IL SEGRETARIO PD CANDIDA L'EX SINDACALISTA. IL CAVALIERE «ANNUISCE»: «BUON NOME»
Bersani-Berlusconi, intesa su Marini
Ma Renzi: «È un dispetto al Paese»
Vendola: «Contrari a intese per un governissimo».
Ok da Scelta civica. Pesa il no di Renzi
E' una candidatura trasversale quella che sta prendendo corpo in queste ore. E porta il nome e il cognome di Franco Marini, 80 anni, ex segretario generale Cisl ed ex presidente del Senato. E' il profilo che unisce il Pd, il Pdl con Berlusconi che si è spinto a definirlo «un buon nome» e anche Scelta Civica, che per bocca di Andrea Olivero ha evidenziato come sarebbe «il segno di un'apertura della politica».
Gli ex presidenti di Senato e Camera Franco Marini e Fausto Bertinotti (Ansa)
E' una candidatura trasversale quella che sta prendendo corpo in queste ore. E porta il nome e il cognome di Franco Marini, 80 anni, ex segretario generale Cisl ed ex presidente del Senato. E' il profilo che unisce il Pd, il Pdl con Berlusconi che si è spinto a definirlo «un buon nome» e anche Scelta Civica, che per bocca di Andrea Olivero ha evidenziato come sarebbe «il segno di un'apertura della politica».
Renzi: «Marini? Dispetto all'Italia»
Alle Invasioni Barbariche
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GLI SCONTENTI - Ma la candidatura del popolare Marini trova comunque diversi scontenti. Il no più fragoroso è quello di Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze lo aveva già bocciato in una lettera inviato a un quotidiano qualche giorno fa. E lo ha ribadito alle Invasioni Barbariche dove ha definito la sua eventuale elezione «un dispetto al Paese». E su Twitter arriva anche la bocciatura di Ignazio Marino, candidato Pd alle comunali di Roma: «Non credo Marini possa rappresentare l'Italia di oggi e di domani».
LA ROSA DEI CANDIDATI - Nel pomeriggio era circolata l'ipotesi che Bersani avesse presentato a Silvio Berlusconi la rosa dei candidati alla presidenza della Repubblica. Dell'elenco di personalità prese in considerazione per il Quirinale ne avrebbero fatto parte Giuliano Amato, Massimo D'Alema e Franco Marini.
LA SMENTITA E LA FURIA DI VENDOLA - Ma la dirigenza del Partito democratico aveva smentito questa rosa. Questo non ha impedito una furiosa reazione di Nichi Vendola. «Se le intese, gli accordi e i dialoghi» che sono in corso in queste ore sul futuro Presidente della Repubblica costituiscono «la prova d'orchestra di un governissimo allora esprimiamo la nostra radicale contrarietà», ha spiegato.
(Imagoeconomica)
L'APERTURA A GRILLO - Sel va, quindi, verso il Movimento 5 Stelle: «Non è una questione di nomi, tutti meritano rispetto, ma la discussione riguarda il merito e ha delle ragioni politiche di fondo: se lavoriamo nella direzione dell'inciucio non stiamo facendo l'interesse del Paese, mentre invece bisogna guardare con attenzione alle proposte di M5S». E riguardo alla candidatura, da parte del M5S, di Stefano Rodotà, Vendola incalza Bersani: «Invitiamo il Pd a riflettere su questo, per un voto con i due-terzi o si guarda a destra o a sinistra. Guardare a destra è un suicidio, guardare a sinistra un'opportunità».
MA GRILLO "SCOMMETTE" SU AMATO - Eppure il comico Beppe Grillo - nonostante la volontà di far eleggere Rodotà - si mostra scettico su questa possibilità e scommette su Giuliano Amato: «Secondo me faranno presidente Amato», ha detto il guru M5S conversando con i militanti a Maniago, in Friuli Venezia Giulia. «Noi insisteremo su Rodotà. Anche Gino Strada era entusiasta di Rodotà», ha comunque ribadito.
GLI SCRUTINI - La Commissione ha poi deliberato che verranno tenuti due scrutini al giorno, uno alle 10 e uno intorno alle 15-15.30, anche nel fine settimana. Ogni votazione (compreso lo spoglio) durerà circa quattro o cinque ore. Gli elettori sono 1007 (630 deputati, 319 senatori, 58 delegati delle Regioni). Nei primi tre scrutini occorre la maggioranza di due terzi, pari a 672 voti. Dalla quarta, eventuale, votazione (venerdì pomeriggio) basta la maggioranza assoluta, pari a 504 voti.
Redazione Online
17 aprile 2013 | 22:58
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