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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come se ne viene fuori ? - Pagina 287
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 12/04/2013, 14:47
da paolo11
camillobenso ha scritto:Con Cacciari mi trovo d'accordo a corrente alternata.

Questa sera concordo con la sua analisi degli sviluppi a breve.
.....................
Cos'è Il reddito di cittadinanza?
Scritto da Tommaso Rettegno on 12 Aprile 2013. Postato in Breaking News
Caro camillobenso pure io.specialmente sul reddito di cittadinanza.
Siamo quotidianamente sommersi da proposte della nostra classe politica, che si ostina a promuovere iniziative senza capire che la maggior parte della gente comune non solo non è d'accordo con le loro proposte, bensì proprio non le comprende.
Il reddito di cittadinanza, chiamato anche reddito di esistenza o reddito universale, è una forma di sostegno economico che, oltre a garantire i bisogni primari della persona, permette a ogni cittadino di rendersi autonomo dalla famiglia e di possedere una propria abitazione in cui vivere.
In ogni Stato che aspiri a definirsi civile è garantito il reddito di cittadinanza, basti pensare a Paesi come la Gran Bretagna, la Germania, la Francia ma anche stati come il Lussemburgo, il Belgio o i Paesi Bassi dove anche se con differenti modalità questo reddito è considerato un diritto inalienabile.
In Italia, attualmente, nonostante le proposte avanzate in tal senso, non esiste ancora alcuna legge in tal senso. L'Italia, insieme a Grecia e Ungheria, è uno Stato dell'unione europea privo di strumenti istituzionali di garanzia di un reddito minimo a carattere universalistico. I risultati di questa mancanza pesano molto sulla condizione della popolazione, che paga il dazio di questa assurda arretratezza del nostro paese, basti pensare che il tasso di povertà relativa calcolato dall'Istat si avvicina al 13%.
E' di oggi la notizia in cui si afferma che il PD ha presentato la proposta di legge per l'istituzione del reddito minimo di cittadinanza. Ma il reddito di cittadinanza, è una proposta plausibile o solo una bella ma irraggiungibile utopia? Questo è il problema fondamentale, ci sono i fondi necessari per una simile rivoluzione sociale, che pare però essenziale?
L'inserimento di un sostegno universale risolleverebbe l'Italia nelle graduatorie europee legate alla povertà della popolazione, renderebbe l'Italia un paese più civile e contrasterebbe il rischio e la dannazione del "tempo vuoto" mettendo a valore la capacità relazionale. Darebbe anche un nuovo potere decisionale ai giovani che tentano di inserirsi nel mondo del lavoro i quali non sarebbero più obbligati ad accettare lavori alienanti e sottopagati perchè senza imminenti necessità economiche potrebbero sceglierne uno adatto alla loro preparazione e richiesta economica.
Il reddito di cittadinanza, quindi, sembra essere una necessità. Ora è il turno della classe politica, che deve trovare i fondi necessari a questa soluzione, che sembra avere solo pro e nessun contro.
http://www.torinofree.it/20130412909/br ... nanza.html.
......................................................................
Il compenso abbiamo soldati in giro per il mondo.
Ciao
Paolo11

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 12/04/2013, 15:17
da camillobenso
Un antico testo anonimo firmato "il vecchio oligarca" - "La costituzione degli ateniesi" - sosteneva che la democrazia degenera senza avere le energie per autoriformarsi.
Gustavo Zagrebelsky



Come inizia una guerra civile – 56
La cruna dell’ago - 22
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 17


La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 1
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY

Cronaca di un affondamento annunciato - 1


“Speriamo che io me la cavo”, il leitmotiv della cosa magmatica ed indefinibile che molti giornalisti prezzolati osano ancora chiamare csx (vedi Cacciari a SP), associata all’esercito dei filibustieri di “Salviamo il soldato Silvio” altrimenti : “Muoia Sansone e tutti filistei, sono i tormentoni che si susseguono all’infinito in questi giorni mortiferi dove la casta, fallita nel novembre 2011, tenta con tutti gli artifici possibili ed inimmaginabili di non mollare la presa sul potere. Quella presa che solo le cozze riescono ad esercitare sugli scogli su cui sono aggrappate per la vita.

Nell’italietta morente, i tricolori senza memoria si sono dimenticati gli ultimi giorni di Eluana Englaro, quando il gruppuscolo degli oltranzisti clericali protestava davanti all’ospedale di Udine nel 2009 dove era ricoverata la giovane donna morente.

