La vicenda FIAT
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Re: La vicenda FIAT
-------------------------------- da repubblica.it -------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ilva, struttura ombra per conto dei Riva
arrestati cinque fiduciari dell'azienda
Un governo occulto che di fatto gestiva il siderurgico riconducibili alla prorietà che hanno dunque partecipato alla commissione dei reati contestati dalla Procura di Taranto. Sono stati fermati a Milano
di GIULIANO FOSCHINI
Ilva, struttura ombra per conto dei Riva arrestati cinque fiduciari dell'azienda Emilio Riva
TUTTO SU
Processo all'Ilva
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Ilva, l'operazione della guardia di finanza
decapitata la struttura-fantasma dei Riva
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ilva
Una struttura ombra che rispondeva direttamente alla famiglia Riva e governava il siderurgico inquinando Taranto. Tornano le manette all'Ilva: la guardia di Finanza ha arrestato questa mattina cinque dirigenti dello stabilimento con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica incolumità in relazione al testo unico ambientale.
LE IMMAGINI DEL BLITZ
"Il provvedimento è scaturito da approfondimenti investigativi all'esito dei quali è stato ipotizzato che da anni, e precisamente dal 1995, ossia fin dal momento dell'insediamento del Gruppo Riva a Taranto - spiega la Guardia di Finanza - determinati soggetti di diretta derivazione della proprietà (cosiddetti "fiduciari") tenevano sotto stretto controllo lo stabilimento tarantino, avendo il compito effettivo di verificare l'operato dei dipendenti, assicurandosi che fossero rispettate le logiche aziendali".
A firmare l'ordinanza che ha portato in carcere Alfredo Ceriani (69 anni), Giovanni Rebaioli (65), Agostino Pastorino (60), Enrico Bessone (45) e ai domiciliari Lanfranco Legnani (74) è stata il gip Patrizia Todisco. "Il fiduciario - sostiene a Finanza - ha rappresentato una figura di 'governo', che dettava disposizioni su tutte le decisioni da adottare all'interno dello stabilimento pur non avendo, nella maggior parte dei casi, responsabilità "ufficiali"; dallo stesso dipendevano anche le decisioni dei vari capi-area. Gli accertamenti svolti - dicono le fiamme Gialle - hanno dimostrato che presso lo stabilimento siderurgico tarantino, la proprietà aveva ideato, creato e strutturato, una 'governance' di tipo parallelo, un vero e proprio 'governo-ombra' che si avvaleva di: personale dipendente da altri stabilimenti Ilva o società appartenenti allo stesso Gruppo; personale dipendente direttamente dalla Riva Fire spa; consulenti esterni (solitamente attraverso società in accomandita semplice), sia inquadrati che non nell'organigramma aziendale del Gruppo Riva".
Il nuovo filone d'inchiesta sullo stabilimento tarantino è nato da un approfondimento dell'inchiesta madre, quella che ha portato l'estate scorsa al sequestro degli impianti dell'area a caldo e all'arresto di alcuni appartenenti alla famiglia proprietaria dell'acciaieria. L'esistenza di un governo "occulto" gestiva l'Ilva era stata descritta dal tribunale del Riesame di Taranto motivando la decisione di rigettare i ricorsi di Riva Fire e Riva Forni Elettrici contro il sequestro di beni per 8,1 miliardi di euro disposto dal gip Todisco.
Secondo i giudici tarantini, i fiduciari "hanno esercitato un penetrante dominio su Ilva spa, pur avendo cessato dalla cariche rivestite in seno a tale compagine societaria, dettando dall'esterno le linee della politica aziendale" e concorrendo quindi alla commissione dei reati contestati dalla Procura. Negli ultimi mesi i finanzieri hanno ascoltato decine di persone tra dirigenti dell'Ilva, sindacalisti e dipendenti dello stabilimento per definire il ruolo dei presunti componenti del 'governo fantasma'.
