Come se ne viene fuori ?

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soloo42000
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da soloo42000 »

lucameni ha scritto:Come se ne viene fuori?
Non lo so ma se la soluzione di Monti è quella di candidare Mario Sechi (ve lo ricordate) e magari Straquadanio l'ex ultraberlusconiano d'assalto, la vedo bigia.
Il bello è che questi si spacciano per riformisti e liberali.
Insomma Ichino si troverà in compagnia Sechi e Straquadanio. Contento lui.....

Se li e` scelti lui.
Noi eravamo troppo "estremisti".
Che si diverta coi "moderati".
Sperando stavolta di non dover votare che Ruby e` la nipote...

Ciao.

soloo42000
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie - 48

Lo Stato Montificio - 9

La rivolta si avvicina - 1



I casi sono due:

- o prossimamente dobbiamo entrare in guerra, oppure,
- si sono divisi la mazzetta.


il Fatto 9.1.13
Tagliano pensioni e ospedali, ma comprano sommergibili
Per l’acquisto di due sottomarini militari U-212 lo Stato spenderà 2 miliardi (170 milioni l’anno) grazie a una norma confermata dalla legge di Stabilità voluta dal governo Monti e approvata da Pdl, Pd e Terzo Polo. Un altro spreco dopo gli F-35

di Daniele Martini



Pensioni, ospedali e scuole sì.

Cacciabombardieri, sommergibili e siluri no.

Chissà perché in Italia da un po’ di tempo a questa parte si può tagliare di tutto, senza esitare a mettere per strada centinaia di migliaia di esodati, per esempio, o fino al punto da indurre i direttori amministrativi degli ospedali a “suggerire” ai medici di prescrivere ai malati le cure meno care e non le più efficaci.


Ma quando si arriva di fronte alle armi i governi come d’incanto smettono la faccia feroce e diventano accondiscendenti e rispettosi come indù al cospetto di vacche sacre e i quattrini gira e rigira riescono sempre a trovarli.


L’ultimo caso lo ha sollevato quasi per caso lunedì sera, durante Piazzapulita su La7, l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il quale ha ricordato che tra le spese militari pesanti dell’Italia in questo momento non ci sono solo i 900 milioni di euro per rifinanziare le missioni all’estero, a cominciare da quella in Afghanistan, o i discussi e sofisticatissimi F-35, i cacciabombardieri più costosi di tutta la storia dell’aeronautica militare.


Ci sono anche due sommergibili di “ultima generazione” della classe U 212, detta anche classe Todaro.

Due battelli, come dicono in gergo, che costano quasi 1 miliardo di euro, che sommato all’altro miliardo già speso per altre 2 unità già entrate in esercizio e con base a Taranto, fanno 2 miliardi.




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Tanto per avere un ordine di grandezza, è una somma pari a circa la metà di quanto gli italiani hanno dovuto pagare di Imu sulla prima e in moltissimi casi unica casa di proprietà.
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E una tranche da 168 milioni è stata inserita nella legge di stabilità, varata sotto Natale.


IL PROGRAMMA degli U 212 va avanti da quasi vent’anni e quindi tutti i governi della Seconda Repubblica, di centro-destra, centrosinistra e tecnici, ci hanno messo lo zampino, compreso quelli in cui Tremonti era ministro e non escluso l’esecutivo di Mario Monti con l’ammiraglio Giampaolo Di Paola alla Difesa, che non hanno mosso ciglio di fronte alla conferma delle ingenti spese.


Il primo sommergibile battezzato Salvatore Todaro fu consegnato alla Marina militare il 29 marzo 2006, il secondo un anno dopo, mentre nel 2009 è stato dato il via alla fase 2 del piano, cioè la costruzione di altri 2 sommergibili, frutto di una collaborazione italo-tedesca.


GLI ITALIANI partecipano con gli stabilimenti Fincantieri di Muggiano alla periferia di La Spezia e i tedeschi con il consorzio Arge in cui spiccano i produttori di acciaio Thyssen Krupp, tristemente famosi per il rogo nella fabbrica di Torino in cui morirono sette operai e per il quale è stato condannato l’amministratore dello stabilimento.