Manifestavano a favore della vita contro l’esecuzione di morte voluta dai cattivoni laici senza Dio.
Tesi ripresa dal cattolicume politico di Giovanardi, campione delle cazzate estreme della destra e di quel Gaetanuzzo Quagliariello elevato da Napolitano al nuovo ruolo di saggio. Se quello è un saggio, io sono un dromedario a 36 gobbe che vive nei ghiacciai del Polo Nord.


Squinzi due giorni fa ha denunciato la morte di 62 imprenditori. La settimana scorsa il caso del lavoratore di Civitanova Marche che ha trascinato con sé nel gesto estremo moglie e il cognato che ha scosso la Penisola dei Famosi, tanto che Laura Boldrini si è sentita in dovere di rappresentare le istituzione colpevoli di quelle morti pur sapendo di dover affrontare inevitabili contestazioni poco ortodosse, non ha invece minimamente turbato il battaglione degli oltranzisti clericali. Di queste morti non dettate da condizione di salute estrema, ma da responsabilità ben precise di una società di cui gli oltranzisti clericali fanno parte, con un forte supporto ed indirizzo dettato dal potere forte targato “Vaticano SpA”, a questi campioni del movimento per la vita, questi esseri umani costretti ad una dipartita prematura non interessano per niente.

Non possono essere utilizzati per la loro propaganda.

Questi oltranzisti clericali, oltre alla setta di Comunione e Fatturazione, di Don Gius, ben rappresentata da Roberto Forchettoni, campione dei memores domini, professanti castità e povertà (per gli altri), oltre a vasti settori del “Vaticano SpA”, legati al destra becera ed egoista ai massimi livelli, spingono gli incerti a credere che Dio non esiste. Sono una vera e autentica macchina da guerra per la generazione spontanea dell’ateismo.

Se uno li ascolta solo per qualche minuto diventa subito irrimediabilmente ateo.

Le condizioni di malessere che non si può nascondere sotto ad un tappeto non preoccupa per niente le stanze del potere che continua imperterrito a divorare quel che rimane dello scheletro della Repubblica italiana.

Ieri è stata la volta di Cicchitto a vomitare


Scrive oggi Libero in prima pagina:

LA CRISI PEGGIORA

RENZI PREMIER

Soluzione contro lo stallo: rimuovere Bersani e sostituirlo con il sindaco. Ci sta persino D’Alema.
Berlusconi lo proponga e Napolitano gli dia l’incarico di governare con i voti di Pd e Pdl. Subito.

Di Maurizio Belpietro

Mentre Andrea Morigi si occupa di :

Noemi, spunta un improbabile accusatore

Santoro, un macinino del fango contro Silvio.

*

Come per l’editto bulgaro i masnadieri ritengono che chi viene colpito rimanga silente.

La guerra in corso è sempre opera della solita mummia del Caimano.

I caimani appartengono alla famiglia degli alligatoridi, di cui fanno parte naturalmente gli alligatori, i caimani e i coccodrilli di questo tipo:

http://www.dagospia.com/img/patch/04-20 ... 230478.jpg


Cairo ha acquistato La7 su input del Caimano che così prende due piccioni con una fava.

Si impossessa di una rete più interessante delle ormai tre reti bollite Mediaset.

Elimina i fastidiosi Gruber, Santoro e Crozza a cui non è stato rinnovato il contratto.

Enrichetto Mitraglietta è ancora una volta ostaggio delle fauci del Caimano.

*

Chi ha ragione?

Ieri i quotidiani della rete titolavano che Monti ci lascia con un regalo di 22 miliardi.

Sandro Jacometti, sempre per Libero, sostiene che:

L’ammissione nel documento economico: servono manovre

Monti ci lascia con un buco da 60 miliardi.

*

Mario Giordano invece si esibisce in :

Tenete lontano lo smacchiatore dal Quirinale

Mentre l’immarcescibile Giovanna Maglie rammenta:

Caso marò, due comunicati durissimi
Occhio, i militari stanno perdendo la pazienza

(Hanno in programma un colpetto di Stato? - ndt)

Fosca Bincher ai lettori di Libero fa sapere che:

D’Alema ha un piano per Matteo

Baffino fa le prove da presidente della Repubblica: incontra il sindaco e cerca di convincerlo ad accettare l’incarico subito. Il disegno è pronto: se Max sale al Colle il rottamattore va a Palazzo Chigi.

