NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FISCO

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paolo11
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Re: NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FI

Messaggio da paolo11 »

Personalmente in casa mia il contante circola poco.Bancomat sia io e la moglie.
Mio cognato piu giovane di me del bancomat non ne vuole sapere.Solamente per ignoranza anche la benzina la fa con il contante.Rimasto vedovo non da molto andiamo a fare la spesa al sabato assieme.Allora quando deve pagare toglie dalla tasca le banconote, poi prende un portamonete e prende la differenza da dare.Gli ho detto guarda quando è piu semplice con il bancomat ecc...No poi se non mi ricordo la Pin ...no no.....Allora ho lasciato perdere.Lui ha 62 anni.
Ciao
Paolo11
aaaa42
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Re: NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FI

Messaggio da aaaa42 »

una riforma del fisco riguarda anche le multinazionali
http://www.cornicerossa.com/dove-paga-l ... mcdonalds/
iospero
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Re: NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FI

Messaggio da iospero »

aaaa42 ha scritto:una riforma del fisco riguarda anche le multinazionali
http://www.cornicerossa.com/dove-paga-l ... mcdonalds/
E' evidente che gli Stati devono collaborare tra loro per fare fronte alle furbizie delle multinazionali e in modo particolare l'Europa non può continuare come fa attualmente ( vedi Fiat e altre ..).
iospero
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Re: NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FI

Messaggio da iospero »

ECONOMIA & LOBBY
Il denaro elettronico deterrente per l’evasione? Il vero ostacolo e i molti alibi
di Lavoce.info | 20 maggio 2015

Il 60 per cento degli italiani è favorevole ad abbandonare il denaro contante per passare a quello elettronico. Anche perché questa forma di pagamento renderebbe più difficile l’evasione, la corruzione, le attività criminali e molte altre pessime abitudini. Il vero ostacolo e i molti alibi.

di Emiliano Mandrone** (lavoce.info)

Dalla corruzione all’evasione

I tempi (17 mesi) e le divisioni che hanno accompagnato il disegno di legge anticorruzione sono la misura della rilevanza del tema e delle difficoltà di trovare soluzioni condivise e incisive, nonostante la volontà della gente e le possibilità tecnologiche che consentirebbero di affrontare efficacemente la questione, anche se modificare convenzioni così radicate in un solo paese è una scommessa.
D’altra parte, la corruzione è una fattispecie del concetto più generale di “evasione” dalle regole. E per molti l’evasione è “un bel risparmio”; il lavoro nero “meglio che niente”; le mazzette “un lubrificante”; la raccomandazione una sorta di istinto di conservazione della specie. Quando le eccezioni all’ortodossia sono la regola, serve un Concilio e non bastano moniti, maggiori poteri all’autorità anticorruzione, norme più stringenti e sistemi più sofisticati di controllo, quasi da stato di polizia. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha sostenuto la necessità di reprimere “ogni forma di evasione”. L’impossibilità di evadere dev’essere intrinseca, la tracciabilità totale: bisogna squarciare il velo di ipocrisia che ammanta il paese. Una possibilità è il denaro elettronico.

Chi vuole il denaro elettronico

Il tema non è nuovo ed è stato ampiamente dibattuto all’estero (Kenneth Rogoff, WillemBuiter e l’Economist). Per l’Italia, nell’indagine Isfol Plus 2014 è stato inserito un modulo ad hoc che mostra come il 60 per cento delle persone (il 65 per cento con gli indecisi) sia favorevole ad abbandonare il denaro contante per passare a quello elettronico.

