quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Non me lo sarei aspettato da Fassina. Lasciare la cadrega.
aaaa42
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da aaaa42 »

FASSINA ha un curriculum da giovane economista e la testa e il c. a sinistra
a differenza di tutti gli altri che sono sinistra part time c. a sinistra e testa a destra.
a mio avviso ha fatto la CAZZATA della sua vita accettando di fare il viceministro di un cameriere
( definizione di cameriere : Sarte si siede ad un bar , una persona si avvicina, Sartre chiede chi sei ?
sono il cameriere, Sartre risponde tu NON sei il cameriere tu fai il cameriere).
Saccomani E' il CAMERIERE !!!
chi è il viceministro di un cameriere ?

poi nel governo Monti un governo POLITICAMENTE ANTICOSTITUZIONALE era un ministro tale Fabrizio Barca .

Fassina poteva vincere le primarie con appoggio civati e tanti altri invece bruciato !!
Barca bruciato !!
Tutti bruciati !! si badi con fiamme alte 3 km impossibili da spegnere !!
la domanda è :

COSA E' SUCCESSO A QUESTI 2 ALFIERI DELLA SINISTRA ITALIANA ?????
Ultima modifica di aaaa42 il 04/01/2014, 20:12, modificato 1 volta in totale.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Visto da destra.

Renzi spacca il governo
Stefano Fassina si dimette

Il viceministro dell'Economia lascia l'incarico: "È responsabilità del segretario proporre uomini e donne sulla sua linea"

Lucio Di Marzo - Sab, 04/01/2014 - 19:21

"Le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale".

È con queste parole che Stefano Fassina, viceministro dell'Economia, comunica al premier Enrico Letta le sue dimissioni dall'incarico, punto sul vivo dalla gag che il suo nome ha scatenato questo pomeriggio, nella conferenza stampa a conclusione della segreteria del Pd a Firenze.

"Fassina chi?", ha risposto retoricamente il segretario dei Democratici, rispondendo alla domanda di un giornalista, che gli chiedeva della possibilità di un rimpasto di governo, che per l'appunto l'ormai ex viceministro aveva più volte proposto.

Una non-risposta che per Fassina è simbolica e indica che Renzi, "che ha ricevuto un così largo mandato", dovrebbe ora "proporre uomini e donne sulla sua linea", perché la leadership del centrosinistra condivida la linea espressa dai suoi uomini al governo.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

L’ESECUTIVO
Governo, Fassina si è dimesso:
«Non ho più sintonia con la linea del Pd»

Il viceministro dell’Economia abbandona Letta dopo le ironie di Matteo Renzi sul rimpasto


LA RICHIESTA DI RIMPASTO - Solo sabato mattina, in un’intervista rilasciata a Repubblica, il viceministro aveva chiesto un rimpasto di governo: «È naturale, direi doveroso che la nuova segreteria guidata da Renzi, che ha vinto in modo forte il congresso, segni l’agenda di governo». Fassina aveva poi rinviato il chiarimento alla prossima direzione del Pd, il 16 gennaio.

La battura di Renzi: «Fassina chi?»
Rcd

http://video.corriere.it/renzi-fassina- ... cd2d6437ec

Esplora il significato del termine: L’IRONIA DI RENZI E LA COERENZA - La richiesta aveva suscitato l’ironia del nuovo segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, che durante una conferenza stampa a una domanda diretta su Fassina aveva risposto «Chi?». La risposta dell’ex viceministro è stata secca: «Le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c’è nulla di personale. È questione politica. È un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un’altra posizione».

LA RESPONSABILITÀ DI RENZI - «È responsabilità di Renzi, che ha ricevuto un così largo mandato - ha osservato Fassina nel motivare le sue dimissioni - proporre uomini e donne sulla sua linea». Di conseguenza «restituisco irrevocabilmente il mio incarico » anche se «continuerò a dare il mio contributo al governo Letta dai banchi della Camera».

