quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
Comunque la discarica in realtà è comunista
Ha stabilito che chi ha il superattico a Piazza di Spagna è uguale a chi ha una casa alla Magliana, entrambi sulla prima casa non pagano niente
Siamo tutti uguali
Evviva
Bleah
Ha stabilito che chi ha il superattico a Piazza di Spagna è uguale a chi ha una casa alla Magliana, entrambi sulla prima casa non pagano niente
Siamo tutti uguali
Evviva
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: quo vadis PD ????
C'è una speranza nel PD.
dal blog http://www.ciwati.it
Una follia
di Pippo Civati
A Milano si direbbe una roba da matti.
Sì, perché a leggere delle decine di franceschiniani e lettiani che dal Parlamento sosterranno Renzi e delle centinaia che sosterranno Cuperlo, i giornalisti mi dicono: e tu chi hai?
Pochi ma buoni, verrebbe da rispondere. O forse pochissimi ma ottimi. I loro nomi li scoprirete nelle prossime settimane, cammin facendo. E non saranno endorsement, né raccolte punti, ma sfide politiche che lanceremo insieme.
C'è però un dato politico inoppugnabile: chi c'è già, non mi vota. Bella scoperta.
E però allora arriva una seconda domanda: chi te lo fa fare?
Cinicamente, perché tutti i consigli di questo tipo iniziano così, ti converrebbe andare con l'uno o con l'altro. Oppure dovresti lasciare da parte le tue posizioni più dure, così gli indecisi tra l’uno e l'altro verrebbero con te. Perché si polarizza, e lo so che sei alto nei sondaggi, ma poi lo sai come fanno le tessere? No, non lo so. E le tessere a macchinetta io non le faccio, rispondo io, con lo sguardo dell'interlocutore che si trasforma, che mi rimira come se avesse visto arrivare un aborigeno.
Sinceramente, che è l'unico avverbio con cui rispondere, preferisco avere con me persone decise. E penso che siano loro a dover guidare il partito.
Prima di tutto fuori dalle ipocrisie: perché ci sono molti che dicono di sostenere il governo che però non va bene, altri che dichiarano il cambiamento ma sono interessati alla conservazione, altri ancora che dicono una cosa prima del congresso e un'altra ne diranno, di senso contrario, dopo.
La gara a chi è più furbo non mi appassiona. Purtroppo, furbo non lo sono.
Ci vuole dell’altro per guidare il Pd fuori dai trucchi: non è con le tessere che si vince, ma con tutto il resto. Con le convinzioni, soprattutto.
A me non lo fa fare nessuno e rischio tutto quel poco che ho, che non è molto. Certo, anche la carriera, come si suol dire. Anzi, quella l'ho compromessa già. Ma non è che me ne freghi più di tanto, vi dirò. Anche se tengo famiglia come tutti, anche se lo so benissimo che non si dovrebbe fare così. Come si è sempre fatto. Del resto, è proprio per questo che mi candido, perché non si faccia più così. Come si è sempre fatto.
Non ho backstage, quello che vedete è quello che propongo. E non dovrebbe essere strano, dovrebbe essere la normalità.
E penso che per cambiare non si debba urlare, non si debbano tirare «fuori le palle» (la solita, maledetta questione maschile), no, si debba fare una buona politica. Che per me è a sinistra, come lo sono le novità vere. Non una sinistra burocratica, né nostalgica: una sinistra, che per definizione non è né burocratica, né nostalgica. Quella è la destra.
Per cambiare ci vuole il sentimento che travolge, ma solo per aprire la strada alla razionalità più limpida. Agli argomenti, ai contenuti, alle soluzioni tecniche più precise.
Per farlo si deve banalmente (!) dire quello che si pensa, e fare quello che si dice. E cambiare vuol dire sostituire le cose che non vanno. E certe volte bisogna farlo così, con gesto liberatorio e però definitivo, come quando si cambia vita.
Ecco, la mia proposta è questa: cambiare vita, cambiare linguaggio, cambiare punto di vista, rovesciare tavoli e consorterie. Pensate che faccia faranno quelli che da mesi ci dicono: non ci sono alternative. E che cosa penseranno quelli che da anni cercano la parolina giusta da dire, per risultare simpatici ed efficaci. Sarà divertente e sarà appassionante.
E lo sarà perché tutti sono lì a chiudere ventenni (quelli degli altri, perché i propri proseguono), sfruttando la decadenza che già c’è (del Paese, prima di tutto), mentre personalmente sono felice di farlo con molti ventenni, che stanno lavorando con me e con noi. Gratuitamente (e mi dispiace non avere tanti soldi solo per questo motivo, perché non averne è meglio per tanti altri) e con una determinazione che, come lo slancio vitale di quel filosofo, poi tende a diminuire e a ottundersi, per le ragioni sopra esposte.
Ultima precisazione: qui si corre per vincere. E per cambiare tutto quello che riusciremo. Gli altri non si preoccupino: ci sono altre opzioni in campo. Sono altrettanto buone, ma a mio modesto avviso non vanno nella direzione indicata. Manca loro un po’ di follia.
dal blog http://www.ciwati.it
Una follia
di Pippo Civati
A Milano si direbbe una roba da matti.
Sì, perché a leggere delle decine di franceschiniani e lettiani che dal Parlamento sosterranno Renzi e delle centinaia che sosterranno Cuperlo, i giornalisti mi dicono: e tu chi hai?
Pochi ma buoni, verrebbe da rispondere. O forse pochissimi ma ottimi. I loro nomi li scoprirete nelle prossime settimane, cammin facendo. E non saranno endorsement, né raccolte punti, ma sfide politiche che lanceremo insieme.
C'è però un dato politico inoppugnabile: chi c'è già, non mi vota. Bella scoperta.
E però allora arriva una seconda domanda: chi te lo fa fare?
Cinicamente, perché tutti i consigli di questo tipo iniziano così, ti converrebbe andare con l'uno o con l'altro. Oppure dovresti lasciare da parte le tue posizioni più dure, così gli indecisi tra l’uno e l'altro verrebbero con te. Perché si polarizza, e lo so che sei alto nei sondaggi, ma poi lo sai come fanno le tessere? No, non lo so. E le tessere a macchinetta io non le faccio, rispondo io, con lo sguardo dell'interlocutore che si trasforma, che mi rimira come se avesse visto arrivare un aborigeno.
