Good News
Re: Good News
Alimentare questo 3d è sempre più difficile. Io ci provo.
Sviluppo: ogni spesa dello Stato certificata e trasparente. Senza, niente soldi
ROMA – Ogni transazione economica tra Stato e qualunque soggetto privato, dal primo gennaio 2013, dovrà essere giustificata e resa pubblica per quanto riguarda l’identità del beneficiario, la modalità di pagamento e l’obiettivo del trasferimento di denaro pubblico. E’ scritto nero su bianco nel decreto sviluppo.
Il ministro della Coesione Sociale Barca invita a non sottovalutarne l’importanza, si spinge anzi a definire il provvedimento “una rivoluzione”. Senza l’adesione a questo protocollo la transazione non sarà valida, se anche uno dei criteri di trasparenza menzionati non verrà adottato, lo Stato si ritiene sciolto da ogni vincolo contrattuale. E’ questa un’indicazione decisiva per la razionalizzazione della spesa pubblica che è passata sottotraccia nel dibattito pubblico sul pacchetto sviluppo. Pacchetto sviluppo sul quale il ministro Passera ci mette la faccia ma che ha ricevuto anche reazioni palesemente irrisorie, come le battute del segretario Pdl Alfano (“80 miliardi? 1 reale e 79 virtuali”).
Quello della transazione trasparente e motivata è invece una rivoluzione, ha ragione Fabrizio Barca, sempre che la norma venga adeguatamente applicata e rispettata. Barca invita a considerare nella giusta prospettiva la novità introdotta. Giustamente, se pensiamo alle consulenze facili, agli acquisti allegri, ai mirabolanti progetti infrastrutturali, le cosiddette “grandi opere” sempre prioritarie, sempre annunciate, sempre levitate a costi fuori da ogni calcolo raziocinante. Se una documentazione rigorosa, esatta e visionabile dal cittadino/utente eviterà di giustificare una consulenza comprensiva di indennità “per i rischi da stress da lavoro correlato” al geometra assunto dalla Regione Lazio, ad esempio, sarà stata una rivoluzione.
Se, a differenza del bando di gara del gennaio 2012, lo Stato documenterà budget e obiettivi di spesa per quattrocento nuove berline di media cilindrata, si verrà a sapere che si tratta in realtà di un ulteriore, inutile incremento del parco di “auto blu” in dotazione. Mentre il Formez (Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle Pubblica amministrazione) già diceva che circa 800 vetture giacevano inutilizzate nei garage. Quella transazione, quel trasferimento, con la nuova norma, verrebbe impugnata, resa inefficace. Una rivoluzione, appunto, per tutti i cittadini che credono a una macchina pubblica efficiente e oculata. Una maledizione, invece, per tutti quelli, dai vertici delle varie caste in giù, che considerano lo Stato la propria personale mucca da mungere anche quando il latte è finito.
http://www.blitzquotidiano.it/economia/ ... a-1273430/
Sviluppo: ogni spesa dello Stato certificata e trasparente. Senza, niente soldi
ROMA – Ogni transazione economica tra Stato e qualunque soggetto privato, dal primo gennaio 2013, dovrà essere giustificata e resa pubblica per quanto riguarda l’identità del beneficiario, la modalità di pagamento e l’obiettivo del trasferimento di denaro pubblico. E’ scritto nero su bianco nel decreto sviluppo.
Il ministro della Coesione Sociale Barca invita a non sottovalutarne l’importanza, si spinge anzi a definire il provvedimento “una rivoluzione”. Senza l’adesione a questo protocollo la transazione non sarà valida, se anche uno dei criteri di trasparenza menzionati non verrà adottato, lo Stato si ritiene sciolto da ogni vincolo contrattuale. E’ questa un’indicazione decisiva per la razionalizzazione della spesa pubblica che è passata sottotraccia nel dibattito pubblico sul pacchetto sviluppo. Pacchetto sviluppo sul quale il ministro Passera ci mette la faccia ma che ha ricevuto anche reazioni palesemente irrisorie, come le battute del segretario Pdl Alfano (“80 miliardi? 1 reale e 79 virtuali”).
Quello della transazione trasparente e motivata è invece una rivoluzione, ha ragione Fabrizio Barca, sempre che la norma venga adeguatamente applicata e rispettata. Barca invita a considerare nella giusta prospettiva la novità introdotta. Giustamente, se pensiamo alle consulenze facili, agli acquisti allegri, ai mirabolanti progetti infrastrutturali, le cosiddette “grandi opere” sempre prioritarie, sempre annunciate, sempre levitate a costi fuori da ogni calcolo raziocinante. Se una documentazione rigorosa, esatta e visionabile dal cittadino/utente eviterà di giustificare una consulenza comprensiva di indennità “per i rischi da stress da lavoro correlato” al geometra assunto dalla Regione Lazio, ad esempio, sarà stata una rivoluzione.
Se, a differenza del bando di gara del gennaio 2012, lo Stato documenterà budget e obiettivi di spesa per quattrocento nuove berline di media cilindrata, si verrà a sapere che si tratta in realtà di un ulteriore, inutile incremento del parco di “auto blu” in dotazione. Mentre il Formez (Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle Pubblica amministrazione) già diceva che circa 800 vetture giacevano inutilizzate nei garage. Quella transazione, quel trasferimento, con la nuova norma, verrebbe impugnata, resa inefficace. Una rivoluzione, appunto, per tutti i cittadini che credono a una macchina pubblica efficiente e oculata. Una maledizione, invece, per tutti quelli, dai vertici delle varie caste in giù, che considerano lo Stato la propria personale mucca da mungere anche quando il latte è finito.
http://www.blitzquotidiano.it/economia/ ... a-1273430/
Re: Good News
Alimentare questo 3d è sempre più difficile. Io ci provo.
ci provo anch'io ...come si dice qui in sicilia "ogni ficatiedu ri musca è sustanza "
(AGI) - Roma, 21 giu. - Via libera dell'aula del Senato alla riduzione del numero dei deputati. L'Assemblea ha approvato con 212 si', 11 no e 27 astenuti l'articolo 1 delle riforme costituzionali che prevede che il numero dei deputati scenda dagli attuali 630 a 508, 8 dei quali eletti nella circoscrizione estero.
