Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 22/03/2013, 21:05
Spezzeremo le reni alla Grecia - 45
http://www.youtube.com/watch?v=AGCGt-bYd0I
Da Fratelli d’Italia a Banditi d’Italia - 19
La ruota della macina della storia si muove - 14
La guerra dell’Asilo Mariuccia - 8
La Fornero, stamani ad Agorà, nelle ricerca delle scusanti sul suo operato e di quello dei colleghi di governo, risultato alla fine non adeguato alla situazione, ha dichiarato che non si poteva far fronte in breve termine ad una situazione oggettiva della mancata crescita del Paese che dura da 15 anni.
Non credo si a così.
Percentuale annua del PIL in Europa
Prodotto interno lordo delle principali 5 economie della comunità europea. La media dei 27 paesi EU è posta a 100. Dati ufficiali di EUROSTAT.
E’ pur vero, osservando il grafico che il Pil cala leggermente tra il 1995 e il 1999, e poi su stabilizza tra il 1999 e i primi mesi del 2001, ma da quella data fino al 2010, dopo un periodo di stabilizzazione dovuto al governo Prodi, tende al ribasso.
Alcuni docenti, dopo la laurea rimangono per una vita a contatto con il solo mondo universitario che si ciba di teorie.
Diverso è invece scendere in campo e sporcarsi le mani con la realtà di tutti giorni.
Quando madama Fornero lo ha fatto, ci ha sbattuto il grugno, ma ad oggi non ha ancora capito cosa gli è successo. Comportamento tipico dei teorici di professione.
La società italiana guidata da una classe dirigente in parte incompetente e in parte forchettona, e in parte forchettona e incompetente, ha portato l’Italia davanti all’isola del Giglio, in attesa dell’affondamento definitivo.
Nel novembre del 2011, tutti i partiti presenti in parlamento sono falliti.
Quali prospettive aveva l’Italia in quel momento?
1) Continuare come ha sempre fatto, aspettando il botto finale
2) Cambiare rinnovandosi. Ma questo sembra che non sia nelle prerogative dei partiti.
Poteva cambiare il Pdl?
Ma quando mai? E’ un partito personale che è stato creato in funzione del capo e in difesa delle problematiche giudiziarie del capo.
Poteva cambiare il Pd?
Il Pd è la sintesi delle democristianizzazione della sinistra.
Il Pci a trazione moscovita, riceveva fondi dall’Unione sovietica.
In più si sosteneva con il 5% delle esportazioni verso l’Unione sovietica.
I suoi Parlamentari versavano il 50 % dell’appannaggio che forniva lo Stato.
Poi senz’altro con qual cosina si sono arrangiati visto come si arrangiavano a livello locale.
Questo aveva consentito a Botteghe Oscure di accumulare un più che discreto patrimonio immobiliare.
Con lo strappo da Mosca viene a mancare una fonte di denaro sostanziale. In più muore Enrico Berlinguer.
E allora anche i “compagni” perdono la verginità. Gli tocca adattarsi al “così fan tutti”. La diversità morale tanto decantata ai tempi cessa, con grande soddisfazione di tutti gli altri della combriccola di forchettonia. Politici in testa e sostenitori dei politici.
Quando scatta Mani pulite, in molti pasticci c’è la compartecipazione del Pci. Sono sempre soci di minoranza perché matricole e facenti parte dell’opposizione, e di conseguenza a loro spetta il boccone più piccolo.
Si rifaranno nella seconda Repubblica democristianizzandosi in tutti i sensi. Vedi ad esempio il caso Sesto con Penati.
Quelli che salvarono Berlusconi
(Carlo Tecce).
22/03/2013 di triskel182
L’ex capogruppo del Pd ed ex esponente della Margherita, da un anno è il nuovo presidente dell’Autorità sulla Privacy.
LA GIUNTA PER LE ELEZIONI – ANCHE DI SINISTRA – NON HA MAI ACCOLTO I RICORSI.
Che l’imprenditore Silvio Berlusconi non fosse eleggibile lo dice una vecchia legge: la numero 361, articolo 10, comma 1.
Chi beneficia di concessioni pubbliche (le televisioni) non può ricoprire cariche parlamentari. Semplice.
Adesso che MicroMega ha sottoscritto un appello e organizzato una manifestazione di piazza, l’argomento torna attuale.
Ma non è sconosciuto ai politici di lungo corso né al palazzo di Montecitorio.
Per tre volte, la Giunta per le elezioni ha esaminato la pratica Berlusconi e per tre volte, complice anche il centrosinistra, nulla è stato contestato.
Mentre ancora rimbombava l’avviso elegante, e nonostante ciò fermo, scagliato contro l’impresario da Giustizia e Libertà, Alessandro Pizzorusso, Paolo Flores d’Arcais, Alessandro Galante Garrone e tanti intellettuali che sollevavano una questione palese: Berlusconi non può sedere in Parlamento.
Forse Montecitorio ha le pareti insonorizzate perché quel lamento si è fermato all’ingresso.
