Come se ne viene fuori ?

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Joblack
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Joblack »

Si, convengo con te. Cmq la mia battuta sulla Melandri era ironica .... e credo che tu l'abbia capito.

Il mio primo giudizio era affrettato, poi ho aggiunto altri commenti andando avanti nel film.

Ora sto seguendo il problema delle donne emarginate in Italia dal potere patriarcale in famiglia e la discriminazione nel campo del lavoro. Bonino e la Camusso docet.

Ora l'inquinamento di Taranto.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il pesce puzza dalla testa.(Proverbio italiano)

Noi lo abbiamo verificato in politica.

Con De Gasperi fino al 1953.

Con Berlinguer alla guida del Pci.

Con Pertini alla presidenza della Repubblica

In parte con i 2 periodi di Prodi, abbiamo potuto respirare ed avere dei punti di rifermento.

Il resto è un disastro.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Giudizio pesantissimo sulla Chiesa cattolica e sui difetti conseguenti italiani
Joblack
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Joblack »

Interessante le interviste ai migliori italiani che sono riusciti ad affermarsi all'estero, la maggior parte laureati.

Non è un film contro l'Italia, ma un atto d'amore di uno straniero che ama l'Italia.

A gente che considera l'Italia come una preda giovane appena uccisa ed ancora calda da spolpare, ringhiando gli uni con gli altri per spartirsi il miglior boccone, ma come bestie feroci mostrano inevitabilmente le loro fauci ancora sporche di sangue, certamente questo film non sarà piaciuto.

A me si.

Bye
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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Spezzeremo le reni alla Grecia - 21
http://www.youtube.com/watch?v=4UV6HVMRmdk



Perché salterà tutto.


Questa settimana abbiamo appreso da S.P. che c'è gente che da 6 mesi vive senza energia elettrica.

Immaginiamo siano tornati alle candele.


Il contrasto con questa nuova forma di povertà, che a volte fa perdere la testa come successo la scorsa settimana a Perugia, e la Corte di Versailles, è troppo stridente e non può durare a lungo.



REGIONE FRIULI, AI CONSIGLIERI PAGHIAMO PERFINO I POPCORN
(Ivana Gherbaz).
10/03/2013 di triskel182


18 INDAGATI DI PD, PDL E LEGA PER I RIMBORSI SPESE ILLECITI: DALLE CENE DI SAN VALENTINO AI GELATI AI SET DI PENTOLE.

Tre avvisi di garanzia e 18 iscritti al registro degli indagati. Le spese folli dei consiglieri del Friuli Venezia Giulia sono finite nel mirino della Procura della Repubblica, ma anche della Corte dei conti, a poco più di un mese dalle elezioni regionali. Ad aver ricevuto gli avvisi di garanzia sono i capigruppo del Pdl Daniele Galasso, del Pd Gianfranco Moretton (da poco è passato con i montiani) e della Lega nord Danilo Narduzzi. L’accusa per loro è di peculato che viene estesa in concorso anche a 10 consiglieri del Popolo della libertà, 3 democratici e altri 2 del Carroccio. Le indagini, coordinate dal Pm Federico Frezza, mettono a nudo un sistema molto simile a quello che ha coinvolto i consiglieri della Lombardia con spese di rappresentanza che lasciano aperti molti dubbi interpretativi e fatte con i soldi pubblici.

Gelati e caffè

Lunga la lista di scontrini portati dai consiglieri per ottenere il rimborso, solo per il Pdl se ne contano più di 5000 e fanno riferimento al 2011 (quelli del 2012 non sono ancora stati consegnati, la rendicontazione doveva essere fatta a fine febbraio). Sono state passate al setaccio spese anche per pochi euro, tante per ora non hanno ancora un nome associato e con molta probabilità la lista degli indagati è destinata ad allungarsi. Si va dal pettine acquistato in Croazia per 1,19 euro o un pacco di popcorn del costo di 3 euro, dei film in dvd, una pizza per asporto, ricambi per le pentole Lagostina, decine e decine di caffè al bar per 1 euro, una vignetta autostradale per la Slovenia. E poi le spese per i gelati che rappresentano il 15 per cento degli scontrini di piccolo importo o ancora vasellame, bombole a gas, un biglietto della lotteria di 5 euro, o articoli acquistati nelle ferramenta.

