi, la lattina di birra a 29 centesimi, il bustone con 4 mozzarelle da 150 grammi a 2 euro e 9 centesimi.

Prezzi stracciati anche per gli ingredienti tipici del cenone natalizio e di Capodanno: lo zampone a 4 euro e 49 centesimi, lo spumante a meno di due euro, il panettone a 1 euro e 49 centesimi, oppure a 99 centesimi, se lo prendi solo imbustato, senza il cartone.

Negli hard discount è in crescita l’acquisto di pasta (dal 10,0% al 12,0%) ma anche carne (dal 5,8% al 7,7%), pesce (dal 4,0% al 6,0%), frutta e verdura (dal 4,5% al 6,5%).

Conseguenza di una crisi che morde il portafogli e che spinge al risparmio forsennato.

Fino a fare la fortuna di catene come Eurospin, Lidl, MD, Dico, in guerra a colpi di sconti per contendersi una clientela sempre più vasta: quella dei consumatori che hanno rinunciato al prodotto di marca e puntano solo a nutrirsi ed arrivare a fine mese.

“Non è vero che un prodotto di prezzo alto debba essere necessariamente di alta qualità, così come non è vero che un prodotto del discount debba di per sé essere scadente – spiega Marco Bulfon, coordinatore delle inchieste di Altroconsumo – il prezzo è solo uno strumento di marketing dell’offerta tramite il quale posizionare una merce sul mercato.

Coi nostri test abbiamo spesso constatato che sia il prodotto migliore che l’acquisto migliore (quello col miglior rapporto qualità-prezzo) provengono proprio dagli hard discount: consentono di risparmiare una media del 40% rispetto al prodotto di marca di riferimento.

Che per una famiglia possono significare circa 2000 euro annui”. Secondo Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum, associazione che ha siglato un accordo col motore di ricerca Klikkapromo.it per incentivare la ricerca web delle migliori offerte, “i prezzi così bassi dipendono in larga parte dalla vendita di prodotti con marchi e merce che non investono in pubblicità o in packaging.

In merito alla qualità, l’unica arma in possesso dei consumatori è l’etichetta. Pertanto un consiglio è quello di leggerle sempre molto attentamente”.

Ma l’equazione crisi-povertà-corsa al discount è riduttiva.

“In questo momento gli hard discount vivono un momento favorevole perché sono in sintonia con il mood di crisi che ci attraversa – spiega Vanni Codeluppi – un mood che spinge anche consumatori benestanti e di fascia alta a non provare più imbarazzo nel frequentarli.

Anzi, il clima è tale che chi è ricco non ostenta la spesa: sarebbe riprovevole socialmente”. Aggiunge Mario Abis, docente di ricerche psico sociali alla Iulm di Milano: “Il boom degli hd inizia in anni precedenti alla crisi, anche se l’attuale congiuntura economica li ha aiutati.

Dipende essenzialmente dall’assenza di rinuncia al consumo, che l’hd aiuta a fronteggiare, e dalla caduta del valore della marca che il consumatore è sempre meno propenso a riconoscere quando decide l’acquisto.

A questo si è aggiunta l’esplosione della rete: un sempre maggiore numero di consumatori usa il web, il social network, i siti aziendali prima di andare nel punto vendita”.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... to/454894/
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Sotto le macerie - 25

Les Italiens, un orchestre de trombones - 1

La Germania mette il segno meno davanti al Pil, di quest'ultimo quadrimestre. Se ripete l'esperimento nel prossimo quadrimestre entra anche lei nel club della recessione tecnica.

Non era il rigore che doveva raccomandare alle disastrate economie europee, ma il settimo comandamento : Non rubare.

dagospia racconta dei galletti franzosi:


- GALLETTI ALLA BRACE

- LA FRANCIA NON RIUSCIRÀ A TENERE IL DEFICIT SOTTO IL 3% DEL PIL

- I CONTI DI PARIGI E LE PROSPETTIVE ECONOMICHE DEFINITE “FRAGILI” DAL FMI - NON SOLO: HOLLANDE RISCHIA ULTERIORI DOWNGRADE DEL DEBITO SOVRANO

- STRESS-TEST DEL FONDO SU OTTO GRANDI BANCHE: DUE AVREBBERO PROBLEMI A SUPERARE UN GRAVE SHOCK SENZA L'AIUTO DELLA BCE. UNA NON CI RIUSCIREBBE NEPPURE CON IL SOSTEGNO DELL'ISTITUTO CENTRALE….