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Il 9 dicembre 2009 nei cantieri spezzini, alla presenza di “autorità, civili, militari e religiose” è stata celebrata la cerimonia del “taglio della prima lamiera” del battello che porterà la matricola S 528.
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Secondo informazioni della Difesa, fino a 6 mesi fa era stato costruito meno della metà di quel primo sommergibile (il 43 per cento, per l’esattezza), mentre non era stata avviata l’impostazione e tagliata mezza lamiera del secondo il cui termine ultimo di consegna, compreso un anno di prove in mare, è fissato addirittura per il 2017.


Al ministero della Difesa sostengono che qualsiasi cambio di indirizzo in corsa sarebbe intempestivo e inopportuno perché i contratti sono siglati. (Mazzette comprese-ndr)



Volendo, però, e ammesso che da qualche parte qualcuno abbia la volontà politica di farlo, si potrebbe anche fermare in extremis la costruzione dell’ultimo sottomarino della serie, con un risparmio di circa mezzo miliardo di euro, in considerazione del fatto che da quando fu decisa la sua realizzazione a oggi di cose ne sono cambiate parecchie, e non in meglio per quanto riguarda le condizioni dei conti pubblici e degli italiani in generale a cui continuano ad essere richiesti sacrifici feroci.


In altri paesi dimostrano atteggiamenti molto più “laici” nei confronti delle spese militari, non esitando a metterle in discussione, a ridurle o a tagliarle del tutto quando lo considerano opportuno e di fronte ad altre esigenze ritenute più importanti.


Caso emblematico di questo approccio pragmatico è quello del governo conservatore canadese che ha deciso di porre un freno al programma dei cacciabombardieri F-35 considerando fosse necessaria una fase di ripensamento visti i costi crescenti e molto elevati dell’operazione e constatati i difetti dell’aereo emersi in fase di realizzazione e di prova.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie - 49

Lo Stato Montificio - 10

La rivolta si avvicina - 2



Complimenti ai signori della truffa, premier in testa.


Il Fatto 9.1.13

Casta esercito
Armamenti e tagli mancati, il governo ha indossato l’elmetto

di Thomas Mackinson


C’è un settore della spesa pubblica che va a gonfie vele e purtroppo non è la scuola, non è la sanità.

In contro-tendenza con tutti gli altri comparti, quello della Difesa nel 2012 ha subito meno tagli e ha ricevuto più fondi, forte di un doppio trattamento di favore che è proseguito fino all’ultimo, con una serie di colpi di coda che fanno discutere.



L’ultimo si è consumato il 28 dicembre scorso con la proroga - quasi in sordina e a governo ormai dimissionato - delle missioni internazionali.



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Un provvedimento di solito accompagnato da forti tensioni e polemiche ma passato stavolta sotto silenzio, nonostante si portasse in pancia un vero e proprio giallo sui numeri.
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A prima vista il decreto sembra infatti ridurre la spesa rispetto al passato.

Il budget messo sul tavolo dal governo è stato infatti pari a 935 milioni, inferiore di mezzo miliardo rispetto a quello del 2012.



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Il testo pubblicato in Gazzetta, però, indica che la copertura finanziaria alle operazioni militari è relativa soltanto ai primi nove mesi dell'anno, cioè fino al 30 settembre 2013.
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Insomma, alla fine dei conti il risparmio potrebbe essere solo sulla carta, un taglio col trucco. Un epilogo molto simile a quello dei tagli generali alla spesa strutturata del comparto difesa, anch’essi oggetto di fortissime polemiche, sia in Parlamento che fuori.
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Quelli di Tremonti prima e la spending review poi, si sa, sono stati “congelati” temporaneamente in vista della riforma dell’intero comparto.


Quella che il generale Di Paola ha scritto per un anno e la Camera ha votato (distrattamente) il 12 dicembre, mentre fuori da Montecitorio le associazioni per il disarmo e i radicali protestavano inascoltati.


Contestavano al governo metodo e merito: gli eventuali risparmi che si otterranno da questa operazione, sbandierata come una rivoluzione epocale, non
torneranno affatto alle casse dello Stato, non contribuiranno per nulla al risanamento del debito pubblico o a garantire più servizi ai cittadini.


