Francesco un papa ...Cristiano!
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Noi stiamo vivendo tempi in cui siamo testimoni di grandi trasformazioni e di grandi stravolgimenti.
Capire cosa sta succedendo è tutt’altro che facile.
Carlo Troilo, un giornalista poco noto con questo profilo:
Carlo Troilo
Giornalista
Sono un giornalista che si è sempre occupato di comunicazione sia aziendale (capo ufficio stampa dell’IRI e direttore delle relazioni Esterne della RAI, dove ho coniato lo slogan “RAI, di tutto di più”) sia politica (capo ufficio stampa dei ministri del Commercio Estero e delle Partecipazioni Statali). Sono impegnato nel campo dei diritti civili come dirigente della Associazione Luca Coscioni e sui problemi di Roma con “Roma Nuovo Secolo”. Ho scritto su molti giornali su problemi economici, diritti civili, antifascismo e Resistenza. Ho pubblicato tre libri, il primo nel 2005 su mio padre, prefetto della Liberazione di Milano: La Guerra di Troilo; il secondo nel 2007 sull’IRI: 1963 – 1982: i venti anni che sconvolsero l’IRI; il terzo su eutanasia e diritti negati: Liberi di morire, editore Rubbettino, 2012.
si è cimentato sul Fatto Quotidiano con un tema scottante.
Politica
Con Papa Bergoglio torna la teologia della Liberazione?
di Carlo Troilo | 18 agosto 2015
C’è un personaggio anomalo nella politica italiana, ed è Marcello Pera. Di area socialista per tutti gli anni Ottanta e i primi Novanta, Pera poi, si avvicina a Forza Italia, che ne fa il presidente del Senato. Laureato in filosofia, sempre interessato ai problemi della religione, Pera si autodefinisce per anni “un non credente”, fin quando stringe amicizia con Joseph Ratzinger e nel 2004 scrive, assieme al futuro Papa, il libro “Senza radici”, in cui denuncia il decadimento morale dell’Europa, impoverita dal rifiuto delle sue radici cristiane e minacciata dal terrorismo islamista. Nel 2008 Pera scrive un altro libro, “Perché dobbiamo dirci cristiani”, parafrasando un famoso titolo di Benedetto Croce. Oggi Pera è considerato un esponente del movimento neoconservatore italiano e risulta essere il più prominente esponente teocon.
Questi cenni biografici mi sembrano utili per meglio interpretare una sua recente intervista al Corriere della Sera, in cui l’ex presidente del Senato critica la presa di posizione di monsignor Galantino, che ha definito Salvini e Grillo “piazzisti da quattro soldi, che pur di raccattare voti dicono cose straordinariamente insulse” contro l’accoglienza degli immigrati. Il pericolo grave che Pera intravede dietro questa uscita è che “la Chiesa stia virando verso la politica, verso una Teologia della Liberazione”. Secondo Pera, il segretario generale della Cei “parla in modo politico: c’è una reinterpretazione del cristianesimo”. Al giornalista che gli chiede se accogliere persone in difficoltà non è un dovere per un cristiano, Pera risponde: “Certo, la carità e la misericordia sono nostri doveri ma non devono essere trasformati in diritti degli altri”. E aggiunge: “L’argomento di monsignor Galantino è un altro. Che gli immigrati hanno il diritto alla dignità e noi abbiamo il dovere di soccorrerli. Si trasforma il cristianesimo: la religione della carità in ideologia dei diritti. Una teologia della liberazione già sperimentata in Sudamerica”. Sulle atrocità delle dittature sudamericane dell’epoca, Pera risponde con freddezza: “Ciascuno ha a che fare con i propri Cesari, tirannici, democratici o dispotici che siano. Ma la prospettiva è la salvezza nell’aldilà”. E conclude con tre affermazioni importanti. La prima: “Penso vi sia identità di vedute fra Galantino e Papa Francesco. La seconda: “I comandamenti sono dieci. Le risulta che ci sia un diritto? Mi sembra una reinterpretazione troppo laica”. La terza: “Se riduciamo il cristianesimo a teologia politica dei diritti allora non mi pare così coerente poi parlare di dialogo con l’Islam. Dov’è lì la cultura dei diritti degli altri? Vogliamo forse dire che i ‘quattro straccioni leghisti’ creano meno problemi di qualche miliardo di islamici?”
L’intervista non sarebbe particolarmente inquietante (molti esponenti di destra accusano sempre più apertamente Papa Francesco di essere “comunista”) se non fosse per la durezza in materia di diritti e per il forte richiamo alla teologia della Liberazione: un movimento cattolico importante, nato negli anni Sessanta in molti paesi dell’America Latina per reazione ai regimi dittatoriali e per combattere la diffusissima ed estrema povertà. Naturalmente, una teologia “diversa” da quella ufficiale della Chiesa e apertamente rivoluzionaria, subito condannata da Giovanni Paolo II.
Già nel 1979, in Messico, Wojtyla dichiarò che “la concezione di Cristo come politico, rivoluzionario, come il sovversivo di Nazaret, non si concilia con la catechesi della Chiesa”. “Guai ai sacerdoti che fanno politica nella Chiesa” aggiunse Wojtyla, il “Papa politico” per eccellenza. Un messaggio che – fra l’altro – incoraggiò la giunta militare di San Salvador a far assassinare monsignor Oscar Romero, che da tempo ne denunciava le atrocità.
Ancor più fermo nella condanna della teologia della Liberazione il successore di Wojtyla, Papa Ratzinger, che come presidente della Congregazione per la dottrina della fede aveva scritto, per incarico del Papa polacco, due saggi in cui affermava, in estrema sintesi, che nonostante la vicinanza della Chiesa cattolica ai poveri, la tendenza della Teologia della Liberazione ad accettare postulati marxisti e di altre ideologie politiche non era compatibile con la dottrina sociale della Chiesa cattolica, specialmente nell’assunto in cui quella teologia sosteneva che la redenzione proclamata dal figlio di Dio, Gesù Cristo, dovesse tradursi nella promozione di una rivolta politica, nonché violenta, da parte dei poveri.
Dunque, i due predecessori di Bergoglio hanno combattuto e ridotto ai margini la rivoluzione della Chiesa nell’America Latina, con una durezza degna delle condanne dell’Inquisizione. Un fatto comunque gravissimo, e ancor più clamoroso visto che a succedere a Ratzinger è stato proprio un esponente “progressista” della Chiesa sudamericana.
Le aspre parole di un personaggio di rilievo come Marcello Pera, forse anche per la vicinanza al Sacro Ferragosto, non hanno suscitato particolare attenzione, salvo un sintetico commento dell’ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick: “La teologia della Liberazione non c’entra niente; il diritto ad essere soccorsi è garantito dalla Costituzione, come pure quello alla pari dignità”.
Naturalmente Flick ha ragione. Ma dietro alla “provocazione” di Pera non c’è per caso un invito alle gerarchie cattoliche più conservatrici a cercare di contenere le tendenze “rivoluzionarie” di Papa Francesco e dei Cardinali che più gli sono vicini? Varrebbe la pena di capirlo.