*

Sempre in materia, M. Belpietro, bufala Bill, spinge per:

Equilibri.

Metà partito sta col sindaco e l’altra metà, quella bersaniana è da convincere. Tolto di mezzo l’ingombro principale, cioè Pier Luigi, il compito sarebbe meno gravoso.


Renzi premier. Subito

Il Pdl potrebbe indicarlo come possibile presidente del consiglio e Napolitano potrebbe chiamarlo sul Colle per assegnargli il compito. Prima licenziamo Bersani e prima pensiamo ai licenziati veri.

*

Mario Giordano, all’interno riprende:

Non fatelo salire

Tra <<ragassi>>, <<giaguari>> e <<volpi>> sarebbe un presidente-barzelletta.

Per Brunella Bolloli, Fabrizio Barca sarebbe:

L’inguaribile comunista che vuol <<rieducare >> il Pd.

Barca, allevato nel Pci (<<malattia di famiglia>>), è ministro grazie a Napolitano ma non ha lasciato tracce.

Adesso dà la scalata al partito. Per riportarlo a sinistra.

*

Venti di scissione democratica

Se uno dei loro (espressione che ci ricorda don Camillo . ndt) non va al Quirinale, ex dc pronti alla fuga.

È quanto fa sapere F.C.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 12/04/2013, 16:34
da Amadeus
Marò ....Zio .....fra Libero, il Giornale , Il Fatto quotidiano , Dagospia , i tg e servizio pubblico .... altrochè maalox.
:shock: :mrgreen:

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 12/04/2013, 20:47
da camillobenso
Amadeus ha scritto:Marò ....Zio .....fra Libero, il Giornale , Il Fatto quotidiano , Dagospia , i tg e servizio pubblico .... altrochè maalox.
:shock: :mrgreen:

E' la transizione,..."bellezza"........

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 12/04/2013, 20:51
da camillobenso
Un antico testo anonimo firmato "il vecchio oligarca" - "La costituzione degli ateniesi" - sosteneva che la democrazia degenera senza avere le energie per autoriformarsi.
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Italcementi, operai in cassa e conti in rosso ma Pesenti guadagna oltre 7 milioni
Al presidente sono stati destinati un milione di stipendio e quasi 3 milioni e mezzo di bonus. Ma non è tutto. L'ottuagenario imprenditore intascherà anche il trattamento di fine mandato triennale (in via di rinnovo) come da prassi consolidata: saranno almeno altri 3 milioni. Intanto la società annuncia un progetto di cassa integrazione per 665 operai per tagliare i costi

di Gaia Scacciavillani | 12 aprile 2013



Tagli sì, ma non per tutti alla Italcementi che a marzo ha alzato l’obiettivo delle cosiddette efficienze per il 2013, portando l’obiettivo del programma di riduzione dei costi da 60 milioni di euro a 110 milioni, il 50% dei quali è legato ai costi fissi e il 50% ai costi variabili. L’annuncio era arrivato insieme ai conti del 2012 che avevano evidenziato un rosso di 362,4 milioni di euro e un debito di 1,998 miliardi. Soltanto tre mesi prima, a fine 2012, la società dei Pesenti aveva svelato il Progetto 2015 con un taglio dei costi di circa 40 milioni di euro all’anno e alla cassa integrazione per 665 dipendenti su 2.500, che potrà poi trasformarsi in mobilità per circa 330 persone.

In Italia, in particolare, è previsto un “ridimensionamento definitivo” del personale per almeno la metà di quel terzo di dipendenti attualmente in cassa integrazione straordinaria. Obiettivo, ritornare all’utile. Costi quel che costi. Per gli altri.

Del resto che l’aria che soffia in quel di Bergamo non fosse buona, era già chiaro dalle mosse dei signori del cemento per quanto riguarda le posizioni strategiche nella finanza che conta conquistate a fatica dal patriarca Carlo che negli anni caldi si era fatto largo tra Calvi, Marcinkus e Sindona. Oggi, infatti, non è ancora dato di sapere quale sarà il peso della famiglia nel nuovo assetto che si sta disegnando in testa all’azionariato del Corriere della Sera. Molte le esitazioni, tanto da rinviare fino all’ultimo la decisione della holding Italmobiliare sulla partecipazione o meno alla ricapitalizzazione dell’editrice Rcs.


