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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • quo vadis PD ???? - Pagina 252
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Re: quo vadis PD ????

Inviato: 24/09/2013, 18:08
da camillobenso
Cose di casa Diccì - 36


..................In hoc signo vinces

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Corriere 24.9.13

Contabili, guardie del corpo, segretarie: rabbia e timori dei 200 lavoratori «dem»

di Monica Guerzoni


ROMA — «Nemmeno ai tempi della Bolognina c’è mai stato un momento in cui qualcuno lavorava contro la ditta, mai! I dirigenti si sono massacrati, si sono rotte amicizie e frantumati rapporti, ma nessuno osava mettere in discussione la casa...».

La Casa del Pd è nel cinquecentesco palazzo del Nazareno e il dipendente che, a pochi metri dall’ingresso di via di Sant’Andrea delle Fratte, accetta di parlare sotto anonimato, è uno che le ha viste tutte, dalla svolta di Occhetto alla reggenza di Epifani.

Il suo stato d’animo è quello di tanti colleghi, frastornati dalla «follia» di cui i dirigenti democratici hanno dato prova nella due-giorni dell’Assemblea nazionale:

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

«Si pongono solo il problema del potere, stanno tagliando il ramo su cui sono seduti».

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Se i muri del Nazareno potessero parlare scandirebbero termini come «rabbia», «preoccupazione», «frustrazione», misti ad altre emozioni ricorrenti come «passione» e «speranza».

E tra i quasi duecento lavoratori Dem — guardie del corpo e segretarie, ragionieri e addetti alla manutenzione, portavoce e funzionari degli enti locali — c’è anche chi ha paura.

Paura di parlare con i giornalisti e paura che la fine del finanziamento pubblico ai partiti si porti via il posto di lavoro.

La porta del Nazareno è sempre aperta, ma già l’accoglienza dice quanto gelida sia l’aria che tira.


Scusi, lei è un dipendente del Pd o lavora per una società esterna?

«Non rispondo a queste domande», chiude metaforicamente l’uscio uno dei portieri.

E Roberto Cocco, che per oltre due lustri è stato l’ombra di Walter Veltroni:
«Ho massimo rispetto per il vostro lavoro, ma preferisco non parlare».

Dallo scalone scende Roberto Cuillo, già portavoce di Piero Fassino quando era segretario dei Ds e ora responsabile della redazione web.

«Com’è il clima? Lo dico con un piccolo esempio. Per un mese e mezzo ho chiesto un incontro a Davide Zoggia, ma non mi ha mai ricevuto. Eppure mi ha nominato lui. Ecco, non vorrei che questo clima finisse per cambiare anche i rapporti umani tra di noi».

I pochi amici di Matteo Renzi che al Nazareno hanno un contratto a tempo indeterminato raccontano di sentirsi emarginati.

Il «tortellino magico» nel quale si era rinchiuso Pier Luigi Bersani non esiste più, ma l’ex segretario ha chiesto (e ottenuto) una stanza di fronte a quella del successore Epifani.

Un particolare che i veltroniani rivelano per ricordare, in modo un po’ agiografico, come il primo leader fece gli scatoloni il giorno stesso in cui diede le dimissioni.

«La cosa più amara è stata scoprire che la famosa “ditta” di cui parlavano i bersaniani era la loro ditta e non quella del Pd», si sfoga Domenico Petrolo, che nel 2008 lavorò sodo per la campagna in pullman di Veltroni.

Il malessere contagia tutti i settori, paralizzati da un’atmosfera di stallo.

«È grazie a Epifani se la data del congresso non si tocca — riconosce Lino Paganelli, responsabile delle Feste — Andare oltre l’8 dicembre sarebbe una sciagura, perché tutto resterebbe immobilizzato».

Chi si affaccia nelle stanze dell’ufficio stampa trova un pool affiatato, afflitto però dalla mesta sensazione che «saranno i dipendenti a pagare il prezzo più alto».

Una ragazza parla a lungo, conferma stima e fiducia al segretario, ma confessa anche la delusione e la frustrazione di chi lavora in un partito che non è riuscito a vincere le elezioni: «Le sconfitte fanno scoppiare le guerre».

Dice nome e cognome, saluta e se ne va. La sera però richiama e ci ripensa: «Preferisco non essere citata, non me la sento... Qui è un momento molto difficile».

L ’Unità , storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci, rischia brutto.

