Come se ne viene fuori ?
-
- Messaggi: 694
- Iscritto il: 22/02/2012, 10:21
Re: Come se ne viene fuori ?
Questa storia della lettera del IMU sta diventando un boomerang!
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Come se ne viene fuori ?
Una cosa è certa abbiamo ancora tanti cittadini Ignoranti.
Anon capire che quella cosa la possono fare solamente dopo che Silvio ha vinto le elezioni.
Mi rammarico che ci sia tanta ignoranza ancora in Italia.
Ciao
Paolo11
Anon capire che quella cosa la possono fare solamente dopo che Silvio ha vinto le elezioni.
Mi rammarico che ci sia tanta ignoranza ancora in Italia.
Ciao
Paolo11
-
- Messaggi: 1081
- Iscritto il: 15/05/2012, 9:38
Re: Come se ne viene fuori ?
>>Mi rammarico che ci sia tanta ignoranza ancora in Italia.
Anch'io...
soloo42000
Anch'io...
soloo42000
Re: Come se ne viene fuori ?
lucfig ha scritto:Questa storia della lettera del IMU sta diventando un boomerang!
uhm...non so....
quante fra le persone che hanno fatto la fila alle poste o ai patronati hanno capito che è una presa per il kiulo e hanno deciso di mandarlo a quel paese?
quante invece lo voteranno credendo che " si può fare" ?
considerato il grado di abboccamento ( o ignoranza ) si può sperare in un 'analisi critica della vicenda?
troppo bello per essere vero.
Re: Come se ne viene fuori ?
De Mauro: “Analfabetismo di ritorno, ecco perché gli italiani votano con la pancia”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/02/ ... ia/221887/
“Più della metà degli italiani ha difficoltà a comprendere l’informazione scritta e molti anche quella parlata”. Il quadro delineato dal linguista Tullio De Mauro sull’analfabetismo di ritorno della nostra popolazione ha influenze negative anche sul grado di consapevolezza con cui gli elettori si recheranno alle urne fra qualche giorno: “Molti sono spinti a votare più con la pancia che con la testa”. Inevitabili le conseguenze negative per la democrazia, visto che le difficoltà di comprensione, secondo De Mauro, non consentono di sviluppare in modo adeguato gli strumenti di controllo dell’operato delle classi dirigenti. Le responsabilità della politica non vanno cercate solo negli ultimi anni, ma sono distribuite lungo tutti i 150 anni che seguono l’Unità: “Tradizionalmente le classi dirigenti si sono occupate poco di migliorare il funzionamento delle scuole – spiega il linguista -. La valutazione di questi gruppi dirigenti è che uno sviluppo adeguato dell’istruzione mette in crisi la loro stessa persistenza in posizioni di potere” di Luigi Franco
20 febbraio 2013
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/02/ ... ia/221887/
“Più della metà degli italiani ha difficoltà a comprendere l’informazione scritta e molti anche quella parlata”. Il quadro delineato dal linguista Tullio De Mauro sull’analfabetismo di ritorno della nostra popolazione ha influenze negative anche sul grado di consapevolezza con cui gli elettori si recheranno alle urne fra qualche giorno: “Molti sono spinti a votare più con la pancia che con la testa”. Inevitabili le conseguenze negative per la democrazia, visto che le difficoltà di comprensione, secondo De Mauro, non consentono di sviluppare in modo adeguato gli strumenti di controllo dell’operato delle classi dirigenti. Le responsabilità della politica non vanno cercate solo negli ultimi anni, ma sono distribuite lungo tutti i 150 anni che seguono l’Unità: “Tradizionalmente le classi dirigenti si sono occupate poco di migliorare il funzionamento delle scuole – spiega il linguista -. La valutazione di questi gruppi dirigenti è che uno sviluppo adeguato dell’istruzione mette in crisi la loro stessa persistenza in posizioni di potere” di Luigi Franco
20 febbraio 2013
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
mariok ha scritto:De Mauro: “Analfabetismo di ritorno, ecco perché gli italiani votano con la pancia”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/02/ ... ia/221887/
“Più della metà degli italiani ha difficoltà a comprendere l’informazione scritta e molti anche quella parlata”. Il quadro delineato dal linguista Tullio De Mauro sull’analfabetismo di ritorno della nostra popolazione ha influenze negative anche sul grado di consapevolezza con cui gli elettori si recheranno alle urne fra qualche giorno: “Molti sono spinti a votare più con la pancia che con la testa”. Inevitabili le conseguenze negative per la democrazia, visto che le difficoltà di comprensione, secondo De Mauro, non consentono di sviluppare in modo adeguato gli strumenti di controllo dell’operato delle classi dirigenti. Le responsabilità della politica non vanno cercate solo negli ultimi anni, ma sono distribuite lungo tutti i 150 anni che seguono l’Unità: “Tradizionalmente le classi dirigenti si sono occupate poco di migliorare il funzionamento delle scuole – spiega il linguista -. La valutazione di questi gruppi dirigenti è che uno sviluppo adeguato dell’istruzione mette in crisi la loro stessa persistenza in posizioni di potere” di Luigi Franco
20 febbraio 2013
A conferma di quello che sostiene Tullio De Mauro.