Cene romantiche e scarpe

C’è poi il capitolo cene. Spopolano quelle a due per san Va-lentino, i pranzi a Pasqua e uno a Cortina il 28 dicembre per 9 persone, gli spuntini in rifugio. Sul fronte abbigliamento invece troviamo un paio di scarpe con décolleté e una borsa di pelle da donna. Fino a qui le spese senza nome o partito che sono trapelate. Poi ci sono invece le scarpe Timberland, le sedie dell’Ikea, circa 300 euro di abbigliamento femminile, contestate al consigliere Pdl Piero Tononi, più 300 euro al mese destinati a una fantomatica associazione Dream il cui legale rappresentante Piero Degrassi, eletto anni fa in Provincia con An, è un caro amico del consigliere. Maurizio Bucci, sempre del Pdl, si è fatto sostituire il turbo compressore della Smart, oltre ad aver chiesto il rimborso per il cambio degli pneumatici, il pagamento del bollo e la revisione dell’auto. Stessa musica anche per il suo collega di partito Gaetano Valenti che oltre ad aver acquistato due iPhone uno nero e uno bianco, ha chiesto di farsi restituire 257 euro di bollo, e quelli per la revisione, il tagliando e un nuovo treno gomme. Mentre Antonio Pedicini (sempre Pdl) si è fatto un giro ad Amalfi e in Francia in piena estate con tanto di biglietto del Centro Pompidou (spese non ancora contestate).

Vacanze e beneficenza

Ci sono poi, sempre tra i consiglieri pidiellini, una pizza a Sappada per due di Piero Camber oltre che ad un soggiorno ad Imperia e ingresso alla spiaggia “Prima punta” oltre alle riparazioni della moto. E per finire il capogruppo Daniele Galasso, che ha deciso di non candidarsi, ha acquistato un prodotto per l’igiene intima della donna anche se in Consiglio regionale siedono solo uomini. Anche la Lega nord non se la passa bene. Federico Razzini, pur non avendo una folta chioma, ogni mese ha messo nella nota spese 17 euro di parrucchiere. C’è poi una cenone di capodanno per 8 persone totale 520 euro pagato all’una di notte e un seggiolino per bambini del costo di 90 euro. Enore Picco, che nel tempo libero fa il cacciatore, ha speso invece 1.400 euro in un’armeria acquistando dei cavalletti per armi ma che sarebbero invece stati adattati per metterci la macchina fotografica e monitorare gli alvei dei fiumi per conto della Regione. Infine il Pd ha deciso di fare due adozioni a distanza oltre che regali a Natale come ha ammesso l’ex capogruppo Gianfranco Moretton, ora passato con Monti ma non è candidato: “Ho sempre messo a disposizione una quota dei fondi del gruppo per i dipendenti circa 800 euro”.

C’è poi un set di pentole contestato a Alessandro Tesini. A difendere i tre capigruppo è Luca Ponti che indica come il problema sia complicato: “Bisogna capire se la responsabilità sia del capogruppo come contestato dalla Procura perché avrebbe dovuto controllare le spese. Bisogna anche capire cosa si intende per spese di rappresentanza. Il gruppo consiliare è una costola del partito che è un’associazione privata. Il denaro arrivava dalla Regione ma qual è il confine di deroga visto che i consiglieri coltivano il loro bacino elettorale?”. I soldi però sono pubblici.

Da Il Fatto Quotidiano del 10/03/2013.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Spezzeremo le reni alla Grecia - 22
http://www.youtube.com/watch?v=4UV6HVMRmdk


La situazione si complica


GOVERNO
M5S«A Napolitano diremo governo a 5 Stelle»
Grillo: «Se ci fosse voto di fiducia mi ritiro»
«Nessun accordo con il Pd». E sul nome del premier: «Nessun nome». Bocciato il corteo: «Attenti a chi ci accomuna a Casa Pound»



Un governo a Cinque Stelle. Nessun accordo con Bersani.

