Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Un antico testo anonimo firmato "il vecchio oligarca" - "La costituzione degli ateniesi" - sosteneva che la democrazia degenera senza avere le energie per autoriformarsi.
Gustavo Zagrebelsky



Come inizia una guerra civile – 62
La cruna dell’ago - 28
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 28


La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 7
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY

Cronaca di un affondamento annunciato - 7




Inizia così il nuovo libro di Roberto Saviano, Zero,Zero,Zero:

La coca la sta usando chi è seduto accanto a te ora in treno e l’ha presa per svegliarsi stamattina o l’autista al volante dell’autobus che ti porta a casa, perché vuole fare gli straordinari senza sentire i crampi alla cervicale.
Fa uso di coca chi ti è più vicino. Se non tuo padre o tua madre, se non è tuo fratello allora è tuo figlio.
Se non è tuo figlio, è il tuo capo ufficio. O la sua segretaria che tira solo il sabato per divertirsi.
Se non è il tuo capo, è sua moglie che lo fa per lasciarsi andare. Se non è sua moglie è la sua amante, a cui la regala al posto degli orecchini e meglio dei diamanti.
Se non sono loro, è il camionista che fa che fa arrivare tonnellate di caffè nei bar della tua città, e non riuscirebbe a reggere tutte quelle ore senza coca.
Se non è lui, è l’infermiera che sta cambiando il catetere a tuo nonno e la coca le fa sembrare tutto più leggero, persino le notti.
Se non è lei , è l’imbianchino che sta ritinteggiando la stanza della tua ragazza, che ha iniziato per curiosità e poi si è ritrovato a fare debiti.
Chi la usa è lì con te. E’ il poliziotto che sta per fermarti, che tira da anni e tutti se ne sono accorti e lo scrivono in lettere anonime che mandano agli ufficiali sperando che lo sospendano prima che faccia cazzate.
Se non è lui, è il chirurgo che si sta svegliando ora per operare tua zia e con la coca riesce ad aprire anche sei persone al giorno, o l’avvocato da cui devi andare per divorziare.


La coca l’ha presa ieri il Caimano per esibirsi a Bari. Tonico, pimpante, in palla, è tornato quello del ’94, sentenziano soddisfatti i suoi. Ettecredo, la dose di ieri era quella di tipo forte per le grandi occasioni.

Alla fine della giornata la valutazione dei media assegna il successo del Caimano rispetto a Bersani. B. ha detto un mare di cazzate in perfetto stile berluconian-mussoliniano, ma va bene così. Come per il Duce, funziona il trascinamento della folla che ha un intelletto non superiore a quello dei ragazzi della terza media non troppo intelligenti.

Il sindaco di Bari lo accoglie così su Facebook:

ECCO IL POST DEL SINDACO EMILIANO
E IL PERCHE' DELLO STRISCIONE A BERLUSCONI


Immagine



"Caro Silvio, bentornato a Bari" Dopo anni di assenza, B. è tornato a Bari. Nel chiuso di un teatro qualche settimana fa, e oggi, per la prima volta, concedendosi all'abbraccio dei suoi tifosi nella piazza davanti al Comune, evidentemente non scelta a caso. I suoi tifosi, dicevo, lo amano al di là del bene del male, ne apprezzano le avventure tragicomiche e sentono il suo richiamo come quello di un grande cantante, oggi anzianotto, ma sempre spiritoso e carismatico».

Chi altri in Italia sa tenere una piazza e sa riempirla come fa lui? Bisogna ammetterlo, Silvio è il numero uno nel convincere gli italiani che a 77 anni e mezzo è lui il futuro del Paese! Non lo ferma neanche quella massa di profittatori, politici ed in senso proprio, che ancora oggi lo attorniano, utilizzandolo senza amarlo, solo per risolvere le proprie insufficienze e per coltivare le proprie ambizioni. E' infatti l'unico leader democratico del mondo ad avere una corte di accondiscendenti lacchè che mai lo contraddicono».

«In Puglia per esempio il Pdl non esiste come interlocutore dei cittadini - sottolinea il sindaco -, non è presente in nessun luogo, non coglie nessuno dei problemi che affliggono la nostra Puglia, eppure grazie alla personalità di B. prende più voti che in qualunque altra Regione. Certo, nelle ultime elezioni ha il Pdl pugliese ha anche perso più di qualunque altro partito, quasi mezzo milione di voti (il pd ne ha persi 200mila in meno), ma B. sceglie la Puglia perchè sa che qui è amato più che in qualunque altra regione italiana. Questo amore dura da venti anni, anche se non ci ha mai impedito di vincere sia le elezioni amministrative di Bari che quelle Regionali, ma il padrone del cuore politico nazionale dei pugliesi è lui, non c'è dubbio, insidiato oggi da Beppe Grillo. «Insomma la sinistra, i pugliesi, al governo del Paese, non l'hanno mai voluta, dobbiamo ammetterlo. Ed è questa la ragione per la quale essendo io il sindaco di tutti i baresi, di quelli che votano sia per me che per lui (e sono migliaia) ed anche di quelli che votano solo per lui, sento il dovere di dargli il bentornato nella nostra città».


QUEL «BENTORNATO IN CITTA'»
«Anche se ci ha fatto soffrire essere abbandonati per due anni di seguito alle inaugurazioni della Fiera del Levante nel 2011 e nel 2012. Non posso oggi certo ignorare il grande dolore della rottura di una tradizione, quella della presenza del Premier in quel giorno così importante, che purtroppo non possiamo non addebitargli, sia pure col sorriso sulle labbra. Perchè B. va battuto politicamente, e non aspettando con acredine l'esito dei suoi processi. Dobbiamo affrontarlo con la serenità e il rispetto che si deve sempre mantenere con i propri avversari, anche con quelli che hanno le caratteristiche di un vecchio zio pasticcione e combinaguai, che vuole sempre dire l'ultima parola, anche di fronte all'evidenza degli errori catastrofici che ha commesso».

«LO ZIO PASTICCIONE E COMBINAGUAI»
«Ed è proprio questa considerazione che mi induce persino alla tenerezza nei suoi confronti - conclude Emiliano -, immaginando che questo sia il suo metodo, l'unico che gli è rimasto, per sopportare i fallimenti, i rimpianti, la solitudine, per tentare di esorcizzare la caducità umana. Anche l'uomo più ricco e potente d'Italia infatti non sfugge alla "livella" e di fronte ad questa ha diritto di essere amato come ogni altro nostro prossimo».


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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Questa volta non sono d’accordo con l’affermazione buonista di Emiliano, perché è fatta indossando un vistoso paraocchi che un ex magistrato non dovrebbe usare mai.