Sinceramente, che è l'unico avverbio con cui rispondere, preferisco avere con me persone decise. E penso che siano loro a dover guidare il partito.
Prima di tutto fuori dalle ipocrisie: perché ci sono molti che dicono di sostenere il governo che però non va bene, altri che dichiarano il cambiamento ma sono interessati alla conservazione, altri ancora che dicono una cosa prima del congresso e un'altra ne diranno, di senso contrario, dopo.
La gara a chi è più furbo non mi appassiona. Purtroppo, furbo non lo sono.
Ci vuole dell’altro per guidare il Pd fuori dai trucchi: non è con le tessere che si vince, ma con tutto il resto. Con le convinzioni, soprattutto.
A me non lo fa fare nessuno e rischio tutto quel poco che ho, che non è molto. Certo, anche la carriera, come si suol dire. Anzi, quella l'ho compromessa già. Ma non è che me ne freghi più di tanto, vi dirò. Anche se tengo famiglia come tutti, anche se lo so benissimo che non si dovrebbe fare così. Come si è sempre fatto. Del resto, è proprio per questo che mi candido, perché non si faccia più così. Come si è sempre fatto.
Non ho backstage, quello che vedete è quello che propongo. E non dovrebbe essere strano, dovrebbe essere la normalità.
E penso che per cambiare non si debba urlare, non si debbano tirare «fuori le palle» (la solita, maledetta questione maschile), no, si debba fare una buona politica. Che per me è a sinistra, come lo sono le novità vere. Non una sinistra burocratica, né nostalgica: una sinistra, che per definizione non è né burocratica, né nostalgica. Quella è la destra.
Per cambiare ci vuole il sentimento che travolge, ma solo per aprire la strada alla razionalità più limpida. Agli argomenti, ai contenuti, alle soluzioni tecniche più precise.
Per farlo si deve banalmente (!) dire quello che si pensa, e fare quello che si dice. E cambiare vuol dire sostituire le cose che non vanno. E certe volte bisogna farlo così, con gesto liberatorio e però definitivo, come quando si cambia vita.
Ecco, la mia proposta è questa: cambiare vita, cambiare linguaggio, cambiare punto di vista, rovesciare tavoli e consorterie. Pensate che faccia faranno quelli che da mesi ci dicono: non ci sono alternative. E che cosa penseranno quelli che da anni cercano la parolina giusta da dire, per risultare simpatici ed efficaci. Sarà divertente e sarà appassionante.
E lo sarà perché tutti sono lì a chiudere ventenni (quelli degli altri, perché i propri proseguono), sfruttando la decadenza che già c’è (del Paese, prima di tutto), mentre personalmente sono felice di farlo con molti ventenni, che stanno lavorando con me e con noi. Gratuitamente (e mi dispiace non avere tanti soldi solo per questo motivo, perché non averne è meglio per tanti altri) e con una determinazione che, come lo slancio vitale di quel filosofo, poi tende a diminuire e a ottundersi, per le ragioni sopra esposte.
Ultima precisazione: qui si corre per vincere. E per cambiare tutto quello che riusciremo. Gli altri non si preoccupino: ci sono altre opzioni in campo. Sono altrettanto buone, ma a mio modesto avviso non vanno nella direzione indicata. Manca loro un po’ di follia.
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: quo vadis PD ????
http://www.youtube.com/watch?v=60NNjcGH ... ploademail
Taglio alle pensioni d'oro: i partiti si nascondono
Ciao
Paolo11
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Re: quo vadis PD ????
Noi manterremo tutte le promesse, avremo la coerenza di chi si mette in gioco» .
(Questa è la frase classica di tutti gli inchiappettatori mascarati che si sono alternati nello Stivalone negli ultimi 60 anni. Auguri a tutti noi)
Cose di casa Diccì - 37
..................In hoc signo vinces
-
L’album del pifferaio N° 3 - 1
(Gli italiani sono di scarsa memoria e più avanti non si
ricorderanno più le suonate in do maggiore di Superman
Renzie – Fonzie. A futura memoria.)
SULLA GIUSTIZIA: «AFFRONTARE OGGI IL TEMA DELL’AMNISTIA E DELL’INDULTO È CLAMOROSO ERRORE»
Renzi a Bari per la candidatura a segretario Pd
«L’Italia ha perso tempo negli ultimi 20 anni»
Il sindaco: «Cambiare le regole del lavoro, la riforma Fornero ha fallito». « Occorre ripartire dalla scuola, riaccendere la speranza»
«L’Italia ha perso tempo in questi ultimi venti anni, ha perso tempo e occasioni, non accettiamo l’idea che ci portino via la speranza» . Lo ha detto Matteo Renzi a Bari dove, nel pomeriggio, si è tenuta la manifestazione di lancio della sua candidatura a segretario del Pd. In questi 20 anni «un intero establishment politico ha fallito. Ora noi siamo qui per dire che cambiare e’ unica soluzione. Dobbiamo restituire una speranza», scandisce il sindaco di Firenze. «L’Italia ha perso tempo in questi ultimi venti anni, ha perso tempo e occasioni, non accettiamo l’idea che ci portino via la speranza» . Lo ha detto Matteo Renzi a Bari dove, nel pomeriggio, si è tenuta la manifestazione di lancio della sua candidatura a segretario del Pd. In questi 20 anni «un intero establishment politico ha fallito. Ora noi siamo qui per dire che cambiare e’ unica soluzione. Dobbiamo restituire una speranza», scandisce il sindaco di Firenze.
Renzi: l'Italia non è un paese finito, può vincere insieme al PD
Bari, Fiera del Levante - h24
http://video.corriere.it/renzi-italia-n ... d7e17127ae
«LA MIA CANDIDATURA, MALE NECESSARIO» - «Per alcuni del Pd la mia candidatura è una sorta di rassegnato abbandono, un male necessario» ha dettto Renzi. Qualcuno, ha proseguito, sembra pensare che «dopo di me c’è solo il mago Otelma, poi le abbiamo provate tutte. La scommessa che abbiamo di fronte è dare spazio non alla rassegnazione ma al cambiamento: il Pd se continua come adesso non vince e un partito che non vince mai non serve perchè vincere è l’unico modo perchè l’Italia torni a crescere».
