Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' capito
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
Il ripudio di Prodi è la fine del progetto del Pd
(Marco Politi).
12/11/2013 di triskel182
Capolinea Senza identità.
C’è una nota di umorismo nero nel rifiuto pubblicizzato di Romano Prodi, che non parteciperà alle primarie del Pd, accompagnato dall’augurio che “tanti altri, in particolare moltissimi giovani, vadano a votare”.
Come mettersi davanti ad un autosalone ed esclamare: “La nuova Cinquecento fa pena, ma spero che tanti ragazzi la comprino!”.
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La realtà è molto più cruda.
Il ripudio di Prodi segna la fine del progetto dei cattolici democratici di formare insieme ai riformatori laici e di tradizione socialista un partito progressista dell’alternanza.
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Perché questo doveva essere l’Ulivo e il Pd: un moderno partito di progresso e non un sufflé moderato secondo il gusto di Rutelli e Fioroni.
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Benché crollato rapidamente, il suo secondo governo a questo tendeva nelle politiche (per quanto imperfette) a favore dei diritti civili, nella questione sociale, in politica estera a cominciare da quella mediorientale.
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IL PD formato 2013 con tutto ciò non ha nulla a che fare, privato dopo lo shock elettorale del febbraio scorso di qualsiasi fisionomia riconoscibile, affogato in elezioni per la segreteria in cui il dibattito sui programmi è totalmente assente.
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Sostituito da un marketing, che nella versione renziana si riallaccia direttamente allo stile berlusconiano degli slogan-promesse mescolati alle frasi-calcio-nelle-palle rivolte agli avversari.
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C’è un risvolto delle ultime elezioni per il capo dello stato, già dimenticato ma che Prodi ben conosce. Matteo Renzi non solo sabotò l’aprile scorso l’elezione di Franco Marini con l’incredibile accusa di voler ambire alla presidenza sfruttando la “fede cattolica” (proprio Marini, che da segretario del Partito popolare è stato uno dei più critici verso le compromissioni tra gerarchie ecclesiastica e berlusconismo).
Ma il giorno della bocciatura di Prodi fu il primo esponente di rilievo del Pd ad annunciare pubblicamente: “La candidatura di Prodi non c’è più”. Di corsa, di corsissima . Ventidue minuti dopo la fumata nera in Parlamento.
Perché ciò che contava per lui era tagliare la strada a qualsiasi disegno, che in qualche modo potesse allargare il ruolo del Pd a sinistra e verso l’area Cinque stelle (i cui elettori avevano incluso Prodi nella rosa dei candidati alla presidenza).
Trovare tracce di un afflato del cattolicesimo sociale e democratico nel governo Letta è sforzo vano.
Considerare un virgulto democristiano Renzi è un’offesa alla storia della scudocrociato.
La mancanza di attenzione alla questione sociale (caratterizzata dall’implosione drammatica dei ceti medi impoveriti e dal crescente fossato rispetto alla casta dei superbenestanti) nonché il disprezzo ripetuto verso i sindacati, esibito da Matteo “Sottolalinguaniente” (copyright Giampaolo Pansa), non hanno nulla a che fare con il popolarismo cattolico vecchio o aggiornato.
(Come contorno si consideri l’appoggio suicida dei cattolici di San’Egidio allo spocchioso esperimento di centrismo di Monti, incoraggiato dalla miopia di alcuni settori vaticani).
In questo contesto Prodi tira le somme di un’estraneità, che non riguarda lui solamente, ma generazioni intere, mature e nuove, di cattolici che sarebbero desiderosi di impegnarsi per il bene comune però non hanno nulla da spartire con il “Vincere” renziano.
IL DRAMMA del Pd è che non c’è più uno spazio politico dove il cattolicesimo democratico e sociale possa agire.
Non c’è nemmeno spazio, peraltro, per un pensiero di moderna sinistra orientata allo stato sociale.
A ben vedere non c’è neanche un partito: a fronte dell’ubriacatura plebiscitaria e personalistica in atto.
Ignorare le primarie del vuoto – evidenzia Prodi – è l’unico segnale possibile davanti a una politica italiana che, come disse l’ex premier tempo addietro, “non ha valori e non conosce il senso di colpa e di vergogna”.
È singolare, ma non irrazionale, che da un altro versante il laico Scalfari, dopo lungo soppesare, bolli Renzi come “avventuriero”.
In questo deserto i cattolici democratici non hanno dove andare.
E i laici egualmente.
Da Il Fatto Quotidiano del 12/11/2013.
(Marco Politi).
12/11/2013 di triskel182
Capolinea Senza identità.
C’è una nota di umorismo nero nel rifiuto pubblicizzato di Romano Prodi, che non parteciperà alle primarie del Pd, accompagnato dall’augurio che “tanti altri, in particolare moltissimi giovani, vadano a votare”.
