Re: "giorni impazziti"
Inviato: 08/07/2015, 22:49
Temevo l’arrivo di questi giorni, come ho già scritto altrove. E da un certo punto di vista ero anche preparato all’evento.
Ma all’improvviso mi trovo di fronte ad una realtà che va al di là di quanto previsto.
E questo mi sconcerta.
Nell’ambito del razionale potevo pensare che questa forma potesse accentuarsi in personaggi del tipo Santanché, Biancofiore, ecc. Ma invece non è così.
Poco fa assistendo alla puntata di in Onda, dal titolo: TUTTI I PROBLEMI CHE AGITANO RENZI, ho dovuto togliere l’audio quando stava intervenendo Elisabetta Gualmini, per il livello di cazzate subumane che stava producendo.
Elisabetta Gualmini, politologa, professore ordinario di Scienza Politica presso l'Università di Bologna. Già presidente della fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo, classe 1968, 47 anni, era presente questa sera al dibattito di Paragone.
Nel passato, da quando è diventata un personaggio televisivo, ho sempre seguito con grande interesse gli interventi della giovane presidente dell’Istituto Cattaneo di Bologna, che si occupa di ricerca e studi su società e politica italiana.
Questa giovane donna ha costantemente dimostrato capacità cognitive ed intellettuali sopra la media.
Il che ascoltarla procurava piacere e grande interesse per questa mente aperta e brillante, apertamente in contrasto col grigiore tricolore.
Spesso era in grado di mettere in ombra il pensiero dei colleghi maschi.
Questa sera invece ha avuto un crollo verticale, tanto che al confronto la Santanché, presente anch’essa al dibattito, poteva tranquillamente essere rivalutata.
Mi rendo perfettamente conto per primo che un giudizio di questo genere sulla Santanché potrebbe mutare all’improvviso il clima nelle prossime ore. Si potrebbero manifestare temporali tropicali da qui fino alla metà di ottobre senza soluzione di continuità.
L’unica spiegazione che riesco a darmi per questo crollo verticale delle capacità intellettive della Gualmini, è la sua nuova posizione di vice-presidente della Regione Emilia-Romagna.
La relativa indipendenza di pensiero esercitata quando esercitava presso l’Istituto Cattaneo, è praticamente scomparsa con il nuovo incarico politico.
E questo conferma la mia convinzione che questo Paese non ha nessuna possibilità di recupero, quando si muta il modo di pensare solo per conservare la poltrona.
Di Giampiero Mughini evito di dilungarmi, perché il gallinaccio, borioso e presuntuoso che si comporta sempre come la bella figheira che sa tutto lei, non vale la pena parlarne.
Nella sua biografia si può leggere:
……….È tra i fondatori del periodico Il manifesto (1969), ma l'abbandona dopo soli tre mesi per incompatibilità con i colleghi.[2] È stato direttore responsabile del giornale del movimento politico Lotta Continua, che lascia nel 1971………..
Il che trova giustificazione la sua poca socialità, a causa dello sfrenato esibizionismo istrionico che lo rende simpatico quanto D’Alema.
Ma le perplessità maggiori si sono verificate domenica mattina ad Omnibus con Gianfranco Pasquino, il politologo di sinistra che ho ritenuto per anni ed anni un monumento vivente della sinistra italiana.
Non avevo mai registrato flessioni nel prof. Bolognese che Wikipedia classifica così:
Gianfranco Pasquino (Trana, 9 aprile 1942[1]) è un politologo e accademico italiano considerato tra i massimi esperti di scienza politica a livello internazionale.
La vecchiaia che avanza?
Mentre domenica sera ho registrato un’altra caduta verticale di Paolo Mieli, nel fornire una sua risposta a Giarruso (M5S) in collegamento da Atene.
Che Paolo Mieli cadesse così in basso non me lo sarei mai aspettato. Eppure è accaduto.
Eppure Paolo è stato un sessantottino di Potere Operaio.
Ma cosa sta succedendo alla sinistra intellettuale?