E questo nonostante l’editoria sia da sempre una grande passione per la famiglia che oggi oltre al Corriere, dove Giampiero Pesenti (82 anni) riveste il delicato ruolo di presidente del patto di sindacato che controlla il 58% della società, ha in mano più del 30% della Gazzetta del Sud, testata che presidia territori chiave per gli affari di famiglia qui attiva con sei impianti.

Insomma, la situazione è grave. Ma non abbastanza da riflettersi sui ricchi stipendi che Pesenti senior si è appena portato a casa dalla Italcementi che presiede: 4,479 milioni di euro, 3,449 milioni dei quali a titolo di “bonus e altri incentivi” (di cui 471mila euro riferiti al 2012, mentre il resto maturato negli anni precedenti). Somma che non ha uguali all’interno del cda del gruppo, dove l’unico altro stipendio a sette cifre è quello del figlio Carlo, che riveste il ruolo di consigliere delegato e ha incassato 1,958 milioni di euro, 587mila dei quali come bonus.


E che si confronta con un incasso dell’anno prima pari a 2,022 milioni di euro comprensivo di 690mila euro di bonus, che significa un incremento di ben il 121,51 per cento. A Carlo, invece erano andati 2,237 milioni (875mila euro il premio) che a conti fatti significa un decremento del 12,5 per cento.

Ma non finisce qui. Nella relazione sulla remunerazione di Italcementi si legge infatti che “a favore del Presidente è riconosciuto il diritto ad un “Trattamento di fine mandato”, che maturerà alla conclusione di ogni singolo mandato. L’indennità è stata determinata in modo tale da non superare n. 3 anni di remunerazione e non verrà corrisposta qualora la cessazione del rapporto sia dovuta al raggiungimento di risultati obiettivamente inadeguati”. E con l’approvazione del bilancio 2012 in calendario per il 17 aprile verrà a decadere il mandato di Pesenti, che verrà rinnovato nella stessa sede come da liste presentate dal socio di maggioranza, cioè Pesenti stesso che sulla base della stessa logica, già nel 2010, alla scadenza del precedente incarico aveva incassato un’indennità di 2,069 milioni, oltre allo stipendio di 1,7 milioni.

E siccome non c’è dubbio, nonostante i conti, sul fatto che i risultati non vengano ritenuti adeguati, visto che al presidente è stato assegnato il bonus, per Pesenti è in arrivo un altro assegno a sette cifre, per portare il totale di quest’anno a superare abbondantemente quota 7 milioni. Anche se per avere la cifra esatta bisognerà aspettare un altro anno.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 13/04/2013, 13:23
da camillobenso
Un antico testo anonimo firmato "il vecchio oligarca" - "La costituzione degli ateniesi" - sosteneva che la democrazia degenera senza avere le energie per autoriformarsi.
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La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 3
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Cronaca di un affondamento annunciato - 3



Gad Lerner, ieri sera ha mandato in onda un servizio in cui un parroco della zona di Mestre ha dichiarato che se un suo parrocchiano si trovasse nella condizione dei due coniugi di Civitanova Marche e gli facesse sapere di andare a rubare per sopravvivere, gli darebbe una mano.

Per niente stupita e concorde suor Galli presente in studio, attualmente vice presidente dell’Istituto San Paolo di Torino ( Istituto bancario).

*

Qualche stupore stamani su questa presa di posizione di estrema apertura di alcuni membri della Chiesa Cattolica.

Niente stupore perché sulla bilancia da una parte ci sta la sopravvivenza e sull’altro piatto ci sta la morte.

Questo fatto però ci segnala il punto di degrado a cui siamo arrivati.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 13/04/2013, 13:54
da camillobenso
Un antico testo anonimo firmato "il vecchio oligarca" - "La costituzione degli ateniesi" - sosteneva che la democrazia degenera senza avere le energie per autoriformarsi.
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Come inizia una guerra civile – 59
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La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 20


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LICENZIAMENTI: POCHI DATI DAL MINISTERO (Tito Boeri).
13/04/2013 di triskel182