L'ansia di strafare con l'inganno potrebbe costargli cara proprio sul filo di lana.
Il nemico più pericoloso di Silvio Berlusconi è Silvio Berlusconi.
Il sorpasso la Ghisleri se lo scordi con il suo Silviolo che tesse la tela di Penelope.
I pensionati già in coda per l’Imu-truffa del Pdl
(Massimo Minella).
21/02/2013 di triskel182
Ecco l´effetto-inganno di Silvio da Roma a Genova tanti in fila per chiedere il rimborso dell´Imu. Anziani e pensionati davanti ai Caf e alle Poste. Bossi: “Berlusconi ha avuto un colpo di genio perchè se restituisce l´Imu, riparte l´economia”.
GENOVA — Anziani in coda nei Caf e alle Poste per ottenere la restituzione dell’Imu. È l’effetto della lettera elettorale che Berlusconi ha mandato in casa degli italiani. Un messaggio di propaganda confezionato alla stregua di una comunicazione del fisco. Cgil, Cisl e Uil hanno diffuso un comunicato stampa per informare che non esiste alcun rimborso. «Quasi non ci credevamo. Quando questa mattina una signora si è presentata al nostro sportello, chiedendo il modulo prestampato per ottenere il rimborso dell´Imu, abbiamo pensato a uno scherzo». Poi, al Caf genovese della Cgil, hanno capito in fretta che quell´anziana con la borsa della spesa della Coop in una mano e una lettera nell´altra stava parlando sul serio. Anche lei era caduta nella trappola di Silvio Berlusconi, con quel foglio aperto da un´avviso importante stampigliato in cima e che illustrava “modalità e tempi per il rimborso sulla prima casa e sui terreni e fabbricati agricoli”. «È chiaro – commenta soddisfatto Umberto Bossi – che Berlusconi ha avuto un colpo di genio perchè se restituisce davvero l´Imu, e di solito le mantiene le promesse, ricordo l´Ici, allora riesce a far ripartire anche l´economia».
A decine, però, già ieri mattina e quindi ben prima del.la vittoria elettorale, si sono recati a Genova nei vari punti di assistenza dei sindacati, i Caf (centri di assistenza fiscale), ma anche agli sportelli della posta. E analoghe segnalazioni sono arrivate dai grandi centri, Roma, Milano, Palermo. Poco importa che, contro la lettera-truffa, anche ieri si siano scagliati gli avversari politici del Cavaliere. Ormai la macchina si era messa in moto e puntualmente, ieri mattina, la gente ha cominciato a farsi avanti, soprattutto a Genova, città più anziana d´Italia e (secondo una vulgata stranota) più attenta al denaro. A decine, nell´arco di tutto il giorno, cominciando già di prima mattina.
A esordire, raccontano ancora fra incredulità e amarezza i funzionari della Cgil genovese, due anziane signore. «Scusi, ci date il modulo per riavere indietro l´Imu?». Un attimo di smarrimento, poi con calma la spiegazione. «Non c´è nessun modulo, c´è solo una lettera inviata in milioni di copie in cui si promette la restituzione dell´Imu, nel caso Berlusconi vincerà le elezioni» hanno risposto al Caf. Le signore, un po´ smarrite, se ne sono andate. Ma altre ne sono arrivate, «molte altre». A fine giornata le segreterie sindacali hanno provato a fare il conto, arrivando a parecchie decine di genovesi, per lo più anziani.