Sui territori le risorse sono finite e per tanti dipendenti non c’è che la cassa integrazione.

A metà del prossimo anno i soldi per pagare gli stipendi saranno agli sgoccioli anche a livello nazionale e allora l’elefantiaca struttura del Pd sarà giocoforza ridimensionata.

Ma a sentire i dipendenti l’angoscia per il posto di lavoro è solo una parte della storia, l’altra parte è «l’incubo di sprofondare nelle sabbie mobili», è la «stagnazione», il timore che «il Pd lentamente affoghi, dilapidando un patrimonio culturale e politico».

Per raccontare la crisi basta un numero: nel 2012 i tesserati erano circa mezzo milione, oggi il dato oscilla intorno ai 200 mila, una emorragia che spaventa dirigenti e dipendenti. Al Nazareno fa notizia il post della militante Gianna Pieragostini («pioniera, Pci, Pds, Ds, Pd»), che ha raccontato su Facebook di essere stata respinta da via dei Giubbonari dopo mezzo secolo di tessera in tasca: «Mi hanno risposto che “i nuovi iscritti” (cioè io sarei una nuova iscritta) debbono fare un “colloquio di ammissione” con la segretaria... P.s. preciso che il circolo è quello dove si è iscritto Barca».

Giovanni Lattanzi, coordinatore del dipartimento Ambiente, riflette sull’appeal che il Pd ha perduto.

Lo sconcerto dei militanti lui lo vede ogni giorno, eppure non intende arrendersi: «Ho preso la tessera quando avevo 18 anni, ne ho 40 e ci credo ancora».

Non è arrabbiato? «Scriva pure che sono inc... Però penso che se ci sbrighiamo a fare il congresso le elezioni le vinciamo noi».

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 24/09/2013, 19:53
da iospero
Caro iospero.Solo il M5S può cambiare questo paese, non i partiti tradizionali collusi con tutto.Bisogna cambiare tutto di questo paese e lo può fare un movimento che non ha collusioni con nessuno e la maggioranza per governare.Mi domando per quale motivo lo difendete ancora il PD è indifendibile ormai.
Ciao
Paolo11


Nella storia democratica italiana l'exploit del M5S, che si presentava per la prima volta alle elezioni politiche nel febbraio scorso, non ha precedenti.
Io non credo come disse Renzi che sarebbe stato sufficiente per il PD chiedere di annullare il finanziamento ai partiti per ottenere la vittoria, credo invece che la molla che ha mosso milioni di cittadini sia stata la possibilità di partecipazione alle decisioni politiche,
una democrazia diretta anora dA DEFINIRE , la presentazione della proposta di legge sostenuta dai M5S "quorumzeropiùdemocrazia".
Il "Non Statuto" la maggior parte dei votanti non lo conosceva nemmeno, e quella assurda clausola che vieta di fare coalizioni con gli altri partiti lo stesso non era conosciuta.
Oggi , a differenza del passato, è proprio l'esistenza del M5S con quella assurda posizione che blocca il sistema politico italiano e continuerà a bloccarlo se non si farà una legge elettorale , ad es. in due turni, che permetta ai cittadini di riposizionarsi al secondo turno.

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 26/09/2013, 13:20
da soloo42000
Che Renzie abbia capito chi sono i suoi Amici?
Leggete qua.

Certo poi bisognerebbe capire se è vero, che
ne pensano Renzie e renziani, dato che le campagne
oggi si fanno a rutti (tutti, non solo Renzie), e neanche
un anno fa andavano ancora dietro a Fornero e Marchionne...

Oggi si convertono tutti a Prodi?


soloo42000

'Matteo e io faremo così'
di Luca Sappino

Il lavoro. I diritti. I meriti. Le tasse. La competizione. Il ruolo dello Stato e quello dei privati.
Parla Yoram Gutgeld, il principale consigliere di Renzi: quello che un domani potrebbe fargli da ministro dell'economia
(26 settembre 2013)



«Ci servirà tempo. Anche due legislature». Yoram Gutgeld, deputato, è il consigliere economico di Renzi. E per spiegare il paese che hanno in mente, lui e Matteo, chiede soprattutto tempo: «non si può far nulla in un anno o due, come invece vorrebbero fare i governi d'emergenza». Letta si rassegni, dunque: «la prossima legge di stabilità sarà il momento della verità per il governo», dice Gutgeld, ma poi meglio un «monocolore Pd». A guida Renzi, ovviamente.

