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Fassina apre lo scontro nel Pd:
"Non indebolite il segretario"
Il responsabile economico dei democratici critica i compagni di partito che non sostengono il tentativo di Bersani (come Delrio su Repubblica): "Proporre una maggioranza con il Pdl significa avvicinare le elezioni". Italia Futura: "Scelta Civica dica no a governicchi, serve un esecutivo di scopo"
Lo leggo dopo
ROMA - Mentre Pierluigi Bersani continua il suo giro di consultazioni in veste di presidente del Consiglio incaricato, deciso a non intraprendere la strada delle larghe intese con il Pdl ("Mi occupo dei problemi della gente", ha detto il leader Pd), prosegue il dibattito interno al Pd dove alcuni esponenti di primo piano giudicano quella del segretario una missione impossibile.
Tanto da indurre Stefano Fassina, responsabile economico del partito, ad intervenire sul suo profilo Facebook: "E' grave - scrive Fassina - che, in ore decisive per la costruzione di un governo adeguato alle sfide di fronte all'Italia, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il Pdl per un doverno del presidente".
E chiarisce: "I cittadini italiani alle elezioni hanno chiesto inequivocabilmente cambiamento, sia sul terreno dell'etica pubblica sia sul terreno della politica economica".
Fassina si riferisce all'intervista rilasciata dal renziano Graziano Delrio a Repubblica.
Il presidente dell'Anci ha dichiarato: "Pronti al governo di scopo con il Pdl, non è il momento di fare i capricci".
Delrio rifiuta l'idea di un accordo organico col Pdl, ma pensa "a un governo di massimo sette mesi per il bene del paese.
I due partiti non possono sottrarsi se il Quirinale chiede un governo di scopo.
Un governo che vari riforme importanti come la nuova legge elettorale, la riduzione dei parlamentari e avviare misure per la crescita e il lavoro".
Ma Fassina attacca il Pdl: "Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l'Italia sull'orlo del baratro non può essere interlocutore di un governo di cambiamento".
Per l'esponente democratico "oggi, senso di responsabilità vuol dire cambiamento.
Qualunque compagine governativa, in qualunque forma presentata, sarebbe impossibilitata dal sostegno del Pdl a realizzare il cambiamento.
Non sarebbe tanto un problema del Pd. Sarebbe un danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche perché non si riuscirebbero a affrontare le emergenze politiche e economiche.
Gli obiettivi di parte, di una parte del Pd, almeno in una fase così delicata, non dovrebbero essere anteposti all'interesse del Paese. Indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni", conclude Fassina.
Da parte sua, Bersani ha parlato di un "partito aperto" che discute in streaming le posizioni da prendere, "a differenza di altri".
La risposta dei renziani. Pronta la risposta della deputata Pd Simona Bonafè, una delle più strette collaboratrici di Matteo Renzi: "Non so a chi si riferisca Fassina. La strada che ha intrapreso Bersani è in salita e lo sapevamo anche prima del mandato esplorativo.
E' difficile ma legittimo il tentativo di Bersani e speriamo vivamente che vada a buon fine. Prima è, meglio è per il Paese".
"Io qualche perplessità ce l'ho e se il tentativo di Bersani dovesse fallire allora tutto si rimanderebbe a Napolitano.
Se tornare alle elezioni lo deciderà il Presidente della Repubblica, ma dobbiamo usciere dallo stallo il più presto possibile - prosegue -. Io non sono pregiudizialmente ostile.
Sul rapporto con i parlamentari del M5S ha aggiunto: Non ho ancora avuto l'occasione di confrontarmi con i colleghi del M5S, certo è che se le loro proposte sono No Tav e referendum sull'euro, allora non ci siamo".
Italia Futura, no a governicchi.
Scelta civica non appoggerà "governicchi" che si reggono su qualche parlamentare preso qua e là.
All'Italia serve un "governo di scopo" che abbia un "largo consenso" attraverso un "patto politico trasparente con il Pdl e con le altre forze disponibili".
E' quanto si legge in un editoriale sul sito di Italia Futura, l'associazione fondata da Luca Cordero di Montezemolo.
"Nella situazione di crisi in cui ci troviamo basta poco per far divampare un incendio incontrollabile.
E' quello in cui spera Beppe Grillo, per condurre il Paese nuovamente ai margini dell'Europa e ancora più lontano dalla crescita economica - prosegue l'editoriale -.
Quello che serve all'Italia è esattamente il contrario di un governicchio costretto a rincorrere i singoli voti, accontentando ogni pulsione populista pur di vivacchiare.