P.S: C’è anche da chiedersi come fa Pera a mettere fra i “rivoluzionari” un prelato come Galantino, che da un lato tuona continuamente contro la prospettiva di una pur cautissima legge sulle unioni civili e dall’altro definisce “una sentenza ideologica che vuole umiliare la Chiesa” la scelta di buon senso di un giudice di far pagare l’Ici alle scuole cattoliche di Livorno.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... e/1965056/
Capire cosa sta succedendo è tutt’altro che facile.
Carlo Troilo, un giornalista poco noto con questo profilo:
Carlo Troilo
Giornalista
Sono un giornalista che si è sempre occupato di comunicazione sia aziendale (capo ufficio stampa dell’IRI e direttore delle relazioni Esterne della RAI, dove ho coniato lo slogan “RAI, di tutto di più”) sia politica (capo ufficio stampa dei ministri del Commercio Estero e delle Partecipazioni Statali). Sono impegnato nel campo dei diritti civili come dirigente della Associazione Luca Coscioni e sui problemi di Roma con “Roma Nuovo Secolo”. Ho scritto su molti giornali su problemi economici, diritti civili, antifascismo e Resistenza. Ho pubblicato tre libri, il primo nel 2005 su mio padre, prefetto della Liberazione di Milano: La Guerra di Troilo; il secondo nel 2007 sull’IRI: 1963 – 1982: i venti anni che sconvolsero l’IRI; il terzo su eutanasia e diritti negati: Liberi di morire, editore Rubbettino, 2012.
si è cimentato sul Fatto Quotidiano con un tema scottante.
Politica
Con Papa Bergoglio torna la teologia della Liberazione?
di Carlo Troilo | 18 agosto 2015
C’è un personaggio anomalo nella politica italiana, ed è Marcello Pera. Di area socialista per tutti gli anni Ottanta e i primi Novanta, Pera poi, si avvicina a Forza Italia, che ne fa il presidente del Senato. Laureato in filosofia, sempre interessato ai problemi della religione, Pera si autodefinisce per anni “un non credente”, fin quando stringe amicizia con Joseph Ratzinger e nel 2004 scrive, assieme al futuro Papa, il libro “Senza radici”, in cui denuncia il decadimento morale dell’Europa, impoverita dal rifiuto delle sue radici cristiane e minacciata dal terrorismo islamista. Nel 2008 Pera scrive un altro libro, “Perché dobbiamo dirci cristiani”, parafrasando un famoso titolo di Benedetto Croce. Oggi Pera è considerato un esponente del movimento neoconservatore italiano e risulta essere il più prominente esponente teocon.
Questi cenni biografici mi sembrano utili per meglio interpretare una sua recente intervista al Corriere della Sera, in cui l’ex presidente del Senato critica la presa di posizione di monsignor Galantino, che ha definito Salvini e Grillo “piazzisti da quattro soldi, che pur di raccattare voti dicono cose straordinariamente insulse” contro l’accoglienza degli immigrati. Il pericolo grave che Pera intravede dietro questa uscita è che “la Chiesa stia virando verso la politica, verso una Teologia della Liberazione”. Secondo Pera, il segretario generale della Cei “parla in modo politico: c’è una reinterpretazione del cristianesimo”. Al giornalista che gli chiede se accogliere persone in difficoltà non è un dovere per un cristiano, Pera risponde: “Certo, la carità e la misericordia sono nostri doveri ma non devono essere trasformati in diritti degli altri”. E aggiunge: “L’argomento di monsignor Galantino è un altro. Che gli immigrati hanno il diritto alla dignità e noi abbiamo il dovere di soccorrerli. Si trasforma il cristianesimo: la religione della carità in ideologia dei diritti. Una teologia della liberazione già sperimentata in Sudamerica”. Sulle atrocità delle dittature sudamericane dell’epoca, Pera risponde con freddezza: “Ciascuno ha a che fare con i propri Cesari, tirannici, democratici o dispotici che siano. Ma la prospettiva è la salvezza nell’aldilà”. E conclude con tre affermazioni importanti. La prima: “Penso vi sia identità di vedute fra Galantino e Papa Francesco. La seconda: “I comandamenti sono dieci. Le risulta che ci sia un diritto? Mi sembra una reinterpretazione troppo laica”. La terza: “Se riduciamo il cristianesimo a teologia politica dei diritti allora non mi pare così coerente poi parlare di dialogo con l’Islam. Dov’è lì la cultura dei diritti degli altri? Vogliamo forse dire che i ‘quattro straccioni leghisti’ creano meno problemi di qualche miliardo di islamici?”
L’intervista non sarebbe particolarmente inquietante (molti esponenti di destra accusano sempre più apertamente Papa Francesco di essere “comunista”) se non fosse per la durezza in materia di diritti e per il forte richiamo alla teologia della Liberazione: un movimento cattolico importante, nato negli anni Sessanta in molti paesi dell’America Latina per reazione ai regimi dittatoriali e per combattere la diffusissima ed estrema povertà. Naturalmente, una teologia “diversa” da quella ufficiale della Chiesa e apertamente rivoluzionaria, subito condannata da Giovanni Paolo II.
Già nel 1979, in Messico, Wojtyla dichiarò che “la concezione di Cristo come politico, rivoluzionario, come il sovversivo di Nazaret, non si concilia con la catechesi della Chiesa”. “Guai ai sacerdoti che fanno politica nella Chiesa” aggiunse Wojtyla, il “Papa politico” per eccellenza. Un messaggio che – fra l’altro – incoraggiò la giunta militare di San Salvador a far assassinare monsignor Oscar Romero, che da tempo ne denunciava le atrocità.
Ancor più fermo nella condanna della teologia della Liberazione il successore di Wojtyla, Papa Ratzinger, che come presidente della Congregazione per la dottrina della fede aveva scritto, per incarico del Papa polacco, due saggi in cui affermava, in estrema sintesi, che nonostante la vicinanza della Chiesa cattolica ai poveri, la tendenza della Teologia della Liberazione ad accettare postulati marxisti e di altre ideologie politiche non era compatibile con la dottrina sociale della Chiesa cattolica, specialmente nell’assunto in cui quella teologia sosteneva che la redenzione proclamata dal figlio di Dio, Gesù Cristo, dovesse tradursi nella promozione di una rivolta politica, nonché violenta, da parte dei poveri.
Dunque, i due predecessori di Bergoglio hanno combattuto e ridotto ai margini la rivoluzione della Chiesa nell’America Latina, con una durezza degna delle condanne dell’Inquisizione. Un fatto comunque gravissimo, e ancor più clamoroso visto che a succedere a Ratzinger è stato proprio un esponente “progressista” della Chiesa sudamericana.
Le aspre parole di un personaggio di rilievo come Marcello Pera, forse anche per la vicinanza al Sacro Ferragosto, non hanno suscitato particolare attenzione, salvo un sintetico commento dell’ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick: “La teologia della Liberazione non c’entra niente; il diritto ad essere soccorsi è garantito dalla Costituzione, come pure quello alla pari dignità”.