Il Sole-24 Ore - R. Es.

La Francia non riuscirà a tenere il deficit sotto il 3% del Pil nel 2013 come programmato invece dal Governo di François Hollande. Il gap si attesterà probabilmente al 3,5 per cento.

Lo scetticismo sulle prospettive economiche, definite «fragili» e sui conti di Parigi è stato espresso dal Fondo monetario internazionale nel rapporto conclusivo dopo le consultazioni annuali. Non solo: la Francia rischia anche ulteriori downgrade del debito sovrano.


Con l'outlook, l'Fmi ha diffuso anche la valutazione del sistema finanziario francese (Financial system stability assessment): pur essendo nel complesso diminuiti i rischi per la stabilità, dice il Fondo, le banche continuano a essere esposte al pericolo di perdite significative qualora il quadro generale della crisi europea del debito dovesse deteriorarsi. E dagli stress test condotti sugli otto grandi istituti francesi risultano ancora «sacche di vulnerabilità in particolare sul fronte della liquidità».

Secondo il Fondo, «un peggioramento della situazione in Europa potrebbe portare all'aumento dei costi del credito e a spread sovrani più alti che potrebbero comportare perdite significative per alcune banche e potenzialmente indebolire gli sforzi di capitalizzazione». L'esposizione delle banche francesi al debito di Spagna e Italia era, l'anno scorso, pari a 500 miliardi di euro.

Gli stress test condotti dal Fondo hanno mostrato che due banche sulle otto grandi non riuscirebbero a rispettare i propri impegni in seguito a uno shock di una settimana senza l'aiuto della Bce. Una, tuttavia, non ci riuscirebbe neppure con il sostegno dell'istituto centrale.

Le valutazioni del Fondo sono un brutto colpo, alla vigilia delle festività, per il Governo francese già alle prese con le polemiche seguite all'esodo di contribuenti ricchi e famosi che hanno deciso di spostare la residenza a causa della supertassa sui redditi oltre il milione di euro.

Secondo l'Fmi, «le prospettive della crescita in Francia restano fragili, a causa delle deboli condizioni dell'Europa». In tale quadro, prosegue il rapporto, è atteso un rallentamento della crescita dall'1,7% del 2011 allo 0,2 del 2012 con una lentissima ripresa allo 0,4% l'anno prossimo.

Ma la ripresa è ostacolata da una perdita di competitività che si riflette, tra l'altro, in una netta perdita di quote dell'export. «La chiave per migliori risultati in termini di crescita e occupazione - scrive l'Fmi - sta in riforme del mercato del lavoro tali da aumentare la capacità delle imprese di investire, adattarsi e creare posti di lavoro».
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Sotto le macerie - 26

Les Italiens, un orchestre de trombones - 2


1. CHE UN LEADER O PREMIER ABBIA AL FIANCO GHOST-WRITER ESTENSORI DI PROGRAMMI E DISCORSI, È NELLA LOGICA DELLA POLITICA. BIZZARRO (EUFEMISMO) È INVECE UN PREMIER-TECNICO COME MONTI CHE, DALL’ALTO DELLA SUA SUPPONENZA PROFESSORALE, CE LA MENA PER MESI CON ‘STA “AGENDA MONTI” CHE DOVREBBE SALVARCI DALL’EURO-APOCALISSE E POI, RIVELA DAGOSPIA, E' FARINA DI UN ALTRO SACCO, QUELLO DEL PROF PIDDINO PIETRO ICHINO


2. SCUSI, UN TECNICO NON PUO’ ARRUOLARE UN ALTRO TECNICO PER FARE IL “SUO” LAVORO? CERTO, SIAMO UOMINI DI MONDO, NESSUNO SCANDALO. PERÒ VA DETTO. PER RISPETTO ALMENO DI CHI ANDRÀ A VOTARE UN PARTITO CHE FARÀ RIFERIMENTO ALL’’’AGENDA’’


3. MA COSA ASPETTARSI DA UNO COME SUDARIO MONTI CHE PRATICA DA SEMPRE QUEL SAGGIO INSEGNAMENTO CHE DICE: LA PRIMA REGOLA PER AVERE IMPORTANZA È DARSELA?