…………..Perchè B. va battuto politicamente, e non aspettando con acredine l'esito dei suoi processi. Dobbiamo affrontarlo con la serenità e il rispetto che si deve sempre mantenere con i propri avversari, anche con quelli che hanno le caratteristiche di un vecchio zio pasticcione e combinaguai, che vuole sempre dire l'ultima parola, anche di fronte all'evidenza degli errori catastrofici che ha commesso».

«LO ZIO PASTICCIONE E COMBINAGUAI»
«Ed è proprio questa considerazione che mi induce persino alla tenerezza nei suoi confronti - conclude Emiliano -, immaginando che questo sia il suo metodo, l'unico che gli è rimasto, per sopportare i fallimenti, i rimpianti, la solitudine, per tentare di esorcizzare la caducità umana. Anche l'uomo più ricco e potente d'Italia infatti non sfugge alla "livella" e di fronte ad questa ha diritto di essere amato come ogni altro nostro prossimo».



No caro Emiliano, questa indulgenza è inappropriata perché qui siamo di fronte a reati che ordinariamente la magistratura persegue.

Qui siamo di fronte ad un’indulgenza incomprensibile, soprattutto da parte di un ex magistrato, che ha indotto il reo a continuare bellamente per anni nella sua azione criminale, attuata ancora ieri in quel di Bari, proponendosi in prima persona con uno show lugubre ed ingannevole al solo scopo di trarne profitto personale per la sua difesa nei confronti dell’azione penale della magistratura.

Materialmente la dirigenza della ThyssenKrupp AG non ha commesso il crimine di uccidere i suoi operai a Torino.

Ma il crimine lo ha commesso indirettamente non mettendo in campo quelle misure di sicurezza minime e sufficienti nei confronti delle modalità operative di persone alla propria dipendenza, allo scopo di ottenere un risparmio aziendale che andava ad ingrossare l’utile finale.

E’ per questo motivo che la magistratura Torinese, nella persona del Procuratore aggiunto Guariniello tenta di ottenere una condanna definitiva.

Allo stesso modo Silvio Berlusconi, in concorso con altri ha provocato il suicidio di 62 piccoli imprenditori, come sostiene Squinzi, più uno di questa settimana.

Oltre al fatto che non abbiamo contezza del numero dei suicidi nel mondo dei prestatori d’opera, ma vale per tutti, il triplice suicidio di Civitanova marche.

E’ più che evidente a tutti che Silvio Berlusconi non sia responsabile della crisi mondiale. Ma è responsabile di non aver attuato quelle misure di sicurezza minime che hanno indotto quasi un centinaio di persone al suicidio, compreso il barbaro modo di darsi fuoco davanti a Montecitorio.

L’ammissione del reato è avvenuta per due volte nel corso del mese di novembre del 2011, quando ha raccontato alla stampa estera che in Italia si stava bene, che i luoghi di villeggiatura, gli alberghi e i ristoranti erano pieni, che per viaggiare in aereo occorreva prenotare per tempo.

Insomma, il Paese del Bengodi quando tutto il mondo stava andando a rotoli.

Il reato di omicidio colposo non lo ha commesso da solo, ma in concorso con altri.

Quindi, caro Emiliano, altro che zio pasticcione combina guai. Qui siamo di fronte ad una nuova versione di un Al Capone 2000, dove l’originale non aveva la dote della facile comunicazione e di avere sempre il sorriso in bocca allo scopo di truffare il prossimo.

E’ pur vero che il numero degli omicidi, compresi anche quelli di una guerra inutile e perdente, commessi dall’altro cavaliere sono di gran lunga maggiori, ma quelli perpetrati sinora anche per induzione, sono reali e condannabili.

Se non lo si ferma con qualsiasi mezzo, il folle, con la nuova intenzione di ridiventare premier per difendere meglio i suoi interessi personali, non trascinerà solo noi nuovamente nel fango, ma trascinerà l’intera Europa con conseguenze disastrose.

Già noi siamo stati la fonte con il fascismo della peggiore degenerazione del secolo scorso, preso a modello dai maggiori squilibrati dell’epoca.

Non possiamo ancora essere noi la causa del crollo dell’Europa.

Il folle deve essere fermato in qualsiasi modo prima che sia troppo tardi.

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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La guerra, da quando il Caimano è sceso in campo, è rimasta confinata per anni all’interno dei media, sia della carta stampata che delle tv.

In realtà si è trattata di un finta guerra ad uso e consumo per il merlam merlorum che ci ha creduto fino in fondo e ci crede ancora adesso. Mutuando da una pubblicità che passa sui teleschermi tricolori in questi giorni, potremmo affermare con assoluta sicurezza che stato un metodo vincente che ha funzionato e “FUNZIONA”, ancora oggi.

Alfio Marchini, il costruttore romano che corre come indipendente a Roma per la poltrona del Campidoglio, non essendo della partita, non essendo un uomo di partito, deve cercare di recuperare voti a destra e a manca, possibilmente picchiando duro.

E allora le mezze verità nascoste al grande pubblico, diventano improvvisamente non più tali.

Ieri sera ad In onda ha precisato che i partiti fanno finta di litigare di giorno e poi si spartiscono il bottino la sera.

E’ l’edizione aggiornata, riveduta e corretta del vecchio modo di dire italiano circa i ladri di Pisa:

Far come i ladri di Pisa (il giorno litigavano e la notte andavano a rubare insieme)
Dare a vedere di non trovarsi d’accordo su varie scelte, ma poi continuare comunque a frequentarsi.


Cose già note, ma non per tutti.

Le elezioni del 25 febbraio scorso, hanno prodotto un terremoto e nello stesso tempo la paralisi del sistema.

Dopo 45 giorni dal voto gli interessi e le convenienze non stanno producendo alcun risultato.

Ancora oggi Grillo dal suo blog attacca i partiti e il loro immobilismo a legiferare.

Quella che è in corso, oltre ad una guerra di posizione é una gara a chi è più irresponsabile.

"L'economia non aspetta - conclude Grillo - e per allora potremmo essere falliti con la distruzione irreversibile delle piccole e medie imprese che oggi tengono ancora, miracolosamente, in piedi l'Italia e allora non ce ne sarà più per nessuno".


L’osservazione è giusta, perché è quanto avverrà a breve, ma in questo caso le responsabilità verranno divise equamente, non saranno più solo di Pd e Pdl. Un terzo per il tempo di permanenza in Parlamento sarà attribuito anche al M5S.

Non può poi pensare che la sua squadra attuale possa governare sulle macerie. Non ne ha la capacità ora, non l’avrà di certo tra qualche mese.

Il Caimano ne approfitta dello stallo e le spara grosse a Bari.