Naturalmente Flick ha ragione. Ma dietro alla “provocazione” di Pera non c’è per caso un invito alle gerarchie cattoliche più conservatrici a cercare di contenere le tendenze “rivoluzionarie” di Papa Francesco e dei Cardinali che più gli sono vicini? Varrebbe la pena di capirlo.
P.S: C’è anche da chiedersi come fa Pera a mettere fra i “rivoluzionari” un prelato come Galantino, che da un lato tuona continuamente contro la prospettiva di una pur cautissima legge sulle unioni civili e dall’altro definisce “una sentenza ideologica che vuole umiliare la Chiesa” la scelta di buon senso di un giudice di far pagare l’Ici alle scuole cattoliche di Livorno.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... e/1965056/
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Questo articolo scuote la coscienze dividendo come sempre in pro e contro.
La vox populi.
Sergio moretti • 11 ore fa
...all,ex Senatore Pera e tantissimi altri ancora dico,non é più il temo dei nostri antenati che andavano dal prete o dal farmacista e infine da maresciallo per farsi leggere la lettera del Soldato partito alla sua bella Innamorata...
....quegli " Esseri Umani " dell'Epoca esercitavano potere che non gli era Conferito per Natura, sia di carattere "Religioso " e di "Diritto " ma agivano sull'Ignoranza dei Popoli e che loro stessi con la loro " Dominazione " e Oscurantismo Creavano....
....Ancor a tutt'oggi c'è dell'Oscurantismo e
se vi é un po di "Luce " essa é Figlia " Dei Poveri " ma Veri Ricchi di " UNIVERSALISMO " che a Filosofi,Politici,Meneger Industriali,Banchieri e Governi Vecchi e Nuovi SI Sognano di avere o di aver "Studiato " belle vari "Bocconi " del Momdo...
. ...A tutti costoro citati che hanno nel Loro D.N.A .la sete del denaro ,del potere contro " L'UOMO " e non per L'Uomo non Passeranno perché con "Papa Bergoglio "
finalmente é " Entrata " Nuova Luce In Vaticano.....
. Lunga Vita A Papa Bergoglio non Comunista ma Umanista e fratello della sofferenza che essa é figlia Viva della Vita
e con Tutti a,Vivere......
. .....Sempre Avanti nella " Luce Chiara "...!!!
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natalebianchi • 11 ore fa
Le mele sono marce, ma sì filosofeggiamo sul colore delle mele!!
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Emanuele • 11 ore fa
Quando però la Chiesa con Ruini si opponeva ai DICO e indisse il Family Day contro Prodi, Pera era in prima fila assieme a tutto il centrodestra, LEGA COMPRESA... ridicoli!
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La vox populi.
Sergio moretti • 11 ore fa
...all,ex Senatore Pera e tantissimi altri ancora dico,non é più il temo dei nostri antenati che andavano dal prete o dal farmacista e infine da maresciallo per farsi leggere la lettera del Soldato partito alla sua bella Innamorata...
....quegli " Esseri Umani " dell'Epoca esercitavano potere che non gli era Conferito per Natura, sia di carattere "Religioso " e di "Diritto " ma agivano sull'Ignoranza dei Popoli e che loro stessi con la loro " Dominazione " e Oscurantismo Creavano....
....Ancor a tutt'oggi c'è dell'Oscurantismo e
se vi é un po di "Luce " essa é Figlia " Dei Poveri " ma Veri Ricchi di " UNIVERSALISMO " che a Filosofi,Politici,Meneger Industriali,Banchieri e Governi Vecchi e Nuovi SI Sognano di avere o di aver "Studiato " belle vari "Bocconi " del Momdo...
. ...A tutti costoro citati che hanno nel Loro D.N.A .la sete del denaro ,del potere contro " L'UOMO " e non per L'Uomo non Passeranno perché con "Papa Bergoglio "
finalmente é " Entrata " Nuova Luce In Vaticano.....
. Lunga Vita A Papa Bergoglio non Comunista ma Umanista e fratello della sofferenza che essa é figlia Viva della Vita
e con Tutti a,Vivere......
. .....Sempre Avanti nella " Luce Chiara "...!!!
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natalebianchi • 11 ore fa
Le mele sono marce, ma sì filosofeggiamo sul colore delle mele!!
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Emanuele • 11 ore fa
Quando però la Chiesa con Ruini si opponeva ai DICO e indisse il Family Day contro Prodi, Pera era in prima fila assieme a tutto il centrodestra, LEGA COMPRESA... ridicoli!
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
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Forzaecoraggio • 14 ore fa
Come si vede.
Di riffa o di raffa.
Tutti i salmi, di chiunque, finiscono in gloria.
Dei soldi.
Che loro chiamano.
Dio.
Ci vediamo al prossimo otto per mille.
Detto da noi che non crediamo più nel loro Dio.
Con cordialità.
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Carlo Spagnolli • 14 ore fa
Pera e'un altro membro della potente corrente neoconservatrice che appoggia il neoliberismo economico (che ci sta distruggendo) e la trasformazione della Chiesa in Potere alleato. Una perversa politica a danno dei poveri,sempre piu' numerosi. A suo tempo Gesu' li defini' giustamente "sepolcri imbiancati". Sarebbe bene ricordarglielo
1
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Banksy • 14 ore fa
Teologia della Liberazione...cioe` liberati dal tiranno per sottometterti ad una tirannide altrettatno feroce..la religione. Lega e Chiesa sono facce della stessa medaglia, la mania sempre in voga di voler pascere il gregge dove piu` fa comodo al pastore di turno
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Forzaecoraggio • 14 ore fa
Come si vede.
Di riffa o di raffa.
Tutti i salmi, di chiunque, finiscono in gloria.
Dei soldi.
Che loro chiamano.
Dio.
Ci vediamo al prossimo otto per mille.
Detto da noi che non crediamo più nel loro Dio.
Con cordialità.
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Carlo Spagnolli • 14 ore fa
Pera e'un altro membro della potente corrente neoconservatrice che appoggia il neoliberismo economico (che ci sta distruggendo) e la trasformazione della Chiesa in Potere alleato. Una perversa politica a danno dei poveri,sempre piu' numerosi. A suo tempo Gesu' li defini' giustamente "sepolcri imbiancati". Sarebbe bene ricordarglielo
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Banksy • 14 ore fa
Teologia della Liberazione...cioe` liberati dal tiranno per sottometterti ad una tirannide altrettatno feroce..la religione. Lega e Chiesa sono facce della stessa medaglia, la mania sempre in voga di voler pascere il gregge dove piu` fa comodo al pastore di turno
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
La notizia è di sabato sera. Arriva da un colonnello della Legione straniera addetto alla sicurezza. Poi passata attraverso altre 4 persone in Francia.
"Quando Jorge Mario Bergoglio giunge a Roma, dove sarà eletto Papa, era accompagnato da 4 guardie scelte dei paracadutisti argentini".
A posteriori la notizia non mi stupisce affatto.
