quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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shiloh
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Re: quo vadis PD ????

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Domani si scioglierà il gruppo al Senato di Scelta Civica,
dei 7 Senatori 6 entreranno nel gruppo del PD, il settimo è il banchier mannaro Mario Monti che andrà nel gruppo Misto presumo:
si conferma la vecchia regola che gli assassini tornano sempre nel luogo del delitto...
ora la congrega di tagliagole dei lavoratori è al completo.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Forza Balena Bianca


il Fatto 7.2.15
Pier Luigi Bersani
”Bene allargamenti del partito”


Allargare il perimento del partito va bene, ma dietro deve esserci un progetto. È il canovaccio del giudizio con cui Pier Luigi Bersani accoglie gli otto transfughi che oggi hanno lasciato Scelta civica, per aderire al Pd. “Un conto – ha osservato intervenendo a SkyTg24 l’ex segretario le scelte di tipo personale, opportunistico, secondo me sempre disdicevoli; un altro conto è invece quando c’è un passaggio politico. Perché, in questi giorni, è certamente successo qualcosa, sul lato del Pd ma, anche, sul lato della destra e che, quindi, questo debba consigliare una riflessione sull’assetto politico. Io non sono affatto per un Pd più stretto ma sono, se lo si vuole fare più largo, per ragionare politicamente. Perché non può essere solo lo spostamento di persone ma dire con trasparenza al Paese che cosa è cambiato nella politica. Dopo di che, se lo si dice, io sono contento che da centro come da sinistra si possa ragionare su come fare del Pd un grande partito plurale, grande baricentro democratico del sistema”, ha concluso Bersani.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Forza Balena Bianca


Repubblica 7.2.15
Gli arrivi centristi allarmano la sinistra Bersani: non siamo una porta girevole
Da 293 a 309. All’inizio della legislatura i deputati del Pd erano 293. Ora con ex Sel e ex Sc sono 309
Da 108 a 113. Anche i senatori sono aumentati, passando da 108 a 113 dall’inizio della legislatura

di Giovanna Casadio

ROMA Nichi Vendola, e Lorenzo Guerini, il vice segretario del Pd. Era giugno e i deputati dem erano 293, oggi sono balzati a 310. Al Senato sono saliti a 113 dagli originari 108. Più non quantificabili spostamenti nei territori. Insomma un Pd “acchiappatutto”, da Sel a Scelta civica passando per adesioni in ordine sparso. Il partito che vuole Renzi: allargato e rafforzato, il Partito della nazione, interclassista e a vocazione maggioritaria. Fumo negli occhi per la sinistra dem, che da ieri, dopo l’approdo dei montiani (senza Monti) agita il vecchio pomo della discordia: l’Agenda Monti appunto, lo spauracchio delle politiche di rigore, dalla riforma delle pensioni di Elsa Fornero alla Troika Ue. E perciò «addio sinistra», per dirla con Stefano Fassina.
Peggio ancora è il sospetto che la voglia di allargare e soprattutto la necessità di consolidare la maggioranza al Senato così da avere i numeri per portare a casa le riforme istituzionali, porti a arruolare «Scilipoti, trasformisti, opportunisti», un danno per il Pd, un “do ut des” dai confini opachi. Massimo D’Alema in un’intervista al Messaggero mette in guardia dagli eventuali smottamenti del centrodestra, dalla transumanza di forzisti inquieti della corte di Verdini. Mentre l’ex segretario Pier Luigi Bersani avverte: «Non che io voglia un Pd stretto, ma non deve trattarsi di spostamenti opportunistici piuttosto si spieghi il passaggio politico, non si allarga solo spostando persone». Stesso concetto rilanciato da Davide Zoggia e twittato all’indirizzo del capogruppo a Montecitorio Roberto Speranza: «Non mi convince questa migrazione in massa di Scelta civica, ci sono troppe differenze di linea politica».
«Macché, è un ritorno a casa per molti di loro», reagisce il vice segretario Guerini elencando Pietro Ichino, Linda Lanzillotta, Alessandro Maran, Gianluca Susta, Irene Tinagli, ex dem. «Il Pd è un campo democratico ampio - continua - in linea con la vocazione maggioritaria che impresse Veltroni. Gli arrivi rafforzano la sua capacità di attrazione». Nell’ala sinistra del campo malumori e perplessità. I bersaniani sono irritati, una pattuglia di montiani erano andati via proprio dal Pd dell’ex segretario. «Un partito non è una porta girevole da cui si entra e si esce a seconda di chi vince il congresso», è stato lo sfogo di Bersani con i suoi collaboratori. «Overbooking, posti solo in piccionaia», aveva ironizzato Vendola dopo la scissione di Sel. Ma loro, i migranti, dall’ex vendoliano Gennaro Migliore all’ex montiana Ilaria Borletti Buitoni come si accingono ad affrontare la traversata a bordo del Pd? Imbarazzati? A disagio per l’eterogenea compagnia? Per Borletti Buitoni - sottosegretaria al Beni culturali, famiglia dell’imprenditoria lombarda che creò la Rinascente rac- contata nel libro “Cammino controcorrente” - «le scissioni di Scelta civica, quelle sì sono imbarazzanti. Per il resto l’Agenda Monti ha un’impronta riformista e le politiche di Renzi sono di un Pd che non è quello che era due anni fa. La rivoluzione politica impressa da Franceschini al ministero mi vede in assoluta sintonia». All’altro opposto, Migliore ricorda che già Renzi vantò «il Pd che va da Migliore a Romano». Ovvero da lui fino all’ex capogruppo montiano a Montecitorio. «Un Pd soggetto di governo e nel Pse. Non faccio mai scelte per le quali sentirmi in imbarazzo - precisa -Certo spero che la cultura della sinistra conti di più dentro il partito ». Ma molti timori bollono in pentola. Fassina, che coniò lo slogan “Rottamiamo l’Agenda Monti”, ragiona: «I naufraghi cercano approdo, e questo è normale. Salgono sul Transatlantico che è il Pd. Ma questo dove va? Qual è la sua direzione?». Ricorda quando Monti faceva pressione su Bersani perché gli mettesse il silenziatore. «L’arrivo dei montiani non è la causa ma la conseguenza di uno spostamento dell’asse dem verso politiche liberiste». Sul Jobs Act ad esempio, Ichino insegna. «Siamo in un partito ormai centrista e all’orizzonte c’è il Partito della nazione», s’inalbera Pippo Civati, dissidente democratico, alla ricerca di una cosa di sinistra.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Corriere 7.2.15
Civati e il «trasformismo»: il Pd ormai è un accampamento
Dalla «liquidazione» di Letta alla «sindrome del cambio in corsa»: in un libro la sua visione dell’era renziana

