articolo 18
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Re: articolo 18
Ma come. Aveva detto che l'art.18 non era un problema...
Il solito BUGIARDO
Quello che non capisco è cosa spettino i sindacati a prolamare lo sciopero generale. L'economia crolla, caimano 1 e 2 continuano a vedersi per i cazzi loro e adesso faranno pagare il conto a chi lavora. E come? Creando posti di lavoro licenziando altra gente. Geniali.
Qui è ora di bloccargli tutto e costringerli alle dimissioni.
Ah, minoranza pd, o uscite o siete complici. Decidetevi.
Il solito BUGIARDO
Quello che non capisco è cosa spettino i sindacati a prolamare lo sciopero generale. L'economia crolla, caimano 1 e 2 continuano a vedersi per i cazzi loro e adesso faranno pagare il conto a chi lavora. E come? Creando posti di lavoro licenziando altra gente. Geniali.
Qui è ora di bloccargli tutto e costringerli alle dimissioni.
Ah, minoranza pd, o uscite o siete complici. Decidetevi.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: articolo 18
Articolo 18 e non solo - 1
La rivolta dei morti viventi - 1
#svegliatiEnrico
Mentana a Faccia a Faccia sottolinea quanto già anticipato al Tg7.
"E' la prima volta che un premier di centrosinistra si rivolge così duramente ai sindacati"
Non è affatto vero, perché Renzi non di centrosinistra ma di destra.
Cerca di apparire di sinistra ma è di destra.
Continua a governare con il centrodestra ed è tenuto per le palle dalla tessera piduista 1816.
POLITICA & PALAZZO
Camusso e Bersani, battaglia sul Jobs act
Renzi: 'Avete difeso ideologie, non la gente'
Camusso: "Premier ha in mente la Thatcher" (video). Landini: "Ci prende per il culo". L'ex segretario
"Molti emendamenti". Lui replica: "Sindacati preoccupati da diritti di alcuni. Io per tutti" (video)
Camusso e Bersani, battaglia sul Jobs act Renzi: 'Avete difeso ideologie, non la gente'
Renzi ha “un po’ troppo in mente” la Thatcher e sul lavoro è in “continuità” con Silvio Berlusconi. E sull’articolo 18, in definitiva, “è in gioco la libertà dei lavoratori”. Il segretario della Cgil Susanna Camusso rispondere così alla riforma del lavoro annunciata dal governo (video di S. De Agostini) Ancora più duro il leader della Fiom Landini: "Il contratto a tutele progressive? E' una presa per il culo". Mentre l'ex segretario del Pd Bersani annuncia: "Sarà battaglia su emendamenti"
http://www.ilfattoquotidiano.it/
^^^^^^^^
Lavoro, sinistra contro Renzi. Camusso: “E’ come Berlusconi”. Bersani: “Battaglia”
Il segretario della Cgil: "Sull'articolo 18 è in gioco la libertà dei lavoratori". E Landini rincara la dose: "Il contratto a tutele progressive è una presa per il culo". La Fiom anticipa la manifestazione al 18 ottobre. L'ex leader Pd: "A rischio i diritti dei lavoratori". Delrio: "No a ultimatum"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 19 settembre 2014Commenti (820)
La sinistra contro Matteo Renzi. Al centro della sfida il lavoro. Susanna Camusso paragona il presidente del Consiglio a Margaret Thatcher e a Silvio Berlusconi.
Maurizio Landini dice che la riforma dei contratti “è una presa per il culo“. Nichi Vendola parla di una “cosa da estrema destra”.
Ma quello che può preoccupare di più Renzi, il Pd e la maggioranza di governo sono le parole di Pierluigi Bersani, che è tornato a guidare la minoranza del partito: “Presenteremo molti emendamenti, sarà battaglia in Parlamento".
C’è chi assicura che quello della Cgil è un bluff, che lo sciopero non si farà, che l’autunno non sarà affatto caldo.
Ma le premesse dicono che lo scontro è aperto.
La Fiom, per esempio, ha già anticipato la manifestazione nazionale di una settimana, dal 25 al 18 ottobre, sempre di sabato.
Un’accelerazione proprio in risposta alle decisioni sull’articolo 18.
“Le discussioni aiutano a migliorarsi, l’importante è che non ci siano ultimatum o posizioni ideologiche. Abbiamo tutti l’ambizione di non ridurre i diritti e creare posti di lavoro” dice il sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Delrio da Atreju.
Debora Serracchiani assicura che non “mancherà l’ascolto”, ma dal resto della squadra renziana i toni sono da bivio, da prendere o lasciare:
“La sinistra italiana – commenta il sindaco di Firenze, Dario Nardella – deve decidere se essere una grande sinistra moderna, riformista di stampo liberal e innovatrice o una sinistra conservatrice ormai legata al modello diventato insostenibile del welfare del secolo scorso”.
Qualcun altro come il deputato Andrea Marcucci derubrica tutto a “dibattito da cineforum”. Il presidente del partito, Matteo Orfini, che una volta era anti e ora è pro Renzi, ne fa una questione di merito: “Scioperi senza leggere il testo?”.
Maurizio Sacconi, infine, ricorda a tutti che la maggioranza di governo non può fare a meno del suo lato destro (Ncd, Scelta Civica, centristi variopinti) e che il testo in discussione è frutto di un’intesa tra tutti.
Qualcuno descriveva Renzi molto più preoccupato per la gestione della questione lavoro che non per l’inchiesta su suo padre. Come già accaduto per molti dei governi degli ultimi vent’anni, potrebbe diventare il suo problema principale.
Camusso: “Renzi ha in mente la Thatcher”. Landini: “Presa per il culo”
Matteo Renzi ha “un po’ troppo in mente” la Thatcher e sul lavoro è in “continuità” con Silvio Berlusconi. E sull’articolo 18, in definitiva, “è in gioco la libertà dei lavoratori”. E’ un’analisi, ma assomiglia a un piano d’attacco: il segretario della Cgil Susanna Camusso si prepara così alla “guerra” mentre sembra farsi più forte l’odore di sciopero per rispondere alla riforma del lavoro annunciata dal governo. “Non capisco perché lo sciopero generale sarebbe un rischi, è una delle forme di mobilitazione possibile del sindacato” ha detto la Camusso inaugurando la nuova sede regionale del sindacato a Milano. Al momento non ci sono in agenda incontri tra governo e sindacati e d’altra parte il senatore Pietro Ichino (Scelta Civica), sostenitore delle misure che il governo Renzi vorrebbe introdurre, avverte, parlando a Mix24, che “bisogna fare la riforma del lavoro anche senza i sindacati, se i sindacati non capiscono l’importanza”. Ma il fronte è più largo e arriva alla Fiom, il cui segretario Maurizio Landini aveva avviato un confronto proprio con Renzi. “Il contratto a tutele progressive – dice Landini a margine dell’assemblea dei delegati Rsu di Ancona – è una presa per il culo se alla fine le tutele vengono cancellate”.
Camusso: “Non stiamo difendendo noi stessi, ma la dignità di chi lavora”
“Mi sembra che il presidente del consiglio abbia un po’ troppo in mente il modello della Thatcher” scandisce la Camusso. Le analogie con The iron lady stanno “nell’idea delle politiche liberiste estreme, nell’idea che è la riduzione dei diritti dei lavoratori lo strumento che permette di competere”. Secondo il segretario della Cgil “è il rovesciamento dei fattori che ricorda la stagione del liberismo le cui conseguenze l’Europa paga tutt’ora continuando a essere prigioniera di una linea di austerità che non ha risolto la crisi in nessun Paese”. Non solo. Per il segretario del principale sindacato italiano “c’è continuità” tra la riforma del mercato del lavoro di Renzi e le politiche del governo di Silvio Berlusconi“. Una continuità, dice, “lunga nel tempo”. Il segretario generale spiega che l’errore è “immaginare che la destrutturazione delle forme di assunzione contrattuale sia un elemento che permette competitività nel mercato del lavoro”. A chi le chiede se non si senta una conservatrice, Camusso dice che “non stiamo difendendo noi stessi, ma la dignità di chi lavora”. Lo statuto dei lavoratori, sottolinea Camusso va difeso perché ” è il miglior frutto della nostra storia repubblicana e noi non ci rinunciamo
Video Camusso
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... e/1127022/
Quanto all’articolo 18 “non stiamo difendendo noi stessi: chi vorrebbe cancellare l’articolo 18 sta cancellando la libertà dei lavoratori”. Più in generale sul tema della riforma dello statuto dei lavoratori, Camusso ha spiegato che il sindacato vuole lanciare la sfida “al Governo e al Parlamento che sta legiferando su questo tema”. “Il Governo sta sbagliando se pensa che il tema più urgente di questa stagione sia quello del mercato del lavoro – ha proseguito – Siccome ci pare che il governo abbia intenzione di ridurre i diritti e di estendere l’area di precarietà noi stiamo dicendo che bisogna costruire invece diritti universali. E’ in questo senso che lo statuto dei lavoratori va aggiornato, non cambiato e nemmeno buttato via”. Secondo Camusso lo statuto ”non è troppo vecchio ma è la base dei diritti fondamentali”.
Landini: “Ma il governo cancella co.co.co. e tirocini sottopagati?”