Il Cav. al Pd: «Governo e Colle insieme o voto»
Il saluto ironico del sindaco Emiliano | GUARDA



13 aprile 2013


È già piena la piazza a Bari dove nel pomeriggio parlerà Silvio Berlusconi. Tante le bandiere del Pdl che sventolano sotto il palco, dal quale si diffondono le note di una band musicale come già avvenuto per la manifestazione a Piazza del popolo a Roma. Canzoni popolari italiane in attesa che arrivi Berlusconi.

Al lato del palco c'è il palazzo comunale, dal quale già da questa mattina campeggia il lungo striscione dai toni ironici con sui scritto: «Caro Silvio, ben tornato a Bari», firmato «il sindaco», ovvero il Pd Michele Emiliano.

- Il lungo post di Michele Emiliano su facebook: «Fa tenerezza è come uno zio pasticcione e combinaguai ...»

- Silvio fa il comizio, Patrizia D'Addario è lì vicino

- Il leader Pdl: «Governo forte subito o elezioni a giugno con me candidato premier»

BERLUSCONI: CARO BERSANI UNICO CAMBIAMENTO È CON NOI «Caro Bersani l'unico cambiamento possibile è un Governo solido e liberale per fronteggiare la crisi e sconfiggere la povertà».

BERLUSCONI: HO FERMATO D'ALEMA-PRODI ORA BERSANI
Berlusconi dal palco della piazza a Bari rivendica: «Abbiamo fermato la gioiosa macchina da guerra di Occhetto, abbiamo fermato D'Alema, poi Prodi e la melassa di Rutelli. Abbiamo fermato Veltroni ed ora stiamo fermando Bersani».

BERLUSCONI: MAI GOVERNICCHIO DI TASSATORI
«Non appoggeremo mai un governicchio provvisorio di tassatori, si sbaglia chi crede che tradiremo 10 milioni di voti. Noi non ci stiamo, non tradiamo i nostri elettori». «Anche un cretino sa inventare nuove tasse», ha concluso Berlusconi.

BERLUSCONI: SE ELEZIONI, IO SARÒ CANDIDATO PREMIER
Se ci saranno elezioni a giugno «io sarò il candidato presidente del Consiglio, è una responsabilità grave e direi anche dolorosa alla quale sento di non potermi sottrarre».

BERLUSCONI AL PD: «SENZA ACCORDO SUBITO URNE»
«O c'è subito un governo forte e stabile per l'Italia oppure è meglio ridare la parola agli italiani votando a giugno. A Bersani voglio dire una volta per tutte: capiamoci - ha sottolineato Berlusconi -. O accettate di dialogare con noi, di scegliere con noi il capo dello Stato e di formare con noi il nuovo governo - ha spiegato Berlusconi - o per l'interesse del Paese e per la gravità della situazione si deve tornare subito al voto a giugno senza perdite di tempo che ci porterebbero all'autunno o addirittura alla primavera del 2014. Le imprese e le famiglie non possono aspettare. In una situazione così grave - ha concluso Berlusconi - ci hanno fatto perdere quasi 50 giorni».


COMIZIO IN CORSO, SPUNTA ANCHE PATRIZIA D'ADDARIO
Anche Patrizia D'Addario è tra i tanti manifestanti che hanno riempito Piazza della Prefettura a Bari per ascoltare il discorso di Silvio Berlusconi. D'Addario viene vista lasciare la piazza assieme alla folla che defluisce. D'Addario, di origini pugliesi, è nota per essere stata coinvolta nell'inchiesta a carico di Gianpaolo Tarantini sulle escort che sarebbero state selezionate proprio per Berlusconi.

BERLUSCONI, M5S DILETTANTI ALLO SBARAGLIO
«Sono dilettanti allo sbaraglio. Sono improponibili turisti della politica a 5 stelle guidati dalla premiata ditta Grillo-Casaleggio che smentisce qualsiasi loro affermazione».

BERLUSCONI: PRONTI AL VOTO E SARÒ CANDIDATO PREMIER «Se Bersani continua a rincorrere Grillo e a chiudere a noi si deve andare subito al voto, noi siamo già pronti e io sarò candidato premier. Non lo dico a cuore leggero, è una responsabilità grave ma alla quale non mi posso sottrarre».

BERLUSCONI: SE BERSANI PENSA DI INGANNARCI SI SBAGLIA
«Non possiamo tradire questi 10 milioni di italiani che ci hanno votato, non li tradiremo mai. Se ci sarà una intesa per tutti, che parta da necessità di alleggerire le tasse e spazzi via l'oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria e riparta l'economia, noi ci saremo e saremo in prima fila. Ma se qualcuno spera di poterci ingannare, di metterci in un angolo e fare melina e magari trascinarci in un'altra avventura come quella di Monti, questo qualcuno si sbaglia di grosso, noi non ci stiamo, sarebbe irresponsabilità vera».

BERLUSCONI: GOVERNO E COLLE INSIEME O VOTO A GIUGNO
«Le strade, caro Bersani, sono Due: o governo con noi e scegliamo insieme Capo dello Stato o si torna subito al voto e bisogna farlo già a giugno senza perdite di tempo». Lo ha detto Silvio Berlusconi a Bari «noi siamo pronti e questa potrebbe essere la prima manifestazione della campagna elettorale».
BERLUSCONI: SIAMO A 34%, 4 PUNTI PIÙ RISPETTO A SINISTRA Cavaliere cita sondaggio in suo possesso: «Siamo al 34%, con quattro punti di vantaggio in più rispetto alla sinistra».

BERLUSCONI A CHI TI SCRIVE I DISCORSI CROZZA?
«Noi caro Pierluigi non siamo qui a pettinare le bambole, anzi anche le bambole si sono stufate di farsi pettinare... il giaguaro da smacchiare, gli scogli da asciugare... ma è Bersani che parla o è Crozza? E Crozza che scrive i testi a Bersani o viceversa? O hanno fatto uan società in comune?». Lo ha detto Silvio Berlusconi a Bari.

BERLUSCONI A BERSANI: NOI NON ANELLO AL NASO
«Noi siamo assennati, siamo responsabili ma non abbiamo l'anello al naso, non siamo qui a pettinare le bambole e poi anche le bambole si sono stufate di essere pettinate». Lo ha detto Silvio Berlusconi a Bari ribattendo alle parole del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, contrario a un governo con il Pdl.

BERLUSCONI: CON PRODI PRESIDENTE CONVIENE EMIGRARE «Impazzireste di gioia se il nostro futuro dello Stato fosse... fosse... fosse... Romano Prodi». Silvio Berlusconi arringa in questo modo la folla a Bari e di fronte al 'buu' scherza: «Peccato, era il mio candidato preferito». Poi la stoccata: «Con Prodi presidente ci toccherebbe andare all'estero».

