Re: Il nuovo governo Renzi
Inviato: 22/02/2014, 23:05
22 FEB 2014 16:28
1. RENZI-UNO, LETTA-BIS, NAPOLITANO-TER? NON SCORDATE IL BERLUSCONI-QUATER! “UN GOVERNO NON ELETTO NON È Più DEMOCRAZIA. DOBBIAMO TENERCI PRONTI AL VOTO” -
2. IL BANANA SA CHE LA LEGGE ELETTORALE SARÀ APPROVATA DOPO L’ABOLIZIONE DEL SENATO, COME CHIESTO DA ALFANO. E LUI MANDA IL PRIMO MESSAGGIO ALL’AMICO RENZI -
3. NON È ANCORA AI SERVIZI SOCIALI, MA FA GIÀ LA CAMPAGNA ELETTORALE AL TELEFONO. CHIAMA I CIRCOLI DI ROMA E MILANO: “FORZA ITALIA PUNTA ALLA MAGGIORANZA ASSOLUTA, DOVETE CONTATTARE I 4 MILIONI DI INDECISI O DELUSI PER FARLI VOTARE” -
4. DEL GOVERNO, SILVIO APPREZZA LA SUA CARA GUIDI E ANCHE ORLANDO ALLA GIUSTIZIA (OF COURSE). MA PER LUI, RENZI NON DURERÀ PIÙ DI UN ANNO. “HA LA MAGGIORANZA NEL PARTITO MA NON IN PARLAMENTO DOVE MOLTI SONO BERSANIANI E DALEMIANI”
1. BERLUSCONI, CON GOVERNO NON ELETTO NON È PIÙ DEMOCRAZIA
(ANSA) - ''Una democrazia e un governo del popolo si hanno quando il governo è eletto dai cittadini. Se il Governo non è eletto non è più democrazia'': lo ha detto Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente a un incontro a Milano. ''Adesso - ha aggiunto Berlusconi - succede la stessa cosa di quanto già accaduto con un'operazione avvenuta all'interno di un partito che non ha una grande maggioranza parlamentare''.
"Questa è una situazione che ha poco a che fare con la democrazia", ha aggiunto Berlusconi che si è augurato quindi che si possa tornare al voto per eleggere un governo scelto dai cittadini. "Non sappiamo quando succederà - ha spiegato - ma dobbiamo tenerci pronti" aggiungendo poi che ci sono "4 milioni di cittadini indecisi o delusi che possiamo contattare per spiegare loro qual è la situazione del nostro Paese e farli andare a votare nella direzione giusta".
2. BERLUSCONI, SERVE PARTITO CON MAGGIORANZA ASSOLUTA
(ANSA) - "Il Paese è ingovernabile, ha un assetto istituzionale che consente non di decidere, ma di proibire, ed è bloccato dal 1948, l'unica via di uscita è avere un solo partito che abbia la maggioranza assoluta, il 51%, alle elezioni e possa esprimere un proprio governo che cambi le istituzioni". Lo dice Berlusconi in una telefonata al nuovo club "Forza Silvio" della Garbatella-Eur.
Il Cavaliere sprona i suoi a "scendere in campo per convincere assenteisti, elettori delusi di Grillo e quanti nel centrodestra votano per i piccoli partiti" a ridare consenso a Forza Italia per uscire dalla crisi economica e istituzionale. "La sinistra - ribadisce Berlusconi - non è maggioranza nel Paese, la maggioranza è dei moderati che vanno rimotivati". Nella telefonata da Arcore, durata circa mezz'ora, Berlusconi insiste sulla "mobilitazione" dei club i cui aderenti sono considerati "missionari di libertà in terra di infedeli" visto che il club Garbatella-Eur è in una zona dove da sempre prevale la sinistra.