Francesco é decisamente un rivoluzionario. Se per rivoluzionario s'intende colui che tenta di ripristinare il cristianesimo là dove il cattolicesimo ha fallito.
Da tempo stupisce con le sue iniziative.
L'ultima é questa:
Papa: “Se convento diventa hotel paghi l’Imu
In strutture vuote la tentazione del dio denaro”
Svolta di Bergoglio sugli immobili vaticani: “Alcune congregazioni dicono, ‘se il convento è libero facciamo un albergo, riceviamo gente e guadagniamo’. Ma se non versi tasse business non è pulito”
Economia & Lobby
Dopo la Cassazione (leggi), ora a dirlo è Papa Francesco. Con una svolta del tutto inattesa, Bergoglio ha detto che gli enti ecclesiastici che svolgono attività commerciali devono pagare le tasse sugli immobili. “Un collegio religioso, essendo religioso, è esente dalle tasse, ma se lavora come albergo è giusto che paghi le imposte”, è stata la sua frase esatta, in un’intervista alla radio portoghese Renascenca. “Alcune congregazioni dicono: ‘Ora che è il convento è vuoto faremo un hotel, un albergo: possiamo ricevere gente e con ciò ci manteniamo e guadagniamo denaro’. Bene, se desideri questo paga le imposte. In caso contrario, il business non è pulito”ella
Francesco ha affondato la lama nella piaga.
Non basteranno 4 parà scelti per la guardia del corpo.
Ma quattro battaglioni scelti di parà.
Quando Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I, tenta un'azione similare a quella di Francesco, ci rimette le piume solo dopo 30 giorni di pontificato.
Don Mazzi ha recentemente affermato che il "diavolo" é in Vaticano.
Lo sapevamo da tempo che era così. Ma molti sono seguaci di San Tommaso e devono toccare con mano per capire.
"Quando Jorge Mario Bergoglio giunge a Roma, dove sarà eletto Papa, era accompagnato da 4 guardie scelte dei paracadutisti argentini".
A posteriori la notizia non mi stupisce affatto.
Francesco é decisamente un rivoluzionario. Se per rivoluzionario s'intende colui che tenta di ripristinare il cristianesimo là dove il cattolicesimo ha fallito.
Da tempo stupisce con le sue iniziative.
L'ultima é questa:
Papa: “Se convento diventa hotel paghi l’Imu
In strutture vuote la tentazione del dio denaro”
Svolta di Bergoglio sugli immobili vaticani: “Alcune congregazioni dicono, ‘se il convento è libero facciamo un albergo, riceviamo gente e guadagniamo’. Ma se non versi tasse business non è pulito”
Economia & Lobby
Dopo la Cassazione (leggi), ora a dirlo è Papa Francesco. Con una svolta del tutto inattesa, Bergoglio ha detto che gli enti ecclesiastici che svolgono attività commerciali devono pagare le tasse sugli immobili. “Un collegio religioso, essendo religioso, è esente dalle tasse, ma se lavora come albergo è giusto che paghi le imposte”, è stata la sua frase esatta, in un’intervista alla radio portoghese Renascenca. “Alcune congregazioni dicono: ‘Ora che è il convento è vuoto faremo un hotel, un albergo: possiamo ricevere gente e con ciò ci manteniamo e guadagniamo denaro’. Bene, se desideri questo paga le imposte. In caso contrario, il business non è pulito”ella
Francesco ha affondato la lama nella piaga.
Non basteranno 4 parà scelti per la guardia del corpo.
Ma quattro battaglioni scelti di parà.
Quando Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I, tenta un'azione similare a quella di Francesco, ci rimette le piume solo dopo 30 giorni di pontificato.
Don Mazzi ha recentemente affermato che il "diavolo" é in Vaticano.
Lo sapevamo da tempo che era così. Ma molti sono seguaci di San Tommaso e devono toccare con mano per capire.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Menomale che c’è il Papa
“Se un convento si trasforma in albergo, che paghi le tasse”.
Parole di un uomo integro.
Corradino Mineo
“Se un convento si trasforma in albergo, che paghi le tasse”.
Parole di un uomo integro.
Corradino Mineo
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Sventato attentato al Papa:
arrestato aspirante jihadista
Sergio Rame
In manette un 15enne che si ispirava all'Isis. Progettava un attacco terroristico "con armi da fuoco ed esplosivi"
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/usa ... 71292.html
^^^^^^^
L'Isis minaccia il Vaticano: "C'è la data X per l'attacco"
Intelligence e Antiterrorismo in allerta per gli avvertimenti dei jihadisti in vista dell'apertura dell'anno santo
Mario Valenza - Mar, 15/09/2015 - 07:57
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 70921.html
arrestato aspirante jihadista
Sergio Rame
In manette un 15enne che si ispirava all'Isis. Progettava un attacco terroristico "con armi da fuoco ed esplosivi"
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/usa ... 71292.html
^^^^^^^
L'Isis minaccia il Vaticano: "C'è la data X per l'attacco"
Intelligence e Antiterrorismo in allerta per gli avvertimenti dei jihadisti in vista dell'apertura dell'anno santo
Mario Valenza - Mar, 15/09/2015 - 07:57
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 70921.html
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
LA VISITA DEL PAPA NEGLI USA
Kerry: il Papa argine al caos foto
«Io comunista? Seguo la Chiesa»
La stupidità umana non ha limiti.
Solo perché segue le basi del Cristianesimo delle origini, anche molti nostrani di centrodestra sedicenti cattolici a gogò, bollano Francesco come "comunista".
Alla pirlaggine a buon mercato non c'è mai fine.
Intervista il segretario di stato Usa
Kerry: «Usa allineati con il Papa sulle priorità della diplomazia»
«Ho letto l’enciclica sui cambiamenti climatici. Ha uno stile inclusivo: è questa capacità a rendere il Papa così convincente. Siamo incoraggiati dal progresso che registriamo col governo di Cuba su molti fronti diplomatici»
di Massimo Franco
In Francesco vede una delle personalità più influenti, dal punto di vista geopolitico. «Il Papa», spiega John Kerry, «si trova in una posizione davvero unica per richiamare le parti in conflitto alla pace e alla riconciliazione. E facendolo, dimostra una delle mie convinzioni più profonde: che gli attori religiosi possono giocare un ruolo fondamentale nel contenere le forze del caos e stabilire un ordine mondiale più giusto». Il «ministro degli Esteri» americano riconosce al Pontefice argentino un ruolo strategico nei rapporti tra Washington e L’Avana. «La sua iniziativa diplomatica è stata molto utile per fare evolvere le relazioni tra i due Paesi. E riflette la leadership e il dinamismo di papa Francesco nella politica globale. Siamo incoraggiati dal progresso che registriamo col governo di Cuba su molti fronti diplomatici». Ancora, ammette di essere «rimasto profondamente e favorevolmente colpito dalla simmetria tra le priorità diplomatiche del santo Padre e quelle della nostra Amministrazione». E a chi, tra gli intellettuali statunitensi, ha definito l’America «post-cristiana», risponde: «Gli Stati Uniti rimangono una delle società più religiose del mondo, e il suo paesaggio religioso continua ad essere in movimento. Il pluralismo religioso è una fonte della sua forza».
