referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Daniela Gaudenzi
REFERENDUM COSTITUZIONALE
Referendum, come convincere gli indecisi facendogli ascoltare De Luca
di Daniela Gaudenzi | 24 novembre 2016
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Daniela Gaudenzi
Esperta di giustizia, liberacittadinanza.it
Post | Articoli
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Il tempo esiguo che ormai ci separa dal 4 dicembre e l’escalation della piega “aberrante” di una campagna referendaria trasformata dal governo nella campagna elettorale più sperequata, più virulenta e probabilmente più truccata di sempre devono indurci ad aver ben presente qualsiasi risultato, nonostante il vantaggio del No attribuito da tutti gli ultimi sondaggi, ma anche ad evidenziare e porre all’attenzione degli elettori metodi propagandistici di un passato tanto deprecato a parole quanto presente nei fatti.
Ormai sappiamo che, al di là della fondatezza che possiamo attribuire alle rilevazioni sul voto, rimane comunque rilevante e probabilmente decisivo il dato degli indecisi che si attesterebbe intorno al 24 % ed è ovviamente quello su cui si concentra la propaganda renziana, ogni giorno con una sparata sui temi più sensibili: mi sembra che quella delle ultime 24 ore sia la riduzione delle imposte e la lotta strenua all’evasione come “principio cardine del suo governo.”
Conversando con amici indecisi, e mi riferisco anche a persone per storia e formazione poco sensibili alla sirene renziane, le motivazioni per il Sì ruotano sempre attorno all’immobilismo istituzionale e alla palude partitica, al desiderio frustrato di rinnovamento e trasparenza annunciato già dai tempi di Tangentopoli, all’avversione per lo status quo in quanto tale, non importa se “superato” da una riforma che complica invece di semplificare e che riduce più drasticamente la sovranità dei cittadini del numero dei parlamentari, mantenendo in vita un Senato di non eletti, scudati con l’immunità.
Con poche e meritevoli eccezioni, ormai sappiamo bene che gli spazi dell’informazione sul merito della riforma sono stati più virtuali che reali e che a livello televisivo, con il primato conclamato di un servizio pubblico più prostrato di sempre al governo, i giorni a ridosso del voto non faranno che amplificare gli scenari apocalittici nel caso di vittoria del No e le “intemperanze” o le presunte scivolate dell’ “accozzaglia del No” quando si adegua al linguaggio di Renzi.
Non so se qualche amico ancora indeciso ha avuto modo di ascoltare le reazioni meta-berlusconiane che si sono levate nel Pd a difesa di Vincenzo De Luca, molto impegnato per il Sì, naturalmente con i suoi argomenti che, nella migliore delle ipotesi, rappresentano una declinazione ben più sconcia ed ostentata, da guappo e ras incontrastato, di un sistema clientelare di cui la rottamazione renziana non avrebbe più dovuto lasciare nemmeno il ricordo.
In difesa di questo paladino del Sì, più interessato ad arruolare nella campagna-pancia-a-terra tutti sindaci campani in ragione della pioggia di soldi che Renzi dirotterà sulla regione piuttosto che per il potere taumaturgico della riforma, è sceso anche il ministro dell’interno Angelino Alfano, a sua volta in prima linea sul fronte referendario. L’ha fatto alla Camera in risposta ad una interrogazione parlamentare argomentando che “ognuno fa campagna elettorale come crede nel perimetro della legge” e che “quel linguaggio l’ha fatto vincere”: ergo se con un linguaggio che piace molto alla criminalità, e con metodi che la commissione antimafia intende vagliare rivolgendosi all’autorità giudiziaria, De Luca è diventato governatore c’è qualche buona possibilità che contribuisca alla vittoria del Sì.
Quanto alla presidente della Commissione Antimafia che si accinge su richiesta unanime delle opposizioni a chiedere informazioni ai pm di Napoli sulla circostanza non scontata che in Campania la campagna per il Sì sia avvenuta “nel perimetro della legge” deve avere già sufficientemente chiara la posizione del presidente del Consiglio e segretario del suo partito: Matteo Renzi aveva nuovamente definito un grande amministratore l’amico De Luca, anche dopo il video in cui incita senza ritegno 300 sindaci al voto clientelare, ed in perfetta coerenza gli aveva rivolto solo una specie di buffetto per “la battuta” camorrista con cui definiva “infame” il comportamento di Rosy Bindi, una “da ammazzare”.
REFERENDUM COSTITUZIONALE
Referendum, come convincere gli indecisi facendogli ascoltare De Luca
di Daniela Gaudenzi | 24 novembre 2016
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Il tempo esiguo che ormai ci separa dal 4 dicembre e l’escalation della piega “aberrante” di una campagna referendaria trasformata dal governo nella campagna elettorale più sperequata, più virulenta e probabilmente più truccata di sempre devono indurci ad aver ben presente qualsiasi risultato, nonostante il vantaggio del No attribuito da tutti gli ultimi sondaggi, ma anche ad evidenziare e porre all’attenzione degli elettori metodi propagandistici di un passato tanto deprecato a parole quanto presente nei fatti.
Ormai sappiamo che, al di là della fondatezza che possiamo attribuire alle rilevazioni sul voto, rimane comunque rilevante e probabilmente decisivo il dato degli indecisi che si attesterebbe intorno al 24 % ed è ovviamente quello su cui si concentra la propaganda renziana, ogni giorno con una sparata sui temi più sensibili: mi sembra che quella delle ultime 24 ore sia la riduzione delle imposte e la lotta strenua all’evasione come “principio cardine del suo governo.”
Conversando con amici indecisi, e mi riferisco anche a persone per storia e formazione poco sensibili alla sirene renziane, le motivazioni per il Sì ruotano sempre attorno all’immobilismo istituzionale e alla palude partitica, al desiderio frustrato di rinnovamento e trasparenza annunciato già dai tempi di Tangentopoli, all’avversione per lo status quo in quanto tale, non importa se “superato” da una riforma che complica invece di semplificare e che riduce più drasticamente la sovranità dei cittadini del numero dei parlamentari, mantenendo in vita un Senato di non eletti, scudati con l’immunità.
Con poche e meritevoli eccezioni, ormai sappiamo bene che gli spazi dell’informazione sul merito della riforma sono stati più virtuali che reali e che a livello televisivo, con il primato conclamato di un servizio pubblico più prostrato di sempre al governo, i giorni a ridosso del voto non faranno che amplificare gli scenari apocalittici nel caso di vittoria del No e le “intemperanze” o le presunte scivolate dell’ “accozzaglia del No” quando si adegua al linguaggio di Renzi.
Non so se qualche amico ancora indeciso ha avuto modo di ascoltare le reazioni meta-berlusconiane che si sono levate nel Pd a difesa di Vincenzo De Luca, molto impegnato per il Sì, naturalmente con i suoi argomenti che, nella migliore delle ipotesi, rappresentano una declinazione ben più sconcia ed ostentata, da guappo e ras incontrastato, di un sistema clientelare di cui la rottamazione renziana non avrebbe più dovuto lasciare nemmeno il ricordo.
In difesa di questo paladino del Sì, più interessato ad arruolare nella campagna-pancia-a-terra tutti sindaci campani in ragione della pioggia di soldi che Renzi dirotterà sulla regione piuttosto che per il potere taumaturgico della riforma, è sceso anche il ministro dell’interno Angelino Alfano, a sua volta in prima linea sul fronte referendario. L’ha fatto alla Camera in risposta ad una interrogazione parlamentare argomentando che “ognuno fa campagna elettorale come crede nel perimetro della legge” e che “quel linguaggio l’ha fatto vincere”: ergo se con un linguaggio che piace molto alla criminalità, e con metodi che la commissione antimafia intende vagliare rivolgendosi all’autorità giudiziaria, De Luca è diventato governatore c’è qualche buona possibilità che contribuisca alla vittoria del Sì.
Quanto alla presidente della Commissione Antimafia che si accinge su richiesta unanime delle opposizioni a chiedere informazioni ai pm di Napoli sulla circostanza non scontata che in Campania la campagna per il Sì sia avvenuta “nel perimetro della legge” deve avere già sufficientemente chiara la posizione del presidente del Consiglio e segretario del suo partito: Matteo Renzi aveva nuovamente definito un grande amministratore l’amico De Luca, anche dopo il video in cui incita senza ritegno 300 sindaci al voto clientelare, ed in perfetta coerenza gli aveva rivolto solo una specie di buffetto per “la battuta” camorrista con cui definiva “infame” il comportamento di Rosy Bindi, una “da ammazzare”.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
27 NOV 2016 17:57
LA “MAGGIORANZA SILENZIOSA” SALVERA’ RENZI? PANSA: “IL PREMIER BULLO È SOTTO DI 2 MILIONI DI VOTI, IN QUESTA SETTIMANA SI GIOCHERÀ IL TUTTO PER TUTTO IN TV. OBIETTIVO: CONVINCERE I DISAMORATI DELLA POLITICA” - DA BARBARA D’URSO MATTEUCCIO AMMETTE: “SONO INGRASSATO” - LA REPLICA DELLA CONDUTTRICE: “NON E’ VERO SEI BELLINO” - VIDEO
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 136604.htm
Giampaolo Pansa per la Verità
Mancano appena sette giorni al referendum sulla riforma costituzionale e la legge vieta di fare e diffondere qualunque sondaggio sulle intenzioni di voto. Tuttavia una rubrica un tantino anarchica come Il Bestiario non riesce a chiudere le orecchie per non ascoltare il fervido chiacchiericcio che si scatena davanti alla sfida all' ultimo sangue di domenica 4 dicembre. Se ne sentono di tutti i colori. Ma come sempre accade nella cronaca politica, alcune di queste chiacchiere vengono da ambienti che sembrano saperla lunga, pur non essendo legati a nessuno dei contendenti.
Che cosa dicono questi sapienti? Dicono che a sette giorni dall' apertura dei seggi elettorali il fronte del No si trova sempre in vantaggio rispetto al blocco del Sì, capeggiato dal premier Matteo Renzi. E il vantaggio sarebbe consistente: all' incirca 2 milioni di voti su una platea, il famoso mercato, di 25 milioni di italiani, una quota dei tanti che hanno il diritto di presentarsi ai seggi.
Se fosse davvero così, si profilerebbe una robusta vittoria di quanti non vogliono la riforma costituzionale decisa dal presidente del Consiglio. Il premier ne ha fatto una questione di sopravvivenza politica e personale.
Affermando più volte, sia pure con sfumature diverse, che se la sera del 4 dicembre suoneranno per lui le campane a morto, lascerà le stanze di Palazzo Chigi rinunciando al ruolo decisivo di capo del governo. Quanto alla poltrona di segretario del Partito Democratico, Renzi giudicherà in seguito quali scelte gli converrà fare.
Secondo i chiacchieroni sapienti, dunque, il vantaggio attuale del No sarebbe di 2 milioni di voti. Un muro difficile da scalfire, all' incirca come l' antico muro di Berlino o come quello che il nuovo presidente degli Stati Uniti, il sanguigno Donald Trump, vorrebbe erigere alla frontiera americana con il Messico. Può abbatterlo, il nostro Premier Bullo? È in grado di annullare questo svantaggio o ridurlo a una linea tanto sottile da trasformare una sconfitta pesante in un pareggio o addirittura in una vittoria sul filo di lana?
I sapienti qualche idea ce l' hanno. E sono disposti a rivelarla al Bestiario. Il primo passo è che nei pochi giorni che restano prima del voto, Renzi deve parlare al popolo italiano con una insistenza persino più arrembante di quella odierna.
E deve usare in modo persino abnorme il media più potente: la televisione.
Il Bestiario osserva ai sapienti: ma per il Bullo questa non sarebbe una novità.
È da settimane che sfrutta tutte le occasioni per mostrare il suo faccino da bamboccione pasciuto a qualsiasi telecamera gli capiti di incontrare. Venerdì è accorso persino a Torino per rendersi conto di che cosa stesse accadendo con le piene del Tanaro, della Bormida e di riflesso del Po.
Ma per i saggi sapienti questo non basta. Se non vuole morire soffocato da due milioni di voti, il Premier Bullo deve inventarsi un nuovo personaggio. Per esempio, il Cavaliere solitario che si batte senza farsi aiutare da nessuno contro il Drago del No. Il nuovo Robin Hood che rischia la vita per salvare l' Italia dal mostro: l' Accozzaglia che rifiuta tutte le riforme proposte da lui e intende seguitare a vivere nella palude dell' inefficienza, delle riforme non fatte, del bicameralismo paritario. Una cuccia dorata per i politici pigri, nullafacenti, sfruttatori, mangiatori a sbafo delle sontuose cibarie di chi conosce un solo me stiere: scaldare i banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama.
Quello che Renzi non deve assolutamente fare è ricordare agli elettori di essere anche il segretario del Partito Democratico. Gli italiani stanno odiando i partiti, li considerano un insieme di cosche mafiose, una consorteria di corrotti, alla ricerca continua di tangenti e di mazzette. Il Premier Bullo finga di non avere nessun rapporto con il Pd. Anzi finga di non conoscerne neppure l' esistenza. E se qualcuno gli chiederà perché non si presenti più al Nazareno, la sede nazionale del partito, replichi sorpreso: «Il Nazareno? Non ne ho mai sentito parlare».
Insomma Renzi ha sette giorni di tempo per mobilitare a suo favore quella che è stata chiamata «la maggioranza silenziosa». A farne parte oggi sarebbero gli italiani che nessuno conosce, che non parlano nel senso che non esprimono nessuna passione politica, che rifiutano di farsi sondare e mandano a quel paese i sondaggisti con tutte le loro pretese di prevedere il futuro.
È curiosa la sorte di questa immagine. Negli anni Settanta, quando nelle piazze imperava l' estremismo rosso, questa area di cittadini silenziosi veniva considerata un' appendice della destra. A Milano, dove allora lavoravo per La Stampa, Il Giorno e infine per il Corriere della sera, aveva dei leader legati al Msi o molto vicini al partito di Giorgio Almirante. Mentre oggi la maggioranza senza voce può essere quella che salva Renzi da un bagno terribile.
È in grado di farlo? Nessuno ha una risposta certa, neppure i saggi sapienti. Ma una sorpresa può sempre accadere. Lo ha spiegato il 24 novembre, su Repubblica, un politologo che non ha mai amato Renzi: Piero Ignazi. Il suo contributo ha un titolo avvincente: «Il gioco delle sorprese sull' ultimo miglio».
Lui ne elenca sei. Il vantaggio del No è stato costante in tutti questi mesi, una circostanza che ha mobilitato la parte avversa, quella del Sì. Renzi può giovarsi della disponibilità del Pd, un partito che quasi per intero si è schierato con il Bullo.
Poi esiste il peso degli amministratori locali del centro -sud, a cominciare dai sindaci. E quanto è accaduto in Campania, sotto la sferza del governatore Vincenzo De Luca, spiega molte cose. Il fronte del No è molto eterogeneo. Quindi esiste il timore del «salto nel buio» che può convincere uno strato non indifferente di elettori che temono una vittoria del No.
