Di cosa parliamo, di cosa parlano tutti in questi giorni? Di un Rolex regalato al figlio di Lupi e di un biglietto aereo di circa 400 euro per sua moglie? Roba forte, che cattura l'immaginazione. Ma del 40% di maggiorazione su un giro di appalti di 25 miliardi gestiti dal ministero delle infrastrutture nessuno parla. Fanno circa 10 miliardi di tasse dei cittadini a cui vengono chiesti sacrifici, girate ai ladri di Stato e ai loro complici. A chi sono finiti questi 10 miliardi? Questa è la vera domanda da farsi. Il Rolex è un'informazione di distrazione di massa. Quanto fatturano i partiti attraverso le Grandi Opere? Qual è la tariffa base per la Tav o per il Mose per un partito di governo? E' evidente che Incalza, dopo vent'anni di permanenza nel ministero delle Infrastrutture (salvo un breve periodo quando fu cacciato da Di Pietro, allora ministro) può ricattare chiunque, mettere nella merda qualunque partito. Il silenzio è la sua migliore assicurazione.
Sono più interessanti i 10 miliardi di euro fottuti agli italiani o un Rolex? Dalla vicenda che fa capo a Incalza emerge una struttura delinquenziale collaudata, che funziona dal livello comunale a quello regionale a quello nazionale. Il malloppo sono i soldi dei cittadini. I ladri a norma di legge sono i partiti, anzi il partito della Nazione, la fusione del Pd con FI. Gli aiutanti, quelli che aiutano a portare fuori i soldi, sono imprenditori corrotti, in particolare cooperative bianche e rosse e criminalità assortita. I pali sono i giornalisti.Che si tratti di Mafiacapitale, dell'Expo o di una qualunque Grande Opera, il modello è quello del ladrocinio spartitorio in cui ci si copre il culo uno con l'altro con leggi ad hoc. Si è passati da Tangentopoli a Partitopoli. Apriamo le galere per questa gente. Non è tempo di Rolex, ma di restituzione del maltolto. A proposito, Galan dove si trova ora? Nella sua sontuosa villa.L'ex ministro ed ex governatore del Veneto è accusato di corruzione nell'ambito dell'inchiesta Mose, ma l'80% dei suoi reati è prescritto. A ottobre scorso i 5 Stelle hanno chiesto la sua rimozione dalla guida dell'organo parlamentare. La Boldrini disse: "Non è mia competenza". Brunetta aggiunse: "Sarebbero pressioni indebite". Galan resta quindi presidente della Commissione cultura anche se agli arresti domiciliari.
Oggi, 19 marzo, festa del papà, da Andrea Cioffi, capogruppo al Senato del M5S:
"La farsa è servita. Il governo annuncia un passo avanti e ne fa due indietro. Sul Ddl anticorruzione in Senato, i tempi si allungheranno a causa di un emendamento. Perché Nitto Palma prima ha ammesso l'emendamento del governo, e due giorni dopo dice che è inammissibile, e riferisce che purtroppo ci saranno lunghe discussioni in Aula su questo punto? E perché il governo scrive un emendamento inammissibile? Incompetenza o dolo politico? Si sono sbagliati sia Palma che il governo, o si sono messi d'accordo per far slittare ancora la legge anticorruzione, magari a dopo le prossime elezioni?"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... i/1277050/
Galan resta presidente della Commissione cultura. Ma è agli arresti domiciliari
L'ex ministro ed ex governatore del Veneto è accusato di corruzione nell'ambito dell'inchiesta Mose. A ottobre scorso i 5 stelle hanno chiesto la sua rimozione dalla guida dell'organo parlamentare. La Boldrini: "Non è mia competenza". Brunetta: "Sarebbero pressioni indebite". Il Quirinale: "Apprezzo motivazioni, ma il Capo dello Stato non può intervenire"
Nessuno può chiedergli di fare un passo indietro, nemmeno la presidente della Camera Laura Boldrini. E lui nel dubbio resta al suo posto. Il deputato di Forza Italia Giancarlo Galan continua a ricoprire la carica di presidente della commissione Cultura a Montecitorio, ma da casa. Galan, infatti, non può uscire: è agli arresti domiciliari dopo aver patteggiato per l’inchiesta sul Mose, nella quale è accusato per corruzione. Durante l’estate, il 21 luglio scorso, il Parlamento aveva autorizzato l’arresto dell’ex governatore del Veneto che secondo i pm – nel sistema di tangenti veneziane – riceveva uno “stipendio” da un milione di euro all’anno. Il 16 ottobre Galan, dopo essersi dichiarato innocente per settimane, ha patteggiato la pena a 2 anni e 10 mesi e da quel giorno è ai domiciliari nella sua villa in Veneto. Ma nessuno ha ancora messo in discussione la sua poltrona di presidente dell’organo parlamentare. Silenzio dai colleghi di Forza Italia, silenzio anche dalla maggioranza e in particolare dal Pd che in commissione Cultura è rappresentato tra l’altro dal presidente del partito, Matteo Orfini.
http://www.beppegrillo.it/
Almeno potremo dire che abbiamo una opposizione che non le manda a dire.Sia in parlamento, nelle regioni comuni.
Ciao
Paolo11