Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 24/12/2012, 0:29
Sotto le macerie - 23
Gioco al massacro - 2
Da sempre la politica in Italia si fa a suon di dossier. Il maestro di dossier della prima Repubblica è stato senza alcun dubbio Giulio Andreotti.
Il maestro della seconda Repubblica è fuori dubbio proprio lui,……Sciagura.
Berlusconi è andato da Putin per farsi dare documenti su Giorgio Napolitano dell’epoca in cui esistevano il Pcus, l’Urss e il Kgb?
da Pino Nicotri
Uso il punto interrogativo SOLO perché sono una persona educata e prudente, ma non riesco a crederci. Mi è stato detto che il misterioso e improvviso viaggio di Silvio Berlsuconi in Russia dall’amico Putin aveva uno scopo ben preciso: prendere visione – e farne copia – dei documenti esistenti nei capaci archivi russi sul nostro attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il periodo in cui lui era comunista ed esistavano ancora l’Urss, cioè l’Unione Sovietica, il Pcus, cioè il Partito comunista sovietico, e il Kgb, cioè gli invasivi servizi segreti dell’Unione Sovietica.
In Italia c’è già stato il tentativo di travolgere molti dirigenti e giornalisti comunisti italiani per mezzo del famoso “rapporto Mitrokhin”, dal nome dell’agente del Kgb che per anni copiò pazientemente documenti segreti per poi venderli all’Inghilterra. Il contenuto del “rapporto Mitrokhin” provocò, tra l’altro, la creazione di una apposita commissione parlamentare che cercasse di capire cosa ci fosse di vero. Alla fine la montagna partorì il topolino, e tutto finì italianamente a tarallucci e vino.
Se è vero che Berlusconi è volato dall’amico Putin per procurarsi direttamente dagli archivi ex sovietici documenti, che si presume non si riferiscano ad attività da suffragette o di carità alla S. Vincenzo, riguardanti Giorgio Napolitano e magari anche qualche ancora attuale big ex comunista di ciò che sopravvive della sinistra, allora è possibile che stiamo per assistere a scossoni molto più violenti del caso Boffo e del caso Marrazzo messi assieme e moltiplicati per cento. Un caso Boffo e Marrazo al Quirinale, e per motivi ben diversi da quelli da quattro soldi che hanno travolto l’ex direttore de L’Avvenire d’Italia e l’ancora per poco governatore del Lazio? Da un ex direttore del quotidiano dei vescovi italiani e da un prossimo ex governatore del Lazio si sta per passare a un ex presidente della Repubblica italiana? O ci saranno “solo” manovre e pressioni silenziose, che qualche cinico irriverente forse chiamerebbe ricatti inconfessabili? Magari per evitare altri “tradimenti” di Napolitano come quello denunciato in televisione, alla Rai, da Berlusconi in persona riguardo le mancate pressioni sulla Corte costituzionale per farle approvare l’indecente Lodo Alfano?
Temo che la politica italiana stia per vivere una stagione ancor più fogniaria di quella che già sta vivendo da troppi anni. E che l’inverno in arrivo sarà molto ma molto freddo. Un inverno….. russo. Scaldato dal gas graziosamente concesso dal caro Putin…
Termino perciò ponendo a Silvio Berlusconi un’altra domanda, una sola, rinunciando per ora alle altre due o tre che ho sulla punta della lingua:
“Egregio signor primo ministro, può dirci per cortesia se è vero quanto alcune malelingue mi hanno ventilato, e cioè che lei è volato improvvisamente in Russia, accampando un torcicolo e bidonando anche il re e la regina di Giordania, per farsi regalare dal caro amico Putin documenti dei servizi segreti dell’era sovietica sul nostro attuale presidente della Repubblica? Vale a dire, sull’ex dirigente del Partito comunista italiano Giorgio Napolitano”.
Certi che lei non risponderà, e in attesa di nuove imprese di Vittorio Feltri, le ricordiamo un noto proverbio: “Chi tace acconsente”.
*
Sciagura, negli ultimi tre mesi ha tentato in tutti i modi di coinvolgere MM a guidare la destra con lui dietro le quinte a tirare i fili. Ma non ce la fatta e in questi giorni se ne esce con parole di fuoco nei confronti del Professore. Sciagura è una persona vendicativa.
