ma insomma ... non è mica detto
Quattro anni fa la novità della comunicazione politica 2.0 fu tra i fattori che portarono all'elezione di Barack Obama, il primo afroamericano a diventare presidente degli Stati Uniti. Adesso, a dieci giorni dal voto che lo contrappone allo sfidante repubblicano Mitt Romney, i new media sembrano tradirlo. O, quantomeno, mostrare un entusiasmo molto raffreddato. Lo spiegano nel blog di Corriere.it Sentimeter, i ricercatori di «Voices from the Blogs», osservatorio permanente dell'Università degli Studi di Milano.
Analizzando con metodo scientifico i temi caldi discussi sui social network, alla scoperta del cosiddetto «sentimento» della Rete, gli studiosi rilevano infatti che dalla fine del mese di settembre il rapporto di Obama con gli utenti del web si è incrinato. Con quelli di Twitter, in particolare. Tanto che oggi - dopo i tre dibattiti tra i candidati - l'orientamento degli americani sul sito di microblogging vede Romney al 46,1% contro il 39,3% dell'attuale presidente.
I SONDAGGI - Come precisano gli stessi ricercatori di «Voices from the Blogs», il sentimento della Rete non si tramuta comunque necessariamente in voto. A preoccupare Obama potrebbero essere piuttosto i risultati dei sondaggi tradizionali.
L'attuale presidente è uscito male dai primi due dibattiti con Romney, recuperando in parte solo nell'ultimo (quello sulla politica estera dello scorso lunedì). Tanto che, secondo le rilevazioni Ipsos del giorno dopo, dopo il terzo faccia a faccia il presidente in carica è tornato in vantaggio, anche se solo di un punto: 47% contro 46%. Non tutti gli istituti di ricerca però concordano sulle percentuali: per Gallup Obama ha recuperato ma resta comunque sotto di cinque punti rispetto a Romney: 51% contro 46%.
STATI IN BILICO - Notizie ancora più negative per Obama dai cosiddetti «swing States», gli Stati in bilico. Più che la somma complessiva dei voti, infatti - il caso della Florida che nel 2000 costò la presidenza ad Al Gore, insegna -,
il sistema di voto americano rende decisiva la vittoria negli Stati incerti.
Tra cui, l'Ohio. Dove mercoledì, per la prima volta dopo che Obama era sempre stato in vantaggio, una rilevazione di Rasmussen indica l'attuale presidente e Romney alla pari (48%).
Sul blog FiveThirtyEight del New York Times sostiene che l'Ohio sarà decisivo anche Nate Silver, esperto di modelli statistici sull'andamento elettorale. Una sua simulazione sul conteggio dei voti conclude infatti che, su 40mila combinazioni possibili, in 38mila casi risulta che proprio
chi conquisterà l'Ohio sarà il prossimo presidente americano.