Re: La vicenda FIAT
Inviato: 10/01/2014, 8:21
(AGI) - Roma, 10 gen.- "L'America ci da' vaolore. Rilanciamo l'Alfa e tutti gli operai rientreranno. Il futuro e' questo".
Parola di Sergio Marchionne, ad di Fiat, che in una intervista alla Repubblica spiega il futuro della casa automobilistica italiana dopo l'acquisto di Crhysler: "puntiamo sulla fascia medio - alta e le accuse sul debito di Moody's non mi preoccupano". L'America, spiega Marchionne, "ha creduto nelle nostre idee e ci ha aperto le porte. Li', a differenza che da noi, il cambiamento piace. La cura ha funzionato e il mercato e' ripartito prima del previsto". "Ho avuto fin dall'inizio la faccia tosta di dire che Fiat non ci avrebbe messo neppure un euro - ha spiegato l'ad della casa automobilistica di Torino - Abbiamo restituito al governo americano tutti i soldi che aveva messo in Chrysler", e aggiunge: "Non e' una conquista, abbiamo creato una cosa nuova. Da oggi il ragazzo che lavora in Chrysler, quando vede una Ferrari per strada puo' dire: e' nostra". Secondo Marchionne, "questa operazione ha permesso la sopravvivenza dell'industria italiana in un mercato dimezzato.
Ora possiamo ripartire con reti e basi piu' forti. La societa' avra' un nome nuovo. Ci quoteremo dove c'e' un accesso piu' facile ai capitali. La sede verra' decisa anche in base alla scelta di Borsa, ma avra' un valore solo simbolico".
Per Marchionne "La capacita' italiana di produrre sostanza e qualita', di lavorare e costruire e' enormemente piu' apprezzata all'estero che da noi. Il carattere dell'autombile italiana esiste eccome. Tutto cio' e' una ricchezza da cui ripartire. Noi siamo pronti ma se continuiamo a martellarci i piedi, invece di puntare al meglio, finira' anche questa storia". "Usciremo dal 'mass market' - ha detto ancora Marchionne - per andare nella fascia Premium con Alfa e Maserati. Squadre di nostri uomini stanno preparando i modelli". E parlando degli impianti e quindi dell'occupazione, l'ad di Fiat ha spiegato che "A Mirafiori-Grugliasco si faranno le Maserati. A Melfi le 500 X e piccole Jeep. A Pomigliano le Panda. A Cassino il rilancio dell'Alfa. Mi impegno: quando il piano sara' a regime, la rete industriale italiana sara' piena, naturalmente mercato permettendo". E quindi, "si, dico che con il tempo - ha affermato riferendosi agli operai - se non crolla un'altra volta il mercato, rientreranno tutti". E rispondendo alla domanda sull'interesse tedesco per l'Alfa Marchionne taglia corto: "se la possono sognare e credo che la sognino infatti. L'Alfa e' centrale nella nostra strategia. Ma come la jeep e' venduta in tutto il mondo ma e' americana fino al midollo, cosi' il dna dell'Alfa deve essere autenticamente tutto italiano, sempre, non potra' diventare americano. Basta anche con i motori Fiat nell'Alfa Romeo. Cosi' come sarebbe stato un errore produrre il suv Maserati a Detroit: e infatti restera' a casa". In dettaglio, "Fiat andra' nella parte alta del mass market, con le famiglie Panda e Cinqucento, e uscira' dal segmento basso e intermedio. Lancia diventera' un marchio soltanto per il mercato italiano, nella linea Y. La vera scommessa e' utilizzare tutta la rete industriale per produrre il nuovo sviluppo di Alfa, rilanciandola come eccellenza italiana".
Parola di Sergio Marchionne, ad di Fiat, che in una intervista alla Repubblica spiega il futuro della casa automobilistica italiana dopo l'acquisto di Crhysler: "puntiamo sulla fascia medio - alta e le accuse sul debito di Moody's non mi preoccupano". L'America, spiega Marchionne, "ha creduto nelle nostre idee e ci ha aperto le porte. Li', a differenza che da noi, il cambiamento piace. La cura ha funzionato e il mercato e' ripartito prima del previsto". "Ho avuto fin dall'inizio la faccia tosta di dire che Fiat non ci avrebbe messo neppure un euro - ha spiegato l'ad della casa automobilistica di Torino - Abbiamo restituito al governo americano tutti i soldi che aveva messo in Chrysler", e aggiunge: "Non e' una conquista, abbiamo creato una cosa nuova. Da oggi il ragazzo che lavora in Chrysler, quando vede una Ferrari per strada puo' dire: e' nostra". Secondo Marchionne, "questa operazione ha permesso la sopravvivenza dell'industria italiana in un mercato dimezzato.
Ora possiamo ripartire con reti e basi piu' forti. La societa' avra' un nome nuovo. Ci quoteremo dove c'e' un accesso piu' facile ai capitali. La sede verra' decisa anche in base alla scelta di Borsa, ma avra' un valore solo simbolico".
Per Marchionne "La capacita' italiana di produrre sostanza e qualita', di lavorare e costruire e' enormemente piu' apprezzata all'estero che da noi. Il carattere dell'autombile italiana esiste eccome. Tutto cio' e' una ricchezza da cui ripartire. Noi siamo pronti ma se continuiamo a martellarci i piedi, invece di puntare al meglio, finira' anche questa storia". "Usciremo dal 'mass market' - ha detto ancora Marchionne - per andare nella fascia Premium con Alfa e Maserati. Squadre di nostri uomini stanno preparando i modelli". E parlando degli impianti e quindi dell'occupazione, l'ad di Fiat ha spiegato che "A Mirafiori-Grugliasco si faranno le Maserati. A Melfi le 500 X e piccole Jeep. A Pomigliano le Panda. A Cassino il rilancio dell'Alfa. Mi impegno: quando il piano sara' a regime, la rete industriale italiana sara' piena, naturalmente mercato permettendo". E quindi, "si, dico che con il tempo - ha affermato riferendosi agli operai - se non crolla un'altra volta il mercato, rientreranno tutti". E rispondendo alla domanda sull'interesse tedesco per l'Alfa Marchionne taglia corto: "se la possono sognare e credo che la sognino infatti. L'Alfa e' centrale nella nostra strategia. Ma come la jeep e' venduta in tutto il mondo ma e' americana fino al midollo, cosi' il dna dell'Alfa deve essere autenticamente tutto italiano, sempre, non potra' diventare americano. Basta anche con i motori Fiat nell'Alfa Romeo. Cosi' come sarebbe stato un errore produrre il suv Maserati a Detroit: e infatti restera' a casa". In dettaglio, "Fiat andra' nella parte alta del mass market, con le famiglie Panda e Cinqucento, e uscira' dal segmento basso e intermedio. Lancia diventera' un marchio soltanto per il mercato italiano, nella linea Y. La vera scommessa e' utilizzare tutta la rete industriale per produrre il nuovo sviluppo di Alfa, rilanciandola come eccellenza italiana".