Non meno severo è il giudizio di Landini. “Lo dice la parola stessa: se vuoi dare tutele progressive a tutti alla fine ci devono essere più tutele per tutti – dichiara - che tutela progressiva è, è una tutela regressiva, perché di fatto si vogliono cancellare i diritti per tutti”. Landini contesta non solo l’ipotesi di cancellazione dell’articolo 18 ma anche gran parte dell’impianto della riforma del lavoro prospettata dal Governo Renzi. “Se faccio un nuovo contratto unico a tempo indeterminato – chiede il segretario Fiom all’esecutivo – rimangono altre 46 tipologie di lavoro? Le cancella il Governo le collaborazioni continuate e continuative, il lavoro a chiamata, lo staff leasing, i tirocini dove la gente è sottopagata? Diventano 5 o 6 le forme con cui si entra al lavoro e dentro c’è anche un contratto a tutele progressive? Benissimo, tutta questa discussione siamo pronti a farla”. Ma, ha sottolineato, “mi devono spiegare perché vogliono modificare lo Statuto dei lavoratori sul demansionamento, o sul controllo a distanza. A chi serve, chi l’ha chiesto, la Confindustria? E’ forse quello il problema delle imprese”. “Perchè – ha detto ancora – il governo non chiede agli imprenditori di riprendere a fare gli investimenti, di riportare i capitali in Italia, di fare cioè il loro mestiere, e non si rivolge anche a quelli che non l’hanno fatto in questo periodo? Renzi fa il duro con i lavoratori e gli vuole togliere diritti, ma non è in grado di farlo con chi in questo Paese se ne sta andando e investe dalle altre parti”.
“Renzi deve dimostrare quanto è figo all’Europa”
Per Landini “sull’articolo 18 Renzi deve dimostrare quanto è ‘figo’ all’Europa. Forse qualcuno gli ha fatto credere che in cambio può sforare dello 0,1 o 0,3% e Draghi gli darà qualcosa”. “Cancellare la reintegra in caso di licenziamento ingiusto, sostituendola con un po’ di soldi – ha aggiunto – è una follia pura ed è contro i principi della nostra Costituzione. Lo Statuto dei lavoratori ha significato far entrare la Costituzione nelle fabbriche: perché il lavoro è un diritto e uno deve avere la dignità di poterlo fare, senza essere licenziato per le idee che ha, o perché fa il sindacalista o per il sesso che ha”. E comunque “dire che in Europa l’articolo 18 non c’è è un’altra sciocchezza” secondo Landini. “La cosa vera è che il Governo sta cedendo ad un ricatto” e continua a “non affrontare il vero problema del Paese. Non è che le imprese non assumono perché c’è l’articolo 18: non assumono perché non hanno da lavorare e di questo si dovrebbe preoccupare il Governo”.
Landini annuncia che “faremo sciopero e non solo. Stiamo pensando a forme innovative di mobilitazione che siano in grado di mettere assieme anche quelli che il lavoro non ce l’hanno, i precari, i cassintegrati. Ci stiamo ponendo il problema non solo della mobilitazione sociale dentro le fabbriche ma anche della mobilitazione sociale fuori, perché a differenza del Governo noi vorremmo davvero provare a unire tutti quelli che hanno bisogno di lavorare e impedire la competizione fra quelli che lavorano”.
La sinistra Pd prepara emendamenti: “Così a rischio i diritti”
Intanto la sinistra Pd si organizza. Di buon mattino si è tenuta una riunione dei bersaniani - che già avevano fatto sentire la propria voce - dove si è discusso dell’atteggiamento da tenere martedì 23 in Aula in Senato e dei possibili emendamenti. In particolare verranno presentati emendamenti che precisano che tra le tutele di cui beneficeranno i nuovi assunti dopo tre anni di contratto, c’è anche il reintegro in caso di licenziamento discriminatorio. Oltre a Bersani erano presenti Guglielmo Epifani, Alfredo D’Attorre e diversi senatori. “Saranno presentati molti emendamenti – dice Pierluigi Bersani a Radio Monte Carlo – non solo sul reintegro in caso di licenziamento ingiusto, perché se l’interpretazione è quella sentita da Sacconi e altri, allora non ci siamo proprio. Andiamo ad aggiungere alle norme che danno precarietà ulteriore precarietà, andiamo a frantumare i diritti, non solo l’art.18 e allora sarà battaglia”. “Altro che modello tedesco, Renzi rischia di frantumare i diritti dei lavoratori” ha aggiunto. L’ex segretario del Pd sottolinea che “Renzi vuole avvicinarsi al modello tedesco ma così facendo ci stiamo allontanando da quel modello, in questi giorni c’è spazio per riflettere e per fare una riforma seria che riconosca i diritti dei lavoratori e non li cancelli o li frantumi. La riforma ci vuole ma deve essere seria e non certo una bandierina da sventolare di fronte agli elettori o all’Europa“.
Bersani: “Renzi rischia di spezzare la corda”
Renzi rischia di spezzare la corda? “Certo, è possibile – ha risposto Bersani – ma spero proprio di no, dobbiamo trovare un equilibrio tra capitale e lavoro: è questa l’essenza del riformismo. Il Governo deve capire che siamo davanti a un punto molto sensibile, io feci una battaglia simile sui diritti dei lavoratori anche durante il governo Monti quando lo spread era alle stelle: la Riforma non passò ma non ci fu alcun disastro. Adesso dobbiamo trovare un accordo. Mi viene da ridere quando sento parlare di tabù da infrangere o bandierine sull’articolo 18”.
Sacconi: “Legge frutto di accordo”. Bersani: “Bandierine Ncd non problema del Pd”
La situazione è delicata per l’intera maggioranza: “Ricordo a chi ritiene che il Pd rappresenti tutto l’universo politico e sollecita mediazioni interne da imporre agli altri – afferma il capogruppo di Ncd al Senato Maurizio Sacconi - che il nuovo testo della legge delega è frutto di un accordo tra Governo, relatore e maggioranza. E nella maggioranza Ncd, Scelta Civica, Udc, Popolari per l’Italia, sudtirolesi hanno condiviso la stessa posizione incontrando analoga volontà riformatrice nel ministro e soprattutto nel presidente del Consiglio”. La replica è proprio di Bersani: “Se Sacconi deve innalzare una bandiera, lo faccia pure, è un suo problema, non certo può essere un problema del Pd che piuttosto deve pensare solo a riformare l’Italia”
Vendola: “Il Jobs act è una cosa di estrema destra”
Tutta la “sinistra-sinistra” è sui blocchi di partenza. Nichi Vendola, leader di Sel, parla di “deriva orwelliana” perché “si prova ad adoperare un vocabolario suadente per nascondere autentiche porcherie. Il Jobs Act è una cosa di estrema destra, contempla la precarizzazione generalizzata del mercato del lavoro, è il contrario di quello che bisognerebbe fare”. Ieri, 18 settembre, Sel ha lasciato la commissione Lavoro del Senato in segno di protesta. “Si esce dalla crisi – ha aggiunto Vendola – dando più reddito e più tutele al mondo del lavoro e immaginando di lottare per un mondo in cui il lavoro formato permanentemente, versatile, è un lavoro ricco. Invece siamo ancora a sentire le sirene del Fmi, di questa simpatica banda che ieri ha suonato nel suo concertino una cosa che avevamo già sentito, che non basta la spending review, non basta tagliare di 20 miliardi di euro sanità e non so quanti settori del welfare: bisogna intervenire sulle pensioni. Ma guarda non ci avevano ancora pensato…”.
Gay, Giovani industriali: “L’articolo 18 non è la priorità”
Tutti si agitano nella consueta lambada sull’articolo 18 e chi si tira fuori sono gli industriali. La flessibilità nel mercato del lavoro “serve” al Paese, dice il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Marco Gay, ma l’articolo 18 “non è il primo oggetto da mettere sul tavolo”. “Bisogna parlare prima di politiche attive e poi di come gestire al meglio la flessibilità in uscita”, spiega all’AdnKronos, e soprattutto, “non serve lo scontro ideologico”. Per un giudizio più compiuto sulla delega, spiega, “è necessario attendere per vederne con più chiarezza gli effetti”. Certo, aggiunge il leader dei giovani di Confindustria, “la flessibilità nel mercato del lavoro è una priorità per il Paese e non perché ce la indica la Ue” e “l’interesse primario è quello di semplificare il mercato del lavoro, agevolando la possibilità di fare impresa e di far crescere le imprese che già ci sono”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... i/1126710/
La rivolta dei morti viventi - 1
#svegliatiEnrico
Mentana a Faccia a Faccia sottolinea quanto già anticipato al Tg7.
"E' la prima volta che un premier di centrosinistra si rivolge così duramente ai sindacati"
Non è affatto vero, perché Renzi non di centrosinistra ma di destra.
Cerca di apparire di sinistra ma è di destra.
Continua a governare con il centrodestra ed è tenuto per le palle dalla tessera piduista 1816.