Secondo il Cavaliere ottenere la maggioranza dei voti degli italiani "non è un'impresa impossibile" e parla della "idea folle" di fondare 12 mila club 'Forza Silvio' e cita l'unico filosofo a lui prediletto: Erasmo da Rotterdam. "Un filosofo che voi tutti conoscete diceva che ci vuole una lungimirante visionaria follia" per realizzare i propri progetti. Per attuare questa "follia" di riprendersi la maggioranza nel Paese, Berlusconi invita i militanti a rivolgersi ai "cittadini disgustati dalla politica, che o non vanno a votare o se votano lasciano la scheda in bianco".
"Da nostri sondaggi - spiega - sono 24 milioni gli elettori e tra questi ci sono anche quelli che non intendono più votare per Grillo". "Un sondaggio - aggiunge il Cavaliere - evidenzia che c'é un 56% di elettori di Grillo che non condivide il comportamento dei parlamentari e non sono affezionati al simbolo 5 Stelle".
"Altro settore su cui si deve muovere "il popolo dei club" è quello di convincere quanti nel centrodestra "votano per i piccoli partiti che si preoccupano solo dei loro particolari interessi fin dalla nascita della Repubblica". "So che molte persone - dice il Cavaliere sorridendo - votano, per esempio, per l'Udc perché trovano Casini simpatico ma il voto non si può dare per simpatie, lo si dà per governare". "C'è - conclude Berlusconi da Arcore - una prateria da conquistare".
3. GOVERNO: LUPI, FIRMATO ACCORDO RIFORMA VOTO-SENATO
(ANSA) - "Abbiamo firmato un impegno che la legge elettorale va di pari passo con le riforme istituzionali e funzionerà quando il Senato è abolito, anche perché questa legge è pensata per una sola Camera, altrimenti la riforma non funziona". Così il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, arrivando a Palazzo Chigi, su uno dei nodi posti da Ncd al neopremier Matteo Renzi.
4. LA DIFFIDENZA DEL CAVALIERE: BENE SOLO GIUSTIZIA E SVILUPPO
Adalberto Signore per "il Giornale"
È a qualche appunto scritto di rientro a Arcore che il Cavaliere affida preoccupazioni e perplessità sulle ultime mosse di Matteo Renzi.
Non solo una squadra di governo che lo convince poco, ma pure quei rumors che danno per chiuso un accordo per posticipare l'approvazione della nuova legge elettorale e farla in parallelo con le riforme istituzionali.
Un rinvio, quindi, di qualche anno proprio come chiede da giorni quell'Angelino Alfano che ieri è stato il vero vincitoredella lunga trattativa sul governo.
Non entra nel merito dei singoli nomi Silvio Berlusconi e a chi ha occasione di sentirlo ripete che l'opposizione di Forza Italia «sarà responsabile» e che «ogni ministro sarà giudicato in base al suo operato». Lo scetticismo verso la squadra che Renzi porterà con sé al governo è però palpabile.
Con due sole eccezioni. Quella di Federica Guidi al ministero dello Sviluppo economico, di certo un nome che il Cavaliere apprezzerà visti i buoni rapporti e la frequentazione non solo con lei ma anche con il padre Guidalberto, per un decennio storico vicepresidente di Confindustria. E quella di Andrea Orlando alla Giustizia, un esponente del Pd considerato comunque «moderato». Nonostante le tante perplessità, però, l'ex premier non usa toni tranchant e stoppa l'insoddisfazione di chi ha occasione di sentirlo a sera con un «vedremo». «Aspettiamo il governo alla prova di fatti», si limita a dire un Berlusconi che più di un interlocutore racconta tra il preoccupato e il diffidente.
Il timore, infatti, è che possa avere ragione chi nel partito lo invita ormai da giorni a guardarsi da un Renzi che da quando siederà a Palazzo Chigi cambierà prospettiva. Non c'è stato premier, infatti, che non abbia fatto l'impossibile pur di restare al suo posto, in qualsiasi situazione e con qualunque difficoltà. L'ipotesi, dunque, che il segretario del Pd punti davvero al 2018 e sia pronto a congelare la nuova legge elettorale (che avvicinerebbe le urne nei fatti) è dunque concreta.