«Ci sono due chiavi di lettura per provare a spiegare questo episodio – commenta il responsabile dei Caf genovesi della Cgil Renato Zini – La prima riguarda il rapporto fiduciario che soprattutto gli anziani hanno con noi e che li spinge a chiedere informazioni di fronte a cose che non appaiono subito chiare. Ricevono lettere, le leggono, ma non essendo certi di aver capito bene il messaggio preferiscono rivederle insieme a noi. La seconda, più preoccupante, è invece la convinzione di qualcuno che esistano realmente dei moduli prestampati per chiedere e ottenere il rimborso dell´Imu, così come promesso da Berlusconi. E anche con loro, ieri, abbiamo dovuto fare i conti».
Per evitare che il fenomeno potesse ripetersi, i sindacati ieri si sono riuniti e hanno deciso di lanciare unitariamente un comunicato stampa per informare «tutti i cittadini che allo stato attuale non è previsto alcun rimborso Imu sulle somme regolarmente dovute secondo l´attuale normativa». «Non perché non vogliamo avere nuovamente persone che avanzano simili richieste, ci mancherebbe, siamo qui per dare risposte, ma per ribadire con chiarezza che siamo di fronte solo a promesse elettorali».
In effetti, proseguono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, «la lettera pervenuta ai cittadini contiene un messaggio elettorale che induce il lettore alla convinzione che si possa realmente ottenere una qualche forma di rimborso. Chi è andato nelle nostre strutture, infatti, ha chiesto di entrare in possesso di un modulo per ottenere il rimborso o comunque informazioni in merito». Poi il finale, l´ultimo triste capitolo di una storia davvero grottesca. «Al fine di evitare perdite di tempo, Cgil, Cisl e Uil invitano i cittadini a non recarsi presso le sedi sindacali a seguito del ricevimento di questa lettera contenente un messaggio elettorale».
Da La Repubblica del 21/02/2013.
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Come se ne viene fuori ?
.......................................................................Amadeus ha scritto:Giannino: “Mi dimetto da presidente” Ma rimane candidato premier di Fare
Annuncio su Twitter: «I danni su di me per inoffensive ma gravi balle private non danneggino il partito»
Lo sostituirà la ligure Silvia Enrico
--------------------------------
Spot omofobo di Fratelli D'Italia, Meloni si dissocia: "Iniziativa volgare, chiedo scusa"
Due candidati padovani postano un video su youtube che rivede l'esibizione sanremese della coppia gay Stefano e Federico. Il fondatore del partito si dissocia: "Pessimo gusto ed è stato realizzato in maniera autonoma". Vendola: "Poveracci". Gay Center: "L'omofobia è una brutta malattia da portare in Parlamento"
---------------------------------
prove tecniche di destra
ma la Meloni che non fa che prendere distanze, vergognarsi e dissociarsi.... ma che è bipolare? un pò di prozac e ci diventa comunista.
Giannino.Mi chiedo se una persona onesta possa avvalersi di lauree e master mai fatti.
Giannino hai toppato in partenza.Se fossi una persona onesta non dovevi scrivere nel curriculun cose false.
Ciao
Paolo11
-
- Messaggi: 1081
- Iscritto il: 15/05/2012, 9:38
Re: Come se ne viene fuori ?
>>Se fossi una persona onesta non dovevi scrivere nel curriculun cose false.
Se fosse una persona onesta non avrebbe appoggiato per 15 anni B&B...
Altro che CV taroccato...
Proprio vero che non abbiamo memoria.
Giannino vero liberale!
Solo da noi che "non sappiamo manco come ce chiamamo" poteva succedere.
soloo42000
Se fosse una persona onesta non avrebbe appoggiato per 15 anni B&B...
Altro che CV taroccato...
Proprio vero che non abbiamo memoria.
Giannino vero liberale!
Solo da noi che "non sappiamo manco come ce chiamamo" poteva succedere.
soloo42000
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
Unipol, sciopero contro i 2200 esuberi. “Gestione aziendale alla Marchionne”
Tre ore di corteo per centinaia di dipendenti sotto l'enorme sede bolognese del colosso finanziario coop: "Siamo tutti sotto attacco, può toccare a chiunque".
Ed è la prima volta in 50 anni che l'azienda subisce una manifestazione del genere: "I valori etici fondativi di questa società dove sono finiti?"
di Giovanni Stinco
| Bologna | 21 febbraio 2013Commenti (63)
Di certo nella fusione Unipol-Fondiaria Sai per i lavoratori non c’è quasi nulla. Ad eccezione degli esuberi.