I 3 CAMBIAMENTI - «Cambiare verso significa non provare a mettere la nostra bandierina, ma dire come immagino l’Italia da qui a 10-20 anni», ha spiegato da Bari. Tre dunque i cambiamenti. «Uno, l’Italia deve cambiare verso all’Europa», ha elencato, «due, il Pd deve cambiare verso all’Italia. Tre, noi dobbiamo cambiare verso al Pd». Sulla legge elettorale: «Entro novembre presentiamo la nostra proposta: chi ha vinto sia il “colpevole” delle cose che fa o non fa». Poi ha proseguito: questa legge, ha spiegato, è fatta di tre punti: «Quando scrutini sai chi ha vinto, chi vince governa ed è necessaria l’alternanza».
SULL’EUROPA - Per il sindaco, «l’Italia e’ credibile se cambia, se l’Italia cambia puo’ anche chiedere che cambino i paletti in Europa. Questi parametri, sono parametri di 20 anni. Fa bene il governo a rispettarli ma il principio del 3 per cento e’ superabile, certo che si puo’ chiedere in Europa di cambiare regole, ma lo potremo fare se prima cambiamo verso all’Italia. L’Italia deve cambiare verso all’Europa, il Pd deve cambiare verso all’Italia», sottolinea.
Renzi «inseguito» dai fan
Finito l'intervento a Bari, il sindaco viene circondato dai supporter
http://video.corriere.it/renzi-inseguit ... d7e17127ae
CAMBIARE REGOLE SUL LAVORO - «Lavoro, cambiare le regole del gioco sul lavoro è possibile - sostiene Renzi -: qui non c’è più la libertà di assumere, prima ancora che di licenziare.Le regole del lavoro devono essere le stesse in tutte Europa». E ancora: la riforma Fornero è stata un clamoroso autogol, bisogna avere il coraggio di dirlo».
INDULTO E AMNISTIA - «Affrontare oggi il tema dell’amnistia e dell’indulto è un clamoroso errore, un autogol. Cambiamo prima la Bossi-Fini e la Fini-Govanardi, non hanno funzionato e interveniamo su riforme strutturali, come la custodia cautelare», ha detto Renzi.
RIPARTIAMO DALLA SCUOLA - Il settore «da cui ripartire è la scuola: il Pd ha il voto del 43 per cento degli insegnanti ma non ci siamo mai preoccupati di loro. Gli insegnanti sono quelli a cui affidiamo i nostri figli ma non li abbiamo mai coinvolti in un progetto serio. Andiamo ad incontrarli scuola per scuola».
PD, ISCRITTI IN CRISI - «Sembra che il Pd debba chiudersi ed invece noi i circoli dobbiamo aprirli, spalancarli. Noi stiamo nei nostri circoli, dobbiamo aprirli - ha detto Renzi -. Vogliamo un Pd curioso che vada incontro alle persone giudicandole interessanti - ha detto dal palco - e coraggioso».
RISVEGLIARE LA SPERANZA - Infine la chiusura del discorso: «Da Bari inizia un cammino e noi dobbiamo riempire il tempo non con la logica del “chi se ne frega abbiamo già vinto”. Al di la delle scaramanzie, dirvi così è drammatico perché vuole impedirvi di diventare dei nomi, di mettervi in gioco. Diamo il nome dei nostri sogni all’Italia».
«Bisogna risvegliare la speranza perché l’Italia è migliore di quello che pensiamo. - è l’esortazione del sindaco-. Se vinciamo noi, il paese cambia verso. Al paese serve una rivoluzione radicale, chi vuole la conservazione fa bene ad avere paura.
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Noi manterremo tutte le promesse, avremo la coerenza di chi si mette in gioco» .
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ricorderanno più le suonate in do maggiore di Superman
Renzie – Fonzie. A futura memoria.)
SULLA GIUSTIZIA: «AFFRONTARE OGGI IL TEMA DELL’AMNISTIA E DELL’INDULTO È CLAMOROSO ERRORE»
Renzi a Bari per la candidatura a segretario Pd
«L’Italia ha perso tempo negli ultimi 20 anni»
Il sindaco: «Cambiare le regole del lavoro, la riforma Fornero ha fallito». « Occorre ripartire dalla scuola, riaccendere la speranza»
«L’Italia ha perso tempo in questi ultimi venti anni, ha perso tempo e occasioni, non accettiamo l’idea che ci portino via la speranza» . Lo ha detto Matteo Renzi a Bari dove, nel pomeriggio, si è tenuta la manifestazione di lancio della sua candidatura a segretario del Pd. In questi 20 anni «un intero establishment politico ha fallito. Ora noi siamo qui per dire che cambiare e’ unica soluzione. Dobbiamo restituire una speranza», scandisce il sindaco di Firenze. «L’Italia ha perso tempo in questi ultimi venti anni, ha perso tempo e occasioni, non accettiamo l’idea che ci portino via la speranza» . Lo ha detto Matteo Renzi a Bari dove, nel pomeriggio, si è tenuta la manifestazione di lancio della sua candidatura a segretario del Pd. In questi 20 anni «un intero establishment politico ha fallito. Ora noi siamo qui per dire che cambiare e’ unica soluzione. Dobbiamo restituire una speranza», scandisce il sindaco di Firenze.
Renzi: l'Italia non è un paese finito, può vincere insieme al PD
Bari, Fiera del Levante - h24
http://video.corriere.it/renzi-italia-n ... d7e17127ae
«LA MIA CANDIDATURA, MALE NECESSARIO» - «Per alcuni del Pd la mia candidatura è una sorta di rassegnato abbandono, un male necessario» ha dettto Renzi. Qualcuno, ha proseguito, sembra pensare che «dopo di me c’è solo il mago Otelma, poi le abbiamo provate tutte. La scommessa che abbiamo di fronte è dare spazio non alla rassegnazione ma al cambiamento: il Pd se continua come adesso non vince e un partito che non vince mai non serve perchè vincere è l’unico modo perchè l’Italia torni a crescere».
