quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
Credo che Gad sia, come molti sostenitori del PD, contrario al "Trattato fiscale europeo" così come è stato concepito da Merkel, Sarkosì, Monti.
Ora deve dire cosa vuol fare da grande: il Liberismo o il Socialismo?
Le mezze misure sono solo specchietti per gli allocchi/merli.
Ora deve dire cosa vuol fare da grande: il Liberismo o il Socialismo?
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: quo vadis PD ????
sottoscrivo completamente.mariok ha scritto:Gad Lerner è ossessionato dall'euro e dalla possibilità di uscirne.
In realtà Fassina ha motivato la sua proposta abbastanza chiaramente.
Il governo Monti non riesce a fare più niente perché con questo Pdl non si riesce a concludere nulla.
Lo stesso dicasi per le riforme di iniziativa parlamentare.
La legge sulla corruzione, la riforma elettorale e quella costituzionale sul numero dei parlamentari, non vanno e non andranno avanti per il più o meno palese ostruzionismo del Pdl, che gioca al rilancio (vedi responsabilità dei giudici, intercettazioni, elezione diretta del capo dello stato) in modo che non se ne faccia nulla.
C'è da dire che non ci voleva molto a prevedere che le cose sarebbero andate così.
La nostra è una repubblica parlamentare e con questo parlamento (quello che "Ruby è la nipote di Mubarak") cosa c'era da aspettarsi?
questo governo ha (malamente ed iniquamente...) esaurito il mandato per il quale era stato costituito,
proprio per le reagioni esposte da @mariok.
ora è ostaggio più che mai dei bananas che prolungandone l'agonia,
sperano in improbabili "armi segrete" del dittatore di Hardcore.
certo va riconosciuto a Bersande che non sia semplice assumersi la responsabilità di far cadere questo governo prima della fine della legislatura.
ma penso che dovrebbe farlo:
con più stiamo al governo con questi delinquenti,
con pù Grillo si ingrassa di voti in uscita dal Pd e se la ride....e c'ha ragione.
Re: quo vadis PD ????
Credo ovviamente che ognuno ha il diritto di pensarla come crede.lucfig ha scritto:Credo che Gad sia, come molti sostenitori del PD, contrario al "Trattato fiscale europeo" così come è stato concepito da Merkel, Sarkosì, Monti.
Ora deve dire cosa vuol fare da grande: il Liberismo o il Socialismo?
Le mezze misure sono solo specchietti per gli allocchi/merli.
Ma le semplificazioni e i facili schematismi non credo che aiutino a capire i problemi e più ancora a trovare le soluzioni.
Per esempio: chi l'ha detto che essere d'accordo con il "trattato fiscale" europeo significhi essere liberisti?
Dove sta scritto che essere contro l'attuale sistema finanziario significhi necessariamente essere per l'indebitamento pubblico senza limiti?
E siamo proprio sicuri che bocciare il trattato fiscale, bocciarlo "tout court", non modificarlo o soprattutto integrarlo con nuovi strumenti democratici di governance finanziaria faccia gli interessi delle classi più deboli.
Sono queste semplificazioni della sinistra che mi trovano in totale disaccordo e che hanno contribuito a portarci ad una sconfitta dietro l'altra. E con ciò credo di rispondere indirettamente anche a Joblack a proposito di Alba.
Gad Lerner sta dedicando intere trasmissioni allo stesso chiodo fisso: uscire dall'euro, magari in maniera "non traumatica" ed indolore.
A parte il fatto che l'uscita "indolore" è una bufala, ma qualcuno è in grado di spiegare in che modo una svalutazione dell'ordine del 30-50% andrebbe a vantaggio di lavoratori e pensionati, oltre a fare la felicità degli imprenditori che puntano alla competitività attraverso la svalutazione e quindi bassi salari reali?
E poi: ammesso e non concesso di riconquistarci la tanto agognata "sovranità monetaria" che ce ne faremmo? Saremmo forse maggiormente in grado di combattere e sconfiggere, noi piccola ed insignificante Italietta, senza risorse, paese di trasformazione dipendente in tutto dalle importazioni, i colossi della finanza?
Vorrei che i vari avventurieri, cosiddetti di sinistra, dessero risposte serie a tali domande.
