La Questione Monti

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mariok

Re: La Questione Monti

Messaggio da mariok »

QUANTI DIPENDENTI HA LA CASA BIANCA E QUANTI PALAZZO CHIGI? ECCO I NUMERI

Palazzo Chigi costa quindici volte la Casa Bianca, in termini di costo degli stipendi


Palazzo Chigi costa quindici volte la Casa Bianca, in termini di costo degli stipendi. Se Palazzo Chigi costa infatti 463.584.458 euro all'anno, la Casa Bianca si ferma a 29.850.000 euro, l'Eliseo francese costa 67.000 euro, Downing Street addirittura 6.600.000 sterline, cioè 8.187.799 euro.

Le differenze non finiscono qui. Come riporta La Stampa, nell'Europa in crisi e senza lavoro i costi lievitano anche a causa del numero dei dipendenti. Alla Casa Bianca sono 468, a Palazzo Chigi quasi dieci volte tanto: 4.600. Anche in questo superiamo la Francia, che all'Eliseo ha 941 dipendenti, e la Gran Bretagna, con i suoi 1.337 dipendenti a Downing Street.

Il calcolo complessivo risulta facile se si considera che nella Roma sulla via della recessione un dipendente del Palazzo di Governo può prendere fino a 207.000 euro all'anno, due terzi di quanto prende il presidente degli Stati Uniti (315.893 euro). Del resto anche all'Eliseo lo stipendio massimo dei dipendenti tocca la cifra di 191.184 euro, e quello di Downing Street arriva a 173.677 euro. Anche in questo ambito la vecchia Europa in decadenza batte in costi la nuova America: alla Casa Bianca lo stipendio massimo di un dipendente non supera i 135.834 euro annui.

Roma è "virtuosa" solo per quanto riguarda lo stipendio del presidente del Consiglio, che prende 86.800 euro (netti), contro i 162.238 euro del presidente francese, i 176.158 euro del premier britannico e i 315.893 euro del presidente degli Stati Uniti.

Fonte: blitizquotidiano.it
erding
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Re: La Questione Monti

Messaggio da erding »

Intanto...

Spending review, salve le super-pensioni
Ecco perché il governo non le taglia

Ministri riuniti per decidere la riduzione della spesa pubblica. Bersani: 'Non si tocchi il sociale'

Il governo, lo stesso che si appresta a sforbiciare la spesa pubblica con la spending review e che ha varato la riforma della previdenza, ha detto no all’inserimento di un tetto alle pensioni d’oro. Perché? Di pensioni a 5 stelle tra i banchi dell’esecutivo ce ne sono diverse, basta leggere le indennità di diversi ministri e sottosegretari. Un pacchetto di alti redditi che in parte aiutano a spiegare la reticenza con cui l’esecutivo ha affrontato finora il tema dei tetti agli assegni della previdenza pubblica. La lista, del resto, chiama in causa addirittura il super-commissario ai risparmi, Enrico Bondi. Ma spicca anche un sottosegretario, Gianfranco Polillo, il sospettato numero uno del rinvio della norma.
Non è ancora chiaro, infatti, come sarà il provvedimento che il Consiglio dei ministri è chiamato a varare la spending review (10 miliardi di tagli quest’anno, il doppio nel 2013, per disinnescare la bomba dell’aumento dell’Iva previsto da Berlusconi). E soprattutto non è chiaro se ci sarà o no un tetto massimo per le pensioni pagate dall’amministrazione pubblica che l’emendamento presentato dal deputato Pdl, Guido Crosetto, indicava in 6mila euro netti mensili. Quell’emendamento è stato ritirato dopo le insistenti “pressioni” da parte del governo e degli stessi colleghi di Crosetto. “Smuovi un campo troppo ampio” gli aveva detto in Commissione proprio Polillo. Il sottosegretario sa bene di cosa parla perché è titolare di una pensione di 9.541,13 euro netti al mese percepita dall’ottobre del 2006 dopo oltre 40 anni di servizio come funzionario della Camera. A pensar male, ovviamente, si dovrebbe ritenere che è la propria pensione a indurre a smussare un provvedimento tutt’altro che simbolico (consentirebbe un risparmio di 2,3 miliardi solo per il pubblico, di 15 estendendolo anche al privato). Ma questo presupporrebbe un’azione retroattiva del taglio che, a eccezione dei pensionati comuni (ai quali hanno bloccato l’adeguamento all’inflazione per gli assegni superiori ai 1.400 euro), come gli esodati, non si dà mai nella legislazione italiana. Forse si tratta invece di una mera rappresentanza di un interesse “di casta”.