I 3 CAMBIAMENTI - «Cambiare verso significa non provare a mettere la nostra bandierina, ma dire come immagino l’Italia da qui a 10-20 anni», ha spiegato da Bari. Tre dunque i cambiamenti. «Uno, l’Italia deve cambiare verso all’Europa», ha elencato, «due, il Pd deve cambiare verso all’Italia. Tre, noi dobbiamo cambiare verso al Pd». Sulla legge elettorale: «Entro novembre presentiamo la nostra proposta: chi ha vinto sia il “colpevole” delle cose che fa o non fa». Poi ha proseguito: questa legge, ha spiegato, è fatta di tre punti: «Quando scrutini sai chi ha vinto, chi vince governa ed è necessaria l’alternanza».
SULL’EUROPA - Per il sindaco, «l’Italia e’ credibile se cambia, se l’Italia cambia puo’ anche chiedere che cambino i paletti in Europa. Questi parametri, sono parametri di 20 anni. Fa bene il governo a rispettarli ma il principio del 3 per cento e’ superabile, certo che si puo’ chiedere in Europa di cambiare regole, ma lo potremo fare se prima cambiamo verso all’Italia. L’Italia deve cambiare verso all’Europa, il Pd deve cambiare verso all’Italia», sottolinea.
Renzi «inseguito» dai fan
Finito l'intervento a Bari, il sindaco viene circondato dai supporter
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CAMBIARE REGOLE SUL LAVORO - «Lavoro, cambiare le regole del gioco sul lavoro è possibile - sostiene Renzi -: qui non c’è più la libertà di assumere, prima ancora che di licenziare.Le regole del lavoro devono essere le stesse in tutte Europa». E ancora: la riforma Fornero è stata un clamoroso autogol, bisogna avere il coraggio di dirlo».
INDULTO E AMNISTIA - «Affrontare oggi il tema dell’amnistia e dell’indulto è un clamoroso errore, un autogol. Cambiamo prima la Bossi-Fini e la Fini-Govanardi, non hanno funzionato e interveniamo su riforme strutturali, come la custodia cautelare», ha detto Renzi.
RIPARTIAMO DALLA SCUOLA - Il settore «da cui ripartire è la scuola: il Pd ha il voto del 43 per cento degli insegnanti ma non ci siamo mai preoccupati di loro. Gli insegnanti sono quelli a cui affidiamo i nostri figli ma non li abbiamo mai coinvolti in un progetto serio. Andiamo ad incontrarli scuola per scuola».
PD, ISCRITTI IN CRISI - «Sembra che il Pd debba chiudersi ed invece noi i circoli dobbiamo aprirli, spalancarli. Noi stiamo nei nostri circoli, dobbiamo aprirli - ha detto Renzi -. Vogliamo un Pd curioso che vada incontro alle persone giudicandole interessanti - ha detto dal palco - e coraggioso».
RISVEGLIARE LA SPERANZA - Infine la chiusura del discorso: «Da Bari inizia un cammino e noi dobbiamo riempire il tempo non con la logica del “chi se ne frega abbiamo già vinto”. Al di la delle scaramanzie, dirvi così è drammatico perché vuole impedirvi di diventare dei nomi, di mettervi in gioco. Diamo il nome dei nostri sogni all’Italia».
«Bisogna risvegliare la speranza perché l’Italia è migliore di quello che pensiamo. - è l’esortazione del sindaco-. Se vinciamo noi, il paese cambia verso. Al paese serve una rivoluzione radicale, chi vuole la conservazione fa bene ad avere paura.
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Noi manterremo tutte le promesse, avremo la coerenza di chi si mette in gioco» .
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Re: quo vadis PD ????
Noi manterremo tutte le promesse, avremo la coerenza di chi si mette in gioco» .
Cose di casa Diccì - 38
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L’album del pifferaio N° 3 - 2
Negli ultimi 15 giorni la stampa ci ha informati circa la tregua raggiunta nel Pd.
La tregua comportava la suddivisione dei poteri: Letta a Palazzo Chigi a tempo indeterminato,..Renzi alla guida del PDc.
Ieri invece, prima giornata di campagna per il congresso PDc per il sindaco di Firenze, tutto torna in alto mare.
***
Pd, Zanonato: “Renzi come Grillo”. La replica: “I ministri pensino a governare”
Il sindaco di Firenze aveva definito "un gigantesco errore" un eventuale provvedimento di clemenza.
Secondo il titolare dello Sviluppo Economico, si tratta di un modo per "prendere qualche consenso in più".
Emma Bonino: "Legga bene il messaggio di Napolitano, prima di rottamarlo".
La risposta: "Credo che abbiano altro a cui pensare. Essere in disaccordo con il Capo dello Stato non è lesa maestà"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 13 ottobre 2013Commenti (1388)
Renzi come Grillo. E’ un paragone destinato a fare discutere quello proposto dal ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, a margine dell’evento “La Repubblica delle Idee” di Mestre.
Sul tema dell’amnistia e dell’indulto, il sindaco di Firenze ragionerebbe “in termini puramente propagandistici, in stile Grillo: ‘mi conviene dire di più una cosa o l’altra sotto il profilo del consenso che poi alla fine ottengo?’.
Non entra nel merito della questione”.
Replica a stretto giro l’interessato: “Il ministro dello Sviluppo si deve preoccupare di come far sì che le aziende non chiudano, non di stare a lamentarsi di cosa dice il sindaco di Firenze”.
E aggiunge: “Essere in disaccordo con Napolitano non è lesa maestà“.
Il candidato alla segreteria Pd, all’apertura della sua campagna elettorale a Bari, aveva infatti definito “un gigantesco errore” un eventuale provvedimento di clemenza, auspicato dal Capo dello Stato con un messaggio alle Camere.