BERLUSCONI: VINCERE COME NEL '94
«Siete tanti, forse anche troppi: grazie. Siete il fiume della libertà e credo non ci sia bisogno di fare nessun discorso voi siete il più bel discorso. Torno con la memoria al '94: amiamo la libertà e vogliamo restare liberi, allora vincemmo, dobbiamo vincere anche questa volta». «Noi siamo quelli che sanno anche ridere, che hanno il senso dell'autoironia - ha aggiunto - che gli altri non hanno».

BERLUSCONI: O ESECUTIVO FORTE O SI VOTI A GIUGNO
«O c'è subito un governo forte e stabile per l'Italia oppure è meglio ridare la parola agli italiani votando a giugno».

BERLUSCONI: SIAMO UNICO BALUARDO DEMOCRATICO
«Siamo il popolo che rifiuta la logica dell'odio e dell'invidia, dobbiamo esseree fieri perchè siamo l'unico baluardo della liberatà e della democrazia in Italia per gli italiani».

BERLUSCONI: OGGI QUI NON C'E' NICKI (VENDOLA)
«Devo darvi una delusione, oggi qui sul palco non ci sarà Nichi Vendola. Vi aspettavate di trovarlo anche qui? Perché Nichi è dappertutto. Volevate ascoltare una delle sue narrazioni, di quei discorsi che fa di due ore in cui alla fine ci si sente tutti un po' stupidi perché non si capisce nulla», ha detto Silvio Berlusconi a una iniziativa del Pdl a Bari. «Non ci sono le sue surreali elucubrazioni - ha continuato - ma mandiamo tutti insieme a Nichi un saluto affettuoso».

BERLUSCONI: SIETE IL FIUME DELLA LIBERTÀ
«Siete fantastici, da qui è uno spettacolo unico, meraviglioso», dice Berlusconi dal palco di piazza della Prefettura a Bari. «Grazie davvero a tutti, siete tanti, quasi troppi - aggiunge - stretti l'uno contro l'altro. Siete un fiume che non finisce, che si prolunga lontano, siete il fiume della libertà e credo che non ci sia bisogno di fare nessun discorso perchè il più bel discorso siete voi».

BERLUSCONI DIFENDE FITTO E BOCCIA INGROIA
«Raffaele, nonostante tutto, tu e io dobbiamo restare sereni perché la risposta l'ha data la gente che ha mantenuto la sua fiducia in te e in me e ha bocciato questi signori a partire da Antonio Ingroia». Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando a un'iniziativa del Pdl a Bari e difendendo l'ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto, presente all'iniziativa, rispetto all'inchiesta che lo riguarda. «Dovevi fare come il grande Nichi, lui si che sa fare l'imputato - ha aggiunto Berlusconi -. Va a pranzo amichevolmente con i magistrati che lo giudicheranno. Se avessero scoperto me a cena con un giudice che poi mi avesse assolto immaginate - ha concluso Berlusconi - i commenti di Travaglio, dell'Annunziata, di Floris».

BERLUSCONI SUL PALCO, POI INNO MAMELI
È arrivato in piazza a Bari Silvio Berlusconi. L'ex premier sale sul palco della manifestazione e viene accolto da un coro di «Silvio, Silvio». Prima dell'intervento di Berlusconi risuonano le note dell'inno d'Italia.

PDL: ORGANIZZATORI:SIAMO 150 MILA
«La manifestazione di Bari sta andando oltre le più rosee aspettative. Le persone giunte da ogni parte della Puglia per ascoltare il presidente Silvio Berlusconi sono almeno 150.000». Lo afferma una nota del Pdl.

http://www.unita.it/italia/pdl-berlusco ... 512?page=3


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myriam
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da myriam »

Ma qual tenerezza?... ma quale zio pasticcione...?
Non ho parole......!
erding
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:55

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da erding »

La tentazione dell’inciucio: qualche dirigente Pd è ricattabile?

di Paolo Flores d’Arcais e Barbara Spinelli

Cari parlamentari del Pd, M5S e Sel,

ci rivolgiamo oggi soprattutto ai parlamentari del Pd e di Sel, perchè c’è qualcosa che non riusciamo proprio a capire. Estromettere Berlusconi dalla vita politica e dal potere (compreso il suo monopolio sulla televisione commerciale) non solo sarebbe sacrosanto secondo tutti i canoni delle democrazie liberali occidentali, ma sarebbe anche un vantaggio non da poco per il centro-sinistra. Ora, se una misura a portata di mano, che corrisponde sia all’interesse generale e all’etica di una democrazia sia all’interesse egoistico e di bottega di una forza politica, viene da quest’ultima rifiutata e anzi tale forza politica si muove in direzione opposta (mantenere il Caimano nei gangli decisivi del potere e della politica), l’interrogativo è d’obbligo: perché tanta assurdità?

Il masochismo è infatti comprensibile e accettabile come una delle tante e varie inclinazioni sessuali (in fatto di sesso, tra adulti consenzienti, “di tutto e di più” è l’unica norma liberale), ma in campo politico è un controsenso, oltretutto enigmatico. Nessuna forza politica e nessun singolo politico vuole il proprio male, ama danneggiarsi. Talvolta lo fa, ma per stupidità. Nel caso che stiamo esaminando, però (la possibilità di estromettere B. dalla politica e dal potere), neppure la stupidità può essere una spiegazione, perché è talmente evidente, anche al più stupido del genere “homo sapiens”, che la soluzione prospettata sarebbe di enorme vantaggio per il centro-sinistra, e carica di rischi invece la scelta opposta, che la spiegazione di tanto pervicace “masochismo” va cercato altrove.

Dove? L’unica spiegazione logica che resti, visto che ogni interesse generale, ogni valutazione etica, ogni interesse di bottega spinge nel senso della “estromissione”, è che una parte del gruppo dirigente Pd+Sel sia ricattabile. Ovviamente dei contenuti e ingredienti di tale “ricattabilità” nulla possiamo sapere e neppure immaginare, ma se non ci viene data una spiegazione più plausibile, quella della “ricattabilità” (anche solo mentale) resta l’unica in campo. In un dialogo di oltre dieci anni fa su MicroMega, Giuliano Ferrara spiegava a un allibito Piercamillo Davigo che la prima dote di un politico deve consistere nell’essere ricattabile. “Non ricattabile, vorrà dire”, insiste Davigo. No, proprio ricattabile, replicò a quel punto Ferrara, perché un politico non ricattabile non è affidabile.

