Diario della caduta di un regime.
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Re: Diario della caduta di un regime.
QUELLO CHE OVRA 2.0, HA TENTATO IN TUTTI I MODI IERI, PERCHE’ NON VENISSE PUBBLICATA
L’Italia in camicia nera che spinge sull’accelleratore della rivolta, la notizia l’ha riportata così:
Questa mattina(ieri mattina)
20 minuti fa
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Pellicce, maxischermi e lusso:
i migranti nel palazzo occupato
Claudio Cartaldo
Pellicce, maxischermi e lusso: i migranti nel palazzo occupato
Perquisito lo stabile di via Curtatone occupato dai migranti. Trovati oggetti di lusso e abiti firmati. All'ingresso un tariffario per l'affitto delle poltrone
Claudio Cartaldo - Mer, 30/08/2017 - 09:24
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Non solo maxschermi e televisori di ultma generazione. Nello stabile occupato di via Curtatone a Roma, lì dove vivevano centinaia di migranti e rifugiati sgomberati dalla polizia prima che scoppiassero le proteste di via Indipendenza, gli agenti della Digos hanno trovato di tutto.
Dalle pellicce di visone ad oggetti di lusso, dagli abiti firmati alle televisioni al plasma.
Difficile dire se siano frutto di attività criminali, tipo rapine e furti. Di certo non sono gli oggetti che ci si aspettava di trovare all'interno di uno stabile che ospitava senzatetto e "disperati".
Le indagini sono condotte dal procuratore aggiunto Francesco Caporale insieme ad un pool di colleghi. La Procura vuole fare luce sulle attività illecite portate avanti all'interno del palazzo di proprietà della Holdrng Fimit Sgr (una volta della Federconsorzi).
Le indagini vertono principalmente sull'esistenza di un presunto gruppo di gestione degli affitti. Un racket dell'occupazione, per intenderci. La Digos durante la perquisizione ha trovato un tariffario per l'affitto di alcune poltrone: 2 euro ogni 3 ore di seduta. Un salasso. Oppure la presenza di un foglio dei turni per i "dipendenti" (stranieri) della reception, dove sono stati trovat anche sei computer perfettamente funzionanti. Non basta? Altri documenti, scrive la Stampa, riguardano "l'identità degli occupanti e sulle attività di carattere commerciale gestite da questa organizzazione".
Non solo. Il pm è convinto che all'interno di via Curtatone si procedesse anche alla falsificazione di documenti di identità. Per questo agli agenti della Digos è stato detto di cercare timbri appositi per produzione di passaporti e carte d'identità fasulle.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 35491.html
Da Dagospia:
30 ago 2017 16:54
NON TOCCATE IL BUSINESS
- NEL PALAZZO DI PIAZZA INDIPENDENZA SI PAGAVA PURE PER SEDERSI! DUE EURO PER TRE ORE SULLA POLTRONA
- LA POLIZIA HA TROVATO PELLICCE DI VISONE, MAXI SCHERMI, ABITI FIRMATI: MOLTI IN MANO AGLI ‘ORGANIZZATORI’, QUELLI CHE RISCUOTEVANO I SOLDI
- SI INDAGA SUI TIMBRI PER I DOCUMENTI FALSI
Edoardo Izzo per ‘La Stampa’
Per sedersi su alcune poltrone, eritrei e somali erano costretti a pagare due euro per tre ore, come stabiliva un tariffario in più lingue. Gli uomini della Digos e quelli della polizia scientifica che hanno iniziato ieri pomeriggio la perquisizione nell' immobile di via Curtatone a Roma sgombrato la settimana scorsa, sono rimasti sconcertati davanti al ritrovamento di materiale che sembra confermare l' esistenza di gestori occulti.
Delle persone capaci di realizzare un business sulla disperazione di chi arriva in Italia. Nell' ex palazzo della Federconsorzi (oggi proprietà della Holding Idea Fimit Sgr) infatti sono stati ritrovati anche oggetti di lusso: pellicce di visone, televisori ultra piatti di ultima generazione, alcuni con maxi schermi giganti, e perfino abiti firmati. Qualcosa di poco consono con l' idea di un fabbricato occupato per disperazione. Di chi erano questi articoli? Si tratta di refurtiva? Ne hanno di ipotesi su cui lavorare, dunque, il procuratore aggiunto Francesco Caporale, titolare di diverse inchieste sul terrorismo, e gli altri pm che lo affiancano nel pool.
Sulla pelle dei migranti
Dalla perquisizione, è stato riferito, sono emersi elementi probanti relativi all'esistenza di un gruppo di gestione che lucrava sui servizi offerti agli immigrati: alcuni tipicamente alberghieri, come testimoniano quelle poltrone a nolo e i turni alla reception, dove erano in funzione sei computer ai quali si alternavano alcuni operatori, tutti rigorosamente stranieri.
Gli agenti della polizia cercavano pistole e altri reperti criminali, ma per ora però sembra che abbiano trovato solo documentazioni sull' identità degli occupanti e sulle attività di carattere commerciale gestite da questa organizzazione. Un' organizzazione esperta, come testimoniano i registri con il personale che operava all' interno e quelli con i nomi degli ospiti, ma anche d' immagine sociale, se una pelliccia di visone era nella segreteria. Per il resto, il solito avvilente scenario degli immobili dove si accampano i migranti, a partire da bibite e bevande nascoste tra i materassi.
Gli ispettori della Digos e i poliziotti con pettorine della polizia scientifica non avrebbero trovato per ora i timbri per la produzione dei documenti falsi, che tuttavia potrebbero essere stati portati via durante lo sgombero. La Procura di Roma, infatti, indaga anche per contraffazione del sigillo dello Stato ed uso del sigillo contraffatto nel quadro degli accertamenti che hanno portato la Digos nell' edificio di via Curtatone la cui attuale proprietà è assistita dal legale Carlo Arnulfo.
«Vi è fondato motivo di ritenere - si legge nel decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto Caporale che ha aperto un fascicolo per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina - che presso lo stabile siano occultati timbri con il sigillo dello Stato, documenti riportanti timbri dello Stato, ricevute di pagamento per soggiorni all' interno dello stabile di cittadini stranieri, anche clandestini, o comunque documenti o oggetti a questi riferibili».
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 155148.htm
L’Italia in camicia nera che spinge sull’accelleratore della rivolta, la notizia l’ha riportata così:
Questa mattina(ieri mattina)
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Pellicce, maxischermi e lusso:
i migranti nel palazzo occupato
Claudio Cartaldo
Pellicce, maxischermi e lusso: i migranti nel palazzo occupato
Perquisito lo stabile di via Curtatone occupato dai migranti. Trovati oggetti di lusso e abiti firmati. All'ingresso un tariffario per l'affitto delle poltrone
Claudio Cartaldo - Mer, 30/08/2017 - 09:24
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Non solo maxschermi e televisori di ultma generazione. Nello stabile occupato di via Curtatone a Roma, lì dove vivevano centinaia di migranti e rifugiati sgomberati dalla polizia prima che scoppiassero le proteste di via Indipendenza, gli agenti della Digos hanno trovato di tutto.