Hanno votato a favore Pdl, Pd, Udc, Idv, Coesione Nazionale e Api; la Lega si e' astenuta. In dissenso dai rispettivi gurppi hanno votato contro l'articolo 1 l'esponente radicale Donatella Poretti, Luigi Li Gotti (Idv) e Mario Baldassarri (Api-Fli). La norma, che riscrive l'articolo 56 della Costituzione, stabilisce inoltre che "sono eleggibili a deputato tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i 21 anni di eta'" e non piu' 25 come previsto oggi.
"La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni - prosegue il testo approvato dall'aula del Senato - fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censimento generale della popolazione per 500 (e non piu' 618 come e' oggi, ndr) e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei piu' alti resti".
ci provo anch'io ...come si dice qui in sicilia "ogni ficatiedu ri musca è sustanza "
(AGI) - Roma, 21 giu. - Via libera dell'aula del Senato alla riduzione del numero dei deputati. L'Assemblea ha approvato con 212 si', 11 no e 27 astenuti l'articolo 1 delle riforme costituzionali che prevede che il numero dei deputati scenda dagli attuali 630 a 508, 8 dei quali eletti nella circoscrizione estero.
Hanno votato a favore Pdl, Pd, Udc, Idv, Coesione Nazionale e Api; la Lega si e' astenuta. In dissenso dai rispettivi gurppi hanno votato contro l'articolo 1 l'esponente radicale Donatella Poretti, Luigi Li Gotti (Idv) e Mario Baldassarri (Api-Fli). La norma, che riscrive l'articolo 56 della Costituzione, stabilisce inoltre che "sono eleggibili a deputato tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i 21 anni di eta'" e non piu' 25 come previsto oggi.
"La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni - prosegue il testo approvato dall'aula del Senato - fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censimento generale della popolazione per 500 (e non piu' 618 come e' oggi, ndr) e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei piu' alti resti".
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Re: Good News
vabbè,Amadeus ha scritto:
Alimentare questo 3d è sempre più difficile. Io ci provo.
ci provo anch'io ...come si dice qui in sicilia "ogni ficatiedu ri musca è sustanza "
(AGI) - Roma, 21 giu. - Via libera dell'aula del Senato alla riduzione del numero dei deputati. L'Assemblea ha approvato con 212 si', 11 no e 27 astenuti l'articolo 1 delle riforme costituzionali che prevede che il numero dei deputati scenda dagli attuali 630 a 508, 8 dei quali eletti nella circoscrizione estero.
considerata la difficoltà di trovare "buone notizie"...accettiamo pure questa.
se fossi cane direi:meglio rosicchiare un osso che un bastone....
certo io speravo almeno in un dimezzamento...per cui sono abbastanza deluso dalla solita soluzione Gattopardesca.
tenete presente che proporzionalmente al numero degli abitanti e se ci confrontiamo con gli americani,
noi dovremmo avere 20 senatori...e ne abbiamo 300.
Re: Good News
#BUONENOTIZIE: LE STORIE DALL'UOMO CHE VIVEVA IN AUTO AL BAMBINO TRAPIANTATO
L'angelo invisibile di Milano
che aiuta chi è rimasto indietro
Salda i debiti e paga gli affitti. «Ho lavorato nelle grandi banche e so che ci sono centinaia di manager che potrebbero farlo»
L'uomo che fa vivere la speranza ha appena trovato casa a un disoccupato domiciliato da due anni in una vecchia auto. Si è presentato nel quartiere Stadera e ha bussato a una portiera chiusa. Gaspare Tumminello dormiva lì, con la barba sfatta, i denti persi e una storia da disperato involontario: fino a 46 anni gestiva un bar, faceva su e su, insomma se la cavava. Poi i debiti, i prestiti, la malattia. Ha perso tutto. A 54 anni senza sussidio e con un tumore si fatica a mangiare e non si riesce a pagare l'affitto: si sprofonda sempre di più.
«Milano è dura e spietata, ma non si può vivere così», ha esordito l'uomo arrivato con l'intenzione di dargli una mano. In una settimana la vecchia auto è finita in un box; Tumminello oggi dorme in un letto: affitto pagato, spese comprese. Il mestiere dei poveri è quello di doversi arrangiare, ma se qualcuno li aiuta il futuro fa meno paura: si può ritrovare una strada e la dignità. Tumminello quasi incredulo ha ringraziato; l'uomo gli ha messo in tasca un assegno: «Se deve mangiare qui c'è il necessario. Faccia le sue cure e speriamo bene. Una raccomandazione: non si arrenda». Come hanno fatto gli altri milanesi in difficoltà sovvenzionati, aiutati, indirizzati dall'invisibile signore che si materializza all'improvviso e poi sparisce come Nembo Kid.
È stato così per Noemi, una pensionata finita nel girone dei poveri, indebitata con la banca per tenere nel decoro uno scalcinato alloggio popolare in viale Molise. Voleva un frigorifero, ma non era in grado di pagarlo: così ha raccontato al Corriere il suo problema, la vergogna di chi deve lottare ogni giorno per non finire nel tunnel del degrado: «Sono a un passo dal chiedere l'elemosina». L'uomo della provvidenza si è presentato a casa sua: «Andiamo in banca a mettere in salvo il conto», le ha detto. Ecco il frigorifero. E gli occhiali nuovi, se servono. Tenga un po' di contanti per le spese dei prossimi mesi. Mi faccia sapere come va...