LE REAZIONI - Le dimissioni di Fassina sono state commentate soprattutto da esponenti dell’opposizione e della maggioranza, che hanno colto l’occasione per criticare l’esecutivo Letta ma anche il segretario del Pd renzi: Osvaldo Napoli, esponente di Forza italia, parla di «bullismo politico» da parte del segretario Renzi, ed evidenzia una «c risi che non porterà a nessun rimpasto, ma difilato alle urne»; via Twitter Roberto Formigoni, esponente del Nuovo Centrodestra, sottolinea che il gesto «pone un forte problema politico a @matteorenzi :il PD non è solo lui»; il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, del Partito Democratico, sottolinea il rischio delle questione correntizie e «della bella tradizione della sinistra italiana, quella della scissione della scissione della scissione», invitando a fare attenzione «perché si arriva all’atomo», evidenziando come la risposta «Fassina chi?» sia «un segnale proprio brutto. Una cosa seria»; sempre dal Pd, Ernesto Carbone sottolinea: «Fassina in 8 mesi è la seconda volta che si dimette. Buona la seconda»; infine, Andrea Marcucci sottolinea che queste dimissioni sono a suo avviso «per futili motivi».

04 gennaio 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Redazione OnlineL’IRONIA DI RENZI E LA COERENZA - La richiesta aveva suscitato l’ironia del nuovo segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, che durante una conferenza stampa a una domanda diretta su Fassina aveva risposto «Chi?». La risposta dell’ex viceministro è stata secca: «Le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c’è nulla di personale. È questione politica. È un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un’altra posizione».

LA RESPONSABILITÀ DI RENZI - «È responsabilità di Renzi, che ha ricevuto un così largo mandato - ha osservato Fassina nel motivare le sue dimissioni - proporre uomini e donne sulla sua linea». Di conseguenza «restituisco irrevocabilmente il mio incarico » anche se «continuerò a dare il mio contributo al governo Letta dai banchi della Camera».

LE REAZIONI - Le dimissioni di Fassina sono state commentate soprattutto da esponenti dell’opposizione e della maggioranza, che hanno colto l’occasione per criticare l’esecutivo Letta ma anche il segretario del Pd renzi: Osvaldo Napoli, esponente di Forza italia, parla di «bullismo politico» da parte del segretario Renzi, ed evidenzia una «c risi che non porterà a nessun rimpasto, ma difilato alle urne»; via Twitter Roberto Formigoni, esponente del Nuovo Centrodestra, sottolinea che il gesto «pone un forte problema politico a @matteorenzi :il PD non è solo lui»; il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, del Partito Democratico, sottolinea il rischio delle questione correntizie e «della bella tradizione della sinistra italiana, quella della scissione della scissione della scissione», invitando a fare attenzione «perché si arriva all’atomo», evidenziando come la risposta «Fassina chi?» sia «un segnale proprio brutto. Una cosa seria»; sempre dal Pd, Ernesto Carbone sottolinea: «Fassina in 8 mesi è la seconda volta che si dimette. Buona la seconda»; infine, Andrea Marcucci sottolinea che queste dimissioni sono a suo avviso «per futili motivi».

04 gennaio 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Redazione Online

http://www.corriere.it/politica/14_genn ... 37ec.shtml
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

05 GEN 2014 13:57
COLPIRE FASSINA PER AFFONDARE LETTA - RENZI RISPONDE SU FACEBOOK ALLE LAGNE DEL VICEMINISTRO: “SE SI DIMETTE PER UNA BATTUTA, MI SPIACE PER LUI. SE LO FA PER MOTIVI POLITICI, CE LI SPIEGHERA’” - - -
Mario Mauro, trasformandosi in portavoce di Palazzo Chigi: “Non è vero che il segretario del Pd sia disposto ad accordarsi anche con il diavolo pur di avere una nuova legge elettorale. Vuole accordarsi pur di avere una nuova campagna elettorale. Vuole la testa di Letta” - Lupi: “Renzi vuole la crisi? E nel Pd chi lo segue?”…




1 - RENZI A FASSINA: «PENSO AGLI ELETTORI DEL PD NON ALLE CORRENTI DEL PARTITO DEMOCRATICO»
Da "Corriere.it"
Matteo Renzi risponde a Fassina. E lo fa su Facebook, come è suo costume: «Meno di un mese fa tre milioni di italiani hanno chiesto al Pd coraggio, decisione, scelte forti», esordisce il neosegretario, commentando la decisione del viceministro all'Economia di rassegnare le dimissioni. «Noi rispondiamo agli elettori del Pd, non alle sue correnti. Se il viceministro all'Economia - in questi tempi di crisi - si dimette per una battuta, mi dispiace per lui.

