Generalmente i liberali sono di destra. Riconoscono le libertà formali dallo stato (libertà cd negative), anche i diritti civili, ma poi si astengono dal rimuovere gli ostacoli che impediscono un'uguaglianza di fatto. Poi c'erano gli azionisti che univano il liberalismo col socialismo. Quelli più conservatori sono liberisti.lilly ha scritto:l'stablihment a livello europeo crea esclusione.l'Italia ha comunque bisogno di un moderno partito liberale di massa che si inserisca fra la destra e la sinistra anche se rimango di sinistra.La dottrina liberale non demonizza l'elitè ma permette a tutti di diventare elitè attraverso uguali nastri di partenza e secondo Loche bisogna stare ai patti altrimenti si è inaffidabili.L'ingresso dei pentastelle nell'alde avrebbe permesso di temperare gli eccessi di quegli scemi dei liberisti e ai pentastelle di avere più dimestichezza e meno difficoltà con le regole della democrazia
MOVIMENTO 5 STELLE
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Ue, ‘Il problema del M5S in Europa è Beppe Grillo’
di Alessio Pisanò - IL F.Q.| 11 gennaio 2017
Gli eurodeputati M5S votano come la Sinistra europea (Gue) e Verdi, ma Grillo si allea con Ukip e cerca i Liberali.
Il passo falso – per non dire la figuraccia – fatto in occasione del mancato accordo con il gruppo dei Liberali al Parlamento europeo, mette in rilievo un totale scollamento tra chi in Europa lavora – gli eurodeputati M5S – e chi in Italia prende le decisioni – Beppe Grillo.
Basta guardare i dati. Da VoteWatch – il sito Internet che monitora le votazioni del 751 eurodeputati – emerge come i 17 eurodeputati del M5S abbiano votato in questi primi due anni e mezzo di legislatura nel 74,2 per cento dei casi come la Sinistra europea (Gue) e al 72,9 per cento come i verdi, mentre solo al 27,1 per cento come gli alleati della prima ora dell’Ukip di Nigel Farage. Paradossalmente le posizioni dei pentastellati si avvicinano molto di più a quelle dei liberali Alde (50,3 per cento).
Nel post pubblicato sul blog di Beppe Grillo dove veniva presentata all’elettore grillino la possibilità di un’alleanza con i liberali – poi vittoriosa ma rifiutata dai liberali stessi – si legge che i Verdi hanno chiuso la porta al Movimento. Ma i due copresidenti del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo – il belga Philippe Lamberts e la tedesca Ska Keleller – dicono a chiare lettere che il problema non sono gli eurodeputati M5S, con i quali “la collaborazione è eccellente”, bensì Beppe Grillo stesso. Con la Sinistra europea, invece, il M5S non ha provato neanche a parlare, nonostante tre volte su quattro le posizioni politiche siano le stesse. “Non vogliono stare con altri italiani”, spiega Eleonora Forenza (Lista Tsipras).
Comprensibilmente, i Liberali hanno detto No all’ingresso dei Cinque Stelle sia per la presenza ingombrante di Beppe Grillo – che a livello internazionale non gode di buona reputazione – che per le forti differenze politiche. La francese liberale Sylvie Goulard parla di “matrimonio d’interesse senza amore”.
A questo punto la domanda che sorge spontanea è una: quanto contano gli eurodeputati pentastellati nelle scelte che li riguardano direttamente e che influenzano le condizioni in cui loro devono lavorare?
---------------------------------- ----------- ----------------------------------------
Se il M5S si liberasse dalla Casaleggio & associati e da Beppe Grillo sarebbe tutta un'altra storia.
Forse impossibile ? Pizzarotti , Pisapia e altri potrebbero muoversi mettendo in difficoltà i renziani e aprendo una nuova strada.
Non dimentichiamo poi quanto sta accadendo con l'infezione di Eye Pyramid, il malware che spiava i potenti italiani. Quindi attenzione, internet va bene, benissimo fino ad un certo punto; la democrazia diretta ha bisogno del contatto diretto, del cartaceo ,del controllo severo sull'autenticità delle notizie.
di Alessio Pisanò - IL F.Q.| 11 gennaio 2017
Gli eurodeputati M5S votano come la Sinistra europea (Gue) e Verdi, ma Grillo si allea con Ukip e cerca i Liberali.