C'è una carità spontanea, quotidiana, che attraversa Milano. Non cerca pubblicità e non vuole il suo nome sui giornali. È la carità che non conosce altra regola se non quella di regalare un frammento di umanità e di speranza a chi si è messo (o è stato messo) ai margini della società. Bisogna far sapere che esiste. Ci dice che non tutto è peggio, che non ci sono solo cattive notizie, pugni in faccia per i cittadini. Salvatore Jacono l'ha sperimentato coi suoi figli. Si lamentava di essersi indebitato per farli studiare. E di essere costretto a lavorare di giorno e di notte per evitare l'incubo degli usurai. Niente cinema, niente pizzeria, niente vacanze per qualche anno. Non è bastato. Prosciugato lo stipendio da ferroviere e quello di portiere d'albergo ha dovuto stendere la mano e chiedere l'elemosina. Il suo angelo, lo stesso di Gaspare, lo stesso di Noemi, è arrivato quando non se l'aspettava più. «Ci penso io a far studiare i figli», gli ha detto. «Adagio adagio chiuderemo anche i debiti. Mi tenga informato, con le pagelle del ragazzo e il libretto dell'università...».
Se la vita significa cercare momenti felici è bello sapere che c'è qualcuno che ci aiuta a trovarli. L'uomo della solidarietà che appare e scompare dice che viviamo chiusi in troppi egoismi. «Ho lavorato nel mondo delle grandi banche e posso garantire che ci sono centinaia di manager con entrate milionarie che potrebbero fare quel che ho fatto io: ma forse voltano la pagina di cronaca, preferiscono quella degli spettacoli...». Anche il piccolo Mohamed fra qualche anno ringrazierà questo anonimo signore. Per sopravvivere a una rara malattia genetica che aveva distrutto le sue difese immunitarie i suoi genitori hanno lasciato la Tunisia. I medici del Policlinico di Pavia erano pronti al trapianto: gli unici in Europa.
Ma serviva un donatore di midollo osseo compatibile. Per tre anni sono stati lanciati appelli alle tv italiane e arabe. Niente. Il padre di Mohamed, docente universitario in Tunisia, per pagarsi le spese si è adattato a fare la raccolta differenziata in ospedale. La nascita di un fratellino ha permesso il trapianto. Ora il bambino è fuori pericolo, ma la famiglia è al collasso: serve aiuto. Tradotto: solidarietà economica. Ed è arrivato lui. Ha trovato una casa decorosa, ha dato un aiuto al padre, ha pagato una vacanza a Mohamed: la prima della sua vita. Pagherà anche il viaggio di rientro della famiglia in Tunisia, alle fine dei controlli medici.
C'è nel Paese una solidarietà che a volte non appare. La povertà soffre in silenzio: chissà quanti altri casi sono stati risolti così. Con la generosità discreta di un anonimo cittadino. Messe in fila le storie positive di Milano però sono tante. Diventano notizie. Good news . Anna e Virginia, per esempio. Madre e figlia impoverite dalle malattie e dall'impossibilità di mantenere un posto di lavoro per potersi curare. Si è presentato lui, stupito: come mai nessuno si è offerto di aiutare due donne senza stipendio e senza pensione? Così ha staccato un assegno, per superare l'emergenza e affrontare la vita con un sorriso. «L'anomalia non sono io», ha detto. «È chi volta le spalle a chi è stato sconfitto dalla vita».
Così ha dato una mano anche ad Aldo, pensionato che accudisce i bambini di una coppia senza casa. Abita al quartiere Calvairate e corre tutto il giorno in auto per portare i bimbi a scuola nel centro di Milano. I genitori rientrano la sera, poi vanno a dormire separati in attesa di un alloggio popolare che da dieci anni non arriva mai: i richiedenti a Milano sono 22 mila. Per Aldo il problema era l'Ecopass: la sua vecchia auto doveva pagare il pedaggio. Troppo per chi con 450 euro al mese vive accontentandosi di poco. L'uomo della speranza gli ha regalato un'auto, bollo e assicurazione pagati.
Perché tutto questo? «L'ho spiegato ai miei figli. Chi ha deve aiutare chi non ha. Il valore dei nostri gesti è direttamente proporzionale a quello di cui ci priviamo per aiutare gli altri. Credo abbia più peso il gesto di un pensionato che rinuncia a venti euro che non quelli come me, che non devono rinunciare a nulla. Nemmeno al superfluo». C'è un'umanità di cui dobbiamo sentirci responsabili, dice il cardinal Martini. Può essere utile parlare della solidarietà che risolve certi casi disperati accontentandosi della gratitudine, quella che Emily Dickinson chiamava «la timida ricchezza di coloro che non posseggono nulla».
Giangiacomo Schiavi
29 giugno 2012 | 9:18
http://www.corriere.it/cronache/12_giug ... 7983.shtml
L'angelo invisibile di Milano
che aiuta chi è rimasto indietro
Salda i debiti e paga gli affitti. «Ho lavorato nelle grandi banche e so che ci sono centinaia di manager che potrebbero farlo»
L'uomo che fa vivere la speranza ha appena trovato casa a un disoccupato domiciliato da due anni in una vecchia auto. Si è presentato nel quartiere Stadera e ha bussato a una portiera chiusa. Gaspare Tumminello dormiva lì, con la barba sfatta, i denti persi e una storia da disperato involontario: fino a 46 anni gestiva un bar, faceva su e su, insomma se la cavava. Poi i debiti, i prestiti, la malattia. Ha perso tutto. A 54 anni senza sussidio e con un tumore si fatica a mangiare e non si riesce a pagare l'affitto: si sprofonda sempre di più.
«Milano è dura e spietata, ma non si può vivere così», ha esordito l'uomo arrivato con l'intenzione di dargli una mano. In una settimana la vecchia auto è finita in un box; Tumminello oggi dorme in un letto: affitto pagato, spese comprese. Il mestiere dei poveri è quello di doversi arrangiare, ma se qualcuno li aiuta il futuro fa meno paura: si può ritrovare una strada e la dignità. Tumminello quasi incredulo ha ringraziato; l'uomo gli ha messo in tasca un assegno: «Se deve mangiare qui c'è il necessario. Faccia le sue cure e speriamo bene. Una raccomandazione: non si arrenda». Come hanno fatto gli altri milanesi in difficoltà sovvenzionati, aiutati, indirizzati dall'invisibile signore che si materializza all'improvviso e poi sparisce come Nembo Kid.
