quo vadis PD ????

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myriam
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da myriam »

Questa è davvero incomprensibile , anche per chi, finora, ha ingoiato mille rospi.

Venticinque senatori democratici propongono di modificare la legge del 1957 trasformando l'ineleggibilità in incompatibilità. Così il Cavaliere avrebbe un anno di tempo per scegliere.

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ref=HREA-1

Allora era ineleggibile?
E il PD si fa promotore di questa ennesima legge ad personam?
Boh!
mariok

Re: quo vadis PD ????

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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Re: quo vadis PD ????

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Cadaveri poco eccellenti.


Per capire come sono fatti la maggior parte degli uomini della politica ci vogliono anni. Altri li capisci subito al volo e sai già quale sarà la loro sorte ed anche la tua.

Per capire ci si può affidare alla valutazione che Sciascia fa degli uomini.

Lì non si scappa.

Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie:

- gli uomini,
- i mezz’uomini,
- gli ominicchi,
- i (con rispetto parlando) pigliainculo e
- i quaquaraquà…

Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini…

E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…

E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito…

E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre…


Dopo 30 anni la nidiata che usciva dalla scuola di Botteghe oscure si è dimostrata a livello di quaquaraquà.

Trent’anni fa nessuno avrebbe potuto prevedere che si era davanti ad una gioventù bruciata.

D’Alema,
Veltroni,
Fassino,
Violante,

A turno sono stati ritenuti, erroneamente, i nuovi punti di riferimento. Una dozzina di anni fa piacevano.

Adesso non li può più vedere nessuno perché è emersa la loro vera personalità.

La nidiata successiva, non poteva che essere peggiore di loro.

Da quaquaraquà non si può pretendere che esca una generazione di politici eccellenti.

Fabrizio Barca che rimane un esterno della politica perché ci è entrato a 59 anni, riesce a giudicare in modo più distaccato da chi da trenta / quarant’anni fa parte dell’apparato politico.

Una quindicina di giorni fa, se ne è uscito in questo modo:

“Nel Pd ci sono parecchi giovani cadaveri.”

Ha perfettamente ragione.

L’ultimissimo paracarro, Speranza, Bersani dove lo ha scovato???

A una svendita “Chiudo tutto per fallimento”????

Una cosa però hanno in comune, l’ossessione per la carriera politica, esattamente come i loro padrini.


******


13 LUG 2013 16:15
FASSINO, OVVERO UN’UTILITARIA FIAT TRAVESTITA DA SINDACO
La passione di Grissino-Fassino per la Fiat e gli Agnelli ritorna con con l'intervista a “Repubblica” con cui elogia Marchionne ricordando a operai e lavoratori che “di diritti si può anche morire” - Il 'vizietto' di Fassino per il potere: dalla scalata di Consorte a Bnl alla difesa di Ricucci



Giorgio Meletti per il "Fatto quotidiano"

Quando fu eletto segretario dei Ds, al congresso di Pesaro del 2001, Piero Fassino fu elogiato dal Corriere della Sera per la sua vicinanza alla Fiat e non solo: "Anche fuori del gruppo del Lingotto le sue relazioni con gli imprenditori sono eccellenti". All'indomani della morte di Gianni Agnelli, nel 2003, la casa di Torino, da sempre nel cuore del futuro sindaco, era in balia di se stessa e lui si preoccupò di mettere in guardia contro "la vendita al primo che passa".

Passava tra gli altri Roberto Colaninno. Massimo D'Alema aveva incoraggiato la sua scalata a Telecom Italia accusando gli Agnelli di non metterci i soldi pretendendo di controllare i telefoni con lo 0,6 per cento. Fassino se ne adontò e replicò che la Fiat doveva investire "per difendere e ampliare la presenza nel settore automobilistico, ed è evidente che non possiamo pensare che gli Agnelli tengano aperti troppi fronti".