La conclusione di Ignazi merita di essere citata: «Tutto può succedere. La tendenza registrata dai sondaggi può confermarsi o essere smentita. Ma di fronte alle previsioni generali di una vittoria del No, va ricordato che il Sì ha molte frecce nel suo arco».
Come chiudere questo Bestiario? Prima di tutto con una annotazione personale. Il sottoscritto voterà No, per un motivo molto semplice da spiegare. I mille giorni di Renzi a palazzo Chigi non mi sono piaciuti per niente. I lettori di questa rubrica ricordano di certo le tante critiche che ho rivolto al premier. Sino a definirlo un bullo, un ganassa che promette molto e mantiene poco, un signore che si dichiara antipatico e cattivo, io aggiungerei vendicativo.
L' Italia tribolata di questo 2016 e degli anni che verranno ha bisogno come il pane di un capo del governo molto diverso. Un signore o una signora con la testa sul collo e che non minacci la nostra democrazia parlamentare con un legge elettorale che mi fa tremare: il maledetto Italicum.
Su che cosa può contare il cittadino Giampaolo Pansa? Soltanto sulla saggezza vera di tanti cittadini come lui. Un grande leader che ha contribuito a liberare l' Europa dal nazismo e dal fascismo, l' inglese Winston Churchill, era solito dire: «La democrazia parlamentare è un pessimo sistema di governo. Ma sino a oggi non è stato inventato nulla di meglio».
LA “MAGGIORANZA SILENZIOSA” SALVERA’ RENZI? PANSA: “IL PREMIER BULLO È SOTTO DI 2 MILIONI DI VOTI, IN QUESTA SETTIMANA SI GIOCHERÀ IL TUTTO PER TUTTO IN TV. OBIETTIVO: CONVINCERE I DISAMORATI DELLA POLITICA” - DA BARBARA D’URSO MATTEUCCIO AMMETTE: “SONO INGRASSATO” - LA REPLICA DELLA CONDUTTRICE: “NON E’ VERO SEI BELLINO” - VIDEO
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 136604.htm
Giampaolo Pansa per la Verità
Mancano appena sette giorni al referendum sulla riforma costituzionale e la legge vieta di fare e diffondere qualunque sondaggio sulle intenzioni di voto. Tuttavia una rubrica un tantino anarchica come Il Bestiario non riesce a chiudere le orecchie per non ascoltare il fervido chiacchiericcio che si scatena davanti alla sfida all' ultimo sangue di domenica 4 dicembre. Se ne sentono di tutti i colori. Ma come sempre accade nella cronaca politica, alcune di queste chiacchiere vengono da ambienti che sembrano saperla lunga, pur non essendo legati a nessuno dei contendenti.
Che cosa dicono questi sapienti? Dicono che a sette giorni dall' apertura dei seggi elettorali il fronte del No si trova sempre in vantaggio rispetto al blocco del Sì, capeggiato dal premier Matteo Renzi. E il vantaggio sarebbe consistente: all' incirca 2 milioni di voti su una platea, il famoso mercato, di 25 milioni di italiani, una quota dei tanti che hanno il diritto di presentarsi ai seggi.
Se fosse davvero così, si profilerebbe una robusta vittoria di quanti non vogliono la riforma costituzionale decisa dal presidente del Consiglio. Il premier ne ha fatto una questione di sopravvivenza politica e personale.
Affermando più volte, sia pure con sfumature diverse, che se la sera del 4 dicembre suoneranno per lui le campane a morto, lascerà le stanze di Palazzo Chigi rinunciando al ruolo decisivo di capo del governo. Quanto alla poltrona di segretario del Partito Democratico, Renzi giudicherà in seguito quali scelte gli converrà fare.
Secondo i chiacchieroni sapienti, dunque, il vantaggio attuale del No sarebbe di 2 milioni di voti. Un muro difficile da scalfire, all' incirca come l' antico muro di Berlino o come quello che il nuovo presidente degli Stati Uniti, il sanguigno Donald Trump, vorrebbe erigere alla frontiera americana con il Messico. Può abbatterlo, il nostro Premier Bullo? È in grado di annullare questo svantaggio o ridurlo a una linea tanto sottile da trasformare una sconfitta pesante in un pareggio o addirittura in una vittoria sul filo di lana?
I sapienti qualche idea ce l' hanno. E sono disposti a rivelarla al Bestiario. Il primo passo è che nei pochi giorni che restano prima del voto, Renzi deve parlare al popolo italiano con una insistenza persino più arrembante di quella odierna.
E deve usare in modo persino abnorme il media più potente: la televisione.
Il Bestiario osserva ai sapienti: ma per il Bullo questa non sarebbe una novità.
È da settimane che sfrutta tutte le occasioni per mostrare il suo faccino da bamboccione pasciuto a qualsiasi telecamera gli capiti di incontrare. Venerdì è accorso persino a Torino per rendersi conto di che cosa stesse accadendo con le piene del Tanaro, della Bormida e di riflesso del Po.
Ma per i saggi sapienti questo non basta. Se non vuole morire soffocato da due milioni di voti, il Premier Bullo deve inventarsi un nuovo personaggio. Per esempio, il Cavaliere solitario che si batte senza farsi aiutare da nessuno contro il Drago del No. Il nuovo Robin Hood che rischia la vita per salvare l' Italia dal mostro: l' Accozzaglia che rifiuta tutte le riforme proposte da lui e intende seguitare a vivere nella palude dell' inefficienza, delle riforme non fatte, del bicameralismo paritario. Una cuccia dorata per i politici pigri, nullafacenti, sfruttatori, mangiatori a sbafo delle sontuose cibarie di chi conosce un solo me stiere: scaldare i banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama.
Quello che Renzi non deve assolutamente fare è ricordare agli elettori di essere anche il segretario del Partito Democratico. Gli italiani stanno odiando i partiti, li considerano un insieme di cosche mafiose, una consorteria di corrotti, alla ricerca continua di tangenti e di mazzette. Il Premier Bullo finga di non avere nessun rapporto con il Pd. Anzi finga di non conoscerne neppure l' esistenza. E se qualcuno gli chiederà perché non si presenti più al Nazareno, la sede nazionale del partito, replichi sorpreso: «Il Nazareno? Non ne ho mai sentito parlare».
Insomma Renzi ha sette giorni di tempo per mobilitare a suo favore quella che è stata chiamata «la maggioranza silenziosa». A farne parte oggi sarebbero gli italiani che nessuno conosce, che non parlano nel senso che non esprimono nessuna passione politica, che rifiutano di farsi sondare e mandano a quel paese i sondaggisti con tutte le loro pretese di prevedere il futuro.
È curiosa la sorte di questa immagine. Negli anni Settanta, quando nelle piazze imperava l' estremismo rosso, questa area di cittadini silenziosi veniva considerata un' appendice della destra. A Milano, dove allora lavoravo per La Stampa, Il Giorno e infine per il Corriere della sera, aveva dei leader legati al Msi o molto vicini al partito di Giorgio Almirante. Mentre oggi la maggioranza senza voce può essere quella che salva Renzi da un bagno terribile.
È in grado di farlo? Nessuno ha una risposta certa, neppure i saggi sapienti. Ma una sorpresa può sempre accadere. Lo ha spiegato il 24 novembre, su Repubblica, un politologo che non ha mai amato Renzi: Piero Ignazi. Il suo contributo ha un titolo avvincente: «Il gioco delle sorprese sull' ultimo miglio».
Lui ne elenca sei. Il vantaggio del No è stato costante in tutti questi mesi, una circostanza che ha mobilitato la parte avversa, quella del Sì. Renzi può giovarsi della disponibilità del Pd, un partito che quasi per intero si è schierato con il Bullo.
Poi esiste il peso degli amministratori locali del centro -sud, a cominciare dai sindaci. E quanto è accaduto in Campania, sotto la sferza del governatore Vincenzo De Luca, spiega molte cose. Il fronte del No è molto eterogeneo. Quindi esiste il timore del «salto nel buio» che può convincere uno strato non indifferente di elettori che temono una vittoria del No.
La conclusione di Ignazi merita di essere citata: «Tutto può succedere. La tendenza registrata dai sondaggi può confermarsi o essere smentita. Ma di fronte alle previsioni generali di una vittoria del No, va ricordato che il Sì ha molte frecce nel suo arco».
Come chiudere questo Bestiario? Prima di tutto con una annotazione personale. Il sottoscritto voterà No, per un motivo molto semplice da spiegare. I mille giorni di Renzi a palazzo Chigi non mi sono piaciuti per niente. I lettori di questa rubrica ricordano di certo le tante critiche che ho rivolto al premier. Sino a definirlo un bullo, un ganassa che promette molto e mantiene poco, un signore che si dichiara antipatico e cattivo, io aggiungerei vendicativo.
L' Italia tribolata di questo 2016 e degli anni che verranno ha bisogno come il pane di un capo del governo molto diverso. Un signore o una signora con la testa sul collo e che non minacci la nostra democrazia parlamentare con un legge elettorale che mi fa tremare: il maledetto Italicum.
Su che cosa può contare il cittadino Giampaolo Pansa? Soltanto sulla saggezza vera di tanti cittadini come lui. Un grande leader che ha contribuito a liberare l' Europa dal nazismo e dal fascismo, l' inglese Winston Churchill, era solito dire: «La democrazia parlamentare è un pessimo sistema di governo. Ma sino a oggi non è stato inventato nulla di meglio».
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
IlFattoQuotidiano.it / Referendum Costituzionale
Referendum, la Corte Costituzionale si riunisce d’urgenza per un ricorso del Codacons sul quesito
di F. Q. | 28 novembre 2016
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La Corte Costituzionale – a quanto apprende l’Ansa – ha convocato una camera di consiglio straordinaria per esaminare un’istanza proveniente dal Codacons e relativa al referendum. Il Codacons chiede di sollevare un conflitto d’attribuzione di fronte alla Consulta tra l’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione e i cittadini elettori rappresentati dal Codacons. La Consulta deve ora verificare in via urgente se il conflitto è ammissibile.
La Consulta si riunirà alle 15,30. Sarà chiamata ad esaminare un’istanza proveniente dal Codacons e relativa al referendum. La decisione di convocare la riunione del consesso dei giudici è stata assunta nel fine settimana. L’associazione dei consumatori ha promosso una serie di azioni – al Tar del Lazio e in Cassazione – contro il quesito referendario, ritenendo, in sostanza, che la sua formulazione violi la libertà di voto dell’elettore.
Sempre in merito al quesito e all’ordinanza dell’Ufficio centrale presso la Cassazione che ha dato il via libera, il Codacons ha chiesto alla Corte Costituzionale di valutare un conflitto d’attribuzione tra poteri dello Stato. Ma la prima cosa che la Consulta deve valutare in camera di consiglio, prima di poter entrare nel merito della questione, è se i soggetti chiamati in causa siano titolati a essere parte in un conflitto. Solo in questo caso la Corte potrà ritenere ammissibile il conflitto stesso e passerà all’esame di merito. In caso contrario lo dichiarerà inammissibile e l’istanza sarà chiusa.
Referendum, la Corte Costituzionale si riunisce d’urgenza per un ricorso del Codacons sul quesito
di F. Q. | 28 novembre 2016
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La Corte Costituzionale – a quanto apprende l’Ansa – ha convocato una camera di consiglio straordinaria per esaminare un’istanza proveniente dal Codacons e relativa al referendum. Il Codacons chiede di sollevare un conflitto d’attribuzione di fronte alla Consulta tra l’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione e i cittadini elettori rappresentati dal Codacons. La Consulta deve ora verificare in via urgente se il conflitto è ammissibile.
La Consulta si riunirà alle 15,30. Sarà chiamata ad esaminare un’istanza proveniente dal Codacons e relativa al referendum. La decisione di convocare la riunione del consesso dei giudici è stata assunta nel fine settimana. L’associazione dei consumatori ha promosso una serie di azioni – al Tar del Lazio e in Cassazione – contro il quesito referendario, ritenendo, in sostanza, che la sua formulazione violi la libertà di voto dell’elettore.
Sempre in merito al quesito e all’ordinanza dell’Ufficio centrale presso la Cassazione che ha dato il via libera, il Codacons ha chiesto alla Corte Costituzionale di valutare un conflitto d’attribuzione tra poteri dello Stato. Ma la prima cosa che la Consulta deve valutare in camera di consiglio, prima di poter entrare nel merito della questione, è se i soggetti chiamati in causa siano titolati a essere parte in un conflitto. Solo in questo caso la Corte potrà ritenere ammissibile il conflitto stesso e passerà all’esame di merito. In caso contrario lo dichiarerà inammissibile e l’istanza sarà chiusa.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Il Sole 29.11.16
Perché No
Valerio Onida ex Presidente Corte Costituzionale
«Si rischia un capo dello Stato eletto da una minoranza»
di B. F.
Roma Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale, uno dei saggi nominati nel 2013 dall’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano e successivamente membro della commissione per le riforme istituzionali voluta dall’allora presidente del Consiglio Enrico Letta, è tra gli esponenti del no, anche se non condivide tutte le motivazioni che altri portano nello stesso senso. Onida ritiene il ddl Boschi una riforma «confusa e demagogica» e fortemente accentratrice, che altera pericolosamente gli equilibri costituzionali.
Professore, per l’elezione del Capo dello Stato l’innalzamento del quorum ai 3/5, rispetto alla maggioranza assoluta prevista dall’attuale articolo 83, non offre maggiori garanzie?
Anche in questo caso, come per altri aspetti di questa riforma, si parte da un presupposto condivisibile, qual è l’innalzamento del quorum, per arrivare a un risultato diametralmente opposto. Il nuovo articolo 83 prevede infatti che a partire dal quarto scrutinio sia sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell’assemblea, salvo poi aggiungere che dal settimo scrutinio la maggioranza richiesta scenda ai tre quinti dei votanti. È evidente che in questo modo si lascia aperta la possibilità che si arrivi all’elezione del Capo dello Stato anche col voto di meno della metà dei componenti del Parlamento.
Insomma il rischio è quello di un presidente della Repubblica eletto da una minoranza?
È un’ipotesi tutt’altro che infondata: e non si dica che è inverosimile che gruppi di minoranza non partecipino al voto. Infatti si possono dare accordi sotto banco o anche espliciti con gruppi di minoranza, che non partecipano al voto, a seguito dei quali comunque il Presidente potrebbe essere eletto col voto di meno della metà dei parlamentari, ciò che oggi è impossibile. Per di più l’attuale legge elettorale, col premio di maggioranza, già consente a una minoranza di ottenere alla Camera più di metà dei seggi. Se a questo sommiamo poi il divario tra il numero dei deputati, che rimangono 630, e quello dei senatori ridotti a 100, e l’assenza dei delegati regionali nel nuovo plenum, l’elezione del Capo dello Stato potrebbe diventare appannaggio di una sola parte politica che non rappresenta la maggioranza del Paese: un vulnus anche da un punto di vista simbolico.
Un rischio che lei ritiene si ripresenti anche per quel che concerne l’elezione dei giudici della Corte costituzionale?
