Berlusconi è ancora armato e pericoloso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Le primarie del Pdl hanno già un vincitore......
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
La biancofiore, pensate un po', è una tale leccaculo che quando l'anno scorso fu ospite ad atreju perfino qualcuno dal pubblico, sentendone i toni usati verso il capo, urlò dalla platea "e basta!...".
Comunque, vorrei ricordare agli italiani il concetto di "burattinaio".
Comunque, vorrei ricordare agli italiani il concetto di "burattinaio".
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
camillobenso ha scritto:"Chiunque è un candidato perfetto perché abbiamo un'ampia classe dirigente molto bella. Di identikit se ne possono fare molti".
Giorgia Meloni
Al gusto dell’orrido non c’è mai fine.
Scajola
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Verdini
La Russa
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Cicchito (Mister simpatia – sono vent’anni consecutivi che vince l’omonimo premio)
Quagliariello
Alfano (fa venire i vermi ai bambini quando compare in Tv)
Santanchè
Biancofiore ( con una donna così meglio diventare gay - Ti distrugge in un’ora solo a sentirla parlare)
Brambilla
Bernini Annamaria (te la raccomando)
Santelli Jole (pure)
Gelmini (sta rincorrendo i neutrini- te la raccomando)
Carfagna (si salva per il suo fisico)
Zanicchi Iva (che fa torna dopo aver varato un suo movimento disgustata? O rimane disgustata?
…………………. ».
Ohibò Tion,
hai dimenticato di inserire nell'elenco Scajola.
verrà sicuramente candidato...a sua insaputa.
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
L'uscita di scena di B. non mi convince. Forse mira alla presidenza della repubblica. Certo è che una condanna sul caso Ruby gli precluderebbe ogni velleità.
Cmq prima si toglie dalle p..le e meglio è.
Vedremo ....
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Ultima modifica di Joblack il 24/10/2012, 21:24, modificato 1 volta in totale.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Sondaggio
Berlusconi dice che non si ricandida. Tornerà?
E' uno stratagemma per ottenere altre poltrone (senatore a vita?) 45,67%
E' il vero addio di Silvio alla politica 23,08%
Non si ricandida con il Pdl ma presenterà una sua lista 31,25%
Da La Repubblica.it
Berlusconi dice che non si ricandida. Tornerà?
E' uno stratagemma per ottenere altre poltrone (senatore a vita?) 45,67%
E' il vero addio di Silvio alla politica 23,08%
Non si ricandida con il Pdl ma presenterà una sua lista 31,25%
Da La Repubblica.it
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
LA FARSA DEL BANANA –
ANNUNCIA CHE NON SI CANDIDERA’ A PREMIER. BENE, DOVE E’ LA NOTIZIA? ANCHE I SASSI SANNO CHE HA PIU’ POSSIBILITÀ DI FINIRE A REBIBBIA CHE DI TORNARE A PALAZZO CHIGI –
E ALLORA FA IL GRAN GESTO: "CON ELEZIONI PRIMARIE APERTE NEL PDL, SAPREMO ENTRO DICEMBRE CHI SARÀ IL MIO SUCCESSORE” –
LA FRETTA DEL “FOGLIO” CHE AVEVA ANNUNCIATO CHE AVREBBE ABBANDONATO LA POLITICA….
(AGI) - Silvio Berlusconi annuncia con una dichiarazione che non si ricandirea' a premier e propone per il 16 dicembre primarie nel Pdl. Silvio Berlusconi, in una lunga dichiarazione, afferma: "Per amore dell'Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d'amore che mi spinsero a muovermi allora.
BERLU
Non ripresentero' la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei piu' giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po' di testa, ma quel che mi spetta e' dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusivita'. Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Liberta', sapremo entro dicembre chi sara' il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalita' diverse e idee diverse cementate da valori comuni.
Il movimento fissera' la data in tempi ravvicinati (io suggerisco quella del 16 dicembre), saranno gli italiani che credono nell'individuo e nei suoi diritti naturali, nella liberta' politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, dal gennaio del 1994 ad oggi.