Dalle pellicce di visone ad oggetti di lusso, dagli abiti firmati alle televisioni al plasma.
Difficile dire se siano frutto di attività criminali, tipo rapine e furti. Di certo non sono gli oggetti che ci si aspettava di trovare all'interno di uno stabile che ospitava senzatetto e "disperati".
Le indagini sono condotte dal procuratore aggiunto Francesco Caporale insieme ad un pool di colleghi. La Procura vuole fare luce sulle attività illecite portate avanti all'interno del palazzo di proprietà della Holdrng Fimit Sgr (una volta della Federconsorzi).
Le indagini vertono principalmente sull'esistenza di un presunto gruppo di gestione degli affitti. Un racket dell'occupazione, per intenderci. La Digos durante la perquisizione ha trovato un tariffario per l'affitto di alcune poltrone: 2 euro ogni 3 ore di seduta. Un salasso. Oppure la presenza di un foglio dei turni per i "dipendenti" (stranieri) della reception, dove sono stati trovat anche sei computer perfettamente funzionanti. Non basta? Altri documenti, scrive la Stampa, riguardano "l'identità degli occupanti e sulle attività di carattere commerciale gestite da questa organizzazione".
Non solo. Il pm è convinto che all'interno di via Curtatone si procedesse anche alla falsificazione di documenti di identità. Per questo agli agenti della Digos è stato detto di cercare timbri appositi per produzione di passaporti e carte d'identità fasulle.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 35491.html
Da Dagospia:
30 ago 2017 16:54
NON TOCCATE IL BUSINESS
- NEL PALAZZO DI PIAZZA INDIPENDENZA SI PAGAVA PURE PER SEDERSI! DUE EURO PER TRE ORE SULLA POLTRONA
- LA POLIZIA HA TROVATO PELLICCE DI VISONE, MAXI SCHERMI, ABITI FIRMATI: MOLTI IN MANO AGLI ‘ORGANIZZATORI’, QUELLI CHE RISCUOTEVANO I SOLDI
- SI INDAGA SUI TIMBRI PER I DOCUMENTI FALSI
Edoardo Izzo per ‘La Stampa’
Per sedersi su alcune poltrone, eritrei e somali erano costretti a pagare due euro per tre ore, come stabiliva un tariffario in più lingue. Gli uomini della Digos e quelli della polizia scientifica che hanno iniziato ieri pomeriggio la perquisizione nell' immobile di via Curtatone a Roma sgombrato la settimana scorsa, sono rimasti sconcertati davanti al ritrovamento di materiale che sembra confermare l' esistenza di gestori occulti.
Delle persone capaci di realizzare un business sulla disperazione di chi arriva in Italia. Nell' ex palazzo della Federconsorzi (oggi proprietà della Holding Idea Fimit Sgr) infatti sono stati ritrovati anche oggetti di lusso: pellicce di visone, televisori ultra piatti di ultima generazione, alcuni con maxi schermi giganti, e perfino abiti firmati. Qualcosa di poco consono con l' idea di un fabbricato occupato per disperazione. Di chi erano questi articoli? Si tratta di refurtiva? Ne hanno di ipotesi su cui lavorare, dunque, il procuratore aggiunto Francesco Caporale, titolare di diverse inchieste sul terrorismo, e gli altri pm che lo affiancano nel pool.
Sulla pelle dei migranti
Dalla perquisizione, è stato riferito, sono emersi elementi probanti relativi all'esistenza di un gruppo di gestione che lucrava sui servizi offerti agli immigrati: alcuni tipicamente alberghieri, come testimoniano quelle poltrone a nolo e i turni alla reception, dove erano in funzione sei computer ai quali si alternavano alcuni operatori, tutti rigorosamente stranieri.
Gli agenti della polizia cercavano pistole e altri reperti criminali, ma per ora però sembra che abbiano trovato solo documentazioni sull' identità degli occupanti e sulle attività di carattere commerciale gestite da questa organizzazione. Un' organizzazione esperta, come testimoniano i registri con il personale che operava all' interno e quelli con i nomi degli ospiti, ma anche d' immagine sociale, se una pelliccia di visone era nella segreteria. Per il resto, il solito avvilente scenario degli immobili dove si accampano i migranti, a partire da bibite e bevande nascoste tra i materassi.
Gli ispettori della Digos e i poliziotti con pettorine della polizia scientifica non avrebbero trovato per ora i timbri per la produzione dei documenti falsi, che tuttavia potrebbero essere stati portati via durante lo sgombero. La Procura di Roma, infatti, indaga anche per contraffazione del sigillo dello Stato ed uso del sigillo contraffatto nel quadro degli accertamenti che hanno portato la Digos nell' edificio di via Curtatone la cui attuale proprietà è assistita dal legale Carlo Arnulfo.
«Vi è fondato motivo di ritenere - si legge nel decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto Caporale che ha aperto un fascicolo per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina - che presso lo stabile siano occultati timbri con il sigillo dello Stato, documenti riportanti timbri dello Stato, ricevute di pagamento per soggiorni all' interno dello stabile di cittadini stranieri, anche clandestini, o comunque documenti o oggetti a questi riferibili».
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 155148.htm
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Re: Diario della caduta di un regime.
QUELLO CHE OVRA 2.0, HA TENTATO IN TUTTI I MODI IERI, PERCHE’ NON VENISSE PUBBLICATA
….CARO LEI ……QUANDO C’ERA LUI……
Intitolato ai partigiani il luogo in cui fu ucciso Mussolini nel 1945
L'amministrazione comunale di Tremezzina, sul lago di Como, sceglie di intitolare ai partigiani locali uno spiazzo nei pressi della villa dove fu fucilato il Duce nel 1945
Luca Romano - Mer, 30/08/2017 - 15:57
commenta
Non c'è nulla da fare, gli anni passano ma la figura di Benito Mussolini continua a dividere gli italiani e a spaccare l'opinione pubblica.
Così come divide la scelta dell'amministrazione comunale di Tremezzina, sul lago di Como, di dedicare un largo ai partigiani.