il consenso al denaro di plastica è ampio soprattutto tra i più istruiti e i lavoratori dipendenti, ma rimane sostenuto anche tra gli anziani, nel Sud, tra i più poveri e con retribuzioni più basse (con campagne informative e di sensibilizzazione salirà di certo). Sia le persone considerate socialmente “attive” sia le “passive”, chi ha un network familiare forte e ancor di più chi non ce l’ha, sia le fasce di popolazione più marginali (coloro che hanno lavorato in nero, chi non riesce a coprire cure mediche) sono assai favorevoli.
Molte sono le vie per sostituire il contante. Una è che lo Stato fornisca gratis a tutti carte a “spesa controllata o positiva”, in cui non ci sono interessi sul deposito, si è assicurati sulle frodi e non si può andare a debito. Il gettito recuperato compenserebbe di gran lunga i costi. La soluzione non incentiverebbe il consumo compulsivo, dovuto alle illusioni monetarie che le carte (di credito) possono generare: l’alta propensione al risparmio è un valore da salvaguardare.
Un’altra soluzione è una piattaforma che sfrutti gli innovativi metodi di pagamentocontactless che non richiedono pos (come l’Apple Pay o Jiffy della Cassa depositi e prestiti oMessenger): qui è sufficiente associare l’iban al proprio numero telefonico per poter inviare denaro a destinatari registrati.
In alternativa, si può proporre una tassa sul circolante (sui prelievi) per disincentivarne l’uso (su lavoce.info, ne ha discusso Milena Gabanelli ma, alla stregua di una qualsiasi accisa, non risulterebbe un deterrente per il grande evasore mentre parrebbe un ulteriore balzello al cittadino comune.

Finti alibi e veri problemi

Le prerogative del denaro elettronico, però, devono ricalcare le caratteristiche del contante, in particolare l’utilizzo non deve rappresentare un costo. È evidente che il denaro come strumento di intermediazione non sarà cancellato, cambia solo forma, smaterializzato nella consistenza, non nel ruolo. Se usiamo una banconota da 100 euro, questa varrà ancora cento euro dopo essere passata di mano cento volte. Se invece a ogni operazione con il pos fosse applicata una commissione sul transito dell’1 per cento, dopo cento passaggi rimarrebbero solo 37 euro. Ciò è inaccettabile ed è il vero ostacolo al denaro elettronico, più di tanti falsi bersagli e finti alibi.
C’è un problema monetario? Il circolante potrebbe andare fuori controllo? I tassi di interesse perderebbero di efficacia come leve di controllo dell’economia? Verrebbero meno i proventi del signoraggio bancario?
In Gran Bretagna, già oggi i contanti sono solo il 3 per cento del denaro totale, senza particolari conseguenze.
Il contante comporta invece seri problemi: la contraffazione (nel 2013 la Banca d’Inghilterra ha ritirato 680mila banconote false, pari a 11 milioni di sterline), sono una riserva per attività illecite (soprattutto i tagli grandi: si pensi che un milione di euro in banconote da 500 pesa poco più di due chili), il costo di gestione (l’Agenzia delle entrate lo stima in 4 miliardi l’anno per le banche e 8 per il paese), nei paesi europei in cui si maneggia più contante l’incidenza dell’economia sommersa è più elevata.
C’è un problema di privacy? L’accesso alla tracciabilità delle transazioni (come per le intercettazioni) sarebbe condizionato a esigenze investigative, autorizzate dal tribunale.
Non è poi irrilevante l’azione di “bonifica” del paese: per esempio, sarebbe più difficile rapinare, vivere in clandestinità, corrompere, gestire la prostituzione o la droga, pagare in nero o in ritardo. Sia chiaro, non è un balsamo per la malvagità. Ma qualche complicazione la crea e, perlomeno, incrementerebbe la giustizia sociale e il contrasto alle disuguaglianze, passaggi propedeutici al superamento della crisi.
Finalmente, quei “fessi” che hanno pagato Imu, canoni e tasse o compilato fedelmente Isee, bilanci e dichiarazioni hanno deciso di sollevarsi contro l’oppressore: come una banda, degli onesti, però.

* Le opinioni espresse dall’autore non rispecchiano necessariamente quelle dell’Istituto d’appartenenza.

** Isfol, Dipartimento Lavoro e Professioni. Responsabile dell’Indagine Isfol PLUS. Ha insegnato all’università degli studi di Torino, Urbino e Roma. Tematiche d’interesse: mercato del lavoro, partecipazione giovanile e femminile, occupazione standard e atipica, ricerca di lavoro

di Lavoce.info | 20 maggio 2015
lucfig
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Re: NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FI

Messaggio da lucfig »

Io sono contrario all'uso della moneta elettronica, perché in tal modo il sistema bancario può codificare ognuno di noi nei gusti, pensieri e parole.