Se si dimette per motivi politici, grande rispetto: ce li spiegherà lui nel dettaglio alla direzione Pd già convocata per il prossimo 16 gennaio raccontandoci cosa pensa del governo, cosa pensa di aver fatto, dove pensa di aver fallito», argomenta il segretario.

E ribadisce che il rimpasto non è una priorità per il governo né tantomeno per il Partito democratico «perché la preoccupazione del Pd sono gli italiani che non hanno un posto di lavoro, non i politici che si preoccupano di quale poltrona possa cambiare. Sono i problemi dell'Italia che interessano al mio Pd, non i problemi autoreferenziali del gruppo dirigente».

2 - I RILANCI DEL SEGRETARIO E LA MAGGIORANZA LOGORATA
Francesco Verderami per il "Corriere della Sera"

Non c'è verso, il bradisismo continua.

Al presidente del Consiglio è chiaro, e non da ieri, cosa Renzi desideri. E il ministro della Difesa Mario Mauro, trasformandosi in portavoce di Palazzo Chigi ne spiega il senso: «Non è vero che il segretario del Pd sia disposto ad accordarsi anche con il diavolo pur di avere una nuova legge elettorale. Lui è disposto ad accordarsi anche con il diavolo pur di avere una nuova campagna elettorale. Lui vuole la testa di Letta».

Solo che Letta, in sintonia con Alfano, ha messo a punto una strategia di contenimento per «evitare contrapposizioni frontali» con il capo democrat, e non dandogli «pretesti con un'escalation del conflitto», e mirando semmai a chiudere «nel giro di due settimane» il contratto di governo, così da potersi rilanciare.

Non sarà facile, ma non è nemmeno facile per Renzi centrare l'obiettivo che si è dato, a maggior ragione adesso che il premier si è ritagliato il ruolo di mediatore nel braccio di ferro tra Pd e Ncd sul programma dell'esecutivo.

Il leader democratico non può permettersi di venire declassato sulla scena a semplice contraente del patto, perciò si trova «costretto» a terremotare quotidianamente la maggioranza, anche se non è chiaro quanto l'incidente di ieri con Fassina sia frutto di un'azione mirata o del caso.

Forse il segretario del Pd non immaginava che la sua sferzante battuta sul viceministro dell'Economia potesse provocare una scossa tellurica, ma è certo che avesse chiesto all'esponente del suo partito di sgomberare la scrivania a via XX Settembre.

E Fassina ha sfruttato l'occasione dimettendosi, incurante delle richieste del premier che gli ha chiesto di non farlo: «Non farlo, Stefano». «Si è superato il segno», è stata la risposta prima di ufficializzare le dimissioni, e dopo aver ribadito al premier che lo aveva avvertito, «invece da settimane non fate che minimizzare gli attacchi di Renzi».

Appunto. Letta non vuole offrire pretesti al «rottamatore».

Fassina invece lo cercava. È vero, è rimasto «colpito per il modo in cui il segretario del Pd ridicolizza il lavoro delle persone e la loro dignità politica», ma l'occasione è funzionale al suo scopo, quello di accusare Renzi per «l'idea padronale che ha del partito» e per intestarsi così una battaglia interna, facendosi di fatto alfiere di una futura minoranza organizzata.

È il primo vero gesto di dissenso tra i democratici, e se il presidente Cuperlo arriva a dire che l'affondo del segretario «non è un buon segno», vuol dire che i contrasti sono destinati ad aggravarsi.

Certo, al momento Renzi ha il vento in poppa, ma presto dovrà fare i conti con la gestione del Pd, in Parlamento e sul territorio.

Per esempio il primo test elettorale della sua segreteria, in Sardegna, si preannuncia delicato, segnato com'è dagli scandali e dai veleni che stanno precedendo il voto, previsto a febbraio. Eppoi ci sono i gruppi parlamentari, che non sono a trazione renziana. È lì che cova un forte malcontento, e i rumori si diffondono nel Palazzo al punto da far dire al ministro Lupi: «Renzi vuole fare la crisi? E chi lo segue. Nel Pd, dico... Perché un conto sono le primarie, altra cosa la gestione di deputati e senatori».