Il passo falso – per non dire la figuraccia – fatto in occasione del mancato accordo con il gruppo dei Liberali al Parlamento europeo, mette in rilievo un totale scollamento tra chi in Europa lavora – gli eurodeputati M5S – e chi in Italia prende le decisioni – Beppe Grillo.
Basta guardare i dati. Da VoteWatch – il sito Internet che monitora le votazioni del 751 eurodeputati – emerge come i 17 eurodeputati del M5S abbiano votato in questi primi due anni e mezzo di legislatura nel 74,2 per cento dei casi come la Sinistra europea (Gue) e al 72,9 per cento come i verdi, mentre solo al 27,1 per cento come gli alleati della prima ora dell’Ukip di Nigel Farage. Paradossalmente le posizioni dei pentastellati si avvicinano molto di più a quelle dei liberali Alde (50,3 per cento).
Nel post pubblicato sul blog di Beppe Grillo dove veniva presentata all’elettore grillino la possibilità di un’alleanza con i liberali – poi vittoriosa ma rifiutata dai liberali stessi – si legge che i Verdi hanno chiuso la porta al Movimento. Ma i due copresidenti del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo – il belga Philippe Lamberts e la tedesca Ska Keleller – dicono a chiare lettere che il problema non sono gli eurodeputati M5S, con i quali “la collaborazione è eccellente”, bensì Beppe Grillo stesso. Con la Sinistra europea, invece, il M5S non ha provato neanche a parlare, nonostante tre volte su quattro le posizioni politiche siano le stesse. “Non vogliono stare con altri italiani”, spiega Eleonora Forenza (Lista Tsipras).
Comprensibilmente, i Liberali hanno detto No all’ingresso dei Cinque Stelle sia per la presenza ingombrante di Beppe Grillo – che a livello internazionale non gode di buona reputazione – che per le forti differenze politiche. La francese liberale Sylvie Goulard parla di “matrimonio d’interesse senza amore”.
A questo punto la domanda che sorge spontanea è una: quanto contano gli eurodeputati pentastellati nelle scelte che li riguardano direttamente e che influenzano le condizioni in cui loro devono lavorare?
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Se il M5S si liberasse dalla Casaleggio & associati e da Beppe Grillo sarebbe tutta un'altra storia.
Forse impossibile ? Pizzarotti , Pisapia e altri potrebbero muoversi mettendo in difficoltà i renziani e aprendo una nuova strada.
Non dimentichiamo poi quanto sta accadendo con l'infezione di Eye Pyramid, il malware che spiava i potenti italiani. Quindi attenzione, internet va bene, benissimo fino ad un certo punto; la democrazia diretta ha bisogno del contatto diretto, del cartaceo ,del controllo severo sull'autenticità delle notizie.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
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Ecco il vero Grillo, che fa tremare il potere (ma dal ridere)
Scritto il 11/1/17 • nella Categoria: idee Condividi
Dopo la colossale figura di palta, anziché una letterina di scuse per avere esposto tutto il Movimento 5 Stelle al pubblico ludibrio, a un fallimento politico colossale e avere rovinato irrimediabilmente i rapporti nel gruppo politico dove M5S Europa risiede, l’Efdd, arriva questo testo sul blog di Beppe Grillo: «L’establishment ha deciso di fermare l’ingresso del MoVimento 5 Stelle nel terzo gruppo più grande del Parlamento Europeo. Questa posizione ci avrebbe consentito di rendere molto più efficace la realizzazione del nostro programma. Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima. Grazie a tutti coloro che ci hanno supportato e sono stati al nostro fianco. La delegazione del MoVimento 5 Stelle in Parlamento Europeo continuerà la sua attività per creare un gruppo politico autonomo per la prossima legislatura europea: il Ddm (Direct Democracy Movement)». Per una volta lasciatelo gridare a me: Gombloddoh! (e per scriverne io, ce ne vuole… eh?). I poteri forti non vi hanno permesso di vendervi ai poteri forti! Ma ve l’ha scritto Crozza?