Il benvenuto del capo della diplomazia di Barack Obama a Jorge Mario Bergoglio sul suolo nordamericano è istituzionale, prudente; ma anche caldo e convinto. Lo dimostra in questa intervista al Corriere della Sera, proprio nelle ore immediatamente successive all’arrivo di Francesco sul suolo degli Stati Uniti: la prima volta nella sua vita. Il Segretario di Stato americano, cattolico di Aurora, in Colorado, 71 anni, veterano della guerra in Vietnam, e candidato Democratico alla Casa Bianca nel 2004, quando fu sconfitto dal Repubblicano (e protestante) George Bush e dalle polemiche di alcuni vescovi conservatori per le sue posizioni progressiste, insiste sui punti di convergenza con la Roma papale. Spiega le peculiarità di un’America che fa della diversità, anche delle fedi, una delle sue ricchezze più apprezzate. E adesso, come gran parte del popolo americano, aspetta di ascoltare le parole di Francesco nel suo viaggio più lungo e, forse, più intrigante.
Segretario Kerry, come definirebbe i rapporti tra Stati Uniti e Vaticano adesso che c’è Francesco?
«Gli Stati Uniti hanno stabilito relazioni diplomatiche formali con la Santa Sede fin dal 1984, e in questi anni abbiamo avuto rapporti intensi e produttivi. Durante il mio mandato, abbiamo affrontato in modo efficace con la Santa Sede molti temi di interesse comune: dai cambiamenti climatici alla lotta contro le ineguaglianze sociali, e contro il traffico di esseri umani; e proteggendo il diritto alla libertà religiosa nel mondo. Nel gennaio del 2014 ho anche letto con grande interesse il discorso di papa Francesco al corpo diplomatico accreditato in Vaticano. Sono rimasto profondamente e favorevolmente colpito dalla simmetria tra le priorità diplomatiche del santo Padre e quelle della nostra Amministrazione. Poco dopo il saluto del Pontefice ai diplomatici incontrai per la prima volta il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Piero Parolin. Ed avemmo una discussione approfondita su come affrontare una serie di temi di comune interesse».
Non siete rimasti sorpresi dalla decisione del Papa di andare a Cuba prima di arrivare negli Stati Uniti? Lei come valuta la sua mediazione con il regime dei Castro per garantire la transizione di Cuba verso la democrazia?
«Sono stato estremamente contento per il contributo del Santo Padre alla normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba. La sua iniziativa diplomatica è stata molto utile per fare evolvere le relazioni tra i due Paesi. Riflette la leadership e il dinamismo di papa Francesco nella politica globale. Siamo incoraggiati dal progresso che registriamo col governo di Cuba su molti fronti diplomatici».
Che impressione ha? Questo Papa sarà capace davvero di cambiare un orizzonte dove crescono i conflitti e la pace sembra una conquista meno a portata di mano?
«Credo che papa Francesco si trovi in una posizione davvero unica per richiamare le parti in conflitto alla pace e alla riconciliazione. E facendolo, dimostra una delle mie convinzioni più profonde: che gli attori religiosi possono giocare un ruolo fondamentale nel contenere le forze del caos e stabilire un ordine mondiale più giusto».
Ma gli Stati Uniti di oggi sono una nazione più o meno religiosa del passato? Lei saprà che alcuni intellettuali li accreditano come un «Paese post-cristiano». Lei condivide questa tesi?
«Gli Stati Uniti rimangono una delle società più religiose del mondo, e il suo paesaggio religioso continua ad essere in movimento. Gli Stati Uniti stanno diventando più pluralisti da questo punto di vista, così come appaiono più compositi sul piano delle razze e delle etnie. Gli studiosi hanno anche notato un cambiamento nel numero di americani che non si riconoscono in maniera formale con una particolare comunità religiosa, o che si identificano con fedi non cristiane. C’è una grande potenza in questa diversità, e il pluralismo religioso dell’America è una fonte della sua forza».
Che cosa pensa, signor Segretario di Stato, dell’enciclica di papa Francesco sui cambiamenti climatici? Anche per lei è così controversa? Quale è il suo giudizio sulle accuse al Papa di alcuni Repubblicani Usa, di «vendere roba comunista»?
«Ho letto l’enciclica del Papa sui cambiamenti climatici. E l’ho fatto con grande interesse. Sono stato colpito positivamente dal suo richiamo al mondo affinché si impegni seriamente per mitigare quanto sta avvenendo a livello globale sotto questo aspetto. La sua voce morale, che è unica, si appella a tutti, a prescindere dalla loro fede e dal loro modo di pensare, affinché si impegnino e condividano questo lavoro di protezione dell’ambiente. L’enciclica ha delineato uno stile inclusivo, ed è ancorata alla scienza e all’insegnamento sociale della Chiesa, nonostante sia aperta al dialogo con orientamenti e tradizioni religiose diverse. È questa capacità inclusiva a rendere il Pontefice un leader così convincente quando si parla delle sfide decisive del nostro tempo. Negli Stati Uniti, i suoi messaggi sono stati accolti in modo diffusamente positivo ed hanno provocato una discussione ampia e approfondita».
23 settembre 2015 (modifica il 23 settembre 2015 | 11:47)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/15_settem ... 436f.shtml
Kerry: il Papa argine al caos foto
«Io comunista? Seguo la Chiesa»
La stupidità umana non ha limiti.
Solo perché segue le basi del Cristianesimo delle origini, anche molti nostrani di centrodestra sedicenti cattolici a gogò, bollano Francesco come "comunista".
Alla pirlaggine a buon mercato non c'è mai fine.
Intervista il segretario di stato Usa
Kerry: «Usa allineati con il Papa sulle priorità della diplomazia»
«Ho letto l’enciclica sui cambiamenti climatici. Ha uno stile inclusivo: è questa capacità a rendere il Papa così convincente. Siamo incoraggiati dal progresso che registriamo col governo di Cuba su molti fronti diplomatici»
di Massimo Franco
In Francesco vede una delle personalità più influenti, dal punto di vista geopolitico. «Il Papa», spiega John Kerry, «si trova in una posizione davvero unica per richiamare le parti in conflitto alla pace e alla riconciliazione. E facendolo, dimostra una delle mie convinzioni più profonde: che gli attori religiosi possono giocare un ruolo fondamentale nel contenere le forze del caos e stabilire un ordine mondiale più giusto». Il «ministro degli Esteri» americano riconosce al Pontefice argentino un ruolo strategico nei rapporti tra Washington e L’Avana. «La sua iniziativa diplomatica è stata molto utile per fare evolvere le relazioni tra i due Paesi. E riflette la leadership e il dinamismo di papa Francesco nella politica globale. Siamo incoraggiati dal progresso che registriamo col governo di Cuba su molti fronti diplomatici». Ancora, ammette di essere «rimasto profondamente e favorevolmente colpito dalla simmetria tra le priorità diplomatiche del santo Padre e quelle della nostra Amministrazione». E a chi, tra gli intellettuali statunitensi, ha definito l’America «post-cristiana», risponde: «Gli Stati Uniti rimangono una delle società più religiose del mondo, e il suo paesaggio religioso continua ad essere in movimento. Il pluralismo religioso è una fonte della sua forza».