Ma nessun nome da proporre come premier. E non passa la marcia sulle Camere proposta per il giorno dell'insediamento dei deputati del Movimento Cinque Stelle. Un'altra riunione a Roma, questa volta all'Eur. Cento tra senatori e deputati del M5S si sono dati nuovamente appuntamento a Roma per un meeting interno. Vito Crimi, il capogruppo al Senato in conferenza stampa spiega: «Al presidente Napolitano chiederemo un governo del M5S. Se Napolitano accetta un governo 5 stelle deve accettare 20 punti di programma non un nome. Prima viene il programma, poi il nome». Il tutto mentre Grillo - che non si trova a Roma - tuona su Twitter: «Qualora ci fosse un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l'Italia, serenamente, mi ritirerò dalla politica».
«MANDIAMOLI TUTTI A CASA» - Poi sul blog sempre Grillo spiega il senso delle sue parole: « In campagna elettorale il nostro slogan è stato "Mandiamoli tutti a casa!" e per questo il M5S è stato votato da più di 8 milioni di italiani. Per quanto mi riguarda non ci sarà alcun referendum interno per chiedere l'appoggio al pdmenoelle o a un governo pseudo tecnico. Se in futuro fossi smentito da un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l'Italia, allora, pacatamente, serenamente, mi ritirerò dalla politica

Crimi: «Proporremo governo a Cinque Stelle»
H 24

http://video.corriere.it/vito-crimi-pro ... ed907a89d3


http://www.corriere.it/politica/13_marz ... 89d3.shtml
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Tristi gare di burlesque: la politica che si diverte a perdere tempo mentre tutto crolla
di Antonio Padellaro
| 10 marzo 2013Commenti (500)


Mentre le agenzie di rating declassano l’Italia pronosticando scenari di “profonda” recessione, conseguenza del risultato “inconcludente” delle elezioni, la politica dà come sempre il suo fattivo contributo al bene del Paese e si porta avanti con il lavoro. Bersani, l’unico leader politico al mondo che è arrivato primo alle elezioni riuscendo a perderle (dopo un altro voto sfortunato parlò, con ardita litote, di non vittoria) vuole a tutti i costi farsi un giro da premier, ambizione legittima se non fosse che non ha la maggioranza al Senato e neppure, così si dice, il convinto sostegno di Napolitano. Egli avrebbe perciò escogitato un astuto stratagemma per aggirare il Colle e con ingegnosi artifici insediarsi a Palazzo Chigi alla guida di un governo a prevalenza Pd, ma zoppo e sfiduciato. Per farne cosa, mistero.
Intanto, plotoni di esimi giuristi, supportati nei grandi giornali dalle truppe speciali del dialogo, architettano un governo del Presidente in versione automatica poiché il Presidente a capo del governo del Presidente dovrebbe essere il Presidente medesimo. Semplice e geniale. Ma l’arma segreta per dare finalmente un governo all’Italia sta per essere perfezionata in una sorta di gabinetto del dottor Caligaris dove un’équipe di scienziati cerca di mettere a punto il premier Grillesco. Progettato per ottenere il prezioso gradimento di Beppe Grillo, questo portento riunisce il meglio della società civile e del primato professorale da Rodotà a Settis, a Zagrebelsky. Una soluzione di eccellenza che unisce competenza e onestà. Purtroppo il caro leader a 5Stelle persiste in un atteggiamento sarcastico (coerente, del resto, con la sua conclamata vena comica), cosicché circondato da alcuni simpatici picchiatelli si diverte un mondo a respingere al mittente i prototipi con pretestuose motivazioni.

A questo punto uno potrebbe chiedersi che fine abbia fatto Berlusconi, che resta pur sempre il potente capo della destra italiana. Ebbene, inseguito dalla implacabile pm Boccassini, egli ha trovato rifugio in un ospedale amico dove, tuttavia, il suo tentativo di darsi malato è stato smascherato da una impietosa visita fiscale. Una scena spassosa quella del miliardario simulatore che bene s’inserisce in un contesto burlesque, con la politica che si diverte a perdere tempo mentre tutto crolla. Certo, c’è sempre l’esempio del Belgio che senza governo è sopravvissuto benone per 500 giorni e più. In attesa delle prossime elezioni e del prossimo avanspettacolo.