Come mettersi davanti ad un autosalone ed esclamare: “La nuova Cinquecento fa pena, ma spero che tanti ragazzi la comprino!”.
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La realtà è molto più cruda.
Il ripudio di Prodi segna la fine del progetto dei cattolici democratici di formare insieme ai riformatori laici e di tradizione socialista un partito progressista dell’alternanza.
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Perché questo doveva essere l’Ulivo e il Pd: un moderno partito di progresso e non un sufflé moderato secondo il gusto di Rutelli e Fioroni.
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Benché crollato rapidamente, il suo secondo governo a questo tendeva nelle politiche (per quanto imperfette) a favore dei diritti civili, nella questione sociale, in politica estera a cominciare da quella mediorientale.
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IL PD formato 2013 con tutto ciò non ha nulla a che fare, privato dopo lo shock elettorale del febbraio scorso di qualsiasi fisionomia riconoscibile, affogato in elezioni per la segreteria in cui il dibattito sui programmi è totalmente assente.
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Sostituito da un marketing, che nella versione renziana si riallaccia direttamente allo stile berlusconiano degli slogan-promesse mescolati alle frasi-calcio-nelle-palle rivolte agli avversari.
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C’è un risvolto delle ultime elezioni per il capo dello stato, già dimenticato ma che Prodi ben conosce. Matteo Renzi non solo sabotò l’aprile scorso l’elezione di Franco Marini con l’incredibile accusa di voler ambire alla presidenza sfruttando la “fede cattolica” (proprio Marini, che da segretario del Partito popolare è stato uno dei più critici verso le compromissioni tra gerarchie ecclesiastica e berlusconismo).
Ma il giorno della bocciatura di Prodi fu il primo esponente di rilievo del Pd ad annunciare pubblicamente: “La candidatura di Prodi non c’è più”. Di corsa, di corsissima . Ventidue minuti dopo la fumata nera in Parlamento.
Perché ciò che contava per lui era tagliare la strada a qualsiasi disegno, che in qualche modo potesse allargare il ruolo del Pd a sinistra e verso l’area Cinque stelle (i cui elettori avevano incluso Prodi nella rosa dei candidati alla presidenza).
Trovare tracce di un afflato del cattolicesimo sociale e democratico nel governo Letta è sforzo vano.
Considerare un virgulto democristiano Renzi è un’offesa alla storia della scudocrociato.
La mancanza di attenzione alla questione sociale (caratterizzata dall’implosione drammatica dei ceti medi impoveriti e dal crescente fossato rispetto alla casta dei superbenestanti) nonché il disprezzo ripetuto verso i sindacati, esibito da Matteo “Sottolalinguaniente” (copyright Giampaolo Pansa), non hanno nulla a che fare con il popolarismo cattolico vecchio o aggiornato.
(Come contorno si consideri l’appoggio suicida dei cattolici di San’Egidio allo spocchioso esperimento di centrismo di Monti, incoraggiato dalla miopia di alcuni settori vaticani).
In questo contesto Prodi tira le somme di un’estraneità, che non riguarda lui solamente, ma generazioni intere, mature e nuove, di cattolici che sarebbero desiderosi di impegnarsi per il bene comune però non hanno nulla da spartire con il “Vincere” renziano.
IL DRAMMA del Pd è che non c’è più uno spazio politico dove il cattolicesimo democratico e sociale possa agire.
Non c’è nemmeno spazio, peraltro, per un pensiero di moderna sinistra orientata allo stato sociale.
A ben vedere non c’è neanche un partito: a fronte dell’ubriacatura plebiscitaria e personalistica in atto.
Ignorare le primarie del vuoto – evidenzia Prodi – è l’unico segnale possibile davanti a una politica italiana che, come disse l’ex premier tempo addietro, “non ha valori e non conosce il senso di colpa e di vergogna”.
È singolare, ma non irrazionale, che da un altro versante il laico Scalfari, dopo lungo soppesare, bolli Renzi come “avventuriero”.
In questo deserto i cattolici democratici non hanno dove andare.
E i laici egualmente.
Da Il Fatto Quotidiano del 12/11/2013.
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
aaaa42 ha scritto:chiedo intervento Di Pancho
mi sembrava che il suo post fosse il tentativo di costruire in questo forum un MOMENTO COLLETTIVO di analisi per costruire un PARTITO DI SINISTRA che riuscisse a UNIRE il fronte sociale e culturale che è la MAGGIORANZA nel paese ma è MINORANZA a livello politico.
ora l' intervento di Cacciari a libro paga di luca di montezemolo e di mario monti che dice che sinistra e destra non esistono cosa c entrano ?