In una intercettazione telefonica, l'ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso riferisce a Fabio Riva che un dirigente della fabbrica si lamentava dell'atteggiamento prevaricatore di uno dei fiduciari dei Riva dell'area ghisa, Pastorino, che di fatto impartiva ordini scavalcandolo nel ruolo.
I 'fiduciari' dell'Ilva erano inseriti "in una struttura di tipo piramidale con, alla base, i dipendenti e, al vertice, la proprietà", si legge poi nelle carte dell'inchiesta. Per gli inquirenti quella struttura si componeva di quattro fasce in cui erano inseriti gli uomini di fiducia. Al vertice c'era Legnani, che figurava quale direttore-ombra, poi c'erano i 'fiduciari apicali', fascia che comprendeva "persone molto vicine alla famiglia Riva" con la quale intrattenevano rapporti quotidiani; tra questi Ceriani, Rebaioli e Pastorino. Quindi c'erano i 'fiduciari intermedi', che avevano compiti tecnico-operativi e ai quali venivano conferiti incarichi ufficiali con delega (tra questi anche Bessone. L'ultima fascia della struttura comprendeva i 'fiduciari base', cioé tecnici che nei vari reparti eseguivano gli ordini degli 'apicali'.
Ilva, struttura ombra per conto dei Riva
arrestati cinque fiduciari dell'azienda
Un governo occulto che di fatto gestiva il siderurgico riconducibili alla prorietà che hanno dunque partecipato alla commissione dei reati contestati dalla Procura di Taranto. Sono stati fermati a Milano
di GIULIANO FOSCHINI
Ilva, struttura ombra per conto dei Riva arrestati cinque fiduciari dell'azienda Emilio Riva
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decapitata la struttura-fantasma dei Riva
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Una struttura ombra che rispondeva direttamente alla famiglia Riva e governava il siderurgico inquinando Taranto. Tornano le manette all'Ilva: la guardia di Finanza ha arrestato questa mattina cinque dirigenti dello stabilimento con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica incolumità in relazione al testo unico ambientale.
LE IMMAGINI DEL BLITZ
"Il provvedimento è scaturito da approfondimenti investigativi all'esito dei quali è stato ipotizzato che da anni, e precisamente dal 1995, ossia fin dal momento dell'insediamento del Gruppo Riva a Taranto - spiega la Guardia di Finanza - determinati soggetti di diretta derivazione della proprietà (cosiddetti "fiduciari") tenevano sotto stretto controllo lo stabilimento tarantino, avendo il compito effettivo di verificare l'operato dei dipendenti, assicurandosi che fossero rispettate le logiche aziendali".
A firmare l'ordinanza che ha portato in carcere Alfredo Ceriani (69 anni), Giovanni Rebaioli (65), Agostino Pastorino (60), Enrico Bessone (45) e ai domiciliari Lanfranco Legnani (74) è stata il gip Patrizia Todisco. "Il fiduciario - sostiene a Finanza - ha rappresentato una figura di 'governo', che dettava disposizioni su tutte le decisioni da adottare all'interno dello stabilimento pur non avendo, nella maggior parte dei casi, responsabilità "ufficiali"; dallo stesso dipendevano anche le decisioni dei vari capi-area. Gli accertamenti svolti - dicono le fiamme Gialle - hanno dimostrato che presso lo stabilimento siderurgico tarantino, la proprietà aveva ideato, creato e strutturato, una 'governance' di tipo parallelo, un vero e proprio 'governo-ombra' che si avvaleva di: personale dipendente da altri stabilimenti Ilva o società appartenenti allo stesso Gruppo; personale dipendente direttamente dalla Riva Fire spa; consulenti esterni (solitamente attraverso società in accomandita semplice), sia inquadrati che non nell'organigramma aziendale del Gruppo Riva".
Il nuovo filone d'inchiesta sullo stabilimento tarantino è nato da un approfondimento dell'inchiesta madre, quella che ha portato l'estate scorsa al sequestro degli impianti dell'area a caldo e all'arresto di alcuni appartenenti alla famiglia proprietaria dell'acciaieria. L'esistenza di un governo "occulto" gestiva l'Ilva era stata descritta dal tribunale del Riesame di Taranto motivando la decisione di rigettare i ricorsi di Riva Fire e Riva Forni Elettrici contro il sequestro di beni per 8,1 miliardi di euro disposto dal gip Todisco.