Il Fatto Quotidiano, 10 marzo 2013

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... la/525813/
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

Quattro cose sul reddito di cittadinanza
di DAVIDE MARIA DE LUCA –
http://www.ilpost.it/2013/03/10/reddito ... tadinanza/

Nelle ultime settimane si è parlato molto del reddito di cittadinanza. Si tratta di un punto presente nei programmi di diverse forze politiche che si sono presentate alle ultime elezioni ed è uno dei 20 punti programmatici fondamentali del Movimento 5 Stelle. Ma su cosa sia effettivamente e quanto costerebbe c’è ancora molta confusione.
Reddito di cittadinanza o reddito minimo garantito?
Sul sito la Voce.info Tito Boeri e Roberto Perotti hanno cercato di fare un po’ di chiarezza tra i due termini che vengono usati come sinonimi, ma che decisamente sinonimi non sono. Il reddito di cittadinanza (basic income guarantee in inglese) è un sussidio universale e non condizionato: in altre parole lo ricevono tutti quanti, per un tempo indefinito e indipendentemente dalla loro ricchezza o da altri redditi che percepiscono. Se si dovesse stabilire un reddito di cittadinanza di 500 euro mensili, ad esempio, verrebbe percepito tanto dalla famiglia Agnelli quanto da un 50enne appena licenziato.
Il reddito minimo garantito (guaranteed minimum income in inglese) è invece un programma universale – cioè ha regole valide per tutti – e condizionato: nel senso che le sue regole determinano chi può avere accesso al sussidio e chi no. Ad esempio, il reddito minimo garantito potrebbe essere condizionato al non percepire altri redditi e all’essere iscritti a una lista di collocamento. Il reddito di cittadinanza non esiste in quasi nessun paese del mondo: uno dei casi più noti di paesi che ce l’hanno è lo stato americano dell’Alaska. Il reddito minimo garantito invece è molto diffuso in Europa, anche se spesso molto discusso e criticato.
I politici hanno dimostrato una grande confusione su questi due termini. Ad esempio: nel programma di SEL si parla esplicitamente di un reddito minimo garantito di 600 euro, ma in diverse interviste Nichi Vendola ha parlato della necessità di introdurre un reddito di cittadinanza. Nei 20 punti di Grillo si nomina espressamente il reddito di cittadinanza, ma quando Grillo sostiene che l’Italia è l’unico paese a non averlo in Europa, sta parlando del reddito minimo garantito, il che è confermato dalla interviste ad alcuni parlamentari del M5S che parlano esplicitamente di un sussidio condizionato.
Quali sono i problemi?
Il reddito di cittadinanza ha un solo problema: è molto, molto costoso. Boeri e Perotti hanno calcolato che un reddito di cittadinanza pari a 500 euro per tutti i cittadini italiani di età superiore ai 18 anni costerebbe circa 300 miliardi, il 20% del PIL, poco meno della metà di quanto attualmente spende lo Stato ogni anno per tutte le sue attività.
Il reddito minimo garantito, invece, è molto più economico, ma è difficile fare una stima esatta. Essendo una misura “condizionata”, bisognerebbe capire quali sono le regole che lo farebbero scattare prima di poter ipotizzare il suo costo. Boeri e Perotti stimano un ordine di grandezza tra gli 8 e i 10 miliardi di euro per un reddito minimo garantito di 500 euro. Il problema, in questo caso – oltre al costo, che comunque non è indifferente – è che il reddito minimo di cittadinanza in certe condizioni rappresenta un disincentivo al lavoro.