Mi spiego.

Come nel supermercato, ognuno di noi con la tesserina punti dice al supermercato chi è, quali gusti ha, la sua religione, le sue passioni ... insomma il supermercato sa tutto, quando sei ammalato, quando sei triste e quando sei felice.
Pensate allargato per tutto.
Il sistema bancario sa quanti caffè prendi, quali ristoranti, quali giornali ... lo sa oggi ma se diventa obbligatorio non posso essere libero di comprare qualcosa senza che nessuno lo sappia ...

Un grande fratello.
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iospero
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Re: NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FI

Messaggio da iospero »

lucfig ha scritto:Io sono contrario all'uso della moneta elettronica, perché in tal modo il sistema bancario può codificare ognuno di noi nei gusti, pensieri e parole.

Mi spiego.

Come nel supermercato, ognuno di noi con la tesserina punti dice al supermercato chi è, quali gusti ha, la sua religione, le sue passioni ... insomma il supermercato sa tutto, quando sei ammalato, quando sei triste e quando sei felice.
Pensate allargato per tutto.
Il sistema bancario sa quanti caffè prendi, quali ristoranti, quali giornali ... lo sa oggi ma se diventa obbligatorio non posso essere libero di comprare qualcosa senza che nessuno lo sappia ...

Un grande fratello.
ciao lucfig, però
giustamente C’è un problema di privacy? L’accesso alla tracciabilità delle transazioni (come per le intercettazioni) sarebbe condizionato a esigenze investigative, autorizzate dal tribunale.
lucfig
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Re: NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FI

Messaggio da lucfig »

Ma i dati non sono esclusivi alle autorità giudiziarie ma diventano di proprietà di enti privati.

Con questa obbligatorietà il sistema bancario ha la perfetta conoscenza di tutto quel che riguarda acquisto e la vita di ogni cittadino.
Non solo ma il sistema bancario volendo ti può escludere e condizionare dalla vita sociale e civile.

E' questo il potere che vogliamo dare alle banche e al sistema finanziario?

Ti assicuro che è peggio di quello che pensava George Orwell
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iospero
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Re: NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FI

Messaggio da iospero »

lucfig ha scritto:Ma i dati non sono esclusivi alle autorità giudiziarie ma diventano di proprietà di enti privati.

Con questa obbligatorietà il sistema bancario ha la perfetta conoscenza di tutto quel che riguarda acquisto e la vita di ogni cittadino.
Non solo ma il sistema bancario volendo ti può escludere e condizionare dalla vita sociale e civile.

E' questo il potere che vogliamo dare alle banche e al sistema finanziario?

Ti assicuro che è peggio di quello che pensava George Orwell
Vedi lucfig come tutte le cose possono essere buone o cattive , dipende sempre da chi e da come sono utilizzate.
Oggi i date base non sono a disposizioni di tutti e per qualsiasi fine, ma sono vincolati e sottoposti a delle leggi, che se violate, si incorre in precisi reati, e poi le banche sono tante e in concorrenza tra di loro e devono fare le banche e non altro, per questo è bene definire i compiti delle banche e qualora violino certe regole siano severamente punite.
Tuttosommato alla fine credo che l'abolizione del contante porti più vantaggi che svantaggi soprattutto
alla maggior parte dei cittadini, non dimentichiamo che la privacy di ogni cittadino che usa il cellulare è già ampiamente sotto controllo.
pancho
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Re: NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FI

Messaggio da pancho »

Ammesso e non concesso che questo sia l'unico modo per controllare una parte di evasione fiscale ma in questo modo di costringono di farti un conto corrente bancario per poter pagare col bancomat e non tenerti i soldi sotto il materasso, che di questi tempi e' ancora la soluzione meno costosa e piu' sicura.

Chi è a conoscenza del Bail In e del Bail Out.


