Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 25/01/2013, 20:35
Sotto le macerie – 77
Cronaca di un affondamento - 27
I giorni della follia che precedono il disastro…….ovvero, l’ultima fase della dittatura delle teste di caXXo - 5
Dal teatrino della politica all’avanspettacolo della politica recitato da banditi con i colletti bianchi - 1
Quando l’allora cavaliere, poi dimostratosi “il cavalier banana”, l’ultima maschera del teatro italiano dopo Arlecchino, il Dottor Balanzone, Pulcinella, Colombina, Brighella, Pantalone, Stenterello e Truffaldino, scese in campo, termine giornalistico decisamente improprio perché il termine appropriato è “tuffarsi in politica”, in quanto in realtà si tratta di un tuffo nel gran buoilone della politica italiana, ….precisò con grande enfasi:
<<BASTA CON IL TEATRINO DELLA POLITICA ITALIANA>>
Fu quello, forse, l’unico momento di verità per un gran guascone come lui. Infatti, da allora, per tutta la così detta seconda Repubblica, non abbiamo più visto il teatrino della politica, ma solo e soltanto AVANSPETTACOLO.
La sua forza è stata quella di trascinare anche le istituzioni in avanspettacolo. Rimarrà celebre negli annali della politica italiana il notissimo passaggio parlamentare in cui ha obbligato le assemblee per due volte a votare in merito al fatto, che lui, il cavalier banana, aveva creduto che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak. Per giunta, con il Capo dello Stato assolutamente silente di fronte al fatto che quelle stesse aule parlamentari testimoni di giornate memorabili dei primissimi anni del dopoguerra, si fossero trasformate come le tavole del palcoscenico del Teatro Smeraldo di Milano, cattedrale dell’avanspettacolo meneghino.
Segnando in questo modo il definitivo degrado e declino della politica italiana.
Adesso lo spettacolo dell’avanspettacolo continua in forma peggiorativa, perché gli attori, squali/bucanieri, si stanno scannando per chi darà le carte nella prossima legislatura.
Il sistema prevede che ogni 5 anni, prima della sveltina dove viene deciso chi saranno i mazzieri, per 30 giorni devono subire la passerella dei tromboni candidati, che rigorosamente si attrezzano per raccontare nel miglior modo possibile il loro book di palle interminabili. Promesse che non manterranno mai. Lo stanno facendo da 40 anni usando la parolina magica : RIFORME, a cui gli italiani regolarmente abboccano.
Negli ultimi 40 anni, lo star system ha usato, senza soluzione di continuità, la parolina magica “RIFORME”, confidando sul noto difetto tricolore che la quasi totalità degli italiani non si ricorda più cosa hanno promesso i tromboni squali/bucanieri la settimana prima.
Adesso lo spettacolino indecente continua allo stesso modo anche in questi giorni, quando il Titanic stava affondando, l’orchestrina continuava a suonare (la classe politica italiana) e ci stavano passeggeri che continuavano imperterriti a ballare (gli elettori italiani).
Le cronache ci hanno riportato che Bersande e Che Guevara, si sono ritrovati in un vento per stabilire un accordo.
Bersani-Monti, inciucio per non farsi male (e - Secolo d'Italia
http://www.secoloditalia.it/.../bersani ... i-male-e-f...
17/gen/2013 – Si sono incontrati all'alba in un convento (sarà stato delle carmelitane scalze, ... L'incontro “segreto” di ieri tra Bersani e Monti, così segreto da venire ...Scordatevi, dunque, gli accordi elettorali e l'alta politica: Pier Luigi e il ...
Incontro tra Bersani e Monti<br>Campagna senza colpi bassi - l'Unità
http://www.unita.it/.../incontro-tra-be ... -senza-col...
17/gen/2013 – Clima disteso tra i due e accordo su un patto informale per una campagna ... fare l'incontro in un convento romano, Bersani, ricordando le polemiche.... gladio e servizi segreti deviati, e monti, enrico letta e il fior fiore di tutti i ...