Se ipotizziamo, come si è spesso sentito dire, un reddito minimo garantito di mille euro al mese, è chiaro che nessuno lavorerà più per meno di mille euro: dovrebbe rinunciare al sussidio per lavorare ottenendo la stessa cifra. Probabilmente in pochi però lavorerebbero anche per 1.200 euro: il guadagno netto sarebbero solo 200 euro, ma in cambio bisognerebbe lavorare invece che stare a prendere il sole in spiaggia. Per questo in genere il reddito minimo garantito è condizionato da clausole come una durata limitata oppure essere iscritti alle liste di collocamento e non rinunciare a più di un certo numero di offerte di lavoro.
Chi lo vuole
Per quanto sia chiaro che i politici non hanno ben capito la differenza tra i due redditi, i loro programmi sono più precisi. SEL e Rivoluzione Civile hanno nei loro programmi degli accenni al reddito minimo garantito, senza però precisare a quali condizioni e per quanto dovrebbe essere erogato. I 20 punti del Movimento 5 Stelle sono gli unici a parlare di reddito di cittadinanza, ma come abbiamo visto Grillo probabilmente intende un’altra cosa.
Il Movimento 5 Stelle è anche l’unica forza politica ad aver finora esplicitato i dettagli della sua idea di reddito minimo garantito. O almeno lo ha fatto un suo esponente, il deputato Alfonso Bonafede. In un’intervista al Fatto Quotidiano Bonafede ha detto: «Vorremmo fosse intorno ai 900-1000 euro che consente di non rinunciare ai propri diritti, di non diventare schiavo. Durerà tre anni e si riceveranno un massimo di tre offerte in base alle proprie competenze attraverso gli uffici di collocamento, che devono essere potenziati, al terzo rifiuto il reddito viene tolto».
Il PD non ha preso una posizione chiara nel programma sul reddito minimo garantito, anche se alcuni esponenti, come ad esempio Rosy Bindi, hanno aperto a questa possibilità durante la campagna elettorale. Negli 8 punti presentati dal segretario Pierluigi Bersani alla direzione nazionale del partito mercoledì scorso è presente un vago accenno a qualcosa che assomiglia al reddito minimo garantito. Viene indicato come «Salario o compenso minimo per chi non abbia una copertura contrattuale». Una definizione piuttosto vaga che non chiarifica esattamente cosa intenda Bersani.
Come funziona in Europa e in Italia
Italia, Grecia e Ungheria sono gli unici tre stati dell’Europa a 27 a non avere una qualche forma di reddito minimo garantito. La media del sussidio nei paesi europei prima dell’allargamento (cioè tenendo conto di Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Lussemburgo e Svezia) è di 400 euro. Questo non significa che in Italia la spesa per la protezione sociale – che comprende tutto: dalle pensioni a sussidi di disoccupazione – sia inferiore a quei paesi. La spesa per la protezione sociale in Italia è in linea con la media europea.
In Italia, infatti, ci sono già numerosi programmi di aiuti alla povertà e di sussidi alla disoccupazione, sia a livello locale che nazionale: assegni di assistenza, assegni familiari, indennità di frequenza minori, pensioni di inabilità, indennità di accompagnamento e la nuova ASPI. A questo elenco andrebbe probabilmente aggiunta la cassa integrazione, che è una cosa molto particolare, ma che probabilmente verrebbe eliminata dall’introduzione di un reddito minimo garantito.
Il problema è che questi aiuti sono spesso “mal mirati”. Le persone che vengono aiutate da questo insieme di strumenti non coordinati sono, secondo una ricerca della Bocconi, solo per il 27% sotto la soglia di povertà. La parte più complessa dell’introduzione del reddito minimo garantito, oltre a trovare i fondi necessari, sarebbe riorganizzare e razionalizzare tutti questi aiuti, in modo da renderli più semplici da gestire e meglio diretti a chi ne ha davvero bisogno.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Spezzeremo le reni alla Grecia - 23
http://www.youtube.com/watch?v=4UV6HVMRmdk



In attesa del botto finale.


