Diario della caduta di un regime.

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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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Tangenti sugli scavi: bufera sul Pd a Ercolano (
DARIO DEL PORTO E CONCHITA SANNINO)
10/04/2015 di triskel182


Dopo Ischia, un altro comune campano travolto dagli scandali: nove sotto accusa, tra cui i vertici della giunta di centrosinistra “Associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta”. Primarie a rischio: qui a gennaio il caso degli iscritti legati alla camorra.


NAPOLI – Appalti, Pd e cooperative: dopo Ischia e la Concordia, una nuova inchiesta coinvolge un comune amministrato da una giunta dem. Nella bufera finisce Ercolano, la città degli Scavi visitata pochi giorni fa da Angela Merkel. Nove indagati, tra cui il sindaco Vincenzo Strazzullo e il suo vice Antonello Cozzolino, raggiunti da un avviso di garanzia con altri politici e imprenditori. Gravi le ipotesi di reato: associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Strazzullo e Cozzolino sono in corsa, con il renziano Ciro Buonajuto, per le primarie Pd in programma domenica: appuntamento che rischia di saltare. La vigilia era già stata avvelenata, a gennaio, dal boom degli iscritti, tra i cui elenchi erano finiti 36 nomi sospetti, legati a famiglie di camorra. Ora il nuovo scandalo.

Una storia di corruzione e cantieri pubblici. Lavori per 20 milioni sotto la lente della Guardia di Finanza e dei pm Celeste Carrano e Valter Brunetti, coordinati dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Secondo l’accusa, gli amministratori avevano chiesto e ottenuto decine di assunzioni clientelari, subappalti e forniture a ditte amiche dagli imprenditori della “Nuova cooperativa campana”, una costola locale del colosso bolognese “Consorzio cooperative costruzioni”, che si era aggiudicato le opere (e che non risulta coinvolto nell’inchiesta).


Le indagini colgono in diretta manovre elettorali, promesse, scambi, perfino lo sfogo di uno degli imprenditori: «E basta! I loro assunti sono più dei nostri!». Tra i cantieri monitorati, il rifacimento delle storiche strade del centro antico e una caserma che l’Arma attendeva da tempo: i finanzieri del colonnello Cesare Forte scoprono invece, andando in cantiere, che a dispetto di alcuni stati di avanzamento dei lavori già approvati, non c’erano né impianti, né infissi, né pareti ma solo uno scheletro in cemento. Pochi giorni dopo quel sopralluogo, si dimette il direttore dei lavori: è sotto inchiesta, viene a lungo interrogato.


Gli indagati respingono ogni accusa. Il sindaco Strazzullo replica indignato: «Apprendo con stupore di essere oggetto di un accertamento giudiziario, ma sono totalmente estraneo». E se lo scandalo di Ercolano è appena cominciato, va avanti l’inchiesta sulla Cpl Concordia e Ischia. Dopo le prime confessioni del top manager Francesco Simone e del dirigente Nicola Verrini, si attende lo snodo del Tribunale del Riesame, a cui ricorrono gli avvocati Luigi Sena e Luigi Chiappero, legali del presidente storico di Concordia, Roberto Casari, ma anche Simone assistito dall’avvocato Maria Teresa Napolitano e Verrini, difeso da Michele e Massimo Jasonni .

Da La Repubblica del 10/04/2015.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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OTTIMISMO E REALTÀ
Lo slancio perduto del premier
di Alberto Alesina Francesco Giavazzi



Matteo Renzi, dopo il varo dell’ottimo Jobs act, sembra aver perso slancio sulle riforme.


Non lo si ripeterà mai abbastanza: il prossimo passo per far ripartire una crescita che non sia di pochi decimali di punto, richiede sgravi fiscali consistenti, in particolare sul lavoro.


Il peso del nostro debito pubblico impone che questi tagli alle tasse possano realizzarsi soltanto se accompagnati da corrispondenti e congrue riduzioni della spesa.





Su questo tema il presidente del Consiglio sta inciampando in una delle trappole cui purtroppo è spesso soggetto: l’uso di parole che indulgono al populismo, condite con un ottimismo perenne, ma combinate con pochi fatti concreti.




Abbiamo ascoltato frasi come «taglierò la spesa senza ridurre i servizi offerti dallo Stato ai cittadini». Parliamoci chiaro: è impossibile. Per non dire del presunto «tesoretto» che, ancora una volta, significherebbe spesa in deficit.