Già, ma per fare cosa?
«Quello su cui punterà Renzi può deciderlo solo lui, ma io ho una filosofia».

Tocca a Letta, ora, ma voi avreste voluto essere già al governo. Simuliamo: come avreste gestito l'affare Telecom?
«Io farei subito i decreti attuativi della legge di Monti sulla Golden Power, dicendo a chi vuole comprare di fare l'Opa, così come Enel fece con Endesa. Il problema della vicenda Telecom, ovviamente, non è l'italianità: i problemi che io vedo sono l'alto debito che ha Telefonica e il fatto che potrebbe esser costretta a vendere la partecipazione brasiliana di Telecom, per ragioni di antitrust. Il rischio è che la rete fissa sia utilizzata come una cash-cow, una mucca da mungere».

Letta dice «vigileremo ma è privata», dovrebbe fare di più?
«Aspettiamo martedì di sentire cosa dirà Letta. Certo è che Telecom è una delle poche aziende italiane che produce innovazione e fa investimenti: che fine faranno queste attività?».

Altro tema: Imu e Iva. Che fareste?
«Togliere l'Imu dalle case grandi è come prendere ai poveri per dare ai ricchi. E' una mossa depressiva. Io ho elaborato una proposta molto precisa, indicando una soglia di esenzione a 300 euro. Già così si esenterebbe la metà delle case. Sia per la crescita che per la giustizia sociale è molto meglio ridurre l'Irpef».

E l'Iva?
«Ovviamente sarebbe meglio evitare».

Ma dove prendereste i soldi?
«Quello che sostengo e che ho cercato di suggerire a Matteo già alle primarie è che maggiore equità, nel caso dell'Italia, produce maggior ricchezza. Io sono contrario alla tassa Hollande sui patrimoni o sui redditi alti che peraltro ha prodotto poco più che un miliardo. Sono contrario all'idea di voler «far piangere i ricchi», come disse Bertinotti. Da noi l'equità passa per il contrasto dell'evasione, soprattutto delle fasce medio alte. Sarebbe un atto di giustizia sociale e grande stimolo per l'economia. Da noi chi guadagna 20mila euro all'anno paga il doppio delle tasse che pagherebbe in Germania, mentre chi ne dichiara 100mila paga più o meno la stessa cifra: non è possibile. Questa è la filosofia: equità. E non contro i ricchi ma contro gli evasori».

Lei ha sdoganato la parola "sinistra" associata a Renzi.
«Ma le idee erano già di Matteo. Io sto cercando di dargli veste più organica».

Senza demonizzare la spesa.
«Affermando il concetto di stato sociale come motore di sviluppo. Negli ultimi ventanni la nostra spesa corrente, al netto di quella per gli interessi e le pensioni, per gli assegni che elargisce lo stato, è rimasta lì, ferma, come incidenza sul Pil. Siamo diventati uno dei paesi con la spesa più bassa, calando di 3,5 punti quando tutti aumentavano. Se poi vediamo invece la singola voce degli assegni noi abbiamo aggiunto quattro punti, quando l'Europa ne ha tolti mediamente due. Perché è importante questo? Perché i paesi che hanno avuto crescita più forte, come Olanda e Finlandia, hanno investito in serviti e ridotto gli assegni».

E come cambiereste allora?
«Trasformando la spesa per assegni in servizi. Faccio l'esempio dell'invalidità, della non autosufficienza. Oggi i contributi assegnati dall'Inps, dalle Asl e dai comuni, non coordinati, producono soprattutto un esercito di badanti che lavorano i nero e mandano i soldi nel loro paese d'origine. Offrendo direttamente noi, i servizi, creeremmo lavoro qualificato e un'offerta più mirato e modulabile. Siamo diventato un paese bancomat e non funziona. Sono tutte cose di sinistra? Di buonsenso, direi. La mia idea è che se si produce equità - e non eguaglianza - si cresce».

E la spendig review?
«La spesa deve calare, ma quella della macchina, degli acquisti. Per quella sociale, invece, noi abbiamo bisogno che trenta miliardi di assegni, si trasformino in servizi. La spesa va revisionata, certo, ma per fare un lavoro serio non bastano 18 mesi, servono almeno 5 anni: avendo tempo per si possono ridurre 30 miliardi, ma senza tagli lineari. Ad esser onesti, invece, dovremmo dire che il primo anno non fai quasi quasi niente, e ti serve per impostare scelte che non calino dall'alto».

