«Gli italiani stessi forse non se ne rendono conto, .........ma il loro è un Paese chiave per tutto l’Occidente – per certi versi ne definisce l’anima -.......... e il collasso visibilmente in corso è una tragedia che pagheremo tutti, ...............
nei decenni e forse nei secoli» Bill Emmott, ex direttore dell’Economist, opinionista de La Stampa
Sotto le macerie – 134
Cronaca di un affondamento - 84
I giorni della follia che precedono il disastro…….ovvero, l’ultima fase della dittatura delle tdc – 62
Perché Bill Emmott ha ragione da vendere - 38
MAY DAY,…….. MAY DAY,…….. MAY DAY,……..- 6
La ruota della macina della storia è ripartita
10) La società italiana, tutta quanta, dal punto di vista giuridico è una Sii. (Società a irresponsabilità illimitata).
Solo il 24 gennaio scorso, Unioncamere aveva fornito questo dato:
I NUMERI DELLA CRISI
Allarme Unioncamere:
chiudono 1000 imprese al giorno
Sono 365mila in tutto quelle che hanno abbandonato l'attività nel 2012
Sono 383.883 le imprese nate nel 2012 (il valore più basso degli ultimi otto anni e 7.427 in meno rispetto al 2011), a fronte delle quali 364.972 (mille ogni giorno) sono quelle che hanno chiuso i battenti (+24mila unità rispetto all'anno precedente). Come conseguenza, il saldo tra entrate e uscite si è attestato sul valore di 18.911 imprese, il secondo peggior risultato del periodo considerato e vicino (dopo due anni consecutivi di recupero) a quello del 2009, l'anno peggiore dall'inizio della crisi. Sono questi i dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese risultante dal Registro delle imprese diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione statistica condotta da InfoCamere, la società di informatica delle Camere di Commercio italiane.
Oggi vengono riportati i dati del Cerved.
Cos’è il Cerved.
Cerved Group
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Cerved Group S.p.A. è un gruppo italiano che si occupa di orientare banche, manager, professionisti e consulenti sia nelle valutazioni di ordine finanziario sia nelle strategie di business. I dati raccolti e analizzati dal Gruppo riguardano la solidità e l'affidabilità delle imprese, oltre alla rischiosità generale dei settori in cui operano
La versione di Repubblica
Nel 2012 perse oltre 100mila aziende
La crisi travolge il "sistema Italia"
Dai dati del Cerved emerge l'accelerazione dei concordati preventivi, ma non diminuiscono i fallimenti. A pagare il prezzo più altro il terziario e le società di capitale manifatturiere. Il fallimenti superano del 64% quelli del 2008
Lo leggo dopo
MILANO - La crisi non molla la presa sulle aziende italiane.
E il 2012 appena finito segna il punto più basso toccato dalle imprese dallo scoppio delle recessione: lo scorso anno hanno chiuso i battenti 104mila aziende italiane costrette a dire basta da fallimenti (12mila), liquidazioni (90mila) e procedure non fallimentari (2mila) con un boom - secondo i dati raccolti dal Cerved - dei concordati preventivi.
Un'accelerazione dovuta alla riforma entrata in vigore a settembre: nel solo quarto trimestre del 2012 siano state presentate circa 1.000 domande, soprattutto nella forma del concordato con riserva.
Il dato totale sulla chiusura delle aziende l'anno scorso è stato superiore del 2,2% al record toccato nel 2011.
"Il picco toccato dai fallimenti - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato del Cerved - supera del 64% il valore registrato nel 2008, l'ultimo anno precrisi: sono stati superati anche i livelli precedenti al 2007, quando i tribunali potevano dichiarare fallimenti anche per aziende di dimensioni microscopiche".
Dal 2009 sono fallite più di 45mila imprese, quasi la metà nel settore terziario, ma secondo il Cerved è stata l'industria a subire l'impatto maggiore della recessione: il totale delle società di capitale manifatturiere in defualt tra 2009 e 2012 ammonta infatti al 5,2% di quelle che avevano depositato un bilancio valido all'inizio del periodo considerato, contro una percentuale pari al 4,6% nelle costruzioni e al 2,2% nel terziario.
I livelli più critici sono stati raggiunti da due settori tipici del made in Italy, come il sistema casa (7,9%) e il sistema moda (7,1%). Dal punto di vista territoriale, le procedure sono fortemente aumentate nel Nord Ovest (+6,6%) e nel Centro (+4,7%), mentre sono rimaste ai livelli dell'anno precedente nel Sud e nelle Isole (-0,4%).
Nel Nord Est i casi sono invece più chiaramente diminuiti (-4,3%), un dato compensato dal forte incremento delle liquidazioni, che ha portato il totale di chiusure in quell'area a superare quota 20mila (+8,6% sul 2011).
http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... ef=HREC1-2
La versione del Corriere.
SUPERATO IL RECORD PRECEDENTE CHE ERA LEGATO ALL'ANNO PRECEDENTE
Nel 2012 hanno chiuso 104mila aziende
I dati del Cerved: 12mila fallimenti, 90mila liquidazioni, 2mila procedure non fallimentari
Che il momento fosse difficile era noto a tutti. Ma il bilancio fa comunque impressione. Il 2012 è stato finora l'anno più duro della crisi per il numero di imprese che hanno chiuso: tra fallimenti (12mila), liquidazioni (90mila), procedure non fallimentari (2mila) sono state 104mila le aziende italiane perse.
Lo affermano dati Cerved consultati dall'Ansa, secondo i quali è in corso un boom dei concordati preventivi.
FALLIMENTI - La forte crescita delle nuove forme di concordato preventivo è nata con la riforma entrata in vigore a settembre: Cerved, il gruppo specializzato nell'analisi della situazione finanziaria delle imprese, stima che nel solo quarto trimestre del 2012 siano state presentate circa 1.000 domande, soprattutto nella forma del concordato con riserva. Il dato totale sulla chiusura delle aziende l'anno scorso è stato superiore del 2,2% al record toccato nel 2011.
«Il picco toccato dai fallimenti - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato del Cerved - supera del 64% il valore registrato nel 2008, l'ultimo anno precrisi: sono stati superati anche i livelli precedenti al 2007, quando i tribunali potevano dichiarare fallimenti anche per aziende di dimensioni microscopiche».
Nel 2012 la recessione ha avuto un impatto violento nel comparto dei servizi (+3,1%) e nelle costruzioni (+2,7%), mentre la manifattura - pur con un numero di fallimenti che rimane a livelli critici - ha registrato un calo rispetto all'anno precedente (-6,3%).
Dal punto di vista territoriale, le procedure sono fortemente aumentate nel Nord Ovest (+6,6%) e nel Centro (+4,7%), mentre sono rimaste ai livelli dell'anno precedente nel Sud e nelle Isole (-0,4%).
Nel Nord Est i casi sono invece più chiaramente diminuiti (-4,3%), un dato compensato dal forte incremento delle liquidazioni, che ha portato il totale di chiusure in quell'area a superare quota 20mila (+8,6% sul 2011).
Redazione Online13 febbraio 2013 | 11:37© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/economia/13_febb ... 9402.shtml