Ridurre la corruzione e i costi della politica è assolutamente necessario.



Ma è inutile illudersi, è solo il primo passo. Certamente essenziale, purtroppo però non basta.


I servizi e l’assistenza ai poveri e anche al ceto medio vanno garantiti e, in alcuni casi, ove possibile, migliorati. Ma non possiamo continuare ad offrire servizi gratuiti a chi sarebbe in grado di pagarli.


Continuiamo ad offrire istruzione universitaria pressoché gratuita anche per nuclei familiari dal reddito molto elevato. O gni studente costa allo Stato circa 7 mila euro l’anno, a fronte di rette universitarie che, anche nella fascia di reddito più elevata, si aggirano, nella media nazionale, intorno ai 2 mila euro.


Nelle facoltà scientifiche dell’università di Pavia, le più costose d’Italia, le famiglie con reddito più elevato pagano circa 3.500 euro, la metà del costo.
La sanità è chiaramente un diritto di tutti. Ma siamo sicuri che chi dispone di guadagni consistenti debba usufruirne allo stesso costo di chi invece ha redditi bassi? È chiaro che un approccio di questo tipo - i servizi, in casi specifici, devono essere pagati almeno quanto costano - richiederebbe un ripensamento delle aliquote fiscali.

Ma questo produrrebbe solo vantaggi, in quanto innescherebbe un percorso virtuoso: i cittadini avrebbero un forte incentivo ad esigere servizi di qualità.


Non possiamo, inoltre, continuare a sussidiare imprenditori improduttivi.

Non possiamo nemmeno più permetterci di continuare a usare l’impiego pubblico (permanente e intoccabile) per assorbire lavoratori in regioni in cui l’occupazione privata stenta a decollare. E che talvolta non decolla proprio a causa della concorrenza di impieghi pubblici a vita, pagati molto più della loro produttività.


Quanto ci costa coltivare l’illusione che lo Stato azionista, in questo o quel settore, possa dimostrare «la lungimiranza della politica nell’individuare le imprese di successo» ingenerando per di più l’aspettativa che ci sarà sempre lo Stato a risolvere fallimenti privati?


L’ottimismo sull’economia di Matteo Renzi è certamente utile per contrastare un diffuso disfattismo, e si basa su alcuni fatti concreti: la svalutazione dell’euro, la caduta del prezzo del petrolio, gli stimoli economici della Banca centrale europea, tassi di interesse che non sono mai stati tanto bassi.




Ma un conto è l’ottimismo, un conto sono leggerezza, faciloneria e populismo.





Un leader politico deve saper trasmettere l’idea di un futuro che sarà migliore, ma deve saper dire la verità ai cittadini anche quando le notizie non sono buone. Promettere che le tasse verranno ridotte, ma che i servizi si continueranno a non pagare, neppure se si è ricchi, è solo demagogia. Matteo Renzi deve fare un salto di qualità nel modo in cui si rivolge ai cittadini che meritano di essere trattati come cittadini appunto e non come perenni elettori da dover convincere.


12 aprile 2015 | 08:48
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http://www.corriere.it/opinioni/15_apri ... 6413.shtml
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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Cpl Concordia, la rete della coop rossa arrivava al governatore Pd Bonaccini
Emilia Romagna
L'ex responsabile commerciale dell'area Lazio-Campania-Sardegna della cooperativa ha detto ai pm, secondo il verbale dell'interrogatorio visionato dal Fatto, che ci sarebbero stati dei contatti con il conterraneo presidente dell’Emilia Romagna per chiedergli di aiutare il sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino per le elezioni. La replica: "Non ricordo"
di Marco Lillo e Valeria Pacelli | 12 aprile 2015 COMMENTI



La coop rossa modenese Cpl Concordia sarebbe intervenuta sul conterraneo Stefano Bonaccini (ora presidente dell’Emilia Romagna e allora responsabile enti locali del Pd) chiedendogli di aiutare il sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino per le elezioni.

Lo racconta ai pm Stefano Verrini. Il Fatto ha visionato il verbale dell’interrogatorio dell’ex responsabile commerciale dell’area Lazio-Campania-Sardegna di Cpl Concordia, arrestato all’inizio della scorsa settimana e difeso dagli avvocati Massimo e Michele Jasonni.