Il titolo di questo thread è:
Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' capito
Renzi, però, ieri ha ribadito che il governo con lui dovrà cambiare rotta.
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«Lo dice ora, ma dubito molto che in questo caso la classe dirigente del Pd gli lascerebbe continuare a fare il segretario.
Il vero problema è che il Pd è fallito, anzi non è mai nato.
Lo sanno benissimo sia D’Alema, Veltroni, Renzi, Cuperlo e Civati.
Tutti però devono continuare a fingere di non saperlo perché il partito non sarebbe in grado di fare una separazione consensuale.
Se il Pd si sfascia adesso è un disastro per tutti.
A cominciare dal governo.
E questo sfascio rischia di pagarlo alle prossime elezioni».
Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
Barca?iospero ha scritto:Barca, che può anche essere l'ultimo arrivato nel PD , ma che ha delle idee ben precise e valide, ha votato per Civati, e credo che lunedì 9 dicembre potremo avere una misura più giusta circa il seguito che possa avere Civati , l'unico che certamente non ha tra i suoi elettori i 101 traditori.Amadeus
ma chi glielo deve dare a civati il 20% la fata turchina o la befana?
muahaha
Barca si è dato!!!! ( così dicono a Roma)
si è fatto un giro per l'Italia, ha visto l'andazzo e si è defilato.
intelligentemente
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.
Winston Churchill
Da noi si stanno continuamente impegnando a fondo per avvalorare il pensiero dello statista inglese.
«Noi abbiamo dato vita a un soggetto che si chiama Pd contesta Fioroni ma vedo che ci preoccupiamo di essere o la parte buona della destra o la parte cattiva della sinistra, io vorrei invece ricordare che il Pd è nato per essere un soggetto di centrosinistra».
Papa Francesco non se ne è ancora accorto, ma la religione che conta maggiori devoti in Italia è quella del Bunga Bunga. E' di gran lunga più numerosa della religione cattolica, anche perché ne fanno parte tantissimi cattolici che tengono il piede in due scarpe.
L'unico tentativo di centrosinistra della seconda Repubblica è stato l'Ulivo di Prodi. Ma è durato solo due anni. Dal 1996 al 1998. Nella fase restante è stato messo in atto un comitato d'affari con personale misto ex Pci e ex Margherita che nulla a che fare con un all'alleanza prima e con una fusione fredda dopo.
Fioroni, vescovo di Viterbo, è uno dei tanti furboni del comitato d'affari.
l’Unità 26.11.13
La polemica
Fioroni: no alla grande sinistra unita nel Pse
«In un partito uno può starci anche stretto, ma io mi impegno fino all’8 dicembre e lo faremo con l’iniziativa pubblica del 6 dicembre, affinché non si cada nella tentazione di mettere in piedi una grande sinistra unita, che faccia sentire meno solo il Nuovo centrodestra».
Così Beppe Fioroni, ieri in tv. Alla Convenzione del Pd Fioroni non c’era ma ha ascoltato gli interventi e ha notato «che avevano una parola in comune che era il termine socialismo».
«Noi abbiamo dato vita a un soggetto che si chiama Pd contesta Fioroni ma vedo che ci preoccupiamo di essere o la parte buona della destra o la parte cattiva della sinistra, io vorrei invece ricordare che il Pd è nato per essere un soggetto di centrosinistra».
E dopo la polemica, sulla stessa onda, che aveva sollevata nei giorni scorsi, ha proseguito: «Vorrei evitare che scompaia una delle tradizioni fondanti del Pd, cioè i cattolici democratici e il popolarismo, che ieri (domenica, ndr) sono stati i grandi assenti su quella platea. Anche chi poteva ricordarne la storia, per interessi di cassa e di bottega ha infatti continuato a scavalcare a sinistra».
Per Fioroni si dice preoccupato perché «in un colpo solo si annuncia che si organizza il congresso del Pse «e se si va all'iscrizione del Pd nel Partito socialista europeo, si entra nell’Internazionale socialista e si fanno le liste alle Europee con Vendola, e questa è una grande sinistra che si riorganizza, mentre io ritengo che bisogna fare un grande centrosinistra».
Winston Churchill
Da noi si stanno continuamente impegnando a fondo per avvalorare il pensiero dello statista inglese.
«Noi abbiamo dato vita a un soggetto che si chiama Pd contesta Fioroni ma vedo che ci preoccupiamo di essere o la parte buona della destra o la parte cattiva della sinistra, io vorrei invece ricordare che il Pd è nato per essere un soggetto di centrosinistra».
Papa Francesco non se ne è ancora accorto, ma la religione che conta maggiori devoti in Italia è quella del Bunga Bunga. E' di gran lunga più numerosa della religione cattolica, anche perché ne fanno parte tantissimi cattolici che tengono il piede in due scarpe.