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Re: quo vadis PD ????
Aggiungendo che i debiti attuali rimarrebbero in Euro e quindi rispetto alla Lira svalutata aumenterebbero... (ricordate i mutui in ECU degli anni 80/90...?). Pagheremmo molto di più tutte le materie prime, pagheremmo molto di più di interessi per finanziarci, avremmo un'inflazione a due cifre permanente (torneremmo agli anni 77/85 peggiorati insomma...) e soprattutto non riusciremmo a diventare competitivi al ribasso ne con i paesi dell'Est Europa ne con quelli afro/asiatici... un disastro totale insomma. Lo stesso discorso vale per Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna ovviamnete. Il problema non è l'Euro il problema è che dall'Europa delle Banche/Banchieri dobbiamo passare all'Europa politica unita dei Popoli...!!!mariok ha scritto:Credo ovviamente che ognuno ha il diritto di pensarla come crede.lucfig ha scritto:Credo che Gad sia, come molti sostenitori del PD, contrario al "Trattato fiscale europeo" così come è stato concepito da Merkel, Sarkosì, Monti.
Ora deve dire cosa vuol fare da grande: il Liberismo o il Socialismo?
Le mezze misure sono solo specchietti per gli allocchi/merli.
Ma le semplificazioni e i facili schematismi non credo che aiutino a capire i problemi e più ancora a trovare le soluzioni.
Per esempio: chi l'ha detto che essere d'accordo con il "trattato fiscale" europeo significhi essere liberisti?
Dove sta scritto che essere contro l'attuale sistema finanziario significhi necessariamente essere per l'indebitamento pubblico senza limiti?
E siamo proprio sicuri che bocciare il trattato fiscale, bocciarlo "tout court", non modificarlo o soprattutto integrarlo con nuovi strumenti democratici di governance finanziaria faccia gli interessi delle classi più deboli.
Sono queste semplificazioni della sinistra che mi trovano in totale disaccordo e che hanno contribuito a portarci ad una sconfitta dietro l'altra. E con ciò credo di rispondere indirettamente anche a Joblack a proposito di Alba.
Gad Lerner sta dedicando intere trasmissioni allo stesso chiodo fisso: uscire dall'euro, magari in maniera "non traumatica" ed indolore.
A parte il fatto che l'uscita "indolore" è una bufala, ma qualcuno è in grado di spiegare in che modo una svalutazione dell'ordine del 30-50% andrebbe a vantaggio di lavoratori e pensionati, oltre a fare la felicità degli imprenditori che puntano alla competitività attraverso la svalutazione e quindi bassi salari reali?
E poi: ammesso e non concesso di riconquistarci la tanto agognata "sovranità monetaria" che ce ne faremmo? Saremmo forse maggiormente in grado di combattere e sconfiggere, noi piccola ed insignificante Italietta, senza risorse, paese di trasformazione dipendente in tutto dalle importazioni, i colossi della finanza?
Vorrei che i vari avventurieri, cosiddetti di sinistra, dessero risposte serie a tali domande.
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Re: quo vadis PD ????
….con più stiamo al governo con questi delinquenti,
con più Grillo si ingrassa di voti in uscita dal Pd e se la ride....e c'ha ragione.
shiloh
Se la progressione di crescita del MS5 e quella di decrescita del Partito defunto, è quella delle ultime due settimane, tra due settimane, massimo tre, il Movimento cinque stelle è possibile che diventi il primo partito d’Italia, se, come stimato da Demopolis il suo bacino potenziale è del 27 %
Ulteriore crescita per il Movimento 5 Stelle di Grillo: 16% con un bacino potenziale del 27%.
Rimane comunque da chiarire il problema di fondo. La divisione nel Cs è tra:
1) La scuola di pensiero che anche nei mesi scorsi, indipendentemente da Fassina, ritiene che si debba votare, come Joblack ed altri,…e chi non lo ritiene opportuno.
2) Io appartengo allo schieramento che non nega a prescindere la necessità di voto, ma che attualmente non vede nello schieramento di Cs gli uomini all’altezza di governare una crisi che avrebbe messo in grande difficoltà anche Einaudi & Co.
