I vignettisti e i comici hanno in più quel quid che gli permette di svolgere la loro attività.
Dote che ad esempio non ha il capogruppo del Partito democristiano, Speranza, che attrae solo i gatti di marmo e i paracarri.
L’osservazione di Crozza di martedì scorso a Ballarò, è per molti versi di tutto rispetto.
Punto: 00:06:12
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 7.html#p=0
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<Due partiti sono troppi,……quando c’è un partito solo basta e avanza….>>
Infatti, il sondaggio di Ilvo Diamanti, riporta gli italiani nel loro solco naturale, quello della richiesta dell'uomo forte. (70 %).
Tre mesi fa da queste parti questo fenomeno mi era stato segnalato.
Che il 70 % dei tricolori sia unanime nel richiedere il ritorno di Mussolini, è certamente significativo.
31 GEN 2014 16:49
ESODATO DAL “CORRIERE”, MANNHEIMER CI INFORMA DALLE COLONNE DEL “FOGLIO” CHE RENZI CONQUISTA GLI ITALIANI CON PERCENTUALI BULGARE (TRANNE CHE NEL PD)
Ad approvare le mosse di Matteuccio ci sono il 23% di chi vota il M5S e il 52% degli elettori di “Forza Italia” - Ma metà degli elettori Pd non ha approvato l’incontro il Banana al Nazareno: infatti il 58% degli italiani ritiene che prima o poi si assisterà a una scissione nel Partito Democratico…
Renato Mannheimer per "il Foglio"
Il fenomeno Renzi travolge sempre più lo scenario politico italiano, specie dal punto di vista dell'opinione pubblica. Il sindaco di Firenze è - emerge da tutte le classifiche - il politico più popolare in questo momento nel nostro paese. Ma non si tratta solo di un consenso personale. Quello che sembra convincere il pubblico è l'adesione alle sue iniziative, che è continuamente crescente. Ad esempio, all'inizio di gennaio, il 46 per cento della popolazione - la maggioranza relativa - dichiarava di essere soddisfatto delle prime mosse di Renzi da segretario del Pd.
Da allora, come si sa, il giovane Matteo ha promosso numerose iniziative, prima tra tutte la proposta di legge elettorale. Tutto ciò gli ha consentito di acquisire un ulteriore supporto, tanto che oggi chi afferma di essere soddisfatto dell'azione del sindaco di Firenze è il 54 per cento, la maggioranza assoluta, con un incremento di quasi il 10 per cento in poche settimane. Naturalmente, l'orientamento è diverso tra gli elettorati dei vari partiti. Renzi trova l'approvazione dell'85 per cento di chi vota Pd, ciò che non era scontato.
Ma, specialmente, si registra - a seguito, ovviamente, dell'incontro con Berlusconi - il consenso della maggioranza (52 per cento) dei votanti attuali per Forza Italia. Mentre, come è ovvio, tre elettori di Grillo su quattro condannano l'azione di Renzi: ma anche tra i votanti per il M5s il 23 per cento invece la approva. Il confronto con il Cavaliere, per di più proprio nella sede del Pd, ha però diviso il paese: il 48 per cento degli italiani lo approva e il 44 per cento è di parere opposto.
La differenza tra i due valori non deve ingannare, poiché, tenendo conto dell'errore statistico insito in tutti i sondaggi, si tratta di cifre assai vicine tra loro. Quello che colpisce è che questa spaccatura divide a metà proprio il Pd: qui metà approva e metà dissente, mentre, ovviamente, la netta maggioranza dei votanti per FI si dichiara entusiasta per l'incontro, che ha "rimesso in sella" Berlusconi. Nel partito di Renzi, dunque, la situazione è critica e il segretario non potrà non tenerne conto.
Non è un caso che il 58 per cento degli italiani ritenga che prima o poi si assisterà a una scissione nel Pd.
E, ciò che è più significativo, è di questo parere ben metà dell'elettorato dello stesso Pd.
C'è, insomma, tra i votanti del maggiore partito della sinistra una buona parte in netto dissenso con la scelta del sindaco di Firenze di incontrare Berlusconi, pur approvando l'iniziativa della legge elettorale.
Ma uno su quattro tra i votanti per il suo stesso partito ritiene che "le proposte di Renzi sono per ora soltanto chiacchiere" e uno su tre dichiara che "per come sta agendo rischia di indebolire il governo Letta". Una parte consistente di italiani condivide queste critiche. Per questo, non è detto che nel quadro di una persistente sfiducia per la politica e i suoi protagonisti, la popolarità di Renzi si confermi a questi livelli anche nei prossimi mesi.
Tutto dipende, naturalmente, dalla sua capacità di ottenere rapidamente dati concreti, in contrasto con le performance degli altri politici in questi ultimi anni. Ad esempio, se il sindaco-segretario riuscirà davvero nei prossimi giorni, come ormai sembra, a fare approvare una nuova legge elettorale (agli italiani interessa più l'elemento di novità della legge che il dettaglio sui suoi contenuti, nei quali si orientano assai poco), otterrebbe un notevole vantaggio a suo favore.
Ma se, al contrario, non vi riuscisse, gli elettori finirebbero col pensare che "è uno come gli altri", che "fa solo proclami". Si tratta di uno scenario possibile, dato che gli scettici sulla capacità concreta di Renzi e i nemici di quest'ultimo non sono pochi, anche, specialmente, nel suo partito.
Domanda:
Cosa succederà se il partito democristiano si spacca?
Come cambierà la geografia politica italiana?
Liberato dal peso del fantasma della fu sinistra, come spinge la destra Repubblicana made in Usa che appoggia Renzusconi, Silvietto lascerà il suo partito nelle mani del suo figliolo prediletto?
Per lui è un vero affare se lascia in mano tutto a Matteuccio.
Era questo il motivo dell'incontro di Hardcore?
Spaccare la sinistra e farla fuori, per dare vita al partitone unico di Crozza?