Pd e Sel hanno da guadagnare un Perù dalla estromissione di Berlusconi dalla politica e dal potere (del resto perfino la destra “presentabile” che si fa chiamare “centro” ha analogo interesse). L’Italia, la sua democrazia, la convivenza civile, la considerazione del nostro Paese in Europa e nel mondo (sia presso l’opinione pubblica che presso gli establishment), ne trarrebbero un impareggiabile giovamento, e del resto in nessuna democrazia liberale sarebbe mai stata tollerata la presenza in politica di chi assommasse il potere mediatico di un Murdoch a quello economico di un emiro.

Perciò, se il Pd e Sel non operano sollecitamente per dichiarare Berlusconi ineleggibile, se non scelgono un Presidente della Repubblica che – in quanto Custode della Costituzione repubblicana e dei suoi valori – rifiuterà di sottomettersi alle pressioni di Berlusconi, alle cui esigenze resterà indifferente, dovranno spiegare ai loro elettori perchè mai preferiscano un comportamento che è scellerato secondo i parametri di una democrazia liberale e al tempo stesso masochista fin quasi al suicidio per Pd e Sel medesimi.

(11 aprile 2013)
http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... cattabile/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

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Cronaca di un affondamento annunciato - 10



Perché malgrado il basso livello delle sue proposte torna ad essere pericoloso e deve essere eliminato politicamente prima sia troppo tardi per l’intero Paese.

Il Caimano ha visto chiaramente le fratture in casa Pd e gioca, come regolarmente avviene in questi casi da parte di tutti gli avversari, di aumentare la spaccatura per dividere il Pd e non avere avversari che possono impensierire alle prossime elezioni. E’ un gioco normale della politica in tutto il pianeta, e in tutti tempi. Passato, presente, futuro.




Pdl, Berlusconi dal palco di Bari: “Senza un governo forte elezioni a giugno”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/ ... no/228309/



Berlusconi trionfa a Bari e sulla strada verso il Colle mette Bersani all’angolo
Il Cavaliere azzecca il comizio giusto davanti a una piazza gremita. Da qui manda un messaggio netto: il no a Prodi capo dello Stato. Ora il Pd deve decidere: mediare o andare allo scontro con un Pdl tornato in testa ai sondaggi
di Sara Nicoli | 13 aprile 2013
Commenti (274)

Un trionfo così non se lo aspettava nessuno.

A Bari, Berlusconi ha dimostrato che il suo popolo è ancora molto vivace e combattivo. E che c’è.


Ma soprattutto lui ha dimostrato di avere ancora molte, moltissime carte elettorali da giocare.



Quel 35% di consenso che ha dato in pasto ad un elettorato festante e in vena di tributargli un successo nuovo nelle prossime urne, non è affatto un dato esagerato; quasi tutti gli istituti di sondaggio sono concordi nel conferirgli, al momento, esattamente questa percentuale.



C’è poco da riflettere e molto da preoccuparsi: se si andasse a votare domani, Berlusconi avrebbe tutte le carte in regola per vincere ancora.



La memoria corta degli italiani si è fatta sempre più a breve termine anche perché quel nuovo che avanza, impersonato da Grillo e dai suoi grillini, a poco meno di 50 giorni dal voto non ha dato segnali politici tali da poter sperare in un suo apporto significativo alle riforme urgenti del Paese.



E il Pd, all’indomani della sconfitta elettorale, vive ora la crisi più nera degli ultimi anni, con un segretario – Bersani – che perde colpi ogni giorno che passa, in una corsa spasmodica verso palazzo Chigi che, ormai, ha assunto connotati quasi grotteschi.


Eccoci, dunque, davanti al Cavaliere.


E al suo nuovo successo di piazza.




Si sa che Berlusconi è un campione sul fronte della comunicazione, ma certo questo trionfo alla vigilia della settimana in cui si eleggerà il nuovo Capo dello Stato proprio non ci voleva.




Dalle parole del Caimano a Bari, si è capito che il Pdl, con lui in testa, non crede affatto che dall’ultimo incontro con Bersani, previsto per martedì, possa uscire un accordo con i democratici su un nome “moderato” condiviso.




E per questo ha fatto chiaramente capire di voler tenere, ora, il piano della formazione del prossimo governo ben separato da quello del Colle; il pacchetto unico, insomma, quello che ha cercato di “vendere” a Bersani fino a ieri, è destinato a non vedere luce.




Per questo, all’orizzonte vede solo due possibilità: o un governissimo, benedetto da un presidente di garanzia, oppure a marce forzate verso il voto.


Certo, Berlusconi teme che il Pd, con una sponda grillina, possa mandare al Quirinale Romano Prodi, il suo peggior nemico, ma nella realtà a Berlusconi fanno paura anche nomi come Rodotà, Zagrebelsky, Emma Bonino.


Mai, invece, ha pronunciato da Bari il nome di Massimo D’Alema; il presidente del Copasir è infatti la sua carta nascosta nella manica, da far uscire al momento più opportuno per spaccare il Pd.



Che in questo momento, dopo gli applausi scroscianti di Bari, è all’angolo.




Se Bersani continuerà nel suo (per carità, nobile, ma caparbio) tentativo di diventare premier di un governo politico senza il Pdl, casomai dopo aver conquistato il Quirinale con un personaggio di parte, i rischi che la situazione possa precipitare sono evidenti.




Ha avuto buon gioco, quindi, Berlusconi, nel parlare di “voto a giugno”; senza un accordo – che non è un inciucio se fatto alla luce del sole – la legislatura è destinata ad avere davvero una vita brevissima.



E Berlusconi è lì, pronto a tornare trionfante, benedetto da elezioni forse non a luglio ma di certo ad ottobre.



Il messaggio del comizio di Bari, d’altra parte, ha tenuto dentro ad arte tutto un repertorio su economia e tasse che ora, più che mai, è di grande appeal. E non solo nel popolo di Silvio: l’abolizione dell’Imu, la diminuzione delle tasse per le imprese che assumono, quelli sullo Stato da sottoporre a cura dimagrante.



Quindi un attacco ai giudici e ai “comunisti sanguinari” che è sembrato più duro di quello della manifestazione di Roma, ma che in questo caso si può considerare un refrain rispetto a parole d’ordine sul “portafoglio degli italiani” che senza dubbio colpisce anche chi non ha mai votato Pdl e ora dice: “Se mi toglie davvero l’Imu io lo voto sul serio”.


Siamo daccapo, allora.


Con Silvio che stavolta si candida anche a premier, alla faccia della Lega e di Maroni che solo poche settimane fa avevano posto il veto e che dopo Pontida sono usciti con le ossa più rotte che dalle urne di febbraio.



Se, come ormai pare chiaro, l’accordo sul Quirinale resterà lettera morta, la minaccia di una tempesta politica perfetta firmata Berlusconi è solo dietro l’angolo.



Molti, stavolta, potrebbero soffiare sul fuoco insieme a lui.