Dati alla mano il Cs ha tutti i numeri per vincere le elezioni, ma non di governare.
Cito a proposito chi sta un po’ più dentro nel Cs del sottoscritto, come POIDOMANI, l’ex amministratore dell’Unità e poi de Il Fatto Quotidiano, che l’altro ieri ha dichiarato a Gabriella Colarusso per lettera43.it :
D. Napolitano però ha preferito consegnare l'Italia a un governo tecnico.
R. Con il default a due passi, un governo Berlusconi non più in grado di fare nulla e una opposizione non pronta, non c'erano alternative a qualcosa di molto forzato.
D. Il Pd era impreparato. Inevitabile?
R. No, imperdonabile.
D. Come lo spiega?
R. Sono stato alla tre giorni di Firenze che nel 2007 ha dato origine al Pd: chiunque avrebbe capito che non poteva esistere.
D. Perché?
R. Sui principi fondamentali non c'era il minimo accordo e continua a non esserci. I leader non si rendono conto della loro impopolarità.
Niki Vendola, sabato scorso a “In onda” ha reso omaggio a Bersani, per la seconda volta, affermando che il Pd ha fatto un grande sacrificio appoggiando il governo Monti perché poteva vincere tranquillamente le elezioni,..ma non lo ha fatto.
Anche lui ha sparato una grandissima balla, perché:
1) Il Pd poteva vincere le elezioni ma non era assolutamente in grado di governare una crisi di questo livello, perché non ha gli uomini.
2) Una coalizione non s’inventa sui due piedi dalla mattina alla sera ma ci vogliono mesi e mesi di costruzione
3) Il Partito defunto, oggi come a novembre, è profondamente diviso tra chi chiede l’alleanza classica del Cs e chi, vuole aggregarsi a Pierazzurro e i suoi fratelli.
Ergo non sapeva con chi allearsi e cosa fare.
Non spariamo quindi palle inutili in uno dei passaggi più difficili del dopoguerra.
Sarebbe opportuno che il forum approfondisse questo tema.
Come si va ad elezioni a ottobre?
Non c’è il tempo per creare qualcosa di credibile per la primavera prossima, figuriamoci per ottobre.
Il problema non è vincerle, perché è scontato che vinca in carrozza il Cs. Ma chi governa poi questa crisi.
con più Grillo si ingrassa di voti in uscita dal Pd e se la ride....e c'ha ragione.
shiloh
Se la progressione di crescita del MS5 e quella di decrescita del Partito defunto, è quella delle ultime due settimane, tra due settimane, massimo tre, il Movimento cinque stelle è possibile che diventi il primo partito d’Italia, se, come stimato da Demopolis il suo bacino potenziale è del 27 %
Ulteriore crescita per il Movimento 5 Stelle di Grillo: 16% con un bacino potenziale del 27%.
Rimane comunque da chiarire il problema di fondo. La divisione nel Cs è tra:
1) La scuola di pensiero che anche nei mesi scorsi, indipendentemente da Fassina, ritiene che si debba votare, come Joblack ed altri,…e chi non lo ritiene opportuno.
2) Io appartengo allo schieramento che non nega a prescindere la necessità di voto, ma che attualmente non vede nello schieramento di Cs gli uomini all’altezza di governare una crisi che avrebbe messo in grande difficoltà anche Einaudi & Co.
Dati alla mano il Cs ha tutti i numeri per vincere le elezioni, ma non di governare.
Cito a proposito chi sta un po’ più dentro nel Cs del sottoscritto, come POIDOMANI, l’ex amministratore dell’Unità e poi de Il Fatto Quotidiano, che l’altro ieri ha dichiarato a Gabriella Colarusso per lettera43.it :
D. Napolitano però ha preferito consegnare l'Italia a un governo tecnico.
R. Con il default a due passi, un governo Berlusconi non più in grado di fare nulla e una opposizione non pronta, non c'erano alternative a qualcosa di molto forzato.
D. Il Pd era impreparato. Inevitabile?
R. No, imperdonabile.
D. Come lo spiega?
R. Sono stato alla tre giorni di Firenze che nel 2007 ha dato origine al Pd: chiunque avrebbe capito che non poteva esistere.