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I dati sui licenziamenti nell’ultimo trimestre del 2012 sono drammatici. L’aumento dei licenziamenti sembra dipendere dalla congiuntura. Mentre è ascrivibile alla riforma Fornero il forte calo delle assunzioni nel parasubordinato.
I dati sui licenziamenti nell’ultimo trimestre del 2012 sono drammatici. Rilasciati domenica 7 aprile (strana scelta di tempo) dal ministero del Lavoro, hanno giustamente avuto grande risalto sui quotidiani. Molti commenti hanno sottolineato come sarebbero attribuibili alla riforma Fornero che ha modificato la disciplina dei licenziamenti. In effetti, le riforme che riducono il grado di protezione dell’impiego durante le recessioni finiscono per aumentare i licenziamenti come mostra un’ampia casistica internazionale. Ma siamo sicuri che sia così nel nostro paese? Come sempre, siamo contrari ai processi sommari e allora siamo andati alla ricerca di dati che ci permettano di verificare se l’atto d’accusa nei confronti del ministro del Lavoro dimissionario è supportato dalle informazioni sin qui disponibili.
Purtroppo, il ministero del Lavoro è stato molto parco nel rilascio dei dati. Ad esempio, non ha fornito alcun dettaglio sulla natura dei licenziamenti e sulla dimensione delle imprese che hanno licenziato. La prima informazione è disponibile dalle comunicazioni obbligatorie che riceve dai datori di lavoro. La seconda non lo è, ma è possibile risalire alla dimensione di impresa semplicemente incrociando i dati delle comunicazioni obbligatorie con quelli dell’Inps. Guardare a cosa succede alle imprese sopra e sotto i 15 dipendenti è molto utile. La riforma dell’articolo 18, infatti, non dovrebbe aver avuto alcun effetto sulle imprese più piccole, non soggette al regime della cosiddetta reintegra. Quindi comparando ciò che è successo ai licenziamenti sopra e sotto la soglia dei 15 dipendenti si può isolare l’effetto della riforma Fornero separandolo da quello (che ha colpito sia le piccole che le grandi imprese) della recessione. Un altro modo per controllare per gli effetti della crisi consiste nel guardare all’andamento dei licenziamenti individuali (il cui regime è stato modificato dalla riforma) rispetto a quelli collettivi (il cui regime non è cambiato). Purtroppo, anche questo dato non viene fornito dal ministero. Una omissione davvero molto grave. Tra l’altro il servizio statistico al ministero non dà segni di vita. Al numero di telefono apposito non c’è risposta.

LICENZIAMENTI COLLETTIVI E INDIVIDUALI

Per fortuna, qualche Agenzia dell’impiego che ha un ben diverso atteggiamento verso l’informazione statistica, pubblica dati sui licenziamenti per tipologia. La tabella qui sotto compara l’andamento dei licenziamenti collettivi e dei licenziamenti individuali in Veneto nei primi sei mesi e nei secondi sei mesi del 2011 e del 2012. La legge Fornero è entrata in vigore a luglio 2012.
Come si vede, dopo l’entrata in vigore della legge c’è stato un aumento sia dei licenziamenti collettivi che di quelli individuali, ma l’incremento percentuale dei primi è stato nettamente più alto: attorno al 50 per cento contro il 20 per cento di quelli individuali. Anche nel 2011 c’era stato un incremento di entrambi i tipi di licenziamenti, ma più o meno della stessa entità (attorno all’11 per cento sia per i licenziamenti individuali che per quelli collettivi). Risultati analoghi si ottengono concentrandosi sui soli licenziamenti da contratti a tempo determinato e indeterminato oppure guardando ai flussi in ingresso nelle liste di mobilità per tipologia di licenziamento. I licenziamenti che sono cresciuti di più nella seconda parte del 2012 sono i licenziamenti collettivi. Quindi sembrerebbe che sia la congiuntura negativa la vera responsabile del loro aumento, non certo la legge Fornero. Ovviamente sarebbe utile ripetere la stessa analisi su scala nazionale. Speriamo che il ministero, anche dopo la pubblicazione di questo articolo, ce ne dia la possibilità.

ASSUNZIONI IN CALO

La riforma Fornero sembra invece avere avuto effetti pronunciati (e negativi) sul lato delle assunzioni. Lo si evince comparando la dinamica delle assunzioni nei contratti di lavoro parasubordinato (resi più costosi e più difficili dalla legge) con le assunzioni nei contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato. L’informazione per fortuna è resa disponibile dal ministero e quindi possiamo contare in questo caso su dati nazionali. La tabella qui sotto applica la stessa metodologia utilizzata per i licenziamenti (analisi di differenze nelle differenze). Ci dice che c’è stato un forte calo delle assunzioni nel parasubordinato attribuibile alla riforma Fornero. Le assunzioni in questi contratti sono infatti diminuite quasi del 40 per cento nella seconda parte del 2012, contro un calo del “solo” 6 per cento per le assunzioni nei contratti a tempo determinato e indeterminato. Nel 2011 era avvenuto esattamente l’opposto.