Non a caso, i bene informati raccontano che Alfano avrebbe ottenuto garanzie in questo senso, cosa che il Cavaliere non vede affatto di buon grado. Se si cambiano i termini dell'accordo sulle riforme - è il senso del suo ragionamento - allora il patto salta e Renzi se ne dovrà assumere la responsabilità. Non è un caso che Giovanni Toti assicuri sì «opposizione responsabile» ma chieda anche di «fare subito» la nuova legge elettorale da non «legare ad altre riforme».
L'atteggiamento dei capigruppo di Camera e Senato di Forza Italia nei commenti ufficiali è dunque cauto. «Nessun giudizio, aspettiamo Renzi alla prova dei fatti», dice Renato Brunetta. Mentre Paolo Romani fa gli «auguri» al neopremier in attesa di «vedere il programma». Qualche perplessità in più la manifestano Mariastella Gelmini, Augusto Minzolini o Michaela Biancofiore. E forse pure Berlusconi che in privato ieri insisteva molto nel ripetere che Renzi è «il terzo premier consecutivo senza investitura popolare», una sorta di «chiusura del cerchio» di quello che il Cavaliere chiama «il colpo di Stato dell'estate 2011».
Incontrando nel pomeriggio i 200 volontari di Missione Azzurra, Berlusconi punta invece il dito sui numeri risicati del governo. «Renzi ha la maggioranza nel suo partito - dice - ma non in Parlamento dove molti deputati Pd sono bersaniani e dalemiani». E chissà che non sia casuale l'invito della Biancofiore al neopremier di pensare all'ipotesi di «formare una Grosse Koalition alla tedesca con Forza Italia». Salta, invece, l'intervento del Cavaliere dal palco allestito in piazza San Lorenzo in Lucina. Alla prima manifestazione organizzata bypassando la struttura del partito i militanti presenti erano, per usare un eufemismo, piuttosto pochini.
1. RENZI-UNO, LETTA-BIS, NAPOLITANO-TER? NON SCORDATE IL BERLUSCONI-QUATER! “UN GOVERNO NON ELETTO NON È Più DEMOCRAZIA. DOBBIAMO TENERCI PRONTI AL VOTO” -
2. IL BANANA SA CHE LA LEGGE ELETTORALE SARÀ APPROVATA DOPO L’ABOLIZIONE DEL SENATO, COME CHIESTO DA ALFANO. E LUI MANDA IL PRIMO MESSAGGIO ALL’AMICO RENZI -
3. NON È ANCORA AI SERVIZI SOCIALI, MA FA GIÀ LA CAMPAGNA ELETTORALE AL TELEFONO. CHIAMA I CIRCOLI DI ROMA E MILANO: “FORZA ITALIA PUNTA ALLA MAGGIORANZA ASSOLUTA, DOVETE CONTATTARE I 4 MILIONI DI INDECISI O DELUSI PER FARLI VOTARE” -
4. DEL GOVERNO, SILVIO APPREZZA LA SUA CARA GUIDI E ANCHE ORLANDO ALLA GIUSTIZIA (OF COURSE). MA PER LUI, RENZI NON DURERÀ PIÙ DI UN ANNO. “HA LA MAGGIORANZA NEL PARTITO MA NON IN PARLAMENTO DOVE MOLTI SONO BERSANIANI E DALEMIANI”
1. BERLUSCONI, CON GOVERNO NON ELETTO NON È PIÙ DEMOCRAZIA
(ANSA) - ''Una democrazia e un governo del popolo si hanno quando il governo è eletto dai cittadini. Se il Governo non è eletto non è più democrazia'': lo ha detto Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente a un incontro a Milano. ''Adesso - ha aggiunto Berlusconi - succede la stessa cosa di quanto già accaduto con un'operazione avvenuta all'interno di un partito che non ha una grande maggioranza parlamentare''.