Padellaro nel suo editoriale di ieri raccoglie alcune voci e mette in guardia :
Ma Berlusconi che gioco sta facendo? Attenti a non farsi ingannare dal solito teatrino televisivo condito di balle stratosferiche e di improbabili fidanzatine. I denti del Caimano sono come sempre affilati e come sempre pronti ad azzannare l’avversario di turno.
Quella pista che porta ad Arcore
di Antonio Padellaro | 23 dicembre 2012
Chi minaccia Mario Monti? Perché il premier uscente, che doveva federare lo schieramento che va da Casini a Montezemolo e ricostruire il suo sollecito ritorno a Palazzo Chigi, è stato colto da improvvisa incertezza?
Come mai, ieri, il presidente Napolitano, nell’annunciare lo scontato scioglimento delle Camere, ha sentito il bisogno di lanciare una sorta di monito al Professore raccogliendo i timori che alcuni partiti, e segnatamente il Pdl, gli hanno espresso sul ruolo non super partes di Monti in campagna elettorale? E i veleni calunniosi che hanno preso a circolare sulla figura del prestigioso supertecnico chiamato a salvare dal fallimento l’Italia, cosa hanno a che fare con questi amletici dubbi?
Ma, anche se nessuno minacciasse nessuno, cosa ha frenato improvvisamente Mario Monti? Di che cosa ha paura? Abbiamo messo in fila alcune domande che ieri mattina sono rimbalzate sulle prime pagine dei giornali. E altre ne abbiamo aggiunte, perché nessuno può convincerci della normalità politica di comportamenti che normali non sono.
Possiamo comprendere la contrarietà del capo dello Stato davanti alla discesa nell’arena elettorale dell’ex preside della Bocconi che il Quirinale, con la nomina a senatore a vita, aveva collocato nei piani alti delle istituzioni e dunque fuori dalla mischia. Anche Bersani non ha tutti i torti se prende le misure dal Monti elettorale dopo che il Pd non ha fatto altro che donare sangue alle misure altamente impopolari del Monti tecnico.
Ma Berlusconi che gioco sta facendo? Attenti a non farsi ingannare dal solito teatrino televisivo condito di balle stratosferiche e di improbabili fidanzatine. I denti del Caimano sono come sempre affilati e come sempre pronti ad azzannare l’avversario di turno.
Che questa volta non è più la sinistra “comunista”, ma va collocato nello nello stesso centrodestra dove è tornato a cercare voti il moroso della Pascale. Invecchiato e bollito quanto si vuole, Berlusconi intravede la possibilità di riprendersi una parte dei consensi che Alfano ha dilapidato in poco tempo. Non per vincere le elezioni, ma almeno per non perderle. Prima ha cercato di annettersi Monti, che però lo ha disdegnato (“neanche una telefonata mi ha fatto”). Poi gli ha fatto balenare il Colle come, si fa per dire, premio di consolazione. E ora gli dichiara guerra, accusandolo di concorrenza sleale. Chissà che Monti non debba ricercare l’origine dei suoi problemi in quella villa di Arcore da un ventennio deposito di dossier e pugnali.
Il Fatto Quotidiano, 23 Dicembre 2012
In un altro articolo IFQ tratta il nuovo caso dal titolo:
METODO BOFFO? Voci targate Pdl sul suo conto in Svizzera.