In questo caso almeno si evita il rischio evidenziato nel quorum per il Capo dello Stato, visto che i giudici costituzionali verrebbero scelti separatamente dalle due Camere (2 dal Senato e 3 dalla Camera), ma sempre col quorum di tre quinti dei componenti. In questo caso la criticità è insita nella scelta fatta dal legislatore della riforma sul Senato delle Regioni. Contrariamente a quanto viene detto, il nuovo Senato non sarà espressione delle Regioni poiché i consiglieri e i Sindaci che ne faranno parte saranno eletti su base proporzionale senza vincolo di mandato, e rappresenteranno quindi le scelte dei partiti. Di conseguenza si potrebbe verificare anche al Senato come già alla Camera, invece che scelte orientate dalle convinzioni dei candidati giudici sulle questioni legate all'autonomia, uno squilibrio a favore della maggioranza politica.
Perché No
Valerio Onida ex Presidente Corte Costituzionale
«Si rischia un capo dello Stato eletto da una minoranza»
di B. F.
Roma Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale, uno dei saggi nominati nel 2013 dall’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano e successivamente membro della commissione per le riforme istituzionali voluta dall’allora presidente del Consiglio Enrico Letta, è tra gli esponenti del no, anche se non condivide tutte le motivazioni che altri portano nello stesso senso. Onida ritiene il ddl Boschi una riforma «confusa e demagogica» e fortemente accentratrice, che altera pericolosamente gli equilibri costituzionali.
Professore, per l’elezione del Capo dello Stato l’innalzamento del quorum ai 3/5, rispetto alla maggioranza assoluta prevista dall’attuale articolo 83, non offre maggiori garanzie?
Anche in questo caso, come per altri aspetti di questa riforma, si parte da un presupposto condivisibile, qual è l’innalzamento del quorum, per arrivare a un risultato diametralmente opposto. Il nuovo articolo 83 prevede infatti che a partire dal quarto scrutinio sia sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell’assemblea, salvo poi aggiungere che dal settimo scrutinio la maggioranza richiesta scenda ai tre quinti dei votanti. È evidente che in questo modo si lascia aperta la possibilità che si arrivi all’elezione del Capo dello Stato anche col voto di meno della metà dei componenti del Parlamento.
Insomma il rischio è quello di un presidente della Repubblica eletto da una minoranza?
È un’ipotesi tutt’altro che infondata: e non si dica che è inverosimile che gruppi di minoranza non partecipino al voto. Infatti si possono dare accordi sotto banco o anche espliciti con gruppi di minoranza, che non partecipano al voto, a seguito dei quali comunque il Presidente potrebbe essere eletto col voto di meno della metà dei parlamentari, ciò che oggi è impossibile. Per di più l’attuale legge elettorale, col premio di maggioranza, già consente a una minoranza di ottenere alla Camera più di metà dei seggi. Se a questo sommiamo poi il divario tra il numero dei deputati, che rimangono 630, e quello dei senatori ridotti a 100, e l’assenza dei delegati regionali nel nuovo plenum, l’elezione del Capo dello Stato potrebbe diventare appannaggio di una sola parte politica che non rappresenta la maggioranza del Paese: un vulnus anche da un punto di vista simbolico.
Un rischio che lei ritiene si ripresenti anche per quel che concerne l’elezione dei giudici della Corte costituzionale?
In questo caso almeno si evita il rischio evidenziato nel quorum per il Capo dello Stato, visto che i giudici costituzionali verrebbero scelti separatamente dalle due Camere (2 dal Senato e 3 dalla Camera), ma sempre col quorum di tre quinti dei componenti. In questo caso la criticità è insita nella scelta fatta dal legislatore della riforma sul Senato delle Regioni. Contrariamente a quanto viene detto, il nuovo Senato non sarà espressione delle Regioni poiché i consiglieri e i Sindaci che ne faranno parte saranno eletti su base proporzionale senza vincolo di mandato, e rappresenteranno quindi le scelte dei partiti. Di conseguenza si potrebbe verificare anche al Senato come già alla Camera, invece che scelte orientate dalle convinzioni dei candidati giudici sulle questioni legate all'autonomia, uno squilibrio a favore della maggioranza politica.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Referendum, il WSJ contro l'Italia: "Prossima tappa del populismo"
Ennesima entrata a gamba tesa sul voto degli italiani. Anche il Wall Street Journal prova a viziare il referendum: "Col No si apre la strada a Grillo"
Sergio Rame - Mer, 30/11/2016 - 09:21
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"L'Italia è la prossima tappa del populismo globale". Il Wall Street Journal dedica un lungo articolo per attaccare duramente il fronte del No.
Per il quotidiano economico statunitense il referendum sulla riforma costituzionale rappresenta "un voto di fiducia al governo di Matteo Renzi" e "una possibile apertura per il populismo del Movimento 5 Stelle". È l'ennesimo attacco al voto di domenica prossima che arriva dall'estero e che mira a influenzare le scelte degli italiani.
Un altro giornale torna a sparare a zero contro il fronte del No. Dal Wall Street Journal Renzi incassa l'ennesimo sostegno alla riforma costituzionale. "Gli elettori italiani sceglieranno domenica su una modifica costituzionale che efficacemente priverà il Senato della gran parte dei suoi poteri", osserva il quotidiano di Wall Street. Se altre testate, come il Financial Times o l'Economist, fanno terrorismo finanziario paventando l'Armageddon sui mercati in caso di vittoria del No, il Wall Street Journal fa leva sull'avanzata del populismo. "È una scommessa per il premier Matteo Renzi - per l'Italia e all'estero - e un tassello centrale dei suoi sforzi per rivitalizzare più velocemente l'economia italiana malata".
Per il Wall Street Journal, che sembra non contemplare la libera scelta democratica nel referendum di domenica prossima, solo Renzi è adatto a curare "l'Italia malata". "Se perde, il premier si è impegnato a dimettersi - ricorda il Wall Street Journal - ma questo esito sarebbe l'ultima vittoria messa a segno in un anno dai politici anti-establishment, dopo la Brexit e Trump alla Casa Bianca". E questo, a detta del quotidiano americano, "darebbe una spinta al Movimento 5 Stelle che contesta la riforma di Renzi perché non la considera radicale abbastanza". In realtà la vittoria dei "Leave" nel Regno Unito e di Donald Trump alle presidenziali americane hanno dimostrato non solo che l'Armageddon finanziario è solo un fantasma evocato da chi tifa Sì, ma anche che le strade della democrazia non sono mai scontate. Tanto che la vittoria del No al referendum e un governo a Cinque Stelle non sono affatto collegabili tra loro.
Ennesima entrata a gamba tesa sul voto degli italiani. Anche il Wall Street Journal prova a viziare il referendum: "Col No si apre la strada a Grillo"
Sergio Rame - Mer, 30/11/2016 - 09:21
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"L'Italia è la prossima tappa del populismo globale". Il Wall Street Journal dedica un lungo articolo per attaccare duramente il fronte del No.
Per il quotidiano economico statunitense il referendum sulla riforma costituzionale rappresenta "un voto di fiducia al governo di Matteo Renzi" e "una possibile apertura per il populismo del Movimento 5 Stelle". È l'ennesimo attacco al voto di domenica prossima che arriva dall'estero e che mira a influenzare le scelte degli italiani.
Un altro giornale torna a sparare a zero contro il fronte del No. Dal Wall Street Journal Renzi incassa l'ennesimo sostegno alla riforma costituzionale. "Gli elettori italiani sceglieranno domenica su una modifica costituzionale che efficacemente priverà il Senato della gran parte dei suoi poteri", osserva il quotidiano di Wall Street. Se altre testate, come il Financial Times o l'Economist, fanno terrorismo finanziario paventando l'Armageddon sui mercati in caso di vittoria del No, il Wall Street Journal fa leva sull'avanzata del populismo. "È una scommessa per il premier Matteo Renzi - per l'Italia e all'estero - e un tassello centrale dei suoi sforzi per rivitalizzare più velocemente l'economia italiana malata".
Per il Wall Street Journal, che sembra non contemplare la libera scelta democratica nel referendum di domenica prossima, solo Renzi è adatto a curare "l'Italia malata". "Se perde, il premier si è impegnato a dimettersi - ricorda il Wall Street Journal - ma questo esito sarebbe l'ultima vittoria messa a segno in un anno dai politici anti-establishment, dopo la Brexit e Trump alla Casa Bianca". E questo, a detta del quotidiano americano, "darebbe una spinta al Movimento 5 Stelle che contesta la riforma di Renzi perché non la considera radicale abbastanza". In realtà la vittoria dei "Leave" nel Regno Unito e di Donald Trump alle presidenziali americane hanno dimostrato non solo che l'Armageddon finanziario è solo un fantasma evocato da chi tifa Sì, ma anche che le strade della democrazia non sono mai scontate. Tanto che la vittoria del No al referendum e un governo a Cinque Stelle non sono affatto collegabili tra loro.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
REFERENDUM COSTITUZIONALE
Referendum costituzionale, il 4 dicembre vincerà chi fa meno autogol
di Pierfranco Pellizzetti | 1 dicembre 2016
7
Più informazioni su: Matteo Renzi, Movimento 5 Stelle, Referendum Costituzionale 2016
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Pierfranco Pellizzetti
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Ancora non è detto, però ci sono concrete speranze che il 4 dicembre porti buone notizie per il composito fronte del No.
Se così sarà, un riconoscente pensiero di ringraziamento dovrà essere rivolto al nostro premier.
Visto che l’aspetto dominante nella partita è l’inarrestabile reazione di rigetto da antipatia che si diffonde nei suoi confronti.
Molto ha fatto e dato alla promozione del pollice verso al pasticcio, spudoratamente rinominato riforma, l’insopportabile petulanza, accompagnata da piccole malignità e grandi smorfie, del Matteo Renzi da Rignano.
I reiterati autogol sottolineati dall’ansia di protagonismo del bomber al contrario; potenziati dal voler occupare da solo l’intero campo di gioco, per evidente sfiducia nei compagni di squadra.
A partire dalla ministra Boschi, sconcertante nel ripetere a disco rotto e a casaccio frasi imparate a memoria ma decontestualizzate.
Dunque, grazie Renzi. Comunque andrà, è stato bello averti dalla nostra parte; seppure a tua insaputa.
Sebbene la partita non sia ancora conclusa e le sorprese sempre possibili.
Ad esempio, i colpi di coda del Giglio Magico, maldestro quanto spregiudicato nel difendere i propri tesoretti/tesoroni di potere.
E pure i passaggi di campo verso il Sì.
Da quelli sospetti alla Gianni Cuperlo e Giuliano Pisapia, sagaci (?) investitori in un posto al sole a futura memoria, a quelli da analisi psicanalitica; come nel caso di Fabrizio Barca.
A tale proposito confesso di essere rimasto letteralmente basito leggendo dell’endorsement renziano di una testa lucida (e – per come la conoscevo – critica) quale quella dell’unico ministro presentabile del governo Monti.
Purtroppo – a ben vedere – nel suo caso risulta irresistibile il richiamo affettivo; il ricordo di un partito paterno (il paleo Pci) che – appunto – ormai sopravvive solo in qualche raro immaginario filiale.
D’altro canto, a fronte di queste pulsioni autodistruttive, non difettano gli istinti suicidi nello schieramento contrapposto.
Che andrebbero tenuti a bada almeno in questi ultimi quattro giorni.
Quanto sto percependo nel mio piccolo, andando in giro a presentare un libretto che ho scritto allo scopo di promuovere il No.
Dato che ben poco siamo in grado di influenzare la destra politica, dove il ritorno “pro No ma anche Sì” di Berlusconi crea solo confusione (ma quando il riccone si fa avanti, il suo peso patrimoniale azzittisce l’intera componente), forse si potrebbe concordare uno stop agli autogol con i soggetti di sinistra critica e i Cinquestelle.
Per i primi si tratta semplicemente di usare con maggiore parsimonia i residuati bellici, da D’Alema e De Mita (nel mio caso, ho condiviso a Milano qualche jingle con il rieccolo La Malfa jr.), per evitare la sensazione del ritorno in pista di ambizioni senili, e contenere i danni dei legulei in campo; caduti nella trappola renziana di ridurre l’oggetto referendario a un workshop di costituzionalisti monomaniaci.
Più complicato il caso Cinquestelle.
Come alcuni amici, in passato avevo nutrito la speranza che le nuove leve del Movimento si liberassero del peso paterno conquistando – al tempo – autonomia e ragionevolezza da forza di governo.
I baldi giovanotti/giovanotte, dopo un notevole numero di pastrocchi, sono rientrati sotto il tetto domestico da bravi bamboccioni.
Anche perché il capocomico Beppe Grillo, la cui natura è quella del mattatore in preda all’ansia permanente di non cedere la scena, è tornato a recitare l’unico copione che conosce: il profeta collerico che terrorizza con un messianesimo delirante platee elettorali ancora incerte.
Un po’ come fece al tempo delle elezioni europee, con effetti devastanti.
Al limite, la cosa migliore per il No potrebbe essere quella di stare fermi, lasciando che Renzi continui a imperversare nella sua strategia suicida.
Referendum costituzionale, il 4 dicembre vincerà chi fa meno autogol
di Pierfranco Pellizzetti | 1 dicembre 2016
7
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Ancora non è detto, però ci sono concrete speranze che il 4 dicembre porti buone notizie per il composito fronte del No.
Se così sarà, un riconoscente pensiero di ringraziamento dovrà essere rivolto al nostro premier.
Visto che l’aspetto dominante nella partita è l’inarrestabile reazione di rigetto da antipatia che si diffonde nei suoi confronti.
Molto ha fatto e dato alla promozione del pollice verso al pasticcio, spudoratamente rinominato riforma, l’insopportabile petulanza, accompagnata da piccole malignità e grandi smorfie, del Matteo Renzi da Rignano.
I reiterati autogol sottolineati dall’ansia di protagonismo del bomber al contrario; potenziati dal voler occupare da solo l’intero campo di gioco, per evidente sfiducia nei compagni di squadra.
A partire dalla ministra Boschi, sconcertante nel ripetere a disco rotto e a casaccio frasi imparate a memoria ma decontestualizzate.
Dunque, grazie Renzi. Comunque andrà, è stato bello averti dalla nostra parte; seppure a tua insaputa.
Sebbene la partita non sia ancora conclusa e le sorprese sempre possibili.
Ad esempio, i colpi di coda del Giglio Magico, maldestro quanto spregiudicato nel difendere i propri tesoretti/tesoroni di potere.
E pure i passaggi di campo verso il Sì.
Da quelli sospetti alla Gianni Cuperlo e Giuliano Pisapia, sagaci (?) investitori in un posto al sole a futura memoria, a quelli da analisi psicanalitica; come nel caso di Fabrizio Barca.
A tale proposito confesso di essere rimasto letteralmente basito leggendo dell’endorsement renziano di una testa lucida (e – per come la conoscevo – critica) quale quella dell’unico ministro presentabile del governo Monti.