Secondo i giudici tarantini, i fiduciari "hanno esercitato un penetrante dominio su Ilva spa, pur avendo cessato dalla cariche rivestite in seno a tale compagine societaria, dettando dall'esterno le linee della politica aziendale" e concorrendo quindi alla commissione dei reati contestati dalla Procura. Negli ultimi mesi i finanzieri hanno ascoltato decine di persone tra dirigenti dell'Ilva, sindacalisti e dipendenti dello stabilimento per definire il ruolo dei presunti componenti del 'governo fantasma'.
In una intercettazione telefonica, l'ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso riferisce a Fabio Riva che un dirigente della fabbrica si lamentava dell'atteggiamento prevaricatore di uno dei fiduciari dei Riva dell'area ghisa, Pastorino, che di fatto impartiva ordini scavalcandolo nel ruolo.
I 'fiduciari' dell'Ilva erano inseriti "in una struttura di tipo piramidale con, alla base, i dipendenti e, al vertice, la proprietà", si legge poi nelle carte dell'inchiesta. Per gli inquirenti quella struttura si componeva di quattro fasce in cui erano inseriti gli uomini di fiducia. Al vertice c'era Legnani, che figurava quale direttore-ombra, poi c'erano i 'fiduciari apicali', fascia che comprendeva "persone molto vicine alla famiglia Riva" con la quale intrattenevano rapporti quotidiani; tra questi Ceriani, Rebaioli e Pastorino. Quindi c'erano i 'fiduciari intermedi', che avevano compiti tecnico-operativi e ai quali venivano conferiti incarichi ufficiali con delega (tra questi anche Bessone. L'ultima fascia della struttura comprendeva i 'fiduciari base', cioé tecnici che nei vari reparti eseguivano gli ordini degli 'apicali'.
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Re: La vicenda FIAT
bel post.soloo42000 ha scritto:
...omissis...
A me interessa che politicamente il CSX si orienti verso il lavoro e i diritti.
E che non smantelli il poco di buono che i padri-nonni hanno realizzato.
...omissis...
La colpa di Vendola e del sindacalista dell'ILVA e dell'operaio che si e' finto malato
(ma poi invece si scopre che era malato davvero... di cancro).
Uno si frega miliardi di euro, avvelena un'intera citta', ma le colpe sono anche di Bersanie e Bertinotti
e Peppone e Diliberto e Toni Negri e il Triangolo Rosso.
Si mettono sullo stesso piano responsabilita' dirette e indirette, si mescolano tempi diversi,
responsabilita' materiali e politiche.
Cosi' poi e' tutto un minestrone e i responsabili veri se la godono.
...omissis...
Pazzesco.
Abbiamo a che fare sempre piu' con una sorta di grillismo anti-centrosinistra che sgorga dal cuore del PD.
Capito poi perche' in nostri si astengono a milioni.
soloo42000
(imho...)
che condivido.
La morale che ne traggo da questo scritto di @soloo42000,
mi ha fatto venire in mente la risposta che diede Pablo Picasso al generale franchista che davanti al dipinto di Guernica gli chiedeva:
"Ha fatto lei questo orrore ?"
Picasso rispose:
"No…veramente l'avete fatto voi”.
Re: La vicenda FIAT
Mescolare due vicende molto diverse, FIAT e ILVA, non mi sembra utile. La prima pone questioni esclusivamente di politica industriale, la seconda ha anche gravi risvolti penali e chiama in ballo responsabilità che sono principalmente della proprietà, ma che riguardano anche le istituzioni (enti locali, regione, governo) che non hanno visto o hanno finto di non vedere per anni ciò che stava accadendo.