Da cadoinpiedi.it

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 13/04/2013, 14:38
da camillobenso
I dati della crisi

Scheda 1) La chiusura delle aziende

=======================================================================================
1 – 1) – Aggiornata al 13 aprile 2013

Fonte: Camera del lavoro di Milano
Fonte editoriale : La Repubblica – Milano pag. II – III

Nota editoriale:

E’ sempre più nera la crisi dell’economia reale: nel primo trimestre 2013 balzo di licenziamenti e cassa integrazione.

Cinquantamila nuovi disoccupati
Mai così alto in Lombardia il tasso dei senza lavoro (oltre il 15 %)

Il rapporto della Camera del lavoro: nemmeno la prospettiva Expo è d’aiuto. Unica speranza l’export.

Dalle coop alle multinazionali i big in crisi lasciano il deserto.

Turismo, agricoltura, meccanica : boom di licenziati anche a Milano


***

Le cifre

+ 47 %
LA CIG STRAORDINARIA
Nei primi tre mesi del 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012, la cassa integrazione è salita del 10 %.
Il balzo riguarda soprattutto la straordinaria.

55.000
IN DEROGA
Diminuisce la cassa integrazione in deroga, ma da gennaio a marzo sono comunque 10mila le aziende lombarde che l’hanno chiesta con circa 55mila lavoratori coinvolti.

145.000
I DISOCCUPATI NEL MILANESE
Il 2013 inizia con 145.000 disoccupati solo nella provincia di Milano: rappresentano il 7,8 % della forza lavoro, la cifra più alta mai raggiunta negli ultimi quarant’anni.

^^^^

MILANO (aziende con più sedi)

Cooperativa Costruzioni Lavoranti e Muratori e Coop. Seciatori e posatori……………………….260..chiusura
Holiday Inn…………………………………………………………………………………………………………………………..33
Fmac………………………………………………………………………………………………………………………………….200
DARTY………………………………………………………………………………………………………………………………..161
BLOCKBUSTER………………………………………………………………………………………………………………………47
Carrefour……………………………………………………………………………………………………………………………109
Manpower………………………………………………………………………………………………………………………….107
Upim……………………………………………………………………….…………………………………………………………190


MILANO E PROVINCIA

Panasonic……………………………………………………………………………………………………………………………..39
Nestlè via Richard 5 – Milano ………………………………………………………………..……………………………30
Sima INTERNATIONAL via Albricci 8 Milano..……………………………………………………………………….109
CA – CONSORZIO AGRARIO via Ripamonti 35 ……………………………………………………………………..133 richieste di
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………..concordato
MONTEFARMACO BOLLATE………………………………………………………………………………………crisi…….96 dipendenti ………………………………………………………………………………………………………………………………………………su 115 a rischio
DALTON LIMBIATE………………………………………………………………………………………………………………..22 FALLIMENTO
Kodak CINISELLO…………………………………………………………………………………………………………………..13
SONY CINISELLO……………………………………………………………………………………………………………………25
NOKIA…CASSINA DE’ PECCHI…………………………………………………………………………………………………20
HOTEL HILTON via Galvani 12 Milano…………………………………………………………………………………..32
HOTEL PRINCIPE DI SAVOIA piazza della Repubblica 17 Milano…………………………………………….87
MONGELO via Bistolfi 31 Milano ………………………………………………………………………………………….65
GRAND HOTEL PLAZA piazza Diaz 3 Milano ………………………………………………………………………….15
POLIMERI EUROPA SAN DONATO………………………………………………………………………………………….37 CHIUSURA
Genia SAN GIULIANO…………………………………………………………………………………………………………….35
Ospedale San Raffaele Milano……………………………………………….………………………………………………44
Ospedale San Raffaele Milano – Partite lettere per esuberi…………………………………………………244

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 13/04/2013, 17:02
da camillobenso
Un antico testo anonimo firmato "il vecchio oligarca" - "La costituzione degli ateniesi" - sosteneva che la democrazia degenera senza avere le energie per autoriformarsi.
Gustavo Zagrebelsky



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La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 5
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Cronaca di un affondamento annunciato - 5



Repubblica 13.4.13

Ma per il Paese il tempo è scaduto

di Guido Crainz

Ci eravamo illusi che il clamoroso risultato delle ultime elezioni politiche ponesse termine alla assoluta insensibilità dei partiti italiani di fronte all´enorme sfiducia nei loro confronti.