D. Perché?
R. Sui principi fondamentali non c'era il minimo accordo e continua a non esserci. I leader non si rendono conto della loro impopolarità.
Niki Vendola, sabato scorso a “In onda” ha reso omaggio a Bersani, per la seconda volta, affermando che il Pd ha fatto un grande sacrificio appoggiando il governo Monti perché poteva vincere tranquillamente le elezioni,..ma non lo ha fatto.
Anche lui ha sparato una grandissima balla, perché:
1) Il Pd poteva vincere le elezioni ma non era assolutamente in grado di governare una crisi di questo livello, perché non ha gli uomini.
2) Una coalizione non s’inventa sui due piedi dalla mattina alla sera ma ci vogliono mesi e mesi di costruzione
3) Il Partito defunto, oggi come a novembre, è profondamente diviso tra chi chiede l’alleanza classica del Cs e chi, vuole aggregarsi a Pierazzurro e i suoi fratelli.
Ergo non sapeva con chi allearsi e cosa fare.
Non spariamo quindi palle inutili in uno dei passaggi più difficili del dopoguerra.
Sarebbe opportuno che il forum approfondisse questo tema.
Come si va ad elezioni a ottobre?
Non c’è il tempo per creare qualcosa di credibile per la primavera prossima, figuriamoci per ottobre.
Il problema non è vincerle, perché è scontato che vinca in carrozza il Cs. Ma chi governa poi questa crisi.
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- Iscritto il: 21/02/2012, 22:55
Re: quo vadis PD ????
Questo è il problema, gli uomini in campo (competenze) sono questi.Sarebbe opportuno che il forum approfondisse questo tema.
Come si va ad elezioni a ottobre?
Non c’è il tempo per creare qualcosa di credibile per la primavera prossima, figuriamoci per ottobre.
Il problema non è vincerle, perché è scontato che vinca in carrozza il Cs. Ma chi governa poi questa crisi.
Moro diceva: “ognuno costruisce con i mattoni che ha) quindi non si scappa... ottobre o primavera cambia poco.
O affidarsi ad un improbabile miracolo: che vengano fuori talenti finora rimasti nascosti o non disponibili, o... non so altro cosa.
Lo stesso “nuovo” (vedi Parma) seppure abbia avuto il successo che ha avuto, sembra che difetti della determinazione dovuta, ed il movimento inciampa sui loro stessi proclami.
Non vedo come qualche mese possa fare la differenza... purtroppo!
un saluto erding
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
Sapete come si può raggiungere Stefano Fassina per E mail?
Non è parlamentare e quindi non raggiungibile tramite casella istituzionale.
Non è parlamentare e quindi non raggiungibile tramite casella istituzionale.
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: quo vadis PD ????
Spero che non ci prendano per dei geni,.... siamo solo persone comuni,...ma la manovra di Monti sapevamo che avrebbe prodotto questi risultati.....e lo abbiamo ripetutamente scritto....
Qui occorre fare di nuovo ricorso al vecchio detto milanese : Le saveva anca quel che mena el gess
Era evidente che una tassazione fuori del comune, generalizzata che andava a mettere in croce il circuito della produzione, della commercializzazione e dell'utente finale nel tempo breve non poteva che dare questi risultati.
Monti non ha voluto mettere mano ad una patrimoniale per i grandi patrimoni, non ha chiuso i rubinetti subito.
IL MINOR GETTITO IVA HA INFLUITO PER LA MAGGIOR PARTE SUL MANCATO OBIETTIVO
Lo Stato incassa più del 2011, ma meno del previsto: entrate tributarie inferiori alle stime
Il Def (Documento di Economia e Finanza): 3.477 milioni di euro in meno nei primi 4 mesi dell'anno rispetto alle previsioni
MILANO - E' allarme per i conti dello Stato. Nonostante in termini assoluti siano in crescita, le entrate tributarie dei primi 4 mesi del 2012 sono infatti inferiori di 3.477 milioni di euro rispetto alle previsioni annuali contenute nel Def, il Documento di Economia e Finanza. La differenza è del 2,9%. È quanto rileva il Rapporto sulle entrate tributarie della Ragioneria e del Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. A queste mancate entrate dobbiamo poi immaginare che si aggiungeranno gli effetti del terremoto con il prevedibile ulteriore calo di gettito, sul fronte Iva e Irpef. Senza contare l'incremento delle spese.