POLITICA & PALAZZO
Camusso e Bersani, battaglia sul Jobs act
Renzi: 'Avete difeso ideologie, non la gente'
Camusso: "Premier ha in mente la Thatcher" (video). Landini: "Ci prende per il culo". L'ex segretario
"Molti emendamenti". Lui replica: "Sindacati preoccupati da diritti di alcuni. Io per tutti" (video)
Camusso e Bersani, battaglia sul Jobs act Renzi: 'Avete difeso ideologie, non la gente'
Renzi ha “un po’ troppo in mente” la Thatcher e sul lavoro è in “continuità” con Silvio Berlusconi. E sull’articolo 18, in definitiva, “è in gioco la libertà dei lavoratori”. Il segretario della Cgil Susanna Camusso rispondere così alla riforma del lavoro annunciata dal governo (video di S. De Agostini) Ancora più duro il leader della Fiom Landini: "Il contratto a tutele progressive? E' una presa per il culo". Mentre l'ex segretario del Pd Bersani annuncia: "Sarà battaglia su emendamenti"
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Lavoro, sinistra contro Renzi. Camusso: “E’ come Berlusconi”. Bersani: “Battaglia”
Il segretario della Cgil: "Sull'articolo 18 è in gioco la libertà dei lavoratori". E Landini rincara la dose: "Il contratto a tutele progressive è una presa per il culo". La Fiom anticipa la manifestazione al 18 ottobre. L'ex leader Pd: "A rischio i diritti dei lavoratori". Delrio: "No a ultimatum"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 19 settembre 2014Commenti (820)
La sinistra contro Matteo Renzi. Al centro della sfida il lavoro. Susanna Camusso paragona il presidente del Consiglio a Margaret Thatcher e a Silvio Berlusconi.
Maurizio Landini dice che la riforma dei contratti “è una presa per il culo“. Nichi Vendola parla di una “cosa da estrema destra”.
Ma quello che può preoccupare di più Renzi, il Pd e la maggioranza di governo sono le parole di Pierluigi Bersani, che è tornato a guidare la minoranza del partito: “Presenteremo molti emendamenti, sarà battaglia in Parlamento".
C’è chi assicura che quello della Cgil è un bluff, che lo sciopero non si farà, che l’autunno non sarà affatto caldo.
Ma le premesse dicono che lo scontro è aperto.
La Fiom, per esempio, ha già anticipato la manifestazione nazionale di una settimana, dal 25 al 18 ottobre, sempre di sabato.
Un’accelerazione proprio in risposta alle decisioni sull’articolo 18.
“Le discussioni aiutano a migliorarsi, l’importante è che non ci siano ultimatum o posizioni ideologiche. Abbiamo tutti l’ambizione di non ridurre i diritti e creare posti di lavoro” dice il sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Delrio da Atreju.
Debora Serracchiani assicura che non “mancherà l’ascolto”, ma dal resto della squadra renziana i toni sono da bivio, da prendere o lasciare:
“La sinistra italiana – commenta il sindaco di Firenze, Dario Nardella – deve decidere se essere una grande sinistra moderna, riformista di stampo liberal e innovatrice o una sinistra conservatrice ormai legata al modello diventato insostenibile del welfare del secolo scorso”.
Qualcun altro come il deputato Andrea Marcucci derubrica tutto a “dibattito da cineforum”. Il presidente del partito, Matteo Orfini, che una volta era anti e ora è pro Renzi, ne fa una questione di merito: “Scioperi senza leggere il testo?”.
Maurizio Sacconi, infine, ricorda a tutti che la maggioranza di governo non può fare a meno del suo lato destro (Ncd, Scelta Civica, centristi variopinti) e che il testo in discussione è frutto di un’intesa tra tutti.
Qualcuno descriveva Renzi molto più preoccupato per la gestione della questione lavoro che non per l’inchiesta su suo padre. Come già accaduto per molti dei governi degli ultimi vent’anni, potrebbe diventare il suo problema principale.
Camusso: “Renzi ha in mente la Thatcher”. Landini: “Presa per il culo”
Matteo Renzi ha “un po’ troppo in mente” la Thatcher e sul lavoro è in “continuità” con Silvio Berlusconi. E sull’articolo 18, in definitiva, “è in gioco la libertà dei lavoratori”. E’ un’analisi, ma assomiglia a un piano d’attacco: il segretario della Cgil Susanna Camusso si prepara così alla “guerra” mentre sembra farsi più forte l’odore di sciopero per rispondere alla riforma del lavoro annunciata dal governo. “Non capisco perché lo sciopero generale sarebbe un rischi, è una delle forme di mobilitazione possibile del sindacato” ha detto la Camusso inaugurando la nuova sede regionale del sindacato a Milano. Al momento non ci sono in agenda incontri tra governo e sindacati e d’altra parte il senatore Pietro Ichino (Scelta Civica), sostenitore delle misure che il governo Renzi vorrebbe introdurre, avverte, parlando a Mix24, che “bisogna fare la riforma del lavoro anche senza i sindacati, se i sindacati non capiscono l’importanza”. Ma il fronte è più largo e arriva alla Fiom, il cui segretario Maurizio Landini aveva avviato un confronto proprio con Renzi. “Il contratto a tutele progressive – dice Landini a margine dell’assemblea dei delegati Rsu di Ancona – è una presa per il culo se alla fine le tutele vengono cancellate”.
Camusso: “Non stiamo difendendo noi stessi, ma la dignità di chi lavora”
“Mi sembra che il presidente del consiglio abbia un po’ troppo in mente il modello della Thatcher” scandisce la Camusso. Le analogie con The iron lady stanno “nell’idea delle politiche liberiste estreme, nell’idea che è la riduzione dei diritti dei lavoratori lo strumento che permette di competere”. Secondo il segretario della Cgil “è il rovesciamento dei fattori che ricorda la stagione del liberismo le cui conseguenze l’Europa paga tutt’ora continuando a essere prigioniera di una linea di austerità che non ha risolto la crisi in nessun Paese”. Non solo. Per il segretario del principale sindacato italiano “c’è continuità” tra la riforma del mercato del lavoro di Renzi e le politiche del governo di Silvio Berlusconi“. Una continuità, dice, “lunga nel tempo”. Il segretario generale spiega che l’errore è “immaginare che la destrutturazione delle forme di assunzione contrattuale sia un elemento che permette competitività nel mercato del lavoro”. A chi le chiede se non si senta una conservatrice, Camusso dice che “non stiamo difendendo noi stessi, ma la dignità di chi lavora”. Lo statuto dei lavoratori, sottolinea Camusso va difeso perché ” è il miglior frutto della nostra storia repubblicana e noi non ci rinunciamo
Video Camusso
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... e/1127022/
Quanto all’articolo 18 “non stiamo difendendo noi stessi: chi vorrebbe cancellare l’articolo 18 sta cancellando la libertà dei lavoratori”. Più in generale sul tema della riforma dello statuto dei lavoratori, Camusso ha spiegato che il sindacato vuole lanciare la sfida “al Governo e al Parlamento che sta legiferando su questo tema”. “Il Governo sta sbagliando se pensa che il tema più urgente di questa stagione sia quello del mercato del lavoro – ha proseguito – Siccome ci pare che il governo abbia intenzione di ridurre i diritti e di estendere l’area di precarietà noi stiamo dicendo che bisogna costruire invece diritti universali. E’ in questo senso che lo statuto dei lavoratori va aggiornato, non cambiato e nemmeno buttato via”. Secondo Camusso lo statuto ”non è troppo vecchio ma è la base dei diritti fondamentali”.
Landini: “Ma il governo cancella co.co.co. e tirocini sottopagati?”
Non meno severo è il giudizio di Landini. “Lo dice la parola stessa: se vuoi dare tutele progressive a tutti alla fine ci devono essere più tutele per tutti – dichiara - che tutela progressiva è, è una tutela regressiva, perché di fatto si vogliono cancellare i diritti per tutti”. Landini contesta non solo l’ipotesi di cancellazione dell’articolo 18 ma anche gran parte dell’impianto della riforma del lavoro prospettata dal Governo Renzi. “Se faccio un nuovo contratto unico a tempo indeterminato – chiede il segretario Fiom all’esecutivo – rimangono altre 46 tipologie di lavoro? Le cancella il Governo le collaborazioni continuate e continuative, il lavoro a chiamata, lo staff leasing, i tirocini dove la gente è sottopagata? Diventano 5 o 6 le forme con cui si entra al lavoro e dentro c’è anche un contratto a tutele progressive? Benissimo, tutta questa discussione siamo pronti a farla”. Ma, ha sottolineato, “mi devono spiegare perché vogliono modificare lo Statuto dei lavoratori sul demansionamento, o sul controllo a distanza. A chi serve, chi l’ha chiesto, la Confindustria? E’ forse quello il problema delle imprese”. “Perchè – ha detto ancora – il governo non chiede agli imprenditori di riprendere a fare gli investimenti, di riportare i capitali in Italia, di fare cioè il loro mestiere, e non si rivolge anche a quelli che non l’hanno fatto in questo periodo? Renzi fa il duro con i lavoratori e gli vuole togliere diritti, ma non è in grado di farlo con chi in questo Paese se ne sta andando e investe dalle altre parti”.
“Renzi deve dimostrare quanto è figo all’Europa”
Per Landini “sull’articolo 18 Renzi deve dimostrare quanto è ‘figo’ all’Europa. Forse qualcuno gli ha fatto credere che in cambio può sforare dello 0,1 o 0,3% e Draghi gli darà qualcosa”. “Cancellare la reintegra in caso di licenziamento ingiusto, sostituendola con un po’ di soldi – ha aggiunto – è una follia pura ed è contro i principi della nostra Costituzione. Lo Statuto dei lavoratori ha significato far entrare la Costituzione nelle fabbriche: perché il lavoro è un diritto e uno deve avere la dignità di poterlo fare, senza essere licenziato per le idee che ha, o perché fa il sindacalista o per il sesso che ha”. E comunque “dire che in Europa l’articolo 18 non c’è è un’altra sciocchezza” secondo Landini. “La cosa vera è che il Governo sta cedendo ad un ricatto” e continua a “non affrontare il vero problema del Paese. Non è che le imprese non assumono perché c’è l’articolo 18: non assumono perché non hanno da lavorare e di questo si dovrebbe preoccupare il Governo”.