Il 20 luglio 1994, presidente Antonio Mazzone (Msi), i ricorsi che potevano intrappolare il Cavaliere furono liquidati in pochi minuti: “Il deputato Elio Vito – si legge nel resoconto ufficiale – sottolinea che il comitato all’unanimità ha convenuto per l’infondatezza”.
Il gruppo di centrosinistra si adegua, tranne l’ex magistrato Luigi Saraceni che si oppone.
Il 17 ottobre 1996, seconda occasione: persa, strapersa. L’Ulivo governa Montecitorio, controlla la Giunta, ma la destra non fatica a proteggere il Cavaliere.
La relazione è affidata a Enzo Trantino (Alleanza Nazionale): “Rileva che le questioni interessate dai ricorsi per ineleggibilità sono state già state oggetto di esame da parte della Giunta delle elezioni nella passata legislatura.
Il relatore del tempo ebbe a riferire che il Comitato aveva valutato all’unanimità infondati i ricorsi, ritenendo che l’articolo 10 del testo unico non fosse applicabile all’interessato in quanto l’inciso “in proprio” doveva intendersi “in nome proprio”, e quindi non applicabile all’onorevole Berlusconi, atteso che questi non era titolare di concessioni radiotelevisive in nome proprio e che la sua posizione era riferibile alla società interessata solo a mezzo di rapporti di azionariato”.
La supercazzola di Trantino, che si spinse con disamine degne dell’Accademia della Crusca, fu ingerita senza troppe proteste dal centrosinistra che schierava Angelo Muzio, Luigi Massa, Maria Carazzi e Giuseppe Rossiello.
Va bene, si può sbagliare un paio di volte.
La terza sembra perfetta: presiede Antonello Soro (Margherita), sfilano compatti Dario Franceschini (sempre Margherita) e Anna Finocchiaro (Democratici di sinistra).
Ce l’hanno fatta?
Leggete l’intervento di Salvatore Adduce (Ds), ora sindaco di Matera del Partito democratico: “Nel condividere le conclusioni cui è pervenuto il Comitato, si dichiara comunque favorevole a una sistemazione normativa della materia. (…) Al riguardo tiene a precisare che la questione del conflitto di interessi e quella dell’ineleggibilità sono distinte.
In conclusione, dichiara voto favorevole sulla proposta del Comitato, illustrata dal presidente, non essendovi elementi che possano far sostenere positivamente l’ineleggibilità del deputato Berlusconi”.
Già, il conflitto d’interessi non c’entrava.
E Soro ne era convinto. Ecco perché l’hanno nominato all’Autorità di garanzia per la Privacy: conosce bene i fatti privati.
Da Il Fatto Quotidiano del 22/03/2013.
http://www.youtube.com/watch?v=AGCGt-bYd0I
Da Fratelli d’Italia a Banditi d’Italia - 19
La ruota della macina della storia si muove - 14
La guerra dell’Asilo Mariuccia - 8
La Fornero, stamani ad Agorà, nelle ricerca delle scusanti sul suo operato e di quello dei colleghi di governo, risultato alla fine non adeguato alla situazione, ha dichiarato che non si poteva far fronte in breve termine ad una situazione oggettiva della mancata crescita del Paese che dura da 15 anni.
Non credo si a così.
Percentuale annua del PIL in Europa
Prodotto interno lordo delle principali 5 economie della comunità europea. La media dei 27 paesi EU è posta a 100. Dati ufficiali di EUROSTAT.
E’ pur vero, osservando il grafico che il Pil cala leggermente tra il 1995 e il 1999, e poi su stabilizza tra il 1999 e i primi mesi del 2001, ma da quella data fino al 2010, dopo un periodo di stabilizzazione dovuto al governo Prodi, tende al ribasso.
Alcuni docenti, dopo la laurea rimangono per una vita a contatto con il solo mondo universitario che si ciba di teorie.
Diverso è invece scendere in campo e sporcarsi le mani con la realtà di tutti giorni.
Quando madama Fornero lo ha fatto, ci ha sbattuto il grugno, ma ad oggi non ha ancora capito cosa gli è successo. Comportamento tipico dei teorici di professione.
La società italiana guidata da una classe dirigente in parte incompetente e in parte forchettona, e in parte forchettona e incompetente, ha portato l’Italia davanti all’isola del Giglio, in attesa dell’affondamento definitivo.
Nel novembre del 2011, tutti i partiti presenti in parlamento sono falliti.
Quali prospettive aveva l’Italia in quel momento?
1) Continuare come ha sempre fatto, aspettando il botto finale
2) Cambiare rinnovandosi. Ma questo sembra che non sia nelle prerogative dei partiti.
Poteva cambiare il Pdl?
Ma quando mai? E’ un partito personale che è stato creato in funzione del capo e in difesa delle problematiche giudiziarie del capo.
Poteva cambiare il Pd?
Il Pd è la sintesi delle democristianizzazione della sinistra.
Il Pci a trazione moscovita, riceveva fondi dall’Unione sovietica.
In più si sosteneva con il 5% delle esportazioni verso l’Unione sovietica.
I suoi Parlamentari versavano il 50 % dell’appannaggio che forniva lo Stato.