Lo faranno con un'investitura dal basso nella quale ciascuno potra' riconoscere non solo i suoi sogni, come in passato, e le sue emozioni, ma anche e soprattutto le proprie scelte razionali, la rappresentanza di idee e interessi politici e sociali decisivi per riformare e cambiare un paese in crisi, ma straordinario per intelligenza e sensibilita' alla storia, che ce la puo' fare, che puo' tornare a vincere la sua battaglia europea e occidentale contro le ambizioni smodate degli altri e contro i propri vizi".
"Siamo stati chiamati spregiativamente - continua Berlusconi - populisti e antipolitici della prima ora. Siamo stati in effetti sostenitori di un'idea di alternanza alla guida dello Stato sostenuta dal voto popolare conquistato con la persuasione che crea consenso. Abbiamo costruito un'Italia in cui non si regna per virtu' lobbistica e mediatica o per aver vinto un concorso in magistratura o nella pubblica amministrazione.
Questa riforma "populista" e' la piu' importante nella storia dei centocinquant'anni dell'unita' del Paese, ci ha fatto uscire da uno stato di sudditanza alla politica dei partiti e delle nomenclature immutabili e ha creato le premesse per una nuova fiducia nella Repubblica. Sono personalmente fiero e cosciente dei limiti della mia opera e dell'opera collettiva che abbiamo intrapreso, per avere realizzato la riforma delle riforme rendendo viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini.
Questo non poteva che avere un prezzo, la deriva verso ideologismi e sentimenti di avversione personale, verso denigrazioni e delegittimazioni faziose che non hanno fatto il bene dell'Italia".
ANNUNCIA CHE NON SI CANDIDERA’ A PREMIER. BENE, DOVE E’ LA NOTIZIA? ANCHE I SASSI SANNO CHE HA PIU’ POSSIBILITÀ DI FINIRE A REBIBBIA CHE DI TORNARE A PALAZZO CHIGI –
E ALLORA FA IL GRAN GESTO: "CON ELEZIONI PRIMARIE APERTE NEL PDL, SAPREMO ENTRO DICEMBRE CHI SARÀ IL MIO SUCCESSORE” –
LA FRETTA DEL “FOGLIO” CHE AVEVA ANNUNCIATO CHE AVREBBE ABBANDONATO LA POLITICA….
(AGI) - Silvio Berlusconi annuncia con una dichiarazione che non si ricandirea' a premier e propone per il 16 dicembre primarie nel Pdl. Silvio Berlusconi, in una lunga dichiarazione, afferma: "Per amore dell'Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d'amore che mi spinsero a muovermi allora.
BERLU
Non ripresentero' la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei piu' giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po' di testa, ma quel che mi spetta e' dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusivita'. Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Liberta', sapremo entro dicembre chi sara' il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalita' diverse e idee diverse cementate da valori comuni.
Il movimento fissera' la data in tempi ravvicinati (io suggerisco quella del 16 dicembre), saranno gli italiani che credono nell'individuo e nei suoi diritti naturali, nella liberta' politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, dal gennaio del 1994 ad oggi.
Lo faranno con un'investitura dal basso nella quale ciascuno potra' riconoscere non solo i suoi sogni, come in passato, e le sue emozioni, ma anche e soprattutto le proprie scelte razionali, la rappresentanza di idee e interessi politici e sociali decisivi per riformare e cambiare un paese in crisi, ma straordinario per intelligenza e sensibilita' alla storia, che ce la puo' fare, che puo' tornare a vincere la sua battaglia europea e occidentale contro le ambizioni smodate degli altri e contro i propri vizi".
"Siamo stati chiamati spregiativamente - continua Berlusconi - populisti e antipolitici della prima ora. Siamo stati in effetti sostenitori di un'idea di alternanza alla guida dello Stato sostenuta dal voto popolare conquistato con la persuasione che crea consenso. Abbiamo costruito un'Italia in cui non si regna per virtu' lobbistica e mediatica o per aver vinto un concorso in magistratura o nella pubblica amministrazione.