Più che una riorganizzazione una vera e propria decimazione, visto che il personale coinvolto nell’operazione supera le 8mila unità e ad essere tagliati secondo i sindacati saranno oltre 2200 posti di lavoro.
Un’operazione (e un taglio) epocale per il gruppo assicurativo Unipol, colosso finanziario saldamente in mano alle principali coop italiane, Coop Adriatica e Coop Estense incluse.
Per protestare contro “una gestione aziendale alla Marchionne”, i lavoratori Unipol hanno scioperato per tre ore, marciando attorno e dentro il centro direzionale Unipol di Bologna e portando una bara fin dentro gli uffici del personale, quasi completamente deserti. “O sono scappati in massa o hanno scioperato anche loro”, scherza un manifestante.
“Oggi celebreremo la messa funebre della nostra compagnia”, urla un sindacalista al megafono mentre il corteo di quasi 200 dipendenti si snoda per i corridoio del centro direzionale aziendale.
“Quest’anno Unipol compie 50 anni e festeggia licenziando i propri dipendenti. I valori etici fondativi della società dove sono finiti? Perché i manager non ci vogliono dare risposte?”.
“Siamo tutti sotto attacco – racconta Rita – i 2.240 esuberi annunciati possono essere ovunque, chiunque può essere colpito.
La vecchia Unipol dei valori è ormai deceduta, ecco il perché della bara.
Se non ritireranno i licenziamenti protesteremo ad oltranza”.
E certo lo sciopero non è usuale per un’azienda che è sempre stata in buona salute.
Ora, calcola la Cgil, al netto dei prepensionamenti ci saranno almeno 500 licenziamenti.
Senza contare che la metà dei 2mila lavoratori dichiarati in esubero sarà ceduta a società esterne, ma anche su questa partita non ci sono certezze.
“Sono 16 anni che lavoro qui – spiega al megafono Giorgio – Di scioperi ne abbiamo fatti tanti, ma sempre per il miglioramento del contratto.
Questa è la prima volta che ci vengono comunicati dei licenziamenti.
Purtroppo i valori della cooperazione che ho trovato qui dentro quando sono stato assunto sono spariti”.
“Ci avevano parlato di concertazione invece hanno disdettato i vecchi accordi e si tengono le mani libere per i licenziamenti – spiega Gianni Luccarini della Fisac-Cgil nazionale – Ci hanno detto di non preoccuparci, poi però hanno aggiunto di non potere mettere nero su bianco che non licenzieranno nessuno.
Noi vogliamo fare una trattativa con numeri certi, e tutelare tutti i lavoratori. E’ la prima volta che con Unipol ci troviamo in una situazione del genere”.
Nel 2012 Unipol, dopo un aumento di capitale di oltre un miliardo di euro, ha assunto il controllo di Fondiaria-Sai rilevandola dalla famiglia Ligresti con la regia di Mediobanca, creditrice di entrambi i gruppi assicurativi. Un progetto ambizioso che, se dovesse andare in porto nonostante i numerosi ostacoli, darà vita ad un gigante e, per citare i documenti finanziari legati all’operazione, “generare valore per tutti gli azionisti delle società interessate al progetto”.
Ma si sa, tutti i progetti di integrazione e di creazione di valore hanno le loro spine, e questa volta ad andarci di mezzo sono i lavoratori. “Il problema – conclude Andrea, 20 anni di lavoro in azienda – è che fino ad oggi il rispetto delle persone è sempre stato messo davanti a tutto.
Adesso non è più così. Abbiamo paura delle scelte dei nostri manager”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02 ... to/507472/
Tre ore di corteo per centinaia di dipendenti sotto l'enorme sede bolognese del colosso finanziario coop: "Siamo tutti sotto attacco, può toccare a chiunque".
Ed è la prima volta in 50 anni che l'azienda subisce una manifestazione del genere: "I valori etici fondativi di questa società dove sono finiti?"
di Giovanni Stinco
| Bologna | 21 febbraio 2013Commenti (63)
Di certo nella fusione Unipol-Fondiaria Sai per i lavoratori non c’è quasi nulla. Ad eccezione degli esuberi.