L’establishment ha deciso? Si chiama politica. Quella che evidentemente qualcuno lì dentro ha cercato di fare e che ha fallito miseramente. Ma davvero pensavate di poter fare una trattativa con gli squali più accaniti dell’euro-fanatico ultraliberismo che sono espressione di quel mondo che ha stritolato la Grecia e che ha posseduto ogni governo italiano, come “L’esorcista”, dal 2011 in poi? Siete ragazzi partiti dai banchetti, siete lì per difendere e rappresentare quelli che ai banchetti ci sono ancora, non per stringere la mano a Mario Monti sperando che gente che possiede più think-tank di quanti capelli abbia in testa non ve la sbrani. Questa posizione vi avrebbe consentito di rendere molto più efficace la realizzazione del vostro programma? Ma credete che continuare a recitare una farsa insostenibile fino alla fine servirà a limitare i danni? Il vostro programma contiene 7 punti, dovreste saperli a memoria! Tra questi sette punti, per dirne due, c’è l’abolizione del Fiscal Compact e c’è il referendum sull’euro. Davvero pensavate che entrare nell’Alde vi avrebbe consentito, seduti nel banchetto insieme a Mario Monti, di abolire “meglio” il Fiscal Compact?
Davvero pensavate che fare comunella con quelli che “l’euro è irreversibile” vi avrebbe consentito di perseguire “meglio” la storiella del referendum sull’euro? Ma c’è un limite all’idea che gli attivisti M5S siano completamente deficienti? Avete fatto tremare il sistema come mai prima? Avete fatto ridere il sistema come mai prima! Avete fatto la figura dei cioccolatai, dei dilettanti allo sbaraglio. Siete andati da Monti in ginocchio sui ceci e vi siete fatti rispondere un “Vaffa”! E avete cercato di venderla come se 17 vergini stessero per trasferirsi al Castello di Dracula, perché così almeno avrebbero tutelato meglio il loro sangue. Avete fatto scrivere al povero Grillo, che vi è stato a sentire, un papello per convincere sprovveduti attivisti che “entrare nell’Alde” era la cosa migliore, perché “l’Efdd sarebbe morto”, quando l’Efdd, il gruppo politico dove state e che è frutto del grande lavoro del 2014, è lì tranquillo tranquillo fino al 2019 e nessuno lo tocca, quindi avevate tutto il tempo. E adesso invece sì, che l’Efdd è morto.
E voglio proprio vedere con che faccia ci ritornate, da Nigel Farage, dopo avere spernacchiato l’uomo che, al contrario di voi, ha vinto la sua battaglia politica e ha portato tutto il Regno Unito fuori dalla Ue, nonostante minacce di morte e attentati cui è scampato per miracolo. Con che faccia lo saluterete, lassù, tra i corridoi del piano del gruppo, dopo che Grillo gli ha dato il ben servito questa mattina sul bog? Gli direte “Hi Nigel… of course, you know… it was a joke“? E se non starete più nell’Efdd perché ormai sareste ridicoli a sedere negli stessi banchi, cosa farete? Andrete nei “non attached“, il gruppo dei non iscritti? Allora sì che non avrete più niente, soldi.. uffici.. tempi di parola.. diritto di esprimere relatori nelle commissioni… Bravi! Complimenti! Grande successo politico. Vi siete condannati al nulla per i prossimi due anni almeno! E dovrete magari anche licenziare della gente, che fuori da un gruppo i soldi per gli stipendi sono meno… Dovevate chiedere scusa. E per una volta, chi si è reso responsabile di questa tragicommedia che ha tutto il sapore di aspirazioni personali fatte passare per una interesse collettivo, si dimetta!
(Claudio Messora, “Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima…”, dal blog “ByoBlu” del 9 gennaio 2017).