Landini annuncia che “faremo sciopero e non solo. Stiamo pensando a forme innovative di mobilitazione che siano in grado di mettere assieme anche quelli che il lavoro non ce l’hanno, i precari, i cassintegrati. Ci stiamo ponendo il problema non solo della mobilitazione sociale dentro le fabbriche ma anche della mobilitazione sociale fuori, perché a differenza del Governo noi vorremmo davvero provare a unire tutti quelli che hanno bisogno di lavorare e impedire la competizione fra quelli che lavorano”.
La sinistra Pd prepara emendamenti: “Così a rischio i diritti”
Intanto la sinistra Pd si organizza. Di buon mattino si è tenuta una riunione dei bersaniani - che già avevano fatto sentire la propria voce - dove si è discusso dell’atteggiamento da tenere martedì 23 in Aula in Senato e dei possibili emendamenti. In particolare verranno presentati emendamenti che precisano che tra le tutele di cui beneficeranno i nuovi assunti dopo tre anni di contratto, c’è anche il reintegro in caso di licenziamento discriminatorio. Oltre a Bersani erano presenti Guglielmo Epifani, Alfredo D’Attorre e diversi senatori. “Saranno presentati molti emendamenti – dice Pierluigi Bersani a Radio Monte Carlo – non solo sul reintegro in caso di licenziamento ingiusto, perché se l’interpretazione è quella sentita da Sacconi e altri, allora non ci siamo proprio. Andiamo ad aggiungere alle norme che danno precarietà ulteriore precarietà, andiamo a frantumare i diritti, non solo l’art.18 e allora sarà battaglia”. “Altro che modello tedesco, Renzi rischia di frantumare i diritti dei lavoratori” ha aggiunto. L’ex segretario del Pd sottolinea che “Renzi vuole avvicinarsi al modello tedesco ma così facendo ci stiamo allontanando da quel modello, in questi giorni c’è spazio per riflettere e per fare una riforma seria che riconosca i diritti dei lavoratori e non li cancelli o li frantumi. La riforma ci vuole ma deve essere seria e non certo una bandierina da sventolare di fronte agli elettori o all’Europa“.
Bersani: “Renzi rischia di spezzare la corda”
Renzi rischia di spezzare la corda? “Certo, è possibile – ha risposto Bersani – ma spero proprio di no, dobbiamo trovare un equilibrio tra capitale e lavoro: è questa l’essenza del riformismo. Il Governo deve capire che siamo davanti a un punto molto sensibile, io feci una battaglia simile sui diritti dei lavoratori anche durante il governo Monti quando lo spread era alle stelle: la Riforma non passò ma non ci fu alcun disastro. Adesso dobbiamo trovare un accordo. Mi viene da ridere quando sento parlare di tabù da infrangere o bandierine sull’articolo 18”.
Sacconi: “Legge frutto di accordo”. Bersani: “Bandierine Ncd non problema del Pd”
La situazione è delicata per l’intera maggioranza: “Ricordo a chi ritiene che il Pd rappresenti tutto l’universo politico e sollecita mediazioni interne da imporre agli altri – afferma il capogruppo di Ncd al Senato Maurizio Sacconi - che il nuovo testo della legge delega è frutto di un accordo tra Governo, relatore e maggioranza. E nella maggioranza Ncd, Scelta Civica, Udc, Popolari per l’Italia, sudtirolesi hanno condiviso la stessa posizione incontrando analoga volontà riformatrice nel ministro e soprattutto nel presidente del Consiglio”. La replica è proprio di Bersani: “Se Sacconi deve innalzare una bandiera, lo faccia pure, è un suo problema, non certo può essere un problema del Pd che piuttosto deve pensare solo a riformare l’Italia”
Vendola: “Il Jobs act è una cosa di estrema destra”
Tutta la “sinistra-sinistra” è sui blocchi di partenza. Nichi Vendola, leader di Sel, parla di “deriva orwelliana” perché “si prova ad adoperare un vocabolario suadente per nascondere autentiche porcherie. Il Jobs Act è una cosa di estrema destra, contempla la precarizzazione generalizzata del mercato del lavoro, è il contrario di quello che bisognerebbe fare”. Ieri, 18 settembre, Sel ha lasciato la commissione Lavoro del Senato in segno di protesta. “Si esce dalla crisi – ha aggiunto Vendola – dando più reddito e più tutele al mondo del lavoro e immaginando di lottare per un mondo in cui il lavoro formato permanentemente, versatile, è un lavoro ricco. Invece siamo ancora a sentire le sirene del Fmi, di questa simpatica banda che ieri ha suonato nel suo concertino una cosa che avevamo già sentito, che non basta la spending review, non basta tagliare di 20 miliardi di euro sanità e non so quanti settori del welfare: bisogna intervenire sulle pensioni. Ma guarda non ci avevano ancora pensato…”.
Gay, Giovani industriali: “L’articolo 18 non è la priorità”
Tutti si agitano nella consueta lambada sull’articolo 18 e chi si tira fuori sono gli industriali. La flessibilità nel mercato del lavoro “serve” al Paese, dice il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Marco Gay, ma l’articolo 18 “non è il primo oggetto da mettere sul tavolo”. “Bisogna parlare prima di politiche attive e poi di come gestire al meglio la flessibilità in uscita”, spiega all’AdnKronos, e soprattutto, “non serve lo scontro ideologico”. Per un giudizio più compiuto sulla delega, spiega, “è necessario attendere per vederne con più chiarezza gli effetti”. Certo, aggiunge il leader dei giovani di Confindustria, “la flessibilità nel mercato del lavoro è una priorità per il Paese e non perché ce la indica la Ue” e “l’interesse primario è quello di semplificare il mercato del lavoro, agevolando la possibilità di fare impresa e di far crescere le imprese che già ci sono”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... i/1126710/
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Re: articolo 18
E' arrivata l'ora di rottamare anche il rottamatore... Via Renzi (e Berlusconi) da Palazzo Chigi... prima che anche gli ultimi argini contro la guerra sociale e civile cadano...
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Re: articolo 18
Renzi non arriva a fine legislature questo è certo.Lui parole parole parole.........
Ormai ha contro tutti.
I sindacati dei lavoratori, i sindacati Polizia di stato, Carabinieri, Finanza,marina, esercito Ponpieri,ecc.....
Mi piacerebbe un bel sciopero totale di quelli citati sopra.A dimenticavo le scorte ai nostri ministri.
Allora vedremo se dirà io tiro dritto per la mia strada.Renzi ormai non fai piu colpo sulla popolazione.
Stai in piedi solamente insieme a Berlusconi.Napolitano cosa aspetti a togliergli l'onorificenza di Cavaliere del lavoro.Neache quello sei capace di fare.
Ciao
Paolo11
Ormai ha contro tutti.
I sindacati dei lavoratori, i sindacati Polizia di stato, Carabinieri, Finanza,marina, esercito Ponpieri,ecc.....
Mi piacerebbe un bel sciopero totale di quelli citati sopra.A dimenticavo le scorte ai nostri ministri.
Allora vedremo se dirà io tiro dritto per la mia strada.Renzi ormai non fai piu colpo sulla popolazione.
Stai in piedi solamente insieme a Berlusconi.Napolitano cosa aspetti a togliergli l'onorificenza di Cavaliere del lavoro.Neache quello sei capace di fare.
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Paolo11
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Re: articolo 18
paolo11 ha scritto:Renzi non arriva a fine legislature questo è certo.Lui parole parole parole.........
Ormai ha contro tutti.
I sindacati dei lavoratori, i sindacati Polizia di stato, Carabinieri, Finanza,marina, esercito Ponpieri,ecc.....
Mi piacerebbe un bel sciopero totale di quelli citati sopra.A dimenticavo le scorte ai nostri ministri.
Allora vedremo se dirà io tiro dritto per la mia strada.Renzi ormai non fai piu colpo sulla popolazione.
Stai in piedi solamente insieme a Berlusconi.Napolitano cosa aspetti a togliergli l'onorificenza di Cavaliere del lavoro.Neache quello sei capace di fare.
Ciao
Paolo11
Giannelli ti ha accontentato con una vignetta nel mese di settembre.
http://www.corriere.it/foto-gallery/cul ... ffdd.shtml
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1) Cliccando sul link si arriva alla vignetta di oggi. Bersani scozzese che suona la cornmusa 18-18-18-18
2) Portando il puntatore sulla fascia destra di colore grigio scuro, nella zona centrale a destra compare un freccia. Cliccandogli sopra si rivedono le vignette precedenti del mese di settembre.
3) La quarta è quella di: MUSICA DA CAMERA, con la band di Pittibimbo che suona Parole, parole, parole....................
NB. Simmetricamente sulla sinistra compare una freccia che muove le vignette in senso contrario
Ultima modifica di camillobenso il 20/09/2014, 19:33, modificato 1 volta in totale.
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Re: articolo 18
Però per farlo cadere serve appunto uno sciopero che blocchi tutto il paese (tanto più bloccfato di così...)