Il dossier “Zurigo 11” veleni contro il Prof
Di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 dicembre 2012
Nei corridori di Montecitorio si parla di undici milioni oltre frontiera. Ma Palazzo Chigi smentisce tutto. È solo l’antipasto di una campagna elettorale che si annuncia senza esclusione di colpi d’Esposito pag. 5
*
Mario Monti e la bufala del conto da 11 milioni in Svizzera
23/12/2012 - Zurigo 11. Una macchina del fango in azione a Palazzo Chigi. Targata PdL
di Dario Ferri
La sigla sembra quella di un taxi: Zurigo 11. La storia la racconta Fabrizio D’Esposito sul Fatto Quotidiano, avvertendo sin dalle prime righe che trattasi di bufala. Ed è un aneddoto che viene raccontato in giro dal Popolo delle LIbertà e da alcuni suoi esponenti per infangare Mario Monti alla vigilia di una campagna elettorale che si preannuncia difficile per il centrodestra:
Il fango scorre tra i banchi del Pdl. Da lì rimbalza la voce (calunniosa, almeno fino a prova contraria) che vari peones riferiscono, con la presunta garanzia di autorevolissimi ex ministri berlusconiani: “Monti ha un conto di undici milioni di euro in Svizzera”. Si aggiunge il nome della città: Zurigo. La sintesi che va di bocca in bocca è sarcastica: “Chiamate Zurigo 11”. La sigla di un taxi. Quello su cui il premier alla fine sarebbe salito per scappare dalle offerte di centristi vecchi e nuovi. E giù sorrisi di compiacimento per questo veleno che ammorba l’ultimo giorno di una legislatura pessima, tra ricatti, compravendite di parlamentari e arresti (Alfonso Papa e Luigi Lusi). C’era da aspettarselo.
La storia calunniosa di Zurigo 11, a detta di vari deputati del centrodestra, nasce dalla complessa trattativa tra il governo tecnico e la Svizzera per i capitali italiani, tra i 120 e i 150 miliardi di euro, depositati nel paradiso fiscale più famoso del mondo:
Non solo. Nel gioco dei veleni incrociati c’è anche chi, nel Pdl, addebita questa voce ai nemici del Pd, anche per depistare. Il risultato è una nube tossica che vomita fango ovunque: “Zurigo 11 fa parte del pacchetto di minacce del centrosinistra a Monti. L’amba sciatore è Tizio”. “Tizio” (lo chiamiamo noi così) è un esperto deputato democratico, che ha ricoperto delicati incarichi nel partito. C’è anche un’altra versione in cui Tizio viene citato: “Tizio e Caio passeggiano a braccetto e stanno avvertendo i deputati dell’Udc: Berlusconi sta accumulando un’ampia documentazione su Monti”. Si ritorna al metodo Boffo. Dossier su dossier. “Caio”, invece, è un ex leader di primo piano del Pd. Palazzo Chigi smentisce nettamente qualunque voce su conti esteri del Professore.
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -svizzera/
Gioco al massacro - 2
Da sempre la politica in Italia si fa a suon di dossier. Il maestro di dossier della prima Repubblica è stato senza alcun dubbio Giulio Andreotti.
Il maestro della seconda Repubblica è fuori dubbio proprio lui,……Sciagura.
Berlusconi è andato da Putin per farsi dare documenti su Giorgio Napolitano dell’epoca in cui esistevano il Pcus, l’Urss e il Kgb?
da Pino Nicotri
Uso il punto interrogativo SOLO perché sono una persona educata e prudente, ma non riesco a crederci. Mi è stato detto che il misterioso e improvviso viaggio di Silvio Berlsuconi in Russia dall’amico Putin aveva uno scopo ben preciso: prendere visione – e farne copia – dei documenti esistenti nei capaci archivi russi sul nostro attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il periodo in cui lui era comunista ed esistavano ancora l’Urss, cioè l’Unione Sovietica, il Pcus, cioè il Partito comunista sovietico, e il Kgb, cioè gli invasivi servizi segreti dell’Unione Sovietica.
In Italia c’è già stato il tentativo di travolgere molti dirigenti e giornalisti comunisti italiani per mezzo del famoso “rapporto Mitrokhin”, dal nome dell’agente del Kgb che per anni copiò pazientemente documenti segreti per poi venderli all’Inghilterra. Il contenuto del “rapporto Mitrokhin” provocò, tra l’altro, la creazione di una apposita commissione parlamentare che cercasse di capire cosa ci fosse di vero. Alla fine la montagna partorì il topolino, e tutto finì italianamente a tarallucci e vino.