Un provvedimento che trova il favore del titolare dello Sviluppo Economico: “Le carceri, così come sono, oltre a produrre effetti drammatici sulla popolazione carceraria che è costretta vivere in una situazione assolutamente inaccettabile, produce l’effetto terribile che rimette alla fine del ciclo della pena in circolo persone che non possono avere altre alternative che continuare a delinquere, quindi con una recidiva altissima”.
E quindi torna all’attacco di Renzi: “Vogliamo affrontare il problema in modo propagandistico o vogliamo prendere in mano con serietà come ha fatto il presidente della Repubblica? Non ho dubbi su questo: l’atteggiamento propagandistico di chi non vuole l’indulto perché pensa che così prende qualche consenso in più non mi convince se è un interesse generale che va difeso”.
E più tardi, su Twitter, il titolare dello Sviluppo Economico risponde così agli attacchi ricevuti per la sua uscita sul sindaco “rottamatore”: “Criticare Matteo Renzi è come parlare male di Garibaldi. Si scatenano i fans che conoscono solo offese e mai i ragionamenti”.
“Chi fa politica dovrebbe parlare chiaro e non entrare nei giochini degli addetti ai lavori“, è la replica del primo cittadino di Firenze, alla trasmissione “In mezz’ora” su Rai3.
“Se poi i ministri anziché preoccuparsi di governare, passano il tempo a commentare le mie dichiarazioni… Credo che abbiano altro a cui pensare”.
E torna sul suo discorso di Bari: “Non ho parlato contro Napolitano che legittimamente ha fatto un messaggio con sue riflessioni, mentre le forze politiche devono dire come la pensano. E io ho detto che non mi sembrava serio un nuovo indulto-amnistia dopo 7 anni dall’ultimo. Non serio, non educativo e non responsabile”.
Sul presidente della Repubblica puntualizza: “Il Capo dello Stato e’ stato ineccepibile sia con il governo Monti che con la nascita del governo Letta, non c’è stato nessun eccesso di intervento”.
Ma aggiunge: “Bisogna anche avere il coraggio di dire che su alcune cose si può essere in disaccordo. Non è che un partito politico dice: ‘Lo ha detto il presidente Repubblica, allora si fa punto e basta’. Allora che ci stanno a fare i partiti?”.
Sulla questione indulto, il sindaco “rottamatore” non fa marcia indietro: “Non è il sistema per svuotare le carceri. Dopo sei mesi sono di nuovo piene”.
E ancora: “Non è che siccome il Parlamento non riesce a cambiare le leggi, ogni sei anni apriamo le porte delle carceri”.
Quella di Zanonato, comunque, non è l’unica voce ad alzarsi contro il candidato alla segreteria Pd.
Per il ministro degli Esteri Emma Bonino, se Renzi “è il nuovo che avanza, fatemi il favore di ridarmi l’antico”.
Il titolare della Farnesina, parlando al Comitato nazionale dei Radicali italiani, aggiunge: “Legga bene il messaggio di Napolitano, prima di rottamarlo”.
Un terzo ministro del governo si schiera contro le parole del sindaco di Firenze.
“Renzi cerca consensi a destra come a sinistra, più che dimostrare che sta facendo politica che richiede responsabilità”, ha spiegato il titolare dei trasporti, Maurizio Lupi, a SkyTg24.
“L’amnistia e l’indulto sono stati richiesti e provocati da intervento fortemente elevato dal Presidente della Repubblica, che ha posto il tema del dramma delle carceri.
Per una volta il Pd e il futuro segretario del Pd la smettano di pensare se le cose possono essere fatte o non fatte pensando a Berlusconi, all’unico nemico che ha tenuto unita l’opposizione”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10 ... da/742024/
Cose di casa Diccì - 38
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L’album del pifferaio N° 3 - 2
Negli ultimi 15 giorni la stampa ci ha informati circa la tregua raggiunta nel Pd.
La tregua comportava la suddivisione dei poteri: Letta a Palazzo Chigi a tempo indeterminato,..Renzi alla guida del PDc.
Ieri invece, prima giornata di campagna per il congresso PDc per il sindaco di Firenze, tutto torna in alto mare.
***
Pd, Zanonato: “Renzi come Grillo”. La replica: “I ministri pensino a governare”
Il sindaco di Firenze aveva definito "un gigantesco errore" un eventuale provvedimento di clemenza.
Secondo il titolare dello Sviluppo Economico, si tratta di un modo per "prendere qualche consenso in più".
Emma Bonino: "Legga bene il messaggio di Napolitano, prima di rottamarlo".
La risposta: "Credo che abbiano altro a cui pensare. Essere in disaccordo con il Capo dello Stato non è lesa maestà"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 13 ottobre 2013Commenti (1388)
Renzi come Grillo. E’ un paragone destinato a fare discutere quello proposto dal ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, a margine dell’evento “La Repubblica delle Idee” di Mestre.
Sul tema dell’amnistia e dell’indulto, il sindaco di Firenze ragionerebbe “in termini puramente propagandistici, in stile Grillo: ‘mi conviene dire di più una cosa o l’altra sotto il profilo del consenso che poi alla fine ottengo?’.
Non entra nel merito della questione”.
Replica a stretto giro l’interessato: “Il ministro dello Sviluppo si deve preoccupare di come far sì che le aziende non chiudano, non di stare a lamentarsi di cosa dice il sindaco di Firenze”.
E aggiunge: “Essere in disaccordo con Napolitano non è lesa maestà“.
Il candidato alla segreteria Pd, all’apertura della sua campagna elettorale a Bari, aveva infatti definito “un gigantesco errore” un eventuale provvedimento di clemenza, auspicato dal Capo dello Stato con un messaggio alle Camere.
Un provvedimento che trova il favore del titolare dello Sviluppo Economico: “Le carceri, così come sono, oltre a produrre effetti drammatici sulla popolazione carceraria che è costretta vivere in una situazione assolutamente inaccettabile, produce l’effetto terribile che rimette alla fine del ciclo della pena in circolo persone che non possono avere altre alternative che continuare a delinquere, quindi con una recidiva altissima”.
E quindi torna all’attacco di Renzi: “Vogliamo affrontare il problema in modo propagandistico o vogliamo prendere in mano con serietà come ha fatto il presidente della Repubblica? Non ho dubbi su questo: l’atteggiamento propagandistico di chi non vuole l’indulto perché pensa che così prende qualche consenso in più non mi convince se è un interesse generale che va difeso”.