di Monica Guerzoni

ROMA I ribaltoni, i «traditori» Razzi e Scilipoti «eroi del tempo presente», i transfughi di Scelta civica e la «sindrome del cambio in corsa», che ha colpito in un anno 160 parlamentari: «Chi si ferma è perduto». E mentre i cittadini pietrificati dalla crisi restano vittime dell’incantesimo mediatico la sinistra diventa destra, il Pd muta geneticamente nel Partito della nazione e Berlusconi, «senza soluzione di continuità» con il ventennio passato, realizza il contratto con gli italiani del 2001: «Come se il pennarello avesse continuato il disegno». Il pennarello di Matteo, il disegno di Silvio.
Con un tempismo cronometrico Pippo Civati firma Il trasformista - La politica nell’epoca della metamorfosi (Indiana editore). Un pamphlet di 100 pagine, in libreria il 19 febbraio, in cui il più antagonista dei deputati del Pd manda in pezzi lo specchio di Narciso del «premier attualmente in carica». Così lo chiama Civati per smascherarne i lapsus, i paradossi, i ribaltamenti prospettici e denunciarne i limiti: l’incoerenza come manifesto politico, la provocazione come metodo per distrarre dal merito.
Ritratto volutamente ingeneroso dell’era renziana, questo piccolo trattato di semiotica politica è lo strappo finale, la presa d’atto di una distanza incolmabile tra chi si ostina a credere nella sinistra che verrà e chi rimuove i poverissimi perché non votano e quindi «cavoli loro». Tra figure mitologiche, citazioni di Ovidio, Musil e Borges e reminiscenze filosofiche Renzi diventa Zelig, un leader che prende i voti della destra e, con quel «decreto vintage» che è lo sblocca Italia, realizza i sogni di cemento di Berlusconi. Renzi come Leopoldo Fregoli, protagonista di «metamorfosi a catena» come il Porcellum che diventa Italicum. Un leader che fa «l’esatto contrario» di quel che annuncia, picchia sulla sinistra come causa di tutti i mali e, mutando pelle ogni giorno, fonda il «partito del tutti dentro». Maxi «accampamento» dove c’è posto per chi vuole eliminare l’articolo 18 e per chi lo difende.
Cos’è il patto «segreto» del Nazareno se non un «patto col diavolo», in cui il vecchio e il nuovo gattopardescamente si fondono? Com’è potuto accadere che il Nemico sia diventato «l’amico giurato»? La tesi è che un premier in «perenne movimento» ha cambiato tutto, tranne la vita degli italiani: «Realtà gufa, mondo crudele». Nell’attesa della palingenesi lo spettacolo è talmente pirotecnico che i cittadini non si accorgono di un bluff che ha fatto vittime illustri. La «liquidazione» di Enrico Letta? Un «ca polavoro di trasformismo». Intriso di «pessimismo leopoldino», nel finale il libello di Civati intona note di speranza. L’incantesimo delle «lunghe intese» si può spezzare, l’Italia può tornare alla «gara corretta» dell’alternanza. Ma perché si alzi il vento del cambiamento bisogna che il messaggio «laico» delle minoranze si affermi e che gli elettori comincino a soffiare nella direzione giusta. Quella della sinistra.
flaviomob
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da flaviomob »