4. PECCATO CHE QUESTA ‘’AGENDA’’, SECONDO UN CELEBRE POLITOLOGO SIA UNA DELUSIONE: “UN PROGRAMMA ELEMENTARE”. AGGIUNGENDO VELENOSO: “SA, DOPO BERLUSCONI, A PALAZZO CHIGI ANCHE LA MIA CUOCA AVREBBE FATTO UNA BRILLANTE FIGURA” -



DAGOREPORT
Nulla di nuovo sotto sole: che un leader o premier abbia al fianco ghost-writer (o volgarmente detti "negri") estensori di programmi-discorsi-battute, è nella logica della politica.

Nessuno alza il sopracciglio se Bersani ha uno staff economico guidato da Stefano Fassina, se Berlusconi si avvale di Brunetta o di Valentino Valentini, se Montezemolo ha a disposizione l'economista Nicola Rossi o il politologo Andrea Romano. Da Cameron a Obama, stessa solfa.

Bizzarro (eufemismo) è invece un premier come Monti che, dall'alto della sua supponenza professorale, ce la mena per mesi con ‘sta "Agenda Monti" che dovrebbe salvarci dalle fiamme dell'euro-apocalisse e poi un sito disgraziato come Dagospia tira fuori che il programma sociale-economico è farina di un altro prof, fino a ieri senatore in quota Renzi del Partito Democratico, il giuslavorista Pietro Ichino.

Un politico può arruolare un tecnico, ma un tecnico che chiama un altro tecnico per fare il lavoro a posto suo? Certo, siamo uomini di mondo, nessuno scandalo. Però va detto. Per rispetto almeno di chi andrà a votare un partito che farà capo della fatidica Agenda Monti. Non lo deve scoprire uno smanettatore della Rete.

Se Ichino ha ammesso (vedi intervista che segue), Goldman Monti non ha aperto quella sua bocca che pare una fessura di un bancomat. Certo, nella sua amata Germania lo scorso anno, il ministro zu Guttenberg fu sollevato dalla Merkel per aver copiato di sana pianta una parte della sua tesi di dottorato. Chiedere questo è troppo nel nostro paese (vedi artico che segue), però una dichiarazione in merito alla "sua" Agenda era d'uopo.

Ma cosa aspettarsi da uno come Sudario Monti che pratica da sempre quel saggio insegnamento che dice: la prima regola per avere importanza è darsela. Se poi si aggiunge che Supermario, pur essendo nativo di Varese, ha i sani caratteri del torinese, falso e cortese, si comprende come sia riuscito, pur senza grandi titoli scientifici (alla Bocconi esercitava il ruolo di rettore, cioè una mansione amministrativa), a infinocchiare prima l'Europa e poi il nostro Paese.


PROPRIETÀ DEL DOCUMENTO DI MONTI BY PIETRO ICHINO

Ecco: la sua inclinazione amministrativa più che di studioso potrebbe essere l'origine dell'apporto di un prof come Ichino.

Peccato che questa Agenda, agli occhi di altri politologi, una volta letta in profondità, sia una grossa delusione: "un programma elementare", così ci ha liquidato un celebre e severo editorialista italico rimasto "esterrefatto" davanti all'Ichino-gate di Dagospia.

Aggiungendo velenoso: "Sa, dopo Berlusconi, a palazzo Chigi anche la mia cuoca avrebbe fatto una brillante figura".

2. ICHINO: «IO ESTENSORE DELL'AGENDA MONTI? NO, MA...». E POI: «MEZZO PD CON ME E RENZI»
http://www.ilsole24ore.com/

#scusatipietro. È l'hastag creato da utenti di Twitter - soprattutto elettori e simpatizzanti del centrosinistra - che ironizzano per la scelta del senatore del Pd, Pietro Ichino di lasciare il Partito democratico e candidarsi a guidare la lista dell'ex premier in Lombardia. Gli utenti di Twitter chiedono al giuslavorista spiegazioni sulla decisione di lasciare la 'casa madre' e di "accasarsi" con Monti.

A Radio 24: il mio documento era online da mesi
Intervistato da Radio 24 ha detto: «Io ispiratore del documento di Mario Monti? Il documento che porta il mio nome sta sul mio sito alla luce del sole da mesi».

Mezzo Pd è con Monti
«Il Pd é un grande partito di centrosinistra dove le posizioni espresse nell'agenda Monti hanno pieno diritto di cittadinanza, anche il programma di Renzi ne recepiva gran parte», tanto che «la componente definita "montiana" si é arricchita di nuove adesioni», ha detto il senatore del Pd, Pietro Ichino, intervistato da Tgcom24.