Anche “cittadini” al di sopra di ogni sospetto.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... 1/?preview


E’ PER QUESTO MOTIVO CHE IL 70 % DEL POPOLO ITALIANO CHE E’ ANTIBERLUSCONIANO, DEVE SCENDERE IN PIAZZA PER COSTRINGERE BERLUSCONI AD INCASSARE IL PRIMO DURO COLPO. PRODI, RODOTA’ O ZAGREBELKY AL QUIRINALE.

ALTRIMENTI SI APRONO AUTOSTRADE PER LA SUA RIELEZIONE.


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Sul fronte Pd Bersani è sulla graticola dal 26 febbraio scorso dopo la comunicazione ufficiale del ministero dell’Interno sulla sconfitta del Cs malgrado numericamente stava per uno 0,36 % avanti della formazione di Cd.

Il Pd, versione POLTRONE & FORCHETTE, per forchettoni con buon appetito, ha retto dal 2007 fino alle amministrative del 2012 segnalando già la possibilità di declino.
.
La causa principale della perdita di 3,5 milioni di elettori rispetto alle politiche del 2008, è la determinazione cocciuta oltre ogni ragionevole dubbio, della scelta dell’alleanza con Monti, Casini e Fini. Quel Monti chiamato come tecnico salvatore della Patria dopo il disastro del governo Berlusconi, e che invece ha ulteriormente aggravato l’economia italiana mandando sul lastrico aziende e famiglie.

Lo hanno capito tardi, ma alla fine lo hanno capito in 3,5 milioni che l’attuale classe dirigente non è dissimile dal Caimano.

Prendere voti con l’inganno per poi fare i propri interessi.

Come sostiene anche Cacciari, il Pd è un partito mai nato che non si sa cosa sia.

http://www.serviziopubblico.it/puntate/ ... ?cat_id=10
http://www.serviziopubblico.it/puntate/ ... ?cat_id=10


Bersani è stato proposto alle primarie del 2009 perché personaggio debole e quindi facilmente manovrabile secondo la migliore tradizione democristiana dalle 25 tribù (correnti).

Anche la linea imposta dalle correnti a maggioranza democristiana è stata accettata molto probabilmente con grande fatica dal politico di Bettola, perché Bersani era di parere avverso.

http://www.youtube.com/watch?v=SuKcd2f7BuU

Una settimana dopo verrà costretto dalle correnti a cambiare linea e adattarsi all’alleanza con Casini e Fini.

E’ possibile che dopo i risultati del 26 febbraio ci sia stata una resa dei conti nella direzione del Pd, e che Bersani si sia tolto il macigno che aveva nella scarpa.

Ha tentato di rimediare ad una sonora bocciatura dell’elettorato alla linea imposta da Dalemoni, Veltroni, Fioroni, Francesconi e Lettoni.

E’ per questo motivo che gli devono aver lasciato fare senza grandi opposizioni e ricatti come sono usi fare.

Solo che Bersani non ha compreso gli obiettivi di Grillo, stimando erroneamente i M5S come i soliti partiti di 68 anni di Repubblica che esistono solo per occupare POLTRONE e armeggiare con le FORCHETTE e avanzare richieste.

Il : “ A’ fra’ che te serve???”, di Evangelistica memoria, che ha funzionato in precedenza, con i battaglioni Scilipoti di tutte le specie, non funziona con i battaglioni dei grillini.

Bersani sa, e lo ha spiegato chiaramente Cacciari, che se il Pd si allea con i bucanieri berlusconiani, un minuto dopo salta.

Berlusconi ne è al corrente, e quindi spinge a tutto gas verso il governassimo per far implodere il Pd.

Si sono accorti che Bersani è ultra nervoso da un tic al naso. D’altra parte non potrebbe non esserlo, perché è stato convinto a scegliere dalle tribù democristiane una linea di pieno banchetto malgrado il Paese affondasse.

Adesso Bersani si ritrova a tenere insieme le varie correnti cercando di evitare a tutti i costi la scissione cercando nuovamente di accontentare le pretese correntizie.

La candidatura di Marini la pretendono i popolari di Franceschini.

In più è costretto a combattere contro Renzi che mira di insediarsi al suo post per raggiungere la poltrona di Palazzo Chigi.

Deve affrontare la novità di Barca che crea malumore tra democristiani vecchi e nuovi.

Senza tenere presente che deve combattere contro Grillo e contro Berlusconi.

Altro che tic in un puttanaio come il Pd che la parola compattezza non sa cosa sia al di fuori di quando si tratta della materia di POLTRONE & FORCHETTE.


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In più Bersani ha anche questo problemino non da poco tutto interno al Pd, da risolvere:



L’OPPOSIZIONE AL CAIMANO E QUEI NERVI CHE SALTANO

(Furio Colombo).
13/04/2013 di triskel182




Dici “antiberlusconismo” e al Pd saltano i nervi.


Eccoci, vent’anni dopo, di fronte allo stesso problema.



Il problema, ricordate, che era stato liquidato autorevolmente, da sinistra, con un imperioso “basta con l’antiberlusconismo.



Dobbiamo tornare a fare politica.


In politica decidono i cittadini chi è incluso e chi è escluso.



La maggioranza ha votato Berlusconi e dunque ha diritto di governare”.



Eppure il problema era semplice: truffa e furto aggravato di voti e di media.


Riepiloghiamo per chi fosse giunto in Italia ora.



Berlusconi era fuori dalla legge nel momento in cui ha detto che sarebbe “sceso in campo”. Si candidava a guidare un governo, vantando la sua qualità di imprenditore di successo.


In quel modo si era onestamente autodenunciato: viveva dei proventi, trovati con abilità, allargati con bravura e difesi con grande determinazione (a quel tempo si facevano saltare in aria le antenne dei concorrenti) di una concessione di licenze televisive ricevuta dallo Stato (e dunque dal capo del governo) che gli consentiva di trasmettere accanto e nonostante il monopolio di Stato.


NIENTE da dire per il monopolio, sarebbe finito comunque. Ma impossibile, per ragioni logiche prima ancora che giuridiche (e anche a causa di una legge in vigore) che il permesso di uso delle frequenze televisive fosse dato e concesso dalla stessa persona.



Il caso è semplice.



Si chiama ineleggibilità (legge 361 del 1957). Avrebbe potuto risolversi subito, ma non si è risolto mai.





Questo fatto ci ha gradatamente allontanati dal resto del mondo democratico, perché una simile sequenza (la persona che ha il potere di concedere l’uso delle frequenze televisive, le concede a se stesso) non avrebbe dovuto verificarsi mai.