Purtroppo – a ben vedere – nel suo caso risulta irresistibile il richiamo affettivo; il ricordo di un partito paterno (il paleo Pci) che – appunto – ormai sopravvive solo in qualche raro immaginario filiale.
D’altro canto, a fronte di queste pulsioni autodistruttive, non difettano gli istinti suicidi nello schieramento contrapposto.
Che andrebbero tenuti a bada almeno in questi ultimi quattro giorni.
Quanto sto percependo nel mio piccolo, andando in giro a presentare un libretto che ho scritto allo scopo di promuovere il No.
Dato che ben poco siamo in grado di influenzare la destra politica, dove il ritorno “pro No ma anche Sì” di Berlusconi crea solo confusione (ma quando il riccone si fa avanti, il suo peso patrimoniale azzittisce l’intera componente), forse si potrebbe concordare uno stop agli autogol con i soggetti di sinistra critica e i Cinquestelle.
Per i primi si tratta semplicemente di usare con maggiore parsimonia i residuati bellici, da D’Alema e De Mita (nel mio caso, ho condiviso a Milano qualche jingle con il rieccolo La Malfa jr.), per evitare la sensazione del ritorno in pista di ambizioni senili, e contenere i danni dei legulei in campo; caduti nella trappola renziana di ridurre l’oggetto referendario a un workshop di costituzionalisti monomaniaci.
Più complicato il caso Cinquestelle.
Come alcuni amici, in passato avevo nutrito la speranza che le nuove leve del Movimento si liberassero del peso paterno conquistando – al tempo – autonomia e ragionevolezza da forza di governo.
I baldi giovanotti/giovanotte, dopo un notevole numero di pastrocchi, sono rientrati sotto il tetto domestico da bravi bamboccioni.
Anche perché il capocomico Beppe Grillo, la cui natura è quella del mattatore in preda all’ansia permanente di non cedere la scena, è tornato a recitare l’unico copione che conosce: il profeta collerico che terrorizza con un messianesimo delirante platee elettorali ancora incerte.
Un po’ come fece al tempo delle elezioni europee, con effetti devastanti.
Al limite, la cosa migliore per il No potrebbe essere quella di stare fermi, lasciando che Renzi continui a imperversare nella sua strategia suicida.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Il No vince nei seggi virtuali. E il premier non piace più
Uno studio registra il sentimento degli utenti social: riforma stroncata e dure critiche a Renzi «arrogante»
Fabrizio Boschi - Gio, 01/12/2016 - 08:22
commenta
Se si votasse sui social oggi (come piacerebbe a Grillo e al Dibba), il No vincerebbe col 67% e il Sì arriverebbe a mala pena al 31 (2% gli astenuti).
Il sentiment dei commenti, invece, è 28% a favore del Sì e 71% a favore del No. Il No vince anche sui media: sia sui giornali che sui siti news, sia sui blog che sui portali, le tematiche a favore del No sono maggiori di quelle a favore del Sì.
A dipingere questo quadro è l'Osservatorio Reputation manager, principale istituto italiano nell'analisi e misurazione della reputazione online di brand e figure di rilievo pubblico, che ha monitorato oltre 10mila contenuti online relativi al referendum costituzionale al fine di capire il tenore del dibattito sul web, tra il Sì e il No. Sono stati analizzati i contenuti online di post e commenti, articoli, blog e oltre 300 pagine di fanpage su Facebook.
«Quello che abbiamo registrato è che il sentimento del No è sempre più accesso - spiega il ceo e fondatore di Reputation manager, ingegner Andrea Barchiesi - e viene espresso in maniera più forte rispetto al Sì. Il nostro è come un orecchio digitale, noi non facciamo domande, ma ascoltiamo le intenzioni degli utenti, come se fossimo in una sala dove si avverte l'umore. Ascoltiamo e basta e da un certo punto di vista questo esprime un quadro ancora più vero, perché le persone rispondono alle domande non sempre in maniera veritiera. Però non è un'intenzione di voto perché appunto noi non facciamo sondaggi. È solo il sentimento percepito sul web, come la gente ha discusso e discute sul tema referendum. E un cambiamento di tono c'è stato nel corso dei mesi: abbiamo assistito ad un cambio di volume. Il volume dei toni di chi esprime il No si è fatto sempre più acceso. Chi lo fa è più propenso a gridarlo e lo fa in maniera forte. Chi è per il Sì, invece, è più silenzioso».
E così, il presidente del Consiglio che ha fatto dei social il grimaldello col quale scardinare Palazzo Chigi e scalare il potere, lo strumento col quale comunicare il Verbo tra la gente, viene fagocitato dai social stessi. Un boomerang sulla testa di colui che si è servito, e si serve, dei social per arrivare agli elettori (vedi la sceneggiata settimanale di #matteorisponde in diretta Facebook).
Dall'analisi di Reputation manager emerge anche che dopo 20 anni Silvio Berlusconi ha perso il titolo di uomo politico più criticato d'Italia. Il termometro dell'odio punta ora su Matteo Renzi. La critica più forte è sulla lettera spedita da Renzi ai residenti all'estero che contiene le ragioni per cui votare Sì, tralasciando tutte le motivazioni del No. Renzi viene criticato, inoltre, per come tratta gli avversari in tv. Gli aggettivi che gli vengono attribuiti sono: arrogante, antipatico, poco rispettoso, non affidabile, mistificatore, rappresentante di valori che non appartengono alla sinistra, in grado di falsare l'esito del voto all'estero. «I social sono uno strumento esteso data la loro grandissima penetrazione e rappresentano la pancia popolare, il senza filtro - continua Barchiesi - Questo referendum sta spaccando in due l'Italia e comunque finisca lascerà una profonda lacerazione. Più che in una elezione politica».
D'altronde, «chi è causa del suo mal pianga se stesso». In principio fu «la madre di tutte le battaglie». Con l'inevitabile conclusione che «se perdo vado via subito e non mi vedrete più». Promessa ribadita da Renzi in decine di occasioni accompagnata dal concetto «io non sono come gli altri, non resto aggrappato alla poltrona».
«Personalizzare il referendum è stato un grosso errore - conclude il ceo di Reputation manager - Non è più riuscito a tornare indietro e a spersonalizzarlo. Le persone non hanno più recepito l'inversione di marcia. Si è messo contro tutti e questa viene vista da molti come un'occasione per pareggiare i conti e vendicarsi».
Uno studio registra il sentimento degli utenti social: riforma stroncata e dure critiche a Renzi «arrogante»
Fabrizio Boschi - Gio, 01/12/2016 - 08:22
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Se si votasse sui social oggi (come piacerebbe a Grillo e al Dibba), il No vincerebbe col 67% e il Sì arriverebbe a mala pena al 31 (2% gli astenuti).
Il sentiment dei commenti, invece, è 28% a favore del Sì e 71% a favore del No. Il No vince anche sui media: sia sui giornali che sui siti news, sia sui blog che sui portali, le tematiche a favore del No sono maggiori di quelle a favore del Sì.
A dipingere questo quadro è l'Osservatorio Reputation manager, principale istituto italiano nell'analisi e misurazione della reputazione online di brand e figure di rilievo pubblico, che ha monitorato oltre 10mila contenuti online relativi al referendum costituzionale al fine di capire il tenore del dibattito sul web, tra il Sì e il No. Sono stati analizzati i contenuti online di post e commenti, articoli, blog e oltre 300 pagine di fanpage su Facebook.
«Quello che abbiamo registrato è che il sentimento del No è sempre più accesso - spiega il ceo e fondatore di Reputation manager, ingegner Andrea Barchiesi - e viene espresso in maniera più forte rispetto al Sì. Il nostro è come un orecchio digitale, noi non facciamo domande, ma ascoltiamo le intenzioni degli utenti, come se fossimo in una sala dove si avverte l'umore. Ascoltiamo e basta e da un certo punto di vista questo esprime un quadro ancora più vero, perché le persone rispondono alle domande non sempre in maniera veritiera. Però non è un'intenzione di voto perché appunto noi non facciamo sondaggi. È solo il sentimento percepito sul web, come la gente ha discusso e discute sul tema referendum. E un cambiamento di tono c'è stato nel corso dei mesi: abbiamo assistito ad un cambio di volume. Il volume dei toni di chi esprime il No si è fatto sempre più acceso. Chi lo fa è più propenso a gridarlo e lo fa in maniera forte. Chi è per il Sì, invece, è più silenzioso».
E così, il presidente del Consiglio che ha fatto dei social il grimaldello col quale scardinare Palazzo Chigi e scalare il potere, lo strumento col quale comunicare il Verbo tra la gente, viene fagocitato dai social stessi. Un boomerang sulla testa di colui che si è servito, e si serve, dei social per arrivare agli elettori (vedi la sceneggiata settimanale di #matteorisponde in diretta Facebook).
Dall'analisi di Reputation manager emerge anche che dopo 20 anni Silvio Berlusconi ha perso il titolo di uomo politico più criticato d'Italia. Il termometro dell'odio punta ora su Matteo Renzi. La critica più forte è sulla lettera spedita da Renzi ai residenti all'estero che contiene le ragioni per cui votare Sì, tralasciando tutte le motivazioni del No. Renzi viene criticato, inoltre, per come tratta gli avversari in tv. Gli aggettivi che gli vengono attribuiti sono: arrogante, antipatico, poco rispettoso, non affidabile, mistificatore, rappresentante di valori che non appartengono alla sinistra, in grado di falsare l'esito del voto all'estero. «I social sono uno strumento esteso data la loro grandissima penetrazione e rappresentano la pancia popolare, il senza filtro - continua Barchiesi - Questo referendum sta spaccando in due l'Italia e comunque finisca lascerà una profonda lacerazione. Più che in una elezione politica».
D'altronde, «chi è causa del suo mal pianga se stesso». In principio fu «la madre di tutte le battaglie». Con l'inevitabile conclusione che «se perdo vado via subito e non mi vedrete più». Promessa ribadita da Renzi in decine di occasioni accompagnata dal concetto «io non sono come gli altri, non resto aggrappato alla poltrona».
«Personalizzare il referendum è stato un grosso errore - conclude il ceo di Reputation manager - Non è più riuscito a tornare indietro e a spersonalizzarlo. Le persone non hanno più recepito l'inversione di marcia. Si è messo contro tutti e questa viene vista da molti come un'occasione per pareggiare i conti e vendicarsi».
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
QUESTI FANTASMI
Referendum, Bobo Craxi: "Vi spiego perché i socialisti sono per il No"
Bobo Craxi: "La riforma di Renzi non ha nulla a che vedere con quella lanciata da mio padre tra la fine degli anni 70 e i primi degli 80. All'Italia serve una nuova Assemblea Costituente"
Orlando Sacchelli - Gio, 01/12/2016 - 14:27
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Onorevole Craxi, suo padre Bettino fu uno dei primi a lanciare l'idea della Grande riforma del Paese.
Qualcuno, parlando dell'attuale riforma, spesso l'ha citato. Lei però ha sempre storto la bocca. Ci può spiegare il motivo?
Penso ci si trovi dinnanzi a due filosofie riformatrici assai differenti. Alla fine degli anni 70 e per tutti gli anni 80 i socialisti dinnanzi alla crisi di sistema cercarono di offrire una via d’uscita democratica. Nacque così l'idea della Grande Riforma rifiutata da Dc e Pci. Renzi ha accellerato la nostra crisi cercando di offrire una via d’uscita dispotica, ne è la prova il tentativo che può abortire di legge elettorale associata al nuovo inutile e confuso Senato.
Lei è un esponente dei “Socialisti per il No”. Ma il suo partito, il Psi di Riccardo Nencini (viceministro del governo Renzi), è schierato per il Sì? Ci può spiegare la situazione? Partito spaccato, resa dei conti o normale divisione?
La divisione c’è, è netta ed è chiaramente segnata dall’interpretazione opposta che abbiamo dato a questa revisione costituzionale. Rispetto la scelta di questi compagni ma credo che l’insieme della comunità socialista si sia orientata per il No. È un dato politico di cui si dovrà tenere conto. Il riformismo non si può accontentare di un cambiamento purchessìa ed una revisione di questo tipo diminuisce e non aumenta la sovranità dei cittadini, un socialista deve privilegiare sempre il carattere democratico delle nostre istituzioni.
Come si potrebbe cambiare secondo lei la Costituzione?
Bisogna innanzitutto convocare un’Assemblea Costituente, che risponda alla necessità di dar vita a una Costituzione che si collochi in una dimensione globale partendo dall’identificazione del confine tra sovranità nazionale inalienabile e parti di sovranità nazionale negoziabili. Che non abbia timore a promuovere l’elezione diretta del Presidente della Repubblica con un contrappeso efficace di una Camera anche ridotta nei suoi componenti.
Quale futuro vede per il Paese se vince il Sì?
Credo che il rischio maggiore sarebbe, oltre alle gravi conseguenze di un sistema mal congeniato, che Renzi in un delirio di onnipotenza manterrebbe l’Italicum e conseguentemente andando a primavera alle elezioni consegnamo l’Italia in mano a Grillo, ovvero alla improvvisazione creativa. Uno scenario abbastanza inquietante.
E se invece vince il No?
Si mette mano ad una nuova legge elettorale condivisa e si apre nella nostra parte politica una riflessione seria su come deve e può essere una sinistra moderna che intende governare nella crisi delle nostre economie sapendo difendere nell’Europa comunitaria la nostra sovranità nazionale e l’interesse generale dei lavoratori.
Referendum, Bobo Craxi: "Vi spiego perché i socialisti sono per il No"
Bobo Craxi: "La riforma di Renzi non ha nulla a che vedere con quella lanciata da mio padre tra la fine degli anni 70 e i primi degli 80. All'Italia serve una nuova Assemblea Costituente"
Orlando Sacchelli - Gio, 01/12/2016 - 14:27
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Onorevole Craxi, suo padre Bettino fu uno dei primi a lanciare l'idea della Grande riforma del Paese.
Qualcuno, parlando dell'attuale riforma, spesso l'ha citato. Lei però ha sempre storto la bocca. Ci può spiegare il motivo?
Penso ci si trovi dinnanzi a due filosofie riformatrici assai differenti. Alla fine degli anni 70 e per tutti gli anni 80 i socialisti dinnanzi alla crisi di sistema cercarono di offrire una via d’uscita democratica. Nacque così l'idea della Grande Riforma rifiutata da Dc e Pci. Renzi ha accellerato la nostra crisi cercando di offrire una via d’uscita dispotica, ne è la prova il tentativo che può abortire di legge elettorale associata al nuovo inutile e confuso Senato.
Lei è un esponente dei “Socialisti per il No”. Ma il suo partito, il Psi di Riccardo Nencini (viceministro del governo Renzi), è schierato per il Sì? Ci può spiegare la situazione? Partito spaccato, resa dei conti o normale divisione?