Verrini ha deciso di collaborare con i pm Henry John Woodcock, Celestina Carrano e Giuseppina Loreto e ha raccontato: “Roberto Casari (presidente Cpl Concordia fino a gennaio, ndr), Francesco Simone (responsabile relazioni istituzionali, ndr) e Ferrandino Giuseppe mi chiesero espressamente di parlare con Stefano Bonaccini, responsabile enti locali Pd e di chiedergli quindi di incontrare Ferrandino per un aiuto per l’elezione al Parlamento Europeo.


Li ho fatti incontrare. Se non ricordo male Ferrandino fu il primo dei noneletti”. Al Fatto Bonaccini replica così: “Io conosco Verrini e i vertici della Cpl Concordia ma non ricordo che Verrini mi abbia mai parlato di questo Ferrandino che non ho mai incontrato. Io non sono mai stato a Ischia, non avevo alcun ruolo nella scelta delle candidature in Campania. Non ho mai preso un euro di contributo da Cpl Concordia”.


Il sindaco di Ischia è stato arrestato anche per i 330mila euro pagati da Cpl per la convenzione con l’hotel della sua famiglia e per le consulenze pagate al fratello avvocato, Massimo Ferrandino. Nel suo interrogatorio Verrini spiega: “Per Casari, la convezione con Le Querce era un modo per superare gli ostacoli burocratici”e poi aggiunge particolari nuovi: “Cpl ha stipulato un contratto con un garage di Roma, in via Veneto dal valore di 30mila euro all’anno e Massimo Ferrandino ci teneva le sue auto”. Chissà quante auto ci teneva per 2mila 600 euro al mese.


Poi Verrini racconta: “Quando D’Alema venne a Ischia in occasione di una convention alle Querce per il suo libro, notai che si appartarono con lui, Giuseppe Ferrandino, Casari, Simone. Dopo, Cesari mi disse che si era lamentato con D’Alema per il fatto che Cpl avesse perso un grosso appalto al Sant’Orsola di Bologna per soli 4 punti. Aveva vinto Manutencoop”. Su quell’appalto perso ci fu uno scontro epocale davanti ai giudici tra le due coop rosse emiliane. EConcordia se ne lamentava non solo con D’Alema: “Non so perché si lamentava con D’Alema. Si lamentò anche con Vasco Errani”.

I pm napoletani hanno sentito nei giorni scorsi anche il nuovo presidente della Cpl Concordia, Mario Guarnieri. Anche a lui hanno chiesto del vino di Massimo D’Alema. “Cpl – ha verbalizzato Guarnieri – ha acquistato vino anche dal cantautore Al Bano, dall’Amo (associazione di ricerca midollo osseo) e da cantine locali delle cooperative”. Quando i pm però gli chiedono: “Chi prendeva le decisioni per i vini?”, il presidente di Cpl spiega: “Per il vino dell’Amo l’ho presa io. A


l Bano, me ne ha parlato Tondelli. Per D’Alema, Casari”. Un altro politico tirato in ballo è il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca: “Un anno fa Vessa (exparlamentare del Pdl, ndr) mi disse che voleva portare Casari da De Luca, di cui Vessa disse di essere amico, per proporre a De Luca la concessione alla Cpl del servizio illuminazione di Salerno. Non so se ci sono andati”.

da il Fatto Quotidiano di domenica 12 aprile 2015
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04 ... i/1582669/
paolo11
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da paolo11 »

http://www.tzetze.it/redazione/2015/04/ ... cittadini/
Luigi Di Maio ospite di Maurizio Belpietro alla classica Telefonata mattutina su Canale 5. Il deputato del Movimento 5 Stelle non ha perso occasione per criticare il Def del governo, e ha fatto un importante annuncio su una prossima marcia che il movimento 5 Stelle sta organizzando proprio in queste ore. Ecco cosa riporta Libero rispetto alla telefonata (che vedete nel video sopra)
Ciao Paolo
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Altro che coop “mele marce” qui è marcito tutto il sistema
(Giorgio Meletti)
17/04/2015 di triskel182