La decisione è destinata a sicura contestazione perché proprio sul territorio comunale di Tremezzina, in località Giulino di Mezzegra, fu ucciso Benito Mussolini, il 28 aprile del 1945 al termine di un tentativo di fuga in Svizzera travestito da tedesco. Era la primavera inoltrata degli ultimi anni di guerra, quando il Duce ormai fuggiasco abbandonò gli ultimi seguaci fascisti e tentò di mettersi in salvo oltre confine indossando un cappotto militare e un elmetto nazisti. A Dongo però venne fermato dalle formazioni partigiane ed arrestato il giorno 27. Dopo varie peregrinazioni nei Comuni della zona, il giorno successivo viene ucciso sommariamente dai partigiani davanti al cancello della Villa Belmonte a Giulino.
Il luogo, sin da subito, è stato oggetto di pellegrinaggi da parte di nostalgici e neofascisti. Ora che l'amministrazione Pd di Tremezzina ha deciso di dedicare ai partigiani caduti nell'omonima battaglia uno spiazzo a pochi metri dal luogo della fucilazione di Mussolini, le polemiche sono pronte a riesplodere.
Di sicuro, come scrive Il Giorno, c'è solo che il prossimo 28 aprile, per il 73esimo anniversario, i reduci e i neofascisti che sfileranno fino a villa Belmonte per rendere omaggio al luogo in cui venne ucciso il loro capo saranno costretti a marciare anche attraverso il nuovo Largo Partigiani tremezzini.
VEDI FOTO:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 35813.html
….CARO LEI ……QUANDO C’ERA LUI……
Intitolato ai partigiani il luogo in cui fu ucciso Mussolini nel 1945
L'amministrazione comunale di Tremezzina, sul lago di Como, sceglie di intitolare ai partigiani locali uno spiazzo nei pressi della villa dove fu fucilato il Duce nel 1945
Luca Romano - Mer, 30/08/2017 - 15:57
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Non c'è nulla da fare, gli anni passano ma la figura di Benito Mussolini continua a dividere gli italiani e a spaccare l'opinione pubblica.
Così come divide la scelta dell'amministrazione comunale di Tremezzina, sul lago di Como, di dedicare un largo ai partigiani.
La decisione è destinata a sicura contestazione perché proprio sul territorio comunale di Tremezzina, in località Giulino di Mezzegra, fu ucciso Benito Mussolini, il 28 aprile del 1945 al termine di un tentativo di fuga in Svizzera travestito da tedesco. Era la primavera inoltrata degli ultimi anni di guerra, quando il Duce ormai fuggiasco abbandonò gli ultimi seguaci fascisti e tentò di mettersi in salvo oltre confine indossando un cappotto militare e un elmetto nazisti. A Dongo però venne fermato dalle formazioni partigiane ed arrestato il giorno 27. Dopo varie peregrinazioni nei Comuni della zona, il giorno successivo viene ucciso sommariamente dai partigiani davanti al cancello della Villa Belmonte a Giulino.
Il luogo, sin da subito, è stato oggetto di pellegrinaggi da parte di nostalgici e neofascisti. Ora che l'amministrazione Pd di Tremezzina ha deciso di dedicare ai partigiani caduti nell'omonima battaglia uno spiazzo a pochi metri dal luogo della fucilazione di Mussolini, le polemiche sono pronte a riesplodere.
Di sicuro, come scrive Il Giorno, c'è solo che il prossimo 28 aprile, per il 73esimo anniversario, i reduci e i neofascisti che sfileranno fino a villa Belmonte per rendere omaggio al luogo in cui venne ucciso il loro capo saranno costretti a marciare anche attraverso il nuovo Largo Partigiani tremezzini.
VEDI FOTO:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 35813.html
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Re: Diario della caduta di un regime.
In prima pagina, in bella evidenza, il quotidiano ufficiale degli STRUMPTRUPPEN, scrive:
…………..POLVERIERA IMMIGRAZIONE
L’ITALIA STA PER ESPLODERE
Roma, rivolta contro i migranti. A Parma pestato autista
Lite tra Orlando e Minniti: così aiuti i fascisti
Ho consultato le prime pagine dei principali quotidiani letti al Nord, presenti in Biblioteca, ma questa notizia è presente solo sul quotidiano mamma degli STRUMPTRUPPEN.
Visti da lontano, la notizia che l’immigrazione è una polveriera, e che l’Italia starebbe per esplodere, è tecnicamente attendibile.
Ma riportata in quel modo dagli STRUMTRUPPEN, è solo una propaganda per avvelenare gli animi dei loro lettori, SPERANDO CHE LA POLVERIERA ESPLODA DAVVERO.
Che tutto quello che riguarda l’immigrazione, a partire dalla soluzione dei campi di concentramento promessi da Gheddafi a Berlusconi , in cambio di denaro e opere pubbliche in Libia a carico dello Stato italiano, è stato malgestito, e le conseguenze si vedono vistosamente, ma questo non è allarme sociale, ma solo propaganda perché l’esplosione avvenga.
Ma i club di destra(i partiti non esistono più, come richiesto dal PIANO DI RICOSTRUZIONE “DEMOCRATICA”, di Gelli) che caXXo ci stanno a fare in Parlamento.
Se la situazione è così grave, ed è grave, sono solo lì per portare a casa lo stipendio a fine mese?????
Perché non chiedono di convocare urgentemente il Parlamento e chiedere di mettere riparo????
O LA LORO CONVENIENZA E’ UN’ALTRA????????????????????????
…………..POLVERIERA IMMIGRAZIONE
L’ITALIA STA PER ESPLODERE
Roma, rivolta contro i migranti. A Parma pestato autista
Lite tra Orlando e Minniti: così aiuti i fascisti
Ho consultato le prime pagine dei principali quotidiani letti al Nord, presenti in Biblioteca, ma questa notizia è presente solo sul quotidiano mamma degli STRUMPTRUPPEN.
Visti da lontano, la notizia che l’immigrazione è una polveriera, e che l’Italia starebbe per esplodere, è tecnicamente attendibile.
Ma riportata in quel modo dagli STRUMTRUPPEN, è solo una propaganda per avvelenare gli animi dei loro lettori, SPERANDO CHE LA POLVERIERA ESPLODA DAVVERO.
Che tutto quello che riguarda l’immigrazione, a partire dalla soluzione dei campi di concentramento promessi da Gheddafi a Berlusconi , in cambio di denaro e opere pubbliche in Libia a carico dello Stato italiano, è stato malgestito, e le conseguenze si vedono vistosamente, ma questo non è allarme sociale, ma solo propaganda perché l’esplosione avvenga.
Ma i club di destra(i partiti non esistono più, come richiesto dal PIANO DI RICOSTRUZIONE “DEMOCRATICA”, di Gelli) che caXXo ci stanno a fare in Parlamento.
Se la situazione è così grave, ed è grave, sono solo lì per portare a casa lo stipendio a fine mese?????
Perché non chiedono di convocare urgentemente il Parlamento e chiedere di mettere riparo????
O LA LORO CONVENIENZA E’ UN’ALTRA????????????????????????