Il benvenuto del capo della diplomazia di Barack Obama a Jorge Mario Bergoglio sul suolo nordamericano è istituzionale, prudente; ma anche caldo e convinto. Lo dimostra in questa intervista al Corriere della Sera, proprio nelle ore immediatamente successive all’arrivo di Francesco sul suolo degli Stati Uniti: la prima volta nella sua vita. Il Segretario di Stato americano, cattolico di Aurora, in Colorado, 71 anni, veterano della guerra in Vietnam, e candidato Democratico alla Casa Bianca nel 2004, quando fu sconfitto dal Repubblicano (e protestante) George Bush e dalle polemiche di alcuni vescovi conservatori per le sue posizioni progressiste, insiste sui punti di convergenza con la Roma papale. Spiega le peculiarità di un’America che fa della diversità, anche delle fedi, una delle sue ricchezze più apprezzate. E adesso, come gran parte del popolo americano, aspetta di ascoltare le parole di Francesco nel suo viaggio più lungo e, forse, più intrigante.
Segretario Kerry, come definirebbe i rapporti tra Stati Uniti e Vaticano adesso che c’è Francesco?
«Gli Stati Uniti hanno stabilito relazioni diplomatiche formali con la Santa Sede fin dal 1984, e in questi anni abbiamo avuto rapporti intensi e produttivi. Durante il mio mandato, abbiamo affrontato in modo efficace con la Santa Sede molti temi di interesse comune: dai cambiamenti climatici alla lotta contro le ineguaglianze sociali, e contro il traffico di esseri umani; e proteggendo il diritto alla libertà religiosa nel mondo. Nel gennaio del 2014 ho anche letto con grande interesse il discorso di papa Francesco al corpo diplomatico accreditato in Vaticano. Sono rimasto profondamente e favorevolmente colpito dalla simmetria tra le priorità diplomatiche del santo Padre e quelle della nostra Amministrazione. Poco dopo il saluto del Pontefice ai diplomatici incontrai per la prima volta il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Piero Parolin. Ed avemmo una discussione approfondita su come affrontare una serie di temi di comune interesse».
Non siete rimasti sorpresi dalla decisione del Papa di andare a Cuba prima di arrivare negli Stati Uniti? Lei come valuta la sua mediazione con il regime dei Castro per garantire la transizione di Cuba verso la democrazia?
«Sono stato estremamente contento per il contributo del Santo Padre alla normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba. La sua iniziativa diplomatica è stata molto utile per fare evolvere le relazioni tra i due Paesi. Riflette la leadership e il dinamismo di papa Francesco nella politica globale. Siamo incoraggiati dal progresso che registriamo col governo di Cuba su molti fronti diplomatici».
Che impressione ha? Questo Papa sarà capace davvero di cambiare un orizzonte dove crescono i conflitti e la pace sembra una conquista meno a portata di mano?
«Credo che papa Francesco si trovi in una posizione davvero unica per richiamare le parti in conflitto alla pace e alla riconciliazione. E facendolo, dimostra una delle mie convinzioni più profonde: che gli attori religiosi possono giocare un ruolo fondamentale nel contenere le forze del caos e stabilire un ordine mondiale più giusto».
Ma gli Stati Uniti di oggi sono una nazione più o meno religiosa del passato? Lei saprà che alcuni intellettuali li accreditano come un «Paese post-cristiano». Lei condivide questa tesi?
«Gli Stati Uniti rimangono una delle società più religiose del mondo, e il suo paesaggio religioso continua ad essere in movimento. Gli Stati Uniti stanno diventando più pluralisti da questo punto di vista, così come appaiono più compositi sul piano delle razze e delle etnie. Gli studiosi hanno anche notato un cambiamento nel numero di americani che non si riconoscono in maniera formale con una particolare comunità religiosa, o che si identificano con fedi non cristiane. C’è una grande potenza in questa diversità, e il pluralismo religioso dell’America è una fonte della sua forza».
Che cosa pensa, signor Segretario di Stato, dell’enciclica di papa Francesco sui cambiamenti climatici? Anche per lei è così controversa? Quale è il suo giudizio sulle accuse al Papa di alcuni Repubblicani Usa, di «vendere roba comunista»?
«Ho letto l’enciclica del Papa sui cambiamenti climatici. E l’ho fatto con grande interesse. Sono stato colpito positivamente dal suo richiamo al mondo affinché si impegni seriamente per mitigare quanto sta avvenendo a livello globale sotto questo aspetto. La sua voce morale, che è unica, si appella a tutti, a prescindere dalla loro fede e dal loro modo di pensare, affinché si impegnino e condividano questo lavoro di protezione dell’ambiente. L’enciclica ha delineato uno stile inclusivo, ed è ancorata alla scienza e all’insegnamento sociale della Chiesa, nonostante sia aperta al dialogo con orientamenti e tradizioni religiose diverse. È questa capacità inclusiva a rendere il Pontefice un leader così convincente quando si parla delle sfide decisive del nostro tempo. Negli Stati Uniti, i suoi messaggi sono stati accolti in modo diffusamente positivo ed hanno provocato una discussione ampia e approfondita».
23 settembre 2015 (modifica il 23 settembre 2015 | 11:47)
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Papa all’Onu: “Casa, lavoro e terra per tutti
Basta usura e abusi verso Paesi più poveri”
Francesco interviene alle Nazioni Unite e chiede “riforma che garantisca inclusione di tutti gli Stati”
“ESISTE UN VERO DIRITTO ALL’AMBIENTE. OGNI DANNO ALL’AMBIENTE E’ DANNO ALL’UMANITA'”
Mondo
“Lottate contro corruzione, narcotraffico, riciclaggio del denaro, usura, armi nucleari, gender, aborto, eutanasia, commercio di organi, sfruttamento sessuale di minori e prostituzione”. Nel suo discorso all’Onu, dopo quello pronunciato al Congresso americano appena 24 ore fa (leggi), Papa Francesco ha toccato tutti i temi caldi del suo pontificato. Bergoglio è il quarto Pontefice a prendere la parola nel Palazzo di Vetro di New York. Prima di lui erano intervenuti Paolo VI nel 1965, Giovanni Paolo II nel 1979 e nel 1995 e Benedetto XVI nel 2008 di Francesco Antonio Grana
http://www.ilfattoquotidiano.it/
Cosa poteva dire un Papa Cristiano, delle origini, se non questo?
Solo che in quell’ambiente suonano come una voce nel deserto.
Ma neppure a me alcuni riferimenti non tornano.
Come ad esempio l’aborto, che non può essere trattato solo in via generale.
Giovanni Paolo II, spingeva per far figli. Evidentemente aveva bene in mente che gli islamici si riproducono in maggiore quantità e quindi saranno prevalenti negli anni a venire, ma una religione non si può fondare su questo.