La percezione che tutto stia crollando è grande. A scriverlo ieri sono stati anche Antonio Padellaro e Roberto D’Agostino, due voci indipendenti non legate alla linea della proprietà come accade per i principali quotidiani italiani a libertà vigilata, e a libertà imbavagliata quando si tratta dei giornali di partito come Europa e l’Unità per la cosa, e Libero e Il Giornale per il capo dei bucanieri.

Il Prof. Revelli, ieri sera ad “In onda” ha precisato quello che dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti, ma sembra non esserlo o perché il tifoso esorcista tende a rimuovere le realtà sgradevoli o perché non si vede proprio quello che accade.

SIAMO DI FRONTE AD UN CEDIMENTO STRUTTURALE DEI DUE GRANDI PARTITI DI MASSA.

In fondo non è una grande novità. Quando a febbraio dello scorso anno, Gustavo Zagrebelsky al Teatro Smeraldo di Milano dichiara che i partiti sono falliti, è la prima certificazione del cedimento strutturale.

La Dottoressa Elisabetta Gualmini, dell’Istituto Cattaneo, ha stilato il certificato di morte dei partiti un anno dopo a Otto e mezzo dalla Gruber, dopo i risultati elettorali.

C’è chi le cose le vede prima e chi le vede dopo con un ritardo di un anno. Ma c’è anche chi non le vede mai.

La giornata di ieri è stata caratterizzata dalle dichiarazioni di Grillo e Casaleggio, dove entrambi minacciano di lasciare il movimento se non viene attuata la loro linea.

Riuniti per la seconda volta per deliberare, gli eletti del movimento 5S sono spaccati, come è normale che sia. C’è chi spinge per un alleanza con il Pd e chi è contrario.

Segno quindi di debolezza, impreparazione e caos.

Queste elezioni hanno scombinato la politica italiana.

Il Pd è arrivato primo ma non è in grado di governare. Il M5S è andato oltre le sue previsioni ed è diventato determinante per sostenere un governo, ma non erano questi i suoi programmi.

Il Pdl ha recuperato sensibilmente ma non tanto per vincere e governare. La presenza di B., l’artefice della rimonta, rende il partito impresentabile.

La lista cinica di Monti ha subito un tremendo flop.

Bersani sta attuando un tentativo estremo e disperato di portare il clan di POLTRONE & FORCHETTE al governo come se tutto fosse normale e si possa tranquillamente tornare a banchettare come alle Regioni Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.

Era convinto di poter fare l’inciucio con Monti, Casinis e Fini.

Fini non è entrato in Parlamento, Casinis si ma non conta più niente, Monti non lo considera più nessuno a causa del flop. Non diciamo che uso ne fa delle pagine dell’agenda Monti.

Alla cosa hanno dovuto fare le capriole perché il banchetto tanto agognato non è andato in porto. Si sono tolti i tovaglioli dal collo, riposto le forchette, cambiati d’abito e si sono presentati con il saio dei penitenti da Grillo con 8 punti raffazzonati alla meglio per far comprendere che sono altri, che non sono quelli che hanno perso le elezioni e dovevano partecipare al banchetto dell’Aggiungi un posto a tavola con la destra.

Per di più i quotidiani di riferimento, in questo caso una rivista settimanale, L’Espresso, ha fatto un servizio come si usa da tantissimi anni in tutti i media della carta stampata in questi casi. Questa volta su Grillo, in cerca di elementi per metterlo in evidenti difficoltà. Forse intendevano piegarlo ai desiderata di Bersani, forse volevano attivare la macchina del fango per la nuova campagna elettorale.

Fatto sta che con i metodi tradizionali hanno complicato definitivamente la situazione. Ammesso e non concesso, che come ha sostenuto Anfossi di Famiglia cristiana stamani ad Agorà, che Grillo con questo comportamento sia intenzionato ad alzare il prezzo della trattativa, cosa di cui non credo affatto, con quel servizio il Gruppo editoriale de La Repubblica-Espresso, ha affossato definitivamente ogni possibilità d’incontro.

Il duca conte spinge per il suo gioco tessuto con pazienza negli ultimi 7 anni. Prima con l’inciucio con Casinis, poi con la proposta in estremis di dare la presidenza della Camera ardente ai 5S, e la presidenza del Senato al Berluscone, ed infine la predisposizione all’inciucio con il Pdl.