Il bail in arriva in Italia.Che cos’è e come funziona? Saranno i clienti a pagare per salvare le banche

di Vittoria Patanè | 28 Aprile 2015 - 10:30

La legge è stata approvata da Bruxelles due anni fa, in Italia però Visco ne ha parlato solo tre giorni fa.

Ecco che cos'è il bail in, il meccanismo in base al quale saranno i correntisti a pagare in caso di fallimento di una banca e non lo Stato. Informatevi bene, perché di mezzo potrebbero andarci i vostri soldi

Il bail in arriva in Italia.Che cos’è e come funziona? Saranno i clienti a pagare per salvare le banche

I cittadini italiani hanno il diritto di conoscere quali sono le decisioni prese in sede europea, soprattutto quelle decisioni che rischiano di costare loro parecchi soldi.

La notizia risale ormai a oltre due anni fa, la norma venne varata dopo il salvataggio di Cipro, ma fino a pochi giorni fa, in Italia nessuno ne ha parlato.

La classica news rilevante, passata sotto silenzio, come se non parlarne cambiasse qualcosa.

A sollevare «la scomoda coperta» ci ha però pensato Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia che pochi giorni fa, ha finalmente tolto il silenzio sul bail-in. Che cos’è? E’ una norma stabilita da Bruxelles (Forexinfo ve ne aveva parlatoqui quasi due anni fa) che prevede che, in caso di fallimento di una banca, siano in prima battuta i clienti della stessa a pagare per salvarla.

Lo Stato entrerà in gioco solo in un secondo momento.

Il che vuol dire una cosa sola: i nostri conti correnti non sono più garantiti, o almeno non lo sono sopra una certa soglia. Chiunque decide di versare i propri soldi in banca, secondo il n.1 di Bankitalia ha il diritto di conoscere come stanno le cose, nonostante ormai ci sia poco da fare.

Le parole di Ignazio Visco non lasciano spazio a dubbi:

«le banche dovranno adottare un approccio nei confronti della clientela coerente con il cambiamento fondamentale apportato dalle nuove regole, che non consentono d’ora in poi il salvataggio di una banca senza un sacrificio significativo da parte dei suoi creditori».

«sacrificio significativo» significa soldi, molti soldi a cui rinunciare per salvare un istituto bancario dal default. A confermare la notizia, anche un tweet pubblicato dall’ufficio stampa della Banca d’Italia:

«i clienti andranno pienamente informati del fatto che potrebbero dover contribuire al risanamento di una banca».
A spiegare le linee guida della nuova normativa è intervenuto lo stesso governatore che, nel corso di una convocazione al Senato, ha parlato anche dei ritardi con i quali il paese recepisce le direttive Ue.

Il direttore di Palazzo Koch ha infatti affermato:

«sarebbe stato essenziale che il recepimento delle direttive fosse stato effettuato per tempo. Purtroppo i tempi lunghi ostacolano l’impegno e la partecipazione attiva del nostro paese al processo di integrazione finanziaria»

Insomma dobbiamo recepire la direttiva sul bail-in e dobbiamo farlo pure in fretta. Ma in cosa consiste questo meccanismo e cosa comporta per i clienti delle banche? Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Bail In: che cos’è e come funziona?
L’accordo sul Bail-in è stato firmato nel giugno del 2013, subito dopo il salvataggio di Cipro.

La norma prevede che, nel caso di una crisi bancaria, siano i correntisti e gli investitori a pagare per salvare l’istituto e, in un secondo momento, lo Stato.

All’epoca dell’intesa, furono in molti a sostenere che dietro le parole "fallimento ordinato (altro nome utilizzato per descrivere il meccanismo del bail in) si nascondesse in realtà la volontà di codificare a livello comunitario il ben più famoso prelievo forzoso che anche l’Italia ha sperimentato nell’ormai celeberrimo caso del 1992.