Non come i governi con scadenza a 18 mesi?
«Non voglio dire niente di male su Letta. Si è trovato tra le mani una legge di stabilità già fatta. La prossima sarà il suo momento di verità».

E dove taglierebbe?
«Faccio sempre l'esempio della difesa. Gli israeliani hanno due o tre volte la nostra forza di fuoco e ma il loro esercito costa la metà. Ecco: più che occuparci degli F35 - per cui, nel formulare un giudizio, non si può non partire dal piano generale degli armamenti - dovremmo notare che il 75 per cento della spesa militare non sono gli armamenti, ma tutto il resto. La spesa insomma deve essere più produttiva».

Come?
«Non facendo, è chiaro, come è stato fatto per il piani di rientro sanitari, in molte regioni, dove si è prevalentemente tagliato il servizio. La via non è quella: devi contenere costi, mantenendo i servizi. Come si fa? Bisogna ad esempio mettere un po' di meritocrazia, introducendo un sistema di premi e impostando così anche la carriera, per merito e non per anzianità».

Ichino, che consigliava Renzi prima di lei, dice che lei sottovaluta la riforma del lavoro...
«Io dico che ciò che è determinante per il recupero della competitività è l'aumento dei salari per stimolare i consumi, più dell'articolo 18».

Quali sono le prime riforme da fare?
«Una riforma del fisco, per farlo più semplificato e dialogante, andando ad esempio verso la fatturazione elettronica e le dichiarazioni precompilate. Abbiamo poi bisogno di una deburrocratizzazione dello stato. Se ne parla sempre e se è fatto pochissimo. Fare leggi di semplificazione non serve. Dobbiamo partire dall'idea che la pubblica amministrazione deve trattare i cittadini e le imprese non come sudditi ma come clienti. Se lo stato è un prestatore di servizi a chi paga i suoi costi, alle varie strutture diremo: vi misureremo dal livello di servizi che offrite. E poi ancora dobbiamo rivedere gli investimenti».

Grandi o piccole opere?
«Noi ora o facciamo le grandi opere o facciamo finanziamenti a pioggia. I progetti europei attualmenti aperti 660 mila: ma come si fa a seguirli tutti, a non pensare che servano per il consenso. Sceglierei una via di mezzo, opere medie: la viabilità nelle città, le ristrutturazioni delle scuole, gli interventi di risparmio energetico. Danno più lavoro e servono di più».

Volete riuscire dove non sono riusciti gli ultimi tre governi.
«Per completare tutto ci servono una o due legislature».

Tutte queste cose le potrete fare solo con un monocolore Pd?
«Sarebbe meglio, sì. Ma non è scritto da nessuna parte che queste riforme non si possano fare anche con delle grandi coalizioni. In Germania hanno fatto molto, pur avendo dei governi larghi. Anche il nostro può ancora fare qualcosa: il suo momento della verità sarà la prossima legge di stabilità».

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 26/09/2013, 13:47
da Amadeus
solooooooooo
accidempoli :D :D :D
finalmente Renzi ( o chi per lui) ha risposto ai tuoi quesiti esistenziali :mrgreen: con una prospettiva niente male

ammazza che capitomboli
ha pure messo le mani avanti per le prossime 2 legislature
8-)

Prodi è come il trench sfoderato di Burberry's
va bene a qualsiasi latitudine in qualsiasi stagione :D e ci fa pure la sua figura .
cretino chi non lo mette in valigia 8-)

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 26/09/2013, 14:09
da soloo42000
finalmente Renzi ( o chi per lui) ha risposto ai tuoi quesiti esistenziali con una prospettiva niente male
Troppo bello e troppo facile.
Perchè a ottobre correvano dietro a Ichino?
Perchè risponde questo oscuro signore e non Renzie?

Non mi fido più.


soloo42000

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 26/09/2013, 21:14
da mariok
Bersani ad otto e mezzo insiste nel sostenere di non aver sbagliato nulla.

E che altro doveva succedere per riconoscere di aver sbagliato in qualcosa?

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 26/09/2013, 23:54
da camillobenso

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 27/09/2013, 2:19
da camillobenso
I giri in giostra - 2


Quando ero piccolina, era una canzone in voga negli anni ’40 – ’50. Potrebbe tornare in voga oggi, al crepuscolo della lunga agonia del Bel Paese.