È stato così per Noemi, una pensionata finita nel girone dei poveri, indebitata con la banca per tenere nel decoro uno scalcinato alloggio popolare in viale Molise. Voleva un frigorifero, ma non era in grado di pagarlo: così ha raccontato al Corriere il suo problema, la vergogna di chi deve lottare ogni giorno per non finire nel tunnel del degrado: «Sono a un passo dal chiedere l'elemosina». L'uomo della provvidenza si è presentato a casa sua: «Andiamo in banca a mettere in salvo il conto», le ha detto. Ecco il frigorifero. E gli occhiali nuovi, se servono. Tenga un po' di contanti per le spese dei prossimi mesi. Mi faccia sapere come va...
C'è una carità spontanea, quotidiana, che attraversa Milano. Non cerca pubblicità e non vuole il suo nome sui giornali. È la carità che non conosce altra regola se non quella di regalare un frammento di umanità e di speranza a chi si è messo (o è stato messo) ai margini della società. Bisogna far sapere che esiste. Ci dice che non tutto è peggio, che non ci sono solo cattive notizie, pugni in faccia per i cittadini. Salvatore Jacono l'ha sperimentato coi suoi figli. Si lamentava di essersi indebitato per farli studiare. E di essere costretto a lavorare di giorno e di notte per evitare l'incubo degli usurai. Niente cinema, niente pizzeria, niente vacanze per qualche anno. Non è bastato. Prosciugato lo stipendio da ferroviere e quello di portiere d'albergo ha dovuto stendere la mano e chiedere l'elemosina. Il suo angelo, lo stesso di Gaspare, lo stesso di Noemi, è arrivato quando non se l'aspettava più. «Ci penso io a far studiare i figli», gli ha detto. «Adagio adagio chiuderemo anche i debiti. Mi tenga informato, con le pagelle del ragazzo e il libretto dell'università...».
Se la vita significa cercare momenti felici è bello sapere che c'è qualcuno che ci aiuta a trovarli. L'uomo della solidarietà che appare e scompare dice che viviamo chiusi in troppi egoismi. «Ho lavorato nel mondo delle grandi banche e posso garantire che ci sono centinaia di manager con entrate milionarie che potrebbero fare quel che ho fatto io: ma forse voltano la pagina di cronaca, preferiscono quella degli spettacoli...». Anche il piccolo Mohamed fra qualche anno ringrazierà questo anonimo signore. Per sopravvivere a una rara malattia genetica che aveva distrutto le sue difese immunitarie i suoi genitori hanno lasciato la Tunisia. I medici del Policlinico di Pavia erano pronti al trapianto: gli unici in Europa.
Ma serviva un donatore di midollo osseo compatibile. Per tre anni sono stati lanciati appelli alle tv italiane e arabe. Niente. Il padre di Mohamed, docente universitario in Tunisia, per pagarsi le spese si è adattato a fare la raccolta differenziata in ospedale. La nascita di un fratellino ha permesso il trapianto. Ora il bambino è fuori pericolo, ma la famiglia è al collasso: serve aiuto. Tradotto: solidarietà economica. Ed è arrivato lui. Ha trovato una casa decorosa, ha dato un aiuto al padre, ha pagato una vacanza a Mohamed: la prima della sua vita. Pagherà anche il viaggio di rientro della famiglia in Tunisia, alle fine dei controlli medici.
C'è nel Paese una solidarietà che a volte non appare. La povertà soffre in silenzio: chissà quanti altri casi sono stati risolti così. Con la generosità discreta di un anonimo cittadino. Messe in fila le storie positive di Milano però sono tante. Diventano notizie. Good news . Anna e Virginia, per esempio. Madre e figlia impoverite dalle malattie e dall'impossibilità di mantenere un posto di lavoro per potersi curare. Si è presentato lui, stupito: come mai nessuno si è offerto di aiutare due donne senza stipendio e senza pensione? Così ha staccato un assegno, per superare l'emergenza e affrontare la vita con un sorriso. «L'anomalia non sono io», ha detto. «È chi volta le spalle a chi è stato sconfitto dalla vita».
Così ha dato una mano anche ad Aldo, pensionato che accudisce i bambini di una coppia senza casa. Abita al quartiere Calvairate e corre tutto il giorno in auto per portare i bimbi a scuola nel centro di Milano. I genitori rientrano la sera, poi vanno a dormire separati in attesa di un alloggio popolare che da dieci anni non arriva mai: i richiedenti a Milano sono 22 mila. Per Aldo il problema era l'Ecopass: la sua vecchia auto doveva pagare il pedaggio. Troppo per chi con 450 euro al mese vive accontentandosi di poco. L'uomo della speranza gli ha regalato un'auto, bollo e assicurazione pagati.
Perché tutto questo? «L'ho spiegato ai miei figli. Chi ha deve aiutare chi non ha. Il valore dei nostri gesti è direttamente proporzionale a quello di cui ci priviamo per aiutare gli altri. Credo abbia più peso il gesto di un pensionato che rinuncia a venti euro che non quelli come me, che non devono rinunciare a nulla. Nemmeno al superfluo». C'è un'umanità di cui dobbiamo sentirci responsabili, dice il cardinal Martini. Può essere utile parlare della solidarietà che risolve certi casi disperati accontentandosi della gratitudine, quella che Emily Dickinson chiamava «la timida ricchezza di coloro che non posseggono nulla».
Giangiacomo Schiavi
29 giugno 2012 | 9:18
http://www.corriere.it/cronache/12_giug ... 7983.shtml
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Re: Good News
Angeli e demoni.....
