EFFETTI COLLATERALI
Sempre presenti. Ma in questo caso mancava l'intelligence. I servizi segreti sul terreno che guidavano l'operazione.
Morire per caso non piace a nessuno. Soprattutto se non sei cattolico, mussulmano, o ebreo.
Ma anche a loro, o ai congiunti più stretti, legati da affetto, la dipartita anticipata da questo stramaledetto pianeta che assomiglia sempre di più all'inferno cattolico.
Soprattutto quando si tratta di un errore.
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NEL WAHAT
Egitto, i soldati fanno blitz anti-Isis:
uccisi per errore dodici turisti
L'operazione antiterrorismo in una zona proibita. Il Messico chiede chiarimenti
di Redazione Online
Le forze di sicurezza egiziane hanno ucciso per errore dodici persone, tra cui alcuni turisti messicani e loro guide, durante una operazione antiterrorismo. Lo riferisce la Bbc, citando il ministero dell’Interno egiziano. I turisti, tra cui ci sarebbero anche dei cileni, stavano viaggiando su quattro autobus entrati nella «zona proibita» del Wahat, nel deserto occidentale.
La condanna del presidente messicano
Il ministero degli esteri messicano ha confermato l’attacco, condannato dal presidente Enrique Peña Nieto che chiede su Twitter un’esaustiva indagine del governo egiziano. Il capo dello Stato ha inoltre riferito di aver aumentato il personale diplomatico al Cairo per assistere i feriti e i familiari delle vittime.
Enrique Peña Nieto
✔
@EPN
México condena estos hechos en contra de nuestros ciudadanos y ha exigido al gobierno de Egipto una exhaustiva investigación de lo ocurrido.
3:58 AM - 14 Sep 2015
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Le forze di sicurezza egiziane hanno ucciso per errore dodici persone, tra cui alcuni turisti messicani e loro guide, durante una operazione antiterrorismo. Lo riferisce la Bbc, citando il ministero dell’Interno egiziano. I turisti, tra cui ci sarebbero anche dei cileni, stavano viaggiando su quattro autobus entrati nella «zona proibita» del Wahat, nel deserto occidentale.
La condanna del presidente messicano
Il ministero degli esteri messicano ha confermato l’attacco, condannato dal presidente Enrique Peña Nieto che chiede su Twitter un’esaustiva indagine del governo egiziano. Il capo dello Stato ha inoltre riferito di aver aumentato il personale diplomatico al Cairo per assistere i feriti e i familiari delle vittime.
«Non dovevano essere lì»
L’agenzia turistica che aveva organizzato il tour - ha riferito poi una portavoce del ministero egiziano del turismo all’ Associated press, «non aveva permessi e non aveva informato le autorità», mentre per ogni escursione alla zona di Farafra è richiesta una specifica autorizzazione. «Non dovevano essere lì» - ha aggiunto la fonte - senza fornire ulteriori dettagli sulle circostanze dell’attacco.
Il ministro degli Esteri messicano, Claudia Ruiz Massieu, ha avuto contatti con l’ambasciatore egiziano in Messico e ha chiesto per suo tramite una approfondita inchiesta sull’accaduto. Ha anche chiesto - si precisa in una nota - il sostegno delle autorità egiziane per il rimpatrio dei messicani coinvolti. Jorge Alvarez Fuentes, ambasciatore messicano in Egitto, e rappresentanti consolari si sono recati all’ospedale Dar el-Fouad, alla periferia del Cairo.
L'attacco durante la cena dei turisti
Secondo la testata El Mundo, che cita una fonte del tour operator, «mentre (i turisti, ndr) stavano cenando, tre aerei da combattimento dell'esercito hanno cominciato a sparare e lanciare missili sui veicoli. Erano completamente carbonizzati. Alcuni hanno cercato di scappare ma i militari li hanno inseguiti [Esplora il significato del termine: aprendo il fuoco su chiunque fuggisse». Secondo il dipendente della società organizzatrice, che ha richiesto l’anonimato, la maggioranza dei turisti proveniva dal Cile. Il gruppo «stava viaggiando seguendo un consueto itinerario che va dal Cairo all’oasi di Bahariya (a 350 km a sudest della capitale egiziana). Dovevano passare la notte in un hotel di Bahariya, ma si sono fermati 100 km prima dell’oasi». Durante la sosta, spiega ancora la fonte al sito del quotidiano spagnolo, i turisti sono scesi dai 4 suv per la cena. La società nega che si trattasse di una zona proibita ai civili e che si trovassero in un’area di attività terroristiche. «È l’area dove spesso facciamo brevi soste prima di andare a Bahariya. Non è vietata come è stato detto», ha aggiunto la fonte, secondo la quale solo due degli autisti e guide egiziani sono sopravvissuti all’attacco, uno dei quali è in condizioni critiche. 14 settembre 2015 (modifica il 14 settembre 2015 | 09:37) © RIPRODUZIONE RISERVATA] aprendo il fuoco su chiunque fuggisse». Secondo il dipendente della società organizzatrice, che ha richiesto l'anonimato, la maggioranza dei turisti proveniva dal Cile. Il gruppo «stava viaggiando seguendo un consueto itinerario che va dal Cairo all'oasi di Bahariya (a 350 km a sudest della capitale egiziana). Dovevano passare la notte in un hotel di Bahariya, ma si sono fermati 100 km prima dell'oasi». Durante la sosta, spiega ancora la fonte al sito del quotidiano spagnolo, i turisti sono scesi dai 4 suv per la cena. La società nega che si trattasse di una zona proibita ai civili e che si trovassero in un'area di attività terroristiche. «È l'area dove spesso facciamo brevi soste prima di andare a Bahariya. Non è vietata come è stato detto», ha aggiunto la fonte, secondo la quale solo due degli autisti e guide egiziani sono sopravvissuti all'attacco, uno dei quali è in condizioni critiche.
14 settembre 2015 (modifica il 14 settembre 2015 | 09:37)
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http://www.corriere.it/esteri/15_settem ... 55ef.shtml