Poi per solidarietà annunciò l'acquisto di una Gingo ("un atto di fiducia nella Fiat che spero facciano molti cittadini italiani") giusto un attimo prima che la Renault diffidasse il Lingotto dal copiare il nome della sua Twingo, e la Gingo tornasse mestamente Panda.

E dunque è sempre stata forte l'idea che il riformismo debba servirsi delle leve del potere economico, magari andando dal governatore Antonio Fazio a perorare la fusione tra Monte dei Paschi di Siena e Bnl (2004) oppure partecipando emotivamente alla scalata di Gianni Consorte a Bnl ("Allora, abbiamo una banca?"), o infine designando alla presidente della Fondazione San Paolo (primo azionista di Banca Intesa) il suo predecessore a palazzo di Città, Sergio Chiamparino, tuttora intento a contemperare le ambizioni bancarie con quelle politiche. Per non parlare della difesa di Stefano Ricucci, profeta dei "furbetti del quartierino": "E' tanto nobile costruire automobili o essere concessionario di telefonia, quanto operare nel settore finanziario o immobiliare".

MA AL CUOR non si comanda e vince sempre la Fiat in quello di Fassino, che fu a un passo dall'ingresso nel cda della Juventus. E che nel 1998, a 50 anni suonati, mentre faceva il sottosegretario agli Esteri trovò il tempo di laurearsi in scienze politiche con una tesi sui "35 giorni alla Fiat", che ebbe un 110 e lode anche in quanto "sofferta testimonianza di un protagonista" (disse il relatore commosso di fronte a uno dei primi casi di tesi di laurea su se stesso) e analizzava gli errori dei sindacati e dello stesso Enrico Berlinguer, consegnando alla memoria patria la sortita del leader comunista ai cancelli di Mirafiori come "ambigua".

E dunque tutto si tiene molto stretto con l'intervista di due giorni fa a Repubblica . Fassino, all'indomani del discorso di Atessa in cui Sergio Marchionne ha intimato che "di diritti si può anche morire", ha intimato a sua volta che bisognerebbe riconoscere al management Fiat "i meriti che indubbiamente ha" perché "se chi fa si vedesse riconosciuto il merito, il clima generale delle relazioni migliorerebbe". Fiat rossa la trionferà.
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

La FIAT sta mantenendo gli stabilimenti in Italia grazie agli utili che fa con la Chrysler ed è tra le ultime aziende a non andarsene dall'Italia.

Dopo di ché possiamo dire, giustamente, tutto il male possibile di Marchionne. Ma il fatto (ed il merito) resta.

E chi non è interessato a fare solo propaganda, pro o contro, fa bene a tenerne conto.
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

La grande confusione del partito democratico

di EUGENIO SCALFARI

Si sapeva da tempo, anzi da sempre, che una condanna definitiva di Silvio Berlusconi, quando fosse arrivata, avrebbe provocato un terremoto. Si sapeva e non stupiva nessuno: Forza Italia prima e il Pdl poi sono partiti acefali, anzi non sono partiti, sono elettori che hanno in comune alcune emotività come l'anticomunismo, l'odio per le tasse e l'ostilità verso lo Stato e sono anche "lobbies" portatrici d'interessi concreti da soddisfare rapidamente.

Questa massa notevole che a volte viene definita liberale, a volte moderata, a volte populista e antipolitica e spesso tutte queste cose insieme, viene gestita dai luogotenenti d'un capo-padrone con formidabili capacità di venditore, cioè di demagogo moderno, che è anche il proprietario di quella struttura poiché possiede gli strumenti di comunicazione necessari per tenerla insieme ed estenderla.

Perciò un'eventuale condanna che lo mettesse fuori dal gioco politico significherebbe il crollo dell'intera architettura. Questa essendo la situazione - finora editata a colpi di leggi "ad personam" concentrate soprattutto sui termini della prescrizione - è evidente che l'improvviso incombere d'una sentenza definitiva che potrebbe confermare la condanna inflitta in appello, crea il panico nel Pdl e una gran confusione nel Pd.
Il panico nel Pdl, come abbiamo già ricordato, è comprensibile; la confusione nel Pd molto meno.