Ancora una volta ci siamo sbagliati.


I pochissimi gesti che potevano far sperare in un´inversione di tendenza sono stati progressivamente sepolti da un incredibile annaspare e da una ottusa riproposizione di antichi vizi.


Le idee programmatiche essenziali messe finalmente in campo dal centrosinistra dopo la afasia della campagna elettorale sono state presto sepolte dal ritorno alle vecchie pratiche: un altro regalo alla demagogia dell´antipolitica, e solo l´organica incapacità di proposta del Movimento 5Stelle impedisce per ora una sua ulteriore crescita.


"Beato quel paese che non ha bisogno di comici per essere credibile": non lo ha detto un raffinato seguace di Brecht ma il comico Enrico Brignano a "Invasioni barbariche".


Qui c´è forse la sintesi del dramma che stiamo vivendo, la "rivelazione" della mistificazione che è sotto i nostri occhi.


O meglio, sui nostri schermi e in palazzetti della politica sempre meno credibili.


Certo, è più facile tentare di dialogare con l´indialogabile Beppe Grillo (o cercare qualche dialogante fra i suoi deputati) che dare risposte alla questione vera: perché un geniale demagogo da palcoscenico e una rispettabile adunata di boy scout, un po´ impacciati sui fondamentali della democrazia, sono diventati la Corazzata Potemkin del nostro affondare?


Dell´affondare della nostre istituzioni e del nostro rispetto per esse, voglio dire.


Eppure non è difficile comprendere quale sia l´unica via che il centrosinistra può provare a percorrere, pur fra le enormi difficoltà che il suo stesso annaspare fa aumentare ogni giorno.

Non può essere, occorre dirlo con franchezza, la via delle "larghe intese" con il Pdl, e non solo per l´improbabile accostamento del condannato e plurindagato di Arcore con Aldo Moro.


Esse presuppongono l´esistenza di una "destra normale" che purtroppo non è all´orizzonte: al di là di ogni buona intenzione o ispirazione non è possibile rimuovere questo dato di fondo, e andrebbe avviata anche una riflessione più ampia e pacata sul fallimento della proposta di Mario Monti.


Anche per altre ragioni, inoltre, non appare pertinente l´evocazione del "compromesso storico" o della sua impropria ed accidentata applicazione nell´Italia del delitto Moro.


Val la pena semmai di ricordare che quella proposta - di nobile derivazione togliattiana - non nacque all´indomani del golpe cileno ma almeno due anni prima, nel clima determinato dalla "strategia della tensione" e dal corposo spostamento a destra che essa sembrava indurre.


Nel settembre del 1971 Berlinguer presentava così alla Direzione del Pci l´impostazione del Congresso allora in preparazione: "Come si può andare avanti effettivamente in un Paese come l´Italia senza scatenare una reazione che stronchi questa spinta in avanti?".


E nella relazione a quel Congresso, nella primavera del 1972, affermerà appunto che "una prospettiva nuova può essere realizzata solo con la collaborazione tra le grandi correnti popolari: comunista, socialista, cattolica".


Non è possibile rimuovere quello scenario, imparagonabile con l´oggi.


E non è possibile ignorare che lo stesso Berlinguer decreterà nella maniera più impietosa il fallimento di quella ipotesi: è infatti impossibile dialogare con partiti ridotti a "camarille, ciascuna con dei boss o dei sotto-boss", come dirà ad Eugenio Scalfari nel 1981.




Da allora quella degenerazione ha superato ogni limite ed ha prodotto le catastrofi che sono sotto i nostri occhi.




Altro ha chiesto il voto stesso del Paese, e a quell´esigenza occorre rispondere.


Occorre, perlomeno, muovere qualche passo in quella direzione ma il poco che il centrosinistra ha detto sin qui è stato presto smarrito per via, nello scorrere di giorni irresponsabilmente sciupati.


È altrettanto irresponsabile che siano ancora avvolte da fitte nebbie le sue proposte reali su due questioni centrali.


Mancano ormai pochissimi giorni all´elezione del presidente della Repubblica ed è incomprensibile che il centrosinistra non abbia indicato al Paese - in primo luogo al Paese, e non in diretta streaming - un nome di altissimo profilo e indiscutibile per la più alta carica dello Stato.


Negli ultimi vent´anni, di fronte all´anomalo irrompere dell´antipolitica e dell´antidemocrazia dei Berlusconi e dei Bossi, è venuta dal Quirinale la difesa più sicura e preziosa delle nostre istituzioni e del nostro stesso sentire civile.