La divisione c’è, è netta ed è chiaramente segnata dall’interpretazione opposta che abbiamo dato a questa revisione costituzionale. Rispetto la scelta di questi compagni ma credo che l’insieme della comunità socialista si sia orientata per il No. È un dato politico di cui si dovrà tenere conto. Il riformismo non si può accontentare di un cambiamento purchessìa ed una revisione di questo tipo diminuisce e non aumenta la sovranità dei cittadini, un socialista deve privilegiare sempre il carattere democratico delle nostre istituzioni.
Come si potrebbe cambiare secondo lei la Costituzione?
Bisogna innanzitutto convocare un’Assemblea Costituente, che risponda alla necessità di dar vita a una Costituzione che si collochi in una dimensione globale partendo dall’identificazione del confine tra sovranità nazionale inalienabile e parti di sovranità nazionale negoziabili. Che non abbia timore a promuovere l’elezione diretta del Presidente della Repubblica con un contrappeso efficace di una Camera anche ridotta nei suoi componenti.
Quale futuro vede per il Paese se vince il Sì?
Credo che il rischio maggiore sarebbe, oltre alle gravi conseguenze di un sistema mal congeniato, che Renzi in un delirio di onnipotenza manterrebbe l’Italicum e conseguentemente andando a primavera alle elezioni consegnamo l’Italia in mano a Grillo, ovvero alla improvvisazione creativa. Uno scenario abbastanza inquietante.
E se invece vince il No?
Si mette mano ad una nuova legge elettorale condivisa e si apre nella nostra parte politica una riflessione seria su come deve e può essere una sinistra moderna che intende governare nella crisi delle nostre economie sapendo difendere nell’Europa comunitaria la nostra sovranità nazionale e l’interesse generale dei lavoratori.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Se questo è un dibattito costituzionale: lo stupidario del referendum
Al voto mancano pochissime ore, ed è quindi giunto il momento di racchiudere in una antologia il “meglio” di questa campagna referendaria
DI WIL NONLEGGERLO
30 novembre 2016
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Se questo è un dibattito costituzionale: lo stupidario del referendum
Chissà cos'avrebbero detto i deputati dell'Assemblea Costituente, le donne e gli uomini che nel 1948 posero le fondamenta della nostra democrazia, dopo aver assistito a due anni di dibattiti sulla riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi. Uno spettacolo surreale, in molti casi tragicomico, serio solo a tratti, di quello che dovrebbe essere uno dei momenti più alti e delicati del vivere civile.
Abbiamo ascoltato ministri fare appello alla “molestia elettorale”, sugli autobus come al supermercato, e presidenti di regione inneggiare al clientelismo estremo, scherzando sì ma non troppo. Abbiamo assistito a sciacallaggi istituzionali di ogni tipo, persino la strumentalizzazione del terremoto che ha colpito il Centro Italia. Ci sono politici che hanno cavalcato bufale conclamate e quelli che hanno cambiato completamente verso, passando da un fronte all'altro come se nulla fosse.
Abbiamo ascoltato le ragioni di chi con un Sì ha prospettato la Disneyland delle opportunità, e chi con il No sarà subito Corea del Nord. Al voto mancano pochissime ore, ed è quindi giunto il momento di racchiudere in una antologia il “meglio” di questa campagna referendaria.
FRONTE DEL SI
Poi non lo cercate eh...
"Se votate No state difendendo la Casta: contenti voi contenti tutti. Non venite a cercarmi dopo...". (Il premier Renzi durante un comizio a Caltanissetta - 16 novembre 2016)
Molestateli
"Dobbiamo provare a convincere gli indecisi, anche quelli che non conosciamo. In fila al supermercato come negli autobus. Io dico sempre: siate educatamente molesti". (La ministra Maria Elena Boschi ad un'iniziativa del Pd a Roma in sostegno al Sì - 22 novembre 2016)
Boyscout
"Barbara, io sono un boyscout di 41 anni, non sono legato alla poltrona!". (Il premier Renzi da Barbara D'Urso, Domenica Live, Canale 5 - 27 novembre 2016)
Emozioni
"È una cosa bellissima che sta avvenendo, casa per casa, porta a porta, quando spiegate la riforma la gente cambia idea! Sono emozionato!". (Il premier Renzi durante un #MatteoRisponde su Facebook - 28 novembre 2016)
La ciccia del quesito
"Il 4 dicembre i cittadini non vanno a votare per dire 'Matteo Renzi vi è simpatico sì o no', 'Matteo Renzi è ingrassato sì o no', 'Matteo Renzi ha la cravatta brutta sì o no'". (Renzi a Porta a Porta - 24 novembre 2016)
Vacchi per il Sì
"Il 4 dicembre è più che mai necessario rinunciare al proprio 'particulare' per esprimere una scelta in grado di giovare all’intero Paese: insomma, tanto vale dirlo subito e senza troppi giri di parole, bisogna rispondere Sì al quesito referendario". (L'imprenditore Gianluca Vacchi, una delle star italiane di Instagram, su Libero - 27 novembre 2016)
No Verdini no party
"Il gruppo Ala esiste davvero: Abbiamo una sede, i gruppi parlamentari a Camera e Senato. Siamo nati per sostenere le riforme. Se noi non sosteniamo il governo, non ci sarà nessuna riforma". (Denis Verdini a Cartabianca, Rai 3 - 23 novembre 2016)
Accozzaglia
"C'è un'accozzaglia di tutti contro di me". (Renzi durante un comizio a Matera - 19 novembre 2016)
L'urlo di Tardelli
"Certo, rifarei assolutamente il mio urlo mondiale per il Sì". (Marco Tardelli a Un giorno da pecora - 21 novembre 2016)
Li vuoi gli 80 euro?
"Senza di noi al governo fine degli 80 euro". (La ministra Boschi a Porta a Porta - 18 novembre 2016)
All'insaputa dei nonnini
"Riforme, anziani portati al comizio di Alfano a loro insaputa. 'Siamo venuti perché facciamo parte di un centro anziani, ci hanno portato con i bus'...". (Fatto Quotidiano - 16 novembre 2016)
Signora basta!
"Però signora c'è un limite alla sopportazione! Ora basta! Io sono per la democrazia e perché tutti restino fino alla fine, sono anche per dire che noi non ci permettiamo di andare alle scarsissime iniziative organizzate da altri a interrompere chi sta parlando! Ci vuole rispetto di tutta la Costituzione!". (La ministra Boschi sbrocca per le continue interruzioni dei presenti, durante un evento referendario organizzato dal Pd a Zurigo - 14 novembre 2016)
Inno al clientelismo
"Il 4 dicembre ci giochiamo l’Italia, se le cose vanno male l’esito sarà imprevedibile. A me interessa che manteniamo la Campania unita sugli interessi fondamentali. In questo momento abbiamo un’interlocuzione privilegiata con il governo. Poi vi piace Renzi e non vi piace Renzi a me non me ne fotte un caXXo. Gli abbiamo chiesto 270 milioni di euro per Bagnoli e ce li ha dati. Altri 50 e ce li ha dati. Mezzo miliardo per la Terra dei fuochi e ha detto sì. Abbiamo promesse di finanziamenti per Caserta, Pompei, Ercolano, Paestum. Sono arrivati fiumi di soldi (...). Che dobbiamo chiedere di più? Dobbiamo mobilitarci, andare tutti porta a porta, per venti giorni non dovete pensare ad altro e contrastare tutti gli argomenti del No, queste puttanate che dicono sul Senato. Prendiamo Franco Alfieri, notoriamente clientelare. Come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Ecco, l’impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare il Sì. Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come caXXo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso". Risate e applausi. (Il governatore della Campania Vincenzo De Luca in un hotel di Napoli, parlando ad una platea di 300 amministratori locali chiamati alle armi per il Sì al referendum - 18 novembre 2016). Dopo l'intervento dell'Antimafia ed il fascicolo aperto dalla Procura di Napoli, De Luca ironizzerà al Tg1: "Seguiremo questa ricerca sul voto di scambio legato alle fritture di alici con grande rispetto istituzionale e curiosità intellettuale. Alla ricerca del capitone perduto".
Ghiri Gori
"Dicono... i guru hanno deciso. I guru... una volta c'era Gori... guru Gori... ghiri Gori guro gure". (Renzi alla Leopolda, 7 novembre 2016)
La profezia di Craxi
"Noi siamo già nel futuro, come Cristoforo Colombo siamo arrivati al nuovo mondo. Con il Sì che vincerà al referendum attueremo quella che è stata la profezia del compianto statista Bettino Craxi. Che, come Matteo Renzi, è socialista". (Lucio Barani, senatore craxian-verdiniano, presidente del gruppo Ala, durante una manifestazione del Comitato Liberi Sì - 5 novembre 2016)
Epic Fail Pd
"Qualcuno ha detto che eravamo pochi... ora diranno che è un fotomontaggio... tanto bugia più, bugia meno...". (La senatrice Pd Maria Spilabotte su Twitter (poi cancellerà), allegando la foto di Piazza del Popolo stracolma di gente. Peccato non fosse la foto della piazza referendaria di Renzi, bensì quella di una manifestazione in favore della libertà di stampa del 2009, contro il governo Berlusconi - 31 ottobre 2016)
Le grandi promesse
"Faccio una promessa: ora peso 102 chili ma se vince il Sì, entro domenica 11 dicembre, vi assicuro che scenderò sotto i 100". (Gennaro Migliore, sottosegretario alla Giustizia e deputato PD, a Un giorno da pecora, Radio 1 - 22 novembre 2016)
Le grandi promesse / 2
"Se vince il Sì mi metto a dieta e raggiungo i 100 chili. Ora ne peso 103...". (Giuseppe Fioroni, deputato Pd, a Un giorno da pecora, Radio 1 - 26 ottobre 2016)
Masai per il Sì
"Referendum, anche i Masai a sostegno della riforma. Il comitato 'Kenya per il Sì' ha trovato i suoi 'guardiani'. L'iniziativa è stata promossa dall'imprenditore alberghiero Pasquale Tiritò, proprietario di un lussuoso resort a sud di Malindi". (Fatto Quotidiano - 20 ottobre 2016)
Rosiconi
"Renzi è un gran Presidente del Consiglio, mentre D’Alema sta facendo la figura del grillino rosicone. È un egocentrico pazzo". (La deputata Pd Ileana Argentin a Radio Cusano Campus - 17 ottobre 2016)
C'è una bomba!
"Troppo lungo il dibattito sul referendum". Così chiama il 113 e lancia un falso allarme bomba. I carabinieri denunciano un 37enne. (La Stampa - 12 ottobre 2016)
Peggio della Brexit
"Se vince il No al referendum? Sarebbe peggio della Brexit". (Roberto Benigni intervistato da Le Iene - 5 ottobre 2016)
Malena dice Sì
"Mi piace sentirmi troia, ho sempre desiderato di esprimere il mio lato erotico, vorrei che le ragazze mi prendessero a esempio"..."Sono renziana. Renzi mi piace, ha una grande capacità di coinvolgimento, ha un grande carisma. Sono ancora delegata all’assemblea nazionale del Pd. Ho anche fatto un selfie con Renzi. Se non sono impegnata nei set voterò Sì al referendum". (Filomena Mastromarino, delegata all’Assemblea nazionale del Pd e nuova stella del porno italiano - Da un video di presentazione narrato da Libero e La Zanzara, Radio 24 - 28 settembre 2016)
Verdini
Se i voti ci sono, ci sono anche grazie a Verdini. Non la imbarazza? "E perché? Il gruppo di Verdini ha già votato le riforme al primo giro. Mi stupirei del contrario". (Il premier Renzi intervistato dal Corriere - 30 agosto 2016)
Pokemon
"In queste settimane a proposito della data del referendum costituzionale mi è parso di assistere a discussioni un po' surreali, quasi sulla scia della caccia ai Pokemon". (Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, durante la cerimonia del Ventaglio - 27 luglio 2016)
Un toccasana contro l'Isis
Boschi: "Più forti contro il terrorismo se vince il Si". (La7.it, 18 luglio 2016)
I veri partigiani
"Se al referendum vince il no, io e Matteo Renzi andremo via"..."Come direttivo nazionale, l'Anpi ha sicuramente preso una linea. Poi però ci sono molti partigiani, quelli veri, che hanno combattuto, e non quelli venuti poi, che voteranno Sì alla riforma costituzionale". (La ministra Boschi a In mezz'ora, Rai 3 - 22 maggio 2016)
Una puttanata
"Questa riforma è una puttanata, mi fa schifo, ma voterò Sì". (Massimo Cacciari a Otto e mezzo, La7 - 10 maggio 2016)
Con che faccia rimane?
"Se io perdo sul referendum, con che faccia rimango? Non è che vado a casa, smetto proprio di fare politica. E questa non è personalizzazione del referendum, ma serietà!". (Il premier Renzi a Che tempo che fa, Rai 3 - 8 maggio 2016)
Come Casa Pound
"Sappiamo che parte della sinistra non voterà le riforme costituzionali e si porranno sullo stesso piano di Casa Pound: e noi con Casa Pound non votiamo". (La stoccata della ministra Boschi alla minoranza dem, da Desenzano del Garda - 7 maggio 2016)
FRONTE DEL NO
Scrofe
"Renzi ha una paura fottuta del voto. Si comporta come una scrofa ferita". (Il leader 5 Stelle Beppe Grillo sul proprio blog - 22 novembre 2016)
I killer del Sì
"Qui siamo oltre la dittatura, perché se fosse una dittatura e si facesse riconoscere, un Pinochet, un generale con le medaglie che dice ‘Sono un dittatore’, allora uno si organizza, va in clandestinità, fa il Carbonaro, reagisce (...). Questi sono serial killer, avete davanti i serial killer del futuro dei vostri figli". (Video-appello di Beppe Grillo - 21 novembre 2016)
Bella gente
"Forza Trump! Forza Putin! Forza Marine Le Pen! E forza voi, diamoci una mano a cambiare la storia anche nel nostro Paese". (L'appello del leader leghista Matteo Salvini su Facebook - 20 novembre 2016)
Lapo per il Sì
"LAPO Elkann quindici giorni fa: 'Sono orgoglioso che l'Italia abbia un premier giovane come Renzi, che sta facendo il massimo. Io sono per il cambiamento, ma temo che purtroppo vincerà il No'. Già, LAPO Elkann voterà SÌ al referendum. Sempre che, poverino, lo liberino e rientri in Italia in tempo per votare....... Alla faccia di Lapo #iovotono". (Salvini cavalca l'ultimo scandalo di casa Agnelli, e non sarà il solo - Facebook, 29 novembre 2016)
Amici di Matteo
"I Marchionne e gli Elkan sono amici di @matteorenzi e votano Sì. #IoVotoNO". (Il vice presidente del Senato Gasparri su Twitter - 29 novembre 2016)
Genitore 1/2
"Care Mamme Italiane, volete essere chiamate "genitore 1/2" invece di "Mamma"?
Cari Papà Italiani, volete essere chiamati "genitore 1/2" invece di "Papà"?