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Ecco il vero Grillo, che fa tremare il potere (ma dal ridere)
Scritto il 11/1/17 • nella Categoria: idee Condividi
Dopo la colossale figura di palta, anziché una letterina di scuse per avere esposto tutto il Movimento 5 Stelle al pubblico ludibrio, a un fallimento politico colossale e avere rovinato irrimediabilmente i rapporti nel gruppo politico dove M5S Europa risiede, l’Efdd, arriva questo testo sul blog di Beppe Grillo: «L’establishment ha deciso di fermare l’ingresso del MoVimento 5 Stelle nel terzo gruppo più grande del Parlamento Europeo. Questa posizione ci avrebbe consentito di rendere molto più efficace la realizzazione del nostro programma. Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima. Grazie a tutti coloro che ci hanno supportato e sono stati al nostro fianco. La delegazione del MoVimento 5 Stelle in Parlamento Europeo continuerà la sua attività per creare un gruppo politico autonomo per la prossima legislatura europea: il Ddm (Direct Democracy Movement)». Per una volta lasciatelo gridare a me: Gombloddoh! (e per scriverne io, ce ne vuole… eh?). I poteri forti non vi hanno permesso di vendervi ai poteri forti! Ma ve l’ha scritto Crozza?
L’establishment ha deciso? Si chiama politica. Quella che evidentemente qualcuno lì dentro ha cercato di fare e che ha fallito miseramente. Ma davvero pensavate di poter fare una trattativa con gli squali più accaniti dell’euro-fanatico ultraliberismo che sono espressione di quel mondo che ha stritolato la Grecia e che ha posseduto ogni governo italiano, come “L’esorcista”, dal 2011 in poi? Siete ragazzi partiti dai banchetti, siete lì per difendere e rappresentare quelli che ai banchetti ci sono ancora, non per stringere la mano a Mario Monti sperando che gente che possiede più think-tank di quanti capelli abbia in testa non ve la sbrani. Questa posizione vi avrebbe consentito di rendere molto più efficace la realizzazione del vostro programma? Ma credete che continuare a recitare una farsa insostenibile fino alla fine servirà a limitare i danni? Il vostro programma contiene 7 punti, dovreste saperli a memoria! Tra questi sette punti, per dirne due, c’è l’abolizione del Fiscal Compact e c’è il referendum sull’euro. Davvero pensavate che entrare nell’Alde vi avrebbe consentito, seduti nel banchetto insieme a Mario Monti, di abolire “meglio” il Fiscal Compact?
Davvero pensavate che fare comunella con quelli che “l’euro è irreversibile” vi avrebbe consentito di perseguire “meglio” la storiella del referendum sull’euro? Ma c’è un limite all’idea che gli attivisti M5S siano completamente deficienti? Avete fatto tremare il sistema come mai prima? Avete fatto ridere il sistema come mai prima! Avete fatto la figura dei cioccolatai, dei dilettanti allo sbaraglio. Siete andati da Monti in ginocchio sui ceci e vi siete fatti rispondere un “Vaffa”! E avete cercato di venderla come se 17 vergini stessero per trasferirsi al Castello di Dracula, perché così almeno avrebbero tutelato meglio il loro sangue. Avete fatto scrivere al povero Grillo, che vi è stato a sentire, un papello per convincere sprovveduti attivisti che “entrare nell’Alde” era la cosa migliore, perché “l’Efdd sarebbe morto”, quando l’Efdd, il gruppo politico dove state e che è frutto del grande lavoro del 2014, è lì tranquillo tranquillo fino al 2019 e nessuno lo tocca, quindi avevate tutto il tempo. E adesso invece sì, che l’Efdd è morto.
E voglio proprio vedere con che faccia ci ritornate, da Nigel Farage, dopo avere spernacchiato l’uomo che, al contrario di voi, ha vinto la sua battaglia politica e ha portato tutto il Regno Unito fuori dalla Ue, nonostante minacce di morte e attentati cui è scampato per miracolo. Con che faccia lo saluterete, lassù, tra i corridoi del piano del gruppo, dopo che Grillo gli ha dato il ben servito questa mattina sul bog? Gli direte “Hi Nigel… of course, you know… it was a joke“? E se non starete più nell’Efdd perché ormai sareste ridicoli a sedere negli stessi banchi, cosa farete? Andrete nei “non attached“, il gruppo dei non iscritti? Allora sì che non avrete più niente, soldi.. uffici.. tempi di parola.. diritto di esprimere relatori nelle commissioni… Bravi! Complimenti! Grande successo politico. Vi siete condannati al nulla per i prossimi due anni almeno! E dovrete magari anche licenziare della gente, che fuori da un gruppo i soldi per gli stipendi sono meno… Dovevate chiedere scusa. E per una volta, chi si è reso responsabile di questa tragicommedia che ha tutto il sapore di aspirazioni personali fatte passare per una interesse collettivo, si dimetta!