Renzi passa per essere il leader più "muscolare" degli ultimi anni: è riuscito a frantumare la sinistra del suo partito, a mettere fuori SEL, a umiliare Berlusconi, a sottomettere Alfano, "se ne frega" dei sindacati, sta coi "vincenti" di Confindustria.
E in quanto a saltare sul carro del vincitore, i centristi non sono secondi a nessuno... specialmente se è un bel macho muscoloso!!!
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

privatizzare scuola, sanità, limitare i diritti del lavoro, monocameralismo, legge acerbo 2.0, ridurre le libertà sindacali,
tagliare le pensioni,mi ricorda il programma di qualcuno...
era il programma di un signore toscano...

forse qualcuno ricorda il nome?
ad una certa età la memoria è volatile,dai...aiutatemi.
Maucat
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Maucat »

Per caso vive ad Arezzo... a Villa Vanda... 8-)
iafran
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iafran »

flaviomob ha scritto:Renzi passa per essere il leader più "muscolare" degli ultimi anni: è riuscito a frantumare la sinistra del suo partito, a mettere fuori SEL, a umiliare Berlusconi, a sottomettere Alfano, "se ne frega" dei sindacati, sta coi "vincenti" di Confindustria.
Che rifiuti Berlusconi o che sottometta Alfano (le due facce della stessa medaglia) ci sta, per me.
Il fatto è che non ha rispetto dei valori democratici e men che meno delle attese della popolazione. Ma ancora più preoccupante è il largo consenso che riscuote fra quelli che si sono messi in "politica" o che aspirerebbero a mettersi (da includere i giornalisti, che esultano a tutte le sue promesse ed ingigantiscono la sua figura).
A contrastarlo rimangono i sindacati e gli eletti nel M5S ... (la Lega non la considero perché gli sarà sempre d'aiuto nel bisogno).
Il ruolo determinante lo avrebbero i 59 milioni di cittadini che si sobbarcano gli sproloqui, le ruberie ed i privilegi di una classe egemone e che soffrono ristrettezze nel campo sanitario, scolastico, economico.
Basterebbe una loro seria organizzazione e si sgonfierebbero tutti i palloni gonfiati.
Ultima modifica di iafran il 10/02/2015, 11:38, modificato 1 volta in totale.
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

da repubblica.it
Grecia, minoranze Pd a Renzi: "Noi con Tsipras, convochi direzione"

Le opposizioni interne chiedono al segretario di discutere la linea che il partito terrà in occasione dei prossimi appuntamenti europei sul caso greco.


Matteo Renzi e Alexis Tsipras (reuters)
ROMA - Le minoranze del Pd hanno inviato oggi a Matteo Renzi una lettera - cme anticipato da Repubblica - perché venga convocata al più presto una direzione. Ordine del giorno: l'atteggiamento del governo sulle richieste della Grecia del premier Alexis Tsipras che, al Parlamento di Atene, ha confermato la linea di rottura con l'Europa. "E' possibile un compromesso con la linea Tsipras", dicono i firmatari della missiva Roberta Agostini, Francesco Boccia, Vannino Chiti, Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Alfredo D'Attorre, Stefano Fassina, Federico Fornaro, Miguel Gotor, Sergio Lo Giudice, Corradino Mineo, Carlo Pegorer, Barbara Pollastrini, Lucrezia Ricchiuti, Walter Tocci, Davide Zoggia

"Come sapete- si legge nel testo- il netto risultato delle elezioni politiche in Grecia e le proposte del governo Tsipras hanno accelerato e reso esplicito il confronto nell'Unione europea e, in particolare, nell'eurozona sul senso della democrazia nazionale e sull'agenda di politica economica per lo sviluppo sostenibile e il lavoro".

FOCUS / Tsipras in Austria: "L'accordo sul debito ci sarà"

L'eurogruppo "l'11 febbraio e la riunione informale del consiglio dei capi di stato e di governo il giorno successivo sono passaggi cruciali non soltanto per Atene, ma per il nostro Paese e per il futuro del progetto europeo". Inoltre, "in Parlamento affrontiamo a breve il "piano Juncker" e la decisione dell'Unione europea del 13 gennaio sulle cosiddette deviazioni temporanee (flessibilità). In tale scenario, il Pd, la principale forza della famiglia socialista e democratica europea, può dare un contributo rilevante sia nel Pse sia nelle istituzioni europee affinché maturino le condizioni per un compromesso di svolta democratica ed economica nella soluzione dei problemi sistemici posti dal governo greco".

I parlamentari democratici chiedono "pertanto, di convocare al più presto una riunione congiunta dei gruppi parlamentari di Camera e Senato e una riunione della direzione nazionale del partito per discutere e definire la nostra posizione su tali problemi".
iafran
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Re: quo vadis PD ????

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iospero ha scritto:da repubblica.it
Grecia, minoranze Pd a Renzi: "Noi con Tsipras, convochi direzione"

I parlamentari democratici chiedono "pertanto, di convocare al più presto una riunione congiunta dei gruppi parlamentari di Camera e Senato e una riunione della direzione nazionale del partito per discutere e definire la nostra posizione su tali problemi".
Speriamo bene, temo, però, che sarà un fuoco di paglia.
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