Se però si volesse capire chi potrebbe effettivamente essere beneficiato dal mancato tetto, ecco il nome di Elsa Fornero. Il ministro del Lavoro che in pensione ancora non ci è andata ma che gode di una lunga carriera a cui aggiunge importanti consulenze e incarichi prestigiosi. Nel 2010 ha dichiarato un reddito di 402mila euro lordi annui, per cui non è difficile prevedere per lei una pensione al limite della soglia Crosetto. Ma quanti altri “cloni” di queste figure potrebbero essere salvati? Ancora altri esempi, magari proprio considerando l’estensione al privato: il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha dichiarato nel 2011 oltre 7 milioni di euro. Il suo collega allo Sviluppo Corrado Passera, oltre 3,5 milioni. Per non parlare di Piero Gnudi, con una dichiarazione dei redditi da 1,7 milioni. Legittimo attendersi che, quando andranno in pensione, saranno ben oltre il tetto.

Prof, generali e grand commis - Diamo ancora un’occhiata alle pensioni di chi è al governo. Il ministro Anna Maria Cancellieri dal novembre 2009 è titolare di una pensione di 6.688,70 euro netti al mese. È il frutto di una lunga carriera nell’amministrazione statale, con l’ingresso al ministero degli Interni nel 1972. Il ministro della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, percepisce 314.522,64 euro di “pensione provvisoria” pari a circa 20mila euro mensili. È pubblicata, inoltre, sul sito del governo quella del sottosegretario allo Sviluppo economico, Massimo Vari che percepisce 10.253,17 euro netti al mese, frutto di una lunga attività di magistrato fino a ricoprire la carica di vice-presidente emerito della Corte costituzionale. Vari è in attesa di un’altra indennità per gli anni trascorsi alla Corte dei conti europea. Così come è pubblicata la pensione di Andrea Riccardi, 81.154 euro lordo annui (circa 4mila euro al mese) frutto del lavoro di docente universitario. Impossibile da rintracciare nella dettagliatissima documentazione reddituale del presidente del Consiglio, invece, la pensione di cui è beneficiario dal novembre del 2003 pari a 3.330,11 euro netti mensili frutto dell’attività di docente universitario.

Poca cosa in confronto alle vere pensioni d’oro e poca cosa, soprattutto, rispetto al reddito superiore al milione di euro dichiarato da Mario Monti nel 2011. Vale la pena di considerare, però, che quella pensione che è comunque tre volte medici Asl, fino ai 134mila euro annui dei magistrati. Nella fascia di pensioni superiori ai 4mila euro lordi mensili ci sono 104.793 persone che si riducono all’aumento del tetto individuato (non ci sono dati per fasce superiori ai 4mila euro). I risparmi possono comunque essere molto alti. Basti pensare che l’incidenza degli stipendi dei dirigenti pubblici arriva spesso al 20% dei costi sostenuti con punte del 40% nella Sanità (o, per fare un esempio più piccolo, all’interno della Presidenza del Consiglio). Del resto, basta guardare la è di 22.307 euro netti al mese (avete letto bene, ventiduemila euro al mese); la seconda, integrativa, è di 10.465 euro netti mensili. Come se non bastasse ce n’è una terza, di “soli” 896,38 euro mensili frutto di una pensione “contributiva”. Il totale è di 33.668 euro netti mensili. Se fosse stabilito un tetto di 5 o 6mila euro, Geronzi dovrebbe rinunciare ad almeno 27mila euro. Si pagherebbero almeno 30 esodati. Un po’ meno se si ponesse a 10mila euro il tetto consentito per il cumulo degli assegni. Ma comunque un bel risparmio.