"Questa è una situazione che ha poco a che fare con la democrazia", ha aggiunto Berlusconi che si è augurato quindi che si possa tornare al voto per eleggere un governo scelto dai cittadini. "Non sappiamo quando succederà - ha spiegato - ma dobbiamo tenerci pronti" aggiungendo poi che ci sono "4 milioni di cittadini indecisi o delusi che possiamo contattare per spiegare loro qual è la situazione del nostro Paese e farli andare a votare nella direzione giusta".
2. BERLUSCONI, SERVE PARTITO CON MAGGIORANZA ASSOLUTA
(ANSA) - "Il Paese è ingovernabile, ha un assetto istituzionale che consente non di decidere, ma di proibire, ed è bloccato dal 1948, l'unica via di uscita è avere un solo partito che abbia la maggioranza assoluta, il 51%, alle elezioni e possa esprimere un proprio governo che cambi le istituzioni". Lo dice Berlusconi in una telefonata al nuovo club "Forza Silvio" della Garbatella-Eur.
Il Cavaliere sprona i suoi a "scendere in campo per convincere assenteisti, elettori delusi di Grillo e quanti nel centrodestra votano per i piccoli partiti" a ridare consenso a Forza Italia per uscire dalla crisi economica e istituzionale. "La sinistra - ribadisce Berlusconi - non è maggioranza nel Paese, la maggioranza è dei moderati che vanno rimotivati". Nella telefonata da Arcore, durata circa mezz'ora, Berlusconi insiste sulla "mobilitazione" dei club i cui aderenti sono considerati "missionari di libertà in terra di infedeli" visto che il club Garbatella-Eur è in una zona dove da sempre prevale la sinistra.
Secondo il Cavaliere ottenere la maggioranza dei voti degli italiani "non è un'impresa impossibile" e parla della "idea folle" di fondare 12 mila club 'Forza Silvio' e cita l'unico filosofo a lui prediletto: Erasmo da Rotterdam. "Un filosofo che voi tutti conoscete diceva che ci vuole una lungimirante visionaria follia" per realizzare i propri progetti. Per attuare questa "follia" di riprendersi la maggioranza nel Paese, Berlusconi invita i militanti a rivolgersi ai "cittadini disgustati dalla politica, che o non vanno a votare o se votano lasciano la scheda in bianco".
"Da nostri sondaggi - spiega - sono 24 milioni gli elettori e tra questi ci sono anche quelli che non intendono più votare per Grillo". "Un sondaggio - aggiunge il Cavaliere - evidenzia che c'é un 56% di elettori di Grillo che non condivide il comportamento dei parlamentari e non sono affezionati al simbolo 5 Stelle".
"Altro settore su cui si deve muovere "il popolo dei club" è quello di convincere quanti nel centrodestra "votano per i piccoli partiti che si preoccupano solo dei loro particolari interessi fin dalla nascita della Repubblica". "So che molte persone - dice il Cavaliere sorridendo - votano, per esempio, per l'Udc perché trovano Casini simpatico ma il voto non si può dare per simpatie, lo si dà per governare". "C'è - conclude Berlusconi da Arcore - una prateria da conquistare".
3. GOVERNO: LUPI, FIRMATO ACCORDO RIFORMA VOTO-SENATO
(ANSA) - "Abbiamo firmato un impegno che la legge elettorale va di pari passo con le riforme istituzionali e funzionerà quando il Senato è abolito, anche perché questa legge è pensata per una sola Camera, altrimenti la riforma non funziona". Così il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, arrivando a Palazzo Chigi, su uno dei nodi posti da Ncd al neopremier Matteo Renzi.
4. LA DIFFIDENZA DEL CAVALIERE: BENE SOLO GIUSTIZIA E SVILUPPO
Adalberto Signore per "il Giornale"
È a qualche appunto scritto di rientro a Arcore che il Cavaliere affida preoccupazioni e perplessità sulle ultime mosse di Matteo Renzi.