Buongiorno Today | Patto Monti - Bersani e arriva il Viagra low cost
http://www.today.it/rassegna/.../buongi ... 2013-.html
17/gen/2013 – Mario Monti si schiera contro le nozze gay. Ieri Bersani e il Professore hanni siglato "in segreto" un patto di non belligeranza fino alle elezioni.
Secondo Marcello Sorgi quella tregua è già saltata.
Può darsi che abbia ragione, perché la ghiotta occasione di Mps, è la soluzione giusta da parte del Che, di riuscire a mettere Bersande con le spalle al muro per poterlo condizionare nel dopo elezioni.
Se poi l’affare s’ingrossa in campagna elettorale meglio ancora. Si potrebbe verificare il crollo dei democristiani di Bersande.
Non è affatto un caso che oggi la direzione strategica del Che ha lanciato l’amo a destra con la proposta di alleanza con il Pdl se mettono da parte il Berlusca. A cui il cameriere tuttofare del banana ha subito risposto con un vaffa.
Il caso Mps ha illuminato nuovamente le speranze di rifare la Dc.
****
La Stampa 24.1.13
È saltata la tregua tra Monti e Bersani
di Marcello Sorgi
Le dure previsioni del Fondo monetario internazionale, che annuncia per l’Italia un altro intero anno di recessione, e lascia intendere che la cura adottata per i conti pubblici s’è rivelata insufficiente, sono diventate l’occasione per rompere la fragile tregua costruita a fatica tra Monti e Bersani. Da Davos, il presidente del consiglio ha reagito contestando l’analisi del FMI e sostenendo che un principio di ripresa economica dovrebbe già manifestarsi nella seconda parte dell’anno: ma per difendere le scelte del suo governo ha attaccato quelli che l’avevano preceduto e chi oggi insiste a far promesse elettorali, invece di spiegare agli elettori le difficoltà reali di trovare una via d’uscita dalla crisi e la necessità di mantenere una maggiore cautela.
Critiche a tutto campo, rivolte a destra come a sinistra: alle quali hanno subito reagito sia Alfano che Bersani. E mentre il segretario del Pdl rivendicava al Tg3 la decisione del suo partito di togliere l’appoggio a Monti, quando è apparso evidente che gli effetti dei suoi provvedimenti economici avevano, a giudizio del centrodestra, aggravato la situazione invece di risolverla, anche il leader del Pd è andato all’attacco con argomenti pesanti. Ha accusato il premier di aver approfittato dell’appoggio del suo partito al governo, salvo poi riversagli addosso in fiume di critiche in campagna elettorale, rifiutandosi di affrontare una “questione sociale” divenuta ormai allarmante e cercando di nascondere di aver creato il problema degli esodati.
Così Pdl e Pd marciano divisi (non risparmiandosi ovviamente neppure accuse dirette), ma sono uniti nel colpire Monti, e nel tentativo evidente di fare il pieno di voti ciascuno nel proprio campo, riducendo al minimo lo spazio elettorale per il Centro. A un mese dal voto, la campagna elettorale si prevede senza esclusione di colpi per il tempo che resta. Nel campo del centrodestra, le polemiche sull’esclusione dei candidati “impresentabili” e di gran parte degli ex-An dalle liste non hanno scalfito l’entusiasmo di Berlusconi, che diversamente da molti dei suoi arriva a considerare possibile, non solo la rimonta, ma anche la vittoria nelle urne. In quello del centrosinistra, resistono i timori per un rialzo delle quotazioni di Grillo, dopo il ritorno in campo del leader del Movimento 5 Stelle, e per la possibile crescita della lista di Ingroia, che nei sondaggi sta rosicchiando consensi a Vendola. Forse è anche per questo che Bersani ha deciso di alzare il tono della campagna, costi quel che costi: anche una rottura, che ormai pare irrecuperabile, con Monti.