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Re: Diario della caduta di un regime.
In prima pagina, in bella evidenza, il quotidiano ufficiale degli STRUMPTRUPPEN, scrive:
…………..POLVERIERA IMMIGRAZIONE
L’ITALIA STA PER ESPLODERE
Roma, rivolta contro i migranti. A Parma pestato autista
Lite tra Orlando e Minniti: così aiuti i fascisti
Ho consultato le prime pagine dei principali quotidiani letti al Nord, presenti in Biblioteca, ma questa notizia è presente solo sul quotidiano mamma degli STRUMPTRUPPEN.
Visti da lontano, la notizia che l’immigrazione è una polveriera, e che l’Italia starebbe per esplodere, è tecnicamente attendibile.
Ma riportata in quel modo dagli STRUMTRUPPEN, è solo una propaganda per avvelenare gli animi dei loro lettori, SPERANDO CHE LA POLVERIERA ESPLODA DAVVERO.
Che tutto quello che riguarda l’immigrazione, a partire dalla soluzione dei campi di concentramento promessi da Gheddafi a Berlusconi , in cambio di denaro e opere pubbliche in Libia a carico dello Stato italiano, è stato malgestito, e le conseguenze si vedono vistosamente, ma questo non è allarme sociale, ma solo propaganda perché l’esplosione avvenga.
Ma i club di destra(i partiti non esistono più, come richiesto dal PIANO DI RICOSTRUZIONE “DEMOCRATICA”, di Gelli) che caXXo ci stanno a fare in Parlamento.
Se la situazione è così grave, ed è grave, sono solo lì per portare a casa lo stipendio a fine mese?????
Perché non chiedono di convocare urgentemente il Parlamento e chiedere di mettere riparo????
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Lite tra Orlando e Minniti: così aiuti i fascisti
Ho consultato le prime pagine dei principali quotidiani letti al Nord, presenti in Biblioteca, ma questa notizia è presente solo sul quotidiano mamma degli STRUMPTRUPPEN.
Visti da lontano, la notizia che l’immigrazione è una polveriera, e che l’Italia starebbe per esplodere, è tecnicamente attendibile.
Ma riportata in quel modo dagli STRUMTRUPPEN, è solo una propaganda per avvelenare gli animi dei loro lettori, SPERANDO CHE LA POLVERIERA ESPLODA DAVVERO.
Che tutto quello che riguarda l’immigrazione, a partire dalla soluzione dei campi di concentramento promessi da Gheddafi a Berlusconi , in cambio di denaro e opere pubbliche in Libia a carico dello Stato italiano, è stato malgestito, e le conseguenze si vedono vistosamente, ma questo non è allarme sociale, ma solo propaganda perché l’esplosione avvenga.
Ma i club di destra(i partiti non esistono più, come richiesto dal PIANO DI RICOSTRUZIONE “DEMOCRATICA”, di Gelli) che caXXo ci stanno a fare in Parlamento.
Se la situazione è così grave, ed è grave, sono solo lì per portare a casa lo stipendio a fine mese?????
Perché non chiedono di convocare urgentemente il Parlamento e chiedere di mettere riparo????
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Ultima modifica di UncleTom il 31/08/2017, 13:27, modificato 1 volta in totale.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Anche il camerata Littorio Feltri, sulla prima pagina di Libero concorre all’abbattimento della Repubblica Italiana, consentendo il titolo di prima pagina:
Turpe speculazione
Elenco dei papponi
che si arricchiscono
con la tratta dei neri
Nel 2016 fatturati milionari per Coop e associazioni cattoliche
Rivolta sociale a Roma: cittadini assaltano centri di accoglienza
Leggi su:
https://www.pressreader.com/italy/liber ... 9276553205
una parte dell’articolo.
E’ questo che passa il convento.
L’ex sindaca di Milano Moratti, ed il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervistati in tempi diversi, sulla presenza di Mafia e ‘ndrangheta, hanno decisamente negato la presenza delle due piovre di origine meridionale.
Naturalmente hanno mentito.
Se tanto mi dà tanto, ……il fatto che le due corazzate giornalistiche di destra, ignorino da sempre le attività lucrose delle piovre del Sud, porta automaticamente a credere che lavorino per loro, e cerchino di eliminare la con concorrenza.
Turpe speculazione
Elenco dei papponi
che si arricchiscono
con la tratta dei neri
Nel 2016 fatturati milionari per Coop e associazioni cattoliche
Rivolta sociale a Roma: cittadini assaltano centri di accoglienza
Leggi su:
https://www.pressreader.com/italy/liber ... 9276553205
una parte dell’articolo.
E’ questo che passa il convento.
L’ex sindaca di Milano Moratti, ed il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervistati in tempi diversi, sulla presenza di Mafia e ‘ndrangheta, hanno decisamente negato la presenza delle due piovre di origine meridionale.
Naturalmente hanno mentito.
Se tanto mi dà tanto, ……il fatto che le due corazzate giornalistiche di destra, ignorino da sempre le attività lucrose delle piovre del Sud, porta automaticamente a credere che lavorino per loro, e cerchino di eliminare la con concorrenza.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Se in Italia, la polveriera immigrati sta per esplodere, gli STRUMPTRUPPEN, soffiano sul gas per farla esplodere.
…………..POLVERIERA IMMIGRAZIONE
L’ITALIA STA PER ESPLODERE
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Questo è bollettino di guerra
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Re: Diario della caduta di un regime.
Mah... è proprio cosi??? Ditemi che non è vero!
In tutta Italia il Pd si vende i posti nei cda delle società pubbliche. E fa soldi
In gran parte dell’Italia la tassa è del 10%. In qualche provincia oscilla fra il 15 e il 18% A Mantova però c’è lo sconto: 8%. In Veneto va ancora più di lusso: 6%. A Siena invece è una mezza tragedia: 30%. Un manager pubblico deve stare attento alle composizioni delle giunte comunali, di città metropolitane, province e Regioni. Perché se lì comanda il Pd, scatta quella tassa: una parte dello stipendio che prenderà per fare il presidente, l’amministratore delegato, il direttore generale, il consigliere di amministrazione o il revisore dei conti deve essere versata nelle casse locali del partito di cui è segretario Matteo Renzi.
Così è scritto nei singoli regolamenti finanziari del Pd, il solo partito in Italia che stabilisce una regola così border line non solo per i propri eletti o chiamati ad incarichi di governo, ma anche per i “nominati” e i “designati” con il contributo determinante del partito ad incarichi in enti e società pubbliche, perfino di diritto privato. Una tassa impropria, che potrebbe apparire un ricatto verso professionisti e che indica una concezione proprietaria dell’ente pubblico, con il solo pregio di bandire ogni ipocrisia.