Questa riforma "populista" e' la piu' importante nella storia dei centocinquant'anni dell'unita' del Paese, ci ha fatto uscire da uno stato di sudditanza alla politica dei partiti e delle nomenclature immutabili e ha creato le premesse per una nuova fiducia nella Repubblica. Sono personalmente fiero e cosciente dei limiti della mia opera e dell'opera collettiva che abbiamo intrapreso, per avere realizzato la riforma delle riforme rendendo viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini.
Questo non poteva che avere un prezzo, la deriva verso ideologismi e sentimenti di avversione personale, verso denigrazioni e delegittimazioni faziose che non hanno fatto il bene dell'Italia".
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Linea notte ha salutato con un languido "My Way" l'addio al caimano
http://www.youtube.com/watch?v=sVLcZPtTa7E
http://www.youtube.com/watch?v=sVLcZPtTa7E
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
alla lista della bella classe dirigente vanno aggiunte due reginette: Osvaldo Napoli e Sandro Bondi .
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Lucia Annunziata
Silvio Berlusconi lascia. La sera in cui Mario Monti disse "no"
Pubblicato: 24/10/2012 23:03 CEST Aggiornato: 24/10/2012 23:07 CEST
Il 27 ottobre del 2011, aveva firmato, nel pieno esercizio del suo governo, l’ennesima lettera per rassicurare l’Europa che aveva dettato all’Italia le dure condizioni del risanamento. Quindici giorni dopo avrebbe lasciato Palazzo Chigi. Più o meno nella stessa data, un anno, dopo si e’ ritrovato, martedì sera, nelle stesse sale, dello stesso Palazzo, ma da semplice ospite. Invitato da quel Premier che lo ha sostituito non solo nell’incarico ma nella fiducia di quelle stesse istituzioni che a lui avevano inviato la lettera di messa in mora. Per questi pensieri, o forse altri, alla cena e’ arrivato avvolto da un terribile malumore, con “un gran muso”, lo descrive chi sa come sono andate le cose.
Di certo la coincidenza di date ha segnato la perfetta chiusura del cerchio di una parabola – e forse era del tutto naturale che le cose trovassero un loro capo lì dove sono cominciate. Nel ricostruire il percorso della rinuncia da parte di Silvio Berlusconi a candidarsi di nuovo alla premiership, una cosa si può infatti sostenere con certezza, secondo gli iniziati di Palazzo Chigi: nella decisione del capo del Pdl, la cena con il Premier Mario Monti è stata uno snodo decisivo.
Stando a una ricostruzione credibile di chi ben conosce gli avvenimenti, la sera può essere raccontata più o meno come segue. Silvio Berlusconi è arrivato avendo in testa l’idea ( maturata in queste lunghe settimane di arrovellamenti) di poter diventare il principale sostenitore del governo attuale, e di “intestarsene ” cosi’ il futuro. Nei fatti, l’offerta di una alleanza, che avrebbe dato la sicurezza di un Monti bis al paese, e la forza al Cavaliere di diventare maggiore azionista del prossimo governo. Offerta declinata dal professore. Non certo con un rifiuto drammatico, una contrapposizione drastica – tutti toni poco consoni allo stile dell’attuale inquilino di Palazzo Chigi. Piuttosto con un ragionare.