Come d’altra parte la proibizione del preservativo in quelle zone dell’Africa dove la trasmissione dell’Aids e di altre malattie, generava bambini malati.
Cose che se dovesse tornare l’uomo messo in croce in Palestina li prenderebbe a frustate per la loro crudeltà.
Come la stessa cosa con l’eutanasia.
Troppo facile blaterare a parole, bisogna essere sul campo per capire.
Gli esseri umani dotati di sentimenti e di una coscienza sono in grado di selezionare caso per caso.
Ho assistito 30 anni fa al decesso di mia zia ammalata di cancro. E nella tragedia ho assistito ad una scenetta che allora avevo definito comica.
La suorona che l’aveva assistita nelle due ultime settimane, due ore prima di morire, si era lasciata andare ad una sensazione di disperazione.
Si era tolta il grembiulone bianco di servizio, e lo aveva sbattuto violentemente a terra grigando disse”Signur fala murì” (Signore falla morire).
Anche lei non sopportava la sofferenza inutile tanto che prima o poi doveva morire.
La stessa cosa era successa con i casi di accanimento terapeutico con cui si erano opposto gli ortodossi cattolici.
Per il resto sono d’accordo con Francesco ma rimane un dialogo tra sordi.
Basta usura e abusi verso Paesi più poveri”
Francesco interviene alle Nazioni Unite e chiede “riforma che garantisca inclusione di tutti gli Stati”
“ESISTE UN VERO DIRITTO ALL’AMBIENTE. OGNI DANNO ALL’AMBIENTE E’ DANNO ALL’UMANITA'”
Mondo
“Lottate contro corruzione, narcotraffico, riciclaggio del denaro, usura, armi nucleari, gender, aborto, eutanasia, commercio di organi, sfruttamento sessuale di minori e prostituzione”. Nel suo discorso all’Onu, dopo quello pronunciato al Congresso americano appena 24 ore fa (leggi), Papa Francesco ha toccato tutti i temi caldi del suo pontificato. Bergoglio è il quarto Pontefice a prendere la parola nel Palazzo di Vetro di New York. Prima di lui erano intervenuti Paolo VI nel 1965, Giovanni Paolo II nel 1979 e nel 1995 e Benedetto XVI nel 2008 di Francesco Antonio Grana
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Cosa poteva dire un Papa Cristiano, delle origini, se non questo?
Solo che in quell’ambiente suonano come una voce nel deserto.
Ma neppure a me alcuni riferimenti non tornano.
Come ad esempio l’aborto, che non può essere trattato solo in via generale.
Giovanni Paolo II, spingeva per far figli. Evidentemente aveva bene in mente che gli islamici si riproducono in maggiore quantità e quindi saranno prevalenti negli anni a venire, ma una religione non si può fondare su questo.
Come d’altra parte la proibizione del preservativo in quelle zone dell’Africa dove la trasmissione dell’Aids e di altre malattie, generava bambini malati.
Cose che se dovesse tornare l’uomo messo in croce in Palestina li prenderebbe a frustate per la loro crudeltà.
Come la stessa cosa con l’eutanasia.
Troppo facile blaterare a parole, bisogna essere sul campo per capire.
Gli esseri umani dotati di sentimenti e di una coscienza sono in grado di selezionare caso per caso.
Ho assistito 30 anni fa al decesso di mia zia ammalata di cancro. E nella tragedia ho assistito ad una scenetta che allora avevo definito comica.
La suorona che l’aveva assistita nelle due ultime settimane, due ore prima di morire, si era lasciata andare ad una sensazione di disperazione.
Si era tolta il grembiulone bianco di servizio, e lo aveva sbattuto violentemente a terra grigando disse”Signur fala murì” (Signore falla morire).
Anche lei non sopportava la sofferenza inutile tanto che prima o poi doveva morire.
La stessa cosa era successa con i casi di accanimento terapeutico con cui si erano opposto gli ortodossi cattolici.
Per il resto sono d’accordo con Francesco ma rimane un dialogo tra sordi.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Mondo
Papa Francesco all’Onu: “Narcotraffico uccide milioni di persone. Corruzione mina credibilità istituzioni”
Bergoglio, a meno di 24 ore dal suo intervento al Congresso, parla alle Nazioni Unite e ribadisce l'urgenza della lotta a narcotraffico, riciclaggio del denaro e tratta degli esseri umani. Poi difende la dottrina cattolica sui temi bioetici, dal gender all’aborto: "La legge morale inscritta nella stessa natura umana - ha detto - comprende la distinzione naturale tra uomo e donna e il rispetto assoluto della vita in tutte le sue fasi e dimensioni"
di Francesco Antonio Grana | 25 settembre 2015
Articolo + Foto
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... i/2068122/
Papa Francesco all’Onu: “Narcotraffico uccide milioni di persone. Corruzione mina credibilità istituzioni”
Bergoglio, a meno di 24 ore dal suo intervento al Congresso, parla alle Nazioni Unite e ribadisce l'urgenza della lotta a narcotraffico, riciclaggio del denaro e tratta degli esseri umani. Poi difende la dottrina cattolica sui temi bioetici, dal gender all’aborto: "La legge morale inscritta nella stessa natura umana - ha detto - comprende la distinzione naturale tra uomo e donna e il rispetto assoluto della vita in tutte le sue fasi e dimensioni"
di Francesco Antonio Grana | 25 settembre 2015
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
LO STATO DEL MONDO SECONDO FRANCESCO
(Furio Colombo)
27/09/2015 di triskel182
Quando la voce tonante del “marshall” del Congresso americano ha annunciato“the Pope of the Holy See”, nell’aula del Campidoglio di Washington che ospitava i deputati, i senatori, i giudici della Corte Suprema e i vertici militari del Paese, c’era benevola attesa, e un lieve, diffuso imbarazzo.L’ho sentito dire dai commentatori americani e mi è sembrato di percepirlo da spettatore che conosce il rito. Piccoli schiarimenti di voce, e una sedia o due che si muovono. Poi il silenzio teso, che non è tipico delle assemblee politiche. Salvo gli applausi,brevi e intensi ma raramente comuni a tutti,e le ovazioni (sette) non tutte unanimi. Ma il silenzio è stato il vero tributo.