L'unico tentativo di centrosinistra della seconda Repubblica è stato l'Ulivo di Prodi. Ma è durato solo due anni. Dal 1996 al 1998. Nella fase restante è stato messo in atto un comitato d'affari con personale misto ex Pci e ex Margherita che nulla a che fare con un all'alleanza prima e con una fusione fredda dopo.
Fioroni, vescovo di Viterbo, è uno dei tanti furboni del comitato d'affari.
l’Unità 26.11.13
La polemica
Fioroni: no alla grande sinistra unita nel Pse
«In un partito uno può starci anche stretto, ma io mi impegno fino all’8 dicembre e lo faremo con l’iniziativa pubblica del 6 dicembre, affinché non si cada nella tentazione di mettere in piedi una grande sinistra unita, che faccia sentire meno solo il Nuovo centrodestra».
Così Beppe Fioroni, ieri in tv. Alla Convenzione del Pd Fioroni non c’era ma ha ascoltato gli interventi e ha notato «che avevano una parola in comune che era il termine socialismo».
«Noi abbiamo dato vita a un soggetto che si chiama Pd contesta Fioroni ma vedo che ci preoccupiamo di essere o la parte buona della destra o la parte cattiva della sinistra, io vorrei invece ricordare che il Pd è nato per essere un soggetto di centrosinistra».
E dopo la polemica, sulla stessa onda, che aveva sollevata nei giorni scorsi, ha proseguito: «Vorrei evitare che scompaia una delle tradizioni fondanti del Pd, cioè i cattolici democratici e il popolarismo, che ieri (domenica, ndr) sono stati i grandi assenti su quella platea. Anche chi poteva ricordarne la storia, per interessi di cassa e di bottega ha infatti continuato a scavalcare a sinistra».
Per Fioroni si dice preoccupato perché «in un colpo solo si annuncia che si organizza il congresso del Pse «e se si va all'iscrizione del Pd nel Partito socialista europeo, si entra nell’Internazionale socialista e si fanno le liste alle Europee con Vendola, e questa è una grande sinistra che si riorganizza, mentre io ritengo che bisogna fare un grande centrosinistra».
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
C’è un risvolto delle ultime elezioni per il capo dello stato, già dimenticato ma che Prodi ben conosce. Matteo Renzi non solo sabotò l’aprile scorso l’elezione di Franco Marini con l’incredibile accusa di voler ambire alla presidenza sfruttando la “fede cattolica” (proprio Marini, che da segretario del Partito popolare è stato uno dei più critici verso le compromissioni tra gerarchie ecclesiastica e berlusconismo).
Ma il giorno della bocciatura di Prodi fu il primo esponente di rilievo del Pd ad annunciare pubblicamente: “La candidatura di Prodi non c’è più”. Di corsa, di corsissima . Ventidue minuti dopo la fumata nera in Parlamento.
Perché ciò che contava per lui era tagliare la strada a qualsiasi disegno, che in qualche modo potesse allargare il ruolo del Pd a sinistra e verso l’area Cinque stelle (i cui elettori avevano incluso Prodi nella rosa dei candidati alla presidenza).
Trovare tracce di un afflato del cattolicesimo sociale e democratico nel governo Letta è sforzo vano.
Considerare un virgulto democristiano Renzi è un’offesa alla storia della scudocrociato.
La mancanza di attenzione alla questione sociale (caratterizzata dall’implosione drammatica dei ceti medi impoveriti e dal crescente fossato rispetto alla casta dei superbenestanti) nonché il disprezzo ripetuto verso i sindacati, esibito da Matteo “Sottolalinguaniente” (copyright Giampaolo Pansa), non hanno nulla a che fare con il popolarismo cattolico vecchio o aggiornato.
Peccato che Renzi invece di un insieme di genio e sregolatezza
rappresenti la sregolatezza si, ma insieme a un cumulo di stupidità.
Un vero peccato.
Se in questo momento storico di crisi epocale, morale e materiale, agli elettori
schifati, specie quelli di CSX ma non solo, gli si proponesse anzichè un Renzi senza
identità, un Millband italiano, vedi come ti votano.
Ma noi dobbiamo tenerci i Fioroni..., che non stanno solo con Cuperlo.
E allora ecco che Renzi, con tutte le sue energie, si castra da solo con una proposta
insipida.
E con lui castra tutto il CSX.
soloo42000
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
per fare cassa Letta e Saccomani hanno venduto la Banca d' Italia.
ma dove sono gli onorevoli di SEL e di movimento 5 stelle ?
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... ia/795375/
ma dove sono gli onorevoli di SEL e di movimento 5 stelle ?
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