quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Sulla stampa locale campana circola la voce che Antonio Bassolino sta manovrando, forte delle sue prescrizioni, per conquistarsi un posto da parlamentare nel 2013.

I suoi fans sono certi che in caso di primarie di collegio don Antonio passerebbe alla grande. E forse hanno ragione.

Bel problemino per quanti come me sostengono convintamente il metodo delle primarie!
peanuts
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da peanuts »

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=165622 :roll:

vabè, questa vuol proprio suicidarsi politicamente
ma chi ve la vota un'alleanza con casini e fini?
io no di certo
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
lucfig
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da lucfig »

Questa di Staino descrive perfettamente la politica del PD

da http://www.unita.it
Immagine
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mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

"La parola d’ordine sarà aprirsi. Ai movimenti, alla società civile, alle associazioni, a chi ha voglia di rinnovamento...."

Ma di quale rinnovamento parla? Come? Con quali movimenti? Come può parlare di rinnovamento un partito la cui classe dirigente è la stessa da almeno vent'anni?

«Pd partito aperto e partecipato»

La sfida di Bersani ai movimenti

La parola d’ordine sarà aprirsi. Ai movimenti, alla società civile, alle associazioni, a chi ha voglia di rinnovamento ma non vuole chiudersi nella formula di un partito, a chi ha votato Movimento 5 Stelle perché disamorato da tutto il resto, a chi prima votava Pdl perché moderato e poi ha smesso perché ci ha visto solo il populismo.

Ecco perché il tema delle alleanze non è la priorità in questo momento per Pier Luigi Bersani, che non ha gradito né l’ultimatum di Sel e Idv né la sua sagoma di cartone piazzata tra Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Se qualcuno dalla direzione di martedì si aspetta la definizione della mappa delle alleanze rimarrà a bocca asciutta, perché «non può esserci una soluzione politicista, di formule e sigle. Non è questo di cui c’è bisogno ora. Noi dobbiamo aprirci a una platea vasta, mettendo in atto una politica davvero partecipata».

E pensare che proprio ieri il governatore pugliese durante la direzione nazionale di Sel, riferendosi a Bersani, ha detto di aspettarsi «molto» dalla direzione nazionale del Pd proprio sul tema delle alleanze. Ma per il segretario Pd in questo momento la priorità è riallacciare i fili tra cittadini e democrazia e non c’è che una strada per riuscirci: rimettere il tema sociale al centro della politica. Solo in questo modo, è la convinzione, si può accorciare la distanza tra la società civile e la politica, riconciliando i cittadini con la democrazia per respingere le spinte populiste che arrivano dal profondo del Paese.

«Noi parleremo al Paese con un programma di governo alternativo, parleremo di crescita, solidarietà, impegno comune, una politica che rimette al centro il lavoro, le riforme e un nuovo assetto democratico. Di questo parleremo e chi condividerà questo progetto sarà con noi», ha spiegato in questi giorni il segretario. Non gli va di essere tirato per la giacca, né gli piacciono i tentativi di chi cerca di mettere il Pd nell’angolo dove sono finiti tutti gli altri partiti: «Non siamo tutti uguali e non ci sto a finire nel mucchio».

Sa bene che le liste civiche - da più parti ipotizzate e in qualche caso anche abbozzate - possono essere un’insidia o un’opportunità. Bersani non sottovaluta la portata di una tale novità sulla scena politica, né il potenziale di elettori che potrebbero attirare pescando nomi e volti nuovi dalla società civile. Proprio per questo il segnale che il segretario vuole mandare ai dirigenti del Pd è quello di un partito che non si chiude in formule politiciste, né intende lasciare praterie a disposizione di altri, Grillo compreso. Bersani non esclude intese politiche: anzi, vuole fare dell’apertura alle esperienze civiche un tratto importante della direzione di martedì. La questione delle alleanze comunque non può che venire dopo. Intanto ci sarà un richiamo all’unità interna e alla condivisione di un progetto ambizioso - che parli ai progressisti, ai moderati e, appunto, al civismo.