Scendendo nel dettaglio, la nuova legge manda in pensione il bail out, il meccanismo in base al quale è lo Stato a intervenire in caso di difficoltà, e vara il bail in, che invece coinvolge in prima battuta i privati. In altre parole, se una banca rischia il default, i primi a dover sborsare il proprio denaro saranno gli azionisti, seguiti dagli obbligazionisti meno assicurati (le obbligazioni subordinate verranno coinvolte nel pagamento) e dai depositi bancari superiori ai 100mila euro. La direttiva dunque garantisce solo i depositi inferiori a tale soglia.

Non dovranno invece partecipare al bail in i possessori di obbligazioni garantite (le ordinarie sono escluse), pensioni e salari dei dipendenti. Ogni Stato Membro avrà infine la facoltà di decidere l’esclusione di altre categorie.

Parlando di percentuali: nel caso in cui una banca rischi il fallimento, lo Stato interverrà per salvarla solo dopo che azionisti e creditori avranno pagato l’8% delle passività totali dell’istituto. Lo scopo della norma, è quello di evitare che a pagare siano tutti i contribuenti, in realtà però, a rimetterci sarà chi deposita i propri soldi.

Inoltre, ogni Stato dovrà costruire un fondo nazionale che nell’arco di 10 anni dovrà raggiungere un livello pari ad almeno lo 0,8% dei depositi garantiti tutte le istituzioni creditizie del Paese, utilizzandolo per il 5% degli attivi.

Questo è il bail in, questo è quello che è stato deciso due anni fa senza che nessuno ai vertici si preoccupasse di informare i cittadini italiani. Visco ne ha parlato tre giorni fa, per il resto si continua a tacere.
http://www.forexinfo.it/Il-bail-in-arriva-in-Italia-Che
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In questi giorni questa nuova normativa e' stata usata in 2 banche Austriache la Hypo Alpe Adria e la Heta Asset Resolution, che ha portato l'Austria ad applicare la strategia del "bail in", che preve perdite anche per i creditori, al fine di evitare - stando alla nuova normativa europea - che lo Stato e dunque i contribuenti si accollino l'intero peso delle perdite.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... ivato.aspx

Motivo per cui lo scorso mese di marzo laì Moody's ha tagliato il rating sullo stato di Carinzia di ben quattro gradini, da A2 a Baa3, cambiando l'outlook da stabile a negativo.

Grossi problemi anche in alcune banche tedesche.

Quindi, che sicurezza puo' avere un semplice correntista? Prestare soldi allo stato(Bot.CCT....), Titoli bancari( proprio in questi giorni dalle mie parte una banca ha persi il 40% del suo valore e chi se li sono presi tra coppa e collo sono stati i semplici proprietari dei titoli. Nella stessa settimana, in una riunione la banca non aveva fatto alcun cenno su questa sua eventuale perdita di valore.) o spenderli tutti per far girare l'economia (?)?

Se questa e' la strada su cui ti costringono certamente non posso soffermarsi solo su questa proposta del "NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FISCO" che mi viene proposto ma devo andar oltre. Oltre quello che spesso non ti dicono.

Quindi, quando ti propongono qualcosa che a primo acchito ti puo' sembrare buona, stai sempre attento che dietro ci sta' sempre una furbata poiche costoro, per loro natura, non e' che abbiano a cuore il tuo piccolo portafoglio. Il loro pensiero va ben in altra parte


Dal bail-out al al bail-in… è l’ora di tremare?!?!
http://www.startupmagazine.it/dal-bail- ... i-tremare/

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
iospero
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Re: NO AL CONTANTE E AL SEGRETO BANCARI-RIF. RADICALE DEL FI

Messaggio da iospero »

Caro pancho,
non ero a conoscenza del Bail In e del Bail Out, tuttavia non credo che cambi molto perché
se una banca rischia il default, i primi a dover sborsare il proprio denaro saranno gli azionisti, seguiti dagli obbligazionisti meno assicurati (le obbligazioni subordinate verranno coinvolte nel pagamento) e dai depositi bancari superiori ai 100mila euro. La direttiva dunque garantisce solo i depositi inferiori a tale soglia.

Mi sembra che la maggior parte dei cittadini lasci nei depositi bancari somme di molto inferiori a € 100.000,
per cui il problema non cambia di molto.
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