E più tardi, su Twitter, il titolare dello Sviluppo Economico risponde così agli attacchi ricevuti per la sua uscita sul sindaco “rottamatore”: “Criticare Matteo Renzi è come parlare male di Garibaldi. Si scatenano i fans che conoscono solo offese e mai i ragionamenti”.
“Chi fa politica dovrebbe parlare chiaro e non entrare nei giochini degli addetti ai lavori“, è la replica del primo cittadino di Firenze, alla trasmissione “In mezz’ora” su Rai3.
“Se poi i ministri anziché preoccuparsi di governare, passano il tempo a commentare le mie dichiarazioni… Credo che abbiano altro a cui pensare”.
E torna sul suo discorso di Bari: “Non ho parlato contro Napolitano che legittimamente ha fatto un messaggio con sue riflessioni, mentre le forze politiche devono dire come la pensano. E io ho detto che non mi sembrava serio un nuovo indulto-amnistia dopo 7 anni dall’ultimo. Non serio, non educativo e non responsabile”.
Sul presidente della Repubblica puntualizza: “Il Capo dello Stato e’ stato ineccepibile sia con il governo Monti che con la nascita del governo Letta, non c’è stato nessun eccesso di intervento”.
Ma aggiunge: “Bisogna anche avere il coraggio di dire che su alcune cose si può essere in disaccordo. Non è che un partito politico dice: ‘Lo ha detto il presidente Repubblica, allora si fa punto e basta’. Allora che ci stanno a fare i partiti?”.
Sulla questione indulto, il sindaco “rottamatore” non fa marcia indietro: “Non è il sistema per svuotare le carceri. Dopo sei mesi sono di nuovo piene”.
E ancora: “Non è che siccome il Parlamento non riesce a cambiare le leggi, ogni sei anni apriamo le porte delle carceri”.
Quella di Zanonato, comunque, non è l’unica voce ad alzarsi contro il candidato alla segreteria Pd.
Per il ministro degli Esteri Emma Bonino, se Renzi “è il nuovo che avanza, fatemi il favore di ridarmi l’antico”.
Il titolare della Farnesina, parlando al Comitato nazionale dei Radicali italiani, aggiunge: “Legga bene il messaggio di Napolitano, prima di rottamarlo”.
Un terzo ministro del governo si schiera contro le parole del sindaco di Firenze.
“Renzi cerca consensi a destra come a sinistra, più che dimostrare che sta facendo politica che richiede responsabilità”, ha spiegato il titolare dei trasporti, Maurizio Lupi, a SkyTg24.
“L’amnistia e l’indulto sono stati richiesti e provocati da intervento fortemente elevato dal Presidente della Repubblica, che ha posto il tema del dramma delle carceri.
Per una volta il Pd e il futuro segretario del Pd la smettano di pensare se le cose possono essere fatte o non fatte pensando a Berlusconi, all’unico nemico che ha tenuto unita l’opposizione”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10 ... da/742024/
Re: quo vadis PD ????
nostalgia di Giacinto e dei gazebi con silvio???Per il ministro degli Esteri Emma Bonino, se Renzi “è il nuovo che avanza, fatemi il favore di ridarmi l’antico”.
pauraaaaaaaa“Renzi cerca consensi a destra come a sinistra, più che dimostrare che sta facendo politica che richiede responsabilità”, ha spiegato il titolare dei trasporti, Maurizio Lupi, a SkyTg24.
giocare il 90 sulla ruota di napoli.
...Grillo viene in sicilia a nuoto, Renzino fa la maratona ....mentre Berlu sta sul divano con Dudù...anche io avrei paura
tutto ciò premesso è indiscutibile che Renzi stia portando avanti il suo ( fastidioso ? irritante? molto probabilmente sì ) one man show.
Il congresso è lontano chissà quante volte il vento cambierà.
Re: quo vadis PD ????
Su Renzi ho molti dubbi. Però sull'argomento in questione, quello dell'amnistia, ha ragione.
E' l'ennesimo autogoal del PD. Il problema non è solo quello dei reati di B. che rientrano o non rientrano (questione che ovviamente sarà il Pdl a far pesare ed è ipocrita dire che non esiste), ma la riproposizione di un provvedimento di cosiddetta clemenza, dopo appena sei anni dall'ultimo, senza por mano a nulla di serio sulle cause del male.
E' l'ennesimo autogoal del PD. Il problema non è solo quello dei reati di B. che rientrano o non rientrano (questione che ovviamente sarà il Pdl a far pesare ed è ipocrita dire che non esiste), ma la riproposizione di un provvedimento di cosiddetta clemenza, dopo appena sei anni dall'ultimo, senza por mano a nulla di serio sulle cause del male.
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Re: quo vadis PD ????
il Fatto 13.10.13
Giuseppe Civati
“Rivoglio i voti di Grillo, basta con le 14 correnti”
di L.D.C.
Il guastatore è “stufo delle larghe intese” e vuole riprendersi i 4 milioni di voti di Grillo “perché sono nostri potenziali elettori”. Promette di ricostruire “una sinistra che vada da Prodi a Rodotà”. Giura guerra alle correnti: “Epifani è riuscito a metterne 14 nella sua segreteria”. Fedele al suo ruolo di eterno dissidente, Giuseppe Civati racconta all’assemblea di Roma il suo progetto per un Pd molto ma molto diverso. Non a caso, inizia criticando il segretario: “Epifani è come Linneo (il naturalista svedese che nel 18 secolo riformò la nomenclatura degli organismi viventi, ndr): ha catalogato 14 correnti, ed è perfino riuscito a trovare un fioroniano-giovane, una cosa rarissima, come un Gronchi Rosa”. C’è anche la frecciata per Renzi: “Da sempre preferisco sempre preferisco non fare un ‘one man show’ come quello di Matteo a Bari, ma dare il via a questo congresso discutendo, per proporre un’alternativa seria di governo, un esecutivo politico". Per Civati “il congresso significa riportare la politica da Marte sulla Terra”. La sua direzione di marcia è chiara: “C’è tanto spazio a sinistra, abbiamo lasciato autentiche praterie a M5S. Sono mesi che aspetto il dibattito dentro Cinque Stelle, perché voglio recuperare i i 4 milioni di elettori che hanno votato Grillo e vedere se per il M5S dire Grillo-Casaleggio è uguale a dire Bossi-Fini, o se i senatori avranno coraggio. E poi vanno riannodati i fili con Sel: avremmo dovuto fare un partito unico”.