Se poi vogliamo mettere tutto insieme per convincerci di una cosa scontata, che cioè l'imprenditoria, soprattutto quella italiana, persegue il profitto a tutti i costi, che se ne frega del paese e del bene comune, che più che una classe dirigente esprime spesso bande di avventurieri con spiccata tendenza a delinquere, di esempi ce ne sono quanti ne vogliamo.
Ma a cosa ci serve? Oltre a sfogarci gridando che Marchionne è un bandito e che i Riva sono dei delinquenti?
Credo che chi sta dall'altra parte abbia soprattutto il compito di individuare alternative concrete a queste situazioni, che non riproducano gli errori e le storture del passato.
E qui mi sembra che né Landini, né altri esprimano qualcosa di utile e praticabile. Oltre a generiche affermazioni di principio, certamente incontestabili, il massimo che si arriva in concreto a proporre è quello di nazionalizzare tutto quello che non va.
Ma non mi sembra una soluzione praticabile, prima di tutto perché mancano le risorse per i necessari ingenti investimenti e poi perché mi sembra che nella classe dirigente pubblica manchi totalmente la capacità manageriale che possa rendere credibile un progetto di risanamento e di rilancio.
Alla famiglia dell'operaio che muore a Taranto o che perde il lavoro a Melfi o a Mirafiori, non credo basti dirgli che Marchionne e i Riva sono cattivi.
Se poi vogliamo mettere tutto insieme per convincerci di una cosa scontata, che cioè l'imprenditoria, soprattutto quella italiana, persegue il profitto a tutti i costi, che se ne frega del paese e del bene comune, che più che una classe dirigente esprime spesso bande di avventurieri con spiccata tendenza a delinquere, di esempi ce ne sono quanti ne vogliamo.
Ma a cosa ci serve? Oltre a sfogarci gridando che Marchionne è un bandito e che i Riva sono dei delinquenti?
Credo che chi sta dall'altra parte abbia soprattutto il compito di individuare alternative concrete a queste situazioni, che non riproducano gli errori e le storture del passato.
E qui mi sembra che né Landini, né altri esprimano qualcosa di utile e praticabile. Oltre a generiche affermazioni di principio, certamente incontestabili, il massimo che si arriva in concreto a proporre è quello di nazionalizzare tutto quello che non va.
Ma non mi sembra una soluzione praticabile, prima di tutto perché mancano le risorse per i necessari ingenti investimenti e poi perché mi sembra che nella classe dirigente pubblica manchi totalmente la capacità manageriale che possa rendere credibile un progetto di risanamento e di rilancio.
Alla famiglia dell'operaio che muore a Taranto o che perde il lavoro a Melfi o a Mirafiori, non credo basti dirgli che Marchionne e i Riva sono cattivi.
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Re: La vicenda FIAT
Credo che chi sta dall'altra parte abbia soprattutto il compito di individuare alternative concrete a queste situazioni, che non riproducano gli errori e le storture del passato.
E qui mi sembra che né Landini, né altri esprimano qualcosa di utile e praticabile. Oltre a generiche affermazioni di principio, certamente incontestabili, il massimo che si arriva in concreto a proporre è quello di nazionalizzare tutto quello che non va.
E' qui che sbagli grandemente.
E non solo tu, purtroppo.
Il compito di "individuare alternative concrete a queste situazioni" deve essere della politica, che poi le traduce in norme, votate dal parlamento, alle quali poi si attengono sia i sindacati che le aziende durante le loro trattative.
Così funziona nei paesi civili.
Noi invece "lassamo fa ar mercato".
"Metteve a sede e metteteve d'accordo e nun me rompete".
Queste è la "politica" anche del CSX in Italia.
Se hai un bandito/criminale come controparte, tu a quel tavolo dove si debbono trovare soluzioni non puoi sederti.
Per due ordini di ragioni.
1. ne va della tua integrità
2. comunque la "trattativa" porterebbe a risultati negativi per la parte che rappresenti
E' come chiedere agli ebrei di sedere al tavolo a trattare coi nazisti.
Ha senso?
E' eticamente accettabile?
E cosa mai ne verrebbe fuori di buono dal punto di vista politico o materiale?