(Claudio Messora, “Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima…”, dal blog “ByoBlu” del 9 gennaio 2017).
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
cielo 70 i liberali non sono di destra perche quello spazio è occupato dai conservatori.In merito a diritti sociali concordo con te i liberali hanno un'handicap che gli azionisti non avevano.Garantire un sufficente reddito significa garantire la libertà economica garantire la limtazione dell'orario di lavoro significa garantire tempo libero ai lavoratori,garantire il diritto di sciopero significa tutelare queste libertà contro la sopraffazione.Anche vero è che il diritto di sciopero venne introdotto in epoca liberale dai liberali e soppresso dal fascismo
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
I liberali tradizionali (fra cui quelli che hanno fatto parte della destra storica) sono dalla parte dei datori di lavoro, e per la libera iniziativa, dove il ruolo dello stato come riequilibratore è portato al minimo, anche se non sono per i sistemi autoritari. In un mondo bipolare (che rischia di non esserci più) tolte le ali estreme sono conservatori rispetto a chi si rifà al socialismo.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
I liberisti se sono dalla parte dei datori di lavoro non possono essere considerati liberali perche la cultura liberale è una prassi di limitazione del potere.La prassi liberale non concede un'eccesso di potere all'una o all'altra parte ma realizza l'equilibrio fra diritti sociali e libertà di iniziativa privata,nessun liberale concederebbe tutto questo potere ai datori di lavoro
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Comunque i liberali italiani erano liberisti (mi ricordo Altissimo) e più a destra della Dc.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
quello che non capiscono questi altissimi signori è che se il capitalismo è una cosa i capitalisti sono un'altra cosa perche i capitalisti seguono i loro interessi e non i principi liberali.Se è vero che il mercato garantisce più libertà rispetto ad altri sistemi questo non può essere preso ad ideologia perche gli eccessi del mercato demoliscono le libertà.Ed è per questo che un principio base liberale è che la mia libertà c'è fino a quando non calpesto la libertà dell'altro
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
La posizione di grillo ci permette di capire la crisi di progetto politico di questo forum . Questo forum e in crisi perché grillo e totalmente inaffidabile.
Pizzarotti non è un rivoluzionario ma sicuramente più affidabili di grillo.
Sulla scelta di grillo pesa la città di torino.
Pesa molto anche la Juventus.
Io credo che questo forum debba abbandonare grillo ma non i grillini debba aprirsi alla lega nord, proponendo l alleanza referendum costituzionale e antifascismo.
Su liberismo e liberismo io propongo l apertura di tread e i testi di benedetto croce e Einaudi.
Sul ruolo del mercato il più grande economista neoliberista di tutti i tempi Walras ha scritto un manuale la teoria economica Dell equilibrio generale, questo manuale e stato utilizzato dai pianificatori sovietici.
La econometria scienza economica e una scienza applicata per la pianificazione economica.
Non è il mercato che costruisce il modello economico ma il computer. L unione sovietica e il comunismo sono stati sconfitti ma non dal capitalismo, dalla grave malattia di lenin e dalle avvelenato di lenin ad opera di Stalin.
Pizzarotti non è un rivoluzionario ma sicuramente più affidabili di grillo.
Sulla scelta di grillo pesa la città di torino.
Pesa molto anche la Juventus.
Io credo che questo forum debba abbandonare grillo ma non i grillini debba aprirsi alla lega nord, proponendo l alleanza referendum costituzionale e antifascismo.
Su liberismo e liberismo io propongo l apertura di tread e i testi di benedetto croce e Einaudi.
Sul ruolo del mercato il più grande economista neoliberista di tutti i tempi Walras ha scritto un manuale la teoria economica Dell equilibrio generale, questo manuale e stato utilizzato dai pianificatori sovietici.