Quelle risorse, a differenza dei tagli degli altri settori, resteranno a disposizione della Difesa e saranno impiegate per finanziare l’acquisto di nuovi sistemi d’arma, compresi i contestatissimi F35 che costeranno 15 miliardi di euro. La loro riduzione, urlata a gran voce e da più parti, si è fermata a 41 esemplari.


Di novanta, a quanto pare, non si poteva proprio fare a meno. Dunque anche a questo servirà la riduzione di 43mila unità, il 25% del personale civile e militare attualmente impiegato nella difesa.


Idem per i frutti, molto incerti, del fantomatico piano di vendita del 30% delle caserme che dovrebbe andare a compimento in cinque anni.




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Quello che si profila, stanti questi fondamentali, è un’escalation di investimenti nell’industria bellica nei prossimi 10-15 anni.
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Sulla cui assoluta necessità per il nostro Paese si dibatte da tempo.


Qualcuno, e non è la prima volta, sta mettendo in dubbio anche le reali “performance” delle nostre industrie.

Le associazioni pacifiste, ad esempio, hanno confrontato i dati sull’export dichiarati nella relazione al Parlamento e quelli contenuti nel Rapporto annuale dell’Unione Europea.


E hanno scoperto una curiosa incoerenza tra i numeri: nel 2011 l’Italia avrebbe esportato armi e sistemi di difesa per 2,6 miliardi, per la Ue “appena” uno.



Delle due l’una, o i dati sono ampiamente inattendibili o i ritorni degli investimenti militari non sono poi così certi, come ostentato da un governo che ha continuato a indossare l’elmetto.



Materia di riflessione per la nuova legislatura. E infine ecco un altro colpo di coda, stavolta assestato dalla casta con le stellette: l’ausiliaria per generali e ammiragli in congedo, una sorta di indennità di chiamata, nel 2013 salirà del 21%, con un costo aggiuntivo per i contribuenti civili di 74 milioni di euro.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie - 50

Lo Stato Montificio - 11

La rivolta si avvicina - 3




ESTERI
12/12/2012
Il Canada rinuncia agli F-35

Il ministro della difesa canadese annuncia il ritiro

Il contestato programma
del cacciabombardiere invisibili
perdono un protagonista.

Ottawa doveva acquistarne 65 ma i costi sono saliti troppo.


Nuovi dubbi anche in Italia Olanda e Australia



GIORDANO STABILE



Il Canada rinuncia agli F-35. Quello che sia avvia a diventare il programma militare più costosa della storia subisce un nuovo duro colpo, dopo la riduzione delle commesse da parte di Gran Bretagna e dell’Italia, che dagli iniziali 131 esemplare ha deciso acquistare, per ora, soltanto 90 caccia «invisibili».


L’F-35, Joint Strike Fighter, dovrebbe diventare la spina dorsale delle aviazioni statunitense e di una decina di Paesi alleati, compresa la Turchia e Israele.


È nato per trasformare la tecnologia «stealth», quella che permette di non essere individuati dai radar nemici, in un prodotto a basso costo ma proprio il prezzo è diventato il punto debole del progetto.


Lanciato all’inizio degli Anni Novanta, l’F-35 doveva sfruttare le ricadute tecnologiche dell’F-22, il primo caccia che utilizzava questa tecnologia ( in pratica una esclusiva statunitense), per creare una flotta multiruolo utilizzabile da aviazione, marina e corpo dei Marines (con una versione a decollo verticale che interessa anche la nostra aeronautica militare).


Il gran numero previsto, e la partecipazione degli alleati alle spese di sviluppo, doveva abbattere il prezzo finale intorno ai 65 milioni di dollari a esemplari, un terzo di quello di un F-22.


Ma in un decenni, con una decina d’anni di ritardo accumulato, il prezzo è salito a 150-180 milioni.


E primi caccia saranno operativi solo nel 2020. Con il ritiro del Canada dal progetto i costi sono probabilmente ad aumentare, con il rischio del ripensamento di altri Paesi.


E così via, quella che gli analisti descrivono come un «death spiral», un avvitamento mortale.



Nella decisione del Canada ha pesato anche la testimonianza di Steve Lucas, già Chief dell’Air Staff dell’aviazione canadese, che ha rivelato come la raccomandazione del caccia da parte dei vertici militari trascurò di proposito «informazioni chiave».