Mi chiedo piuttosto ancor che farà la minoranza pd. Voterà contro questa schifezza? Mah
Mi chiedo piuttosto ancor che farà la minoranza pd. Voterà contro questa schifezza? Mah
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: articolo 18
20 SET 2014 10:32
A CAMUSSO DURO - IL VIDEO-CAZZIATONE CON CUI RENZI ACCUSA I SINDACATI DI NON AVER FATTO ABBASTANZA PER IL LAVORO, HA COME CONSEGUENZA QUELLA DI RICOMPATTARE IL FRONTE SINDACALE E DI AVVICINARE LA FIOM DI LANDINI ALLA CGIL - - -
Ora la Cgil si prepara a una lunga mobilitazione e a guidare l’opposizione sociale al governo Renzi - Intanto è già stata fissata la data della manifestazione nazionale a Roma di tutti i lavoratori del pubblico impiego: sarà l’8 novembre contro l’ennesimo blocco dei contratti…
1 - VIDEO - RENZI REPLICA A CAMUSSO: «AVETE DIFESO LE IDEOLOGIE, NON LE PERSONE»
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -84877.htm
2 - L’AFFONDO DI RENZI RICREA L’ASSE CAMUSSO-LANDINI
Roberto Mania per “la Repubblica”
«Dove eravamo noi? Eravamo a contrastare quelle leggi che in questi ultimi quindici anni hanno costruito l’apartheid nel mercato del lavoro, che hanno destrutturato e svalorizzato il lavoro. Ecco dove eravamo. E quelle leggi non le abbiamo fatte noi», dice Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. Lo dice al premier Renzi alla fine di una giornata che ha visto deflagrare lo scontro diretto tra il presidente del Consiglio e la Cgil, il sindacato della sinistra.
Ora la Cgil si prepara a una lunga mobilitazione e a guidare l’opposizione sociale al governo Renzi. E appare davvero la riproposizione della sfida degli anni Ottanta tra Margaret Thatcher e i minatori inglesi di Arthur Scargill. Alla fine la proclamazione dello sciopero generale da parte della Cgil sembra quasi scontata. Ma ci vorrà un po’ di tempo perché lo sciopero è sempre l’ultima arma a cui ricorrere tanto più in una fase di recessione come quella attuale. Prima, comunque, bisognerà costruire la rete di alleanze.
Camusso vuole a tutti i costi ritrovare l’unità d’azione con la Cisl e con la Uil. Ha prospettato una manifestazione nazionale entro i primi dieci giorni di ottobre (sabato 11 ottobre), ma è pronta a cambiare data se arriverà l’assenso di Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. I tre leader sindacali si vedranno la prossima settimana per decidere.
Intanto è già stata fissata la data della manifestazione nazionale a Roma di tutti i lavoratori del pubblico impiego: sarà l’8 novembre contro l’ennesimo blocco dei contratti, contro la riforma Madia della pubblica amministrazione. I dipendenti pubblici sono stati finora lo zoccolo duro dell’elettorato del Pd. In piazza ci andranno anche i leader della minoranza del Partito democratico?
E c’è da domandarsi se oltre a Sel che ha già dato la propria adesione, con la la Fiom di Maurizio Landini ci sarà anche una parte del Pd, in un clamoroso, ma già visto, cortocircuito per cui si è al governo ma anche in piazza a protestare. Ieri la Fiom ha infatti deciso di anticipare la manifestazione a Roma dal 25 ottobre al 18 ottobre mentre nelle fabbriche metalmeccaniche scatteranno le assemblee con gli scioperi. Con le tute blu della Fiom in piazza ci sarà sicuramente Susanna Camusso.
Così contro il progetto del governo di superare l’articolo 18 la Cgil e la Fiom di Landini, corteggiato da Renzi, potrebbero ritrovare un’identità comune. Certo la liaison tra il “duro” dei metalmeccanici e il “rottamatore” appare decisamente incrinata. Si sono tatticamente usati, entrambi per indebolire la leadership della Camusso in Cgil, ma ora, con lo strappo sull’articolo 18 (d’altra parte Landini l’aveva “avvertito” il presidente del Consiglio) le strade si dividono.
In Cgil il video del premier che risponde alla Camusso viene letto come un punto a proprio favore: «Che bisogno aveva Renzi di rispondere alla Camusso? Se l’ha fatto è perché pensa di aver sbagliato ». Lettura ovviamente di parte. Di certo il premier parlava soprattutto alla Cgil. Meno a Cisl e Uil. Che comunque l’hanno presa male.
«Come al solito — ha detto Bonanni — Renzi, per opportunismo politico, mette tutti i sindacati sullo stesso piano, così come confonde il ruolo dei sindacati rispetto al ruolo dei governi nazionali e locali che sono stati diretti responsabili della diffusione del precariato. Noi è dal 2000 che ci occupiamo di estendere le tutele ai precari ».
E Angeletti: «Quando non si ha uno straccio di argomentazione convincente si usano solo slogan. Renzi non è la Thatcher ma neanche noi siamo la brutta copia di Scargill. Il premier scenda dalla cattedra per trovare con le parti sociali le soluzioni per il lavoro>>
A CAMUSSO DURO - IL VIDEO-CAZZIATONE CON CUI RENZI ACCUSA I SINDACATI DI NON AVER FATTO ABBASTANZA PER IL LAVORO, HA COME CONSEGUENZA QUELLA DI RICOMPATTARE IL FRONTE SINDACALE E DI AVVICINARE LA FIOM DI LANDINI ALLA CGIL - - -
Ora la Cgil si prepara a una lunga mobilitazione e a guidare l’opposizione sociale al governo Renzi - Intanto è già stata fissata la data della manifestazione nazionale a Roma di tutti i lavoratori del pubblico impiego: sarà l’8 novembre contro l’ennesimo blocco dei contratti…
1 - VIDEO - RENZI REPLICA A CAMUSSO: «AVETE DIFESO LE IDEOLOGIE, NON LE PERSONE»
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -84877.htm
2 - L’AFFONDO DI RENZI RICREA L’ASSE CAMUSSO-LANDINI
Roberto Mania per “la Repubblica”
«Dove eravamo noi? Eravamo a contrastare quelle leggi che in questi ultimi quindici anni hanno costruito l’apartheid nel mercato del lavoro, che hanno destrutturato e svalorizzato il lavoro. Ecco dove eravamo. E quelle leggi non le abbiamo fatte noi», dice Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. Lo dice al premier Renzi alla fine di una giornata che ha visto deflagrare lo scontro diretto tra il presidente del Consiglio e la Cgil, il sindacato della sinistra.
Ora la Cgil si prepara a una lunga mobilitazione e a guidare l’opposizione sociale al governo Renzi. E appare davvero la riproposizione della sfida degli anni Ottanta tra Margaret Thatcher e i minatori inglesi di Arthur Scargill. Alla fine la proclamazione dello sciopero generale da parte della Cgil sembra quasi scontata. Ma ci vorrà un po’ di tempo perché lo sciopero è sempre l’ultima arma a cui ricorrere tanto più in una fase di recessione come quella attuale. Prima, comunque, bisognerà costruire la rete di alleanze.
Camusso vuole a tutti i costi ritrovare l’unità d’azione con la Cisl e con la Uil. Ha prospettato una manifestazione nazionale entro i primi dieci giorni di ottobre (sabato 11 ottobre), ma è pronta a cambiare data se arriverà l’assenso di Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. I tre leader sindacali si vedranno la prossima settimana per decidere.
Intanto è già stata fissata la data della manifestazione nazionale a Roma di tutti i lavoratori del pubblico impiego: sarà l’8 novembre contro l’ennesimo blocco dei contratti, contro la riforma Madia della pubblica amministrazione. I dipendenti pubblici sono stati finora lo zoccolo duro dell’elettorato del Pd. In piazza ci andranno anche i leader della minoranza del Partito democratico?
E c’è da domandarsi se oltre a Sel che ha già dato la propria adesione, con la la Fiom di Maurizio Landini ci sarà anche una parte del Pd, in un clamoroso, ma già visto, cortocircuito per cui si è al governo ma anche in piazza a protestare. Ieri la Fiom ha infatti deciso di anticipare la manifestazione a Roma dal 25 ottobre al 18 ottobre mentre nelle fabbriche metalmeccaniche scatteranno le assemblee con gli scioperi. Con le tute blu della Fiom in piazza ci sarà sicuramente Susanna Camusso.
Così contro il progetto del governo di superare l’articolo 18 la Cgil e la Fiom di Landini, corteggiato da Renzi, potrebbero ritrovare un’identità comune. Certo la liaison tra il “duro” dei metalmeccanici e il “rottamatore” appare decisamente incrinata. Si sono tatticamente usati, entrambi per indebolire la leadership della Camusso in Cgil, ma ora, con lo strappo sull’articolo 18 (d’altra parte Landini l’aveva “avvertito” il presidente del Consiglio) le strade si dividono.
In Cgil il video del premier che risponde alla Camusso viene letto come un punto a proprio favore: «Che bisogno aveva Renzi di rispondere alla Camusso? Se l’ha fatto è perché pensa di aver sbagliato ». Lettura ovviamente di parte. Di certo il premier parlava soprattutto alla Cgil. Meno a Cisl e Uil. Che comunque l’hanno presa male.
«Come al solito — ha detto Bonanni — Renzi, per opportunismo politico, mette tutti i sindacati sullo stesso piano, così come confonde il ruolo dei sindacati rispetto al ruolo dei governi nazionali e locali che sono stati diretti responsabili della diffusione del precariato. Noi è dal 2000 che ci occupiamo di estendere le tutele ai precari ».