«Una metà abbondante dell'elettorato Pd - per Ichino - sarebbe favorevolissima che il partito facesse propria l'agenda Monti».

Il Pd è diviso
Il Pd, ha detto Ichino, é diviso: una metà o giù di lì, una parte molto rilevante, é fortemente mobilitata in un impegno su questa strategia disegnata da monti.

Poi c'é un'altra parte del partito che sostiene cose diverse, come fassina« che ha di fatto smentito e bocciato l'esperienza del governo Monti.

«Io mi sarei imbarazzato a fare campagna elettorale per il Pd senza un chiarimento su questa contraddizione. Ho sollecitato un chiarimento, ho chiesto che Bersani prendesse le distanze rispetto alle dichiarazioni di fassina, ma questa presa di distanza non c'é stata. Se ci fosse stata non avrei avuto problemi ad accettare la candidatura, che mi é stata offerta nel listino».

Insomma «il mio rifiuto non nasce dalla paura di non essere candidato, ma dall'impossibilità di sostenere una campagna elettorale in cui c'é una contraddizione, di garantire per qualcosa che non mi sento di garantire. Ho atteso fino all'ultimo, ma questo chiarimento non é venuto e il giorno dopo mi é stato proposto di fare il capolista per la lista Monti al Senato in Lombardia e ho accettato in piena coerenza con quello che ho sempre detto e fatto».


Hanno usato il suo pc a "sua insaputa"?
Ma le battute polemiche e le richieste di chiarimento sono rinfocolate anche da un piccolo giallo scoperto dal sito Dagospia: il file in formato Pdf dell'agenda Monti, pubblicato dal Corriere della sera, risulta creato proprio dallo stesso professor Ichino.

«Hanno usato il pc a sua insaputa?». chiede ironicamente un utente.

Molti commenti sono sulla stessa falsariga: «Che un senatore del Pd scriva un documento programmatico in competizione con il suo partito é perlomeno imbarazzante», twitta un altro utente.

È corretto, é la domanda di molti, «fingere di voler fare le primarie nel proprio partito mentre si sta scrivendo l'agenda di un altro schieramento»?, scrive un'altra.

Ichino: non sono l'estensore dell'agenda Monti, ma ...
Il giallo sull'Agenda Monti che reca il marchio di Pietro Ichino é dovuto al fatto che lo staff di Monti ha utilizzato, per redigerla, un documento del senatore eletto nelle liste del Pd.

Un documento «proprio inerente all'Agenda Monti, da non dimenticare in un prossimo governo».

È lo stesso Ichino a fornire questa spiegazione.

«È assolutamente infondato» che sia io l'estensore del documento, afferma il senatore, io ho solo fornito il mio contributo per la parte inerente alle tematiche sul lavoro. Così lo staff del premier ha deciso di far uso di un documento pubblicato sul mio sito il 29 settembre scorso, proprio inerente all'agenda Monti, da non dimenticare in un prossimo governo».


3. IL COPIA E INCOLLA DI CUI È ACCUSATO IL MINISTRO ZU GUTTENBERG COLPISCE PER L'ENORME RISALTO CHE ALLA VICENDA STA DEDICANDO LA STAMPA TEDESCA - PERCHÉ UN ANALOGO SCANDALO SAREBBE DIFFICILMENTE IMMAGINABILE NEL NOSTRO PAESE?
Giovanni Belardelli per il "Corriere della Sera" - articolo del 18 febbraio 2011

Certamente nel caso di plagio di cui è accusato il ministro zu Guttenberg - che, si sostiene, avrebbe copiato di sana pianta una parte della sua tesi di dottorato - a colpire è il fatto che esso riguardi uno dei politici tedeschi di maggiore successo presso l'opinione pubblica. Ma l'episodio, almeno osservato dall'Italia, colpisce forse ancora di più per l'enorme risalto che alla vicenda sta dedicando la stampa tedesca, la quale ritiene l'aver copiato (cioè, a chiamare le cose col loro nome, il furto delle idee e del lavoro intellettuale altrui) una colpa grave.