Quand'ero piccolina la vecchia zia Evelina
in cambio di un inchino mi dava mezza lira,
e io me ne andavo di corsa sui bastion
salivo sulla giostra a suon di un organino
e sul cavallo a dondolo cantavo una canzon.
Cin cin, che bel oeoeoe
cin cin, che bel oeoeoe
avanti 'ndre
avanti 'ndre
che bel divertimento,
avanti 'ndre
avanti 'ndre
la vita e' tutta qua!!



In modo particolare:

avanti 'ndre
avanti 'ndre
che bel divertimento,
avanti 'ndre
avanti 'ndre
la vita e' tutta qua!!



Nei momenti cruciali della crisi, il minimo che ti aspetti è che chi è al timone, lo posizioni sulla rotta giusta per uscire dalla tempesta.

La malasuerte però riserva al Titanic Italia la guida dello Schettino di Hardcore. Già nella legislatura 2001-2006, aveva dato pessima prova di sé lasciando che il divario ricchi-poveri si allargasse a dismisura.

La crescita tricolore è sempre stata bassa rispetto alle nazioni europee. Nessuna politica industriale di rilancio.

Pretenderla da un barzellettiere era troppo. Prodi, che gli subentra nel 2006 riuscirà a fare ben poco anche per via della scarsa qualità di tutta la coalizione.

Quando ritorna al comando lo Schettino di Hardcore nel 2008, il mondo viene attraversato dalla crisi internazionale più grave degli ultimi 100 anni.

L’icona del Titanic che affondava è rappresentata dall’orchestrina che continuava a suonare.

L’icona del Titanic Italia che stava affondando nel novembre 2011, è rappresentata dalle parole del comandante Schettino padano.

http://www.youtube.com/watch?v=LsSCrHzwW8w


I comici negli ultimi 5 anni hanno preso il sopravvento.

Ma ai tricolori, completamente narcotizzati sta bene cosi.

Quando a metà novembre 2011, sale in plancia il salvatore della Patria, un’austero Professore di Varese, naturalizzato meneghino, i tricolori gli tributano una standig ovation di alcuni mesi.

Prima che si accorgano del fritto misto che Monti riserva ai tricolori, passeranno dei mesi. Scalfari uno dei suoi più accaniti fans, a cui ha dedicato sistematicamente l’omelia domenicale celebrando le virtù del salvatore della Patria, si dichiarerà deluso un anno dopo l’incarico. Un fulmine di guerra il vecchio Eugenio.

Ieri sera Bersani, in versione “Pane & volpe”, nel confessionale della Lilli, ha consumato l’ennesimo errore politico.

Rapidi ed invisibili,…passano i sommergibili,……..l’ex ragazzo di Bettola, confessa “F urbi et orbi”, che non hanno capito per tempo che rimanere da soli a sostenere il preside della Bocconi è costato caro ai pidiccini.

Sai che roba, lo avevano capito subito anche all’Asilo Mariuccia.

Ma ai tricolori continua ad andar bene così.

Dopo lo stallo delle elezioni, il solito Berlu se li beve di nuovo tutti quanti, anche se è arrivato terzo alla gara nazionale.

Viene eletto il presidente della Repubblica che voleva lui. Viene fatto il governo che voleva lui. Viene fatto premier che voleva lui.

A ritanga.

I demopiddini, raccontano la magnificenza di Lettanipote. Jo condor piace a molti. Anche a destra e nella zona neutra.

Ti verrebbe voglia di urlare, di fronte agli inesauribili devoti di San Tommaso.

Ma sai che comunque non c’è niente da fare, i devoti lettiani se non toccano con mano non credono.


Alla chetichella due mesi dopo, come per l’ex rettore magnifico, gettano la spugna. Non credevano che pastafrolla Enrico si dedicasse al democristianissimo sport del “rinvio”, invece di governare.

San Tommaso ha fatto il miracolo. Altro che padre Pio e San Gennaro.

L’economia, e l’economia legata alla produzione industriale per i due affiliati a Bildelberg e alla Trilaterale non esistono.

Esiste solo la politica del salvataggio delle cosche.

In questo Monti e Letta si sono dimostrati da 8 meno meno.

Ho letto l’articolo postato da soloo42000 in merito all’intervista di:

Parla Yoram Gutgeld, il principale consigliere di Renzi: quello che un domani potrebbe fargli da ministro dell'economia
(26 settembre 2013)

E allora ti viene in mente la canzone in voga 70 anni fa:

avanti 'ndre
avanti 'ndre
che bel divertimento,
avanti 'ndre
avanti 'ndre
la vita e' tutta qua!!