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Insomma, l'impressione è che il gioco al rilancio del segretario democratico serva anche a oscurare le difficoltà di guidare un partito che non si è (ancora) allineato al nuovo leader. Così sembra sia in atto una corsa contro il tempo: da una parte Renzi dall'altra Letta, con in mezzo un Pd in stato di agitazione.

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Le fibrillazioni minano la solidità del governo, non c'è dubbio, ma non sembrano rafforzare Renzi.

Se è vero infatti che il premier non può permettersi un rimpasto, vista la fragilità del suo gabinetto, è altrettanto vero che quel rito antico mina nella pubblica opinione l'immagine del neo segretario, che smentisce sempre di pensarci.

Ma ora che Renzi ha fatto «saltare» Fassina e che Letta ha deciso di non sostituirlo, tutto è più debole: nel partito e nell'esecutivo.

Erano queste le intenzioni del leader democratico? Il ministro Quagliariello, spesso colpito dagli attacchi di Renzi, si toglie un sassolino dalla scarpa: «Vedrete che Renzi si darà una calmata. Lui impara in fretta. E sicuramente capirà che nei comizi si può anche indossare il giubbotto di Fonzie, ma quando si guida un partito è consigliabile indossare giacca e cravatta».

Fuor di metafora, il passaggio politico è delicato.

Incrocia le fibrillazioni sulla trattativa per la nuova legge elettorale, e Berlusconi - a cui Renzi ha fornito un formidabile palco per tornare in scena - non vuole perdere l'occasione. Per puntare al voto subito o per collaborare al logoramento di Renzi, si vedrà.

Sta di fatto che il Cavaliere prepara la sua mossa e ha informato il segretario del Pd che martedì riunirà il suo partito e formalizzerà la sua offerta: «Forza Italia è disponibile a discutere sul Mattarellum o sul modello spagnolo, a patto di andare alle elezioni in primavera». Come risponderà Renzi? Accetterà il gioco, mettendo a repentaglio la stabilità dei suoi gruppi oltre che quella del governo? «La frattura che si è aperta nel Pd determina il caos», dice il ministro Mauro a nome dei Popolari: «L'atteggiamento irresponsabile di Renzi rischia di vanificare i sacrifici fatti dagli italiani. Se lo spread dovesse rialzarsi, saprebbero a chi rivolgersi».
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Mah, a me sembra che nella circostanza sia stato più Fassina a prendere la palla al balzo della "battuta" per uscire dal cul de sac nel quale si era infilato partecipando a questo governo.

Mi sembra in proposito abbastanza corretta l'analisi che ne da l'Europa.

http://www.europaquotidiano.it/2014/01/ ... imissioni/
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

mariok ha scritto:Mah, a me sembra che nella circostanza sia stato più Fassina a prendere la palla al balzo della "battuta" per uscire dal cul de sac nel quale si era infilato partecipando a questo governo.

Mi sembra in proposito abbastanza corretta l'analisi che ne da l'Europa.

http://www.europaquotidiano.it/2014/01/ ... imissioni/


Messo in questo modo, l’articolo di Europa si prefigge di dimostrare, che con l’ingenuità della battuta di Renzi, Fassina, dopo nove mesi di tormenti, ha colto in pieno il suo “Carpe diem” personale per uscire dall’angoscia ministeriale.

In questo modo si annullano le responsabilità renziane, soprattutto quelle che ha colto l’intero mondo politico intese a costringere il governo Letta all’angolo, e che sia lui a gettare la spugna dando le dimissioni. Un Todo modo del terzo millennio.

Con Letta e Renzi alla guida del Pd riesplode in pieno il vecchio democristianesimo della prima Repubblica, molto ben descritto in Todo modo di Leonardo Sciascia.

E’ fuor di dubbio al cento per cento che Fassina abbia colto l’attimo fuggente. Ma se si omettono, nella descrizione come fa l’Europa renziana, gli ultimi dieci giorni che precedono le dimissioni dell’ex vice-ministro dell’Economia, tutto può prendere facilmente la piega interessata del giornale di Menichini.

E’ fuor di dubbio che Fassina abbia vissuto male questi nove mesi al governo, ma non si può volutamente omettere il nodo politico centrale degli ultimi dieci giorni.