Inizia lo spappolamento del cervello?
E’ la pressione degli avvenimenti di questi tempi?
O che cos'altro?
Ma all’improvviso mi trovo di fronte ad una realtà che va al di là di quanto previsto.
E questo mi sconcerta.
Nell’ambito del razionale potevo pensare che questa forma potesse accentuarsi in personaggi del tipo Santanché, Biancofiore, ecc. Ma invece non è così.
Poco fa assistendo alla puntata di in Onda, dal titolo: TUTTI I PROBLEMI CHE AGITANO RENZI, ho dovuto togliere l’audio quando stava intervenendo Elisabetta Gualmini, per il livello di cazzate subumane che stava producendo.
Elisabetta Gualmini, politologa, professore ordinario di Scienza Politica presso l'Università di Bologna. Già presidente della fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo, classe 1968, 47 anni, era presente questa sera al dibattito di Paragone.
Nel passato, da quando è diventata un personaggio televisivo, ho sempre seguito con grande interesse gli interventi della giovane presidente dell’Istituto Cattaneo di Bologna, che si occupa di ricerca e studi su società e politica italiana.
Questa giovane donna ha costantemente dimostrato capacità cognitive ed intellettuali sopra la media.
Il che ascoltarla procurava piacere e grande interesse per questa mente aperta e brillante, apertamente in contrasto col grigiore tricolore.
Spesso era in grado di mettere in ombra il pensiero dei colleghi maschi.
Questa sera invece ha avuto un crollo verticale, tanto che al confronto la Santanché, presente anch’essa al dibattito, poteva tranquillamente essere rivalutata.
Mi rendo perfettamente conto per primo che un giudizio di questo genere sulla Santanché potrebbe mutare all’improvviso il clima nelle prossime ore. Si potrebbero manifestare temporali tropicali da qui fino alla metà di ottobre senza soluzione di continuità.
L’unica spiegazione che riesco a darmi per questo crollo verticale delle capacità intellettive della Gualmini, è la sua nuova posizione di vice-presidente della Regione Emilia-Romagna.
La relativa indipendenza di pensiero esercitata quando esercitava presso l’Istituto Cattaneo, è praticamente scomparsa con il nuovo incarico politico.
E questo conferma la mia convinzione che questo Paese non ha nessuna possibilità di recupero, quando si muta il modo di pensare solo per conservare la poltrona.
Di Giampiero Mughini evito di dilungarmi, perché il gallinaccio, borioso e presuntuoso che si comporta sempre come la bella figheira che sa tutto lei, non vale la pena parlarne.
Nella sua biografia si può leggere:
……….È tra i fondatori del periodico Il manifesto (1969), ma l'abbandona dopo soli tre mesi per incompatibilità con i colleghi.[2] È stato direttore responsabile del giornale del movimento politico Lotta Continua, che lascia nel 1971………..
Il che trova giustificazione la sua poca socialità, a causa dello sfrenato esibizionismo istrionico che lo rende simpatico quanto D’Alema.
Ma le perplessità maggiori si sono verificate domenica mattina ad Omnibus con Gianfranco Pasquino, il politologo di sinistra che ho ritenuto per anni ed anni un monumento vivente della sinistra italiana.
Non avevo mai registrato flessioni nel prof. Bolognese che Wikipedia classifica così:
Gianfranco Pasquino (Trana, 9 aprile 1942[1]) è un politologo e accademico italiano considerato tra i massimi esperti di scienza politica a livello internazionale.
La vecchiaia che avanza?
Mentre domenica sera ho registrato un’altra caduta verticale di Paolo Mieli, nel fornire una sua risposta a Giarruso (M5S) in collegamento da Atene.
Che Paolo Mieli cadesse così in basso non me lo sarei mai aspettato. Eppure è accaduto.
Eppure Paolo è stato un sessantottino di Potere Operaio.
Ma cosa sta succedendo alla sinistra intellettuale?
Inizia lo spappolamento del cervello?
E’ la pressione degli avvenimenti di questi tempi?
O che cos'altro?