Essa è determinata dall'esistenza d'un governo di coalizione dettato dallo stato di necessità dovuto alla crisi economica che dura ormai da sei anni e dai risultati elettorali dello scorso febbraio che hanno trasformato il precedente bipolarismo in un tripolarismo non gestibile dal punto di vista parlamentare. Di qui il governo di necessità voluto dal presidente della Repubblica per mancanza di alternative e per la stessa ragione accettato dalle forze politiche della "strana maggioranza".

Ho ricapitolato fin qui cose a tutti note ma spesso dimenticate o passate in sottordine rispetto a pulsioni emotive che sono spiegabili nei cittadini ma assai meno nei gruppi dirigenti dei partiti o meglio dell'unico partito esistente che è quello democratico. I 5Stelle sono un movimento che ha anch'esso un proprietario-venditore; Scelta civica è da tempo una scheggia irrilevante; del Pdl abbiamo già detto.

Il Pd è dunque il solo partito attualmente esistente, alla cui sinistra c'è soltanto il massimalismo che ha sempre combattuto il riformismo nella storia d'Italia, favorendo oggettivamente le destre conservatrici.
Ebbene, il Pd si trova da tempo in una sorta di stato confusionale. Personalmente ho evitato finora di approfondire un tema sgradevole per chi, come me, vota per quel partito fin da quando nacque nella forma dell'Ulivo e poi nella forma attuale. Ma ora quell'approfondimento s'impone perché, se la confusione continuasse potrebbe seriamente compromettere l'interesse generale e la stessa democrazia già abbastanza fragile nel nostro Paese.

* * *

La causa primaria della confusione è del tutto evidente: nasce dal fatto che un'alleanza, sia pure di necessità, con l'avversario di sempre, guidato per di più da un demagogo indiziato di reati per fatti commessi prima e durante la sua ascesa politica, non è accettata da una parte notevole degli elettori democratici e da una parte assai "vociante" del gruppo dirigente del partito, ormai diviso anzi frantumato in correnti che sono diventate fazioni.

La differenza tra correnti e fazioni può sembrar sottile ma non lo è affatto. Le correnti sono modi d'interpretare la visione del bene comune propria di tutti i partiti, accantonandone alcuni aspetti e accentuandone altri. Le fazioni si dividono invece sul tema della conquista del potere; le modalità d'interpretazione del bene comune rappresentano per loro un dettaglio facilmente modificabile quando la modifica può essere utile all'obiettivo che si propongono.

Il grosso guaio del Pd attuale consiste dunque, secondo me, nel fatto che le correnti si sono trasformate in fazioni salvo naturalmente poche "anime belle" che ci sono dovunque e non hanno mai contato nulla.
Le fazioni utilizzano il mal di pancia causato dall'esistenza del governo di necessità, accettato da tutti (o quasi tutti) ma facile da usare come strumento di discordia in un partito il cui gruppo dirigente è ormai diviso su tutto.

Questa è la penosa e preoccupante situazione, confermata quasi ogni giorno da episodi che appaiono logicamente incomprensibili ma sono invece comprensibilissimi dal punto di vista dei contrapposti interessi che antepongono il "particulare" al generale interesse del Paese.

* * *

Ne segnalo due che sono i più recenti anelli d'una ormai lunga catena. Il primo è il clamore suscitato dalla sospensione dei lavori della Camera dalle ore 17 di mercoledì scorso per render possibile un'assemblea indetta dai parlamentari del Pdl, senatori compresi, per discutere i problemi derivanti da un'eventuale sentenza negativa della Cassazione. I falchi e le amazzoni di quel partito avevano chiesto la chiusura del Parlamento per tre giorni in segno di protesta contro la Cassazione per l'anticipo della sentenza Mediaset. Proposta ovviamente irricevibile. La sospensione di poche ore per render possibile la predetta riunione è decisione di tutt'altra natura che infatti è stata duramente contestata da amazzoni e falchi ma ancora di più dalle fazioni del Pd, da Renzi a Civati.