E Angeletti: «Quando non si ha uno straccio di argomentazione convincente si usano solo slogan. Renzi non è la Thatcher ma neanche noi siamo la brutta copia di Scargill. Il premier scenda dalla cattedra per trovare con le parti sociali le soluzioni per il lavoro>>
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Re: articolo 18
Pittibimbo l'è convinto che si governi a chiacchiere come ha fatto per vent'anni il su babbo Silvio.
Al babbo Silvio gli è andata bene fino alla crisi del 2008. Nel 2011, anche la fedelissima madonna Marceglia, dallo scranno di Viale dell'Astronomia urlava che così non si poteva andare avanti (Febbraio - Luglio 2011)
Jobs act: il video-blitz di Renzi nel segno di Berlusconi
di Antonello Caporale | 20 settembre 2014Commenti (48)
È apparso all’improvviso, come quei conduttori che aprono un’edizione straordinaria di tg. Con l’istant video Matteo Renzi completa la sua variegata tecnica di comunicazione e aumenta il livello della propria capacità di fare fuoco.
Ritrova il grande nemico, il sindacato, e lo punta al petto. Ai messaggi confezionati ci aveva abituati Berlusconi che li recapitava alle televisioni e ai giornali, nella prevalenza considerati sue cassette postali.
Quelli erano testi ovattati, usati, nel gioco delle luci e della calza, come strumento principe della tecnica di trasmissione della dolcezza, a convincere, persuadere, tirare gli italiani verso di sé.
Renzi non ha cura del contesto, la telecamera taglia il suo corpo in due, ma del modo con cui chiama alla battaglia.
Non ha il teatro bianco dello studio nel villone di Arcore né la cravatta a pois e il doppiopetto Caraceni, ma una finestra aperta sulla piazza, la camicia bianca sbottonata al collo, il vento che soffia e forse rovina un po’ l’audio, il tricolore che gli copre la schiena.
In piedi, giovane, vitale, desideroso della rivincita immediata, del colpo a effetto, dell’arma di distruzione di massa.
Il video evolve il premier nella figura del guerrigliero del popolo, di chi tutela “Marta”, giovane mamma senza diritti e senza paga in gravidanza, o del piccolo artigiano senza accesso al credito, del cinquantenne senza futuro. È il popolo dei “senza” (senza diritto, senza tutele, senza futuro) contro quegli altri, quelli “con”. Questi ultimi sono proprio coloro a cui Renzi ha appena destinato gli 80 euro, fulcro della propaganda di primavera.
Nella straordinaria manipolazione comunicativa Renzi riesce nel capolavoro: dopo aver guadagnato, grazie alla sua misura economica, milioni di consensi dal ceto medio tutelato, cambia cavallo e si accredita come l’uomo politico che guarda agli ultimi, sceglie gli ultimi.
(segno evidente che Pittibimbo, come il babbo Silvio, considerano gli italiani tutti merli fessi. "Dovete parlare agli elettori come se fossero dei ragazzi della seconda medi" prescrisse babbo Silvio ai suoi nel 1994 che si accingevano alla prima campagna elettorale-ndt)
Non ha più soldi in tasca però e anzi sulla sua scrivania incombe la missiva del Fondo monetario che pare un diktat più di un consiglio: cambiare subito l’articolo 18 e poi tagliare ancora le pensioni.
Renzi quindi parte dalla fine della fune: non cerca di produrre lavoro ma di agevolare il licenziamento nella speranza che il nuovo messaggio, le tutele crescenti, si trasformi da puro slogan in qualcosa di commestibile.
Nella lista di proscrizione renziana i sindacati, divenuti anche per loro responsabilità naturali aggregatori di sfiducia popolare, conquistano il piedistallo rispetto al tempo di B. quando i magistrati (comunisti) godevano di quotidiane cure televisive. Però la lista è sempre quella. Anzi Matteo, nel ruolo di capo del partito della Nazione, magicamente ritrova gli stessi nemici di Silvio.
Il colpo al cuore alla Camusso apre un fronte nuovo e insieme funge da silenziatore a questa settimana nera in cui il premier – legato dal patto del Nazareno – non riesce a trovare di meglio che due nomi indigeribili (e perciò non digeriti ancora) da mandare alla Corte costituzionale. Uno di essi addirittura indagato. Per sovrammercato l’avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta notificato al suo babbo lo congeda definitivamente dal ruolo di colui che con la magistratura non aveva conti aperti da sistemare, procure da stanare o complotti da denunciare. Negli ultimi giorni il lessico renziano si è avvicinato, e di molto, a quello del primo Berlusconi, quando indicava negli “scoop” giornalistici, propalati ad arte dagli uffici giudiziari, lo strumento principe della lotta politica. “Non sarà certo uno scoop…”. Ieri infine il videomessaggio.
Il Fatto Quotidiano, 20 settembre 2014
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... i/1127758/
Al babbo Silvio gli è andata bene fino alla crisi del 2008. Nel 2011, anche la fedelissima madonna Marceglia, dallo scranno di Viale dell'Astronomia urlava che così non si poteva andare avanti (Febbraio - Luglio 2011)
Jobs act: il video-blitz di Renzi nel segno di Berlusconi
di Antonello Caporale | 20 settembre 2014Commenti (48)
È apparso all’improvviso, come quei conduttori che aprono un’edizione straordinaria di tg. Con l’istant video Matteo Renzi completa la sua variegata tecnica di comunicazione e aumenta il livello della propria capacità di fare fuoco.
Ritrova il grande nemico, il sindacato, e lo punta al petto. Ai messaggi confezionati ci aveva abituati Berlusconi che li recapitava alle televisioni e ai giornali, nella prevalenza considerati sue cassette postali.
Quelli erano testi ovattati, usati, nel gioco delle luci e della calza, come strumento principe della tecnica di trasmissione della dolcezza, a convincere, persuadere, tirare gli italiani verso di sé.
Renzi non ha cura del contesto, la telecamera taglia il suo corpo in due, ma del modo con cui chiama alla battaglia.
Non ha il teatro bianco dello studio nel villone di Arcore né la cravatta a pois e il doppiopetto Caraceni, ma una finestra aperta sulla piazza, la camicia bianca sbottonata al collo, il vento che soffia e forse rovina un po’ l’audio, il tricolore che gli copre la schiena.
In piedi, giovane, vitale, desideroso della rivincita immediata, del colpo a effetto, dell’arma di distruzione di massa.
Il video evolve il premier nella figura del guerrigliero del popolo, di chi tutela “Marta”, giovane mamma senza diritti e senza paga in gravidanza, o del piccolo artigiano senza accesso al credito, del cinquantenne senza futuro. È il popolo dei “senza” (senza diritto, senza tutele, senza futuro) contro quegli altri, quelli “con”. Questi ultimi sono proprio coloro a cui Renzi ha appena destinato gli 80 euro, fulcro della propaganda di primavera.
Nella straordinaria manipolazione comunicativa Renzi riesce nel capolavoro: dopo aver guadagnato, grazie alla sua misura economica, milioni di consensi dal ceto medio tutelato, cambia cavallo e si accredita come l’uomo politico che guarda agli ultimi, sceglie gli ultimi.
(segno evidente che Pittibimbo, come il babbo Silvio, considerano gli italiani tutti merli fessi. "Dovete parlare agli elettori come se fossero dei ragazzi della seconda medi" prescrisse babbo Silvio ai suoi nel 1994 che si accingevano alla prima campagna elettorale-ndt)
Non ha più soldi in tasca però e anzi sulla sua scrivania incombe la missiva del Fondo monetario che pare un diktat più di un consiglio: cambiare subito l’articolo 18 e poi tagliare ancora le pensioni.
Renzi quindi parte dalla fine della fune: non cerca di produrre lavoro ma di agevolare il licenziamento nella speranza che il nuovo messaggio, le tutele crescenti, si trasformi da puro slogan in qualcosa di commestibile.
Nella lista di proscrizione renziana i sindacati, divenuti anche per loro responsabilità naturali aggregatori di sfiducia popolare, conquistano il piedistallo rispetto al tempo di B. quando i magistrati (comunisti) godevano di quotidiane cure televisive. Però la lista è sempre quella. Anzi Matteo, nel ruolo di capo del partito della Nazione, magicamente ritrova gli stessi nemici di Silvio.
Il colpo al cuore alla Camusso apre un fronte nuovo e insieme funge da silenziatore a questa settimana nera in cui il premier – legato dal patto del Nazareno – non riesce a trovare di meglio che due nomi indigeribili (e perciò non digeriti ancora) da mandare alla Corte costituzionale. Uno di essi addirittura indagato. Per sovrammercato l’avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta notificato al suo babbo lo congeda definitivamente dal ruolo di colui che con la magistratura non aveva conti aperti da sistemare, procure da stanare o complotti da denunciare. Negli ultimi giorni il lessico renziano si è avvicinato, e di molto, a quello del primo Berlusconi, quando indicava negli “scoop” giornalistici, propalati ad arte dagli uffici giudiziari, lo strumento principe della lotta politica. “Non sarà certo uno scoop…”. Ieri infine il videomessaggio.
Il Fatto Quotidiano, 20 settembre 2014
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... i/1127758/
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Re: articolo 18
La vox populi
redmachine • 3 ore fa
Nel filmato si vede chiaramente uno che ha dato del filo da torcere alla Germania.