Un analogo rilievo sarebbe difficilmente immaginabile nel nostro Paese, dove episodi del genere non hanno mai innescato uno scandalo paragonabile a quello in cui si trova coinvolto il ministro della Difesa tedesco. Questo perché, come sappiamo tutti, in Italia è abbastanza diffusa l'idea che copiare sia in fondo una colpa lieve, che anzi per molti si configura come un comportamento lecito.

Secondo la gerarchia dei valori e dei disvalori che abita nel profondo la nostra cultura, copiare rappresenta tutt'al più un peccato veniale, che dunque non occorre riceva l'unica vera sanzione che può indirizzare i comportamenti di una collettività, la disapprovazione sociale.

Solo in Italia, credo, è potuto accadere che nel giugno scorso, alla vigilia delle prove di maturità, il Tg1 trasmettesse un ammiccante servizio su tutte le tecniche disponibili per copiare.

Solo nel nostro Paese è potuto accadere che l'Invalsi, l'organismo che si occupa delle prove di valutazione nelle scuole, un paio d'anni fa si sia trovato costretto a denunciare il fatto che non pochi insegnanti lasciano tranquillamente copiare i loro alunni durante le prove.

Appropriarsi del libro di qualcun altro, dunque il plagio in senso stretto del quale è accusato il ministro tedesco, è cosa evidentemente più grave del copiare a scuola per ottenere in modo scorretto un voto che non si merita. Ma anche su quest'ultimo fenomeno, quando nel nostro Paese un episodio di plagio viene reso noto, suscita in genere le reazioni timide e impacciate di chi anzitutto dovrebbe esprimere una censura, i colleghi dello stesso campo di studi.

Stando così le cose, essendo questo il sentire comune o comunque largamente esteso, ho la sensazione che l'Italia di oggi sia uno dei massimi centri della copiatura per quel che attiene alle tesi di laurea: lavoro complesso e impegnativo se fatto seriamente e da soli, facile, anzi facilissimo, se ci si rivolge a centri e istituti appositi oppure, senza neanche sborsare un euro, a quell'immenso serbatoio di testi e tesi altrui che è rappresentato da Internet. Ma c'è forse un'ulteriore questione che ciò che sta avvenendo in Germania solleva, se visto dall'Italia.

Almeno a prima vista, il fatto che nel nostro Paese i casi di plagio ricevano una scarsa attenzione sembra contraddire quella esigenza di moralizzazione, quel bisogno di comportamenti eticamente più adeguati che, con alterne vicende, anima l'opinione pubblica italiana da vent'anni in qua, dai tempi almeno di Tangentopoli.
Perché, in sostanza, ci scandalizziamo di fronte ai casi di corruzione politica o a comportamenti come quelli, privati ma censurabilissimi, del presidente del Consiglio, e nessuno si scandalizzerebbe davvero - temo - per un ministro che ha copiato la sua tesi di dottorato?

Credo che questo abbia a che fare con l'idea che l'esigenza di moralizzazione riscalda veramente i cuori, mobilita i sentimenti dell'opinione pubblica italiana o d'una sua ampia parte solo se diventa movimento collettivo, disegno politico o parapolitico di «pulizia etica» (per riprendere un'espressione usata da Ostellino su questo giornale). Come se, intendo dire, l'etica abbia bisogno di individuare un nemico e insieme una dimensione politica di massa.

Rimaniamo invece un po' tutti poco sensibili a un'etica intesa anzitutto come responsabilità individuale delle proprie azioni private (qual è quella che appunto coinvolge il copiare o meno), in cui non ci sono vantaggi o obiettivi politici da perseguire, in cui il vero nemico è semmai la parte buia e oscura, la tentazione del male, che si nasconde in ognuno di noi.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sotto le macerie - 27

Les Italiens, un orchestre de trombones - 3


Quando Giovanna Cosenza ha scritto l’articolo :

Agenda Monti: molte promesse ma nessun come

quasi certamente non era al corrente che quella zecca di D’Agostino avesse pubblicato sul suo sito il piccolo giallo dell’”Agenda Monti”, tanto da essere indotta a pensare:

L’abbiamo attesa tutto il giorno e finalmente ieri, a tarda sera, l’Agenda Monti è arrivata: un pdf di 25 pagine, che sembra seguire tutte le regole (quasi) di sburocratizzazione della scrittura che si insegnano nei corsi di business writing: frasi brevi, parole semplici, organizzazione del testo per punti, e via dicendo. Un po’ come il programma «Un’altra Italia è già qui: basta farla entrare» di Matteo Renzi (26 pagine), anche se questo era più curato graficamente. Ma il problema non è né la scrittura né la grafica. Il problema sono i contenuti.