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Per me è dolorosissimo quando viene fuori il nome di una coop in un’inchiesta. Succede sempre più spesso: Tav di Firenze, Expo, Mose, Mafia Capitale, Ischia. Non posso più sentir parlare di mele marce. È marcita una parte del sistema italiano delle imprese, di cui le coop, non tutte ma molte delle più importanti, ormai fanno parte a pieno titolo, dopo aver perso i loro caratteri distintivi”. Fabio Mussi ha 67 anni e fa parte del coordinamento nazionale di Sel, anche se rivendica come principale attività attuale quella di nonno. Ha iniziato a fare politica quasi cinquant’anni fa come fratello siamese di Massimo D’Alema a Pisa, poi ha guidato la sinistra dei Ds fino all’uscita dal partito nel 2007 (mentre era ministro) per non confluire nel nascente Pd. È tra i pochi politici italiani a non aver mai avuto una sua fondazione.

Voi comunisti nati nell’immediato dopoguerra siete cresciuti con l’epopea della Legacoop. Che cosa provate di fronte a questa degenerazione?
Non so che cosa succede nel Pd, noi in Sel ne stiamo discutendo molto. Io ogni volta che sento queste notizie mi arrabbio e mi chiedo: come è potuto accadere? Come siamo arrivati fin qui?


Veniamo da lontano e siamo andati un po’ troppo lontani?
Sicuramente le coop vengono da lontano. Per me è un dolore anche molto personale. Legacoop nasce di fatto a Piombino nel ’44, subito dopo il passaggio del fronte di guerra, nel quartiere operaio dove sono nato. Alcune donne, tra cui Silvia, la nonna di mia moglie, si organizzano per fare la spesa insieme sfuggendo al mercato nero. È nata così la coop La Proletaria, oggi Unicoop Tirreno. Da lì il fenomeno si è esteso a tutta l’Italia del centro-nord. Mio zio Bruno Mussi era dirigente della Proletaria. Poi prese una pensione da operaio.

Gli attuali manager delle coop sono andati un po’ troppo lontani? Hanno fatto torto a se stessi e alla Costituzione italiana. Legga l’articolo 45: ‘La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazioneprivata’, e ‘ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità’. Bisogna tornare lì, con un’opera di verità e un intervento coraggioso. Altrimenti non hanno senso i vantaggi, anche fiscali, previsti per le coop dalla legge.

Per ora gli opportuni controlli li fa la magistratura.
Lo scandalo è che sia la magistratura a dover scoperchiare questi pentoloni. Ma la politica dov’è?


Magari sa tutto ma non dice niente.
È una storia antica. Le faccio l’esempio del Mose. Nel 2006 mi opposi nel governo Prodi al rifinanziamento. Dicevo: dovevano farlo in dieci anni e ne sono passati 20, hanno già speso il triplo del previsto e chiedono altri soldi. Vogliamo andare a vedere che sta succedendo prima di darglieli?

Che cosa le risposero?
Che non c’era nessuna inchiesta. Solita storia. Se non interviene la magistratura va tutto bene perché ‘non c’è niente di illegale’. Quando arrivano gli arresti si lamentano perché la magistratura invade il campo. Me lo ricordo il governatore Galan nel cosiddetto Comitatone del Mose, comandava tutti a bacchetta. Adesso ha patteggiato.

Torniamo alle coop. Manutencoop, poche centinaia di soci, 18 mila dipendenti. È ancora una cooperativa?
Molte sono diventate aziende come le altre, perdendo l’originario carattere mutualistico e solidaristico. Socialista, se mi si consente. Si sono integrate nel capitalismo di relazione, refrattario alla concorrenza, che coltiva relazioni particolari con la politica. È peggio del ’92, quando il sistema corruttivo era governato dai partiti, adesso è una pandemia anarchica. Ognuno si arrangia come può per arraffare.

Le coop si arrangiano con relazioni particolari a sinistra?
No, il rapporto simbiotico lo avevano con il Pci ed è finito con il Pci, più di vent’anni fa. Adesso si vedono rapporti con tutti, destra e sinistra. E il problema della sinistra è con tutte le imprese, non solo con le coop.

Lei dieci anni fa attaccò i vertici Ds sulla vicenda Unipol-Bnl, nell’estate delle scalate bancarie.
Fu una dura battaglia. Era un momento cruciale dello sviluppo del capitalismo finanziario. Anziché riformare le banche si faceva il tifo per questa o quella scalata, come nel caso dell’iniziativa dell’amico Consorte. Chi aveva un punto di vista critico è stato preso per estremista, chi si è adattato alla realtà si è autoproclamato riformista.