Cronaca di un affondamento - 27
I giorni della follia che precedono il disastro…….ovvero, l’ultima fase della dittatura delle teste di caXXo - 5
Dal teatrino della politica all’avanspettacolo della politica recitato da banditi con i colletti bianchi - 1
Quando l’allora cavaliere, poi dimostratosi “il cavalier banana”, l’ultima maschera del teatro italiano dopo Arlecchino, il Dottor Balanzone, Pulcinella, Colombina, Brighella, Pantalone, Stenterello e Truffaldino, scese in campo, termine giornalistico decisamente improprio perché il termine appropriato è “tuffarsi in politica”, in quanto in realtà si tratta di un tuffo nel gran buoilone della politica italiana, ….precisò con grande enfasi:
<<BASTA CON IL TEATRINO DELLA POLITICA ITALIANA>>
Fu quello, forse, l’unico momento di verità per un gran guascone come lui. Infatti, da allora, per tutta la così detta seconda Repubblica, non abbiamo più visto il teatrino della politica, ma solo e soltanto AVANSPETTACOLO.
La sua forza è stata quella di trascinare anche le istituzioni in avanspettacolo. Rimarrà celebre negli annali della politica italiana il notissimo passaggio parlamentare in cui ha obbligato le assemblee per due volte a votare in merito al fatto, che lui, il cavalier banana, aveva creduto che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak. Per giunta, con il Capo dello Stato assolutamente silente di fronte al fatto che quelle stesse aule parlamentari testimoni di giornate memorabili dei primissimi anni del dopoguerra, si fossero trasformate come le tavole del palcoscenico del Teatro Smeraldo di Milano, cattedrale dell’avanspettacolo meneghino.
Segnando in questo modo il definitivo degrado e declino della politica italiana.
Adesso lo spettacolo dell’avanspettacolo continua in forma peggiorativa, perché gli attori, squali/bucanieri, si stanno scannando per chi darà le carte nella prossima legislatura.
Il sistema prevede che ogni 5 anni, prima della sveltina dove viene deciso chi saranno i mazzieri, per 30 giorni devono subire la passerella dei tromboni candidati, che rigorosamente si attrezzano per raccontare nel miglior modo possibile il loro book di palle interminabili. Promesse che non manterranno mai. Lo stanno facendo da 40 anni usando la parolina magica : RIFORME, a cui gli italiani regolarmente abboccano.
Negli ultimi 40 anni, lo star system ha usato, senza soluzione di continuità, la parolina magica “RIFORME”, confidando sul noto difetto tricolore che la quasi totalità degli italiani non si ricorda più cosa hanno promesso i tromboni squali/bucanieri la settimana prima.
Adesso lo spettacolino indecente continua allo stesso modo anche in questi giorni, quando il Titanic stava affondando, l’orchestrina continuava a suonare (la classe politica italiana) e ci stavano passeggeri che continuavano imperterriti a ballare (gli elettori italiani).
Le cronache ci hanno riportato che Bersande e Che Guevara, si sono ritrovati in un vento per stabilire un accordo.
Bersani-Monti, inciucio per non farsi male (e - Secolo d'Italia
http://www.secoloditalia.it/.../bersani ... i-male-e-f...
17/gen/2013 – Si sono incontrati all'alba in un convento (sarà stato delle carmelitane scalze, ... L'incontro “segreto” di ieri tra Bersani e Monti, così segreto da venire ...Scordatevi, dunque, gli accordi elettorali e l'alta politica: Pier Luigi e il ...
Incontro tra Bersani e Monti<br>Campagna senza colpi bassi - l'Unità
http://www.unita.it/.../incontro-tra-be ... -senza-col...
17/gen/2013 – Clima disteso tra i due e accordo su un patto informale per una campagna ... fare l'incontro in un convento romano, Bersani, ricordando le polemiche.... gladio e servizi segreti deviati, e monti, enrico letta e il fior fiore di tutti i ...