La mattina di sabato 4 gennaio, mentre la segreteria renziana era in corso a Firenze, Fassina all’Unità faceva sapere:

Fassina chiede chiarimento«Squadra Renzi vada al governo»
04-01-2014, 09:42:09: l'Unità
Forum relativi alla notizia: Matteo Renzi, Governo, Pd
«Penso che sia necessario un chiarimento, nella prossima riunione della direzione del Pd, il 16 gennaio»

Come si può notare, fino alle 09:42:09 del fatidico sabato, Fassina, pur aggravato dal peso di nove mesi di governo indigesto, non manifesta nessuna intenzione di dimissioni, sollecitando invece un chiarimento “politico” alla direzione del 16 gennaio p.v.

La necessità di un chiarimento politico, Fassina lo ha esternato più volte nell’arco di quei dieci giorni precedenti il 4 gennaio 2014, sostenendo una tesi, che come è stato rimarcato stamani ad Agorà, è la normale prassi in tutti i Paesi Occidentali.

La segreteria che vince il congresso, impone la sua linea politica al governo, se il partito fa parte del governo.

Fassina, era arrivato al punto di affermare di mettere a disposizione il proprio mandato, affinché gli uomini di Renzi prendessero a ragione il posto di ministri e sottosegretari nominati secondo un’altra linea politica.

Normalmente, in altri Paesi, non certo nel nostro che conserva intatto nel Dna la mentalità delle lotte tra le fazioni politiche fiorentine tra il 1200 e il 1400 dc, elemento di spicco caratteristico della Dc della Prima Repubblica,.. nell’interesse della nazione, se la nuova segreteria è in grado di raggiungere un compromesso con i suoi rappresentanti di governo sulla linea da seguire, lascia inalterata la formazione di governo.

Se questo compromesso non si raggiunge, la nuova segreteria cambia gli uomini chiave per dare un’impronta diversa all’azione di governo.

In questo momento da noi tutto questo non è fattibile, perché:

1) Se Renzi dovesse fornire gli uomini per un rimpasto a Letta, si taglierebbe immediatamente le palle. Perché in questo modo Renzie dovrebbe sostenere obbligatoriamente, nel bene e nel male, l’azione di governo per non sputtanarsi.

Sarebbe assurdo mettere suoi uomini al governo ora e poi contestarli.

Ciò significa che se questo dovesse avverarsi, il governo potrebbe durare molto più in là del 2015.

2) Questa soluzione a Renzi non sta bene perché verrebbe così logorato da cause interne al Pd, da giungere completamente spompato a date lunghe.

3) La segreteria Bersani gli ha lasciato le casse vuote e un passivo di qualche milione. Il che vuol dire, dopo aver sostenuto apertamente il “basta al finanziamento pubblico dei partiti”, che:

- O si fa dare i soldi che mancano dai suoi finanziatori per ripianare i conti, oppure,
- Deve rimangiarsi la parola sul finanziamento pubblico e continuare a farsi dare i soldi dallo Stato.
Ma questo rappresenterebbe in sostanza il primo insuccesso, su una cosa non di poco conto.

4) Che il governo Letta sia logoro all’inverosimile, è opinione comune. Quale migliore occasione temporale di questa, per dargli una spallata definitiva ed andare ad elezioni?
Solo che Renzi e i renzini non lo ammettono, democristianamente todomodiani.

5) Il tempo per la finestra per andare a nuove elezioni sta per finire. Occorre far presto.

6) Lo appoggiano indirettamente Grillo e Berlusconi.

7) Fin quando non ti immergi completamente nella Morta Gora, non riesci a comprendere bene come sia difficile muoversi nella palude della politica. Fare editti con la bocca non costa nulla. E’poi mettere nero su bianco che diventa impossibile.

Berlusconi docet nell’ultimo ventennio. Ma lui non ha problemi di sorta. Ha sempre dato la colpa agli altri dei suoi numerosi insuccessi.
(vedi gli ectoplasmi Fini e Casini nell’autunno del 2007)

8) Facendo cadere il governo prossimamente qui su questo schermo, Renzi si vendica di averlo costretto a passare dalla segreteria (comprese primarie) prima di arrivare a Palazzo Chigi.

