Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 15/04/2013, 19:23
Un antico testo anonimo firmato "il vecchio oligarca" - "La costituzione degli ateniesi" - sosteneva che la democrazia degenera senza avere le energie per autoriformarsi.
Gustavo Zagrebelsky
Come inizia una guerra civile – 70
La cruna dell’ago - 36
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 36
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 15
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 15
I nonni, se non esistessero bisognerebbe inventarli, solo per la funzione sociale che svolgono.
L’anziano ex lavoratore ultra settantenne tutti i santi giorni del periodo scolastico, al pomeriggio, con qualsiasi tempo, neve, pioggia, vento, caldo, freddo, si sposta da Milano a SSG per recuperare la nipotina a scuola, portarla a casa, ed attendere che la figlia torni dal lavoro.
In pratica fa il baby sitter gratis, e in più ci rimette il costo della benzina. E volendo essere genovesi fino in fondo, di salita di San Giovanni, ci rimette anche il deperimento macchina.
E’ un habitué del bar – latteria della Wilma, dove si ferma tutti i giorni per il solito caffèttino che tira su.
Oggi si fermato per ascoltare i discorsi sul nuovo presidente, sul governo Italia che verrà,…se verrà e sul Premiato Puttanificio Italia.
Quando è stata l’ora di recarsi a scuola si è alzato dalla sedia dichiarando: “Vado, ma sono depresso,..più depresso di quando sono arrivato……..Eppure non dovrei esserlo, perché alla mattina i mie amici al bar mi chiamano “tristezza”, solo perché cerco di guardare in faccia alla realta”.
Niente di particolare, si discuteva solo della realtà quotidiana come riportata da questo articolo.
Era stato annunciato un paio di mesi fa che i soldi della cassa integrazione stavano per finire.
Adesso ci siamo, nessuno ha fatto nulla perché gli sveglioni della Casta hanno altro da che pensare.
“Cassa in deroga, stanno finendo i soldi” (Luca De Carolis).
15/04/2013 di triskel182
Mezzo milione di italiani rischia di rimanere senza cassa integrazione”.
Alla vigilia della battaglia parlamentare per il Quirinale, il segretario della Cgil Susanna Camusso lancia un avviso ai naviganti: la crisi morde sempre di più, e i fondi scarseggiano.
“Si stanno moltiplicando le domande di cassa integrazione in deroga, nei primi mesi del 2013 c’è stata un’ulteriore accelerazione delle difficoltà” ha spiegato Camusso al Tg24 di Sky.
Aggiungendo che “in qualche regione siamo già arrivati all’esaurimento dei fondi, e in alcune è neanche detto che si arrivi a giugno”. Insomma, servono soldi freschi, e in fretta. Quanti?
Salvatore Barone, coordinatore Dipartimento settori produttivi della Cgil: “Solo per la cig in deroga, nel 2013 servirà oltre un miliardo.
Con l’accordo dello scorso febbraio, il governo ha concesso attorno ai 250 milioni per l’anno in corso: risorse che possono tamponare ma non certo risolvere”.
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ne ha parlato in un’intervista al Mattino: “Al momento i finanziamenti certi sulla Cig in deroga arrivano sino a giugno, ma sono fiduciosa che si troverà quello che manca.
Ho già segnalato al premier Monti e al ministro dell’Economia Grilli che bisogna trovare le risorse: ma non servirà una manovra”.
NELL’ATTESA , domani Cgil, Cisl e Uil manifestaranno davanti a Montecitorio, per chiedere il rifinanziamento immediato della cassa in deroga.
Perché mezza Italia è già con le casse vuote. Per esempio, la Toscana.
“Credevamo di potere andare avanti fino a giugno invece da stamani non abbiamo più un euro per le richieste di cassa in deroga che vanno oltre quelle già presentate entro il 30 gennaio” ha ammesso cinque giorni fa l’assessore toscano all’Economia, Gianfranco Simoncini.
Soldi finiti anche in Abruzzo, secondo Cigl, Cisl e Uil: “Qui mancano 50 milioni, i 40 stanziati non possono bastare”.
Ma a battere il tasto dell’emergenza è anche un pilastro produttivo come la Lombardia: “I soldi per la cassa in deroga sono finiti” ripetono da marzo i sindacati.
“Ci servivano 260 milioni, ce ne hanno dati 108 in due tranche, e la seconda non si è ancora vista” spiegavano pochi giorni fa dalla Cgil lombarda.