E in questi dieci anni c’è stata un’accelerazione? Impressionante. Il Pd va al governo con il suo leader e cancella lo Statuto dei lavoratori, costato un secolo di lotte. Attraverso questi fatti si legge ilsenso vero della trasformazione del capitalismo. Dopo la crisi del ’29 il capitalismo americano si è riformato con Roosevelt e Keynes. Cito tre azioni: la separazione tra banche commerciali e banche d’affari, un’aliquota fiscale del 90 per cento sui redditi più alti, un piano di investimenti statali per sostenere la domanda interna.

La crisi di oggi non è meno profonda.
Appunto. Ma se proponi la ricetta di Roosevelt ti danno del comunista. La grande crisi degli ultimi sette anni ci ha sorpreso senza più una sinistra capace in Europa di una proposta alternativa. Da quando sono iniziate globalizzazione e finanziarizzazione targate Reagan e Thatcher è avvenuto un cedimento strutturale della sinistra. Una forma di adattamento, una rinuncia progressiva a ogni forma di cultura critica di cui potrei raccontare le tappe una per una. Parole d’ordine come mercato, concorrenza, flessibilità, delocalizzazione sono state accettate all’interno di una lingua comune che vale per tutti i partiti.

E il grande leader D’Alema è diventato imprenditore vinicolo.

Mi turba di più Tony Blair che fa il consulente per tutti i peggiori dittatori.
Anzi, ho visto che D’Alema, dopo la pubblicazione delle intercettazioni, non indagato, denuncia offese e minacce: mi dispiace molto e sono solidale con lui. No, il problema non è il vino, semmai le Fondazioni: sono state tra i vettori della distruzione dei partiti. Il fatto che le operino come lobby è un sottoproblema, quello principale è il sistema di relazioni personali che supera partiti, ridotti a gusci vuoti e comitati elettorali. Ed è anche per questo che non arrivano mai a capire per primi qualcosa, come le ho detto. Vede che tutto si collega?

Da Il Fatto Quotidiano del 17/04/2015.
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Re: Diario della caduta di un regime.

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In un Paese allo sfascio, solo i comici riescono a fare un'opposizione degna di questo nome.


Crozza-Bersani: “Nel Pd o tiri fuori i coglioni tu o il coglione tira fuori te”


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/04/ ... te/363527/

Copertina di Maurizio Crozza, che apre la nuova puntata di Dimartedì, commentando la tragedia nel canale di Sicilia: “Ieri tutti i ministri degli Esteri della UE hanno fatto per le vittime del naufragio un minuto di silenzio. Dovrebbero fare un anno di casino in Europa, non un minuto di silenzio! Ue ha messo direttive su tutto, persino sulla messa a terra delle prese elettriche. Ma sulla messa a terra degli esseri umani non sa che minchia fare“. E aggiunge: “L’Ue è un insieme di nazioni che parlano lingue differenti, ma fondata su una unica parola comune: la ‘crana’. Noi dell’Ue” – continua, imitando Antonio Razzi – “siamo prontissimi a salvare le banche. Un po’ meno le barche“. Il comico prosegue: “Basterebbe estendere alle persone gli stessi diritti che hanno le banconote. Stai pur certo che 950 milioni di euro sul fondo del mare non ci finirebbero mai. Su queste cose la Ue non scherza. Piuttosto manda Draghi col pedalò a raccoglierli col retino“. Crozza osserva: “In Libia pare che ci sia un milione di persone pronte a imbarcarsi per l’Italia. Dubito che siano tutti lì per l’Expo. Come possiamo occuparci di 1 milione di persone che vengono da fuori, quando Renzi non riesce a gestire 10 persone che vengono da dentro?”. Il comico imita Bersani: “Oh, ragazzi, Renzi ha festeggiato la Liberazione con 4 giorni d’anticipo: si è liberato di noi. Ormai nel Pd funziona così: o tiri fuori i coglioni tu o il coglione tira fuori te. E’ ‘sta acqua qua. Ragazzi, il giorno del Ringraziamento, il tacchino dentro il forno non ringrazia mica le patate“. Crozza poi continua: “Renzi è una mente illuminata, a me a tratti ricorda Voltaire: ‘non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire da un’altra parte’. Più che Voltaire, a me fa rivoltaire”fuori-coglioni-tu-o-coglione-tira-fuori-te/363527/
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Re: Diario della caduta di un regime.