La econometria scienza economica e una scienza applicata per la pianificazione economica.
Non è il mercato che costruisce il modello economico ma il computer. L unione sovietica e il comunismo sono stati sconfitti ma non dal capitalismo, dalla grave malattia di lenin e dalle avvelenato di lenin ad opera di Stalin.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Politica
M5s in Europa, Grillo sbanda e i seguaci obbediscono
di Pierfranco Pellizzetti | 13 gennaio 2017
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Vorrei sommessamente osservare come non stia in piedi la classificazione a “figuraccia” del recente pendolarismo grillesco, con andate e ritorno tra Farage e Verhofstadt, Alde e Ukip, perché qui non sono in discussione leggerezze e pressapochismi. La vicenda della conversione liberista di Grillo a Malindi e la successiva apostasia a Strasburgo è una spia definitiva del modo di ragionare proprio di chi regge le sorti del Movimento 5 Stelle; e della sottomissione dei seguaci.
Insomma, scandalosi non sono i tira-e-molla o gli appuntamenti mancati, quanto l’assoluta indifferenza a elementari principi di coerenza, per cui accasarsi significa scegliere un campo. Ed è a dir poco spudorato pensare di riposizionarsi nell’area del mercatismo thatcheriano più intransigente e dell’europeismo acritico dopo aver proclamato per anni la propria totale avversione per quelle ideologie; e poi – in un batter d’occhi – passare a schierarsi con Giulietto Chiesa nel fronte di un anti-atlantismo che nemmeno Armando Cossutta… Fregolismo che può funzionare con il guardaroba da scena, ma che in politica suona a spudorata irrisione dell’intelligenza dei destinatari di tale messaggio.
Un fatto configurabile come truffaldino, non uno scivolone comico (magari pure spassoso). E francamente non convince almanaccare di altrettante “bidonismi” imputabili agli avversari – da parte dei minimizzatori, impegnati a turare le falle di coerenza applicando pezze a freddo ai fatti – visto che si aveva la pretesa di bonificare il campo politico proprio dalle malefatte di siffatti avversari. E ridursi a misurare il tasso reciproco di rogna non è certamente in linea con le promesse di partenza.
Soprattutto considerando la vorticosità con cui si è svolta la vicenda: nello spazio di pochi giorni passare dal tentativo di farsi cooptare dalle tecnostrutture e dagli establishment di Bruxelles e subito dopo andare a bussare alle porte del Cremlino putiniano. Si direbbe, con Grillo di volta in volta influenzato dall’ultimo interlocutore sentito in ordine di tempo: Flavio Briatore ai bordi della piscina keniota, poi l’antico concittadino Giulietto Chiesa. Magari ricercato – con la mediazione di un redivivo Paolo Becchi – come canale per i petrol-rubli post-sovietici?
Mosse rivelatrici di attitudini affaristiche, che il manager Casaleggio junior ostenta palesemente nel gestire i business di famiglia (di cui il Movimento 5 Stelle è asset primario), ma che vanno registrate anche come spia di un congenito cinismo opportunistico riscontrabile già nel giovane Grillo, quando frequentava gli amici genovesi di piazza Martinez, nel quartiere semi-popolare di San Fruttuoso, e si appropriava delle battute di Orlando Portento; cabarettista anch’esso ma meno carrierista del vicino di casa (il tormentone grillesco “hai mangiato pane e volpe” in effetti è suo). Quando rombava con la Ferrari appena acquistata nel paesino di Savignone, volendo far schiattare gli altri villeggianti (tra cui Fabrizio de André), che avevano sempre snobbato quei tamarri dei due fratelli Grillo. Pure un po’ destrorsi.
Una sorta di menefreghismo reso possibile dall’acquiescenza di chi gli sta attorno. Per cui Luigi Di Maio, interrotta (pro tempore?) la frequentazione dei professorini renziano-blairisti della Luiss, inarca il petto e tuona di “uscite dall’Europa” (ma non era lui uno degli sherpa con David Borrelli della conversione NeoLib?). Alessandro Di Battista si esibisce dalla Gruber in acrobazie pompieristiche dicendo che è più importante parlare di sanità. Indubbiamente, basta che non sia un modo per eludere argomenti spinosi. Come quello di una perdita di credibilità politica, che vanifica il tentativo di trasformare l’indignazione in forza costituente.