Significative le parole della presidente Pd Rosy Bindi a Repubblica: «Il Pd ha un progetto che Bersani ha chiamato il nuovo Ulivo: un’alleanza dai confini molto larghi. Per tenere insieme il centrosinistra, con tutte le sue forze, ma che punti anche a coinvolgere i moderati, le forze di centro, quelle che dopo aver staccato la spina a Berlusconi appoggiano il governo Monti per portare in sicurezza i conti dello Stato disastrati dalla stagione del centrodestra». le proposte Bersani rilancerà anche le proposte a cui il suo partito lavora da tempo, «non le cambiamo sulla scia dei sondaggi, noi siamo un partito serio» e allora le proposte sono quelle di cui il numero uno del Nazareno ha più volte parlato anche con il premier Mario Monti: investimenti per far ripartire l’economia, alleggerimento dell’Imu attraverso la patrimoniale, misure per i giovani; un piano di politiche industriali; piano energetico, razionalizzazione e efficienza della pubblica amministrazione e, nell’immediato, risposte certe per gli esodati, «e quello che non si riuscirà a fare adesso con questo governo lo faremo noi, quando vinceremo le elezioni».

Ma dato che non puoi dire gatto se non l’hai nel sacco, le elezioni si vincono se gli elettori ti votano e se tornano a fidarsi della politica tutti quelli che fino ad ora se ne sono tenuti a distanza e hanno disertato le urne. «Per questo spetta a noi del Pd - è convinto il segretario - portare avanti la battaglia per le riforme, a cominciare da quella della legge elettorale». Il Pd ha una sua proposta, il doppio turno di collegio con quota proporzionale, che metterà di nuovo sul tavolo attorno a cui dopo il 2 giugno torneranno a sedersi gli sherpa incaricati di trovare un accordo sulla riforma che deve superare il Porcellum.

«Ma per cambiare la legge da soli non bastiamo, serve la maggioranza», e quanto sia vera l’apertura di Silvio Berlusconi al sistema francese si vedrà presto. Di margini per accordicchi non ce ne sono. Per ora la sensazione condivisa tra i democratici è che l’ex premier abbia messo sul piatto la proposta di riforma costituzionale del semipresidenzialismo soltanto per prendere tempo sulla riforma elettorale e arrivare alle elezioni del 2013 con il Porcellum. Mettere ora in discussione l’intero assetto della Repubblica, come vorrebbe l’ex premier, di fatto potrebbe tradursi nell’immobilismo. Da qui la convinzione che sia soltanto l’ennesimo bluff di un Pdl alla disperazione. Ma stavolta gli elettori, soprattutto di centrosinistra, non perdonerebbero ingenuità. E Beppe Grillo non aspetta altro che un passo falso.

http://www.unita.it/italia/pd-partito-a ... i-1.415166
paolo11
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da paolo11 »

Vendola al Pd: uniti o noi e Idv corriamo da soli
Almeno questi hanno delle idee nuove.
Che abbiamo di nuovo nel PD? Bassolino e compani?
Ormai Bersani non ti ascolto neppure, lo stesso vale per Finocchiaro D'Alema e compagni, ormai voi siete il Vecchio.
Abbiamo bisono di un vento nuovo
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Non gli va di essere tirato per la giacca, né gli piacciono i tentativi di chi cerca di mettere il Pd nell’angolo dove sono finiti tutti gli altri partiti: «Non siamo tutti uguali e non ci sto a finire nel mucchio».

Bersani fa finta di non capire...... e invece SONO TUTTI UGUALI.

Sono quelli dell'arciconfraternita di POLTRONE & FORCHETTE.

Nel PD = Partito Democratico (Cristiano) => Democristiano per 4 anni, oggi PD = Partito Defunto, l'imperativo categorico è Poltrone & Forchette.


Il Pd piange pure miseria: "Senza rimborsi elettorali rischiamo il fallimento"

Il tesoriere del Pd, Antonio Misiani lancia l'allarme: "Senza i 100 milioni di luglio, il Pd rischia il fallimento". E Bersani propone solo uno spostamento dell'ultima tranche
di Domenico Ferrara - 14 aprile 2012, 15:30

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Il Pd rischia la bancarotta. E si aggrappa ai finanziamenti pubblici per evitare l'estinzione finanziaria. Dopo il terremoto Lusi che sta facendo tremare la sinistra e mentre si discute dei rimborsi elettorali ai partiti, il Pd in bolletta piange miseria

"Rinunciare all’ultima tranche dei rimborsi elettorali? Impossibile, i partiti chiuderebbero. Sarà una verità impopolare ma qualcuno deve dirla". A lanciare l'allarme in un'intervista al Fatto quotidiano, è il tesoriere del Pd, Antonio Misiani.