GETTITO IVA - Allo scostamento rispetto alle previsioni contribuiscono le entrate del bilancio dello Stato per -3.140 milioni di euro (-2,7 %) ed in particolare il gettito Iva che riflette fattori di natura congiunturale. In flessione anche i ruoli per -93 milioni di euro (-4,5%), le poste correttive per -160 milioni di euro (-2,2%) e le entrate tributarie degli enti territoriali per -84 milioni di euro (-1,2%).
ENTRATE - Come detto, in termini assoluti, nei primi 4 mesi del 2012 le entrate tributarie ammontano a 117.030 milioni, +1,3% rispetto allo stesso periodo del 2011. Per un confronto omogeneo, si evidenzia che al netto dell'imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare di aprile 2011, si registra una crescita del 2,5%. Le imposte dirette presentano una variazione positiva dello 0,5% (+316 milioni di euro). Il gettito Ire - riferisce il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia - evidenzia una lieve contrazione dello 0,5% (-280 milioni di euro) ascrivibile all'andamento negativo delle ritenute dei lavoratori autonomi (-2,4%) e dei lavoratori dipendenti pubblici (-0,8%) parzialmente compensato dall'andamento positivo delle ritenute dei dipendenti privati (+1,4). Il gettito Ires ha generato un incremento del 7,9% (+103 milioni di euro) per effetto delle scadenze dei termini di versamento dei contribuenti con esercizio non coincidente con l'anno solare. Tra le altre imposte dirette si segnala la crescita dell'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale (+554 milioni di euro pari a +26,7%) influenzata da diversi fattori di carattere tecnico-normativo e in particolare dalle modifiche apportate al regime di tassazione delle rendite finanziarie. Le imposte indirette fanno rilevare un incremento complessivo del 4,6% (+2.501 milioni di euro). In lieve calo il gettito Iva (-1,0% pari a -297 milioni di euro) che riflette l'effetto congiunto dell'aumento della componente Iva del prelievo sulle importazioni (+4,7%) e della flessione della componente relativa agli scambi interni (-2,2%) dovuta al ciclo economico negativo e all'indebolimento della domanda interna.
Redazione Online
5 giugno 2012 | 17:33
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
Qui occorre fare di nuovo ricorso al vecchio detto milanese : Le saveva anca quel che mena el gess
Era evidente che una tassazione fuori del comune, generalizzata che andava a mettere in croce il circuito della produzione, della commercializzazione e dell'utente finale nel tempo breve non poteva che dare questi risultati.
Monti non ha voluto mettere mano ad una patrimoniale per i grandi patrimoni, non ha chiuso i rubinetti subito.
IL MINOR GETTITO IVA HA INFLUITO PER LA MAGGIOR PARTE SUL MANCATO OBIETTIVO
Lo Stato incassa più del 2011, ma meno del previsto: entrate tributarie inferiori alle stime
Il Def (Documento di Economia e Finanza): 3.477 milioni di euro in meno nei primi 4 mesi dell'anno rispetto alle previsioni
MILANO - E' allarme per i conti dello Stato. Nonostante in termini assoluti siano in crescita, le entrate tributarie dei primi 4 mesi del 2012 sono infatti inferiori di 3.477 milioni di euro rispetto alle previsioni annuali contenute nel Def, il Documento di Economia e Finanza. La differenza è del 2,9%. È quanto rileva il Rapporto sulle entrate tributarie della Ragioneria e del Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. A queste mancate entrate dobbiamo poi immaginare che si aggiungeranno gli effetti del terremoto con il prevedibile ulteriore calo di gettito, sul fronte Iva e Irpef. Senza contare l'incremento delle spese.
GETTITO IVA - Allo scostamento rispetto alle previsioni contribuiscono le entrate del bilancio dello Stato per -3.140 milioni di euro (-2,7 %) ed in particolare il gettito Iva che riflette fattori di natura congiunturale. In flessione anche i ruoli per -93 milioni di euro (-4,5%), le poste correttive per -160 milioni di euro (-2,2%) e le entrate tributarie degli enti territoriali per -84 milioni di euro (-1,2%).