La decisione del governo canadese di ordinare i 65 F-35 venne presa nel 2006 senza nessuna gara con possibili concorrenti.


I principali sono l’Eurofighter Typhoon (in dotazione anche dell’Italia e prodotto da un consorzio di aziende europee) e il Rafale della francese Dassault.



Nessuno dei due, però, è dotato di tecnologia «stealth».


Ma proprio sull’effettiva «insivisibilità» dell’F-35 sarebbero sorti importanti dubbi in Canada. Rispetto all’F-22 il Joint Strike Fighter sarebbe molto meno efficace nell’ingannare i radar.


Altri punti deboli, oltre al prezzo esorbitante, sono la scarsa capacità di carico offensivo in modalità «stealth», la velocità di punta modesta e la scarsa autonomia.


Quest’ultimo punto potrebbe spingere anche l’Australia a ritirarsi.

Dubbi crescenti ci sono anche in Olanda e in Italia (i dubbi sono come restituire la mazzetta –ndt), soprattutto in questi tempi di austerità e tagli della spesa pubblica.


*****

E i cattolicissimi Casini e Monti dove stavano????


F-35: il Canada rinuncia, l'Italia no
Troppo cari e con performance non all'altezza delle previsioni. Con queste motivazioni Ottawa ha annunciato di non voler più acquistare 65 cacciabombardieri della Lockheed Martin.
16/12/2012

Arriva dal Canada l'ultimo atto d'accusa contro i tanto discussi cacciabombardieri d'attacco F-35.

Troppo costosi e non all'altezza delle promesse, è stato detto oltreoceano.


Nel 2006 Ottawa aveva deciso di dotare la propria aviazione militare di 65 cacciabombardieri prodotti dalla Lockheed Martin.

Ma pochi giorni fa è tornato sui suoi passi.



A larghissima maggioranza, infatti, il Parlamento ha deciso di rinunciare all'affare. La spesa sarebbe stata eccessiva: il costo unitario iniziale di 65 milioni di dollari è lievitato fino a superare i 130 milioni per ciascun aereo.



Non solo: ai deputati ha parlato anche Steve Lucas, già Chief dell'Air Staff dell'aviazione canadese, che ha espresso molti dubbi sulla reale utilità dei velivoli.




A suo tempo le gerarchie militari – avrebbe rivelato Lucas – non dissero per intero la verità sugli F-35: questi aerei non garantiscono pienamente le caratteristiche che vantano.



La scelta del Canada dovrebbe far riflettere.

Il Parlamento italiano ha appena dato il via libera alla legge delega di riforma dello strumento militare voluta dal ministro della difesa Giampaolo Di Paola.




Il provvedimento, approvato in tempi record, ha fatto molto discutere, suscitando obiezioni non solo da parte del mondo pacifista ma anche di alcuni esponenti delle forze armate. Nonostante le dure critiche della società civile (centrale il ruolo dei cattolici), l'acquisto dei 90 F-35 previsto dal nostro Governo non è stato minimamente messo in discussione.




Pochi ne hanno parlato, ma la rinuncia canadese potrebbe causare ulteriori aumenti di costo: «Quando uno dei partner del progetto si ritira, il prezzo lievita per gli altri» fa notare don Tonio Dell'Olio (Libera).


E commenta con amara ironia:

«Ma a quanto pare noi non abbiamo alcun problema.

Che bello pensare che in Italia sappiamo tutta la verità e siamo più ricchi dei Canadesi».

Lorenzo Montanaro
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie - 51

Lo Stato Montificio - 12

Giochi di guerra – 1


I protagonisti

Generale 4 stelle Rimmel detto La volpe del deserto
Generale 2 stelle Nikita
Generale 4 stelle Terminator123
Generale 2 stelline Pier Furby
Generale 2 stelline Pitone
Generale 1 stellina Montezuma
Generalissimo 5 stalle Chinesemummy detto Erpiù
Generale 4 stelle Maronita
Generale 2 stelle Julius
Generale 4 stelle Degluti
Generale 4 stelle Genovese




1) 9 gennaio 2013

1-1 Il generale Rimmel intende stanare il generale Terminator123:

Bersani: «Il premier dica con chi sta» --(Versione Corriere) Bersani: «Monti dica contro chi combatte»--(Versione l’Unità)

1-2 Risponde il generale Terminato123:

Monti: non sono stampella di nessuno—(Versione Corriere)

(Tradotto dal politichese bocconiano : Fatti li cazzi tua)

Monti: «Il Pd spieghi cosa vuole Alleanza prematura» (Versione l’Unità)


1-3 Il generale Rimmel lancia il sasso (e nasconde la mano):

«Dopo il voto possiamo collaborare. Ma non tolga
le castagne dal fuoco a Lega
e Berlusconi»

1-4 Risponde il generale Terminato123:

Su un governo con il Pd: "Prematuro"


1-5 Il generale Terminator123 fa gli auguri al generale Chinesemummy

Monti: "Spero che Berlusconi non vinca"

(Beccati questa)


1-6 Il generale Julius fà la Sibilla Cumana

TREMONTI, IN PRIMAVERA MANOVRA CORRETTIVA BESTIALE


1-7 Il generale Julius rifà la Sibilla Cumana

TREMONTI SCOMMETTE, BERSANI E MONTI GOVERNERANNO INSIEME


1-8 Il generale Julius spara a zero su Terminator123

TREMONTI, SU IMU MONTI POCO ETICO E POCA VERITA'


1-9 Il generale Julius pontifica

TREMONTI CONTRARIO AD ACCORDO CON SVIZZERA
(Ettecredo tutti i suoi clienti sono stati consigliati da lui a portare i soldi in Svizzera)


1-10 Il generale Chinesemummy precisa su Pier Furby

Berlusconi ridimensiona speranze
«Casini? E' bello ma io ho classe»


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Strategie di guerra

Sdg - 1 - 9 gennaio 2013


Elezioni, Bersani cerca Monti dopo il voto. “Ma il Professore dica contro chi combatte”
Il vicesegretario democratico ha giudicato come "molto importante" il 'ritrovato' rapporto tra Renzi e Bersani, "che faranno campagna elettorale in tandem". Immediato il commento di Angelino Alfano su Twitter. ''Ufficiale: Da oggi Monti è la stampella di Bersani. Grazie al Pd per la chiarezza" ha detto il segretario del Pdl

di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 9 gennaio 2013Commenti (2028)


Con Monti ci sarà dialogo dopo le elezioni. A prescindere dal risultato delle urne. Lo dice Enrico Letta, lo conferma Pier Luigi Bersani.

All’indomani della presentazione delle liste dei candidati democratici, il Pd non nasconde le proprie intenzioni e apre senza mezzi termini alla squadra del Professore.

“Dico da tre anni che intendo lavorare per un governo dei progressisti aperto a un dialogo con forze democratiche progressiste e moderate che siano ostative a un revival berlusconiano, leghista e populista.

E rimango fermo su questo” ha chiarito il segretario, secondo cui bisogna evitare il “rischio di mettere nell’angolo un’esigenza di cambiamento”.

Peraltro il sostegno di Monti e dei centristi a Gabriele Albertini in Lombardia “va bene se non aiutano a togliere le castagne dal fuoco a Berlusconi e alla Lega in Lombardia, se, invece, aiutassero non andrebbe bene e bisogna rispondere.
Voglio capire da Monti e dal centro contro chi combattono” ha aggiunto Bersani a SkyTg24.

Il Pd sarà la lepre? “In questo momento tutti un po’ faranno la gara sul Pd. Gestirò la campagna elettorale in coerenza con quanto fatto fin qui: io credo alla comunicazione ma di più a quello che abbiamo seminato, la gente vuole vedere coerenza. Noi siamo in vantaggio perché abbiamo fatto vedere che quello che avevamo detto avremmo fatto: la lealtà a Monti fino a fine del governo, le primarie per premiership e per i parlamentari”. Il segretario democratico dice di non scommettere su Berlusconi e ha detto sì a un confronto televisiva con gli altri candidati a Palazzo Chigi.