Tutta questa disponibilità ha un unico fine, contrabbandare il loro appoggio in cambio del loro sostegno alla sua partecipazione alla elezione del nuovo capo dello Stato.

Il duca conte era in corsa anche alla elezione del 2006, ma alla fine, per ragioni di inciuciamento gli hanno preferito Napolità.

Per non perdere il turno successivo, ha spinto ed ottenuto presso il Vaticano SpA la nomina a vice – conte.

Con questa mossa conta l’appoggio del potente raggruppamento dell’Oltretevere.

In più ci ha messo del suo a tessere la tela con i partiti politici italiani. Sembra però che le cose non stiano andando per il verso giusto, soprattutto se a Papa dovesse essere eletto Scola.

Il Renzino aveva dichiarato che se ne ritornava bonino a fare il sindaco. Ma sapevamo tutti quanti che era una gran balla gigliata.

Appena l’occasione si sta intravvedendo, zacchete, l’arrampicatore sociale è ripartito in quarta.

Monti gli deve aver offerto la guida della sua lista cinica perché non è intenzionato a fare politica tradizionale. I poteri forti sono tornati alla carica e hanno individuato in Renzi il loro uomo. Quello più facilmente manovrabile anche perché assetato di potere.

Il Renzino ci sta pensando sopra. Come sostiene Max Catalano di Quelli della notte, è meglio guidare un partito del 18 % che uno del 10 %.

Ma non solo, stravolgendo tutto in questi tempi di stravolgimento, sommando la parte residuale della cosa con la lista cinica, potrebbe ottenere quel piazzamento a cui Pierfurby ha lavorato per tanti anni ma non c’è mai riuscito. Riunire i cattolici in un unico partito.

Se poi la magistratura gli da una mano, alla fine del percorso sommando anche i cattolici del Pdl il Renzino potrebbe trovarsi in mano un partito del 30 %.

Ganzo, per uno che vuole scalare il potere con rapidità.

Infatti il Renzino è sgià partito con la sua campagna da Fazio sparando le solite cazzate propagandistiche senza fondamento. La cosa gli si è rivoltata subito contro.

L’unica a tenere la testa a posto in mezzo al caos evidente è Susanna Camusso, che indica quali sono le estreme urgenze del Paese. Il mondo del lavoro e dell’impresa.

Ma Roma è sorda nell’orgia del potere che si sta consumando.

Nel lecca lecca, la Bonafè, renziana, ex portavoce, eletta di fresco,che sostiene che nel Pd non ci sono correnti, ha indicato stamani che Napolità, come sempre, saprà indicarci la strada giusta per uscire da questo stallo.

Veramente questo stallo profondo è opera dello stesso Napolità che si è inventato la cazzata della sua vita, con il governo Monti, sorretto da tre partiti falliti.

I bucanieri sono sul sentiero di guerra perché intravvedono la fine dopo la rimonta del duce.

Sono ritornati in guerra contro la magistratura. Per il solito piduista Cicchitto, i medici sono nazisti. Mentre per la pasionaria Biancofiore i pm sono comunisti.

Parole in libera uscita di esaltati ma che sul popolo dei merli piellini fa presa.


Tutti stanno ripetendo che siamo sull’orlo del baratro un’altra volta, ma questa volta non c’è via di scampo.

E’ il prezzo da pagare per una serie di cazzate sparate in quantità industriale nell’indifferenza generale.
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

Il Renzino aveva dichiarato che se ne ritornava bonino a fare il sindaco. Ma sapevamo tutti quanti che era una gran balla gigliata.

Appena l’occasione si sta intravvedendo, zacchete, l’arrampicatore sociale è ripartito in quarta.
aspettiamo trepidanti la contromossa dell'ala sinistra .
Camusso for President?
Landini for premier?
Veltroni for Africa?
Fusione a 30 gradi con SEL, rivoluzione civile -ei fu , Bonelli, Diliberto, Ferrero?
Ingroia scusa, torna! ?
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