Quello che serve all'Italia è un 'governo di scopo', che abbia una largo consenso parlamentare, sulla base di un trasparente patto politico con il PdL e con altre forze disponibili, e che metta al centro poche, chiare priorità per far ripartire l'economia e sanare almeno parzialmente il baratro che separa cittadini, istituzioni e politica".
Una posizione condivisa anche da Andrea Olivero, coordinatore di Scelta Civica: "Mi ritrovo pienamemente -afferma Olivero- nei concetti espressi e nelle interessanti questioni poste nell'editoriale di Italia Futura.
Siamo disponibili a sostenere soltanto un governo che abbia una maggioranza chiara e nitida, come chiesto dal presidente Napolitano".
(24 marzo 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HRER1-1
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Pd, Fassina vs Delrio: “Indebolire Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”
Sale la tensione nel partito democratico. Il responsabile economico contro il sindaco di Reggio Emilia che in una intervista a Repubblica aveva avallato un "governo di scopo con il Pdl"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 24 marzo 2013
“E’ grave che, in ore decisive per la costruzione di un Governo, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il PdL per un ‘Governo del Presidente’”.
Lo scrive Stefano Fassina, in un intervento su Facebook, in cui sostiene che “Indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”.
Parole che sembrano una risposta all’intervista del renziano Graziano Delrio su Repubblica.
Il responsabile economico dei democratici fa emergere con le sue parole la tensione che sta montando nel partito in vista della direzione di domani.
Il segretario l’ha convocata d’urgenza ieri per farsi blindare la linea dopo aver ricevuto il pre-incarico da Giorgio Napolitano.
Secondo due direttrici fondamentali: sì a un governo di “cambiamento”, composto di tecnici e personalità della società civile, che a questo punto non nasce su un accordo privilegiato con l’M5S, ma sia sostenuto da qualche via libera implicito (dalla Lega e da Gal, soprattutto) e insieme sì alle riforme costituzionali da fare anche con il Pdl (in cambio magari di una “non belligeranza”); e nello stesso tempo, no a un governo di larghe intese insieme al Pdl, se il suo tentativo dovesse fallire.
Una strada, quest’ultima, che molti nel Pd sono pronti a perseguire. Fassina esplicita la linea del segretario, che come alternativa al suo schema vede solo il voto: “I cittadini italiani alle elezioni hanno chiesto inequivocabilmente cambiamento, sia sul terreno dell’etica pubblica sia sul terreno della politica economica.
Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l’Italia sull’orlo del baratro non può essere interlocutore di un governo di cambiamento.
Oggi, senso di responsabilità vuol dire cambiamento”.
E dunque, “qualunque compagine governativa, in qualunque forma presentata, sarebbe impossibilitata dal sostegno del Pdl a realizzare il cambiamento.
Non sarebbe tanto un problema del Pd. Sarebbe un danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche perché non si riuscirebbero a affrontare le emergenze politiche e economiche.
Gli obiettivi di parte, di una parte del Pd, almeno in una fase cosi delicata, non dovrebbero essere anteposti all’interesse del Paese. Indebolire il tentativo di Bersani – conclude il responsabile economico del Pd – vuol dire avvicinare le elezioni”. ”Lo sforzo compiuto in queste ore da Pier Luigi Bersani – aggiunge Francesco Boccia – per dare un governo al Paese non riguarda né se stesso né il Pd ma il futuro del Paese.
Le parole pronunciate oggi dal presidente di Confindustria Squinzi lo confermano.
Non c’è tempo da perdere, è vitale affrontare subito i problemi che attanagliano l’Italia e le sue imprese”.
Se qualcuno aveva dei dubbi sui primi destinatari delle accuse di Fassina, basta la replica a rivelarli.
Che infatti arriva da Simona Bonafè, neoparlamentare Pd, tra le più vicine a Renzi: “Non so a chi si riferisca Fassina.La strada che ha intrapreso Bersani è in salita e lo sapevamo anche prima del mandato esplorativo.
E’ difficile, ma legittimo il tentativo di Bersani e speriamo vivamente che vada a buon fine. Prima è, meglio è per il Paese”.
Fin qui il fairplay secondo lo stile scelto dal sindaco di Firenze in queste settimane.
Ma poi l’avvertimento, quello vero: “Io qualche perplessità ce l’ho e se il tentativo di Bersani dovesse fallire allora tutto si rimanderebbe a Napolitano”.
Che poi chiarisce: “Se tornare alle elezioni lo deciderà il Presidente della Repubblica, ma dobbiamo usciere dallo stallo il più presto possibile. Io non sono pregiudizialmente ostile”. Mentre su Twitter il deputato “renziano” Matteo Richetti ironizza: “Nell’accusa di Fassina a chi sta sabotando Bersani chiaro riferimento a chi oggi ha mandato Stumpo dalla D’Urso”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ni/540822/