Se NON VOLETE essere chiamati così, VOTATE NO il 4 dicembre!". (Tony Iwoby, responsabile federale Dipartimento Sicurezza e Immigrazione della Lega Nord, su Facebook - 25 novembre 2016)
Ricorda qualcuno
"Siamo qui per far vincere il No. E vinceremo!". (Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria, su Twitter - 18 novembre 2016)
Metafore
"Dobbiamo tirare fuori il nostro scettro del No e sbatterglielo in faccia!". (Beppe Grillo durante una passeggiata per il No a Roma - 26 novembre 2016)
Ocio alle bombe
"State lontani dalle camionette! La settimana prima di un #referendum importante in cui il governo va sotto di 6 punti può accadere che il destino delle genti italiche possa essere indirizzato da una #bomba o una #bombetta". (Il senatore Gal Bartolomeo Pepe su Twitter - 27 novembre 2016)
Salvini in Russia
"Disavventura per Matteo Salvini in Russia: fermato (e poi rilasciato) per uno striscione contro Renzi. Il leader della Lega è stato avvicinato da due agenti dopo aver esposto un manifesto per il No al Referendum, insieme alla maglia del Milan". (TgCom24 - 18 novembre 2016)
Epic fail grammaticale
"Perché se si sarebbe voluto dire che i cittadini eleggono i senatori...". (Stefano Fassina, deputato di Sinistra Italia, a Porta a Porta - 17 novembre 2016)
Dylan vota No
"E niente, alla fine anche Bob Dylan ha detto #NO. Dire NO nel 2016 è cool e da vincenti! #iodicoNO". (Carlo Sibilia, onorevole 5 Stelle, su Twitter, dopo il Nobel non ritirato dal cantautore americano - 16 novembre 2016)
Ciao Pier
"Sono le tre del pomeriggio, dall’Aula sbuca Alessandro Di Battista e si ferma a omaggiare Bersani: 'Ciao Pier Luigi, noi ci stiamo facendo un mazzo così per il No! Di più non si può fare, davvero'. Bersani ringrazia la 'star' del M5S con una pacca sulla spalla". (Corriere della Sera, 16 novembre 2016)
Gente che ferma l'auto in corsa
"Non mi era mai capitato che la gente uscisse dai negozi o fermasse auto in corsa pur di avere un volantino. #iodicoNO. #irpinia #sannio". (Carlo Sibilia su Twitter - 14 novembre 2016)
Il culo
"Renzi sulla riforma ci ha messo la faccia e pure il culo: ora li rischia entrambi". (Beppe Grillo - 13 novembre 2016)
Studi brussellesi
"Dopo il referendum ho intenzione di tornare ai miei studi brussellesi". (Massimo D'Alema al Corriere - 12 novembre 2016)
Parafrasando Madonna
"Vendola: 'Se vince il Sì faccio un po**ino a tutti'. (Il fotomontaggio rilanciato su Facebook da Chef Rubio. Vendola non ha mai pronunciato tali parole, naturalmente - 10 novembre 2016)
Definizioni
"Questa è una schiforma". (Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia - 2 novembre 2016)
Caravaggio per il No
"Anche Cecco del Caravaggio 'invita' a votare NO al #ReferendumCostituzionale del #4dicembre e a cacciare dal tempio della democrazia italiana la finanza internazionale, i grandi banchieri, i palazzinari e una classe politica degenerata. Ascoltate le parole dello storico d'arte Tomaso Montanari... #IoDicoNo #IoVotoNO". (Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare M5s, su Facebook - 1 novembre 2016)
Terrorismi
"Italiani! Votate Sì e vi requisiranno le seconde case per darle ai profughi!". (L'onorevole di Forza Italia Daniela Santanchè a Dalla vostra parte, Rete 4 - 1 novembre 2016)
Sciacallaggi
"È morta Tina Anselmi. Una donna veneta, la prima donna ministro in Italia. Io la ricordo per la sua dura battaglia contro la loggia massonica P2. Oggi, 35 anni dopo, il piano antidemocratico della P2 che lei ha tentato di smantellare sta per essere portato avanti da Matteo Renzi, attraverso la sua riforma della Costituzione. Faremo di tutto per impedirlo, seguendo il suo esempio e votando NO al referendum!". (Jacopo Berti, consigliere regionale veneto M5s, su Facebook - 1 novembre 2016)
Le grandi avventure dell'onorevole 5 Stelle
"Questa mattina mi sono svegliato, allenato, docciato, vestito e sono sceso di casa, sono andato in libreria e... HO INCONTRATO LA MINISTRA MADIA...
La guardo e vedo dietro di lei il libro "Perché no" di Marco Travaglio e Silvia Truzzi ed io: "Ma lei è la ministra MADIA???"
Lei: "Sì sono io..." (e sorride...)
io: "Quindi anche lei al referendum voterà NO, giusto?"
lei: "No io voterò sì"
io: "Eh no, cioè sì che voterà, no?"
lei: "Ma chi è lei?"
io: "un parlamentare alla Camera del M5S!" (e sorride...)
Ps: ASPETTIAMO solo il 4 dicembre, attendiamo SOLO il 4 dicembre". (Matteo Dall'Osso, on. M5s, su Facebook - 31 ottobre 2016)
"Non compro niente"
"Riforme, a Roma Fassina fa campagna per il No porta a porta, ma viene preso per un ambulante". (Fatto Quotidiano - 25 ottobre 2016)
Sciacallaggio sismico
"A Roma due forti scosse di #terremoto in due ore. Il Senato ha retto benissimo. Reggerà anche alla deforma di Renzi. #IoVotoNo". (Andrea Cioffi, senatore M5s, appena dopo le prime scosse di terremoto. Poi cancellerà il tweet - 25 ottobre 2016)
C'è Salvini, un cittadino danese ed il Vaticano
"Essere in aeroporto a Bruxelles, vedersi avvicinare un signore sui 40 che ti guarda e ti dice, in un buon italiano: 'Lei è Salvini, vero? Non voglio disturbarla, voglio solo farle i complimenti. Io vivo da vent'anni in Danimarca, ogni tanto vengo in Italia perché si sta benissimo ma non tornerei a viverci, troppo casino, poco lavoro, troppi immigrati. Avete ragione voi della Lega, magari la gente oggi ha un po' paura a riconoscerlo, dipende anche dal Vaticano, ma non mollate, avete ragione voi. Ah, mi è arrivata a casa la scheda del Referendum. Renzi non mi piace, io voterò No. Buona giornata'. Buona giornata a te Amico, e grazie". (Matteo Salvini su Facebook - 25 ottobre 2016)
Un impegno concreto
Riforme, anche l'Italia ha la sua Madonna, ecco la proposta dell'attrice Paula Saulino: "Sesso orale a chi voterà No". (Il Giornale - 23 ottobre 2016)
D'Alema e gli anziani
"Prevalentemente voteranno Sì soltanto le persone molto anziane. Forse perché gli anziani hanno maggiori difficoltà a comprendere il contenuto di questa riforma sbagliata". (Massimo D'Alema durante un convegno Verbania - 22 ottobre 2016)
Parola di Povia
"Ascoltate i motivi del No alla riforma spiegati in modo semplice da Povia". (Vincenzo Maurizio Stantangelo, senatore M5s, su Twitter - 21 ottobre 2016)
Razzi vs. Obama
"Obama appoggia Renzi sul referendum? Caro presidente americano, questa cosa non si può fare. Ue can nou, presidente, glielo dico pure in abruzzese, nun se po' fa'... Barack ora capirà". (Il senatore di Forza Italia Antonio Razzi a Tagadà, La7 - 20 ottobre 2016)
Obama porta jella
"Renzi gioisce per il Sì di Obama. Qualcuno gli dica che l'endorsement del presidente Usa porta sfiga. Brexit insegna...". (Renato Brunetta su Twitter - 19 ottobre 2016)
Obama chi?
"Le parole di Obama su referendum? Io dico: ma chi sei? Ma l'hai letta la riforma? Obama fatti gli affari tuoi! Hai già fatto casini in mezzo mondo e ora vieni a dire a noi italiani come votare?!". (Salvini a Un giorno da pecora, Radio 1, 20 settembre 2016)
Silvio è morto, anzi no
"Ho sentito Berlusconi due giorni fa è morto ha detto di impegnarmi al massimo con iniziative per il NO al referendum"..."Colpa del correttore gufo, Silvio è vivo e lotta insieme a noi!" (La deputata forzista Laura Ravetto, su Twitter - 18 ottobre 2016)
Il fido Sogno per il No
"Sogno è il primo cane che entra in Parlamento. È in missione per dire che la vera riforma è quella per la difesa dell'ambiente e degli animali". (L'onorevole forzista Michela Vittoria Brambilla in una storica conferenza stampa alla Camera - 18 ottobre 2016)
Appello in rima baciata
"Su votiamo tutti No: alla truffa non ci sto.
Renzi è chiaro che assai mente, l'ha capito anche la gente.
Lascia lui bicamerale un sistema che va male.
Resterà pure il Senato, fanno fuor l'elettorato.
Nominati i senatori, chiuse le urne agli elettori.
All'articolo settanta, confusione ce n'è tanta.
Caos, dissensi, mille liti sono certo garantiti.
Resteran poi le tenzoni tra lo Stato e le Regioni.
La riforma va bocciata, rifiutiam sta cavolata.
Meglio il presidenzialismo che di Renzi il dirigismo.
Noi vogliamo gli elettori, Renzi invece li fa fuori.
Noi vogliam la libertà, Renzi mai ci batterà". (Maurizio Gasparri a Un giorno da pecora, Radio 1 - 17 ottobre 2016)
Un mese dopo Gasparri ci riprova
"Su votiamo tutti NO. All'imbroglio mi opporrò.
Disse Renzi: se sconfitto torno a casa e resto zitto.
Va in tv, urla e promette, ma si trova nelle strette.
Previsioni molto tristi per lui fanno i sondaggisti.
Noi del no non ci fidiamo e per questo non molliamo.
Vai a votare e vota no se vuoi dir 'io non ci sto'.
Renzi il popolo cancella, altro che riforma snella.
Gli elettori ha depennati, vuole solo nominati.
Se sconfitto vada via. Questa è la democrazia!". (Il vice presidente del Senato a Un giorno da pecora, Radio 1 - 21 novembre 2016)
La bufala D'Alessio
"Se passa il No Gigi D’Alessio non canterà più. Io penso che se questo è il livello dei testimonial che ha il Si, noi siamo sulla strada giusta". (Luca Zaia, presidente di Regione Veneto, abboccando ad una bufala - 13 ottobre 2016)
Votare col culo
"Il secondo cervello sta nella pancia, e voi dovete votare con l’intestino, senza cagarvi addosso". (Beppe Grillo - 10 ottobre 2016).
Pinochet il venezuelano
"Il referendum Renzi lo sta trasformando in un voto su se stesso, ha occupato con arroganza la cosa pubblica, come ai tempi di Pinochet in Venezuela. E sappiamo come è finita". (L'epic fail del vice presidente della Camera Luigi Di Maio, su Facebook, che confonde Venezuela e Cile - 13 settembre 2016)
Silvio contro il regime
"Se vince il Sì andremo verso una deriva autoritaria senza fine, siamo a rischio regime". (Silvio Berlusconi durante un comizio a Napoli - 27 maggio 2016)
Modello Erdogan
"Con questa riforma potrebbe venire fuori un Erdogan che usa gli strumenti che abbiamo messo in piedi per fare quello che sta facendo ora il presidente turco nel suo Paese". (Lorenzo Cesa, presidente Udc - 19 luglio 2016)
Come l'Urss
"Oramai siamo all'epurazione. Anche il Governo Renzi, come i migliori regimi sovietici, toglie di mezzo l'informazione che ritiene scomoda. Questo è solo l'inizio del controllo militare da parte di Renzi: si inizia con la Rai (caso Porro, ndr) e continuerà con il Parlamento se passa la riforma costituzionale". (Daniela Santanchè, onorevole di Forza Italia ed ex fervente sostenitrice della riforma - 11 maggio 2016)
Er Senato
"A lo sa che io quanno so’ arrivata qua me la so’ studiata tutta la Costituzione? Cioè, no, capito? Io me so’ voluta fa’ trovà preparata. E questi invece mo’ ce chiudeno er Senato...". (La senatrice 5 Stelle Paola Taverna ad un giornalista del Foglio, tra i corridoi di Palazzo Madama, Corriere - 21 gennaio 2016)
Poesia per Matteo
"Di anni ne fai 41, presto tornerai un nessuno. Non è certo una goduria sprofondare nell'Etruria. Dice a Renzi anche Zalone: fai riforme da imbroglione". (La dedica del vice presidente del Senato Gasparri a Renzi per i suoi 41 anni, Un giorno da pecora, Radio 1 - 11 gennaio 2016)
Cosa diceva Schifani
"Si tratta di una riforma che avvicina l’Italia alle grandi democrazie europee". (Il senatore forzista, ai tempi dell'Ncd, al Giornale di Sicilia. Dopo aver votato per tre volte la riforma, oggi guida il fronte del No - 18 gennaio 2016)
Quagliariello cambia verso
"Signor presidente, mi consenta una citazione pop: se prima eravamo in due a ballare l’Hully Gully, adesso siamo in quattro a ballare l’Hully Gully". (Il parlamentare di Area Popolare interviene in Senato rivendicando il lavoro svolto dal proprio gruppo sulla riforma. Oggi Quagliariello ha cambiato idea, e si batte energicamente per il No - 13 ottobre 2015)
Di fascismi e giravolte
"Stiamo creando il presupposto per un possibile ritorno del fascismo", "la riforma è una cagata pazzesca". (Il vice presidente del Senato Calderoli è il padre del Porcellum ed ha contribuito alla scrittura della riforma che ora combatte - 17 settembre 2015 e 29 maggio 2016)
Quando Forza Italia battagliava (e votava) per il Sì
"Questa riforma porta due firme, quella di Matteo Renzi e quella di Silvio Berlusconi. Stiamo indicando una strada attraverso cui riusciremo davvero a rendere la democrazia italiana più matura, più efficiente, più europea. Noi di Forza Italia ci saremo; Silvio Berlusconi ci sarà". (Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato, in aula. Oggi si batte per il No - 8 agosto 2014)
Lo sbarco sulla luna
"Oggi si festeggia l'anniversario dello sbarco sulla luna. Dopo 43 anni ancora nessuno se la sente di dire che era una farsa...". "Scusate. Rettifico. Siamo andati sulla luna, Berlusconi è onesto, la riforma del Senato è cosa buona e giusta e Repubblica è un giornale". (Carlo Sibilia, onorevole M5s, su Twitter - 20 luglio 2014)
Renzi e l'autismo
"Matteo è un ragazzino autistico che vorresti proteggere, perché tante cose non le sa...". (Corradino Mineo da senatore Pd (ora al Misto) in tema di riforma costituzionale - 13 giugno 2014)
Definizioni
"Questa è una riforma prostituzionale!". (Enza Blundo, da portavoce 5 Stelle al Senato, durante un intervento in aula - 14 luglio 2014).