Nei suoi regolamenti interni il Pd fa piazza pulita di tanta retorica che i suoi stessi esponenti spargono in dichiarazioni pubbliche quando si nomina questo o quel professionista in vari cda pubblici. Contano zero i grandi curricula, sono negative le caratteristiche di indipendenza, si bada al sodo: se vuoi quella poltrona, prima devi garantire al partito che farà il tuo nome il ritorno finanziario, il pagamento di quella tassa. E alcuni regolamenti di federazioni locali del Pd prevedono espressamente, scrivendola nero su bianco la punizione in caso di mancato pagamento anche parziale della tassa “politica”: il tizio si può scordare un altro incarico pubblico se il Pd sarà decisivo nella scelta.
La vetta più straordinaria la tocca il Partito democratico di Cremona, che oltre al regolamento finanziario per la tassa sul nominato o designato, ha approvato anche un esilarante (non si parlasse di argomenti così seri) documento di tre paginette con le “Linee guida per la scelta dei soggetti da indicare ai fini della nomina nei consigli di amministrazione di società pubbliche e /o a partecipazione pubblica”. Il culmine si tocca nel comma 5 del documento sulle “norme di comportamento a cui il nominato/a dovrà attenersi”: nessuna differenza sessista in questa scelta di fare carta straccia di norme del codice civile e anche un po’ del codice penale italiano.
Il Pd di Cremona spiega che “una volta effettuata la designazione il nominato dovrà sottoscrivere per accettazione un documento contenente le regole di comportamento che dovrà adottare”. Ed ecco qui le regole che fanno impallidire i contratti firmati dai candidati M5s con la Casaleggio & associati. Ovviamente c’è espressa la tassa, visto che il nominato in un cda pubblico dovrà “contribuire al sostentamento del Partito in conformità con quanto stabilito dai regolamenti nazionali e regionali”, impegnandosi per altro a “rispettare il limite di mandato, ovvero non potrà accettare più di due mandati nel medesimo ente”.
Non solo: il manager potrà essere anche l’uomo guida della più importante municipalizzata, che magari è quotata in borsa, ma dovrà avere come primo riferimento il partito a cui deve quell’incarico. Garantendo “la propria disponibilità ogni qual volta venga chiamato a rendere informazioni o comunicazioni agli organismi del partito che lo richiedano”. Di più: il poveretto- pur essendo in regola con i versamenti e molto gentile, dovrà rinunciare ad ogni autonomia intellettuale.
Perché nel contratto con il Pd per essere nominato firma una condizione -capestro: “nel caso di gravi difformità fra le proprie scelte all’interno del cda di appartenenza e gli orientamenti politici espressi dalla segreteria provinciale, è dovuto un confronto con gli organismi di designazione”. Il culmine però è un altro ancora: il manager dovrà garantire al Pd di “tenere una condotta sobria e decorosa nella vita pubblica e privata”. Sì anche privata: il Pd per nominarti in quel cda non vuole che tu possa avere amanti, vada in discoteca, magari bevi qualche goccio in più in una serata con amici. E chissà se avrà da ridire su qualche vestito variopinto in vacanza…
Ps. Provate ad immaginare la stessa scena a Roma. Per nominare l’amministratore delegato di Acea o Atac il manager deve concorrere a un’asta promossa dalla Casaleggio & associati e firmare un contratto con loro anche solo per un posto in cda in una qualsiasi delle municipalizzate della città guidata da Virginia Raggi. Nel contratto il manager per ottenere il posto si impegna a versare il 10% minimo del suo stipendio alla Casaleggio, poi ad andare a Milano a prendere la linea prima di qualsiasi cda, e pure a stabilire alcuni punti fissi nella vita privata: niente serate mondane, niente amanti o fidanzate non gradite, abiti approvati dalla Casaleggio, e così via. Quante dichiarazioni di fuoco sentiremmo dalle suffragette Pd? Già. Ma è solo il Nazareno a fare firmare contratti così…
http://limbeccata.it/clamoroso/in-tutta ... -fa-soldi/
In tutta Italia il Pd si vende i posti nei cda delle società pubbliche. E fa soldi
In gran parte dell’Italia la tassa è del 10%. In qualche provincia oscilla fra il 15 e il 18% A Mantova però c’è lo sconto: 8%. In Veneto va ancora più di lusso: 6%. A Siena invece è una mezza tragedia: 30%. Un manager pubblico deve stare attento alle composizioni delle giunte comunali, di città metropolitane, province e Regioni. Perché se lì comanda il Pd, scatta quella tassa: una parte dello stipendio che prenderà per fare il presidente, l’amministratore delegato, il direttore generale, il consigliere di amministrazione o il revisore dei conti deve essere versata nelle casse locali del partito di cui è segretario Matteo Renzi.
Così è scritto nei singoli regolamenti finanziari del Pd, il solo partito in Italia che stabilisce una regola così border line non solo per i propri eletti o chiamati ad incarichi di governo, ma anche per i “nominati” e i “designati” con il contributo determinante del partito ad incarichi in enti e società pubbliche, perfino di diritto privato. Una tassa impropria, che potrebbe apparire un ricatto verso professionisti e che indica una concezione proprietaria dell’ente pubblico, con il solo pregio di bandire ogni ipocrisia.
Nei suoi regolamenti interni il Pd fa piazza pulita di tanta retorica che i suoi stessi esponenti spargono in dichiarazioni pubbliche quando si nomina questo o quel professionista in vari cda pubblici. Contano zero i grandi curricula, sono negative le caratteristiche di indipendenza, si bada al sodo: se vuoi quella poltrona, prima devi garantire al partito che farà il tuo nome il ritorno finanziario, il pagamento di quella tassa. E alcuni regolamenti di federazioni locali del Pd prevedono espressamente, scrivendola nero su bianco la punizione in caso di mancato pagamento anche parziale della tassa “politica”: il tizio si può scordare un altro incarico pubblico se il Pd sarà decisivo nella scelta.
La vetta più straordinaria la tocca il Partito democratico di Cremona, che oltre al regolamento finanziario per la tassa sul nominato o designato, ha approvato anche un esilarante (non si parlasse di argomenti così seri) documento di tre paginette con le “Linee guida per la scelta dei soggetti da indicare ai fini della nomina nei consigli di amministrazione di società pubbliche e /o a partecipazione pubblica”. Il culmine si tocca nel comma 5 del documento sulle “norme di comportamento a cui il nominato/a dovrà attenersi”: nessuna differenza sessista in questa scelta di fare carta straccia di norme del codice civile e anche un po’ del codice penale italiano.