Poi senz’altro con qual cosina si sono arrangiati visto come si arrangiavano a livello locale.
Questo aveva consentito a Botteghe Oscure di accumulare un più che discreto patrimonio immobiliare.
Con lo strappo da Mosca viene a mancare una fonte di denaro sostanziale. In più muore Enrico Berlinguer.
E allora anche i “compagni” perdono la verginità. Gli tocca adattarsi al “così fan tutti”. La diversità morale tanto decantata ai tempi cessa, con grande soddisfazione di tutti gli altri della combriccola di forchettonia. Politici in testa e sostenitori dei politici.
Quando scatta Mani pulite, in molti pasticci c’è la compartecipazione del Pci. Sono sempre soci di minoranza perché matricole e facenti parte dell’opposizione, e di conseguenza a loro spetta il boccone più piccolo.
Si rifaranno nella seconda Repubblica democristianizzandosi in tutti i sensi. Vedi ad esempio il caso Sesto con Penati.
Quelli che salvarono Berlusconi
(Carlo Tecce).
22/03/2013 di triskel182
L’ex capogruppo del Pd ed ex esponente della Margherita, da un anno è il nuovo presidente dell’Autorità sulla Privacy.
LA GIUNTA PER LE ELEZIONI – ANCHE DI SINISTRA – NON HA MAI ACCOLTO I RICORSI.
Che l’imprenditore Silvio Berlusconi non fosse eleggibile lo dice una vecchia legge: la numero 361, articolo 10, comma 1.
Chi beneficia di concessioni pubbliche (le televisioni) non può ricoprire cariche parlamentari. Semplice.
Adesso che MicroMega ha sottoscritto un appello e organizzato una manifestazione di piazza, l’argomento torna attuale.
Ma non è sconosciuto ai politici di lungo corso né al palazzo di Montecitorio.
Per tre volte, la Giunta per le elezioni ha esaminato la pratica Berlusconi e per tre volte, complice anche il centrosinistra, nulla è stato contestato.
Mentre ancora rimbombava l’avviso elegante, e nonostante ciò fermo, scagliato contro l’impresario da Giustizia e Libertà, Alessandro Pizzorusso, Paolo Flores d’Arcais, Alessandro Galante Garrone e tanti intellettuali che sollevavano una questione palese: Berlusconi non può sedere in Parlamento.
Forse Montecitorio ha le pareti insonorizzate perché quel lamento si è fermato all’ingresso.
Il 20 luglio 1994, presidente Antonio Mazzone (Msi), i ricorsi che potevano intrappolare il Cavaliere furono liquidati in pochi minuti: “Il deputato Elio Vito – si legge nel resoconto ufficiale – sottolinea che il comitato all’unanimità ha convenuto per l’infondatezza”.
Il gruppo di centrosinistra si adegua, tranne l’ex magistrato Luigi Saraceni che si oppone.
Il 17 ottobre 1996, seconda occasione: persa, strapersa. L’Ulivo governa Montecitorio, controlla la Giunta, ma la destra non fatica a proteggere il Cavaliere.
La relazione è affidata a Enzo Trantino (Alleanza Nazionale): “Rileva che le questioni interessate dai ricorsi per ineleggibilità sono state già state oggetto di esame da parte della Giunta delle elezioni nella passata legislatura.
Il relatore del tempo ebbe a riferire che il Comitato aveva valutato all’unanimità infondati i ricorsi, ritenendo che l’articolo 10 del testo unico non fosse applicabile all’interessato in quanto l’inciso “in proprio” doveva intendersi “in nome proprio”, e quindi non applicabile all’onorevole Berlusconi, atteso che questi non era titolare di concessioni radiotelevisive in nome proprio e che la sua posizione era riferibile alla società interessata solo a mezzo di rapporti di azionariato”.
La supercazzola di Trantino, che si spinse con disamine degne dell’Accademia della Crusca, fu ingerita senza troppe proteste dal centrosinistra che schierava Angelo Muzio, Luigi Massa, Maria Carazzi e Giuseppe Rossiello.
Va bene, si può sbagliare un paio di volte.
La terza sembra perfetta: presiede Antonello Soro (Margherita), sfilano compatti Dario Franceschini (sempre Margherita) e Anna Finocchiaro (Democratici di sinistra).
Ce l’hanno fatta?
Leggete l’intervento di Salvatore Adduce (Ds), ora sindaco di Matera del Partito democratico: “Nel condividere le conclusioni cui è pervenuto il Comitato, si dichiara comunque favorevole a una sistemazione normativa della materia. (…) Al riguardo tiene a precisare che la questione del conflitto di interessi e quella dell’ineleggibilità sono distinte.
In conclusione, dichiara voto favorevole sulla proposta del Comitato, illustrata dal presidente, non essendovi elementi che possano far sostenere positivamente l’ineleggibilità del deputato Berlusconi”.
Già, il conflitto d’interessi non c’entrava.
E Soro ne era convinto. Ecco perché l’hanno nominato all’Autorità di garanzia per la Privacy: conosce bene i fatti privati.
Da Il Fatto Quotidiano del 22/03/2013.