Che non usa mezzi termini e svela la disastrata condizione economica del suo partito.

CONTENUTI CORRELATI
Senza soldi ai partiti democrazia a rischio / Paolo Guzzanti
L'antipolitica sogna il potere della politica / Fabrizio Rondolino
"Abbiamo un disavanzo di 43 milioni di euro", spiega Misiani, ammettendo che senza l'ultima tranche dei rimborsi (prevista per luglio), i democratici fallirebbero perché "l’80,90% dei nostri introiti sono soldi pubblici e il problema non vale solo per noi. Il Pdl i soldi delle politiche del 2008 li ha tutti cartolarizzati, ovvero se li è fatti anticipare dalle banche. È notizia risaputa. Tutti i partiti hanno bisogno di quella rata per sopravvivere".

Evidentemente non sono bastati i 200 milioni di euro erogati dallo Stato al Pd negli ultimi 4 anni. Sono stati tutti spesi. Come? "Un partito vive sempre, mica solo in campagna elettorale. Quei soldi li utilizziamo per pagare l’attività politica, il personale. Il nostro bilancio è certificato e i rimborsi per le amministrative li trasferiamo sul territorio", precisa il tesoriere Pd, ammettendo che "le donazioni da privati sono poche".


Dichiarazioni pesanti che Bersani conferma a metà. Infatti, il segretario democrat ha spiegato che non vuole mettere il Pd sotto il ricatto dei contributi privati. "Ma si vuol dire di spazzare via il concetto che la politica si possa finanziare con gli ereditieri, la buonauscita dei grandi manager o i palazzinari? No, no, no".

Durante il suo intervento all’incontro dell’AreaDem, a Cortona (Varese), Bersani ha ricordato come anche il Pd abbia chiesto che ci sia uno slittamento dell’erogazione ai partiti dell’ultima tranche del finanziamento. Solo uno spostamento. Ma i soldi il Bersani li pretende lo stesso. "Caro Bersani, non spostare ma cancellare tranche finanziamento pubblico da 100 mln. Pd rinunci a questi soldi per destinarli a sociale", ha risposto a Bersani su Twitter Italo Bocchino.

Sui rimborsi elettorali è intervenuto anche Ugo Sposetti, l'ultimo tesoriere dei Demoratici di sinistra. "Non sono né dissociato né pentito, aumentando i rimborsi per i partiti abbiamo salvato la democrazia", ha rivendicato Sposetti in un'intervista al Mattino, spiegando poi che i 100 milioni di rimborsi di luglio "vanno erogati regolarmente" perché "sono risorse pubbliche destinate al funzionamento della democrazia e perciò tutte le proposte fatte finora non vanno prese in considerazione. Sono stupidaggini".

Sposetti infine è tornato indietro nel passato e ha spiegato la situazione economica dei partiti. "Dieci anni fa, quando si è deciso l'aumento dei rimborsi, la democrazia italiana era questa: Forza Italia, di proprietà di Berlusconi, aveva avuto 380 miliardi di lire per le ultime tre campagne elettorali.

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Rosy Bindi

Per Rosi Bindi le prossime campagne elettorali sarebbero a rischio qualora i partiti non dovessero incassare l’ultima tranche dei rimborsi elettorali 2008. Secondo Di Pietro i partiti potrebbero tranquillamente rinunciare perché hanno i loro conti tutti in attivo, propone un referendum per l’abolizione del rimborso elettorale e dichiara di voler rinunciare alla tranche del 31 luglio.

Da Il Malpaese


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Poi al Pd,.... visto l'aria di rivolta che tirava, hanno cambiato idea. Hanno proposto il dimezzamento. Il che vuol dire che ci stanno dentro alla grande.
peanuts
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da peanuts »

Ma è domani la direzione che dovrebbe dare una risposta a Idv e Sel?
Vabbè che la risposta l'ha data ieri la bindi :roll:
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

peanuts ha scritto:Ma è domani la direzione che dovrebbe dare una risposta a Idv e Sel?
Vabbè che la risposta l'ha data ieri la bindi :roll:

PARTITO DEMOCRATICO
Alleanze, domani parla Bersani

"Comunicheremo le nostre decisioni"
Il nodo dei rapporto con Vendola e Di Pietro in vista delle prossime elezioni sarà al centro della direzione del Pd in programma per domani

PRATO - "Domani ci sarà la direzione del partito e vi comunicheremo le nostre decisioni". Lo ha detto Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, parlando con i giornalisti a Prato, a margine dell'assemblea del centenario dell'Unione Industriale Pratese, rispondendo ai giornalisti a proposito delle future alleanze del Partito democratico con Sel e Idv. "Domani abbiamo la direzione e parlerò al partito e a voi tutti", ha aggiunto.