Non è mancata, specie a Renzi, l'occasione di ripetere il suo appoggio al governo Letta "purché faccia e non bivacchi". Forse sarebbe venuto il momento che Renzi dicesse chiaramente che cosa significa per lui il "fare" di Letta. Deve minacciare la Merkel? Deve prospettare l'uscita dell'Italia dall'euro se l'Europa non ci consente di sfondare il pareggio del bilancio? O che cos'altro? Lo dica e ne prenderemo debita nota. Per quanto lo riguarda personalmente, Epifani ha già detto che le primarie per l'elezione del segretario saranno aperte e il congresso si farà entro l'anno. Allora decida. Il secondo episodio riguarda il disegno di legge sull'incompatibilità, presentato da un gruppo di deputati democratici tra i quali il capogruppo Luigi Zanda. Il testo dà un anno di tempo al concessionario di aziende che sia anche parlamentare; un anno per vendere la sua partecipazione a quelle aziende o lasciare la politica.

La proposta è stata bollata dal Pdl come l'ennesimo attacco contro Berlusconi, ma è stata bollata ancora di più dalle fazioni del Pd come un favore al proprio avversario. Anche Vendola non è mancato a questo appuntamento.

C'è da strofinarsi gli occhi quando si vedono cose del genere. La spiegazione sarebbe che con questa proposta si elimina l'ineleggibilità con l'incompatibilità. È vero ed è un passo avanti, non indietro. Ai fini specifici di Berlusconi è del tutto equivalente. E allora?

Per fortuna l'attuale segretario del Pd (che alcuni si ostinano a chiamare "reggente") non soffre di questo costante mantra perché non appartiene né a correnti né a fazioni. Sa soltanto che il Pd deve sostenere il governo Letta se e fin quando esso non metta in discussione i valori democratici. Se questo accadesse, sarebbe lui a provocare la crisi e, personalmente, sono sicuro che lo farebbe.

Non spenderò parole sul caso riguardante il presidente della Repubblica e sollevato dal giornale "Libero" (e dal "Fatto") sull'ipotesi di una "grazia" che Napolitano avrebbe pensato di concedere ad un Berlusconi condannato. Ipotesi non solo cervellotica ma avanzata per screditare e vilipendere il capo dello Stato. Questa è gente che gioca a palla con le istituzioni, anarcoidi di infima qualità.

* * *
Berlusconi si dice sereno e sicuro d'esser riconosciuto innocente dalla Cassazione e conferma il suo pieno appoggio al governo Letta ribadendo che comunque le sue vicende giudiziarie sono cosa diversa da quelle politiche. Riconosce che se fosse condannato la sua gente sarebbe presa da un'agitazione più che comprensibile, ma lui farebbe di tutto per calmarla.

Mi sembra difficile che le cose vadano in questo modo, ma credo che sarebbe saggio prender Berlusconi sul serio e attendere lo sviluppo dei fatti. Del resto l'ipotesi che la Cassazione non condivida in tutto o in parte le conclusioni della corte d'Appello non può in teoria essere esclusa, rientra nelle possibilità del libero convincimento del giudice che è uno dei cardini della giurisdizione. L'opinione pubblica può criticare una sentenza ritenuta tecnicamente sbagliata ma deve accettare il libero convincimento e prenderne atto, tanto più la sinistra democratica che ha fatto dell'indipendenza della magistratura uno dei cardini della sua visione politica.

Continuiamo dunque a difendere questo principio augurandoci che il libero convincimento della sezione feriale della Corte coincida con il nostro, che non ha dubbi sulla colpevolezza dell'imputato.