INSISTE sul cambio di rotta: “Sono stanco di vederci concedere tutto quello che possiamo concedere in nome delle larghe intese: vorrei sapere se questo partito ha la capacità di prendere posizioni forti, di dire che la Bossi-Fini va cambiata. E poi vorrei che quando diciamo legge elettorale e legge di stabilità subito, fosse davvero: subito.”. Propone di candidare alle Europee Giusi Nicolini, il sindaco di Lampedusa, “così da farla diventare il volto di tutto questo”. Nel pomeriggio, Civati partecipa alla manifestazione in difesa della Costituzione. A margine, lamenta: “Il congresso lo iniziamo tardissimo, se lo avessimo fatto questa estate avremmo minimizzato i disastri, perché avremmo potuto discutere tra di noi sulla durata delle larghe intese”.
Giuseppe Civati
“Rivoglio i voti di Grillo, basta con le 14 correnti”
di L.D.C.
Il guastatore è “stufo delle larghe intese” e vuole riprendersi i 4 milioni di voti di Grillo “perché sono nostri potenziali elettori”. Promette di ricostruire “una sinistra che vada da Prodi a Rodotà”. Giura guerra alle correnti: “Epifani è riuscito a metterne 14 nella sua segreteria”. Fedele al suo ruolo di eterno dissidente, Giuseppe Civati racconta all’assemblea di Roma il suo progetto per un Pd molto ma molto diverso. Non a caso, inizia criticando il segretario: “Epifani è come Linneo (il naturalista svedese che nel 18 secolo riformò la nomenclatura degli organismi viventi, ndr): ha catalogato 14 correnti, ed è perfino riuscito a trovare un fioroniano-giovane, una cosa rarissima, come un Gronchi Rosa”. C’è anche la frecciata per Renzi: “Da sempre preferisco sempre preferisco non fare un ‘one man show’ come quello di Matteo a Bari, ma dare il via a questo congresso discutendo, per proporre un’alternativa seria di governo, un esecutivo politico". Per Civati “il congresso significa riportare la politica da Marte sulla Terra”. La sua direzione di marcia è chiara: “C’è tanto spazio a sinistra, abbiamo lasciato autentiche praterie a M5S. Sono mesi che aspetto il dibattito dentro Cinque Stelle, perché voglio recuperare i i 4 milioni di elettori che hanno votato Grillo e vedere se per il M5S dire Grillo-Casaleggio è uguale a dire Bossi-Fini, o se i senatori avranno coraggio. E poi vanno riannodati i fili con Sel: avremmo dovuto fare un partito unico”.
INSISTE sul cambio di rotta: “Sono stanco di vederci concedere tutto quello che possiamo concedere in nome delle larghe intese: vorrei sapere se questo partito ha la capacità di prendere posizioni forti, di dire che la Bossi-Fini va cambiata. E poi vorrei che quando diciamo legge elettorale e legge di stabilità subito, fosse davvero: subito.”. Propone di candidare alle Europee Giusi Nicolini, il sindaco di Lampedusa, “così da farla diventare il volto di tutto questo”. Nel pomeriggio, Civati partecipa alla manifestazione in difesa della Costituzione. A margine, lamenta: “Il congresso lo iniziamo tardissimo, se lo avessimo fatto questa estate avremmo minimizzato i disastri, perché avremmo potuto discutere tra di noi sulla durata delle larghe intese”.
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Re: quo vadis PD ????
Dai sacrificati di Bataan ai sacrificati del duca conte Max (Fassino, Bersani, Cuperlo).
14 OTT 2013 12:33
CUPERLO DISSOLVI – QUEL COMUNISTA NOSTALGICO CHE CORRE, IN NOME E PER CONTO DI BAFFINO, ALLE PRIMARIE PD CON LA SOLA TRAGICA CERTEZZA DI ESSERE STRACCIATO
Come il suo concittadino Guglielmo Oberdan anche Cuperlo si appresta al martirio: dei suoi (pochi) voti l’unico a profittare sarà D’Alema che tratterà con Renzi e Letta jr per avere un posto da ministro – Perso nel sogno di antichi ideali, Cuperlo custodisce come una reliquia la targa del Pci che smontò da Botteghe Oscure…
Giancarlo Perna per "Il Giornale"
Triestino come Guglielmo Oberdan, Gianni Cuperlo si appresta anche lui al martirio candidandosi alla segreteria del Pd con la tragica certezza di essere stracciato.
Biondo, con gli occhi azzurri, al pari del più puro degli eroi romantici, Gianni è perso nel sogno di antichi ideali comunisti di stampo berlingueriano ed è in loro nome che vuole sacrificarsi. Profittando della sua generosa cecità, Max D'Alema lo spinge alla lizza e lo appoggia poiché dei voti che Cuperlo otterrà, sarà lui l'unico a profittare.
Le primarie del Pd sono fissate l'8 dicembre e il risultato è previsto: stravince Matteo Renzi, poi forse Pippo Civati, infine Gianni con un pugno di suffragi - venti per cento? - di irriducibili della falce e martello. Con questi voti - presi da Cuperlo ma a disposizione di D'Alema - Max tratterà con Renzi e Letta jr per avere un posto di ministro e rilanciarsi dopo anni di dimenticatoio.
Sgombrato il campo dal retroscena politicante, possiamo ora dedicarci al glaucopide Cuperlo di cui chiariremo strada facendo gli psicorapporti con Baffino.
Per molti di voi, Cuperlo è probabilmente un nome noto e insieme ignoto; vi dice qualcosa, ma niente di preciso.
Come il Prete Gianni o Sardanapalo, si sa che esistono ma dove e perché si ignora.