La prima parte di questa storia è dunque una pretesa avanzata con solenne finzione patriottica (“L’Italia è il Paese che amo…”), prepotenza da mobbing (si circonda di gente rissosa che a voce altissima gli dà ragione) e violazioni di normali percorsi fin dal primo gesto: far pervenire al Tg1 una dichiarazione pre-registrata che, per normali ragioni di etica giornalistica, non avrebbe dovuto essere accettata (che venga l’interessato di persona a rispondere alle domande) ed è invece andata in onda su tutte le reti.



La seconda parte della storia è ancora più anomala.




Si è diffuso quasi subito uno spensierato atteggiamento tipo: “Ormai è accaduto, cosa vuoi andare a rinvangare?”.



Seguito da due affermazioni identiche di due gruppi diversi (o forse il contrario, due affermazioni diverse di gruppi identici).


Le frasi erano: “Lasciatelo lavorare”.




E “Il conflitto di interessi non interessa nessuno”.




Chi lo diceva?








Tutta l’opposizione. Badate che quando dico “tutta” (con l’esclusione occasionale di Di Pietro e poi del suo partito Italia dei Valori), intendo dire tutta.






La sinistra detta “estrema” (perché andava ancora ai cortei della Cgil, proibitissimi ai seri e pacati militanti Pd) era sempre impegnata in un nuovo convegno sul tema “che cosa è la Sinistra”, mai sulla ineleggibilità di Berlusconi.






L’opposizione tenace a Berlusconi fuorilegge (stiamo parlando della violazione fondamentale, non delle sue frequenti avventure con la Giustizia e del rincorrersi delle imputazioni) è cominciata presto ad apparire una stravaganza caratteriale, ossessione forse frutto di squilibrio, una mania fastidiosa.





C’era chi tentava benevolmente la cura di questa sindrome ossessiva, ammonendo ora sul voto degli italiani (non puoi offendere milioni di elettori) ora sul fatto che la maggioranza ha diritto di governare.






C’era chi diagnosticava il fatto come cattiva politica “che ci farà restare inchiodati all’opposizione per i prossimi vent’anni”.







C’era chi invocava l’Italia come bene comune che dovevi servire “assieme alla maggioranza” perché chi ha cultura di governo partecipa per contribuire, per non danneggiare il nostro Paese, anche migliorando leggi sgradite.



C’ERA chi assumeva toni punitivi, sia mostrando disprezzo per questi ostinati oppositori, sia considerandoli un insopportabile peso negativo di fronte a un’opinione pubblica immaginata come identica a Berlusconi.



Tutto ciò, occorre dolorosamente ricordare, avveniva dentro lo schieramento che avrebbe dovuto essere l’argine invalicabile di contestazione del nuovo regime.




Persone come Tabucchi e Sylos Labini potevano anche smetterla di comportarsi come non richiesti e non graditi compagni di strada.







Quando al giornale L’Unità che a quel tempo (2001-2005) dirigevo assieme a Padellaro, il gruppo senatoriale Pds e poi Ds ha fatto sapere che stavano pensando di ritirare il contributo del gruppo senatoriale Ds a causa del nostro imbarazzante “antiberlusconismo”, noi abbiano risposto: “Ne avete il diritto.

Ma i fatti sono i fatti e noi continueremo a narrarli. E pazienza se mancherà il vostro sostegno”.







“Antiberlusconismo”, ecco la parola che di frequente ha fatto saltare i nervi a buona parte della sinistra.










Non sto pensando al mega-inciucio, ma proprio per questo mi sono sempre guardato intorno stupito.




Avrebbero dovuto capire che se i Berlusconi erano così infastiditi da quella nostra insistenza sulla legalità dell’intera vicenda, qualcosa doveva esserci di politicamente utile e di moralmente irrinunciabile.





Ma tutto questo mi serve per spiegare a Bersani perché adesso in tanti, nel Pd, lo guardano come un matto che non capisce i ragionevoli argomenti di Brunetta e Cicchitto, e dei “Saggi” del Colle.







Continua a dire no al Pdl, Bersani, no al governo insieme.






Impossibile che non sia matto.





O che cominci a esistere il Pd.

Da Il Fatto Quotidiano del 14/04/2013.


***


NB.


Furio Colombo non è un pericolosissimo bolscevico.


Da Wikipedia


Fu corrispondente de La Stampa e de la Repubblica dagli Stati Uniti. Negli stessi anni scrisse per il New York Times e per New York Review of Books.

Fu poi presidente della FIAT USA e, in tale veste, insegnò giornalismo alla Columbia University.


http://it.wikipedia.org/wiki/Furio_Colombo
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Solo mettendo insieme una serie di tasselli si riesce a mettere a fuoco il puzzle necessario a comprendere certe richieste.

Si riesce a comprendere il perché l’ala inciucista spinge per l’accordo Pd – Pdl.

Il Caimano continua a ripetere che con alcuni nomi alla presidenza non si sente garantito. Allora avanza i nomi di Letta zio e Pera, due notissimi tappetini di lusso del berlusconismo.

Ma si riesce anche a comprendere la stravagante proposta del solito Cicchitto, tessera P2 numero 2232, dell’11 di aprile u.s.

Pdl, Cicchitto lancia Violante per il Quirinale

Apertura dell'esponente di centrodestra all'ex magistrato "responsabile di Mani Pulite". In alternativa, Gianni Letta.


11 aprile 2013

Per il Quirinale Fabrizio Cicchitto, ex capogruppo del Pdl alla Camera, vede «solo due possibilità»: Gianni Letta e Luciano Violante.

In una intervista al Corriere della sera, l'esponente azzurro spiega che Letta rappresenta «il meglio della sensibilità istituzionale del centrodestra, che ha sempre svolto un ruolo di alto profilo e su questo terreno darebbe garanzie a tutti. Dall'altra parte, paradossalmente, Luciano Violante».

Per Cicchitto Violante è «responsabile della gestione unilaterale di Mani pulite e dell'antimafia, per colpire la Dc moderata, i laici e i socialisti, salvare la sinistra Dc e un Pds che aveva tutte le forme di finanziamento irregolare possibili e immaginabili», ma «negli articoli e nei libri di questi anni l'evoluzione del pensiero di Violante è evidente. Lui che viene da lì, che ha cavalcato l'uso politico della giustizia, è l'unico ad avere la forza per provare a chiuderla, e promuovere una nuova pacificazione italiana».

http://www.unita.it/italia/pdl-cicchitt ... e-1.494051

Ovviamente il solito Cicchitto, versione Asilo Mariuccia, dimentica questa dichiarazione:

http://www.youtube.com/watch?v=Tv37Mb4QOsM


Da Wikipedia
Al vertice dell'Antimafia [modifica]
In Parlamento ha fatto parte della commissione d'inchiesta sul caso Moro e, in seguito, è stato presidente della Commissione parlamentare Antimafia dal 1992 al 1994. Fu lui a raccogliere le deposizioni choc di Tommaso Buscetta che rivelò l'esistenza del terzo livello della mafia, cioè il legame con il mondo politico

Violante non poteva non sapere chi fosse Marcello Dell’Utri fondatore di Forza Italia con Berlusconi.