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Un tesoretto per il tesoruccio


“Anomalie, violazioni e conflitti d’interesse”
Derivati, negli enti locali bomba da 25 miliardi

La Corte dei conti sugli strumenti finanziari di Regioni e Comuni: rilevate “contabilizzazioni errate”
“mancata valutazione economica”, “apparati di gestione inadeguati”. E persino traduzioni sbagliate


Economia & Lobby
Dal 2009 Regioni, Province ed enti locali non possano più stipulare contratti derivati, con l’eccezione delle “protezioni” contro il rialzo dei tassi di interesse sui mutui. Magra consolazione, perché prima di quella data le autonomie territoriali si sono riempite la pancia di questi strumenti, per un valore di 25 miliardi sui 160 complessivi nel portafoglio dello Stato italiano. E lo hanno fatto spesso per ottenere incassi immediati, senza essere in grado di valutare rischi e potenziali conseguenze
http://www.ilfattoquotidiano.it/?refresh_ce
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Re: Diario della caduta di un regime.

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Derivati, Corte Conti: ‘Negli enti locali 25 miliardi di anomalie e conflitti d’interessi’
Lobby
I magistrati contabili hanno rilevato "contabilizzazioni errate", "violazioni normative e notevoli squilibri contrattuali", "mancata valutazione della convenienza economica". In Campania la sezione regionale della Corte ha scoperto che il consulente incaricato di assistere un Comune coincideva con l'intermediario finanziario. In altri casi sono spuntati contratti solo in inglese, senza traduzione
di F. Q. | 6 maggio 2015


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05 ... e/1656832/


ARTICOLO + DOCUMENTO DELLA CORTE DEI CONTI
Ultima modifica di camillobenso il 06/05/2015, 17:47, modificato 1 volta in totale.
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Re: Diario della caduta di un regime.

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La vox populi si é subito scatenata



cetriolo globale • 18 minuti fa
un altro 'colpo' dei ladri di futuro

*****

nuovo art. 1 della costituzione

l'italia è un paese fondato sulle pensioni e sul lavoro pubblico a danno di precari, finti contratti a tempo indeterminato (jobs act) e partite iva del settore privato.

comma 1 è un piacere per lo stato tassare anche i disoccupati oltre a non prevedere nessun reddito di cittadinanza.

comma 2 i privilegi di politici e amici degli amici sono intoccabili

comma 3 i contributi pensionistici finora versati, da chi ancora non può andare in pensione, verranno utilizzati a beneficio dei soggetti al comma 2

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crebs • 19 minuti fa
Una bomba da 25 miliardi?
Ma quando mai, se non ci arrivate voi vi spiego subito io (sono un genio dell'economia) come risolvere il problema, è facilissimo.
Dimezziamo tutte le pensioni FINO A 4 VOLTE LA MINIMA e il problema è risolto.
E' anticostituzionale?
Non c'è problema, intanto si fa; quando poi, fra qualche anno la corte costituzionale dirà (forse) che non si poteva fare, confermeremo che le sentenze si rispettano, che cominciamo a pensare a come applicare la sentenza, faremo circolare qualche decina di fantasiose ipotesi di soluzione, faremo scrivere a qualche geniale professore di qualche famosa (o famigerata) università economica una serie di articoli paragonabili alle discussioni medioevali su quanti angeli potessero stare in equilibrio sulla punta di uno spillo, troveremo qualche giornalista che.........
Mi sembra semplicissimo; inoltre funziona, è stato già fatto altre volte
.
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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

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Giacinto Auriti • 13 minuti fa
I derivati, LA PROVA PROVATA che l'economia virtuale speculativa dei banksters è un TUMORE che opprime l'economia reale di chi produce beni e servizi.
Con la complicità dei politici ladri, servi e corrotti poi i banksters continuano a portare a segno colpi durissimi alle già disastrate economie degli stati, in tal modo il debito pubblico TRUFFA lievita (questo è l'obiettivo) e la riduzione in schiavitù è ormai prossima se il popolo dormiente non si sveglia.
...
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Fabiano Ricci • 21 minuti fa
I derivati, un magnifico regalo che i nostri amministratori fanno alle banche.....naturalmente coi soldi nostri....
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