Non solo una squadra di governo che lo convince poco, ma pure quei rumors che danno per chiuso un accordo per posticipare l'approvazione della nuova legge elettorale e farla in parallelo con le riforme istituzionali.
Un rinvio, quindi, di qualche anno proprio come chiede da giorni quell'Angelino Alfano che ieri è stato il vero vincitoredella lunga trattativa sul governo.
Non entra nel merito dei singoli nomi Silvio Berlusconi e a chi ha occasione di sentirlo ripete che l'opposizione di Forza Italia «sarà responsabile» e che «ogni ministro sarà giudicato in base al suo operato». Lo scetticismo verso la squadra che Renzi porterà con sé al governo è però palpabile.
Con due sole eccezioni. Quella di Federica Guidi al ministero dello Sviluppo economico, di certo un nome che il Cavaliere apprezzerà visti i buoni rapporti e la frequentazione non solo con lei ma anche con il padre Guidalberto, per un decennio storico vicepresidente di Confindustria. E quella di Andrea Orlando alla Giustizia, un esponente del Pd considerato comunque «moderato». Nonostante le tante perplessità, però, l'ex premier non usa toni tranchant e stoppa l'insoddisfazione di chi ha occasione di sentirlo a sera con un «vedremo». «Aspettiamo il governo alla prova di fatti», si limita a dire un Berlusconi che più di un interlocutore racconta tra il preoccupato e il diffidente.
Il timore, infatti, è che possa avere ragione chi nel partito lo invita ormai da giorni a guardarsi da un Renzi che da quando siederà a Palazzo Chigi cambierà prospettiva. Non c'è stato premier, infatti, che non abbia fatto l'impossibile pur di restare al suo posto, in qualsiasi situazione e con qualunque difficoltà. L'ipotesi, dunque, che il segretario del Pd punti davvero al 2018 e sia pronto a congelare la nuova legge elettorale (che avvicinerebbe le urne nei fatti) è dunque concreta.
Non a caso, i bene informati raccontano che Alfano avrebbe ottenuto garanzie in questo senso, cosa che il Cavaliere non vede affatto di buon grado. Se si cambiano i termini dell'accordo sulle riforme - è il senso del suo ragionamento - allora il patto salta e Renzi se ne dovrà assumere la responsabilità. Non è un caso che Giovanni Toti assicuri sì «opposizione responsabile» ma chieda anche di «fare subito» la nuova legge elettorale da non «legare ad altre riforme».
L'atteggiamento dei capigruppo di Camera e Senato di Forza Italia nei commenti ufficiali è dunque cauto. «Nessun giudizio, aspettiamo Renzi alla prova dei fatti», dice Renato Brunetta. Mentre Paolo Romani fa gli «auguri» al neopremier in attesa di «vedere il programma». Qualche perplessità in più la manifestano Mariastella Gelmini, Augusto Minzolini o Michaela Biancofiore. E forse pure Berlusconi che in privato ieri insisteva molto nel ripetere che Renzi è «il terzo premier consecutivo senza investitura popolare», una sorta di «chiusura del cerchio» di quello che il Cavaliere chiama «il colpo di Stato dell'estate 2011».
Incontrando nel pomeriggio i 200 volontari di Missione Azzurra, Berlusconi punta invece il dito sui numeri risicati del governo. «Renzi ha la maggioranza nel suo partito - dice - ma non in Parlamento dove molti deputati Pd sono bersaniani e dalemiani». E chissà che non sia casuale l'invito della Biancofiore al neopremier di pensare all'ipotesi di «formare una Grosse Koalition alla tedesca con Forza Italia». Salta, invece, l'intervento del Cavaliere dal palco allestito in piazza San Lorenzo in Lucina. Alla prima manifestazione organizzata bypassando la struttura del partito i militanti presenti erano, per usare un eufemismo, piuttosto pochini.