Avevo visto questa notizia stamani e pensavo valesse la pena fosse pubblicata,...ma poi il tempo ahimè è tiranno........Mario ha fatto bene ad anticiparmi, questo è un'articolo che vale la pena leggere in questo girone infernale.........
Avevo visto questa notizia stamani e pensavo valesse la pena fosse pubblicata,...ma poi il tempo ahimè è tiranno........Mario ha fatto bene ad anticiparmi, questo è un'articolo che vale la pena leggere in questo girone infernale.........
Re: Good News
Milano riaprirà i cortili ai bambini
"Nei condomini si torna a giocare"
La giunta Pisapia ha approvato una delibera per "affermare il valore del gioco", spiega l'assessore
Bisconti. Il provvedimento, dopo un confronto con gli amministratori condominiali, passerà in aula
di LAURA FUGNOLI
I bambini a Milano potranno tornare a giocare in cortile: nessun cartello minaccioso di divieto potrà più impedire di calciare un pallone, o rincorrersi a nascondino tra i box, le aiuole e i bidoni della spazzatura. La giunta, su proposta dell'assessore al Tempo libero, Chiara Bisconti, ha approvato una delibera che attende solo la ratifica definitiva da parte del consiglio comunale. È bastata una modifica al regolamento di polizia urbana, l'aggiunta di un articolo (l'83 bis) che costringerà i condomini ad adeguarsi "e qualora l'assemblea condominiale si rifiutasse - ha spiegato Bisconti - qualsiasi condomino potrà fare ricorso al Tar con uno strumento a suo favore che lo tutelerà".
La delibera è costruita sulla falsariga di quella che ha consentito l'ingresso delle bici in cortile, in quel caso sancita da una modifica del regolamento di edilizia pubblica. "La giunta ha così voluto riconoscere i bambini come portatori di diritti, affermando il valore del gioco", ha spiegato Bisconti. I bambini, secondo l'assessore, sono stati fino a oggi solo "oggetto di tutela", ci si è preoccupati solo della loro incolumità, "mentre noi vogliamo che sia riconosciuto il loro diritto a essere protagonisti". Certo, bisognerà
rispettare le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo, stabilite, questo sì, dai regolamenti condominiali. "In cortile - immagina Antonio Longo, docente di urban planning al Politecnico - i bambini torneranno a trovarsi da soli i loro spazi di gioco, dopo anni di aree "dedicate", giardini attrezzati, costruiti apposta per loro. E finalmente i bimbi più piccoli si mischieranno con i più grandi, come un tempo".
Gli amministratori di condominio non mostrano tutti lo stesso entusiasmo nel far adottare nuove regole: "Non c'è univocità di pareri nelle associazioni di categoria - precisa Bisconti - ma c'è spazio per il confronto". Scettici i professionisti aderenti all'Anaci, favorevoli quelli di Apac: "Perché le bici sì e i bimbi no? - dice il presidente Apac Stefano Milanesi - la legge 122 di Tognoli a partire dall'89 ha aumentato gli spazi per le auto nelle parti comuni, ma mi sembra che i bambini debbano avere più diritti delle macchine". Con i bambini in cortile, liberi di stare "giù" senza dover essere accompagnati, anche le mamme potranno lavorare a casa più tranquille, "sarà uno strumento di maggior conciliazione dei tempi vita-lavoro", precisa l'assessore. Esperimenti in tal senso sono già collaudati al Villaggio Barona di zona 6 e al quartiere Stadera, con quattro corti dove i ragazzini non hanno divieti di gioco. Il più diffuso? Il pallone. Del resto lo stesso Zlatan Ibrahimovic, stella del Milan, ha sempre dichiarato che la sua scuola è stata il cortile di casa, in Svezia.
(29 giugno 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA ( repubblica milano)
"Nei condomini si torna a giocare"
La giunta Pisapia ha approvato una delibera per "affermare il valore del gioco", spiega l'assessore
Bisconti. Il provvedimento, dopo un confronto con gli amministratori condominiali, passerà in aula
di LAURA FUGNOLI
I bambini a Milano potranno tornare a giocare in cortile: nessun cartello minaccioso di divieto potrà più impedire di calciare un pallone, o rincorrersi a nascondino tra i box, le aiuole e i bidoni della spazzatura. La giunta, su proposta dell'assessore al Tempo libero, Chiara Bisconti, ha approvato una delibera che attende solo la ratifica definitiva da parte del consiglio comunale. È bastata una modifica al regolamento di polizia urbana, l'aggiunta di un articolo (l'83 bis) che costringerà i condomini ad adeguarsi "e qualora l'assemblea condominiale si rifiutasse - ha spiegato Bisconti - qualsiasi condomino potrà fare ricorso al Tar con uno strumento a suo favore che lo tutelerà".
La delibera è costruita sulla falsariga di quella che ha consentito l'ingresso delle bici in cortile, in quel caso sancita da una modifica del regolamento di edilizia pubblica. "La giunta ha così voluto riconoscere i bambini come portatori di diritti, affermando il valore del gioco", ha spiegato Bisconti. I bambini, secondo l'assessore, sono stati fino a oggi solo "oggetto di tutela", ci si è preoccupati solo della loro incolumità, "mentre noi vogliamo che sia riconosciuto il loro diritto a essere protagonisti". Certo, bisognerà
rispettare le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo, stabilite, questo sì, dai regolamenti condominiali. "In cortile - immagina Antonio Longo, docente di urban planning al Politecnico - i bambini torneranno a trovarsi da soli i loro spazi di gioco, dopo anni di aree "dedicate", giardini attrezzati, costruiti apposta per loro. E finalmente i bimbi più piccoli si mischieranno con i più grandi, come un tempo".