La giornata di ieri è stata classificata come “drammatica” dai Tg. Infatti lo è stata, ma verranno giorni anche peggiori.

E’ l’una e trenta del 27 settembre 2013. Davanti a tanta pochezza, ma soprattutto il niente di fronte ai problemi reali del Paese per quello che viene spacciato di contrabbando come il “nuovo”, non sai cosa fare, se ridere o se piangere.

Gli economisti in questo Paese li devono aver avvelenati tutti quanti.

Che fossero ritornati i Borgia?????

Allora per non fare la fine di Silvietto che non dorme da 55 giorni ed è calato di 11 chili, conviene stordirsi con Grace Jones .

http://www.youtube.com/watch?v=q1IYUvrn8gk

Antony Queen

http://www.youtube.com/watch?v=4UV6HVMRmdk

Renzo Arbore

http://www.youtube.com/watch?v=TY4I6S4qKFI

http://www.youtube.com/watch?v=IZStG_qd-e4


Pavarotti

http://www.youtube.com/watch?v=d_mLFHLSULw

http://www.youtube.com/watch?v=O0Sx5lbVlQA


Glenn Miller

http://www.youtube.com/watch?v=O0Sx5lbVlQA

E andare nel Nirvana in attesa di diventare preda di Morfeo.

Siamo proprio messi male,………per non dire conciati da sbatter via come si dice da queste parti.


Qualcuno nel tardo pomeriggio ha avanzato l’ipotesi che questo disastro è stato studiato scientificamente a tavolino per riportare indietro le lancette della storia.

Con i tricolori narcotizzati tutto è possibile.

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 27/09/2013, 7:12
da soloo42000
Qualcuno nel tardo pomeriggio ha avanzato l’ipotesi che questo disastro è stato studiato scientificamente a tavolino per riportare indietro le lancette della storia.

Anche col Diavolo, in miseria all'inferno, ma mai con "le sinistre".
Questo e' il piano.

Bastava che Monti, personaggio di grande spessore, come lo si pensava
a novembre 2011, al primo ricatto berlusconiano, cioe' a inizio 2012
quando hanno iniziato a voler attaccare i diritti dei lavoratori.
Bastava che Monti prendesse atto e riconoscesse l'irragionevolezza di avere
al tavolo i falchi PdL, e la Storia sarebbe cambiata.

Saremmo forse andati a elezioni in autunno 2012.
Ma magari SC si sarebbe presentata come "quella destra ragionevole
che comprende le ragioni dell'avversario di sinistra".
La campagna sarebbe stata all'insegna dell'antipopulismo.
E le cose sarebbero andate diversamente.

Ma purtroppo.
Monti ha seguito l'istinto dei liberisti de' noantri.
Mai con le sinistre.
Paralizzando la campagna elettorale del CSX.
Ma portando a casa un risultato comunque miserevole.
Dato che il campione del "mai con le sinistre" e' e rimarra'
sempre Lui: Berlusconi.
[scusate la L maiuscola, ma comincio davvero ad ammirarlo come tenacia e lucidità,
benchè indirizzati solo verso i propri interessi]

Oggi, fine 2013, non dovrebbero neanche porsi il problema.
Di fronte a un delinquente che ricatta il Parlamento lasciando
andare il Paese alla deriva dovrebbero far cadere il governo.
Monti, Napolitano, Epifani e Letta prima di tutto... ma pure Renzie.
E invece siamo qui appesi alle genialate di Brunetta e Santanche'.
E intanto i mesi passano.
E la nave si piega.
Si avvicina il semestre di presidenza UE, e quindi la figura di palta colossale:
presiedere il "governo UE" stando al governo con un pregiudicato
che sta ricattando e affondando l'Italia intera.

Poi dice che i tedeschi non hanno ragione a ritenerci cicale e a volerci
fuori dalla UE.




soloo42000

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 29/09/2013, 11:49
da paolo11
IO mi domando solo una cosa.Ma il PD e il PDL prima di fare il governo assieme si sono parlati! Si sono messi dei paletti:tipo quando arriveranno le sentenze Berlusconi come agirà il governo sapendo che Silvio ne ha ancora dei processi.Questo mi piacerebbe sapere : si sono chiariti all'epoca?
Ciao
Paolo11