Si vede chiaramente che è Marco Aurelio nella colonna..
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redmachine • 3 ore fa
Togliamo i diritti pure alle amiche di Marta: mal comune mezzo gaudio...
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ginobonatesta (0ccfec30) • 4 ore fa
E' indubbio Caporale che, il giovanotto, per certe cose, è sveglio. Non potendo più disporre delle somme promesse per accontentare pensionati, partite iva, incapienti e diseredati vari, cambia strategia. Non più moneta sonante (non ne ha) ma ritorno al passato, baratto, tutela dei "senza" tradotto: spaccio dei tanti diritti negati per favori non dovuti ma munificamente elargiti dall'impegno del pdc, importante ricordarsene in cabina elettorale, quasi uno scambio di natura para-mafioso non perseguibile per mancanza del ricorso ad azioni violente. Renzie deve dare dimostrazione, come altri prima di lui, di essere un buon guardiano del debito no, non è un ossimoro deve proprio potreggere il debito che tanti Stati e banche nel mondo reclamano ne ns confronti (più di 2000mld) naturalmente lo deve fare sotto gli occhi attenti del quirinale che da anni ha assunto l'impegno e il controllo serrato di BCE e FMI. Poichè i risultati promessi, compreso l'effetto degli 80€, non sono andati (nessuno) a buon fine ma sono peggiorati da quando è a capo dell'esecutivo ha 2 ultimi cadò da offrire, peraltro richiesti, l'inutile sacrificio dell'art.18 e un'altra consistente sforbiciata alle norme sulle pensioni prima di giungere ai tagli veri e propri. Grazie Antontonello per le verità che ci trasmetti e le riflessioni che ci stimoli.
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freeman • 5 ore fa
Ho trovato il messaggio di eccezionale indisponenza.
Lui, che pur di non lavorare veramente, si buttò in politica ed altro non ha mai fatto, lui paladino dei non protetti e degli sfortunati? ...Marta...il cinquantenne...l'artigiano...
...ma che faccia di bronzo!
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maestro giu • 5 ore fa
Ma cosa sta dicendo Renzi agli ultimi, a quelli "senza"? Semplicemente che toglierà loro le tutele che invece continueranno ad avere i garantiti. Saranno loro infatti, i futuri assunti, a non usufruire della tutela contro il licenziamento arbitrario e discriminante per i primi tre anni di lavoro...
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1Casablanca • 5 ore fa
Più che un PdC sembra proprio un venditore di materassi
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Farinata • 6 ore fa
mi vergogno per lui
un guitto da avanspettacolo
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Kyussvalley • 6 ore fa
Matrix all'italiana e questo ve lo do per certo non è NEO.
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leonpaloma • 6 ore fa
mi ricorda la televisionen che convinceva il povero sturtuppen che era bello nuotare nella ***
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proteoglicano • 6 ore fa
il pesce quando è preso all'amo si agita sempre e si *** da solo....
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max • 6 ore fa
Stanno ancora recitando, non lo avete capito.Siamo di fronte a una grande farsa, dove gli attori si scambiano di ruolo in continuazione.
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lupus • 6 ore fa
"E una barbarie avere lavoratori e pensionati di seria "A" e di serie "B".
Tutti in serie "D".
Mi rivolgo allo sciagurato 40,8%, almeno alla parte onesta, VOI, col vostro voto, da decenni, avete scavato la fossa al Paese.
Non ci sono ma e se che tengano.
Avete sostenuto napolitano, fatto società, adesso palese, con il condannato, con monti, con letta, il pd-uismo di renzi, con i banchieri, i tecnocrati neoschiavisti sociopatici della maledetta europa.
Non riuscirete a trovare scuse o attenuanti o motivazioni (lo spread? pura macchinazione) per calmare la vostra coscienza.
Che il vostro dio, se ne avete uno, i vostri discendenti abbiano pietà di voi.
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Forzaecoraggio • 6 ore fa
Bravissimo.
Ma secondo Lei gli apprendisti stregoni da chi vanno a prendere lezione?
Con cordialità.
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Enzo Altieri • 6 ore fa
Caro Caporale, ti seguo spesso e spesso convengo con te, ma sbagli molto con l'idea che ti sei fatto di Grillo e soprattutto degli attivisti tutti del M5S. Vieni a vivere un po' di esperienze dal vivo in qualche gruppo locale o stai un po' di più con Alessandro Di Battista o altri grandissimi portavoce in parlamneto e così capirai cos'è l'ONESTA'. E non dirmi che lo sai già! Prima fai queste esperienze e poi ne riparliamo.
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bimbo bamba • 7 ore fa
nel mirino di Renzi e di coloro che vogliono abolire l'art. 18, ci sono i dipendenti pubblici
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Mario Almini • 7 ore fa
Vale tutto e il contrario di tutto. Mesi fa ha detto che la concertazione con i sindacati non era più necessaria. Adesso rimprovera ai sindacati di non aver concertato a sufficienza (dimenticando che le leggi, alla fine, le fa poi il Parlamento, non i sindacati).
Non solo il Bomba ha molta confusione in testa, ma è anche patetica vittima della propria esagerata puntigliosità. Non è gran pregio per un politico che vuole durare.
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Luigi • 7 ore fa
Si vedeva solo mezzo corpo perchè nelle mani aveva 2 gelati...
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antonellonebbia.it • 7 ore fa
Com'è che un paio di commenti, non perfettamente in linea con il Grillopensiero, non me li fate passare? Non ho infranto nessuna regola della netiquette e sono anche brevissimi... Cos'è, un inedita accezione della democrazia? I miei commenti vanno bene solo quando "sparo a zero" su Renzi?
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Alessio Mascagni antonellonebbia.it • 7 ore fa
se ritiene che qui si spara solo su Renzi può benissimo andare a commentare su un altro sito......
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Ugo Pelizzari • 7 ore fa
A meno di non aver l'anello naso, non bisogna più stupirsi.
Renzi? E' l' altra metà della destra!!!!
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anita61 • 7 ore fa
Renzi è diventato segretario di un partito che gli è in buona parte ostile e così i sindacati, in particolar modo la Cgil e tutto questo è molto ma molto faticoso.
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Francesco48 • 7 ore fa
povera marta....e povero giuseppe , adesso che questo venditore di acqua miracolosa si preoccupa per voi
scappate se potete !!!
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lucky luke • 7 ore fa
Il problema è che,gli Italiani i giornali li leggono solo una minima parte,invece la TV la guardano tutti
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roberto fantechi lucky luke • 6 ore fa
E la maggioranza di quella minima parte legge solo i titoli....
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Federico Masini • 7 ore fa
Lucida analisi. Il triste spettacolo di una classe politica che, ogni volta che si rinnova, peggiora.
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teresa gabriel • 7 ore fa
sarà perchè non ho la tv, che renzi mi fa schifo? perchè non può "imbonirmi"?
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lucaschiavoni • 7 ore fa
un tipo "di centrosinistra" (sob) che non ha mai lavorato, o meglio lo ha fatto in una azienda di famiglia chiusa per bancarotta, che nel 2014 dice che il precariato è colpa dei sindacati.
Scusate ma non c'è abbastanza per un TSO ?
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antonellonebbia.it • 8 ore fa
Questo va solo cacciato via. Speriamo che dalle manifestazioni dell'autunno emerga uno spirito unitario in difesa dei diritti e della Costituzione in grado di rappresentare una valida alternativa al Venditore di Pentole. Se succederà, però, sarà in buona parte merito dei sindacati tanto odiati da Mr. Grillo (..."La peste rossa"...). La base del M5S e i suoi valdissimi parlamentari, decidano da che parte stare.
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Tommaso Bargiacchi • 8 ore fa
In Italia per vincere le elezioni basta promettere una manciata di soldi ed essere rassicuranti, poi tanto l'agenda per governare la detta la Troika.
E` la tecnica dei pinguini di Madagascar per fregare tutti: Carini e coccolosi
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Franco Cartolano Tommaso Bargiacchi • 7 ore fa
Renzi (o il PD) non ha neanche vinto le elezioni.
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redmachine • 3 ore fa
Nel filmato si vede chiaramente uno che ha dato del filo da torcere alla Germania.
Si vede chiaramente che è Marco Aurelio nella colonna..
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redmachine • 3 ore fa
Togliamo i diritti pure alle amiche di Marta: mal comune mezzo gaudio...
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ginobonatesta (0ccfec30) • 4 ore fa
E' indubbio Caporale che, il giovanotto, per certe cose, è sveglio. Non potendo più disporre delle somme promesse per accontentare pensionati, partite iva, incapienti e diseredati vari, cambia strategia. Non più moneta sonante (non ne ha) ma ritorno al passato, baratto, tutela dei "senza" tradotto: spaccio dei tanti diritti negati per favori non dovuti ma munificamente elargiti dall'impegno del pdc, importante ricordarsene in cabina elettorale, quasi uno scambio di natura para-mafioso non perseguibile per mancanza del ricorso ad azioni violente. Renzie deve dare dimostrazione, come altri prima di lui, di essere un buon guardiano del debito no, non è un ossimoro deve proprio potreggere il debito che tanti Stati e banche nel mondo reclamano ne ns confronti (più di 2000mld) naturalmente lo deve fare sotto gli occhi attenti del quirinale che da anni ha assunto l'impegno e il controllo serrato di BCE e FMI. Poichè i risultati promessi, compreso l'effetto degli 80€, non sono andati (nessuno) a buon fine ma sono peggiorati da quando è a capo dell'esecutivo ha 2 ultimi cadò da offrire, peraltro richiesti, l'inutile sacrificio dell'art.18 e un'altra consistente sforbiciata alle norme sulle pensioni prima di giungere ai tagli veri e propri. Grazie Antontonello per le verità che ci trasmetti e le riflessioni che ci stimoli.