Il leader democratico ha commentato poi la trasmissione di sabato sera su La7, nel corso della quale a fianco di Nichi Vendola e Antonio Di Pietro presenti in studio, c'era una sagoma di cartone con le sue sembianze. "Il buon gusto è facoltativo, non
è obbligatorio, comunque si vede di ben peggio contro i politici", ha detto Bersani.

Intanto torna a farsi sentire la Velina Rossa, il servizio di informazione parlamentare ritenuto a lungo molto vicino al pensiero di Massimo D'Alema. "Il Pd non può ricevere ultimatum da nessuno, né dall'esterno, né dall'interno, gli ultimatum politici li usavano i dittatori nelle guerre del novecento", si legge in una nota. "Il partito di maggioranza relativa - prosegue il commento - questa volta deve soltanto cercare di non essere usato da minoranze politiche per poi avere le delusioni del passato. Non è il pd colpevole se due governi di centro sinistra sono naufragati...".
(E' tornata la Pravda, con l'informativa del Kgb-Ndt)

(28 maggio 2012)

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HREC1-3
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

E nel Paese di Merlonia Bersani racconta la fola che apriranno a movimenti e liste civiche.

Il solito specchietto per merli fessi incalliti e senza possibilità alcuna di recupero.
Ultima modifica di camillobenso il 28/05/2012, 19:01, modificato 1 volta in totale.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Qualcuno è in grado di dare una spiegazione logica sui comportamenti dei politici italiani????

Emiliano, il sindaco di Bari, ordinariamente si esprime in modo logico e razionale.

Poi all'improvviso,......ZACCHETE, la grandissima puttanata sesquipedale che ti riporta alla casella di partenza come nel gioco dell'oca.

Grillo, al limite ancora ancora, perché dai dati di Mannehimer di ieri viene dato prevalentemente a sinistra,...anche se in questa fase non si alleerà certamente con nessuno dei partiti della casta. Più che antipolitica la sua presa di posizione è anticasta.

Ma Montezemolo e Giulia Sofia a sinistra dopo che lo ha spiegato in mille modi che si colloca a destra è una cazzata di enormi dimensioni che il sindaco di Bari si poteva risparmiare.

Già ne ha sparata un'altra due giorni fa quando ha proposto assieme a De Magistris una listone civico da affiancare al Pd.

Ma non si è accorto della rivolta degli elettori????????

Continua con queste baggianate per merli scemi????

Ma chi se ne frega della lista civica per ingannare i merli, se poi a comandare sono sempre i vecchi dinosauri????????????

Sono incomprensibili questi vuoti di proposte da Burundi.


La guerra civile si avvicina sempre più.......stanno sfasciando il Paese.


***********

«Di Pietro e Vendola non bastano
Apriamo a Grillo e Montezemolo»


Di Andrea Carugati 28 maggio 2012

« Che rabbia, se fossimo partiti con la lista civica a febbraio, quando ne parlai con Bersani, oggi non dovremmo rincorrere nessuno, saremmo noi a dettare l’agenda e avremmo già la quarta gamba del centrosinistra, accanto a Pd, Sel e Idv...».

Michele Emiliano, sindaco di Bari, rilancia l’ipotesi lanciata qualche mese fa con altri colleghi sindaci, un listone civico nazionale. «Ma nessuno di noi vuole fare carriera. Io resto a Bari fino al 2014, poi si vedrà. Non sto cercando un posto in Parlamento».

Perché la lista non è decollata allora?
«Fu interpretata come un atto eversivo e personalistico, pensavano che io volessi fare le scarpe a qualcuno, e sono stato sottoposto a un “codice rosso” come quello di Jack Nicholson per quella storia delle cozze, che si è poi rivelata inesistente. La sola idea della lista ha scatenato il terrore nei poteri costituiti. Ora quella fase è superata, tutti ne parlano...». Sembra che il “partito di Repubblica” voglia farla propria... «Nessuno deve avere il copyright. Io giudico molto positiva la scelta di quel giornale. All’inizio non erano molto convinti, poi hanno cambiato idea...».