Più che una riorganizzazione una vera e propria decimazione, visto che il personale coinvolto nell’operazione supera le 8mila unità e ad essere tagliati secondo i sindacati saranno oltre 2200 posti di lavoro.
Un’operazione (e un taglio) epocale per il gruppo assicurativo Unipol, colosso finanziario saldamente in mano alle principali coop italiane, Coop Adriatica e Coop Estense incluse.
Per protestare contro “una gestione aziendale alla Marchionne”, i lavoratori Unipol hanno scioperato per tre ore, marciando attorno e dentro il centro direzionale Unipol di Bologna e portando una bara fin dentro gli uffici del personale, quasi completamente deserti. “O sono scappati in massa o hanno scioperato anche loro”, scherza un manifestante.
“Oggi celebreremo la messa funebre della nostra compagnia”, urla un sindacalista al megafono mentre il corteo di quasi 200 dipendenti si snoda per i corridoio del centro direzionale aziendale.
“Quest’anno Unipol compie 50 anni e festeggia licenziando i propri dipendenti. I valori etici fondativi della società dove sono finiti? Perché i manager non ci vogliono dare risposte?”.
“Siamo tutti sotto attacco – racconta Rita – i 2.240 esuberi annunciati possono essere ovunque, chiunque può essere colpito.
La vecchia Unipol dei valori è ormai deceduta, ecco il perché della bara.
Se non ritireranno i licenziamenti protesteremo ad oltranza”.
E certo lo sciopero non è usuale per un’azienda che è sempre stata in buona salute.
Ora, calcola la Cgil, al netto dei prepensionamenti ci saranno almeno 500 licenziamenti.
Senza contare che la metà dei 2mila lavoratori dichiarati in esubero sarà ceduta a società esterne, ma anche su questa partita non ci sono certezze.
“Sono 16 anni che lavoro qui – spiega al megafono Giorgio – Di scioperi ne abbiamo fatti tanti, ma sempre per il miglioramento del contratto.
Questa è la prima volta che ci vengono comunicati dei licenziamenti.
Purtroppo i valori della cooperazione che ho trovato qui dentro quando sono stato assunto sono spariti”.
“Ci avevano parlato di concertazione invece hanno disdettato i vecchi accordi e si tengono le mani libere per i licenziamenti – spiega Gianni Luccarini della Fisac-Cgil nazionale – Ci hanno detto di non preoccuparci, poi però hanno aggiunto di non potere mettere nero su bianco che non licenzieranno nessuno.
Noi vogliamo fare una trattativa con numeri certi, e tutelare tutti i lavoratori. E’ la prima volta che con Unipol ci troviamo in una situazione del genere”.
Nel 2012 Unipol, dopo un aumento di capitale di oltre un miliardo di euro, ha assunto il controllo di Fondiaria-Sai rilevandola dalla famiglia Ligresti con la regia di Mediobanca, creditrice di entrambi i gruppi assicurativi. Un progetto ambizioso che, se dovesse andare in porto nonostante i numerosi ostacoli, darà vita ad un gigante e, per citare i documenti finanziari legati all’operazione, “generare valore per tutti gli azionisti delle società interessate al progetto”.
Ma si sa, tutti i progetti di integrazione e di creazione di valore hanno le loro spine, e questa volta ad andarci di mezzo sono i lavoratori. “Il problema – conclude Andrea, 20 anni di lavoro in azienda – è che fino ad oggi il rispetto delle persone è sempre stato messo davanti a tutto.
Adesso non è più così. Abbiamo paura delle scelte dei nostri manager”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02 ... to/507472/
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
La fabbrica dello sfascio
Lo scenario di una valanga grillina
I sondaggi fanno tremare
i partiti. Il Pd teme il calo di Monti: in Senato potrebbe essere ininfluente Meli
ROMA - Si fanno ma non si dicono. E si sfornano in continuazione. Tre alla settimana, almeno per quanto riguarda il centrosinistra. E raccontano tutti - punto in percentuale in più, punto in percentuale in meno - la stessa storia.
Grillo è in salita, costante e, apparentemente, inarrestabile. Il Movimento 5 Stelle si è piazzato al secondo posto, giusto dietro il Partito democratico.
La forbice tra le due forze politiche è ampia. E non colmabile, ma i dati rivelano che mentre il trend del Pd tende al ribasso, quello dei grillini, al contrario, è in rialzo.