9) La segreteria a Renzi non sta stretta, ma strettissima.

Il Prof. Amadori ha tracciato un profilo molto reale di Renzi qualche giorno fa ad Omnibus.

- Renzi è un politico di media grandezza non un leader.
- Ha buone doti di comunicazione (Aggancia i merli a sinistra come Berlusconi li agganciava a destra - ndt)
- Renzi non ha un programma, vive di contrasti. (Cancellieri – Fassina, ieri e oggi)
- Questo modo di agire costruito sul marketing, e sulle sensazioni de panza della gente dura finché se ne accorgono gli elettori. (E gli elettori di sinistra, una volta scottati non si comportano come quelli di destra. Ti mandano a quel Paese. Vedi i casi Dalemoni e Veltroni)

Un profilo di questo genere non è adatto a gestire un partito (Lui non lo ha mai chiesto per la verità, ci è stato costretto), ma è adatto a giocare, secondo lui, solo in campo governativo alla Ghe pensi mi. 1.0. Una modalità che ha attratto parecchio la sinistra di base che non sopporta più l’establishment dell’ultimo ventennio, e confida in Renzi per cambiare.

Quello che Renzi non ha ancora capito è che Ghe pensi mi 1.0 aveva a disposizione tre televisioni, un mare di soldi personali, e la predisposizione naturale e la disponibilità a corrompere tutto e tutti.

Renzi deve dimostrare in questo momento di agire facendo il contrario, non avendo a disposizione questi incenso, mirra e oro.

Aspettiamo il Job act che doveva essere presentato alla prima riunione di segreteria. Si vede che i dolores de panza non riescono a dare ancora l’impostazione giusta al documento.

Però non si può prescindere da quanto affermato ieri dalla vecchia Camusso dalla Annunziata.

<<Non è con le regole sul lavoro che si crea nuovo lavoro>>

Lo sanno benissimo anche il vecchio Cesare Romiti e il Prof. Sapelli, che sono sulla stessa onda della segretaria della CGIL, pur non essendo estimatori della Camusso.

L’economia ha le sue regole e non si possono aggirare con gli “artificier”, tanto cari all’Ing. Poli, mio insegnante di matematica ai tempi di Carlo Cudega.
1. (I tempi di Carlo Codega... - Melegnano.net
http://www.melegnano.net/curios16.htm‎
Un modo di dire molto comune dei milanesi fa riferimento ai tempi di Carlo Cudega, quando si vuole intendere qualcosa di molto vecchio e sorpassato. L'origine ...
)


Se non vara subito un Piano Marshall 2.0, Renzie farà la fine di Berlusconi, Monti e Letta.

Senza poi dimenticare che la crisi italiana è diversa da quella degli altri Paesi.

Siamo al 69° posto nella classifica sulla corruzione.

Siamo un Paese con 5 mafie, di cui una è al primo posto nel mondo da oltre dieci anni.

Di questi ultimi due problemi, Renzie Fonzie tace da sempre.

Non ha mai detto come li risolve.

Ma l’economia è strettamente legata anche a questi due problemi.
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

"Nel passato vi sono state due proposte contrapposte - ha continuato il ministro - una dei professori Boeri e Garibaldi nella quale l'azienda può più facilmente interrompere un rapporto di lavoro al'inizio attraverso un indennizzo monetario, per poi invece con il passare degli anni lavorati tornare per il lavoratore a una situazione standard, quella protetta dall'articolo 18; una proposta invece del professore Ichino in cui l'articolo 18 entra in campo solo dopo molti anni. Quindi bisogna capire di cosa si sta parlando"
Della serie: il diavolo si nasconde nei dettagli! :shock:

Jobs Act, Enrico Giovannini: "Il piano di Matteo Renzi richiede forti investimenti"
L'Huffington Post | Pubblicato: 09/01/2014 08:23 CET | Aggiornato: 09/01/2014 08:38 CET

"La proposta di Renzi sulla natura dei contratti e le tutele ad essi collegati non è nuova, ma va dettagliata meglio". E' quanto afferma il ministro del Lavoro Enrico Giovannini intervenendo a "Prima di tutto" su Radio 1 in merito al Job Act messo a punto dal segretario del Pd. "C'è poi da dire che molte delle proposte presentate da Renzi in questa lista prevedono investimenti consistenti" ha aggiunto.