Li ha convinti lei?
«Per carità, non voglio dire questo. Ma dopo i risultati delle amministrative mi hanno cercato in tanti. A tutti ho detto che sono disponibile a sostenere questo progetto solo s e me lo chiede Bersani. Non lo farei mai contro il Pd...e questa cosa può partire solo se il partito la sostiene organizzativamente e anche finanziariamente. Un po’ come le mie liste civiche qui in Puglia, che si incontrano nelle sedi del Pd».

Eppure per il Pd è un rischio...
«Capisco che per il Pd è difficile accettare l’idea di una lista della società civile da una parte e quelle dei politici di professione dall’altra. Ma il nostro obiettivo non è distruggere i partiti, bensì dare loro nuova linfa vitale. Nicola Latorre ha parlato di un unico listone gigante, con Pd, Sel e movimenti, ma a me pare un’ipotesi molto complicata da realizzare, sembrerebbe un sistema per mascherare i limiti dei partiti introducendo facce nuove».

E lei come la vorrebbe costruire?

«Noi sindaci dovremmo mettere in piedi un comitato di 20-30 saggi, fatto da ex presidenti della Repubblica, accademici, ex giudici della Corte costituzionale, intellettuali, rappresentanti dei movimenti ambientalisti e antimafia. A loro toccherebbe il compito di selezionare le candidature dai curriculum che arriveranno. L’obiettivo degli eletti sarebbe quello di dar vita a un gruppo parlamentare unico del centrosinistra con un patto di governo disegnato nei dettagli».

Non sarebbe un nuovo partito?
«Bisogna selezionare le candidature fuori dai partiti, cerchiamo personalità di eccellenza del tutto nuove all’impegno politico che si prendano un periodo sabbatico da dedicare al Paese. Anche facendo un sacrificio personale. L’obiettivo della lista è dare forza alla coalizione, al nuovo Ulivo, non fare un nuovo partito».

Pensa che la lista avrebbe successo?
«Mai fatti sondaggi, ma l’istinto mi dice che andrebbe molto bene».

Ci sarebbe una bella concorrenza tra voi e i partiti della coalizione...
«Nei Comuni le abbiamo fatte tante volte le liste dei sindaci, la mia a Bari nel 2004 ha preso più voti di Ds e Margherita ma poi abbiamo vinto. Il problema è che qualcuno dei partiti potrebbe non essere eletto. Sarebbe una straordinaria occasione di ricambio della classe dirigente con metodo democratico».

Andreste in cerca dei voti di Grillo?
«Al contrario, io al movimento 5 stelle farei un discorso chiaro: “Vi va di sedervi al tavolo con noi, per fare un patto d’onore su un programma per cambiare l’Italia?”. Bisogna includere, mostrarci disponibili a discutere insieme il programma. Io nel gruppo vorrei anche il nuovo sindaco di Parma. Se poi loro non ci stanno pazienza. Ma se continuiamo a demonizzarli facciamo triplicare i loro voti. Grillo dal palco alza un po’ i toni, ma chi di noi non lo fa? Poi quando ci parli al telefono è uno ragionevole...».

Vuol mettere allo stesso tavolo Grillo e Enrico Letta?
«Io sono sempre per cercare un minino comune denominatore. Nei Comuni si governa così...».

E Montezemolo sarebbe un alleato o un avversario?
«Potrebbe essere un partner. Stavolta serve una larga maggioranza per aprire una stagione costituente, per questo dico a Vendola e Di Pietro che non s’illudano: la foto di Vasto non ci basta».

Italia Futura ha un programma decisamente liberista...
«Anche nel Pd convivono molte anime. Se riusciamo a trovare la quadra dentro il partito possiamo farlo anche all’esterno. Guardi Vendola: come governatore è molto più realista che come leader».

Pisapia dice: sì al progetto, no ai sindaci leader.
«Ha ragione, noi dobbiamo tirare la volata al velocista e poi sparire pochi minuti prima della premiazione».

E chi lo deve fare il leader?
«Il capo del partito che prende più voti. Le primarie si possono fare, ma rischiano di aprire un conflitto interno senza avere poi il tempo necessario per metabolizzarlo. La gente non ne può più delle nostre discussioni da alchimisti...».
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