Nel nostro caso specifico chi era al governo aveva la responsabilità di vigilare e indirizzare affinchè certe situazioni non degenerassero (la FIAT verso la delocalizzazione, l'ILVA verso il disastro ambientale e il fallimento).
Chi era al governo NAZIONALE (non il presidente della circoscrizione di Taranto, o il primo fesso che passa che ha la sventura di avere il colore sbagliato) aveva il dovere di non consentire alcun tavolo di negoziazione, riforma o trattativa.
Non fino al ripristino delle condizioni minime di civiltà, eticità e viabilità politica e materiale, finalizzate al raggiungimento di una soluzione virtuosa di ampio respiro.
Ai vecchi tempi si faceva così.
Fino alla concertazione.
Invece con Berlusconi/Sacconi/Brunetta/Marcegaglia/Monti/Fornero c'e' stato l'assecondamento di ogni idea delirante dei banditi, come tu stesso arrivi a definirli.
Con il CSX al governo, invece, vediamo questo terribile cerchiobottismo degno di ponzio pilato di chi pretende di mettere intorno a un tavolo di trattativa un mafioso e le sue vittime taglieggiate.
E se le vittime poco poco si azzardano ad alzarsi dal tavolo eccoli li tutti pronti ad accusare di radicalismo, estremismo, velleitarismo, sterilità, e Landini e Saccomani e Epifani e Camusso e la FIOM e Cofferati e Vendola, ecc., ecc..
Grazie a questa deriva siamo stati etichettati tutti indifferentemente come "i soliti komunisti", persino un ex popolare come me lontano anni luce dall'ideologia marxista. E come tali artatamente, ma inesorabilmente, esclusi dal gioco politico.
Dopodichè ci meravigliamo pure di Grillo e del PD che si avvia al 20% del 65% dei votanti...
Si giunge a negare con violenza ideologica, alla radice, persino la libertà di rifiutare un accordo ritenuto non accettabile.
Col risultato che adesso che in Parlamento il mafioso vuole farsi assolvere, il PD è esposto alla pubblica riprovazione di media e poteri forti di ogni genere e dove per il fatto che sembra rifiutare.
Col risultato che il PD, che rappresenta 10 milioni di elettori, deve porsi il problema se "non convenga" piuttosto assecondare questo strappo per evitare danni peggiori.
Copa di chi ha consentito questa deriva anni fa.
Io l'ho denunciata anni fa.
Te non lo so.
A ognuno le sue responsabilità.
soloo42000
Re: La vicenda FIAT
Colpa di chi ha consentito questa deriva anni fa.
Io l'ho denunciata anni fa.
Te non lo so.
A ognuno le sue responsabilità.
Bla, bla, bla... con l'unico intento di dimostrare di essere anime belle rispetto a tutti gli altri.
Soluzioni concrete: zero.
Il fatto poi che non toccherebbe a Landini, in quanto sindacalista, farsi carico delle soluzioni, ma alla "politica", sostenendo implicitamente che Landini non farebbe politica, è addirittura esilarante.
La questione invece è molto più semplice. Rispetto ad un imprenditore che decide di non voler più investire in Italia e di andarsene altrove, che si fa?
Marchionne lo sta facendo in maniera strisciante. Altri lo fanno da una sera alla mattina.
E qual'è la soluzione? Occupare le fabbriche. E poi?
La questione è questa. Il resto sono chiacchiere.
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- Iscritto il: 15/05/2012, 9:38
Re: La vicenda FIAT
Ma complimenti!!!!!Bla, bla, bla... con l'unico intento di dimostrare di essere anime belle rispetto a tutti gli altri.
Soluzioni concrete: zero.
Mi dispiaccio davvero per te.
Se ti riduci al livello della Santanchè deve essere per grave e profonda mancanza di argomenti.
Ma non sei certo l'unico, sei in compagnia.
Non buona, magari, ma numerosa si.
soloo42000
Re: La vicenda FIAT
Questa della Santanché è la ciliegina sulla torta... a proposito di argomenti.