Al voto mancano pochissime ore, ed è quindi giunto il momento di racchiudere in una antologia il “meglio” di questa campagna referendaria
DI WIL NONLEGGERLO
30 novembre 2016
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Se questo è un dibattito costituzionale: lo stupidario del referendum
Chissà cos'avrebbero detto i deputati dell'Assemblea Costituente, le donne e gli uomini che nel 1948 posero le fondamenta della nostra democrazia, dopo aver assistito a due anni di dibattiti sulla riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi. Uno spettacolo surreale, in molti casi tragicomico, serio solo a tratti, di quello che dovrebbe essere uno dei momenti più alti e delicati del vivere civile.
Abbiamo ascoltato ministri fare appello alla “molestia elettorale”, sugli autobus come al supermercato, e presidenti di regione inneggiare al clientelismo estremo, scherzando sì ma non troppo. Abbiamo assistito a sciacallaggi istituzionali di ogni tipo, persino la strumentalizzazione del terremoto che ha colpito il Centro Italia. Ci sono politici che hanno cavalcato bufale conclamate e quelli che hanno cambiato completamente verso, passando da un fronte all'altro come se nulla fosse.
Abbiamo ascoltato le ragioni di chi con un Sì ha prospettato la Disneyland delle opportunità, e chi con il No sarà subito Corea del Nord. Al voto mancano pochissime ore, ed è quindi giunto il momento di racchiudere in una antologia il “meglio” di questa campagna referendaria.
FRONTE DEL SI
Poi non lo cercate eh...
"Se votate No state difendendo la Casta: contenti voi contenti tutti. Non venite a cercarmi dopo...". (Il premier Renzi durante un comizio a Caltanissetta - 16 novembre 2016)
Molestateli
"Dobbiamo provare a convincere gli indecisi, anche quelli che non conosciamo. In fila al supermercato come negli autobus. Io dico sempre: siate educatamente molesti". (La ministra Maria Elena Boschi ad un'iniziativa del Pd a Roma in sostegno al Sì - 22 novembre 2016)
Boyscout
"Barbara, io sono un boyscout di 41 anni, non sono legato alla poltrona!". (Il premier Renzi da Barbara D'Urso, Domenica Live, Canale 5 - 27 novembre 2016)
Emozioni
"È una cosa bellissima che sta avvenendo, casa per casa, porta a porta, quando spiegate la riforma la gente cambia idea! Sono emozionato!". (Il premier Renzi durante un #MatteoRisponde su Facebook - 28 novembre 2016)
La ciccia del quesito
"Il 4 dicembre i cittadini non vanno a votare per dire 'Matteo Renzi vi è simpatico sì o no', 'Matteo Renzi è ingrassato sì o no', 'Matteo Renzi ha la cravatta brutta sì o no'". (Renzi a Porta a Porta - 24 novembre 2016)
Vacchi per il Sì
"Il 4 dicembre è più che mai necessario rinunciare al proprio 'particulare' per esprimere una scelta in grado di giovare all’intero Paese: insomma, tanto vale dirlo subito e senza troppi giri di parole, bisogna rispondere Sì al quesito referendario". (L'imprenditore Gianluca Vacchi, una delle star italiane di Instagram, su Libero - 27 novembre 2016)
No Verdini no party
"Il gruppo Ala esiste davvero: Abbiamo una sede, i gruppi parlamentari a Camera e Senato. Siamo nati per sostenere le riforme. Se noi non sosteniamo il governo, non ci sarà nessuna riforma". (Denis Verdini a Cartabianca, Rai 3 - 23 novembre 2016)
Accozzaglia
"C'è un'accozzaglia di tutti contro di me". (Renzi durante un comizio a Matera - 19 novembre 2016)
L'urlo di Tardelli
"Certo, rifarei assolutamente il mio urlo mondiale per il Sì". (Marco Tardelli a Un giorno da pecora - 21 novembre 2016)
Li vuoi gli 80 euro?
"Senza di noi al governo fine degli 80 euro". (La ministra Boschi a Porta a Porta - 18 novembre 2016)
All'insaputa dei nonnini
"Riforme, anziani portati al comizio di Alfano a loro insaputa. 'Siamo venuti perché facciamo parte di un centro anziani, ci hanno portato con i bus'...". (Fatto Quotidiano - 16 novembre 2016)
Signora basta!
"Però signora c'è un limite alla sopportazione! Ora basta! Io sono per la democrazia e perché tutti restino fino alla fine, sono anche per dire che noi non ci permettiamo di andare alle scarsissime iniziative organizzate da altri a interrompere chi sta parlando! Ci vuole rispetto di tutta la Costituzione!". (La ministra Boschi sbrocca per le continue interruzioni dei presenti, durante un evento referendario organizzato dal Pd a Zurigo - 14 novembre 2016)
Inno al clientelismo
"Il 4 dicembre ci giochiamo l’Italia, se le cose vanno male l’esito sarà imprevedibile. A me interessa che manteniamo la Campania unita sugli interessi fondamentali. In questo momento abbiamo un’interlocuzione privilegiata con il governo. Poi vi piace Renzi e non vi piace Renzi a me non me ne fotte un caXXo. Gli abbiamo chiesto 270 milioni di euro per Bagnoli e ce li ha dati. Altri 50 e ce li ha dati. Mezzo miliardo per la Terra dei fuochi e ha detto sì. Abbiamo promesse di finanziamenti per Caserta, Pompei, Ercolano, Paestum. Sono arrivati fiumi di soldi (...). Che dobbiamo chiedere di più? Dobbiamo mobilitarci, andare tutti porta a porta, per venti giorni non dovete pensare ad altro e contrastare tutti gli argomenti del No, queste puttanate che dicono sul Senato. Prendiamo Franco Alfieri, notoriamente clientelare. Come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Ecco, l’impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare il Sì. Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come caXXo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso". Risate e applausi. (Il governatore della Campania Vincenzo De Luca in un hotel di Napoli, parlando ad una platea di 300 amministratori locali chiamati alle armi per il Sì al referendum - 18 novembre 2016). Dopo l'intervento dell'Antimafia ed il fascicolo aperto dalla Procura di Napoli, De Luca ironizzerà al Tg1: "Seguiremo questa ricerca sul voto di scambio legato alle fritture di alici con grande rispetto istituzionale e curiosità intellettuale. Alla ricerca del capitone perduto".
Ghiri Gori
"Dicono... i guru hanno deciso. I guru... una volta c'era Gori... guru Gori... ghiri Gori guro gure". (Renzi alla Leopolda, 7 novembre 2016)
La profezia di Craxi
"Noi siamo già nel futuro, come Cristoforo Colombo siamo arrivati al nuovo mondo. Con il Sì che vincerà al referendum attueremo quella che è stata la profezia del compianto statista Bettino Craxi. Che, come Matteo Renzi, è socialista". (Lucio Barani, senatore craxian-verdiniano, presidente del gruppo Ala, durante una manifestazione del Comitato Liberi Sì - 5 novembre 2016)
Epic Fail Pd
"Qualcuno ha detto che eravamo pochi... ora diranno che è un fotomontaggio... tanto bugia più, bugia meno...". (La senatrice Pd Maria Spilabotte su Twitter (poi cancellerà), allegando la foto di Piazza del Popolo stracolma di gente. Peccato non fosse la foto della piazza referendaria di Renzi, bensì quella di una manifestazione in favore della libertà di stampa del 2009, contro il governo Berlusconi - 31 ottobre 2016)
Le grandi promesse
"Faccio una promessa: ora peso 102 chili ma se vince il Sì, entro domenica 11 dicembre, vi assicuro che scenderò sotto i 100". (Gennaro Migliore, sottosegretario alla Giustizia e deputato PD, a Un giorno da pecora, Radio 1 - 22 novembre 2016)
Le grandi promesse / 2
"Se vince il Sì mi metto a dieta e raggiungo i 100 chili. Ora ne peso 103...". (Giuseppe Fioroni, deputato Pd, a Un giorno da pecora, Radio 1 - 26 ottobre 2016)
Masai per il Sì
"Referendum, anche i Masai a sostegno della riforma. Il comitato 'Kenya per il Sì' ha trovato i suoi 'guardiani'. L'iniziativa è stata promossa dall'imprenditore alberghiero Pasquale Tiritò, proprietario di un lussuoso resort a sud di Malindi". (Fatto Quotidiano - 20 ottobre 2016)
Rosiconi
"Renzi è un gran Presidente del Consiglio, mentre D’Alema sta facendo la figura del grillino rosicone. È un egocentrico pazzo". (La deputata Pd Ileana Argentin a Radio Cusano Campus - 17 ottobre 2016)
C'è una bomba!
"Troppo lungo il dibattito sul referendum". Così chiama il 113 e lancia un falso allarme bomba. I carabinieri denunciano un 37enne. (La Stampa - 12 ottobre 2016)
Peggio della Brexit
"Se vince il No al referendum? Sarebbe peggio della Brexit". (Roberto Benigni intervistato da Le Iene - 5 ottobre 2016)
Malena dice Sì
"Mi piace sentirmi troia, ho sempre desiderato di esprimere il mio lato erotico, vorrei che le ragazze mi prendessero a esempio"..."Sono renziana. Renzi mi piace, ha una grande capacità di coinvolgimento, ha un grande carisma. Sono ancora delegata all’assemblea nazionale del Pd. Ho anche fatto un selfie con Renzi. Se non sono impegnata nei set voterò Sì al referendum". (Filomena Mastromarino, delegata all’Assemblea nazionale del Pd e nuova stella del porno italiano - Da un video di presentazione narrato da Libero e La Zanzara, Radio 24 - 28 settembre 2016)
Verdini
Se i voti ci sono, ci sono anche grazie a Verdini. Non la imbarazza? "E perché? Il gruppo di Verdini ha già votato le riforme al primo giro. Mi stupirei del contrario". (Il premier Renzi intervistato dal Corriere - 30 agosto 2016)
Pokemon
"In queste settimane a proposito della data del referendum costituzionale mi è parso di assistere a discussioni un po' surreali, quasi sulla scia della caccia ai Pokemon". (Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, durante la cerimonia del Ventaglio - 27 luglio 2016)
Un toccasana contro l'Isis
Boschi: "Più forti contro il terrorismo se vince il Si". (La7.it, 18 luglio 2016)
I veri partigiani
"Se al referendum vince il no, io e Matteo Renzi andremo via"..."Come direttivo nazionale, l'Anpi ha sicuramente preso una linea. Poi però ci sono molti partigiani, quelli veri, che hanno combattuto, e non quelli venuti poi, che voteranno Sì alla riforma costituzionale". (La ministra Boschi a In mezz'ora, Rai 3 - 22 maggio 2016)
Una puttanata
"Questa riforma è una puttanata, mi fa schifo, ma voterò Sì". (Massimo Cacciari a Otto e mezzo, La7 - 10 maggio 2016)
Con che faccia rimane?
"Se io perdo sul referendum, con che faccia rimango? Non è che vado a casa, smetto proprio di fare politica. E questa non è personalizzazione del referendum, ma serietà!". (Il premier Renzi a Che tempo che fa, Rai 3 - 8 maggio 2016)
Come Casa Pound
"Sappiamo che parte della sinistra non voterà le riforme costituzionali e si porranno sullo stesso piano di Casa Pound: e noi con Casa Pound non votiamo". (La stoccata della ministra Boschi alla minoranza dem, da Desenzano del Garda - 7 maggio 2016)
FRONTE DEL NO
Scrofe
"Renzi ha una paura fottuta del voto. Si comporta come una scrofa ferita". (Il leader 5 Stelle Beppe Grillo sul proprio blog - 22 novembre 2016)
I killer del Sì
"Qui siamo oltre la dittatura, perché se fosse una dittatura e si facesse riconoscere, un Pinochet, un generale con le medaglie che dice ‘Sono un dittatore’, allora uno si organizza, va in clandestinità, fa il Carbonaro, reagisce (...). Questi sono serial killer, avete davanti i serial killer del futuro dei vostri figli". (Video-appello di Beppe Grillo - 21 novembre 2016)
Bella gente
"Forza Trump! Forza Putin! Forza Marine Le Pen! E forza voi, diamoci una mano a cambiare la storia anche nel nostro Paese". (L'appello del leader leghista Matteo Salvini su Facebook - 20 novembre 2016)
Lapo per il Sì
"LAPO Elkann quindici giorni fa: 'Sono orgoglioso che l'Italia abbia un premier giovane come Renzi, che sta facendo il massimo. Io sono per il cambiamento, ma temo che purtroppo vincerà il No'. Già, LAPO Elkann voterà SÌ al referendum. Sempre che, poverino, lo liberino e rientri in Italia in tempo per votare....... Alla faccia di Lapo #iovotono". (Salvini cavalca l'ultimo scandalo di casa Agnelli, e non sarà il solo - Facebook, 29 novembre 2016)
Amici di Matteo
"I Marchionne e gli Elkan sono amici di @matteorenzi e votano Sì. #IoVotoNO". (Il vice presidente del Senato Gasparri su Twitter - 29 novembre 2016)
Genitore 1/2
"Care Mamme Italiane, volete essere chiamate "genitore 1/2" invece di "Mamma"?
Cari Papà Italiani, volete essere chiamati "genitore 1/2" invece di "Papà"?