Concludo questa nota con un plauso al disegno di legge approvato dal governo sulla parificazione dei figli naturali con quelli legittimi. È un passo avanti nel diritto e cancella una discriminazione non più compatibile con la concezione moderna dell'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

Ora ci attendiamo che il governo si allinei alle parole dette dal Papa a Lampedusa e intervenga sullo "ius soli" e sulle modalità di accoglienza degli immigrati. La Chiesa di Francesco è molto diversa da quella che finora abbiamo conosciuto. Questo è un discorso che merita di esser ripreso e approfondito con la dovuta ampiezza, come ci ripromettiamo di fare quanto prima.

(14 luglio 2013)

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HREC1-4
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

mariok ha scritto:La FIAT sta mantenendo gli stabilimenti in Italia grazie agli utili che fa con la Chrysler ed è tra le ultime aziende a non andarsene dall'Italia.

Dopo di ché possiamo dire, giustamente, tutto il male possibile di Marchionne. Ma il fatto (ed il merito) resta.

E chi non è interessato a fare solo propaganda, pro o contro, fa bene a tenerne conto.


Quanto a Marchionne.


Primo

Con i soldi risparmiati con la cassa integrazione in Fiat, 1,2 miliardi di euro, Marpionne ha potuto tentare la scalata alla Chrysler .

Poi sotto con il vizietto di famiglia che non è mai venuto meno negli anni.

A Obama ha teso il cappello.

Io ti porto tecnologia di produzione più avanzata di quella esistente della vecchia Chrysler, tu però vienimi incontro, fammi un finanziamento a basso tasso d’interesse. Puntualmente arrivato.

Anche Obama aveva tutto il suo bel tornaconto in questa operazione, visto che i Marpionne della Chrysler avevano fatto esattamente tutto quello che Marpionne ha fatto e sta facendo in Italia.

In quel modo sono capace anch’io di fare il “grande” industriale.

I soldi li faccio cacciare sempre agli altri. Il più furbo del quartierino.

Che in pratica corrisponde al nuovo motto tricolore che circola da qualche anno nello stivalone:

“Fare il gay con il culo degli altri”.


Secondo

Marchionne non è Madre Teresa di Calcutta, e gli azionisti Fiat non sono di certo le suorine della Congregazione.

Ci sarà un punto prossimo venturo in cui diranno un basta definitivo.

Marpionne è un simil Caimano.

Può tentare di incantare gli squali azionisti fino ad un certo punto. Oltre non si può materialmente andare.

Non si può pensare che di mese in mese il mercato dell’auto crolli puntualmente, mentre le cosche democristiane non fanno niente per rimettere i soldi in tasca agli italiani.

E’ della scorsa settimana la segnalazione del boom delle biciclette in Italia.

Negli Usa, alcuni concorrenti di Marchionne hanno convertito la produzione, da auto a biciclette.

Anche là la crisi spinge alla cinesizzazione.

E’ possibile che Marcionne creda ad una possibilità di ripresa.

Allora significa che è un illuso.

Il potere europeo e italiano semestralmente racconta che ci sarà la ripresina.

Monti vedeva la luce in fondo al tunnel già in anno fa.

Saccomanni lo sta copiando.

Sono solo cose che si dicono per tenere buone le popolazioni, perché non vogliono assumersi la responsabilità di raccontare la verità perché temono una rivolta.


*****

In quanto a Fassino che difende Marpionne sui diritti.


Attenzione agli ex comunisti, soprattutto quelli convertiti al sol del liberismo.

Mattei, il presidente dell’Eni ucciso a Pavia, sosteneva ai tempi che usava i fascisti facendoli salire e scendere come su un taxi quando gli faceva comodo.

Quel taxi l’hanno usato molti ex comunisti per raggiungere certe posizioni di prestigio e di potere.

Lo hanno fatto partendo dalla difesa dei diritti del mondo del lavoro.

Adesso il mondo del lavoro non gli serve più e gli contestano pure i diritti.

Già, sono riusciti ad arrivare nella cittadella della casta e ora conta solo difendere i privilegi connessi.

Dall’era delle caverne, senza soluzione di continuità, nelle società umane ha sempre dominato la legge del master/slave (padrone / schiavo).