da Il Fatto Quotidiano dell’1 luglio 2012

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... ni/280708/

seguono 272 commenti
i primi due presi a caso:

"E certo....è più facile ridurre o bloccare le pensioni minime o quelle sotto i 1.000 euro mensili.....facendo fare la fame a chi ha veramente lavorato duramente per tutta la vita...anziché rendere eque somme mensili incredibilmente fuori da ogni limite atte a garamtire non una vita decorosa ma una vita lussuosa !!
Ma con i soldi dei contribuenti questo non si può più fare...sono cambiati i tempi e i modi...altrimenti quelli con meno di 1.000 euro al mese di pensione prima o poi vengono a prendervi nei palazzi, dove fate finta di lavorare e di fare i salvatori della Patria mentre in realtà pensate solo....... a salvare Voi stessi"

"Visto che Bersani dalle prossime elezioni farà il pensionato , volete mica che il poveretto si adegui a vivere con "solo" 6000 (lo scrivo anche in lettere : seimila) euro al mese !!!!!!!"
lucameni
Messaggi: 4
Iscritto il: 21/05/2012, 11:32

Re: La Questione Monti

Messaggio da lucameni »

In merito non so che pensare. Immagino sicuramente condizionamenti da parte dei partiti e non ultimo il fatto che molti "tecnici" sono lì perchè ammanicati con i noti personaggi.
Però c'era da sperare molto ma molto molto molto molto di più.
E' il massacro del ceto medio, liberalizzazioni scarse dove erano necessarie, liberalizzazioni dove non dovevano esserci, la parola "crescita" in ogni dove che però troppo spesso significa regalie a grandi gruppi ed esercizio di sistemi contrattuali truffaldini, un'ormai nota insensibilità al dramma del lavoro e del precariato.
Anche ad essere destrorsi (ed io onestamente mi sento poco di sinistra) come si fa ad apprezzare quanto imbastito da Monti e C.?
Le parole riformismo, liberismo (e crescita) temo che in Italia siano usate a sproposito.
Questo governo di tecnici nemmeno poi tanto in gamba mi pare che lo dimostri.

Riporto il passo di altro "tecnico" bocconiano in bagarre spesso con Monti: Giavazzi. Sicuramente qui poco amato ma quanto a obiettivi base (poi dipende come raggiunti) approccio critico rispetto il governo: "una direzione sbagliata del governo, che procede alla creazione di più infrastrutture fisiche, quando ci vorrebbero infrastrutture immateriali, giustizia civile più veloce, cause di lavoro più certe e spedite, pagamenti rapidi della pubblica amministrazione alle imprese, lotta alla criminalità, un’università che produca buon capitale umano e buona ricerca . “Più facile – ha scritto ancora Giavazzi - costruire strade e ferrovie aumentando le tasse, che fare quelle riforme a costo zero che però toccano lobby potenti. Purtroppo non è ubriacandoci di asfalto e traverse ferroviarie che il Paese ricomincerà a crescere”.
mariok

Re: La Questione Monti

Messaggio da mariok »

Il problema è che tutti parlano di riforme, ma quando si va al dunque si scopre che ognuno intende una cosa diversa.

In generale, mi sembra che prevalgano gli interessi "di bottega" su quelli generali. In varia misura da parte di tutti, destra e sinistra,

Prendiamo ad esempio la "spending review". Tutti denunciano sprechi, ma quando si entra nel merito sorgono i "distinguo", i paletti, addirittura minacce di sciopero generale da parte di chi, come Bonanni, ha fatto accordi separati per cancellare diritti ai lavoratori (quelli delle fabbriche, non quelli degli uffici pubblici) o è stato a guardare quando si sono falcidiate le pensioni.