Il Pd di Cremona spiega che “una volta effettuata la designazione il nominato dovrà sottoscrivere per accettazione un documento contenente le regole di comportamento che dovrà adottare”. Ed ecco qui le regole che fanno impallidire i contratti firmati dai candidati M5s con la Casaleggio & associati. Ovviamente c’è espressa la tassa, visto che il nominato in un cda pubblico dovrà “contribuire al sostentamento del Partito in conformità con quanto stabilito dai regolamenti nazionali e regionali”, impegnandosi per altro a “rispettare il limite di mandato, ovvero non potrà accettare più di due mandati nel medesimo ente”.
Non solo: il manager potrà essere anche l’uomo guida della più importante municipalizzata, che magari è quotata in borsa, ma dovrà avere come primo riferimento il partito a cui deve quell’incarico. Garantendo “la propria disponibilità ogni qual volta venga chiamato a rendere informazioni o comunicazioni agli organismi del partito che lo richiedano”. Di più: il poveretto- pur essendo in regola con i versamenti e molto gentile, dovrà rinunciare ad ogni autonomia intellettuale.
Perché nel contratto con il Pd per essere nominato firma una condizione -capestro: “nel caso di gravi difformità fra le proprie scelte all’interno del cda di appartenenza e gli orientamenti politici espressi dalla segreteria provinciale, è dovuto un confronto con gli organismi di designazione”. Il culmine però è un altro ancora: il manager dovrà garantire al Pd di “tenere una condotta sobria e decorosa nella vita pubblica e privata”. Sì anche privata: il Pd per nominarti in quel cda non vuole che tu possa avere amanti, vada in discoteca, magari bevi qualche goccio in più in una serata con amici. E chissà se avrà da ridire su qualche vestito variopinto in vacanza…
Ps. Provate ad immaginare la stessa scena a Roma. Per nominare l’amministratore delegato di Acea o Atac il manager deve concorrere a un’asta promossa dalla Casaleggio & associati e firmare un contratto con loro anche solo per un posto in cda in una qualsiasi delle municipalizzate della città guidata da Virginia Raggi. Nel contratto il manager per ottenere il posto si impegna a versare il 10% minimo del suo stipendio alla Casaleggio, poi ad andare a Milano a prendere la linea prima di qualsiasi cda, e pure a stabilire alcuni punti fissi nella vita privata: niente serate mondane, niente amanti o fidanzate non gradite, abiti approvati dalla Casaleggio, e così via. Quante dichiarazioni di fuoco sentiremmo dalle suffragette Pd? Già. Ma è solo il Nazareno a fare firmare contratti così…
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Re: Diario della caduta di un regime.
Segnate questo giorno sul vostro calendario. L’evento, non è un caso eccezionale,…….ma ECCEZIONALISSIMO.
UN POLITICO ITALIANO CHE GETTA LA SPUGNA
"Chiudo con la politica. I partiti sono finiti: sono solo privilegio"
L'ex premier: "L'elettore ha ragione, la classe dirigente non sa più ascoltare i problemi"
Chiara Giannini - Ven, 01/09/2017 - 08:33
commenta
Castiglioncello (Livorno) - «In politica non entro più, i partiti tradizionali sono finiti.
Sull'immigrazione?
La strada intrapresa è quella giusta»: l'ex premier Enrico Letta parla del suo cambio di vita al Giornale, poco dopo aver presentato, sul palco della Limonaia del Castello Pasquini, a Castiglioncello, il suo ultimo libro «Contro venti e maree.
Conversazione sull'Europa e sull'Italia» (edizioni Il Mulino).
E senza mezzi termini specifica che «c'è necessità di risposte diverse da quelle date dai partiti nel passato.
Quelli tradizionali sono crollati - dice -, si sono suicidati.
Credo ci sia bisogno di interrogarsi su quali siano le forme con cui fare politica.
Ho seri dubbi sul fatto che la costruzione dei vecchi partiti sia la soluzione.
Continuare su strade che hanno una difficoltà a far transitare messaggi positivi nuovi è sbagliato, perché i partiti tradizionali sono visti dai cittadini come tutto ciò che è privilegio, conservazione e classe dirigente che non ascolta i problemi».
Tornerebbe a far politica?
«No, assolutamente no. Sto benissimo dove sono».
Perché?
«È stata una scelta che ho fatto, quella di impegnarmi in una professione che mi appassiona e credo sia giusto così. Oggi tocca ad altri assumersi le responsabilità politiche per le scelte che fanno. Io osservo e do il mio contributo in un altro modo».
Ha detto che l'elettore ha sempre ragione. Perché?
«Che gli elettori hanno sempre ragione è la base della democrazia, perché se si parte dall'idea che gli elettori hanno torto si finisce con la delegittimazione del risultato elettorale. Bisogna porsi il problema, quando si perde, del capire perché le cose accadono così e cercare di cambiarle».
Però, in Italia, non si va a votare da anni.
«Il punto chiave è che il sistema parlamentare fa sì che non siano i cittadini che eleggono direttamente il governo. Eleggono il Parlamento che poi elegge il governo. Il mito dell'elezione diretta del governo cozza con il sistema parlamentare».
Regionali in Sicilia. Accordi in ambito centrosinistra sono possibili?
«Non sto seguendo la cosa».
Quando era presidente del Consiglio è nato Mare Nostrum e gli arrivi di migranti sulle nostre coste stavano diminuendo. Poi l'incremento. Che pensa di ciò che si sta facendo oggi e dell'operato del ministro Minniti?
«Credo ci sia stato un importante passo avanti nel vertice di Parigi e la strada è quella giusta. Bisogna che ci sia una maggiore consapevolezza da parte delle istituzioni dei diversi Paesi coinvolti e delle istituzioni europee. Se quella linea va avanti, secondo me si può andare verso una situazione migliore».
La Bonino ha detto di recente che Renzi fece un accordo per portare tutti gli immigrati in Italia. Vero?
«Non ho elementi per intervenire su quella vicenda».
In Europa abbiamo un problema importante: il terrorismo. Come si sconfigge?
«È un terrorismo difficilissimo da combattere, quello suicida ed è il più terribile. Sicuramente c'è bisogno di cooperazione tra le forze di polizia e lo scambio di informazioni. Cosa che accade non troppo. C'è bisogno di una Fbi europea, che riesca a mettere insieme il lavoro dei diversi Paesi. Insomma, soltanto uniti si può dare più sicurezza ai nostri cittadini».
Secondo lei in questo momento in Italia c'è un reale rischio attentati?
«Non ho gli elementi per poter dare un giudizio o informazioni. Vedo che si sta facendo tutto il possibile per cercare di poter dare sicurezza ai cittadini. Mi auguro che non accada nulla, ovviamente».
Come è nata l'idea del suo libro?