O più come si esprimevano decisamente in modo prosaico gli studenti della Statale di Milano alla fine degli anni ‘70, che dividevano il mondo in metinculi e piglianculi.

Fino all’inizio degli anni ’80, grande attenzione è stata posta dai partiti al mondo del lavoro. Poi, giorno dopo giorno, da allora stanno smantellando tutto quanto in materia di diritto per ritornare agli anni ’20 del secolo scorso.

Con grande soddisfazione dell’ex sindacalista della CGIL, Prof. Ichino.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Almeno ditelo

(Marco Travaglio).
13/07/2013 di triskel182


Ormai lo capiscono anche i fessi che c’è qualcosa di non detto nel matrimonio Pdl-Pd. Di non detto ai rispettivi elettori, si capisce.

Prima, quando la relazione era clandestina e gli amanti consumavano fugaci sveltine bicamerali nei Motel Agip, abbindolare gli elettori era molto più semplice.

Ora che i concubini han fatto coming out e vivono more uxorio a Palazzo Chigi, è sempre più mission impossible.

I tre o quattro dissidenti interni e i giornali amici, quando azzardano qualche pallida critica, presentano ogni servizietto del Pd a B. come un “errore”, un “autogol”, uno “scivolone”, uno “sbaglio” per sbadataggine o ingenuità.

Ma si può sbagliare una, due, massimo tre volte.

Quando l’errore si ripete per vent’anni, è una scelta.

E i servizietti a B. sono scelte consapevoli e volute secondo una concezione della politica che cumula il cinismo compromissorio del Pci togliattiano, l’impunitarismo democristiano e il sovversivismo craxian-berlusconiano, reimpastati alla meglio con la scusa del “primato della politica”, traduzione eufemistica che nasconde il motto del Marchese del Grillo: “Io so’ io e voi nun siete un caXXo”.

Il politico può fare tutto quel che gli pare: delinquere, rubare, mafiare, abusare del suo potere, usare cariche pubbliche per farsi gli affari suoi.

E, se qualcuno osa controllare, è un intruso e va ricacciato indietro.

Su questa vasta piattaforma condivisa è nato il governo Lettusconi e sarebbe ora che il trio B., Letta Zio e Letta Nipote che siglarono il patto davanti a Napolitano lo confessassero una volta per tutte:

B. ha inventato il governo di larghe intese, dopo aver personalmente scelto il presidente Napolitano e il premier Letta, in cambio del voto sulla sua eleggibilità e dell’amnistia o della grazia prossima ventura (Napolitano, furibondo per le voci in proposito, strilla contro gli “analfabeti” perché la grazia è per i condannati definitivi e B. non lo è ancora: ma allora perché il suo portavoce, quando Sallusti fu condannato in appello, fece sapere che il Colle “si riserva di acquisire tutti gli elementi utili di valutazione” e appena fu condannato in Cassazione gli commutò la pena? Per analfabetismo?).

Siccome però qualche ingenuo spera ancora che il Pd si sbagli ogni santo giorno – ieri su Quirinale e governo, oggi sul blocco delle Camere contro la Cassazione, domani sull’ineleggibilità – è forse il momento dell’ultima confessione: “Ebbene sì, ci amiamo, non possiamo stare l’uno senza l’altro. Se viene giù lui, veniamo giù anche noi, quindi l’abbiamo sempre salvato e sempre lo salveremo”.

Così gli elettori se ne fanno una ragione e capiscono qualcosa in quello che altrimenti pare un manicomio.

Prendete l’ineleggibilità di B., sancita senz’ombra di dubbio dall’articolo 10 della legge 361/1957.

A marzo, appena il capogruppo M5S Crimi sfida il Pd a votarla, il capogruppo al Senato Zanda annuncia che voterà come lui.

Sembra fatta, anche perché Pd, Sel e M5S hanno un’ampia maggioranza sia alla Camera sia al Senato.