QUEST’UOMO ha qualcosa da dire e bisogna ascoltarlo. C’era una sfida implicita nell’evento. Nessun Papa ha mai parlato al Congresso degli Stati Uniti, e benché introdotto come un capo di Stato, ci si aspettava che la sua sarebbe stata una omelia ricca di apprezzamenti, di ammonimenti, di incitamenti a sperare, insomma la religione. Francesco invece ha parlato, col passo un poco rallentato dalla lingua estranea e la voce appena sottotono,in un luogo di voci stentoree. E con le sue parole ben misurate e senza un solo inciampo o ripetizione, ha presentato al Congresso americano lo stato del mondo.Il suo è stato un grande discorso politico. E chi, fra i commentatori americani, ha provato a usare l’argomento come rimprovero, si è trovato isolato. Il silenzio, gli applausi quasi mai unanimi ma forti, le ovazioni non al Papa ma al leader che sta attraversando un’epoca e il mondo, il pianto commosso e impossibile da nascondere dello speaker della Camera Boehner (cattolico,ma capo di una destra rigida da cui, dopo aver ascoltato Francesco,ha deciso di dimettersi) quando ha accompagnato il Papa per il saluto alla folla hanno confermato la cosa strana e mai accaduta: chi ascoltava, da un luogo privilegiato e potente, si è accorto di essersi spostato a un livello più alto non perché religioso, ma perché ti mostra l’intero orizzonte di un’epoca e ti chiede di scegliere.Bello il titolo del New York Times del 25 settembre: “Il Papa chiama ad agire”,che dato il luogo,la sede e i protagonisti, mostra la qualità straordinaria dell’evento. Il discorso di Francesco è grande perché rovescia il discorso politico.Invece di annunciare,raccoglie la voce di chi non ha la voce. Invece di accusare spiega che ciascuno di noi è il nemico nel momento in cui diventa spietato e crudele credendo di rimettere in ordine la civiltà.Invece di decidere che cosa è bene o male, indica dei percorsi, e li segue insieme a chi lo ascolta. Nomina Lincoln, che è la libertà, Martin Luther King, che è il grande protagonista della non violenza ma anche del non rassegnarsi, Dorothy Day, la donna oggi ignorata da tanti americani, iniziatrice del Movimento dei Lavoratori Cattolici per organizzare la difesa del lavoro anche quando lo sfruttatore del lavoro era la Chiesa cattolica. E Thomas Merton che crea, nel discorso del Papa,due legami,con il mondo della cultura che lo ha sempre ricon o s c i u t o c o m e u n grande,e con quello del monachesimo contemplativo. Bello il suo elenco dei fondamentalismi da cui stare lontani, quello religioso, che non è solo islamico ma anche cristiano, anche cattolico, e quello del capitalismo, quando v u o l e t r a s f o r m a r e l’impresa in santuario, invece che riconoscere il luogo del rispettato lavoro insieme. Importante, e d’ora in poi dottrina della Chiesa,la condanna del più malva-gio degli espedienti del potere:trasformare in nemico interno chi si oppone e non sta al gioco. IL RIFIUTO della pena di morte giunge inaspettata e a metà di un applauso di chi credeva che finalmente il Papa stesse per parlare di aborto. Invece, in nome della sacralità della vita umana, ha chiesto all’America di abolire subito e per sempre la pena di morte.Ha voluto che la sua voce portasse forza e risonanza mondiale a quella di chi, da decenni (i Radicali italiani) ha iniziato e non ha mai smesso una campagna di liberazione dal boia che continua anche adesso all’Onu.
Articolo intero su il Fatto Quotidiano del 27/09/2015.
(Furio Colombo)
27/09/2015 di triskel182
Quando la voce tonante del “marshall” del Congresso americano ha annunciato“the Pope of the Holy See”, nell’aula del Campidoglio di Washington che ospitava i deputati, i senatori, i giudici della Corte Suprema e i vertici militari del Paese, c’era benevola attesa, e un lieve, diffuso imbarazzo.L’ho sentito dire dai commentatori americani e mi è sembrato di percepirlo da spettatore che conosce il rito. Piccoli schiarimenti di voce, e una sedia o due che si muovono. Poi il silenzio teso, che non è tipico delle assemblee politiche. Salvo gli applausi,brevi e intensi ma raramente comuni a tutti,e le ovazioni (sette) non tutte unanimi. Ma il silenzio è stato il vero tributo.
QUEST’UOMO ha qualcosa da dire e bisogna ascoltarlo. C’era una sfida implicita nell’evento. Nessun Papa ha mai parlato al Congresso degli Stati Uniti, e benché introdotto come un capo di Stato, ci si aspettava che la sua sarebbe stata una omelia ricca di apprezzamenti, di ammonimenti, di incitamenti a sperare, insomma la religione. Francesco invece ha parlato, col passo un poco rallentato dalla lingua estranea e la voce appena sottotono,in un luogo di voci stentoree. E con le sue parole ben misurate e senza un solo inciampo o ripetizione, ha presentato al Congresso americano lo stato del mondo.Il suo è stato un grande discorso politico. E chi, fra i commentatori americani, ha provato a usare l’argomento come rimprovero, si è trovato isolato. Il silenzio, gli applausi quasi mai unanimi ma forti, le ovazioni non al Papa ma al leader che sta attraversando un’epoca e il mondo, il pianto commosso e impossibile da nascondere dello speaker della Camera Boehner (cattolico,ma capo di una destra rigida da cui, dopo aver ascoltato Francesco,ha deciso di dimettersi) quando ha accompagnato il Papa per il saluto alla folla hanno confermato la cosa strana e mai accaduta: chi ascoltava, da un luogo privilegiato e potente, si è accorto di essersi spostato a un livello più alto non perché religioso, ma perché ti mostra l’intero orizzonte di un’epoca e ti chiede di scegliere.Bello il titolo del New York Times del 25 settembre: “Il Papa chiama ad agire”,che dato il luogo,la sede e i protagonisti, mostra la qualità straordinaria dell’evento. Il discorso di Francesco è grande perché rovescia il discorso politico.Invece di annunciare,raccoglie la voce di chi non ha la voce. Invece di accusare spiega che ciascuno di noi è il nemico nel momento in cui diventa spietato e crudele credendo di rimettere in ordine la civiltà.Invece di decidere che cosa è bene o male, indica dei percorsi, e li segue insieme a chi lo ascolta. Nomina Lincoln, che è la libertà, Martin Luther King, che è il grande protagonista della non violenza ma anche del non rassegnarsi, Dorothy Day, la donna oggi ignorata da tanti americani, iniziatrice del Movimento dei Lavoratori Cattolici per organizzare la difesa del lavoro anche quando lo sfruttatore del lavoro era la Chiesa cattolica. E Thomas Merton che crea, nel discorso del Papa,due legami,con il mondo della cultura che lo ha sempre ricon o s c i u t o c o m e u n grande,e con quello del monachesimo contemplativo. Bello il suo elenco dei fondamentalismi da cui stare lontani, quello religioso, che non è solo islamico ma anche cristiano, anche cattolico, e quello del capitalismo, quando v u o l e t r a s f o r m a r e l’impresa in santuario, invece che riconoscere il luogo del rispettato lavoro insieme. Importante, e d’ora in poi dottrina della Chiesa,la condanna del più malva-gio degli espedienti del potere:trasformare in nemico interno chi si oppone e non sta al gioco. IL RIFIUTO della pena di morte giunge inaspettata e a metà di un applauso di chi credeva che finalmente il Papa stesse per parlare di aborto. Invece, in nome della sacralità della vita umana, ha chiesto all’America di abolire subito e per sempre la pena di morte.Ha voluto che la sua voce portasse forza e risonanza mondiale a quella di chi, da decenni (i Radicali italiani) ha iniziato e non ha mai smesso una campagna di liberazione dal boia che continua anche adesso all’Onu.
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