Marcello Dell'Utri, condannato in Appello per concorso esterno in ...
www.oggi.it › Notizie › Attualità
26/mar/2013 – Marcello Dell'Utri: condannato in secondo grado a sette anni di reclusione. ... le accuse successive al 1992 per le quali la sentenza è definitiva.


Presidente della Repubblica, il Pdl vuole Violante. Bersani lo ...
www.ilfattoquotidiano.it › Politica & Palazzo
4 giorni fa – L'ex magistrato, ex presidente della commissione antimafia e “saggio”... Il nome di Violante, dunque, sembra proprio non rispecchiare quella ...


Non deve essere dimenticata la dichiarazione di Luigi Saraceni ex Pds con l’ordine arrivato dall’alto per non contrastare il Caimano.

Come non si deve trascurare la dichiarazione di Furio Colombo sul tentativo di pressione da parte del gruppo dirigente Ds quando era condirettore dell’Unità con Padellaro.

Come non bisogna dimenticare l’allontanamento dalla direzione dell’Unità da parte di Concita De Gregorio.

Giornalisti che fanno il loro mestiere non stanno bene allo zoccolo duro ex Ds. Non devono raccontare i fatti, ma solo addomesticarli a secondo degli interessi del momento come fanno a Libero e al Giornale.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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E’ po’ difficile a questo punto poter pensare che il Bel Paese possa continuare in questo modo infinitamente penoso e sciamannato, che possa reggere per qualche mese ancora.

Cosa c’è dietro l’angolo?

Dietro l’angolo c’è di tutto e di più.

1) Ci può stare una rivolta popolare come ha paventato il presidente di Confindustria Squinzi qualche giorno fa. Naturalmente puntualmente e completamente inascoltato dal battaglione “TDC-POLTRONE & FORCHETTE”.

2) E’ possibile che la rivoluzione parlamentare di Grillo & Co, per mancanza di realismo tattico - strategico, con il peggioramento del quadro economico occupazionale passi dalle aule parlamentari alle vie di fatto della piazza. Mario Monicelli ha sempre sostenuto che l’Italia, a differenza di molti altri Paesi del globo terracqueo, non ha mai avuto una sua “Rivoluzione”. Qualche credente potrebbe essere indotto a pensare che ora possa guidarla da “lassù”.

Storicamente c’è stata la “Rivoluzione fasista” del ’21-’22, ma non può essere considerata una vera rivoluzione in quanto alimentata e sostenuta dai poteri forti dell’epoca a difesa dei loro privilegi globali.

3) Se crolla l’asse portante del Paese, che tutti continuano a far finta che non sia più, non si sa per quale magia, un “Paese di trasformazione”, tutto il resto ha poco senso di esistere come indotto del sistema principale.

E’ possibile in questo caso che come nei casi classici, si muova l’esercito in perfetto accordo con i poteri forti per cercare di salvare il salvabile dalle macerie prodotte da un’intera classe politica decisamente inetta ed incapace, con l’aggravante di pensare solo e soltanto ai propri interessi personali e di bottega dei consociati, quando il crollo è oramai quasi definitivo.

Fin’ora questa opzione estrema e poco ortodossa è sempre stata rigettata in linea di principio, perché essendo l’Italia posta all’interno dell’Unione europea, Paesi come Germania, Francia, Gran Bretagna non sarebbero di certo stati con le mani in mano di fronte alla ricomparsa di un fantasma intenzionato a ripetere quella storia oscura del 1921 all’interno dello stivalone, con l’eventualità per niente remota che nuovamente l’infezione si possa diffondere rapidamente in tutto il vecchio Continente. Anche perché la mamma degli imbecilli è sempre incinta.

Pur cazzona, egoista e sempre incapace di spiegarsi, la Germania del 2008 ha dato una prova tangibile di non essere affatto intenzionata a voler ripetere al suo interno la stessa esperienza del ’29 –’33 quando ha portato al potere attraverso regolari elezioni l’imbianchino di Berlino e i suoi bell’imbusti camaraden nazionalsocialisti.

Infatti, essendo la Germania nell’autunno del 2008, la nazione Ue con il maggior numero di derivati presenti nella pancia delle sue banche, il governo tedesco è intervenuto massicciamente in tempi rapidissimi per evitare il crollo bancario, ma nello stesso tempo, con quel poco d’intelligenza superiore alla nostra in questi frangenti, è intervenuta altrettanto in modo massiccio e rapido a sostegno della sua economia, a sostegno delle sue aziende e dell’occupazione conseguente.

Evitando in questo modo ogni possibilità d’insorgenza di una situazione analoga a quella del ’29.

Ma adesso il clima è cambiato, l’Europa è in progressivo disfacimento, i suoi mercati sono in via di esaurimento pressati anche da quelli del nascente Dragone che sta ritrovando l’orgoglio dei fasti del Celeste impero di 4.000 anni fa, e sta cercando l’invasione dei mercati dell’intero pianeta, mentre il vecchio mondo Occidentale uscito vittorioso dalla seconda guerra mondiale si sta progressivamente ritirando per troppo egoismo e mancanza di visione strategica, che caratterizza il capitalismo più spinto, che affoga sempre nella filosofia inossidabile del massimo accumulo di denaro e potere nel tempo più breve possibile per soddisfare il massimo godimento possibile perché la vita è breve e bisogna prendere tutto quanto è possibile secondo la legge predatoria della specie animale, un mondo a cui apparteniamo a pieno titolo.

Con la flessione dei mercati europei la Germania non ha più alcun interesse che si risollevino. In questo momento guarda con grande interesse ai mercati russi in grande espansione in quanto il sistema delle mafie ha sostituito la vecchia ideologia comunista e risultando economicamente vincente, in questo momento viaggia come un treno e ha grandi ambizioni espansionistiche.

Egoisticamente, ancora una volta la Germania, ripudiando i principi europeistici di Konrad Adenauer, testimone di un’altra storia della Germania e dell’Europa, guarda a salvarsi fregandosene dei destini del vecchio Continente.


4) La quarta ipotesi è quella che sfuggendo di mano il tutto ad una classe dirigente che non è in grado di fare la “o” con il bicchiere, tutto possa degenerare rapidamente mettendo di fronte il Paese ad una guerra civile di tipo classista tra chi ha e chi non ha più niente e non ha più niente da perdere.

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