"Nel passato vi sono state due proposte contrapposte - ha continuato il ministro - una dei professori Boeri e Garibaldi nella quale l'azienda può più facilmente interrompere un rapporto di lavoro al'inizio attraverso un indennizzo monetario, per poi invece con il passare degli anni lavorati tornare per il lavoratore a una situazione standard, quella protetta dall'articolo 18; una proposta invece del professore Ichino in cui l'articolo 18 entra in campo solo dopo molti anni. Quindi bisogna capire di cosa si sta parlando", precisa Giovannini. "Noi adesso abbiamo ogni trimestre circa 400 mila assunzioni a tempo indeterminato e circa 1 milione e 6 a tempo determinato. Allora riuscire a trasformare contratti precari in contratti di più lunga durata è un obiettivo assolutamente condivisibile". Ma, dato il "momento di grande incertezza", il fatto che "come imprese siano disponibili ad andare in questa direzione" è "da verificare".

Quanto all'operato dell'esecutivo di cui fa parte, "il governo in tutti questi mesi ha dovuto prendere moltissime decisioni per fronteggiare una crisi che dura da molti anni, quindi direi che non annaspa affatto - ha aggiunto il ministro del Lavoro - Il patto di governo per il 2014 deve essere estremamente concreto, anche per rispondere alla drammaticità dei dati sul mercato del lavoro - aggiunge - siamo a un livello inaccettabile di disoccupazione giovanile". Per il ministro non bastano le assunzioni" di 35mila tra giovani, donne e over 50 per effetto degli incentivi varati" dal suo Governo: "Abbiamo bisogno di far ripartire l'economia, ci sono segnali che il settore manifaturriero sta ripartendo, si sta riducendo la cassa integrazione e quindi stanno aumentando le ore lavorate per questo settore, ma settori come l'edilizia, il terziario, il commercio sono ancora in grandissima difficoltà",
Amadeus

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Amadeus »

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/P ... 0677.shtml


«L'accordo non è stato fatto dal Pd, che si dovrà esprimere, ma dal segretario Renzi» ha detto oggi Stefano Fassina, esponente della minoranza interna del Pd, durante la trasmissione "L'intervista" su Sky Tg24. Fassina ha criticato il segretario Renzi per l'incontro e l'intesa con Berlusconi. «Da ieri pomeriggio - ha detto Fassina - la legge è un pò meno uguale per tutti. Mi sono un po' vergognato come dirigente del Pd nel vedere l'incontro Renzi con Berlusconi. E' stato un errore politico. Andava certo coinvolta FI, ma ci sono i capigruppo e non dovevamo certo rilegittimare il Cavaliere per la terza volta, dopo che c'è stata una sentenza di condanna».

Fassina: sulla legge elettorale consultare la base. «Renzi non ha la maggioranza dei voti degli iscritti del partito - dice Fassina - e quindi, come prevede lo statuto, sarebbe possibile consultare la base, gli iscritti, anche per via telematica, rapidamente, per sapere cosa pensi della legge elettorale. Si può fare».
:shock: :|
«Non farò alcuna scissione - promette Fassina - Resto e credo nel partito come sempre. Lavoreremo perchè certe posizioni possano farsi sentire ed esprimere la loro forza nel Pd».

«Meglio le elezioni se Renzi non sostiene il governo». «Sono molto preoccupato per questo antagonismo del segretario del Pd al governo - dice Fassina - Fare critiche senza tener conto delle difficoltà e di quello che si è fatto. Se Renzi non sostiene il governo meglio andare ad elezioni. Il segretario non può considerare questo quasi un governo tecnico. Se questo non accade meglio che si voti».
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Le Profonde Intese - 1



Bersani, la gaffe di Forza Italia
Il Pd attacca. E arrivano le scuse Sul "Mattinale", l'house organ di Fi: Bersani a Renzi «ha detto un sacco di stupidaggini, dunque è tornato se stesso ed è in gran forma». Immediata la replica del Pd: «Superato il limite».
Bersani a leader Pd: ospitare Cav
riapre ventennio che era chiuso



Dev'essere un concetto duro da comprendere.
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