ENTRATE - Come detto, in termini assoluti, nei primi 4 mesi del 2012 le entrate tributarie ammontano a 117.030 milioni, +1,3% rispetto allo stesso periodo del 2011. Per un confronto omogeneo, si evidenzia che al netto dell'imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare di aprile 2011, si registra una crescita del 2,5%. Le imposte dirette presentano una variazione positiva dello 0,5% (+316 milioni di euro). Il gettito Ire - riferisce il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia - evidenzia una lieve contrazione dello 0,5% (-280 milioni di euro) ascrivibile all'andamento negativo delle ritenute dei lavoratori autonomi (-2,4%) e dei lavoratori dipendenti pubblici (-0,8%) parzialmente compensato dall'andamento positivo delle ritenute dei dipendenti privati (+1,4). Il gettito Ires ha generato un incremento del 7,9% (+103 milioni di euro) per effetto delle scadenze dei termini di versamento dei contribuenti con esercizio non coincidente con l'anno solare. Tra le altre imposte dirette si segnala la crescita dell'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale (+554 milioni di euro pari a +26,7%) influenzata da diversi fattori di carattere tecnico-normativo e in particolare dalle modifiche apportate al regime di tassazione delle rendite finanziarie. Le imposte indirette fanno rilevare un incremento complessivo del 4,6% (+2.501 milioni di euro). In lieve calo il gettito Iva (-1,0% pari a -297 milioni di euro) che riflette l'effetto congiunto dell'aumento della componente Iva del prelievo sulle importazioni (+4,7%) e della flessione della componente relativa agli scambi interni (-2,2%) dovuta al ciclo economico negativo e all'indebolimento della domanda interna.
Redazione Online
5 giugno 2012 | 17:33
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Re: quo vadis PD ????
A' Pierluì......lassa perde.......l'ora dei dinosauri è scaduta.............
Primarie, Bersani in campo: «Mi candido»
Di Maria Zegarelli 6 giugno 2012
«Lei si candida?», chiede Natalia Augias a Pier Luigi Bersani in un’intervista al Tg1. «Penso di sì, spero non da solo», la risposta. Le primarie non vengono mai citate ma sono lì sul tavolo. Ed ecco sciolto almeno uno dei «misteri di Fatima», come lui stesso ha definito il discorso che terrà in direzione venerdì e per il quale c’è grande attesa. Si candiderà per chiedere la legittimazione alla premiership ed è pronto a sfidare altri concorrenti, anche se modi e forme sono ancora tutte da decidere. Matteo Renzi a bordo campo scalda i muscoli, l’altro giorno a Firenze ha praticamente ricevuto l’investitura di Confindustria per bocca del neopresidente Giorgio Squinzi, che intervenendo sul palco subito dopo lui ha detto: «Se fossi a Firenze voterei per lui».
LE PRIMARIE
Al Nazareno, c’è chi osserva che quella frase pronunciata durante l’assemblea di Confindustria non sia stata affatto casuale, «Squinzi non ha agito sotto l’impulso del momento», racconta un deputato vicino al segretario. Da qui il sospetto che il sindaco fiorentino stia preparando la scalata interna al Pd cercando appoggi esterni e una rete di supporto fatta da poteri consistenti.
Ma le primarie, che saranno al centro della direzione, c’è un ordine del giorno presentato da Pippo Civati, Paola Concia e Sandro Gozi (benedetto da Arturo Parisi e prodiani e ovviamente Renzi), non sono soltanto l’unica spina nel fianco per il segretario, anche se bisognerà capire come affronterà il tema il segretario e quale percorso indicherà, se lo indicherà venerdì. Anche perché se di primarie di coalizione si dovesse trattare bisognerebbe averci al coalizione, appunto, ma senza sapere quale sarà la legge elettorale sembra difficile. Potrebbero intanto svolgersi quelle interne, del Pd, già ad ottobre, ma questo vorrebbe dire un congresso.