Dal testo di un docente universitario – un collega – mi aspettavo emergesse una differenza netta e ampia rispetto al testo prodotto da un uomo di partito. Monti è un professore, uno-che-sa, un tecnico che si è sempre presentato come diverso dai politici per questa ragione fondamentale: dove gli altri parlano, lui dovrebbe fare, dove gli altri pongono obiettivi, lui dovrebbe riuscire ogni volta a distinguere fra gli obiettivi realistici e non, proprio perché, a differenza dei politici, conosce a fondo (è un prof!) come ogni obiettivo si raggiunge e dovrebbe saper anche dire perchéeventualmente non si può raggiungere. Su questa base mi aspettavo un’Agenda Monti che, pur brevemente e semplicemente, ci spiegasse i come e i perché, non si limitasse cioè a elencare – per l’ennesima volta come fanno i politici – gli obiettivi, le intenzioni, il cosa-sarebbe-bello-fare,cosa-si-dovrebbe-fare-per-il-bene-del-Paese. Da un prof insomma mi aspettavo una spiegazione chiara e sintetica dei mezzi, delle strade per, non l’ennesimo elenco di buone intenzioni. Non dico tutte le strade, ma almeno le principali. Non dico i dettagli, ma almeno le grandi linee.


Se è vero quanto scrive D’Agostino, che l’agenda è tratta da quella testuggine di Ichino, allora si capiscono tutte le perplessità.

E’ un agende scritta da un politico, ed è per questo che le doglianze piovono da destra e da sinistra, e piace solo ai cadaveri che si devono salvare sull’Arca di Noè del Professore milanese.

Non c’è più un loden in giro, manco a pagarlo a peso d’oro. A Natale i topi si sono regalati e hanno regalato solo lode, la divisa marinara dell’Arca di Noè.

*


Agenda Monti: molte promesse ma nessun come
di Giovanna Cosenza | 24 dicembre 2012Commenti (228)


L’abbiamo attesa tutto il giorno e finalmente ieri, a tarda sera, l’Agenda Monti è arrivata: un pdf di 25 pagine, che sembra seguire tutte le regole (quasi) di sburocratizzazione della scrittura che si insegnano nei corsi di business writing: frasi brevi, parole semplici, organizzazione del testo per punti, e via dicendo. Un po’ come il programma «Un’altra Italia è già qui: basta farla entrare» di Matteo Renzi (26 pagine), anche se questo era più curato graficamente. Ma il problema non è né la scrittura né la grafica.

Il problema sono i contenuti.


Dal testo di un docente universitario – un collega – mi aspettavo emergesse una differenza netta e ampia rispetto al testo prodotto da un uomo di partito. Monti è un professore, uno-che-sa, un tecnico che si è sempre presentato come diverso dai politici per questa ragione fondamentale: dove gli altri parlano, lui dovrebbe fare, dove gli altri pongono obiettivi, lui dovrebbe riuscire ogni volta a distinguere fra gli obiettivi realistici e non, proprio perché, a differenza dei politici, conosce a fondo (è un prof!) come ogni obiettivo si raggiunge e dovrebbe saper anche dire perché eventualmente non si può raggiungere. Su questa base mi aspettavo un’Agenda Monti che, pur brevemente e semplicemente, ci spiegasse i come e i perché, non si limitasse cioè a elencare – per l’ennesima volta come fanno i politici – gli obiettivi, le intenzioni, il cosa-sarebbe-bello-fare, cosa-si-dovrebbe-fare-per-il-bene-del-Paese. Da un prof insomma mi aspettavo una spiegazione chiara e sintetica dei mezzi, delle strade per, non l’ennesimo elenco di buone intenzioni. Non dico tutte le strade, ma almeno le principali. Non dico i dettagli, ma almeno le grandi linee.