Se è vero che Berlusconi è volato dall’amico Putin per procurarsi direttamente dagli archivi ex sovietici documenti, che si presume non si riferiscano ad attività da suffragette o di carità alla S. Vincenzo, riguardanti Giorgio Napolitano e magari anche qualche ancora attuale big ex comunista di ciò che sopravvive della sinistra, allora è possibile che stiamo per assistere a scossoni molto più violenti del caso Boffo e del caso Marrazzo messi assieme e moltiplicati per cento. Un caso Boffo e Marrazo al Quirinale, e per motivi ben diversi da quelli da quattro soldi che hanno travolto l’ex direttore de L’Avvenire d’Italia e l’ancora per poco governatore del Lazio? Da un ex direttore del quotidiano dei vescovi italiani e da un prossimo ex governatore del Lazio si sta per passare a un ex presidente della Repubblica italiana? O ci saranno “solo” manovre e pressioni silenziose, che qualche cinico irriverente forse chiamerebbe ricatti inconfessabili? Magari per evitare altri “tradimenti” di Napolitano come quello denunciato in televisione, alla Rai, da Berlusconi in persona riguardo le mancate pressioni sulla Corte costituzionale per farle approvare l’indecente Lodo Alfano?
Temo che la politica italiana stia per vivere una stagione ancor più fogniaria di quella che già sta vivendo da troppi anni. E che l’inverno in arrivo sarà molto ma molto freddo. Un inverno….. russo. Scaldato dal gas graziosamente concesso dal caro Putin…
Termino perciò ponendo a Silvio Berlusconi un’altra domanda, una sola, rinunciando per ora alle altre due o tre che ho sulla punta della lingua:
“Egregio signor primo ministro, può dirci per cortesia se è vero quanto alcune malelingue mi hanno ventilato, e cioè che lei è volato improvvisamente in Russia, accampando un torcicolo e bidonando anche il re e la regina di Giordania, per farsi regalare dal caro amico Putin documenti dei servizi segreti dell’era sovietica sul nostro attuale presidente della Repubblica? Vale a dire, sull’ex dirigente del Partito comunista italiano Giorgio Napolitano”.
Certi che lei non risponderà, e in attesa di nuove imprese di Vittorio Feltri, le ricordiamo un noto proverbio: “Chi tace acconsente”.
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Sciagura, negli ultimi tre mesi ha tentato in tutti i modi di coinvolgere MM a guidare la destra con lui dietro le quinte a tirare i fili. Ma non ce la fatta e in questi giorni se ne esce con parole di fuoco nei confronti del Professore. Sciagura è una persona vendicativa.
Padellaro nel suo editoriale di ieri raccoglie alcune voci e mette in guardia :
Ma Berlusconi che gioco sta facendo? Attenti a non farsi ingannare dal solito teatrino televisivo condito di balle stratosferiche e di improbabili fidanzatine. I denti del Caimano sono come sempre affilati e come sempre pronti ad azzannare l’avversario di turno.
Quella pista che porta ad Arcore
di Antonio Padellaro | 23 dicembre 2012
Chi minaccia Mario Monti? Perché il premier uscente, che doveva federare lo schieramento che va da Casini a Montezemolo e ricostruire il suo sollecito ritorno a Palazzo Chigi, è stato colto da improvvisa incertezza?
Come mai, ieri, il presidente Napolitano, nell’annunciare lo scontato scioglimento delle Camere, ha sentito il bisogno di lanciare una sorta di monito al Professore raccogliendo i timori che alcuni partiti, e segnatamente il Pdl, gli hanno espresso sul ruolo non super partes di Monti in campagna elettorale? E i veleni calunniosi che hanno preso a circolare sulla figura del prestigioso supertecnico chiamato a salvare dal fallimento l’Italia, cosa hanno a che fare con questi amletici dubbi?
Ma, anche se nessuno minacciasse nessuno, cosa ha frenato improvvisamente Mario Monti? Di che cosa ha paura? Abbiamo messo in fila alcune domande che ieri mattina sono rimbalzate sulle prime pagine dei giornali. E altre ne abbiamo aggiunte, perché nessuno può convincerci della normalità politica di comportamenti che normali non sono.
Possiamo comprendere la contrarietà del capo dello Stato davanti alla discesa nell’arena elettorale dell’ex preside della Bocconi che il Quirinale, con la nomina a senatore a vita, aveva collocato nei piani alti delle istituzioni e dunque fuori dalla mischia. Anche Bersani non ha tutti i torti se prende le misure dal Monti elettorale dopo che il Pd non ha fatto altro che donare sangue alle misure altamente impopolari del Monti tecnico.