L’ultimo rapporto Cgil racconta che la cassa integrazione cresce, in tutte le sue varie forme: da quella ordinaria, (teoricamente) dovuta a difficoltà temporanee del mercato o dell’azienda, a quella straordinaria, che si applica nei casi più gravi, compresi quelli che portano al fallimento o alla liquidazione dell’azienda.
Ma l’emergenza ora è proprio la cig in deroga: di fatto, l’ultima ridotta degli aiuti alle aziende, a cui possono accedere le imprese con meno di 15 dipendenti (che non hanno diritto alla cig) o quelle con più di 15 addetti, che abbiano però già esaurito le altre vie agli ammortizzatori sociali.
Nei primi due mesi del 2013, il ricorso alla cassa in deroga è crollato quasi ovunque. Ma è solo un’illusione contabile. Semplicemente, non c’erano soldi per accedervi.
CHIUSO a febbraio l’accordo tra Fornero e 13 Regioni (che finanziano in parte la cigd), a marzo le imprese italiane hanno fatto la fila per ottenere un po’ d’ossigeno. E infatti, tra febbraio e lo scorso mese la cassa in deroga è schizzata a +147% (dato Cgil).
Ma i soldi stanno già finendo. Ancora Barone: “Le regioni più nei guai sono al Nord, dove l’industria continua a pagare l’effetto della crisi che non si ferma. Ma i dati parlano di un grave peggioramento anche in molte zone del centro.
Il problema è che ormai la situazione è insostenibile anche per le piccole imprese, come quelle del manifatturiero, che sino a qualche tempo riuscivano a reggere grazie alle esportazioni.
Ormai non ce le fanno più neanche loro, anche per i mancati crediti dalle banche”. Ad oggi, sempre secondo l’ultimo rapporto Cgil, i cassintegrati italiani sono oltre un milione. Almeno la metà è a rischio, in un Paese dove gli ammortizzatori sociali sembrano non bastare mai.
Barone conclude con casi scuola di imprese in cassa in deroga: “Penso allo stabilimento Fiat di Termini Imerese (Palermo), a quello della Irisbus di Flumeri in Valle Ufita (Avellino) o all’Alcoa, in Sardegna”.
Da Il Fatto Quotidiano del 15/04/2013.
Continua in.
Cronaca di un affondamento annunciato - 16
Gustavo Zagrebelsky
Come inizia una guerra civile – 70
La cruna dell’ago - 36
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 36
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 15
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 15
I nonni, se non esistessero bisognerebbe inventarli, solo per la funzione sociale che svolgono.
L’anziano ex lavoratore ultra settantenne tutti i santi giorni del periodo scolastico, al pomeriggio, con qualsiasi tempo, neve, pioggia, vento, caldo, freddo, si sposta da Milano a SSG per recuperare la nipotina a scuola, portarla a casa, ed attendere che la figlia torni dal lavoro.
In pratica fa il baby sitter gratis, e in più ci rimette il costo della benzina. E volendo essere genovesi fino in fondo, di salita di San Giovanni, ci rimette anche il deperimento macchina.
E’ un habitué del bar – latteria della Wilma, dove si ferma tutti i giorni per il solito caffèttino che tira su.
Oggi si fermato per ascoltare i discorsi sul nuovo presidente, sul governo Italia che verrà,…se verrà e sul Premiato Puttanificio Italia.
Quando è stata l’ora di recarsi a scuola si è alzato dalla sedia dichiarando: “Vado, ma sono depresso,..più depresso di quando sono arrivato……..Eppure non dovrei esserlo, perché alla mattina i mie amici al bar mi chiamano “tristezza”, solo perché cerco di guardare in faccia alla realta”.
Niente di particolare, si discuteva solo della realtà quotidiana come riportata da questo articolo.
Era stato annunciato un paio di mesi fa che i soldi della cassa integrazione stavano per finire.
Adesso ci siamo, nessuno ha fatto nulla perché gli sveglioni della Casta hanno altro da che pensare.
“Cassa in deroga, stanno finendo i soldi” (Luca De Carolis).
15/04/2013 di triskel182
Mezzo milione di italiani rischia di rimanere senza cassa integrazione”.
Alla vigilia della battaglia parlamentare per il Quirinale, il segretario della Cgil Susanna Camusso lancia un avviso ai naviganti: la crisi morde sempre di più, e i fondi scarseggiano.