Buongiorno Today | Patto Monti - Bersani e arriva il Viagra low cost
http://www.today.it/rassegna/.../buongi ... 2013-.html
17/gen/2013 – Mario Monti si schiera contro le nozze gay. Ieri Bersani e il Professore hanni siglato "in segreto" un patto di non belligeranza fino alle elezioni.
Secondo Marcello Sorgi quella tregua è già saltata.
Può darsi che abbia ragione, perché la ghiotta occasione di Mps, è la soluzione giusta da parte del Che, di riuscire a mettere Bersande con le spalle al muro per poterlo condizionare nel dopo elezioni.
Se poi l’affare s’ingrossa in campagna elettorale meglio ancora. Si potrebbe verificare il crollo dei democristiani di Bersande.
Non è affatto un caso che oggi la direzione strategica del Che ha lanciato l’amo a destra con la proposta di alleanza con il Pdl se mettono da parte il Berlusca. A cui il cameriere tuttofare del banana ha subito risposto con un vaffa.
Il caso Mps ha illuminato nuovamente le speranze di rifare la Dc.
****
La Stampa 24.1.13
È saltata la tregua tra Monti e Bersani
di Marcello Sorgi
Le dure previsioni del Fondo monetario internazionale, che annuncia per l’Italia un altro intero anno di recessione, e lascia intendere che la cura adottata per i conti pubblici s’è rivelata insufficiente, sono diventate l’occasione per rompere la fragile tregua costruita a fatica tra Monti e Bersani. Da Davos, il presidente del consiglio ha reagito contestando l’analisi del FMI e sostenendo che un principio di ripresa economica dovrebbe già manifestarsi nella seconda parte dell’anno: ma per difendere le scelte del suo governo ha attaccato quelli che l’avevano preceduto e chi oggi insiste a far promesse elettorali, invece di spiegare agli elettori le difficoltà reali di trovare una via d’uscita dalla crisi e la necessità di mantenere una maggiore cautela.
Critiche a tutto campo, rivolte a destra come a sinistra: alle quali hanno subito reagito sia Alfano che Bersani. E mentre il segretario del Pdl rivendicava al Tg3 la decisione del suo partito di togliere l’appoggio a Monti, quando è apparso evidente che gli effetti dei suoi provvedimenti economici avevano, a giudizio del centrodestra, aggravato la situazione invece di risolverla, anche il leader del Pd è andato all’attacco con argomenti pesanti. Ha accusato il premier di aver approfittato dell’appoggio del suo partito al governo, salvo poi riversagli addosso in fiume di critiche in campagna elettorale, rifiutandosi di affrontare una “questione sociale” divenuta ormai allarmante e cercando di nascondere di aver creato il problema degli esodati.
Così Pdl e Pd marciano divisi (non risparmiandosi ovviamente neppure accuse dirette), ma sono uniti nel colpire Monti, e nel tentativo evidente di fare il pieno di voti ciascuno nel proprio campo, riducendo al minimo lo spazio elettorale per il Centro. A un mese dal voto, la campagna elettorale si prevede senza esclusione di colpi per il tempo che resta. Nel campo del centrodestra, le polemiche sull’esclusione dei candidati “impresentabili” e di gran parte degli ex-An dalle liste non hanno scalfito l’entusiasmo di Berlusconi, che diversamente da molti dei suoi arriva a considerare possibile, non solo la rimonta, ma anche la vittoria nelle urne. In quello del centrosinistra, resistono i timori per un rialzo delle quotazioni di Grillo, dopo il ritorno in campo del leader del Movimento 5 Stelle, e per la possibile crescita della lista di Ingroia, che nei sondaggi sta rosicchiando consensi a Vendola. Forse è anche per questo che Bersani ha deciso di alzare il tono della campagna, costi quel che costi: anche una rottura, che ormai pare irrecuperabile, con Monti.