È venuta da tre Presidenti - Scalfaro, Ciampi e Napolitano - la cui storia e cultura rinviano al nostro momento fondativo e che hanno fatto comprendere bene cosa sia il "patriottismo costituzionale": non è facile ma neppure impossibile continuare su questo solco, e il centrosinistra non può più attendere neppure un minuto per fare la sua proposta.


Per farla al Paese.


Vi è poi il nodo di Palazzo Chigi, e qui il tempo è ancor più gravemente scaduto.


All´indomani stesso del voto solo una cosa era evidente, e riguardava il doppio ruolo di Pierluigi Bersani.


Come candidato premier non aveva convinto gli elettori e non era quindi più proponibile per quell´incarico.


Era però il segretario del partito con il maggior numero di consensi: spettava in primo luogo a lui, dunque, avanzare proposte diverse.


Così non è stato, e il centrosinistra ha dilapidato con ostinazione il parziale vantaggio che gli elettori gli avevano dato.


Oggi sembra quasi ostaggio del centrodestra sconfitto, e ha ridato fiato ad un Berlusconi che può sopravvivere solo grazie alla paralisi della politica.


A questa paralisi, a questa palude il centrosinistra non può più contribuire neppure per un secondo e anche per Palazzo Chigi deve fare la sua nuova, e vera, proposta. Ogni ulteriore attesa sarebbe di gravissimo danno per tutti.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 13/04/2013, 20:17
da camillobenso
Un antico testo anonimo firmato "il vecchio oligarca" - "La costituzione degli ateniesi" - sosteneva che la democrazia degenera senza avere le energie per autoriformarsi.
Gustavo Zagrebelsky



Come inizia una guerra civile – 61
La cruna dell’ago - 27
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 27


La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 6
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY

Cronaca di un affondamento annunciato - 6





Gli italiani senza palle e l’attimo fuggente.


Ora o mai più. La classe politica italiana non ha mai avuto il coraggio di fare fuori politicamente il Caimano. Anzi, si è sempre accordata con lui e le conseguenze si vedono pesantemente, le abbiamo tutte quante, tutti i santi i giorni davanti agli occhi.

Il disastro completo in attesa del collasso finale. Basta sentire un passaggio dell’intervento di Squinzi ieri a Torino al convegno delle PMI, trasmesse da Tg3 delle 19,00 di poco fa.

Variano di nuovo i sondaggi elettorali di Weber ieri per Agorà. Dopo il pareggio sostanziale della settimana scorsa il Pdl torna in vantaggio.


12 aprile…………………....…..5 aprile
Pdl…=.26,90..%.............=.25,00.%
Pd….=.26,80..%.............=.25,50.%
M5S.=.24,00..%.............=.25,40.%


Oggi il Caimano ci offre un’occasione unica e rara che forse non ci capiterà mai più. A Bari dichiara:

"Prodi al Colle? Tutti all'estero"

Lo prendiamo, come antiberlusconiani convinti, per la prima volta in parola.

Allora bisogna organizzare nel brevissimo tempo a disposizione la più grande manifestazione popolare dal dopoguerra.

Tutti in piazza in tutto il Paese per condizionare l’elezione del presidente della Repubblica.

Non è mai successo ma c’è sempre una prima volta.

Se il Caimano oggi vale il 27 %, chi gli si oppone vale almeno 70 %.

Allora il Parlamento, che ne ha la facoltà, voti al primo scrutinio Prodi e il Caimano e chi lo sostiene vada pure all’estero se lo ritiene, può farci solo un grande favore.

E’ venuto il momento di dire basta con i fatti e non con le chiacchiere.

Se non ora quando?

Se non lo mettiamo alle corde in forma democratica con una protesta pro Prodi presidente, la responsabilità di quello che accadrà nelle prossime settimane sarà nostra e soltanto nostra e non dovremo poi come al solito dolerci degli eventi prossimi futuri se il Caimano condizionerà ancora una volta di più la storia della Repubblica.

***

13 aprile 2013

POLITICA & PALAZZO
Berlusconi a Bari, piazza gremita
'Subito al voto e sarò candidato premier'
"Senza un governo forte elezioni a giugno". Il Cavaliere apre così il suo comizio. "Prodi al Colle?
Tutti all'estero". M5s? "Dilettanti allo sbaraglio". Ancora: "Bersani non insegua Grillo, apra al Pdl


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... ni/561616/