Gli amministratori di condominio non mostrano tutti lo stesso entusiasmo nel far adottare nuove regole: "Non c'è univocità di pareri nelle associazioni di categoria - precisa Bisconti - ma c'è spazio per il confronto". Scettici i professionisti aderenti all'Anaci, favorevoli quelli di Apac: "Perché le bici sì e i bimbi no? - dice il presidente Apac Stefano Milanesi - la legge 122 di Tognoli a partire dall'89 ha aumentato gli spazi per le auto nelle parti comuni, ma mi sembra che i bambini debbano avere più diritti delle macchine". Con i bambini in cortile, liberi di stare "giù" senza dover essere accompagnati, anche le mamme potranno lavorare a casa più tranquille, "sarà uno strumento di maggior conciliazione dei tempi vita-lavoro", precisa l'assessore. Esperimenti in tal senso sono già collaudati al Villaggio Barona di zona 6 e al quartiere Stadera, con quattro corti dove i ragazzini non hanno divieti di gioco. Il più diffuso? Il pallone. Del resto lo stesso Zlatan Ibrahimovic, stella del Milan, ha sempre dichiarato che la sua scuola è stata il cortile di casa, in Svezia.
(29 giugno 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA ( repubblica milano)
Re: Good News
Chi è nato o vive a Napoli sa che è una sorta di miracolo, impensabile fino a pochi mesi fa.
Lo stesso dicasi per le isole pedonali di gran parte del centro storico.
Grazie De Magistris.
IL PROGETTO
Al via la pista ciclabile da Bagnoli alla Ferrovia
Il tappeto di vernice arancione entro luglio raggiungerà la Galleria Quattro giornate. Sarà pronto così il primo tratto del percorso ciclabile più lungo del Mezzogiorno
di ANNA LAURA DE ROSA
La canicola del week end non ferma i lavori della pista ciclabile. Gli operai dell'azienda Cebic di Rovigo che si occupano della resinatura, disegnano a ritmi serrati sul marciapiede di viale Kennedy il percorso riservato dal Comune alla circolazione delle due ruote. Il tappeto di vernice arancione entro luglio raggiungerà la Galleria Quattro giornate. Sarà pronto così il primo tratto del percorso ciclabile più lungo del Mezzogiorno progettato da Palazzo San Giacomo: venti Km da Bagnoli a piazza Garibaldi. L'assessore alla Mobilità Anna Donati assicura che l'intera pista sarà conclusa entro il 23 agosto. Ovvero prima della Coppa Davis in programma a settembre, anche se con un mese di ritardo sulla tabella di marcia (ritardo giustificato però dagli eventi ospitati dal Comune e dalle modifiche alla mobilità dei mesi scorsi).
FOTO VIDEO MAPPA
La pista disegnata dagli operai è larga 2,5 metri (1,25 m per ogni senso di marcia). Il percorso, che solo in alcuni casi si riduce a un metro per motivi di spazio, occupa marciapiede o carreggiata a seconda delle zone interessate. In via Nuova Agnano e viale Kennedy il tracciato è quasi pronto, mancano solo un secondo strato di resina e la segnaletica. Lungo il percorso saranno installate poi delle rastrelliere. Cantiere aperto anche sulla carreggiata di viale Augusto. In questo primo sono due i punti critici più evidenti per la corsa in bici: il sovrappasso pedonale all'altezza di Edenlandia, che costringerà i ciclisti a portare la bici a mano per poco più di un metro; e il tratto di pista nella Galleria Quattro giornate, che non sarà piacevole a causa dello smog. Un problema che si può aggirare usando i mezzi pubblici per raggiungere il lungomare.
Per il primo tratto sono serviti circa cinque mesi di lavoro, restano 60 giorni per arrivare a piazza Garibaldi. "Ce la faremo - dice la Donati - E vogliamo consegnare alla città i tratti di pista ciclabile pronti man mano che saranno realizzati, collaudi e clausole contrattuali permettendo". Il rush finale punta sulla rapidità di realizzazione della pista nelle aree pedonali. Considerata la chiusura al traffico, in via Caracciolo bisognerà infatti solo tracciare il percorso con segnaletica sul manto stradale (la strada non sarà rifatta in previsione della più ampia riqualificazione prevista dal Comune nell'area della Villa comunale). Lo stesso accadrà in via Chiaia, via Toledo, piazza Dante e la zona dei Decumani. Qualche difficoltà maggiore si avrà su via Marina, piazza Mercato e corso Garibaldi: aree in cui saranno necessari interventi di riqualificazione stadale per garantire la sicurezza dei ciclisti. Il tratto della rotonda Diaz sarà completato alla fine dei lavori: l'area sarà lo stadio della Coppa Davis, bisogna quindi capire come sarà "trasformata" l'evento. Intanto si dovrà potenziare il noleggio bici, per ora qualche privato si sta attrezzando. Poi, si circolerà con "due ruote nel vento".
(18 giugno 2012)
http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... -37436348/
Lo stesso dicasi per le isole pedonali di gran parte del centro storico.
Grazie De Magistris.
IL PROGETTO
Al via la pista ciclabile da Bagnoli alla Ferrovia
Il tappeto di vernice arancione entro luglio raggiungerà la Galleria Quattro giornate. Sarà pronto così il primo tratto del percorso ciclabile più lungo del Mezzogiorno
di ANNA LAURA DE ROSA
La canicola del week end non ferma i lavori della pista ciclabile. Gli operai dell'azienda Cebic di Rovigo che si occupano della resinatura, disegnano a ritmi serrati sul marciapiede di viale Kennedy il percorso riservato dal Comune alla circolazione delle due ruote. Il tappeto di vernice arancione entro luglio raggiungerà la Galleria Quattro giornate. Sarà pronto così il primo tratto del percorso ciclabile più lungo del Mezzogiorno progettato da Palazzo San Giacomo: venti Km da Bagnoli a piazza Garibaldi. L'assessore alla Mobilità Anna Donati assicura che l'intera pista sarà conclusa entro il 23 agosto. Ovvero prima della Coppa Davis in programma a settembre, anche se con un mese di ritardo sulla tabella di marcia (ritardo giustificato però dagli eventi ospitati dal Comune e dalle modifiche alla mobilità dei mesi scorsi).