Le cosiddette liberalizzazioni sono state una farsa, ma nessuno si è dannato più di tanto.

E così via.

C'è qualcuno, per esempio, disposto a prendere in considerazione il ridimensionamento se non l'eliminazione delle regioni?

Eppure sono centri di spesa, sostanzialmente poco utili, totalmente fuori controllo, gestiti da pochi per pochi, quasi all'insaputa dei cittadini elettori.
soloo42000
Messaggi: 1081
Iscritto il: 15/05/2012, 9:38

Re: La Questione Monti

Messaggio da soloo42000 »

Prendiamo ad esempio la "spending review". Tutti denunciano sprechi, ma quando si entra nel merito sorgono i "distinguo", i paletti, addirittura minacce di sciopero generale da parte di chi, come Bonanni, ha fatto accordi separati per cancellare diritti ai lavoratori (quelli delle fabbriche, non quelli degli uffici pubblici) o è stato a guardare quando si sono falcidiate le pensioni.
Il fatto che la triplice sia unita nell'opporsi alla riforma della PA a prescindere, e usando argomenti davvero risibili, e` una ragione in piu` per procedere.
E`, purtroppo, acqua, tanta acqua al mulino di quelli che vogliono "castrare" i sindacati come interlocutori.


soloo42000
Amadeus

Re: La Questione Monti

Messaggio da Amadeus »

Immigrazione, permesso a chi denuncia sfruttatore
Ok Cdm al decreto con le sanzioni sul caporalato
06 luglio, 17:39
Permesso di soggiorno a chi denuncia lo sfruttatore

ROMA - Permesso di soggiorno al dipendente che denuncia il suo sfruttatore. Lo prevede lo schema di decreto legislativo approvato oggi dal Consiglio dei Ministri in recepimento della direttiva europea sulle sanzioni per i datori di lavoro che impiegano stranieri irregolari. Il provvedimento inasprisce dunque le sanzioni già previste per chi assume lavoratori non in regola.

Le pene sono ulteriormente aumentate se i lavoratori irregolari occupati sono più di tre, se sono minori e se sono sottoposti a condizioni lavorative di particolare sfruttamento. In questi casi è rilasciato il permesso di soggiorno della durata di sei mesi, con possibilità di rinnovo per un anno o più, per lo straniero che "abbia presentato denuncia e cooperi nel procedimento penale instaurato nei confronti del datore di lavoro". Ci sarà una breve fase transitoria, come aveva auspicato il ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi, per consentire al datore di lavoro di adeguarsi alla nuova normativa. I tecnici dei ministeri interessati stanno ora lavorando per ultimare i dettagli del provvedimento. Si parla di una sanzione intorno ai 1.000 euro per i datori di lavoro che violano la norma.

OK CDM A DL CON SANZIONI SU CAPORALATO - Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva, su proposta del ministro per gli Affari Europei e del ministro del Lavoro, il decreto legislativo che recepisce la normativa comunitaria in materia di sanzioni e provvedimenti nei confronti dei datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Lo si legge nella nota di Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri
paolo11
Messaggi: 3688
Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: La Questione Monti

Messaggio da paolo11 »

mariok ha scritto:QUANTI DIPENDENTI HA LA CASA BIANCA E QUANTI PALAZZO CHIGI? ECCO I NUMERI

Palazzo Chigi costa quindici volte la Casa Bianca, in termini di costo degli stipendi


Palazzo Chigi costa quindici volte la Casa Bianca, in termini di costo degli stipendi. Se Palazzo Chigi costa infatti 463.584.458 euro all'anno, la Casa Bianca si ferma a 29.850.000 euro, l'Eliseo francese costa 67.000 euro, Downing Street addirittura 6.600.000 sterline, cioè 8.187.799 euro.