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- Iscritto il: 15/05/2012, 9:38
Re: La vicenda FIAT
Cosa c'e' da controargomentare se hai scelto il livello di Sallusti?Bla, bla, bla... con l'unico intento di dimostrare di essere anime belle rispetto a tutti gli altri.
Tocca solo votargli contro.
A lui e a quelli che lo imitano.
Scusa ma adesso devo andare a controllare se gli scienziati cerchiobottisti PD in Giunta hanno sbragato e come.
Salut.
soloo42000
Re: La vicenda FIAT
In verità c'era anche altro:soloo42000 ha scritto:Cosa c'e' da controargomentare se hai scelto il livello di Sallusti?Bla, bla, bla... con l'unico intento di dimostrare di essere anime belle rispetto a tutti gli altri.
Tocca solo votargli contro.
A lui e a quelli che lo imitano.
Scusa ma adesso devo andare a controllare se gli scienziati cerchiobottisti PD in Giunta hanno sbragato e come.
Salut.
soloo42000
Ma evidentemente non sai rispondere e ti attacchi a Santanché e Sallusti.La questione invece è molto più semplice. Rispetto ad un imprenditore che decide di non voler più investire in Italia e di andarsene altrove, che si fa?
Marchionne lo sta facendo in maniera strisciante. Altri lo fanno da una sera alla mattina.
E qual'è la soluzione? Occupare le fabbriche. E poi?
Bravo! Vatti ad acculturare con Ballarò.
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Re: La vicenda FIAT
Ti ho risposto più e più volte, in realtà.Ma evidentemente non sai rispondere e ti attacchi a Santanché e Sallusti.
Bravo! Vatti ad acculturare con Ballarò.
Oramai sono anni che ci "frequentiamo" e ci rispondiamo.
Certi toni "Arlecchiniani" li hai scelti di tua volontà, potevi evitarlo, ma non l'hai fatto.
La realtà e' che ciò che dico, come si dice a Monza, da un'orecchio ti entra e dall'altro ti esce.
Più si dice che ci sono strati di popolazione massivi per i quali non è materialmente accettabile il paradigma liberista, più si tenta di riproporlo come dogma persino a fronte di fallimenti epocali.
E' un disco rotto che si è incantato.
Un circolo vizioso in cui più il liberismo ci riduce in miseria più si pretende che sia il mercato a salvarci.
La politica del PD è ormai riassumibile in 3 bullet da terza elementare:
- la PA non si tocca, può sperperare alla grande, altrimenti perdiamo i voti clientelari
- l'evasione/elusione non si tocca, altrimenti i media di "lorsignori" ci fanno a pezzi
- per cui tagliamo i servizi: scuola, sanità, pensioni, investimenti, sicurezza, ammortizzatori
Parliamo di centinaia di miliardi di euro bruciati ogni caXXo di anno, e l'unica cosa che sa
tirare fuori la politica è il taglio di servizi, diritti e stipendi a scapito di chi tira avanti la baracca!!!!
E il tutto non è discutibile.
Altrimenti "sei un'anima bella che dice bla bla bla", a proposito degli argomenti di Santanchè.
E del resto poi "sennò le imprese se ne vanno", a proposito di argomenti alla Sallusti.
Ormai manca solo che qualcuno dica: "se non hanno più pane che mangino brioche", e poi siamo a posto.
Te la canti e te la suoni.
Te e il PD in genere, partendo dall'ala liberista che gioca irresponsabilmente con le vite degli altri,
e in questi anni di crisi vediamo le conseguenze, all'ala popolare, che fino a ieri giocava ai valori non negoziabili, all'ala sinistra, che tira a campare.
Il tutto all'insegna dell'inciucio con le destre liberiste, tanto per rimanere in tema di chi rappresenta chi.
Benissimo, ma allora non incazzarti se ti si dice: questo schifo votatelo te.
Ciao.
soloo42000
Ultima modifica di soloo42000 il 11/09/2013, 15:50, modificato 1 volta in totale.
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