FOTO VIDEO MAPPA
La pista disegnata dagli operai è larga 2,5 metri (1,25 m per ogni senso di marcia). Il percorso, che solo in alcuni casi si riduce a un metro per motivi di spazio, occupa marciapiede o carreggiata a seconda delle zone interessate. In via Nuova Agnano e viale Kennedy il tracciato è quasi pronto, mancano solo un secondo strato di resina e la segnaletica. Lungo il percorso saranno installate poi delle rastrelliere. Cantiere aperto anche sulla carreggiata di viale Augusto. In questo primo sono due i punti critici più evidenti per la corsa in bici: il sovrappasso pedonale all'altezza di Edenlandia, che costringerà i ciclisti a portare la bici a mano per poco più di un metro; e il tratto di pista nella Galleria Quattro giornate, che non sarà piacevole a causa dello smog. Un problema che si può aggirare usando i mezzi pubblici per raggiungere il lungomare.
Per il primo tratto sono serviti circa cinque mesi di lavoro, restano 60 giorni per arrivare a piazza Garibaldi. "Ce la faremo - dice la Donati - E vogliamo consegnare alla città i tratti di pista ciclabile pronti man mano che saranno realizzati, collaudi e clausole contrattuali permettendo". Il rush finale punta sulla rapidità di realizzazione della pista nelle aree pedonali. Considerata la chiusura al traffico, in via Caracciolo bisognerà infatti solo tracciare il percorso con segnaletica sul manto stradale (la strada non sarà rifatta in previsione della più ampia riqualificazione prevista dal Comune nell'area della Villa comunale). Lo stesso accadrà in via Chiaia, via Toledo, piazza Dante e la zona dei Decumani. Qualche difficoltà maggiore si avrà su via Marina, piazza Mercato e corso Garibaldi: aree in cui saranno necessari interventi di riqualificazione stadale per garantire la sicurezza dei ciclisti. Il tratto della rotonda Diaz sarà completato alla fine dei lavori: l'area sarà lo stadio della Coppa Davis, bisogna quindi capire come sarà "trasformata" l'evento. Intanto si dovrà potenziare il noleggio bici, per ora qualche privato si sta attrezzando. Poi, si circolerà con "due ruote nel vento".
(18 giugno 2012)
http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... -37436348/
Re: Good News
A proposito di beni comuni, pare che finalmente la questione venga posta nei giusti termini.Ora si tratta di individuare un «nuovo modello di governance partecipato», dunque aperto ai cittadini. «Ma — ammonisce Vendola — senza tornare alla lottizzazione partitocratica. Si deve individuare una gestione collettiva e responsabile».
Speriamo che dalle parole si passi coerentemente ai fatti.
POLITICA REGIONALE
Un superacquedotto per il Sud
L'idea di Vendola:«Lavoratori e cittadini per la gestione»
Il governatore parla da Roma attraverso Skype
BARI - Nichi Vendola vuole un nuovo modello di gestione per l’Acquedotto Pugliese e chiede che sia imperniato su due categorie sociali: i cittadini e i lavoratori. «Bisogna conservare — sottolinea il governatore — il profilo di efficienza, di rigore e di austerità nell’attività di gestione. Ma la mission dell’Aqp è di diventare un’azienda pubblica, che sia di proprietà dei lavoratori e dei cittadini, e da questi venga governata». Il governatore parla da Roma - via Skype - ad un gruppo ristretto di cronisti raccolto negli uffici regionali. Parla a lungo e ricostruisce gli ultimi sette anni di vita dell’Aqp e spiega. Conclusa l’immane opera di ristrutturazione, ora si tratta di «inglobare in una straordinaria azienda risanata due attori sociali fondamentali». L’esempio potrebbe essere quello della cogestione tedesca, con la presenza nei board aziendali di rappresentanti dell’impresa e dei sindacati. Insomma, potrebbe profilarsi l’ingresso dei cittadini e dei lavoratori nel consiglio di amministrazione di Acquedotto. Vendola invita alla prudenza: «Nessuno si innamori delle definizioni. La formula ottimale la dobbiamo decidere collettivamente. Oggi pongo il tema, con franchezza, ai partiti e non solo a loro. E su questo chiedo di aprire una discussione». Dovrà riguardare anche i Comuni, proprietari di parte delle reti.
