A maggior ragione
31 luglio 2012 in News da Paolo Cosseddu
Dopo aver annunciato i nostri referendum, ci eravamo presi qualche giorno di tempo. Per riflettere, perché sono arrivate proposte ulteriori e più suggerimenti di quanti ce ne aspettassimo, e a dirla tutta anche per ragioni organizzative, perché si tratta di mettere in moto una macchina complicata. Ma anche perché, nel frattempo, Bersani ha messo in calendario la presentazione della sua precedentemente annunciata Carta di Intenti, che si è conclusa poco fa ed è finalmente on line.
Abbiamo quindi aspettato, e ascoltato, per capire dalle parole di Bersani e da quanto scritto nero su bianco se vi fossero contenuti più precisi, impegni più stringenti, rispetto a quanto si sapeva fino a oggi. Hai visto mai.
E invece, siamo un po’ delusi. Con rispetto parlando. Non perché la Carta non sia – in gran parte, ma non tutta – ampiamente condivisibile. Lo è, nella misura in cui è condivisibile ciò che è generico, come un discorso fatto davanti a un popolo cui si citano tutte le parole d’ordine, e per quelle si prende l’applauso, ma non si entra mai nel dettaglio. E per questo si torna a casa con gli stessi dubbi di prima.
Sarebbe, questa Carta di Intenti, un ottimo documento di inizio legislatura, se non fossimo invece alla fine della stessa. E a questo punto dovremmo forse essere oltre gli intenti, a proposito dell’opportunità di saper scegliere i nomi delle cose, e aver già organizzato il famoso campo dei progressisti nel cui solco dichiariamo di voler stare, domani: “e domani – dice Bersani – vedrò Vendola”. Quanto all’oggi, il “centro” è già, a pagina 14, “Centro”, con la C maiuscola. Un nesso temporale non casuale ma causale, visto che notoriamente “del doman non v’è certezza“.
E a questo punto qualcuno potrebbe accusarci di muovere critiche strumentali: non ci andavano bene i programmi-faldone del passato, e non ci va bene il programma per sintesi di oggi. E invece la sintesi va benissimo, ci mancherebbe.
Ma la politica, non solo la comunicazione, esercita la sua capacità di leadership in questi tempi convulsi quando sa indicare le sue battaglie, dar loro un nome e un orizzonte universalmente comprensibile. Così motiva il suo elettorato, in perenne attesa di qualcosa che vada oltre gli intenti, a non aumentare le schiere degli incerti, sempre più numerosi. A maggior ragione se si vota tra pochi mesi, perché poi gli intenti diventano stenti, e di stenti finisce che si muore.
A maggior ragione, quindi, rilanciamo il nostro impegno referendario: non per contrastare, semmai per precisare, soprattutto per chiarire, per completare. Per dare gambe a questo progetto democratico, democraticamente, con il voto di tutti. Per dargli vincoli, perché un progetto senza vincoli non è un progetto, è solo un discorso in attesa di interpretazioni. Che molto spesso, lo insegna l’esperienza, sono molto diverse dall’intento iniziale.
A maggior ragione proponiamo al popolo degli elettori democratici tutti di esprimersi, per una volta non sulle facce, ma sulle proposte, quelle vere, quelle che dicono cosa, dicono quando, dicono come, dicono perché. Con la massima precisione possibile. Con lo strumento previsto dallo Statuto del Pd e mai utilizzato, i referendum, che chiederemo raccogliendo le necessarie 30mila firme degli iscritti, e che poi offriremo a tutto il popolo democratico.
E poiché la discussione sui temi da affrontare si è fatta vasta, e quei temi andranno tutti messi sul tavolo, discussi, messi in bella, e l’organizzazione dovrà distribuirsi e sincronizzarsi, ci prendiamo questi giorni estivi per prepararci al meglio: per mettere in collegamento quelli che si offrono per dare una mano, e per leggere i contributi che arriveranno, e che potete continuare a inviare alla mail di Prossima Italia.
Nel frattempo, vi terremo aggiornati. Restate sintonizzati, e mandateci cartoline democratiche.
http://www.prossimaitalia.it/news/3181/ ... r-ragione/