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freeman • 5 ore fa
Ho trovato il messaggio di eccezionale indisponenza.
Lui, che pur di non lavorare veramente, si buttò in politica ed altro non ha mai fatto, lui paladino dei non protetti e degli sfortunati? ...Marta...il cinquantenne...l'artigiano...
...ma che faccia di bronzo!
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maestro giu • 5 ore fa
Ma cosa sta dicendo Renzi agli ultimi, a quelli "senza"? Semplicemente che toglierà loro le tutele che invece continueranno ad avere i garantiti. Saranno loro infatti, i futuri assunti, a non usufruire della tutela contro il licenziamento arbitrario e discriminante per i primi tre anni di lavoro...
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1Casablanca • 5 ore fa
Più che un PdC sembra proprio un venditore di materassi
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Farinata • 6 ore fa
mi vergogno per lui
un guitto da avanspettacolo
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Kyussvalley • 6 ore fa
Matrix all'italiana e questo ve lo do per certo non è NEO.
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leonpaloma • 6 ore fa
mi ricorda la televisionen che convinceva il povero sturtuppen che era bello nuotare nella ***
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proteoglicano • 6 ore fa
il pesce quando è preso all'amo si agita sempre e si *** da solo....
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max • 6 ore fa
Stanno ancora recitando, non lo avete capito.Siamo di fronte a una grande farsa, dove gli attori si scambiano di ruolo in continuazione.
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lupus • 6 ore fa
"E una barbarie avere lavoratori e pensionati di seria "A" e di serie "B".
Tutti in serie "D".
Mi rivolgo allo sciagurato 40,8%, almeno alla parte onesta, VOI, col vostro voto, da decenni, avete scavato la fossa al Paese.
Non ci sono ma e se che tengano.
Avete sostenuto napolitano, fatto società, adesso palese, con il condannato, con monti, con letta, il pd-uismo di renzi, con i banchieri, i tecnocrati neoschiavisti sociopatici della maledetta europa.
Non riuscirete a trovare scuse o attenuanti o motivazioni (lo spread? pura macchinazione) per calmare la vostra coscienza.
Che il vostro dio, se ne avete uno, i vostri discendenti abbiano pietà di voi.
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Forzaecoraggio • 6 ore fa
Bravissimo.
Ma secondo Lei gli apprendisti stregoni da chi vanno a prendere lezione?
Con cordialità.
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Enzo Altieri • 6 ore fa
Caro Caporale, ti seguo spesso e spesso convengo con te, ma sbagli molto con l'idea che ti sei fatto di Grillo e soprattutto degli attivisti tutti del M5S. Vieni a vivere un po' di esperienze dal vivo in qualche gruppo locale o stai un po' di più con Alessandro Di Battista o altri grandissimi portavoce in parlamneto e così capirai cos'è l'ONESTA'. E non dirmi che lo sai già! Prima fai queste esperienze e poi ne riparliamo.
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bimbo bamba • 7 ore fa
nel mirino di Renzi e di coloro che vogliono abolire l'art. 18, ci sono i dipendenti pubblici
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Mario Almini • 7 ore fa
Vale tutto e il contrario di tutto. Mesi fa ha detto che la concertazione con i sindacati non era più necessaria. Adesso rimprovera ai sindacati di non aver concertato a sufficienza (dimenticando che le leggi, alla fine, le fa poi il Parlamento, non i sindacati).
Non solo il Bomba ha molta confusione in testa, ma è anche patetica vittima della propria esagerata puntigliosità. Non è gran pregio per un politico che vuole durare.
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Luigi • 7 ore fa
Si vedeva solo mezzo corpo perchè nelle mani aveva 2 gelati...
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antonellonebbia.it • 7 ore fa
Com'è che un paio di commenti, non perfettamente in linea con il Grillopensiero, non me li fate passare? Non ho infranto nessuna regola della netiquette e sono anche brevissimi... Cos'è, un inedita accezione della democrazia? I miei commenti vanno bene solo quando "sparo a zero" su Renzi?
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Alessio Mascagni antonellonebbia.it • 7 ore fa
se ritiene che qui si spara solo su Renzi può benissimo andare a commentare su un altro sito......
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Ugo Pelizzari • 7 ore fa
A meno di non aver l'anello naso, non bisogna più stupirsi.
Renzi? E' l' altra metà della destra!!!!
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anita61 • 7 ore fa
Renzi è diventato segretario di un partito che gli è in buona parte ostile e così i sindacati, in particolar modo la Cgil e tutto questo è molto ma molto faticoso.
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Francesco48 • 7 ore fa
povera marta....e povero giuseppe , adesso che questo venditore di acqua miracolosa si preoccupa per voi
scappate se potete !!!
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lucky luke • 7 ore fa
Il problema è che,gli Italiani i giornali li leggono solo una minima parte,invece la TV la guardano tutti
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roberto fantechi lucky luke • 6 ore fa
E la maggioranza di quella minima parte legge solo i titoli....
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Federico Masini • 7 ore fa
Lucida analisi. Il triste spettacolo di una classe politica che, ogni volta che si rinnova, peggiora.
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teresa gabriel • 7 ore fa
sarà perchè non ho la tv, che renzi mi fa schifo? perchè non può "imbonirmi"?
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lucaschiavoni • 7 ore fa
un tipo "di centrosinistra" (sob) che non ha mai lavorato, o meglio lo ha fatto in una azienda di famiglia chiusa per bancarotta, che nel 2014 dice che il precariato è colpa dei sindacati.
Scusate ma non c'è abbastanza per un TSO ?
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antonellonebbia.it • 8 ore fa
Questo va solo cacciato via. Speriamo che dalle manifestazioni dell'autunno emerga uno spirito unitario in difesa dei diritti e della Costituzione in grado di rappresentare una valida alternativa al Venditore di Pentole. Se succederà, però, sarà in buona parte merito dei sindacati tanto odiati da Mr. Grillo (..."La peste rossa"...). La base del M5S e i suoi valdissimi parlamentari, decidano da che parte stare.
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Tommaso Bargiacchi • 8 ore fa
In Italia per vincere le elezioni basta promettere una manciata di soldi ed essere rassicuranti, poi tanto l'agenda per governare la detta la Troika.
E` la tecnica dei pinguini di Madagascar per fregare tutti: Carini e coccolosi
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Franco Cartolano Tommaso Bargiacchi • 7 ore fa
Renzi (o il PD) non ha neanche vinto le elezioni.
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: articolo 18
il Fatto 20.9.14
Il Jobs Act in pilllole: meno stipendi, meno diritti, meno tutele
(per questo piace al Fmi- ndt)
La Legge delega approvata in commissione in Senato e nota alle cronache come Jobs Act è un concentrato di ricette care alle imprese e all’impostazione economica cosiddetta neoclassica (se proprio non si vuol dire alla destra). Ecco un breve riassunto dei punti più controversi:
Il contratto a tutele crescenti: si applicherebbe ai neoassunti e consentirebbe ai datori di lavoro di assumere e licenziare liberamente almeno nei primi tre anni di contratto. Il problema è che il modo in cui è scritta la delega lascia aperta la possibilità - che per Maurizio Sacconi è una certezza - di non applicare il diritto al reintegro.
Demansionamento: durante “ristrutturazione o conversione aziendale” - cioè sempre - si potranno abbassare le mansioni, e il salario, di uno o più lavoratori.
Nuovi contratti di solidarietà: si potranno usare anche per assumere personale abbassando temporaneamente lo stipendio di tutti.
Addio Cassa integrazione: si restringe il campo di utilizzo e si preferisce slegare il sostegno al reddito del lavoratore dal suo posto di lavoro. Per l’assegno universale di disoccupazione, però, non ci sono i soldi (per ora, dunque, solo addio alla Cig)
Il Jobs Act in pilllole: meno stipendi, meno diritti, meno tutele
(per questo piace al Fmi- ndt)
La Legge delega approvata in commissione in Senato e nota alle cronache come Jobs Act è un concentrato di ricette care alle imprese e all’impostazione economica cosiddetta neoclassica (se proprio non si vuol dire alla destra). Ecco un breve riassunto dei punti più controversi:
Il contratto a tutele crescenti: si applicherebbe ai neoassunti e consentirebbe ai datori di lavoro di assumere e licenziare liberamente almeno nei primi tre anni di contratto. Il problema è che il modo in cui è scritta la delega lascia aperta la possibilità - che per Maurizio Sacconi è una certezza - di non applicare il diritto al reintegro.
Demansionamento: durante “ristrutturazione o conversione aziendale” - cioè sempre - si potranno abbassare le mansioni, e il salario, di uno o più lavoratori.
Nuovi contratti di solidarietà: si potranno usare anche per assumere personale abbassando temporaneamente lo stipendio di tutti.
Addio Cassa integrazione: si restringe il campo di utilizzo e si preferisce slegare il sostegno al reddito del lavoratore dal suo posto di lavoro. Per l’assegno universale di disoccupazione, però, non ci sono i soldi (per ora, dunque, solo addio alla Cig)
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