Ma Berlusconi che gioco sta facendo? Attenti a non farsi ingannare dal solito teatrino televisivo condito di balle stratosferiche e di improbabili fidanzatine. I denti del Caimano sono come sempre affilati e come sempre pronti ad azzannare l’avversario di turno.
Che questa volta non è più la sinistra “comunista”, ma va collocato nello nello stesso centrodestra dove è tornato a cercare voti il moroso della Pascale. Invecchiato e bollito quanto si vuole, Berlusconi intravede la possibilità di riprendersi una parte dei consensi che Alfano ha dilapidato in poco tempo. Non per vincere le elezioni, ma almeno per non perderle. Prima ha cercato di annettersi Monti, che però lo ha disdegnato (“neanche una telefonata mi ha fatto”). Poi gli ha fatto balenare il Colle come, si fa per dire, premio di consolazione. E ora gli dichiara guerra, accusandolo di concorrenza sleale. Chissà che Monti non debba ricercare l’origine dei suoi problemi in quella villa di Arcore da un ventennio deposito di dossier e pugnali.
Il Fatto Quotidiano, 23 Dicembre 2012
In un altro articolo IFQ tratta il nuovo caso dal titolo:
METODO BOFFO? Voci targate Pdl sul suo conto in Svizzera.
Il dossier “Zurigo 11” veleni contro il Prof
Di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 dicembre 2012
Nei corridori di Montecitorio si parla di undici milioni oltre frontiera. Ma Palazzo Chigi smentisce tutto. È solo l’antipasto di una campagna elettorale che si annuncia senza esclusione di colpi d’Esposito pag. 5
*
Mario Monti e la bufala del conto da 11 milioni in Svizzera
23/12/2012 - Zurigo 11. Una macchina del fango in azione a Palazzo Chigi. Targata PdL
di Dario Ferri
La sigla sembra quella di un taxi: Zurigo 11. La storia la racconta Fabrizio D’Esposito sul Fatto Quotidiano, avvertendo sin dalle prime righe che trattasi di bufala. Ed è un aneddoto che viene raccontato in giro dal Popolo delle LIbertà e da alcuni suoi esponenti per infangare Mario Monti alla vigilia di una campagna elettorale che si preannuncia difficile per il centrodestra:
Il fango scorre tra i banchi del Pdl. Da lì rimbalza la voce (calunniosa, almeno fino a prova contraria) che vari peones riferiscono, con la presunta garanzia di autorevolissimi ex ministri berlusconiani: “Monti ha un conto di undici milioni di euro in Svizzera”. Si aggiunge il nome della città: Zurigo. La sintesi che va di bocca in bocca è sarcastica: “Chiamate Zurigo 11”. La sigla di un taxi. Quello su cui il premier alla fine sarebbe salito per scappare dalle offerte di centristi vecchi e nuovi. E giù sorrisi di compiacimento per questo veleno che ammorba l’ultimo giorno di una legislatura pessima, tra ricatti, compravendite di parlamentari e arresti (Alfonso Papa e Luigi Lusi). C’era da aspettarselo.
La storia calunniosa di Zurigo 11, a detta di vari deputati del centrodestra, nasce dalla complessa trattativa tra il governo tecnico e la Svizzera per i capitali italiani, tra i 120 e i 150 miliardi di euro, depositati nel paradiso fiscale più famoso del mondo:
Non solo. Nel gioco dei veleni incrociati c’è anche chi, nel Pdl, addebita questa voce ai nemici del Pd, anche per depistare. Il risultato è una nube tossica che vomita fango ovunque: “Zurigo 11 fa parte del pacchetto di minacce del centrosinistra a Monti. L’amba sciatore è Tizio”. “Tizio” (lo chiamiamo noi così) è un esperto deputato democratico, che ha ricoperto delicati incarichi nel partito. C’è anche un’altra versione in cui Tizio viene citato: “Tizio e Caio passeggiano a braccetto e stanno avvertendo i deputati dell’Udc: Berlusconi sta accumulando un’ampia documentazione su Monti”. Si ritorna al metodo Boffo. Dossier su dossier. “Caio”, invece, è un ex leader di primo piano del Pd. Palazzo Chigi smentisce nettamente qualunque voce su conti esteri del Professore.
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -svizzera/