M5s in Europa, Grillo sbanda e i seguaci obbediscono
di Pierfranco Pellizzetti | 13 gennaio 2017
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Vorrei sommessamente osservare come non stia in piedi la classificazione a “figuraccia” del recente pendolarismo grillesco, con andate e ritorno tra Farage e Verhofstadt, Alde e Ukip, perché qui non sono in discussione leggerezze e pressapochismi. La vicenda della conversione liberista di Grillo a Malindi e la successiva apostasia a Strasburgo è una spia definitiva del modo di ragionare proprio di chi regge le sorti del Movimento 5 Stelle; e della sottomissione dei seguaci.
Insomma, scandalosi non sono i tira-e-molla o gli appuntamenti mancati, quanto l’assoluta indifferenza a elementari principi di coerenza, per cui accasarsi significa scegliere un campo. Ed è a dir poco spudorato pensare di riposizionarsi nell’area del mercatismo thatcheriano più intransigente e dell’europeismo acritico dopo aver proclamato per anni la propria totale avversione per quelle ideologie; e poi – in un batter d’occhi – passare a schierarsi con Giulietto Chiesa nel fronte di un anti-atlantismo che nemmeno Armando Cossutta… Fregolismo che può funzionare con il guardaroba da scena, ma che in politica suona a spudorata irrisione dell’intelligenza dei destinatari di tale messaggio.
Un fatto configurabile come truffaldino, non uno scivolone comico (magari pure spassoso). E francamente non convince almanaccare di altrettante “bidonismi” imputabili agli avversari – da parte dei minimizzatori, impegnati a turare le falle di coerenza applicando pezze a freddo ai fatti – visto che si aveva la pretesa di bonificare il campo politico proprio dalle malefatte di siffatti avversari. E ridursi a misurare il tasso reciproco di rogna non è certamente in linea con le promesse di partenza.
Soprattutto considerando la vorticosità con cui si è svolta la vicenda: nello spazio di pochi giorni passare dal tentativo di farsi cooptare dalle tecnostrutture e dagli establishment di Bruxelles e subito dopo andare a bussare alle porte del Cremlino putiniano. Si direbbe, con Grillo di volta in volta influenzato dall’ultimo interlocutore sentito in ordine di tempo: Flavio Briatore ai bordi della piscina keniota, poi l’antico concittadino Giulietto Chiesa. Magari ricercato – con la mediazione di un redivivo Paolo Becchi – come canale per i petrol-rubli post-sovietici?
Mosse rivelatrici di attitudini affaristiche, che il manager Casaleggio junior ostenta palesemente nel gestire i business di famiglia (di cui il Movimento 5 Stelle è asset primario), ma che vanno registrate anche come spia di un congenito cinismo opportunistico riscontrabile già nel giovane Grillo, quando frequentava gli amici genovesi di piazza Martinez, nel quartiere semi-popolare di San Fruttuoso, e si appropriava delle battute di Orlando Portento; cabarettista anch’esso ma meno carrierista del vicino di casa (il tormentone grillesco “hai mangiato pane e volpe” in effetti è suo). Quando rombava con la Ferrari appena acquistata nel paesino di Savignone, volendo far schiattare gli altri villeggianti (tra cui Fabrizio de André), che avevano sempre snobbato quei tamarri dei due fratelli Grillo. Pure un po’ destrorsi.
Una sorta di menefreghismo reso possibile dall’acquiescenza di chi gli sta attorno. Per cui Luigi Di Maio, interrotta (pro tempore?) la frequentazione dei professorini renziano-blairisti della Luiss, inarca il petto e tuona di “uscite dall’Europa” (ma non era lui uno degli sherpa con David Borrelli della conversione NeoLib?). Alessandro Di Battista si esibisce dalla Gruber in acrobazie pompieristiche dicendo che è più importante parlare di sanità. Indubbiamente, basta che non sia un modo per eludere argomenti spinosi. Come quello di una perdita di credibilità politica, che vanifica il tentativo di trasformare l’indignazione in forza costituente.
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