IL SOSTEGNO A MONTI
L’altro tema caldo sono le elezioni anticipate. Bersani torna a garantire il sostegno del Pd «senza se e senza ma» fino a scadenza della legislatura, vale a dire il 2013. «Non tutto è nelle nostre mani, non siamo maggioranza in Parlamento, ma per quel che ci riguarda noi ribadiamo la nostra assoluta lealtà e manteniamo il patto», ha assicurato senza rinunciare a sottolineare che «non tutto quello che questo governo fa ci piace». Ma il segretario ribadisce l’appoggio del suo partito all’esecutivo e l’obiettivo di arrivare al 2013 alle elezioni con la riforma elettorale e su questo punto in direzione ribadirà la corsia preferenziale che il Parlamento a ciò deve riservare lasciando al Pdl la responsabilità di un eventuale fallimento di cui da più parti si continua a parlare. Ma quella del sostegno senza ombra di dubbio a Monti è anche un’affermazione volta a disinnescare un altro fronte di tensione in vista della direzione dopo le dichiarazioni di Stefano Fassina alla Reuters sulla necessità di andare al voto anticipato. Ieri il responsabile lavoro è tornato sul tema: «La mia intervista - ha spiegato Fassina - andava letta tutta intera. Ho espresso una preoccupazione politica che ribadisco». Ossia, dopo le politiche il quadro è quello di un Pdl «al collasso e un Parlamento ormai incapace di fare le riforme. Alla luce di questa premessa occorre verificare cosa sono in grado di fare le forze politiche sulla legge elettorale».
Secondo il responsabile Lavoro se entro la fine dell’estate la riforma elettorale sarà ancora in alto mare, «bisognerà anticipare l’ultimo atto significativo del governo Monti e andare al voto». «Mi pare una sciocchezza, non credo che sia ragionevole puntare alle elezioni ad ottobre al contrario mi auguro che la direzione del Pd venerdì rilanci l’impegno per la riforma elettorale e quella costituzionale che è all’esame del Senato», replica Massimo D’Alema secondo il quale «Una cosa è stimolare il governo e chiedere un maggior impegno per la crescita, altra è farlo cadere che è uno stimolo, direi, eccessivo». E ci tiene a sottolineare: «Questa è la mia opinione, altre sono opinioni rispettabilissime di altre persone che hanno un nome e un cognome ma che non sono io».
Gelido Enrico Letta, da sempre agli opposti con Fassina: «Provocare elezioni anticipate mentre l’Italia riprende credibilità europea è farci cascare nella solita inaffidabilità. La pagheremmo cara». In difesa di Fassina sono scesi in pochi nel Pd: dopo Matteo Orfini ieri è stata Marianna Madia. «Mi auguro - dice la deputata - che si voti il più presto possibile. E spero che si riesca a cambiare anche la legge elettorale. Sono l’ultima vera veltroniana rimasta. dobbiamo andare a votare senza liste civiche da soli». L’ultimo (?) mistero: le alleanze. «Usciremo dal bricolage delle alleanze - taglia corto il segretario rispondendo così anche ad Antonio Di Pietro che dà al suo partito del “sor tentenna”-. Faremo una proposta molto aperta».
http://www.unita.it/italia/primarie-ber ... 089?page=3
Primarie, Bersani in campo: «Mi candido»
Di Maria Zegarelli 6 giugno 2012
«Lei si candida?», chiede Natalia Augias a Pier Luigi Bersani in un’intervista al Tg1. «Penso di sì, spero non da solo», la risposta. Le primarie non vengono mai citate ma sono lì sul tavolo. Ed ecco sciolto almeno uno dei «misteri di Fatima», come lui stesso ha definito il discorso che terrà in direzione venerdì e per il quale c’è grande attesa. Si candiderà per chiedere la legittimazione alla premiership ed è pronto a sfidare altri concorrenti, anche se modi e forme sono ancora tutte da decidere. Matteo Renzi a bordo campo scalda i muscoli, l’altro giorno a Firenze ha praticamente ricevuto l’investitura di Confindustria per bocca del neopresidente Giorgio Squinzi, che intervenendo sul palco subito dopo lui ha detto: «Se fossi a Firenze voterei per lui».
LE PRIMARIE
Al Nazareno, c’è chi osserva che quella frase pronunciata durante l’assemblea di Confindustria non sia stata affatto casuale, «Squinzi non ha agito sotto l’impulso del momento», racconta un deputato vicino al segretario. Da qui il sospetto che il sindaco fiorentino stia preparando la scalata interna al Pd cercando appoggi esterni e una rete di supporto fatta da poteri consistenti.