La posizione di dialogo era stata anticipata in mattinata da Enrico Letta. ”Dopo le elezioni, se vinceremo chiederemo ai montiani, al centro, di sostenere il governo Bersani” aveva detto il vice segretario parlando alla sede del partito. Sempre in tema di alleanze, del resto, a chi gli chiedeva del rapporto con gli arancioni di Ingroia, Letta ha replicato in maniera altrettanto secca: “Il Pd e la coalizione del Pd vuole vincere le elezioni e chiedere voti per il centrosinistra, dopo le elezioni guarderemo al Parlamento che si è creato e valuteremo le scelte da fare. Il nostro primo interlocutore saranno le liste che si sono raggruppate intorno al senatore Monti“. Il vicesegretario democratico, poi, ha giudicato come “molto importante” il ‘ritrovato’ rapporto tra Renzi e Bersani, “che faranno campagna elettorale in tandem”.

Enrico Letta, inoltre, ha risposto alle critiche del segretario socialista Nencini in merito alla composizione delle liste e alla penalizzazione degli esponenti del garofano. “Non capisco il senso della protesta di Nencini – ha detto il vicesegretario democratico – C’erano dei patti e sono stati rispettati. Le nostre sono liste aperte e sarà una buona alleanza”. Immediato il commento di Angelino Alfano su Twitter. ”Ufficiale: Da oggi Monti è la stampella di Bersani. Grazie al Pd per la chiarezza” ha detto il segretario del Pdl. ”Bersani è diventato la brutta copia di Monti. Basta Monti. Basta tasse”. Questo il tweet del segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01 ... no/465036/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Da Transatlantico, la bolgia dei candidati in bilico del gruppo Berlusconi e Berlusconi con il loden (IFQ)

I tre gironi

I disperati

Pecorella, Mantovano, Scilipoti, Carra.


Gli smarriti

Pisacane, Quagliariello, Sacconi, Pepe.


I finto sicuri

Baccini, Straquadanio, Milanese, Grassano.
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie- 52 –

Cronaca di un affondamento -1 –

Una Repubblica alle vongole e al ciocorì – 1



La crisi comincia a farsi sentire anche nel settore della stampa quotidiana e la FNSI deve aver premuto sui due ministeri, Interno e Difesa affinché dal 7 gennaio cessasse la pubblicazione in rete delle prime pagine e delle notizie principali. Qualcosina, poco, poco, recupereranno di certo ma tra qualche mese si accorgeranno che il problema non stava li ma nel problema più generale che affligge la Fiat, l’edilizia, il mercato immobiliare e tutti gli altri comparti tricolori in crisi nera perché manca la materia prima “i danè”.


Ministero dell’Interno

Rassegna Stampa
A tutela del diritto d’autore per gli articoli pubblicati e come da indicazioni delle associazioni rappresentative degli editori dei quotidiani e periodici, la rassegna stampa è esclusivamente ad uso interno.

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^^

Raccogliere le informazioni sarà più complicato, ma vedremo di rimediare.


**


Da La Repubblica: Pag. 8

Vendola apre a Monti: “Alleati sì, ma non insieme al governo”

^^

Considerazioni.

Weber, ieri ha pubblicato il sondaggio settimanale per Agorà, il primo del 2013:

Pdl e Pd sono in leggero calo.

Pdl.= 15,7…% …….Il conduttore chiede a Weber se la perfomance della sera prima di B. ha avuto effetto - 2 % stima a naso
Pd..= 29,8…%
Sel..= 4,0…%
Partito della rivoluzione = 4,5...%

Con le dichiarazioni fatte nella settimana, da Letta, a Bersani a Gotor, che danno comunque per scontata l’alleanza con il secondo partito della destra, il centro “sinistro”, arresta la sua corsa. E’ arrivato al suo punto massimo di espansione grazie alla pubblicità delle primarie e adesso comincia il percorso inverso. Per il momento leggero.

Pressato da più parti, soprattutto da casa Pd, Vendola si è espresso in maniera tutta italica. Un piede dentro e l’altro fuori dalla porta.

Si all’alleanza con Monti.

No al governo con Monti.

Questo non sarà gradito di certo alla sua base e il Sel vedrà prossimamente spostare i suoi consensi verso il Partito della rivoluzione.

Lo stesso accadrà con il Pd. La sinistra di base non accetta l’alleanza con la destra montiana.

