Re: La corsa per il colle
Inviato: 18/01/2015, 18:41
Berlusconi licenzia Brunetta “Rispettiamo il patto con Renzi” Il premier: così FI non regge
(UMBERTO ROSSO).
18/01/2015 di triskel182
Con una nota ufficiale l’ex Cavaliere attacca il suo capogruppo troppo critico sulle riforme.
La risposta: mi sono solo difeso.
Berlusconi rassicura Renzi, «rispetterò il patto del Nazareno», sconfessa clamorosamente il suo capogruppo Brunetta che annunciava sfracelli, e attraverso l’accordo sulle riforme offre al Pd l’appoggio nella partita per il Quirinale.
Però sotto il cielo forzista grande è il caos, come conferma lo scontro fra l’ex Cavaliere e il capo dei suoi deputati, che ribatte «mi sono solo difeso dagli attacchi». Renzi perciò non si fida: «Non so se Forza Italia regge, se ce la fa davvero a rispettare gli accordi presi al Nazareno».
Per la corsa al Quirinale è un tassello decisivo nella strategia del Pd, che comunque tiene le porte aperte a tutti, come dice il vicesegretario Serracchiani.
Ma a sinistra restano diffidenti e chiedono modifiche alla legge elettorale.
E Beppe Grillo non intende sedersi al tavolo «del mercato delle vacche presidenziali».
Nel centrodestra, Alfano si prepara a incontrare martedì o mercoledì prossimo Berlusconi, e vuol fare pesare i suoi voti per il nuovo inquilino del Colle, insiste «l’elezione per il Quirinale non si risolva in un conclave interno, come fossero le primarie del Pd».
Berlusconi rassicura Renzi, sulle riforme per rendere governabile il paese «abbiamo preso degli impegni che intendiamo rispettare, come sempre abbiamo rispettato la parola data. E questo vale anche per i tempi e le procedure».
Quindi, «stia tranquillo» il premier: nessuno «farà guerra sulle riforme, ma la sinistra non si faccia illusioni sul resto, perché troverà da parte nostra una opposizione rinnovata, forte e intransigente».
Il Pd vuol parlare con tutti per la scelta del presidente della Repubblica, «vogliamo che venga scelto — dice Debora Serracchiani — dal più ampio numero di parlamentari possibile», e non chiude le porte del confronto a nessun partito.
I contrasti all’interno del Pd? «Non abbiamo paura dei franchi tiratori, il Pd oggi è diverso da quello del 2013 quando in 101 impallinarono Prodi: adesso è più maturo».(Per la serie "La sai l'ultima? - ndr)
E questa volta, ribadisce il presidente del partito Matteo Orfini, «il Pd non può fallire, in questi 15 giorni ci giochiamo tutto».
Nelle prossime due settimane si deve concludere il percorso delle riforme alla Camera e al Senato e c’è l’elezione del nuovo capo dello Stato. «Serve un nuovo presidente della Repubblica che sia all’altezza di Napolitano, bisogna arrivarci con un confronto a 360 gradi, abbandonando i giochetti».
Strada del tutto percorribile, secondo il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza, soddisfatto dell’esito della direzione del Pd, «penso che con il metodo individuato potremo avere fin dalle prime votazioni per il Colle un ottimo risultato».
Nella partita, Grillo non intende partecipare. E attacca: «C’è un cerchietto magico per le presidenziali, si chiama Mediolanum.
Insieme all’agibilità politica, che gli verrebbe garantita con la grazia attraverso la «manina» di Renzie, è il prezzo per i voti di Fi per il Quirinale».
Da La Repubblica del 18/01/2015.
(UMBERTO ROSSO).
18/01/2015 di triskel182
Con una nota ufficiale l’ex Cavaliere attacca il suo capogruppo troppo critico sulle riforme.
La risposta: mi sono solo difeso.
Berlusconi rassicura Renzi, «rispetterò il patto del Nazareno», sconfessa clamorosamente il suo capogruppo Brunetta che annunciava sfracelli, e attraverso l’accordo sulle riforme offre al Pd l’appoggio nella partita per il Quirinale.
Però sotto il cielo forzista grande è il caos, come conferma lo scontro fra l’ex Cavaliere e il capo dei suoi deputati, che ribatte «mi sono solo difeso dagli attacchi». Renzi perciò non si fida: «Non so se Forza Italia regge, se ce la fa davvero a rispettare gli accordi presi al Nazareno».
Per la corsa al Quirinale è un tassello decisivo nella strategia del Pd, che comunque tiene le porte aperte a tutti, come dice il vicesegretario Serracchiani.
Ma a sinistra restano diffidenti e chiedono modifiche alla legge elettorale.
E Beppe Grillo non intende sedersi al tavolo «del mercato delle vacche presidenziali».
Nel centrodestra, Alfano si prepara a incontrare martedì o mercoledì prossimo Berlusconi, e vuol fare pesare i suoi voti per il nuovo inquilino del Colle, insiste «l’elezione per il Quirinale non si risolva in un conclave interno, come fossero le primarie del Pd».
Berlusconi rassicura Renzi, sulle riforme per rendere governabile il paese «abbiamo preso degli impegni che intendiamo rispettare, come sempre abbiamo rispettato la parola data. E questo vale anche per i tempi e le procedure».
Quindi, «stia tranquillo» il premier: nessuno «farà guerra sulle riforme, ma la sinistra non si faccia illusioni sul resto, perché troverà da parte nostra una opposizione rinnovata, forte e intransigente».
Il Pd vuol parlare con tutti per la scelta del presidente della Repubblica, «vogliamo che venga scelto — dice Debora Serracchiani — dal più ampio numero di parlamentari possibile», e non chiude le porte del confronto a nessun partito.
I contrasti all’interno del Pd? «Non abbiamo paura dei franchi tiratori, il Pd oggi è diverso da quello del 2013 quando in 101 impallinarono Prodi: adesso è più maturo».(Per la serie "La sai l'ultima? - ndr)
E questa volta, ribadisce il presidente del partito Matteo Orfini, «il Pd non può fallire, in questi 15 giorni ci giochiamo tutto».
Nelle prossime due settimane si deve concludere il percorso delle riforme alla Camera e al Senato e c’è l’elezione del nuovo capo dello Stato. «Serve un nuovo presidente della Repubblica che sia all’altezza di Napolitano, bisogna arrivarci con un confronto a 360 gradi, abbandonando i giochetti».
Strada del tutto percorribile, secondo il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza, soddisfatto dell’esito della direzione del Pd, «penso che con il metodo individuato potremo avere fin dalle prime votazioni per il Colle un ottimo risultato».
Nella partita, Grillo non intende partecipare. E attacca: «C’è un cerchietto magico per le presidenziali, si chiama Mediolanum.
Insieme all’agibilità politica, che gli verrebbe garantita con la grazia attraverso la «manina» di Renzie, è il prezzo per i voti di Fi per il Quirinale».
Da La Repubblica del 18/01/2015.