L’altroieri, quando finalmente la giunta del Senato inizia a discuterne con quattro mesi e mezzo di ritardo, lo stesso Zanda presenta con Mucchetti e altri 23 una legge che dà un anno di tempo ai parlamentari titolari di azioni in società concessionarie o regolate dallo Stato per venderle o lasciare il seggio.

Cioè: ora che finalmente una legge violata per vent’anni rischia di essere applicata, va subito cancellata e sostituita con un’altra che dice più o meno le stesse cose. Ma sana automaticamente l’illegalità passata e presente e rinvia tutto sine die, cioè a mai.

La legge del ’57, operativa da subito, diventa un ferrovecchio (non sia mai che i 5Stelle votino l’ineleggibilità di B. da soli e gli elettori del Pd aprano gli occhi).

E quella nuova non passerà mai: per l’ineleggibilità di B. la maggioranza c’è, per la Mucchetti-Zanda non ci sarà mai.

Ditelo, per favore, che non potete fare a meno di B.

Meglio passare per complici che per coglioni.

Da Il Fatto Quotidiano del 14/07/2013.
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Le ricostruzioni di Travaglio sono verosimili, ma tuttavia la logica gli fa come al solito difetto.
travaglio ha scritto:
Cioè: ora che finalmente una legge violata per vent’anni rischia di essere applicata, va subito cancellata e sostituita con un’altra che dice più o meno le stesse cose. Ma sana automaticamente l’illegalità passata e presente e rinvia tutto sine die, cioè a mai.

La legge del ’57, operativa da subito, diventa un ferrovecchio (non sia mai che i 5Stelle votino l’ineleggibilità di B. da soli e gli elettori del Pd aprano gli occhi).

E quella nuova non passerà mai: per l’ineleggibilità di B. la maggioranza c’è, per la Mucchetti-Zanda non ci sarà mai.
Delle due l'una: o la nuova legge passa e B. deve vendere le sue aziende (cosa improbabilissima) pena la decadenza o non passa e tutto resta come prima, compresa la vecchia legge sull'inegibilità.

A me sembra comunque che questa battaglia, pur condivisibile, contro il caimano, sia ormai poco attuale, se non stantia..

Il vero problema (e qui né Travaglio né altri son capaci di indicarlo) è cosa ci mettiamo in alternativa.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

myriam ha scritto:Questa è davvero incomprensibile , anche per chi, finora, ha ingoiato mille rospi.

Venticinque senatori democratici propongono di modificare la legge del 1957 trasformando l'ineleggibilità in incompatibilità. Così il Cavaliere avrebbe un anno di tempo per scegliere.

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ref=HREA-1

Allora era ineleggibile?
E il PD si fa promotore di questa ennesima legge ad personam?
Boh!


Qualcuno dovrebbe prendersi la briga di smentire con motivazioni approfondite questo:

(ANDREA FABOZZI - 03.04.2013

Intervista a Luigi Saraceni: ecco come andò il voto in giunta nel '94, dal Pds-Progressisti l'input a ignorare la legge. Il verbale integrale della seduta decisiva è ancora off-limits. Appello alla presidente Boldrini: lo renda pubblico

Una legge già vecchia, all'epoca, di quasi quarant'anni, scritta nell'anno di nascita di Carosello quando la Rai tv aveva un solo programma, nemmeno diffuso su tutto il territorio nazionale. Ma pur sempre una legge valida e in vigore - il Dpr 30 marzo 1957 n° 361 - che i deputati di centrosinistra e centrodestra decisero consapevolmente di ignorare quel famoso 20 luglio 1994 quando per la prima volta alla camera ratificarono l'elezione di Silvio Berlusconi.


Dichiarazione dell’ex senatore Pds Luigi Saraceni al Manifesto.

*

http://www.youtube.com/watch?v=Tv37Mb4QOsM


Che portano direttamente alla farsa all'italiana sul conflitto d'interessi, al Patto della crostata, alla serie infinita delle leggi ad personam e ad paraculam.
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