Quello di ieri è il primo sondaggio di Weber sul Partito della rivoluzione. Se prendiamo in esame quelli fatti da altri all’inizio dell’anno, il partito di Ingroia è raddoppiato.

Lo scivolone di Grillo, sempre in settimana, potrebbe spingere ed invogliare buona parte di quel 32 % di sinistra del M5S, a poco meno del 16 %, di spostarsi verso il PdR.

Il partito di Ingroia potrebbe, in via teorica, ripetere il successo di Grillo alle amministrative, anche se poi non serve a nulla.

Le anime perse della sinistra che non sanno più dove sbattere la testa, e che non ci capiscono più niente di questo baillame, temporaneamente, per questa tornata elettorale potrebbero trovare un attimo di respiro appoggiandosi a Ingroia.

In questo modo il Pd perde ogni possibilità di vittoria al Senato, malgrado Bersani imiti Vendola alla primarie : Vinco io.

Già la settimana scorsa, Prof. D’Alimonte sul Sole 24ore, segnalava che con gli Arancioni oltre l’11 % in Campania, pregiudicavano la vittoria del Pd al Senato.

E più Bersani e Vendola spingono per un alleanza con la destra, più compromettono la loro posizione.

Secondo Weber, l’effetto Monti è stato riassorbito. Il partito agenda raggiunge oggi poco meno del 14 %. Sarà quindi ben difficile che raggiunga il 25 % programmato, perché non è certo Monti che può trascinare questa seconda destra. Lui non intende fare campagna elettorale facendo comizi.

Infatti su questo ha ragione, si vede che conosce i suoi limiti. Visto in Tv, Travaglio l’ha definito un calorifero spento. Se si espongono per lui le due mummie di dinosauro, i gemelli bolognesi Fini e Casini di certo non riempiono gli stadi. Per non parlare di Bocchino, il classico uomo sotto dieci bandiere.

Parla a secondo di dove lo posi. E’ come i camaleonti. A Torino è juventino, a Roma è laziale, a Milano è milanista, a Firenze è gigliato.

Lo stesso dicasi di Mario Sechi, uno dei mastini berlusconiani fino a poco tempo fa, e da ex ha già mostrato tutti i suoi denti da mastino ieri mattina con la Biancofiore ad Agorà. Un mastino di ventura.

La destra berlusconiana s’è desta. Vuole vincere. Vuole ripetere la rimonta del 2006. Per questo obbiettivo deve tentare di recuperare gli scontenti che l’avevano abbandonato, ma come possa fare con tutte le balle che racconta è un vero mistero. Inoltre dovrà picchiare duro sull’altra destra se vuole vincere.

Non è di certo con le sue sparate del tipo : Dio mi guardi dalla destra e dalla sinistra, che Monti può pensare di fermare gli assalti di B.

Bersani vorrebbe una dichiarazione di alleanza preventiva da Monti. Continua a dire che il nemico è Berlusconi. Ma fino a quando non sgancia Vendola, non può fare un patto tra democristiani, perché i poteri forti rifiutano l’odore di zolfo della sinistra.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Nicola Porro a In onda chiede a Casini di accennare alla parola seeeeeeeeeeerio, perché l’aveva già anticipato lui.


Casini: Monti è allegro.

Sì, ........come un ferro da stiro
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Casini accusa B. di essere uno showman e un venditore.

C’è però un venditore di bufale superiore a Berlusconi, è proprio Casini in questo momento.

Con gente di questo genere l’affondamento è sicuro.

Di cialtroni ne sono passati i questi anni, un infinità, ma Casini fa impallidire Berlusconi e Scilipoti.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Ieri mattina ad Agorà, è arrivata una comunicazione circa Grillo in coda per depositare i marchi.

Una dichiarazione che ha lasciato allibiti coloro che stavano in studio : Prossimamente avverrà una rivoluzione violenta.

Ascoltando Casini, la dichiarazione di Grillo diventa veritiera.


Casini smentisce completamente Vendola e Bersani che ha costretto il presidente della Puglia a dichiarare il via libera all’alleanza con Monti.

<<Ma vi vedete Fini, Monti …ed io sostenere Vendola al governo?>>

Questo è il caos che precede il disastro.
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