Il cinquantaduenne Cuperlo è in questo limbo della notorietà per una ragione chiara: è sulla breccia da un quarto di secolo ma per natura è restio a mettersi in luce.
Per cui, talvolta - come in queste settimane che precedono le primarie - se ne parla a iosa e subito dopo, per anni, scompare. Un caso esemplare di triestinità integrale: carsico come l'entroterra della sua città.
Gianni, che è coltissimo, ha fatto il liceo classico e si è laureato con lode al Dams di Bologna.
Comunista già in calzoni corti, divenne capo della gioventù comunista, Fgci, all'età di ventisette anni, nel 1988.
Fu questo l'apice della sua esperienza umana, anche perché la sua storia si intrecciò con la Storia.
Cuperlo fu infatti l'ultimo segretario della Fgci.
Ne fu il seppellitore, nel 1990, l'anno successivo al crollo del Muro e lo stesso in cui Achille Occhetto cambiò il nome del Pci in Pds. Per Gianni, fu un trauma.
Lo evoca tuttora dicendo, con un'immagine da Wall Street, che dovettero, lui e la sua generazione, fare gli scatoloni.
All'epoca esclamò, con un groppo alla gola: «Debbo cambiare? Sì ma affinché il mio comunismo si faccia più forte, più elevato, più dirompente. Il bisogno di comunismo è la nostra pelle».
E la sera stessa in cui il Pci cambiò nome, prese un cacciavite, smontò la vecchia targa dal Palazzo di Botteghe Oscure, la portò a casa e la fece restaurare. Ora la custodisce come reliquia.
14 OTT 2013 12:33
CUPERLO DISSOLVI – QUEL COMUNISTA NOSTALGICO CHE CORRE, IN NOME E PER CONTO DI BAFFINO, ALLE PRIMARIE PD CON LA SOLA TRAGICA CERTEZZA DI ESSERE STRACCIATO
Come il suo concittadino Guglielmo Oberdan anche Cuperlo si appresta al martirio: dei suoi (pochi) voti l’unico a profittare sarà D’Alema che tratterà con Renzi e Letta jr per avere un posto da ministro – Perso nel sogno di antichi ideali, Cuperlo custodisce come una reliquia la targa del Pci che smontò da Botteghe Oscure…
Giancarlo Perna per "Il Giornale"
Triestino come Guglielmo Oberdan, Gianni Cuperlo si appresta anche lui al martirio candidandosi alla segreteria del Pd con la tragica certezza di essere stracciato.
Biondo, con gli occhi azzurri, al pari del più puro degli eroi romantici, Gianni è perso nel sogno di antichi ideali comunisti di stampo berlingueriano ed è in loro nome che vuole sacrificarsi. Profittando della sua generosa cecità, Max D'Alema lo spinge alla lizza e lo appoggia poiché dei voti che Cuperlo otterrà, sarà lui l'unico a profittare.
Le primarie del Pd sono fissate l'8 dicembre e il risultato è previsto: stravince Matteo Renzi, poi forse Pippo Civati, infine Gianni con un pugno di suffragi - venti per cento? - di irriducibili della falce e martello. Con questi voti - presi da Cuperlo ma a disposizione di D'Alema - Max tratterà con Renzi e Letta jr per avere un posto di ministro e rilanciarsi dopo anni di dimenticatoio.
Sgombrato il campo dal retroscena politicante, possiamo ora dedicarci al glaucopide Cuperlo di cui chiariremo strada facendo gli psicorapporti con Baffino.
Per molti di voi, Cuperlo è probabilmente un nome noto e insieme ignoto; vi dice qualcosa, ma niente di preciso.
Come il Prete Gianni o Sardanapalo, si sa che esistono ma dove e perché si ignora.
Il cinquantaduenne Cuperlo è in questo limbo della notorietà per una ragione chiara: è sulla breccia da un quarto di secolo ma per natura è restio a mettersi in luce.
Per cui, talvolta - come in queste settimane che precedono le primarie - se ne parla a iosa e subito dopo, per anni, scompare. Un caso esemplare di triestinità integrale: carsico come l'entroterra della sua città.
Gianni, che è coltissimo, ha fatto il liceo classico e si è laureato con lode al Dams di Bologna.
Comunista già in calzoni corti, divenne capo della gioventù comunista, Fgci, all'età di ventisette anni, nel 1988.
Fu questo l'apice della sua esperienza umana, anche perché la sua storia si intrecciò con la Storia.
Cuperlo fu infatti l'ultimo segretario della Fgci.
Ne fu il seppellitore, nel 1990, l'anno successivo al crollo del Muro e lo stesso in cui Achille Occhetto cambiò il nome del Pci in Pds. Per Gianni, fu un trauma.
Lo evoca tuttora dicendo, con un'immagine da Wall Street, che dovettero, lui e la sua generazione, fare gli scatoloni.
All'epoca esclamò, con un groppo alla gola: «Debbo cambiare? Sì ma affinché il mio comunismo si faccia più forte, più elevato, più dirompente. Il bisogno di comunismo è la nostra pelle».
E la sera stessa in cui il Pci cambiò nome, prese un cacciavite, smontò la vecchia targa dal Palazzo di Botteghe Oscure, la portò a casa e la fece restaurare. Ora la custodisce come reliquia.
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Re: quo vadis PD ????
Altri tre mesi a Chianciano Terme per recuperare dallo spappolamento del fegato per dare ragione a Pansa.
Pansa: "Renzi trionferà ma in Italia non cambierà nulla"
"Giovane, piacente, cattivo quanto basta: il sindaco di Firenze ha tutto per conquistare il Pd. Ma il suo trionfo non risolverà i problemi del Paese".
Da "0" a "100" quanto sei d'accordo con la previsione di Pansa?
Valore Attuale 81,0
Pansa: "Renzi trionferà ma in Italia non cambierà nulla"
"Giovane, piacente, cattivo quanto basta: il sindaco di Firenze ha tutto per conquistare il Pd. Ma il suo trionfo non risolverà i problemi del Paese".
Da "0" a "100" quanto sei d'accordo con la previsione di Pansa?
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