«È nata all'alba della Brexit e di Trump, quando due eventi, avvenuti nei due Paesi guida della globalizzazione, hanno rovesciato le prospettive di quello che ci si aspettava, hanno innalzato muri e creato separatismi e mi son detto che tutto ciò che finiva per attaccare e mettere in crisi l'Europa aveva bisogno di una riflessione su ciò che era accaduto, su come cercare di reagire e su come cercare di far sì che l'Europa potesse cercare di non perdersi».
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 36222.html
UN POLITICO ITALIANO CHE GETTA LA SPUGNA
"Chiudo con la politica. I partiti sono finiti: sono solo privilegio"
L'ex premier: "L'elettore ha ragione, la classe dirigente non sa più ascoltare i problemi"
Chiara Giannini - Ven, 01/09/2017 - 08:33
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Castiglioncello (Livorno) - «In politica non entro più, i partiti tradizionali sono finiti.
Sull'immigrazione?
La strada intrapresa è quella giusta»: l'ex premier Enrico Letta parla del suo cambio di vita al Giornale, poco dopo aver presentato, sul palco della Limonaia del Castello Pasquini, a Castiglioncello, il suo ultimo libro «Contro venti e maree.
Conversazione sull'Europa e sull'Italia» (edizioni Il Mulino).
E senza mezzi termini specifica che «c'è necessità di risposte diverse da quelle date dai partiti nel passato.
Quelli tradizionali sono crollati - dice -, si sono suicidati.
Credo ci sia bisogno di interrogarsi su quali siano le forme con cui fare politica.
Ho seri dubbi sul fatto che la costruzione dei vecchi partiti sia la soluzione.
Continuare su strade che hanno una difficoltà a far transitare messaggi positivi nuovi è sbagliato, perché i partiti tradizionali sono visti dai cittadini come tutto ciò che è privilegio, conservazione e classe dirigente che non ascolta i problemi».
Tornerebbe a far politica?
«No, assolutamente no. Sto benissimo dove sono».
Perché?
«È stata una scelta che ho fatto, quella di impegnarmi in una professione che mi appassiona e credo sia giusto così. Oggi tocca ad altri assumersi le responsabilità politiche per le scelte che fanno. Io osservo e do il mio contributo in un altro modo».
Ha detto che l'elettore ha sempre ragione. Perché?
«Che gli elettori hanno sempre ragione è la base della democrazia, perché se si parte dall'idea che gli elettori hanno torto si finisce con la delegittimazione del risultato elettorale. Bisogna porsi il problema, quando si perde, del capire perché le cose accadono così e cercare di cambiarle».
Però, in Italia, non si va a votare da anni.
«Il punto chiave è che il sistema parlamentare fa sì che non siano i cittadini che eleggono direttamente il governo. Eleggono il Parlamento che poi elegge il governo. Il mito dell'elezione diretta del governo cozza con il sistema parlamentare».
Regionali in Sicilia. Accordi in ambito centrosinistra sono possibili?
«Non sto seguendo la cosa».
Quando era presidente del Consiglio è nato Mare Nostrum e gli arrivi di migranti sulle nostre coste stavano diminuendo. Poi l'incremento. Che pensa di ciò che si sta facendo oggi e dell'operato del ministro Minniti?
«Credo ci sia stato un importante passo avanti nel vertice di Parigi e la strada è quella giusta. Bisogna che ci sia una maggiore consapevolezza da parte delle istituzioni dei diversi Paesi coinvolti e delle istituzioni europee. Se quella linea va avanti, secondo me si può andare verso una situazione migliore».
La Bonino ha detto di recente che Renzi fece un accordo per portare tutti gli immigrati in Italia. Vero?
«Non ho elementi per intervenire su quella vicenda».
In Europa abbiamo un problema importante: il terrorismo. Come si sconfigge?
«È un terrorismo difficilissimo da combattere, quello suicida ed è il più terribile. Sicuramente c'è bisogno di cooperazione tra le forze di polizia e lo scambio di informazioni. Cosa che accade non troppo. C'è bisogno di una Fbi europea, che riesca a mettere insieme il lavoro dei diversi Paesi. Insomma, soltanto uniti si può dare più sicurezza ai nostri cittadini».
Secondo lei in questo momento in Italia c'è un reale rischio attentati?
«Non ho gli elementi per poter dare un giudizio o informazioni. Vedo che si sta facendo tutto il possibile per cercare di poter dare sicurezza ai cittadini. Mi auguro che non accada nulla, ovviamente».
Come è nata l'idea del suo libro?
«È nata all'alba della Brexit e di Trump, quando due eventi, avvenuti nei due Paesi guida della globalizzazione, hanno rovesciato le prospettive di quello che ci si aspettava, hanno innalzato muri e creato separatismi e mi son detto che tutto ciò che finiva per attaccare e mettere in crisi l'Europa aveva bisogno di una riflessione su ciò che era accaduto, su come cercare di reagire e su come cercare di far sì che l'Europa potesse cercare di non perdersi».
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 36222.html
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Re: Diario della caduta di un regime.
erding ha scritto:Mah... è proprio cosi??? Ditemi che non è vero!
In tutta Italia il Pd si vende i posti nei cda delle società pubbliche. E fa soldi
In gran parte dell’Italia la tassa è del 10%. In qualche provincia oscilla fra il 15 e il 18% A Mantova però c’è lo sconto: 8%. In Veneto va ancora più di lusso: 6%. A Siena invece è una mezza tragedia: 30%. Un manager pubblico deve stare attento alle composizioni delle giunte comunali, di città metropolitane, province e Regioni. Perché se lì comanda il Pd, scatta quella tassa: una parte dello stipendio che prenderà per fare il presidente, l’amministratore delegato, il direttore generale, il consigliere di amministrazione o il revisore dei conti deve essere versata nelle casse locali del partito di cui è segretario Matteo Renzi.
Così è scritto nei singoli regolamenti finanziari del Pd, il solo partito in Italia che stabilisce una regola così border line non solo per i propri eletti o chiamati ad incarichi di governo, ma anche per i “nominati” e i “designati” con il contributo determinante del partito ad incarichi in enti e società pubbliche, perfino di diritto privato. Una tassa impropria, che potrebbe apparire un ricatto verso professionisti e che indica una concezione proprietaria dell’ente pubblico, con il solo pregio di bandire ogni ipocrisia.
Nei suoi regolamenti interni il Pd fa piazza pulita di tanta retorica che i suoi stessi esponenti spargono in dichiarazioni pubbliche quando si nomina questo o quel professionista in vari cda pubblici. Contano zero i grandi curricula, sono negative le caratteristiche di indipendenza, si bada al sodo: se vuoi quella poltrona, prima devi garantire al partito che farà il tuo nome il ritorno finanziario, il pagamento di quella tassa. E alcuni regolamenti di federazioni locali del Pd prevedono espressamente, scrivendola nero su bianco la punizione in caso di mancato pagamento anche parziale della tassa “politica”: il tizio si può scordare un altro incarico pubblico se il Pd sarà decisivo nella scelta.