Un discorso pacato, si racconta, ma metodico, martellante, da parte di Monti. Finalizzato a dissuadere l’ex Premier da una serie di potenziali errori di valutazione, dice il linguaggio diplomatico degli addetti ai lavori. Mario Monti, in sostanza, avrebbe spiegato a Berlusconi che l’Italia ha bisogno di tranquillità, di navigazioni rassicuranti, che non è più né il luogo né il momento di leadership personalizzate, di politiche cresciute intorno agli individui. Parlava, chiaramente, Monti, a ( e di) Berlusconi, ma anche di sé. Cioè della sua assoluta convinzione che in questa epoca e di questi tempi l’unica via politica possibile è quella non partigiana, la strada del consenso ampio, raccolto da tutte le forze politiche. Quali che siano stati I passaggi successivi, quali le ulteriori riflessioni che hanno portato poi il Cavaliere a decidere di non ripresentarsi, il rifiuto del professore della Bocconi a farsi trascinare nella politica italiana è probabilmente servito a segnare una linea di confine.
http://www.huffingtonpost.it/2012/10/24 ... _ref=italy
Silvio Berlusconi lascia. La sera in cui Mario Monti disse "no"
Pubblicato: 24/10/2012 23:03 CEST Aggiornato: 24/10/2012 23:07 CEST
Il 27 ottobre del 2011, aveva firmato, nel pieno esercizio del suo governo, l’ennesima lettera per rassicurare l’Europa che aveva dettato all’Italia le dure condizioni del risanamento. Quindici giorni dopo avrebbe lasciato Palazzo Chigi. Più o meno nella stessa data, un anno, dopo si e’ ritrovato, martedì sera, nelle stesse sale, dello stesso Palazzo, ma da semplice ospite. Invitato da quel Premier che lo ha sostituito non solo nell’incarico ma nella fiducia di quelle stesse istituzioni che a lui avevano inviato la lettera di messa in mora. Per questi pensieri, o forse altri, alla cena e’ arrivato avvolto da un terribile malumore, con “un gran muso”, lo descrive chi sa come sono andate le cose.
Di certo la coincidenza di date ha segnato la perfetta chiusura del cerchio di una parabola – e forse era del tutto naturale che le cose trovassero un loro capo lì dove sono cominciate. Nel ricostruire il percorso della rinuncia da parte di Silvio Berlusconi a candidarsi di nuovo alla premiership, una cosa si può infatti sostenere con certezza, secondo gli iniziati di Palazzo Chigi: nella decisione del capo del Pdl, la cena con il Premier Mario Monti è stata uno snodo decisivo.
Stando a una ricostruzione credibile di chi ben conosce gli avvenimenti, la sera può essere raccontata più o meno come segue. Silvio Berlusconi è arrivato avendo in testa l’idea ( maturata in queste lunghe settimane di arrovellamenti) di poter diventare il principale sostenitore del governo attuale, e di “intestarsene ” cosi’ il futuro. Nei fatti, l’offerta di una alleanza, che avrebbe dato la sicurezza di un Monti bis al paese, e la forza al Cavaliere di diventare maggiore azionista del prossimo governo. Offerta declinata dal professore. Non certo con un rifiuto drammatico, una contrapposizione drastica – tutti toni poco consoni allo stile dell’attuale inquilino di Palazzo Chigi. Piuttosto con un ragionare.
Un discorso pacato, si racconta, ma metodico, martellante, da parte di Monti. Finalizzato a dissuadere l’ex Premier da una serie di potenziali errori di valutazione, dice il linguaggio diplomatico degli addetti ai lavori. Mario Monti, in sostanza, avrebbe spiegato a Berlusconi che l’Italia ha bisogno di tranquillità, di navigazioni rassicuranti, che non è più né il luogo né il momento di leadership personalizzate, di politiche cresciute intorno agli individui. Parlava, chiaramente, Monti, a ( e di) Berlusconi, ma anche di sé. Cioè della sua assoluta convinzione che in questa epoca e di questi tempi l’unica via politica possibile è quella non partigiana, la strada del consenso ampio, raccolto da tutte le forze politiche. Quali che siano stati I passaggi successivi, quali le ulteriori riflessioni che hanno portato poi il Cavaliere a decidere di non ripresentarsi, il rifiuto del professore della Bocconi a farsi trascinare nella politica italiana è probabilmente servito a segnare una linea di confine.
http://www.huffingtonpost.it/2012/10/24 ... _ref=italy
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