Le differenze non finiscono qui. Come riporta La Stampa, nell'Europa in crisi e senza lavoro i costi lievitano anche a causa del numero dei dipendenti. Alla Casa Bianca sono 468, a Palazzo Chigi quasi dieci volte tanto: 4.600. Anche in questo superiamo la Francia, che all'Eliseo ha 941 dipendenti, e la Gran Bretagna, con i suoi 1.337 dipendenti a Downing Street.

Il calcolo complessivo risulta facile se si considera che nella Roma sulla via della recessione un dipendente del Palazzo di Governo può prendere fino a 207.000 euro all'anno, due terzi di quanto prende il presidente degli Stati Uniti (315.893 euro). Del resto anche all'Eliseo lo stipendio massimo dei dipendenti tocca la cifra di 191.184 euro, e quello di Downing Street arriva a 173.677 euro. Anche in questo ambito la vecchia Europa in decadenza batte in costi la nuova America: alla Casa Bianca lo stipendio massimo di un dipendente non supera i 135.834 euro annui.

Roma è "virtuosa" solo per quanto riguarda lo stipendio del presidente del Consiglio, che prende 86.800 euro (netti), contro i 162.238 euro del presidente francese, i 176.158 euro del premier britannico e i 315.893 euro del presidente degli Stati Uniti.

Fonte: blitizquotidiano.it
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E non siamo una popolazione come gli USA oltre 300.00000 miglioni siamo solamente 60.00000 miglioni di Italiani.
Ma questi e quelli di prima si rendono conto delle sproporzioni?
Ciao
Paolo11
shiloh
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Iscritto il: 21/02/2012, 17:56

Re: La Questione Monti

Messaggio da shiloh »

Monti a pallettoni contro sindacati, l'ira di Camusso .

La reazione dei sindacati non si fa attendere:

«Le lezioni di democrazia sono sempre utili, le rappresentanze sociali sono elette e misurate sulla base del consenso, prendere lezioni di democrazia da chi è cooptato e non si è misurato con i voto è un pò imbarazzante
per il futuro democratico del paese.
Farlo nella platea delle banche e degli interessi bancari nella crisi meriterebbe una riflessione»,
replica il segretario Cgil, Susanna Camusso.

«Credo che il premier non sappia di cosa sta parlando
- dice la sindacalista-

Vorrei ricordargli che l'ultima concertazione nel nostro paese è quella del 1993:
quell'accordo salvò il Paese dalla bancarotta e si fece una riforma delle pensioni equa a contrario di quella fatta dal suo governo e permise l'ingresso del paese nell'euro».

Poi, prosegue a margine dell'assemblea della Filt,

« forse il presidente consiglio non si ricorda che al governo arrivò la destra che cancellò la concertazione.
Sono 20 anni che non abbiamo concertazione»
e da allora sono arrivate
«le leggi della precarietà di cui la riforma del mercato del lavoro di questo governo è l'ultima tappa.
Quando parla dei giovani dovrebbe pensare a queste leggi»,
conclude Camusso.

http://www.unita.it/italia/monti-attacc ... 637?page=2
shiloh
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Re: La Questione Monti

Messaggio da shiloh »

errore...
shiloh
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Re: La Questione Monti

Messaggio da shiloh »

Lite con Cgil, Monti seppellisce la concertazione.

http://www.unita.it/italia/percorso-di- ... e-1.428893

e nel frattempo oltralpe....


Hollande sceglie la strada opposta: il dialogo sociale..
http://il-lavoro-nella-crisi.comunita.u ... o-sociale/
.
***********************
.
ora,se non vado errato,
Bersande si recò in Francia a sostenerne Hollande e condividerne la campagna elettorale e la politica...
per cui...
forse...
a questo punto...
di fronte a questo diktat NAZIFASCISTA del Banchiere Mannaro,
UN RUGGITO DEL CONIGLIO,
sarebbe opportuno...e gradito.
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