La vetta più straordinaria la tocca il Partito democratico di Cremona, che oltre al regolamento finanziario per la tassa sul nominato o designato, ha approvato anche un esilarante (non si parlasse di argomenti così seri) documento di tre paginette con le “Linee guida per la scelta dei soggetti da indicare ai fini della nomina nei consigli di amministrazione di società pubbliche e /o a partecipazione pubblica”. Il culmine si tocca nel comma 5 del documento sulle “norme di comportamento a cui il nominato/a dovrà attenersi”: nessuna differenza sessista in questa scelta di fare carta straccia di norme del codice civile e anche un po’ del codice penale italiano.
Il Pd di Cremona spiega che “una volta effettuata la designazione il nominato dovrà sottoscrivere per accettazione un documento contenente le regole di comportamento che dovrà adottare”. Ed ecco qui le regole che fanno impallidire i contratti firmati dai candidati M5s con la Casaleggio & associati. Ovviamente c’è espressa la tassa, visto che il nominato in un cda pubblico dovrà “contribuire al sostentamento del Partito in conformità con quanto stabilito dai regolamenti nazionali e regionali”, impegnandosi per altro a “rispettare il limite di mandato, ovvero non potrà accettare più di due mandati nel medesimo ente”.
Non solo: il manager potrà essere anche l’uomo guida della più importante municipalizzata, che magari è quotata in borsa, ma dovrà avere come primo riferimento il partito a cui deve quell’incarico. Garantendo “la propria disponibilità ogni qual volta venga chiamato a rendere informazioni o comunicazioni agli organismi del partito che lo richiedano”. Di più: il poveretto- pur essendo in regola con i versamenti e molto gentile, dovrà rinunciare ad ogni autonomia intellettuale.
Perché nel contratto con il Pd per essere nominato firma una condizione -capestro: “nel caso di gravi difformità fra le proprie scelte all’interno del cda di appartenenza e gli orientamenti politici espressi dalla segreteria provinciale, è dovuto un confronto con gli organismi di designazione”. Il culmine però è un altro ancora: il manager dovrà garantire al Pd di “tenere una condotta sobria e decorosa nella vita pubblica e privata”. Sì anche privata: il Pd per nominarti in quel cda non vuole che tu possa avere amanti, vada in discoteca, magari bevi qualche goccio in più in una serata con amici. E chissà se avrà da ridire su qualche vestito variopinto in vacanza…
Ps. Provate ad immaginare la stessa scena a Roma. Per nominare l’amministratore delegato di Acea o Atac il manager deve concorrere a un’asta promossa dalla Casaleggio & associati e firmare un contratto con loro anche solo per un posto in cda in una qualsiasi delle municipalizzate della città guidata da Virginia Raggi. Nel contratto il manager per ottenere il posto si impegna a versare il 10% minimo del suo stipendio alla Casaleggio, poi ad andare a Milano a prendere la linea prima di qualsiasi cda, e pure a stabilire alcuni punti fissi nella vita privata: niente serate mondane, niente amanti o fidanzate non gradite, abiti approvati dalla Casaleggio, e così via. Quante dichiarazioni di fuoco sentiremmo dalle suffragette Pd? Già. Ma è solo il Nazareno a fare firmare contratti così…
http://limbeccata.it/clamoroso/in-tutta ... -fa-soldi/
Mah... è proprio cosi??? Ditemi che non è vero!
Purtroppo, caro erding, citando Chomsky, IL MONDO VA COSI’.
Le cause, ovviamente sono molteplici.
Tra le altre, che concorrono tutte a realizzare la grande recessione e regressione di questi tempi, a mio avviso, osservando in vari settori della società umana, riguarda un tema che non abbiamo mai trattato in questi sedici anni di Forum, partendo dallo storico Ulivo.it. L’esistenza di Dio.
La Religione Cattolica, non so se è così anche per le altre, ipotizzando il giudizio in una seconda vita, commisurato alle opere e agli atti prodotti in questa, ha agito da freno dall’intraprendere certe azioni del naturale prevaricare dell’uomo sull’uomo, per molte persone.
Ma non tutte.
Diciamo una legge morale.
Ma dato che la società è composta da credenti di religioni diverse e dall’ateismo, diventa necessario darsi una legge comune per limitare l’insorgenza diffusa di certi fenomeni.
E questa è a carico dello Stato.
Ma vuoi perché oggi lo Stato è venuto meno, vuoi che elementi più forti della società sia politicamente che economicamente, o anche appartenenti ad organizzazioni criminali, avevano tutto l’interesse che certe leggi non venissero mai attuate o nella mal parata che non venissero applicate, nel loro esclusivo interesse o della cerchia di appartenenza.
La logica conseguenza porta alla tua doglianza.
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- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
Come puoi notare, caro erding, adesso la notizia da te pubblicata è sulla stampa nazionale.
COME LA DC, IL PD FINISCE QUI.
Il Pd si fa finanziare dai manager che nomina
Dal Friuli alla Puglia: la tassa dem è obbligatoria
I regolamenti locali impongono un obolo non solo agli eletti, ma anche ai dirigenti indicati nei cda
Nel bilancio 2016 le “contribuzioni da persone fisiche” ammontano a 7,6 milioni, su 20 di entrate
Il Pd era nato da pochi anni quando Antonio Misiani, che ne fu tesoriere dal 2009 a fine 2013, chiese ai colleghi dem delle regioni di cancellare dai regolamenti i riferimenti al versamento obbligatorio per i membri di cda, partecipate e quant’altro (che infatti in quello nazionale non c’è). Evidentemente gli interessati si sono dimenticati, tanto è vero che l’erogazione liberale obbligatoria si ritrova un po’ dappertutto nei documenti del Pd lungo lo Stivale
di F. Q.
COME LA DC, IL PD FINISCE QUI.
Il Pd si fa finanziare dai manager che nomina
Dal Friuli alla Puglia: la tassa dem è obbligatoria
I regolamenti locali impongono un obolo non solo agli eletti, ma anche ai dirigenti indicati nei cda
Nel bilancio 2016 le “contribuzioni da persone fisiche” ammontano a 7,6 milioni, su 20 di entrate
Il Pd era nato da pochi anni quando Antonio Misiani, che ne fu tesoriere dal 2009 a fine 2013, chiese ai colleghi dem delle regioni di cancellare dai regolamenti i riferimenti al versamento obbligatorio per i membri di cda, partecipate e quant’altro (che infatti in quello nazionale non c’è). Evidentemente gli interessati si sono dimenticati, tanto è vero che l’erogazione liberale obbligatoria si ritrova un po’ dappertutto nei documenti del Pd lungo lo Stivale
di F. Q.
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