Il progetto di Vendola sembra abbastanza chiaro. Non si tratta di liquidare l’esperienza della società per azioni a totale capitale pubblico. Quel proposito pare svanito dopo l’annullamento, stabilito dalla Corte costituzionale, della legge pugliese che trasformava la spa in ente pubblico. Ora si tratta di individuare un «nuovo modello di governance partecipato», dunque aperto ai cittadini. «Ma — ammonisce Vendola — senza tornare alla lottizzazione partitocratica. Si deve individuare una gestione collettiva e responsabile». Per deduzione: non sarà un cda come quello della Rai, indicato dalle forze politiche, pletorico e inefficiente. «È finito — dice Vendola incalzato dalle domande — un ciclo economico e culturale della storia d’Europa. Qui e ora occorre attrezzarsi per il governo dei beni comuni, anche della risorsa idrica. Occorre coniugare i valori tipici di quest’epoca con l’innovazone in termini di democrazia economica: impossibile non coinvolgere i cittadini e i lavoratori in quest’opera. È una sfida culturale che riguarda tutti». Torna alla mente, al proposito, un’antica richiesta della Cisl Puglia sulla presenza dei dipendenti Aqp nel cda della società. Tema di una dozzina d’anni fa. Vendola, naturalmente, non risponde a quell’antica sollecitazione. Caso mai alle richieste incalzanti dell’articolato mondo delle associazioni che propugna la tutela dei beni comuni. Non a caso, alludendo ai cittadini, aggiunge che «sono coloro che hanno impedito, con il referendum, la deriva mercantile del bene acqua». Con la stessa logica invita a considerare che «la vicenda Aqp non è una questione barese, ma europea». Come a dire, non vado cercando un posizionamento sul mercato politico locale. «Il tema che poniamo — spiega — va al di là del Pd (sempre critico sulla gestione di Aqp, ndr), della sinistra, del centro. È una questione epocale». Un fatto è certo: il governatore pugliese parla certamente all’intero Mezzogiorno e propone la fruizione comune dell’Acquedotto. «Abbiamo preteso un accordo — sottolinea a proposito dei trasferimenti d’acqua — tra tutte le Regioni meridionali che compongono un unico distretto idrografico. Nessuno può chiederci di pagare l’acqua che preleviamo altrove. Siamo grati alle comunità campane di Caposele e Cassano Irpino. Da loro prendiamo l’acqua dall’inizio del Novecento e con loro, il prossimo 6 luglio, firmeremo un accordo morale. Ma l’acqua non si può pagare, non è una merce». L’accordo stipulato di recente con la Campania ne fissa il principio; fermo restando l’obbligo per la Puglia di riconoscere un contributo per «la gestione dei luoghi». Se le altre «regioni sorelle» mettono l’acqua a disposizione, la Puglia potrebbe fornire l’infrastruttura e le reti. E l’Acquedotto pugliese tramutarsi in «un acquedotto meridionale». Lo stesso 6 luglio sarà inaugurato il nuovo potabilizzatore a Conza e in quella sede sarà approvato il bilancio Aqp 2011: si chiude con 41 milioni di attivo.
Francesco Strippoli
30 giugno 2012
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 0439.shtml
Re: Good News
Caso Diaz, undici anni dopo
Condannati i vertici della polizia
AGI) - Roma, 6 Lug. - Una sentenza, quella della Cassazione, a suo modo storica, che mette la parola fine (almeno dal punto di vista giudiziario) a una vicenda durata undici anni e segnata da infinite polemiche. Ma anche una sentenza che propone tutta una serie di problemi alla "macchina" della Polizia, che di fatto vede azzerati parte dei suoi vertici investigativi. "Il ministero dell'Interno ottemperera' a quanto disposto dalla Suprema Corte", assicura il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri. Ma questo, di fatto vuol dire, che lasceranno i loro posti Giovanni Luperi, ex vicedirettore dell'Ucigos ed attuale capo sezione analisi dell'Aisi, i servizi segreti interni; Francesco Gratteri, capo della Direzione centrale anticrimine; Gilberto Caldarozzi, direttore dello Sco, il Servizio centrale operativo; e con loro i dirigenti di alcune importanti squadre mobili e di altri uffici territoriali. Nomi di spicco, divenuti familiari alle cronache, per successi investigativi anche recenti come l'identificazione e l'arresto dell'autore dell'attentato all'istituto Morvillo Falcone di Brindisi. Negli anni precedenti, prima e dopo la "macelleria messicana" di quella notte sventurata, diversi di loro hanno infilato nel loro 'cursus honorum' straordinari risultati nella lotta alla malavita, al terrorismo ma soprattutto alle mafie, con una lunga fila di grandi latitanti assicurati alla giustizia, primo tra tutti Bernardo Provenzano. Ora che, con la condanna, e' arrivata anche la conferma dell'interdizione dei pubblici uffici, aspettano di conoscere il proprio destino. Nella consapevolezza, ribadita dal capo della Polizia, Antonio Manganelli, che l'istituzione non puo' che accogliere la sentenza della magistratura "con il massimo dovuto rispetto". (AGI) .
Condannati i vertici della polizia
AGI) - Roma, 6 Lug. - Una sentenza, quella della Cassazione, a suo modo storica, che mette la parola fine (almeno dal punto di vista giudiziario) a una vicenda durata undici anni e segnata da infinite polemiche. Ma anche una sentenza che propone tutta una serie di problemi alla "macchina" della Polizia, che di fatto vede azzerati parte dei suoi vertici investigativi. "Il ministero dell'Interno ottemperera' a quanto disposto dalla Suprema Corte", assicura il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri. Ma questo, di fatto vuol dire, che lasceranno i loro posti Giovanni Luperi, ex vicedirettore dell'Ucigos ed attuale capo sezione analisi dell'Aisi, i servizi segreti interni; Francesco Gratteri, capo della Direzione centrale anticrimine; Gilberto Caldarozzi, direttore dello Sco, il Servizio centrale operativo; e con loro i dirigenti di alcune importanti squadre mobili e di altri uffici territoriali. Nomi di spicco, divenuti familiari alle cronache, per successi investigativi anche recenti come l'identificazione e l'arresto dell'autore dell'attentato all'istituto Morvillo Falcone di Brindisi. Negli anni precedenti, prima e dopo la "macelleria messicana" di quella notte sventurata, diversi di loro hanno infilato nel loro 'cursus honorum' straordinari risultati nella lotta alla malavita, al terrorismo ma soprattutto alle mafie, con una lunga fila di grandi latitanti assicurati alla giustizia, primo tra tutti Bernardo Provenzano. Ora che, con la condanna, e' arrivata anche la conferma dell'interdizione dei pubblici uffici, aspettano di conoscere il proprio destino. Nella consapevolezza, ribadita dal capo della Polizia, Antonio Manganelli, che l'istituzione non puo' che accogliere la sentenza della magistratura "con il massimo dovuto rispetto". (AGI) .
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Re: Good News
Adesso lo capiranno che a uno che vuol fare quel mestiere vanno fatti non uno, non due ma 10 test psichici?
Sono soddisfatto, indulto a partre, ma questi verranno sbattuti fuori. Hanno disonorato la Repubblica cui hanno prestato giuramento.
Sono soddisfatto, indulto a partre, ma questi verranno sbattuti fuori. Hanno disonorato la Repubblica cui hanno prestato giuramento.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
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