Però non è solo questa la ragione del cruccio del centrosinistra. Non è solo questo il motivo dei pensieri bui dei dirigenti del Partito democratico.
A preoccupare i vertici del Pd sono anche i sondaggi che riguardano Monti. Che aprono una prospettiva inquietante.
Non è affatto detto, dati alla mano, che il listone del premier riesca a guadagnare al Senato un numero adeguato di seggi.
Già, perché se Bersani non riuscirà a ottenere una vittoria piena pure a Palazzo Madama, avrà bisogno come il pane di un gruppo di sostegno montiano.
Tradotto in cifre: Scelta civica dovrà ottenere almeno 15, 20 senatori.
Tanti ne serviranno, in caso di pareggio, per consentire al Partito democratico di mettere in piedi un governo di centrosinistra.
Peccato che questi numeri non siano, almeno al momento, una sicurezza. I sondaggi infatti raccontano che nelle regioni chiave i montiani arrancano e non riescono a sottrarre voti consistenti al centrodestra.
I dirigenti del Pd si sono guardati in faccia con un certo sconcerto, l'altro giorno, quando hanno esaminato i dati segretissimi forniti loro dai sondaggisti.
Per forza. Quelle cifre hanno confermato tutti i loro timori: lì dove il Partito democratico va bene, il listone del premier è in affanno.
Ergo: non è al centrodestra che il premier toglie i voti. Perciò, detto in parole povere, un Monti che non riesce a fare argine nei confronti delle truppe berlusconiane rischia di servire poco o niente al centrosinistra.
Di più, e di peggio: nelle regioni chiave, quelle in cui centrosinistra e centrodestra combattono la battaglia campale per il Senato, i montiani rischiano di essere ininfluenti.
In Lombardia è testa a testa. In Sicilia pure. In Veneto Bersani e i suoi alleati perdono senza possibilità di sorprese dell'ultima ora, mentre in Campania la vittoria è saldamente nelle loro mani e di lì non si sposterà.
Ebbene, in queste regioni Monti rischia di non fare comunque la differenza. Il che significa che tutti i calcoli che sono stati fatti finora al Partito democratico vanno rivisti.
«Non avremo mai il mito dell'autosufficienza: i problemi del Paese sono gravi e non si può pensare di risolverli governando con il 51 per cento»: erano queste, fino a qualche settimana fa, le parole che Bersani amava ripetere in tutti i suoi conversari con amici, collaboratori e compagni di partito.
Il segretario pensava al Professore, ovviamente. E al suo movimento.
E nel Pd si ragionava sulle poltrone da affidare ai cosiddetti centristi.
Quella della presidenza del Senato in primis, che un giorno spettava a Monti e quello dopo a Casini.
Ma soprattutto quella del Quirinale. Ora è «tutto da rifare», come avrebbe detto Gino Bartali. Per questo Bersani ha lanciato l'occhio sui grillini.
«Nessuna apertura - spiega il segretario, pragmatico come sempre - ma, comunque andranno le elezioni, loro saranno in Parlamento.
Perciò, come sta già accadendo in altre regioni dove governiamo, ci rivolgeremo a tutti, e quindi anche a loro.
Porteremo i nostri provvedimenti in Parlamento e in quella sede ci confronteremo con le altre forze politiche, grillini inclusi».
È un ragionamento, quello di Bersani, che non fa una piega, stando alle dichiarazioni di D'Alema e Renzi.
Solo gli ex ppi frenano. Rosy Bindi continua a sparare a palle incatenate contro il comico genovese e Beppe Fioroni spiega: «Grillo è di destra, quella è la sua cultura, quella è la sua deriva e noi con lui non c'entriamo proprio nulla».
Un segnale all'indirizzo di Bersani?
Già, ma anche di quel Romano Prodi che, stando alle voci dei palazzi della politica, punterebbe sull'apporto dei grillini per arrivare al Quirinale.
Maria Teresa Meli22 febbraio 2013 | 8:45© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/special ... 103c.shtml
Lo scenario di una valanga grillina
I sondaggi fanno tremare
i partiti. Il Pd teme il calo di Monti: in Senato potrebbe essere ininfluente Meli
ROMA - Si fanno ma non si dicono. E si sfornano in continuazione. Tre alla settimana, almeno per quanto riguarda il centrosinistra. E raccontano tutti - punto in percentuale in più, punto in percentuale in meno - la stessa storia.