Se NON VOLETE essere chiamati così, VOTATE NO il 4 dicembre!". (Tony Iwoby, responsabile federale Dipartimento Sicurezza e Immigrazione della Lega Nord, su Facebook - 25 novembre 2016)
Ricorda qualcuno
"Siamo qui per far vincere il No. E vinceremo!". (Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria, su Twitter - 18 novembre 2016)
Metafore
"Dobbiamo tirare fuori il nostro scettro del No e sbatterglielo in faccia!". (Beppe Grillo durante una passeggiata per il No a Roma - 26 novembre 2016)
Ocio alle bombe
"State lontani dalle camionette! La settimana prima di un #referendum importante in cui il governo va sotto di 6 punti può accadere che il destino delle genti italiche possa essere indirizzato da una #bomba o una #bombetta". (Il senatore Gal Bartolomeo Pepe su Twitter - 27 novembre 2016)
Salvini in Russia
"Disavventura per Matteo Salvini in Russia: fermato (e poi rilasciato) per uno striscione contro Renzi. Il leader della Lega è stato avvicinato da due agenti dopo aver esposto un manifesto per il No al Referendum, insieme alla maglia del Milan". (TgCom24 - 18 novembre 2016)
Epic fail grammaticale
"Perché se si sarebbe voluto dire che i cittadini eleggono i senatori...". (Stefano Fassina, deputato di Sinistra Italia, a Porta a Porta - 17 novembre 2016)
Dylan vota No
"E niente, alla fine anche Bob Dylan ha detto #NO. Dire NO nel 2016 è cool e da vincenti! #iodicoNO". (Carlo Sibilia, onorevole 5 Stelle, su Twitter, dopo il Nobel non ritirato dal cantautore americano - 16 novembre 2016)
Ciao Pier
"Sono le tre del pomeriggio, dall’Aula sbuca Alessandro Di Battista e si ferma a omaggiare Bersani: 'Ciao Pier Luigi, noi ci stiamo facendo un mazzo così per il No! Di più non si può fare, davvero'. Bersani ringrazia la 'star' del M5S con una pacca sulla spalla". (Corriere della Sera, 16 novembre 2016)
Gente che ferma l'auto in corsa
"Non mi era mai capitato che la gente uscisse dai negozi o fermasse auto in corsa pur di avere un volantino. #iodicoNO. #irpinia #sannio". (Carlo Sibilia su Twitter - 14 novembre 2016)
Il culo
"Renzi sulla riforma ci ha messo la faccia e pure il culo: ora li rischia entrambi". (Beppe Grillo - 13 novembre 2016)
Studi brussellesi
"Dopo il referendum ho intenzione di tornare ai miei studi brussellesi". (Massimo D'Alema al Corriere - 12 novembre 2016)
Parafrasando Madonna
"Vendola: 'Se vince il Sì faccio un po**ino a tutti'. (Il fotomontaggio rilanciato su Facebook da Chef Rubio. Vendola non ha mai pronunciato tali parole, naturalmente - 10 novembre 2016)
Definizioni
"Questa è una schiforma". (Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia - 2 novembre 2016)
Caravaggio per il No
"Anche Cecco del Caravaggio 'invita' a votare NO al #ReferendumCostituzionale del #4dicembre e a cacciare dal tempio della democrazia italiana la finanza internazionale, i grandi banchieri, i palazzinari e una classe politica degenerata. Ascoltate le parole dello storico d'arte Tomaso Montanari... #IoDicoNo #IoVotoNO". (Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare M5s, su Facebook - 1 novembre 2016)
Terrorismi
"Italiani! Votate Sì e vi requisiranno le seconde case per darle ai profughi!". (L'onorevole di Forza Italia Daniela Santanchè a Dalla vostra parte, Rete 4 - 1 novembre 2016)
Sciacallaggi
"È morta Tina Anselmi. Una donna veneta, la prima donna ministro in Italia. Io la ricordo per la sua dura battaglia contro la loggia massonica P2. Oggi, 35 anni dopo, il piano antidemocratico della P2 che lei ha tentato di smantellare sta per essere portato avanti da Matteo Renzi, attraverso la sua riforma della Costituzione. Faremo di tutto per impedirlo, seguendo il suo esempio e votando NO al referendum!". (Jacopo Berti, consigliere regionale veneto M5s, su Facebook - 1 novembre 2016)
Le grandi avventure dell'onorevole 5 Stelle
"Questa mattina mi sono svegliato, allenato, docciato, vestito e sono sceso di casa, sono andato in libreria e... HO INCONTRATO LA MINISTRA MADIA...
La guardo e vedo dietro di lei il libro "Perché no" di Marco Travaglio e Silvia Truzzi ed io: "Ma lei è la ministra MADIA???"
Lei: "Sì sono io..." (e sorride...)
io: "Quindi anche lei al referendum voterà NO, giusto?"
lei: "No io voterò sì"
io: "Eh no, cioè sì che voterà, no?"
lei: "Ma chi è lei?"
io: "un parlamentare alla Camera del M5S!" (e sorride...)
Ps: ASPETTIAMO solo il 4 dicembre, attendiamo SOLO il 4 dicembre". (Matteo Dall'Osso, on. M5s, su Facebook - 31 ottobre 2016)
"Non compro niente"
"Riforme, a Roma Fassina fa campagna per il No porta a porta, ma viene preso per un ambulante". (Fatto Quotidiano - 25 ottobre 2016)
Sciacallaggio sismico
"A Roma due forti scosse di #terremoto in due ore. Il Senato ha retto benissimo. Reggerà anche alla deforma di Renzi. #IoVotoNo". (Andrea Cioffi, senatore M5s, appena dopo le prime scosse di terremoto. Poi cancellerà il tweet - 25 ottobre 2016)
C'è Salvini, un cittadino danese ed il Vaticano
"Essere in aeroporto a Bruxelles, vedersi avvicinare un signore sui 40 che ti guarda e ti dice, in un buon italiano: 'Lei è Salvini, vero? Non voglio disturbarla, voglio solo farle i complimenti. Io vivo da vent'anni in Danimarca, ogni tanto vengo in Italia perché si sta benissimo ma non tornerei a viverci, troppo casino, poco lavoro, troppi immigrati. Avete ragione voi della Lega, magari la gente oggi ha un po' paura a riconoscerlo, dipende anche dal Vaticano, ma non mollate, avete ragione voi. Ah, mi è arrivata a casa la scheda del Referendum. Renzi non mi piace, io voterò No. Buona giornata'. Buona giornata a te Amico, e grazie". (Matteo Salvini su Facebook - 25 ottobre 2016)
Un impegno concreto
Riforme, anche l'Italia ha la sua Madonna, ecco la proposta dell'attrice Paula Saulino: "Sesso orale a chi voterà No". (Il Giornale - 23 ottobre 2016)
D'Alema e gli anziani
"Prevalentemente voteranno Sì soltanto le persone molto anziane. Forse perché gli anziani hanno maggiori difficoltà a comprendere il contenuto di questa riforma sbagliata". (Massimo D'Alema durante un convegno Verbania - 22 ottobre 2016)
Parola di Povia
"Ascoltate i motivi del No alla riforma spiegati in modo semplice da Povia". (Vincenzo Maurizio Stantangelo, senatore M5s, su Twitter - 21 ottobre 2016)
Razzi vs. Obama
"Obama appoggia Renzi sul referendum? Caro presidente americano, questa cosa non si può fare. Ue can nou, presidente, glielo dico pure in abruzzese, nun se po' fa'... Barack ora capirà". (Il senatore di Forza Italia Antonio Razzi a Tagadà, La7 - 20 ottobre 2016)
Obama porta jella
"Renzi gioisce per il Sì di Obama. Qualcuno gli dica che l'endorsement del presidente Usa porta sfiga. Brexit insegna...". (Renato Brunetta su Twitter - 19 ottobre 2016)
Obama chi?
"Le parole di Obama su referendum? Io dico: ma chi sei? Ma l'hai letta la riforma? Obama fatti gli affari tuoi! Hai già fatto casini in mezzo mondo e ora vieni a dire a noi italiani come votare?!". (Salvini a Un giorno da pecora, Radio 1, 20 settembre 2016)
Silvio è morto, anzi no
"Ho sentito Berlusconi due giorni fa è morto ha detto di impegnarmi al massimo con iniziative per il NO al referendum"..."Colpa del correttore gufo, Silvio è vivo e lotta insieme a noi!" (La deputata forzista Laura Ravetto, su Twitter - 18 ottobre 2016)
Il fido Sogno per il No
"Sogno è il primo cane che entra in Parlamento. È in missione per dire che la vera riforma è quella per la difesa dell'ambiente e degli animali". (L'onorevole forzista Michela Vittoria Brambilla in una storica conferenza stampa alla Camera - 18 ottobre 2016)
Appello in rima baciata
"Su votiamo tutti No: alla truffa non ci sto.
Renzi è chiaro che assai mente, l'ha capito anche la gente.
Lascia lui bicamerale un sistema che va male.
Resterà pure il Senato, fanno fuor l'elettorato.
Nominati i senatori, chiuse le urne agli elettori.
All'articolo settanta, confusione ce n'è tanta.
Caos, dissensi, mille liti sono certo garantiti.
Resteran poi le tenzoni tra lo Stato e le Regioni.
La riforma va bocciata, rifiutiam sta cavolata.
Meglio il presidenzialismo che di Renzi il dirigismo.
Noi vogliamo gli elettori, Renzi invece li fa fuori.
Noi vogliam la libertà, Renzi mai ci batterà". (Maurizio Gasparri a Un giorno da pecora, Radio 1 - 17 ottobre 2016)
Un mese dopo Gasparri ci riprova
"Su votiamo tutti NO. All'imbroglio mi opporrò.
Disse Renzi: se sconfitto torno a casa e resto zitto.
Va in tv, urla e promette, ma si trova nelle strette.
Previsioni molto tristi per lui fanno i sondaggisti.
Noi del no non ci fidiamo e per questo non molliamo.
Vai a votare e vota no se vuoi dir 'io non ci sto'.
Renzi il popolo cancella, altro che riforma snella.
Gli elettori ha depennati, vuole solo nominati.
Se sconfitto vada via. Questa è la democrazia!". (Il vice presidente del Senato a Un giorno da pecora, Radio 1 - 21 novembre 2016)
La bufala D'Alessio
"Se passa il No Gigi D’Alessio non canterà più. Io penso che se questo è il livello dei testimonial che ha il Si, noi siamo sulla strada giusta". (Luca Zaia, presidente di Regione Veneto, abboccando ad una bufala - 13 ottobre 2016)
Votare col culo
"Il secondo cervello sta nella pancia, e voi dovete votare con l’intestino, senza cagarvi addosso". (Beppe Grillo - 10 ottobre 2016).
Pinochet il venezuelano
"Il referendum Renzi lo sta trasformando in un voto su se stesso, ha occupato con arroganza la cosa pubblica, come ai tempi di Pinochet in Venezuela. E sappiamo come è finita". (L'epic fail del vice presidente della Camera Luigi Di Maio, su Facebook, che confonde Venezuela e Cile - 13 settembre 2016)
Silvio contro il regime
"Se vince il Sì andremo verso una deriva autoritaria senza fine, siamo a rischio regime". (Silvio Berlusconi durante un comizio a Napoli - 27 maggio 2016)
Modello Erdogan
"Con questa riforma potrebbe venire fuori un Erdogan che usa gli strumenti che abbiamo messo in piedi per fare quello che sta facendo ora il presidente turco nel suo Paese". (Lorenzo Cesa, presidente Udc - 19 luglio 2016)
Come l'Urss
"Oramai siamo all'epurazione. Anche il Governo Renzi, come i migliori regimi sovietici, toglie di mezzo l'informazione che ritiene scomoda. Questo è solo l'inizio del controllo militare da parte di Renzi: si inizia con la Rai (caso Porro, ndr) e continuerà con il Parlamento se passa la riforma costituzionale". (Daniela Santanchè, onorevole di Forza Italia ed ex fervente sostenitrice della riforma - 11 maggio 2016)
Er Senato
"A lo sa che io quanno so’ arrivata qua me la so’ studiata tutta la Costituzione? Cioè, no, capito? Io me so’ voluta fa’ trovà preparata. E questi invece mo’ ce chiudeno er Senato...". (La senatrice 5 Stelle Paola Taverna ad un giornalista del Foglio, tra i corridoi di Palazzo Madama, Corriere - 21 gennaio 2016)
Poesia per Matteo
"Di anni ne fai 41, presto tornerai un nessuno. Non è certo una goduria sprofondare nell'Etruria. Dice a Renzi anche Zalone: fai riforme da imbroglione". (La dedica del vice presidente del Senato Gasparri a Renzi per i suoi 41 anni, Un giorno da pecora, Radio 1 - 11 gennaio 2016)
Cosa diceva Schifani
"Si tratta di una riforma che avvicina l’Italia alle grandi democrazie europee". (Il senatore forzista, ai tempi dell'Ncd, al Giornale di Sicilia. Dopo aver votato per tre volte la riforma, oggi guida il fronte del No - 18 gennaio 2016)
Quagliariello cambia verso
"Signor presidente, mi consenta una citazione pop: se prima eravamo in due a ballare l’Hully Gully, adesso siamo in quattro a ballare l’Hully Gully". (Il parlamentare di Area Popolare interviene in Senato rivendicando il lavoro svolto dal proprio gruppo sulla riforma. Oggi Quagliariello ha cambiato idea, e si batte energicamente per il No - 13 ottobre 2015)
Di fascismi e giravolte
"Stiamo creando il presupposto per un possibile ritorno del fascismo", "la riforma è una cagata pazzesca". (Il vice presidente del Senato Calderoli è il padre del Porcellum ed ha contribuito alla scrittura della riforma che ora combatte - 17 settembre 2015 e 29 maggio 2016)
Quando Forza Italia battagliava (e votava) per il Sì
"Questa riforma porta due firme, quella di Matteo Renzi e quella di Silvio Berlusconi. Stiamo indicando una strada attraverso cui riusciremo davvero a rendere la democrazia italiana più matura, più efficiente, più europea. Noi di Forza Italia ci saremo; Silvio Berlusconi ci sarà". (Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato, in aula. Oggi si batte per il No - 8 agosto 2014)
Lo sbarco sulla luna
"Oggi si festeggia l'anniversario dello sbarco sulla luna. Dopo 43 anni ancora nessuno se la sente di dire che era una farsa...". "Scusate. Rettifico. Siamo andati sulla luna, Berlusconi è onesto, la riforma del Senato è cosa buona e giusta e Repubblica è un giornale". (Carlo Sibilia, onorevole M5s, su Twitter - 20 luglio 2014)
Renzi e l'autismo
"Matteo è un ragazzino autistico che vorresti proteggere, perché tante cose non le sa...". (Corradino Mineo da senatore Pd (ora al Misto) in tema di riforma costituzionale - 13 giugno 2014)
Definizioni
"Questa è una riforma prostituzionale!". (Enza Blundo, da portavoce 5 Stelle al Senato, durante un intervento in aula - 14 luglio 2014).
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
DUCE SI - DUCE NO
Quesito referendum, ora lo ammette pure Renzi
‘Leggendolo in cabina travaso del 3% dal No al Sì’
ULTIMO GIORNO DI CAMPAGNA – Premier: “Il risultato è sul filo”.
REFERENDUM COSTITUZIONALE
È stato oggetto di ricorsi in sede giudiziaria ed è stato uno dei temi più discussi della campagna referendaria. “È una truffa agli elettori”. “No, è semplicemente il titolo della legge”. Alla fine, a mettere una parola definitiva sul fatto che il quesito del 4 dicembre non è neutro, ci ha pensato direttamente il premier Matteo Renzi. A due giorni dal Referendum, intervistato dal Corriere della Sera ha detto: “Quando i sondaggi erano ancora pubblicabili ve ne erano alcuni che dimostravano come la semplice lettura del quesito – che può avvenire anche in cabina – produceva un travaso di almeno tre punti percentuali dal No al Sì” di Salvini: “Voti comprati” (ora per ora)F. Q.
Quesito referendum, ora lo ammette pure Renzi
‘Leggendolo in cabina travaso del 3% dal No al Sì’
ULTIMO GIORNO DI CAMPAGNA – Premier: “Il risultato è sul filo”.
REFERENDUM COSTITUZIONALE
È stato oggetto di ricorsi in sede giudiziaria ed è stato uno dei temi più discussi della campagna referendaria. “È una truffa agli elettori”. “No, è semplicemente il titolo della legge”. Alla fine, a mettere una parola definitiva sul fatto che il quesito del 4 dicembre non è neutro, ci ha pensato direttamente il premier Matteo Renzi. A due giorni dal Referendum, intervistato dal Corriere della Sera ha detto: “Quando i sondaggi erano ancora pubblicabili ve ne erano alcuni che dimostravano come la semplice lettura del quesito – che può avvenire anche in cabina – produceva un travaso di almeno tre punti percentuali dal No al Sì” di Salvini: “Voti comprati” (ora per ora)F. Q.
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