Ma le primarie, che saranno al centro della direzione, c’è un ordine del giorno presentato da Pippo Civati, Paola Concia e Sandro Gozi (benedetto da Arturo Parisi e prodiani e ovviamente Renzi), non sono soltanto l’unica spina nel fianco per il segretario, anche se bisognerà capire come affronterà il tema il segretario e quale percorso indicherà, se lo indicherà venerdì. Anche perché se di primarie di coalizione si dovesse trattare bisognerebbe averci al coalizione, appunto, ma senza sapere quale sarà la legge elettorale sembra difficile. Potrebbero intanto svolgersi quelle interne, del Pd, già ad ottobre, ma questo vorrebbe dire un congresso.
IL SOSTEGNO A MONTI
L’altro tema caldo sono le elezioni anticipate. Bersani torna a garantire il sostegno del Pd «senza se e senza ma» fino a scadenza della legislatura, vale a dire il 2013. «Non tutto è nelle nostre mani, non siamo maggioranza in Parlamento, ma per quel che ci riguarda noi ribadiamo la nostra assoluta lealtà e manteniamo il patto», ha assicurato senza rinunciare a sottolineare che «non tutto quello che questo governo fa ci piace». Ma il segretario ribadisce l’appoggio del suo partito all’esecutivo e l’obiettivo di arrivare al 2013 alle elezioni con la riforma elettorale e su questo punto in direzione ribadirà la corsia preferenziale che il Parlamento a ciò deve riservare lasciando al Pdl la responsabilità di un eventuale fallimento di cui da più parti si continua a parlare. Ma quella del sostegno senza ombra di dubbio a Monti è anche un’affermazione volta a disinnescare un altro fronte di tensione in vista della direzione dopo le dichiarazioni di Stefano Fassina alla Reuters sulla necessità di andare al voto anticipato. Ieri il responsabile lavoro è tornato sul tema: «La mia intervista - ha spiegato Fassina - andava letta tutta intera. Ho espresso una preoccupazione politica che ribadisco». Ossia, dopo le politiche il quadro è quello di un Pdl «al collasso e un Parlamento ormai incapace di fare le riforme. Alla luce di questa premessa occorre verificare cosa sono in grado di fare le forze politiche sulla legge elettorale».
Secondo il responsabile Lavoro se entro la fine dell’estate la riforma elettorale sarà ancora in alto mare, «bisognerà anticipare l’ultimo atto significativo del governo Monti e andare al voto». «Mi pare una sciocchezza, non credo che sia ragionevole puntare alle elezioni ad ottobre al contrario mi auguro che la direzione del Pd venerdì rilanci l’impegno per la riforma elettorale e quella costituzionale che è all’esame del Senato», replica Massimo D’Alema secondo il quale «Una cosa è stimolare il governo e chiedere un maggior impegno per la crescita, altra è farlo cadere che è uno stimolo, direi, eccessivo». E ci tiene a sottolineare: «Questa è la mia opinione, altre sono opinioni rispettabilissime di altre persone che hanno un nome e un cognome ma che non sono io».
Gelido Enrico Letta, da sempre agli opposti con Fassina: «Provocare elezioni anticipate mentre l’Italia riprende credibilità europea è farci cascare nella solita inaffidabilità. La pagheremmo cara». In difesa di Fassina sono scesi in pochi nel Pd: dopo Matteo Orfini ieri è stata Marianna Madia. «Mi auguro - dice la deputata - che si voti il più presto possibile. E spero che si riesca a cambiare anche la legge elettorale. Sono l’ultima vera veltroniana rimasta. dobbiamo andare a votare senza liste civiche da soli». L’ultimo (?) mistero: le alleanze. «Usciremo dal bricolage delle alleanze - taglia corto il segretario rispondendo così anche ad Antonio Di Pietro che dà al suo partito del “sor tentenna”-. Faremo una proposta molto aperta».
http://www.unita.it/italia/primarie-ber ... 089?page=3
Re: quo vadis PD ????
Il problema non è introdurre una faccia nuova, è mandare fuori quelle vecchie.
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