Invece:

L’Italia «deve essere protagonista attivo e autorevole di questa fase di rifondazione dell’Europa. Deve svolgere un ruolo trainante»: bello, talmente affascinante che persino Berlusconi potrebbe dirlo; e forse solo la Lega, oggi, direbbe una cosa diversa.
L’Italia dovrà «attuare in modo rigoroso a partire dal 2012 il principio del pareggio di bilancio strutturale», «ridurre lo stock del debito pubblico a un ritmo sostenuto e sufficiente in relazione agli obiettivi concordati», «ridurre, a partire dal 2015, lo stock del debito pubblico in misura pari a un ventesimo ogni anno, fino al raggiungimento dell’obiettivo del 60% del prodotto interno lordo». Già, ma come? Dammi un’idea di cosa faresti in concreto per raggiungere questi scopi, caro prof. O almeno fingi di darmela.
«L’aggiustamento fiscale compiuto quest’anno a prezzo di tanti sacrifici degli italiani ha impresso una svolta». Bene, dei sacrifici sapevo, sulla svolta resto in attesa. E qui arriva il capolavoro: «Per la prossima legislatura occorre un impegno, non appena le condizioni generali lo consentiranno, a ridurre il prelievo fiscale complessivo, dando la precedenza alla riduzione del carico fiscale gravante su lavoro e impresa». Ovviamente in quel «non appena le condizioni generali lo consentiranno» si annida il segreto di ogni rinvio e scusa: «Avremmo voluto evitarvi nuovi sacrifici, cari italiani e care italiane, ma le condizioni generali non ce l’hanno consentito». E poi ancora una volta, caro professore, dimmi come: da dove prendi i soldi, fra qualche mese e tutto d’un botto, per «ridurre il carico fiscale su lavoro e impresa»? Persino Berlusconi, nel suo sproloquio ieri da Giletti, ha cercato disperatamente di elencare da dove prenderebbe i soldi per togliere l’IMU.
«Bisogna realizzare [...] un fisco più semplice, più equo e più orientato alla crescita»: come non essere d’accordo, lo dicono tutti, ma di nuovo: come?
«Spending review non vuol dire “meno spesa”, ma “migliore spesa”»: questo è uno slogan fantastico. Certo Berlusconi si sta mangiando le mani per non averlo detto lui.
«Una pubblica amministrazione più agile, più efficiente, più trasparente. Usare meglio i fondi strutturali europei». Se non sapessi che la frase sta nell’Agenda Monti, potrei pensare che è di Brunetta.
E ancora: «Continuare la strategia delle liberalizzazioni», «Rivitalizzare la vocazione industriale dell’Italia», «Prendere sul serio l’istruzione, la formazione professionale e la ricerca»: evviva, lo dicono tutti da anni, ma poi da anni non lo fanno, e non c’è niente, nell’Agenda Monti, che mi faccia credere che stavolta sarebbe diverso. Ce n’è persino per gli ambientalisti, ai quali si dice che bisogna «sfruttare il potenziale dell’economia verde» con «regole chiare e ragionevoli» rispetto alle quali «bisogna essere intransigenti verso chi le viola» (wow!); ce n’è per l’«Italia della bellezza, dell’arte e della cultura», per cui «musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche devono essere accessibili ai cittadini e ai turisti in modo più agevole e la qualità dell’offerta deve migliorare». Ce n’è persino per le donne – povere donne – a cui si dice per l’ennesima volta che «L’Italia non potrà dispiegare il proprio potenziale di sviluppo economico se non riuscirà a valorizzare maggiormente le donne» e si tenta pure di dire qualcosa del come, parlando di «detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile», senza però dire, ancora una volta, da dove si prenderanno i soldi per questa detassazione, visto che lo stock del debito pubblico andrà ridotto «a un ritmo sostenuto» e, dal 2015, di «un ventesimo ogni anno».

Insomma, all’Agenda Monti si può fare un’obiezione simile a quella che ieri lui ha fatto a Berlusconi che promette l’abolizione dell’Imu: «è un appello altamente attrattivo sul piano popolare [...], ma se si farà senza altre grandissime operazioni di politiche economiche [...] chi governerà una anno dopo, non cinque anni dopo, dovrà rimettere l’Imu doppia».

Sono proprio queste «grandissime operazioni di politiche economiche» che l’Agenda, pur elencando molte e condivisibili buone intenzioni, non spiega.

E che invece mi aspettavo illustrasse, almeno a grandi linee.

Altrimenti, cosa distingue l’Agenda Monti dalle tante promesse dei tanti politici?


http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... me/454673/
shiloh
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da shiloh »

camillobenso ha scritto:
Altrimenti, cosa distingue l’Agenda Monti dalle tante promesse dei tanti politici?


http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... me/454673/

il logo della GoldmanSachs sulla copertina ???
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