Grillo è in salita, costante e, apparentemente, inarrestabile. Il Movimento 5 Stelle si è piazzato al secondo posto, giusto dietro il Partito democratico.
La forbice tra le due forze politiche è ampia. E non colmabile, ma i dati rivelano che mentre il trend del Pd tende al ribasso, quello dei grillini, al contrario, è in rialzo.
Però non è solo questa la ragione del cruccio del centrosinistra. Non è solo questo il motivo dei pensieri bui dei dirigenti del Partito democratico.
A preoccupare i vertici del Pd sono anche i sondaggi che riguardano Monti. Che aprono una prospettiva inquietante.
Non è affatto detto, dati alla mano, che il listone del premier riesca a guadagnare al Senato un numero adeguato di seggi.
Già, perché se Bersani non riuscirà a ottenere una vittoria piena pure a Palazzo Madama, avrà bisogno come il pane di un gruppo di sostegno montiano.
Tradotto in cifre: Scelta civica dovrà ottenere almeno 15, 20 senatori.
Tanti ne serviranno, in caso di pareggio, per consentire al Partito democratico di mettere in piedi un governo di centrosinistra.
Peccato che questi numeri non siano, almeno al momento, una sicurezza. I sondaggi infatti raccontano che nelle regioni chiave i montiani arrancano e non riescono a sottrarre voti consistenti al centrodestra.
I dirigenti del Pd si sono guardati in faccia con un certo sconcerto, l'altro giorno, quando hanno esaminato i dati segretissimi forniti loro dai sondaggisti.
Per forza. Quelle cifre hanno confermato tutti i loro timori: lì dove il Partito democratico va bene, il listone del premier è in affanno.
Ergo: non è al centrodestra che il premier toglie i voti. Perciò, detto in parole povere, un Monti che non riesce a fare argine nei confronti delle truppe berlusconiane rischia di servire poco o niente al centrosinistra.
Di più, e di peggio: nelle regioni chiave, quelle in cui centrosinistra e centrodestra combattono la battaglia campale per il Senato, i montiani rischiano di essere ininfluenti.
In Lombardia è testa a testa. In Sicilia pure. In Veneto Bersani e i suoi alleati perdono senza possibilità di sorprese dell'ultima ora, mentre in Campania la vittoria è saldamente nelle loro mani e di lì non si sposterà.
Ebbene, in queste regioni Monti rischia di non fare comunque la differenza. Il che significa che tutti i calcoli che sono stati fatti finora al Partito democratico vanno rivisti.
«Non avremo mai il mito dell'autosufficienza: i problemi del Paese sono gravi e non si può pensare di risolverli governando con il 51 per cento»: erano queste, fino a qualche settimana fa, le parole che Bersani amava ripetere in tutti i suoi conversari con amici, collaboratori e compagni di partito.
Il segretario pensava al Professore, ovviamente. E al suo movimento.
E nel Pd si ragionava sulle poltrone da affidare ai cosiddetti centristi.
Quella della presidenza del Senato in primis, che un giorno spettava a Monti e quello dopo a Casini.
Ma soprattutto quella del Quirinale. Ora è «tutto da rifare», come avrebbe detto Gino Bartali. Per questo Bersani ha lanciato l'occhio sui grillini.
«Nessuna apertura - spiega il segretario, pragmatico come sempre - ma, comunque andranno le elezioni, loro saranno in Parlamento.
Perciò, come sta già accadendo in altre regioni dove governiamo, ci rivolgeremo a tutti, e quindi anche a loro.
Porteremo i nostri provvedimenti in Parlamento e in quella sede ci confronteremo con le altre forze politiche, grillini inclusi».
È un ragionamento, quello di Bersani, che non fa una piega, stando alle dichiarazioni di D'Alema e Renzi.
Solo gli ex ppi frenano. Rosy Bindi continua a sparare a palle incatenate contro il comico genovese e Beppe Fioroni spiega: «Grillo è di destra, quella è la sua cultura, quella è la sua deriva e noi con lui non c'entriamo proprio nulla».
Un segnale all'indirizzo di Bersani?
Già, ma anche di quel Romano Prodi che, stando alle voci dei palazzi della politica, punterebbe sull'apporto dei grillini per arrivare al Quirinale.
Maria Teresa Meli22 febbraio 2013 | 8:45© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/special ... 103c.shtml
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Semrush [Bot] e 5 ospiti