“Si stanno moltiplicando le domande di cassa integrazione in deroga, nei primi mesi del 2013 c’è stata un’ulteriore accelerazione delle difficoltà” ha spiegato Camusso al Tg24 di Sky.
Aggiungendo che “in qualche regione siamo già arrivati all’esaurimento dei fondi, e in alcune è neanche detto che si arrivi a giugno”. Insomma, servono soldi freschi, e in fretta. Quanti?
Salvatore Barone, coordinatore Dipartimento settori produttivi della Cgil: “Solo per la cig in deroga, nel 2013 servirà oltre un miliardo.
Con l’accordo dello scorso febbraio, il governo ha concesso attorno ai 250 milioni per l’anno in corso: risorse che possono tamponare ma non certo risolvere”.
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ne ha parlato in un’intervista al Mattino: “Al momento i finanziamenti certi sulla Cig in deroga arrivano sino a giugno, ma sono fiduciosa che si troverà quello che manca.
Ho già segnalato al premier Monti e al ministro dell’Economia Grilli che bisogna trovare le risorse: ma non servirà una manovra”.
NELL’ATTESA , domani Cgil, Cisl e Uil manifestaranno davanti a Montecitorio, per chiedere il rifinanziamento immediato della cassa in deroga.
Perché mezza Italia è già con le casse vuote. Per esempio, la Toscana.
“Credevamo di potere andare avanti fino a giugno invece da stamani non abbiamo più un euro per le richieste di cassa in deroga che vanno oltre quelle già presentate entro il 30 gennaio” ha ammesso cinque giorni fa l’assessore toscano all’Economia, Gianfranco Simoncini.
Soldi finiti anche in Abruzzo, secondo Cigl, Cisl e Uil: “Qui mancano 50 milioni, i 40 stanziati non possono bastare”.
Ma a battere il tasto dell’emergenza è anche un pilastro produttivo come la Lombardia: “I soldi per la cassa in deroga sono finiti” ripetono da marzo i sindacati.
“Ci servivano 260 milioni, ce ne hanno dati 108 in due tranche, e la seconda non si è ancora vista” spiegavano pochi giorni fa dalla Cgil lombarda.
L’ultimo rapporto Cgil racconta che la cassa integrazione cresce, in tutte le sue varie forme: da quella ordinaria, (teoricamente) dovuta a difficoltà temporanee del mercato o dell’azienda, a quella straordinaria, che si applica nei casi più gravi, compresi quelli che portano al fallimento o alla liquidazione dell’azienda.
Ma l’emergenza ora è proprio la cig in deroga: di fatto, l’ultima ridotta degli aiuti alle aziende, a cui possono accedere le imprese con meno di 15 dipendenti (che non hanno diritto alla cig) o quelle con più di 15 addetti, che abbiano però già esaurito le altre vie agli ammortizzatori sociali.
Nei primi due mesi del 2013, il ricorso alla cassa in deroga è crollato quasi ovunque. Ma è solo un’illusione contabile. Semplicemente, non c’erano soldi per accedervi.
CHIUSO a febbraio l’accordo tra Fornero e 13 Regioni (che finanziano in parte la cigd), a marzo le imprese italiane hanno fatto la fila per ottenere un po’ d’ossigeno. E infatti, tra febbraio e lo scorso mese la cassa in deroga è schizzata a +147% (dato Cgil).
Ma i soldi stanno già finendo. Ancora Barone: “Le regioni più nei guai sono al Nord, dove l’industria continua a pagare l’effetto della crisi che non si ferma. Ma i dati parlano di un grave peggioramento anche in molte zone del centro.
Il problema è che ormai la situazione è insostenibile anche per le piccole imprese, come quelle del manifatturiero, che sino a qualche tempo riuscivano a reggere grazie alle esportazioni.
Ormai non ce le fanno più neanche loro, anche per i mancati crediti dalle banche”. Ad oggi, sempre secondo l’ultimo rapporto Cgil, i cassintegrati italiani sono oltre un milione. Almeno la metà è a rischio, in un Paese dove gli ammortizzatori sociali sembrano non bastare mai.
Barone conclude con casi scuola di imprese in cassa in deroga: “Penso allo stabilimento Fiat di Termini Imerese (Palermo), a quello della Irisbus di Flumeri in Valle Ufita (Avellino) o all’Alcoa, in Sardegna”.
Da Il Fatto Quotidiano del 15/04/2013.
Continua in.
Cronaca di un affondamento annunciato - 16